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Risposte migliori

Inviato

No

Credo che stiamo sopravvalutando un eventuale falsario...

Posto che non ho mai sostenuto che i due pezzi in questione siano falsi ( dico questo per correttezza verso la casa d'aste) ma solo espresso un interrogativo sul colore pallido che non parrebbe essere molto congruente con buona parte del materiale conosciuto per il periodo,

la questione di un falso - in via del tutto ipotetica - potrebbe essere assai più' semplice , ovvero quella di una lega non corretta utilizzata nella produzione dei due esemplari.

Detto questo anche a me il loro aspetto - colorazione a parte - non suscita particolari allarmi in quanto a raffigurazione, epigrafia, morfologia etc.

Tanto per fare un esempio il lotto 397 della coll Addams gia' quando era apparso la prima volta mi aveva suscitato più di un pensiero - la colorazione era assai plausibile ma diversi altri elementi non quadravano ..


Inviato

Bene, a quanto pare siamo tutti d'accordo.

Notte,

Andrea


Supporter
Inviato
  A proposito del ripostiglio di Ilanz, con le diverse decine di tremissi aurei rinvenuti relativi sia a Desiderio che a Carlomagno, un vero piccolo thriller investigativo e' quanto compone a proposito il Bernareggi nella sua opera 'Moneta Langobardorum', fornendo una interessante illustrazione di quei tempi:

 

 " I nostri tremissi sono venuti alla luce, unitamente a parecchie monete d'argento ed a qualche gioiello - materiale di cui offre dettagliata notizia lo Jecklin (conservatore del museo di Coira), nella sua relazione - durante la costruzione di una Strada comunale destinata a congiungere la periferia occidentale della cittadina di Ilanz con il paese montano di Ruschein. Secondo Völkers il tesoro fu rinvenuto a seguito del brillamento di una carica esplosiva per rimuovere una roccia. 

  Ma la notizia mi sembra non esatta perché la deflagrazione avrebbe disperso il ripostiglio e, per la sua fragilità, lo avrebbe, almeno in gran parte, distrutto. Piu attendibile quindi lo Jecklin che accenna ad operai italiani intenti a rimuovere «una parte del dirupo ergentesi di faccia alla via progettata», ad abbattere «uno strato roccioso piuttosto incavato» ossia a normali lavori di sterro con pala e piccone. 

 

  Nella località tutto è rimasto nella stessa situazione in cui dovette trovar lo Jecklin quando ottanta anni fa compi il suo sopralluogo. La strada per Ruschein, allontanandosi da Ilanz, con forte pendenza si inerpica sul colle, aggirandolo. Presso la prima curva, ad una cin-quantina di centimetri dal piano stradale, una croce (a sezione triangolare) scavata nella roccia e dipinta in azzurro, segna la località precisa in cui fu rinvenuto il ripostiglio, che presentava la forma di un massello: siccome nessun recipiente in coccio o in metallo risulta essere stato rintracciato, sembra lecito arguire che fosse tutto racchiuso in un contenitore di materiale non adatto a resistere alla azione del tempo, quindi in una borsa di tela o di pelle. 

 

  A una decina di metri di dislivello, proprio sopra la localítà del rinvenimento, si ergono tuttora le sbreccíate rovine di una costruzione in pietra: il castello di Grüneck, spiegano Jecklin e Völkers databile al XII secolo, ma costruito su un preesistente fortilìzio, a presidio della 'strata publica' llanz-Disentis-Lucomagno-Olivone-Bellinzona-Italia, di cui abbiamo notizia dalla fine del secolo VII. La strada passava piu' sotto, di poco sopraelevata sul Reno che scorre sul fondo valle ma un sentiero, sostiene giustamente lo Jecklin, doveva pur congiungerla con quella torre di vedetta che doveva diventare piu' tardi il castello dí Grüneck... 

 

  Un particolare interessante sfuggito fín qui: dalle rovine del castello, la localita' del rinvenimento, benché vìcínissima, non è visibile, causa la sporgenza di una roccia.

