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Risposte migliori

Inviato

Ciao,

oggi stavo rimettendo a posto libri, riviste e fascicoli nello studio e mentre mettevo mano alla collana di Monete Antiche la mia attenzione è stata attirata da un articolo a nome di Roberto Liegi. Il tema è estraneo ai limiti cronologici della Sezione Monete Imperiali ma mi son ricordato che non più tardi di una settimana fa ne parlavo con un conoscente in possesso di una discreta cultura numismatica antica. Purtroppo da tempo non si interessa più alla monetazione romana e parlandone, ad un mio accenno ai sesterzi in argento mi ha risposto “non mi ricordavo nemmeno che esistessero…”. Da qui la mia riflessione: se un numismatico di un certo valore se ne è dimenticato, forse anche i neofiti della Sezione Monete Imperiali danno per scontato che con il termine “sesterzio” si intenda esclusivamente quel bel monetone di oricalco dal peso variabile da circa 30 a 18 g (a seconda del periodo). Per cui, con intento didattico verso chi non ne fosse a conoscenza mi appresto a scrivere un breve post su questo precursore del ben più noto sesterzio imperiale di oricalco.

 

Non essendo comunque il mio campo di conoscenza più stretto invito chiunque (e in particolar modo @g.aulisio e @L. Licinio Lucullo , Curatori della Sezione Monete Repubblicane) a correggere qualche eventuale inesattezza.

 

 Il sesterzio nasce in epoca repubblicana come piccola frazione del denario d’argento. Nel sistema monetale repubblicano se il denario era l’unità di riferimento le sue frazioni erano costituite dal quinario (1/2 denario) e, appunto, il piccolo sesterzio (1/4). A sua volta l’unità poteva essere cambiata con 10 assi, pertanto la più piccola frazione di argento era parificata a 2,5 assi. Quando il valore del denario fu portato a 16 assi mantenne il suo valore proporzionale, valendone 4.

Il peso del denario corrispondeva a 1/72 di libbra pari a circa 4,55 g (poi ribassato a 3,9 g) e quindi il peso del sesterzio doveva risultare di poco maggiore di 1 g : in realtà quest’ultimo raramente raggiunge tali valori. Il denario presentava al dritto, dietro la nuca di Roma elmata, una X che simboleggiava il valore di 10 assi e il quinario la sigla V ad indicarne 5; il sesterzio IIS ad indicare appunto il valore di 2,5 assi suddetti.

 

Quando fu emesso? Si suppone (senza prove certe) che sia coevo del denario. E qui nasce un altro interrogativo: esistono tre teorie sulla datazione della nascita del denario di argento.

  • 269-268 a.C. (secondo Tito Livio e Plinio)
  • 211 a.C. (Crawford e R.Thomsen)
  • 187 a.C. (Mattingly e Sydenham)

Nell’ultimo periodo la più accreditata è quella del 211 a.C. che sarebbe confermata dal ritrovamento a Morgantina (distrutta in quell’anno durante la II Guerra Punica) di denari anonimi ROMA con i dioscuri in conservazione FDC ; la questione è comunque controversa e continuano i dibattiti sulla datazione relativa alla nascita del denario. E per limitare la lunghezza del testo, non mi ci addentro.

 

Ecco ora i tre nominali:

 

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Anonymous. 211-208 BC. AR Denarius (19mm, 4.30 g, 8h). Rome mint. Helmeted head of Roma right; X (mark of value) to left / The Dioscuri on horseback riding right, each holding transverse spear. Crawford 44/5; Sydenham 140; RSC 2. VF, toned, tiny flan flaw in field before chin on obverse.

https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=168080

 

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Anonymous. 211-210 BC. AR Quinarius (16mm, 1.93 g, 11h). Rome mint. Helmeted head of Roma right; V (mark of value) to left / The Dioscuri on horseback rearing right. Crawford 44/6; King 1; Sydenham 141; RSC 3. Superb EF, toned.

https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=179227

 

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Anonymous. After 211 BC. AR Sestertius (10mm, 1.02 g, 3h). Rome mint. Helmeted head of Roma right; IIS to upper left / The Dioskuri riding right. Crawford 44/7; Sydenham 142; RSC 4. Superb EF. Exceptional metal; very rare in this quality.

https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=120456

 

La sua produzione comunque non fu continua e numerosissima: forse le sue ridotte dimensioni ne facilitavano la perdita e non era così apprezzato. Scomparve definitivamente con la riforma di Augusto del 23 a.C., sostituito dal sesterzio in oricalco, confezionato in rame e zinco).

 

Spero di non aver infilato troppi strafalcioni ... e che coloro cui era destinato il post abbiano apprezzato la discussione e chissà, magari colmato un piccolo neo conoscitivo.