Jecklin, datando (erroneamente) l'occultamento al 775, congettura che dei «condottieri dí Carlomagno, ritornando col bottino dalla campagna d'Italia contro Desiderio, abbandonata la 'strata publica' per pernottare nella rocca, per cause ignote abbiano abbandonato ogni loro avere prima di raggiungerla». Ma la congettura si presenta ímprobabile; questo tesoro, anche nell'epoca, doveva avere un valore molto rilevante: se uno solo del suoi possessori fosse sopravvissuto avrebbe rischiato anche la vita per tornarne in possesso.

 

  Non si vede per quale calamità numerose persone siano tutte perite in un luogo dal quale il rifugio del castello distava solo pochi passi, ed in tal caso il tesoro sarebbe rimasto allo scoperto, cioe' alla merce' degli abitatori della rocca che certamente non avrebbero mancato di profittarne, cosi' come avrebbero profittato se essi stessi avessero ucciso i sopravvenienti, per depredarli. 

  Tenuto conto della natura del luogo e' anche da escludersi che l'occultamento sia stato effettuato dagli stessi abitanti della rocca: se temevano un assalto di sorpresa avrebbero forse nascosto il loro tesoro fuori dalle mura, ma in una localita' dove, dalla rocca, avrebbero potuto tenerlo costantemente sott'occhio.

  

  Piu' plausibile si presenta l'ipotesi di un viaggiatore solitario, mercante o soldato (meglio, un soldato per la presenza, nel tesoro, di gioielli che denunciano di essere stati violentemente strappati) che avrebbe dalla 'strata publica' cercato rifugio nella rocca per il sopravvenire della notte o per l'infuriare di una tormenta; timoroso peraltro, di presentarsi con un tesoro tanto cospicuo, ne avrebbe sotterrata la massima parte ai piedi della rocca, in localita' non avvistabile dall'alto, riservandosi di dissotterarla fuori da occhi indiscreti, alla sua partenza.

Ma quanto aveva portato con se' dentro le mura fu sufficiente per impedirgli di uscirne vivo. Cosi' la fatica del disseppellimento gli fu risparmiata ed il tesoro, di cui gli abitanti della rocca ignoravano l'esistenza, pote' giungere intatto fino a noi" 

  • Mi piace 3

Inviato

Grazie mille Perprius per aver riportato il resoconto dello Jaecklin.

Quali erano le monete d'argento ritrovate assieme ai tremissi?


Inviato

Grazie mille Perprius per aver riportato il resoconto dello Jaecklin.

Quali erano le monete d'argento ritrovate assieme ai tremissi?

Buonasera numa numa,

 

le monete d'argento del ripostiglio di Ilanz censite da Fritz Jecklin erano sostanzialmente denari di Carlo Magno, più in particolare vengono riportate 48 monete di cui:

 

2 denari di Pipino

 

35 denari di Carlo Magno, tutti di vecchio conio  antecedenti il capitolare del 781, di cui 24 di area italiana.

          Più in particolare 1 attribuito a Milano

                                      1 a Parma

                                      1 a Pavia.  

                                      3 a Treviso

                                      18 di zecca non definita della alta Italia.

3 denari di Carlo magno/Olderico

1 di Carlo Magno/Rolando

2 monete di Offa re di Mercia

1 moneta di area anglosassone di Egeberht re di Kent

2 monete della Arabia.

 

Purtroppo Bernareggi nel suo articolo sui Quaderni Ticinesi del 1977  sul tesoretto di Ilanz si dedica solo ai tremissi. Quindi il Jecklin rimane l'unico riferimento anche se un po' datato per le classificazioni.

Cordialmente.

 

vannilo


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Buonasera a tutti.

Posto un tremisse pubblicato in un recente catalogo d'asta dal peso di 1.45g; non viene presentato il diametro del tondello.

 

 

Ricorda un tremisse di stile beneventano, globulare ma, ma vi sono elementi che non mi convincono appieno.

In particolare gli ampi margini su entrambe le facce oltre il cerchio delimitante, lo stretto cerchio che contorna l'effige, la peculiarita' dei caratteri, la "o" in particolare. Ho qualche dubbio. Che ne pensate?

 

post-19623-0-27308000-1446061461.jpg

post-19623-0-17931300-1446061464.jpg


Inviato

Concordo con te

In particolare il cerchio sottile attorno all'effigie l'ho riscontrato altre volte in esemplari 'sospetti'


Inviato

perlomeno inconsueto....da approfondire


Inviato

Secondo me è sicuramente autentica, solo che non è della Tuscia (né di Benevento, perché in caso solo quelle con la B dovrebbero essere di Benevento, se ricordo bene l'Arslan), ma è un'imitazione d'epoca prodotta da qualche altro potentato longobardo nell'Italia centro-meridionale. Lo stile appare troppo diverso da quello delle emissioni regolari. Forse Spoleto? O forse lo stesso Benevento, visto che l'attribuzione dei tremissi con la B a questa città a me appare ancora un po' dubbia? Pezzo interessante comunque.

Andreas

  • Mi piace 1

  • 3 settimane dopo...
Inviato

Tornamdo ai tremissi di oro pallido dell'asta Gadoury, mi risulta che siano stati tutti venduti e mi sembra alcuni a caro prezzo. Evidentemente alla fine non vi erano troppi dubbi in merito alla loro autenticita'

Ho notato una certa dispersione dei pesi. Alcuni esemplari (VII sec) pesano 1.4 gr , altri esemplari piu' tardi ( fino all'VIII secolo) scendono fino attorno ad 1 gr. Di peso

A parte la colorazione che dalle foto parrebbe abbastanza inedita per questi tipi di esemplari - di solito una variazione di giallo - l'epigrafia sembrerebbe piu' che plausibile e le condizioni generale delle monete pure.

Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha avuto modi di vedere le monete dal vivo e verificare il loro volore effettivo - se risulta veramente bianco argento come appare dalle foto del catalogo

Sarebbe assai singolare ...


Inviato

Se ben ricordo anche quelle postate dagli amici corsi erano tendenti al bianco...

 

Arka


Inviato

Di ritorno or ora dal Principato.

Ho potuto esaminare le monete e confermo le mie iniziali impressioni in merito all'autenticità dei pezzi.

Speravo, lo ammetto, che qualche voce negativa facesse presa sui potenziali acquirenti per potermi accaparrare qualcosa ed invece.....sono rimasto a bocca asciutta.

Prezzi alti, al di là di ogni più rosea aspettativa.

Le foto del catalogo, in generale, non rispecchiavano l'effettiva qualità delle monete ma per quanto riguarda le longobarde il colore reale era molto vicino a quello del cartaceo.

  • Mi piace 1

Inviato

Grazie per le impressioni Alberto

Anch'io sperava in un effetto dissuasorio per le L ongobarde che in effetti alla fine e' stato nullo . Hanno raggiunto dei prezzi superiori addirittura a quanto normalmente realizzato in altre aste ...


Inviato

Mi risulta che da alcuni decenni non siano apparse in asta monete di Cuniperto del I° tipo (oltre al tremisse ex Garrett Collection della recente asta CNG100, che tra l'altro è una variante molto particolare di questa tipologia) e che la quasi totalità degli esemplari noti si trovi nei musei.

  • Mi piace 1

Inviato

Forse @@giollo2 - che stava interessandosi proprio alle emissioni longobarde di questa fase potrebbe illuminarci meglio in merito alla consistenza degli esemplari noti


Inviato

A dir la verità al momento sono concentrato su Liutprando e non ho ancora un archivio aggiornato sulle comparse in asta delle prime emissioni di Cuniperto. Mi spiace.


Inviato

A parte l'esemplare Garret, conosco un esemplare passato in asta Baranowsky 1931 (Nobile famiglia) e un esemplare alquanto dubbio in asta Kunst und Muenzen del 1979.

 

Arka


Inviato

Ce n'era anche uno alla CNG 100 ?

Alla CNG100 vi era n tremisse con monogramma di Lucca ex Garrett - un bellissimo es. che gia' li aveva fatto un botto . Lo stesso tipo Gadoury in qualita' eccezionale ha fatto un realizzo stratosferico .


Inviato

L'esemplare della CNG 100 è proprio quello della Garrett. Tra l'altro, essendo andato a vedere sul catalogo, la CNG dice che è anche lo stesso delle Baranowsky del 1931. Così gli esemplari si riducono...

 

Arka


Inviato

A proposito di tremissi, avete visto questo della prossima Triton XIX?

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