 

Ciao

Illyricum

:)

  • Mi piace 8

Inviato

Volevo ancora aggiungere una noticina:

le valutazioni di queste piccole monetine raggiungono buone valutazioni ma sono scarsamente presenti sul mercato. Forse ne furono emesse poche, forse le piccole dimensioni non ne hanno aiutato la conservazione o semplicemente non sono tanto apprezzate dai venditori. Fate caso che ad una ricerca su CNG Coins alla chiave "AR sestertius" oltre ad 1 solo sesterzio in argento (quello postato sopra, venduto per 2450 USD) ne vengono fuori ben 2118 in oricalco!!

 

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

Caro Illyricum

Molto interessante e ben fatto quanto hai scritto, solo una piccola annotazione : se nella ricerca sulla CNG a "sestertius" aggiungi "Anonymous" qualche decina di pezzi lo trovi...

 

Cordialmente,

Enrico

  • Mi piace 1

Inviato

E qui si potrebbe avviare una disquisizione sull'effettiva denominazione di questo rarissimo frazionale in argento. Un asse in argento o piuttosto una litra (che però è un nominale appartenente alla monetazione siciliana) o uno scrupolo (del peso teorico di 1,137 g, essendo 1/288 della libbra romana di 327,45 ed era usata come unità di conto ).


Inviato

Ciao,

in punta dei piedi vi chiedo

Aggiungo una curiosità: in origine fu provato a coniare anche un asse in argento:
http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/26

E qui si potrebbe avviare una disquisizione sull'effettiva denominazione di questo rarissimo frazionale in argento. Un asse in argento o piuttosto una litra (che però è un nominale appartenente alla monetazione siciliana) o uno scrupolo (del peso teorico di 1,137 g, essendo 1/288 della libbra romana di 327,45 ed era usata come unità di conto ).

ma se accettiamo il valore del AR sesterzio come sopra riportato

Il peso del denario corrispondeva a 1/72 di libbra pari a circa 4,55 g (poi ribassato a 3,9 g) e quindi il peso del sesterzio doveva risultare di poco maggiore di 1 g : in realtà quest’ultimo raramente raggiunge tali valori. Il denario presentava al dritto, dietro la nuca di Roma elmata, una X che simboleggiava il valore di 10 assi e il quinario la sigla V ad indicarne 5; il sesterzio IIS ad indicare appunto il valore di 2,5 assi suddetti.

pari a 1/4 del denario, a sua volta 1/72 di libbra otteniamo lo stesso valore della litra o libella che si chiami ovvero 1/288 di libbra (=1.137)...

L'unica differenza è l'iconografia ma rincorre il tema dei Dioscuri

 

I pesi non sono rispettati in nessuno dei due casi, essendo inferiori al peso teorico:

 

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In conclusione: non è che si parla della stessa moneta dove però in questa serie non è stato indicato il valore IIS ?

 

Ciao

Illyricum

:)

 

 


Inviato

Vero. Però l'iconografia della libella (che richiama quella del quadrigato) a me fa pensare che sia precedente alla riforma denariale; se veramente il quadrigato può essere datato al 269, come io credo possibile, all'epoca il potere d'acquisto dell'argento poteva essere diverso ...


Inviato

Ciao,

sempre in ottica didattica, rimando a questa discussione sul quadrigato:

http://www.lamoneta.it/topic/111411-il-quadrigato-datazione/

 

Sì, il dritto è uguale nell'iconografia del quadrigato. Il rovescio differisce perchè anzichè la quadriga è rappresentato un solo cavallo e non vi è Jupiter. E se fosse 1/2 didracma pari a 1/4 di quadrigato? Il peso di quest'ultimo dovrebbe essere 6,8 g (=6 scrupoli) se non erro quindi 1,2 g teorici. Analogamente al più tardo sesterzio potrebbe esserci stata una contrazione nel peso effettivo.

La frazione, oltre che la misura, sarebbe riportata dal cavallo singolo.

 

Ciao

Illyricum

;)


Inviato

Naturalmente qui sconfiniamo nel problema dell'esatto inquadramento metrologico e cronologico del quadrigato, che attende ancora una esaustiva sistemazione e soluzione.

La scuola inglese, avviata dal danese Thomsen e sviluppata da Crawford, sostiene che il quadrigrato deve essere nato associato all'asse librate ridotto di 240 scrupoli. Dal momento che il quadrigato pesa intorno a 6,75 g, appare evidente che era una moneta da 6 scrupoli (scrp). Visto che la parità AR:AE era quasi costantemente nel III secolo a.C. di 1:120, già esistente nelle emissioni romano-campane, applicando la formula di proporzione:

 

AR (6 scrp) : AE (240 scrp) x 3 = 1: 120

 

appare evidente che per soddisfare le due parti dell'equazione il quadrigato di 6 scrupoli valeva esattamente 3 assi di 240 scrupoli. Più esattamente era un didramma di 6 scrupoli.

Il mezzo quadrigato era quindi un dramma di 3 scrupoli e valeva 1,5 assi di 240 scrupoli.

Il terzo nominale, con il singolo cavallo, cosa era? Non sembra corretto pensare, come verrebbe spontaneo, all'unità dello scrupolo (1,137 grammi), che varrebbe quindi 0,5 assi (ossia un semisse) di 240 scrupoli. In effetti il peso appare un pò basso (anche se poi in genere in antichità i frazionali in argento hanno un peso meno accurato e deficitario rispetto ai nominali maggiori) e poi esiste la famosa testimonianza di Varrone (LL, v, 174), secondo cui nummi denarii (unanimemente considerato un errore per indicare invece i quadrigati) decuma libella ... et erat ex argento parva, ossia che esisteva una moneta pesante 1/10 del quadrigato.

Se ammettiamo una moneta pesante 1/10 del quadrigato avremmo però una moneta del peso teorico intorno a 0,675 grammi, troppo basso rispetto al peso reale degli esemplari pervenuti, che indicano un peso medio intorno a 1 grammo. Il termine litra è nato dal fatto che il didramma in Sicilia era una moneta del valore di 10 litre, per cui un decimo del didramma (come appunto anche nel sistema della libella) era appunto una litra e Roma aveva stretti rapporti con Siracusa, governata dal suo fedele alleato Ierone II.

Sinceramente non so come si possa spiegare meglio sul piano metrologico questo raro frazionale, che sembra comunque fuori luogo.... E poi la vera litra siciliana pesava meno di 1 grammo, al massimo intorno a 0,7-0,8 grammi. Però c'è da osservare che a Siracusa veniva coniata una monetina, con Artemide/Civetta, del peso intorno a 1,10 grammi, generalmente considerata una moneta da 1,25 litre (ma che invece potrebbe anche essere una moneta allineata verso lo scrupolo romano).

Non vedo evidenti ragioni per parlare di una libelli da 1/10 del quadrigato. Vedo molto come una moneta da 1 scrupolo (una unità indicata anche dal singolo cavallo) e si avrebbe un sistema armonico di tre nominali nella scala di 6 - 3 - 1 scrupoli, ancora allineato alla mentalità duodecimale).

E' da osservare che durante la produzione dei tre nominali in argento basati sul quadrigato (RRC 28/3-5) furono coniati, per un breve tempo, anche due nominali in oro (RRC 28/1-2), con la famosa scena del giuramento), rispettivamente di 6 e 3 scrupoli (in oro).

 

Il vero problema però è che non esiste un unanime consenso su quale asse romano era basato il quadrigato di 6 scrupoli.

Ad esempio il Giesecke, poi seguito da Pedroni, preferiva considerare il quadrigato come una moneta del valore di 5 assi semilibrali di 144 scrupoli:

AR (6 scrp) : AE (144 scrp) x 5 = 1: 120

 

avviando per la prima volta la strada verso un sistema decimale e non più duodecimale. Appare evidente che secondo questo sistema, il  nominali in argento avrebbero invece rispettivamente il valore di 5 - 2,5, mentre il frazionale col cavallo, se è di 1 scrupolo, varrebbe 0,833 assi di 144 scrupoli. Se è del sistema della libella di 1/10 del quadrigato, varrebbe invece 0,5 assi semilibrali (il che ha ancora poco senso). In ogni caso un bel casino....

 

Se si accetta l'ipotesi che il quadrigato sia comunque una moneta emessa dopo la fine della prima guerra punica, siamo di fronte a una situazione economica duramente provata dagli eventi bellici. Per questa ragione, secondo quest'ultima ipotesi, Roma ridusse l'asse da librale a semilibrale. Nel contempo, per non assestare un colpo troppo duro alle esauste finanze dei cittadini, il valore del didramma romano fu innalzato da 3 a 5 assi, mantenendo la parità AR:AE di 1:120. Insieme al quadrigato nacque anche un nuovo sistema di computo, basato sulla libella, equivalente a 1/10 del quadrigato. E qui ci sarebbe da discutere.

Il sistema basato sul quadrigato in ogni caso fu messo a dura prova dalle notevoli spese dei primi anni delle seconda guerra punica e si sgretolò definitivamente nel 216 a.C., all'indomani della disfatti di Canne. 

Fu approntata la nuova moneta, più augurante, del vittoriato, una dracma di 3 scrupoli, per l'area di influenza greca, subito seguito, intorno al 215-214 a.C. (piuttosto che 212-211 a.C. di Crawford) dalla nuova moneta del denario di 4 scrupoli, del valore di 10 assi sestantali, inizialmente destinato alle aree di diretta influenza romana.

Grazie alle grandi vittorie romane il denario diverrà la moneta cardine dell'economia romana.

 

P.S.: credo che la sede più appropriata di questa discussione sia nella sezione repubblicana.

  • Mi piace 2

Inviato

Certo, provvedo


Inviato (modificato)

Io credo che la problematica trovi soluzione in un'ottica diacronica.

Mi spiego. A prescindere da qualsiasi cronologia assoluta, possiamo dire che:

- dapprima, 1 scrupolo d'argento (sesta parte del quadrigato) valeva 0,5 assi da 240 scuppoli (librali ridotti);

- anni dopo, 1 scrupolo d'argento (quarta parte del denario) valeva 2,5 assi da 48 scrupoli (sestantali).

Ora, come sappiamo che la diminuzione dello standard dell'asse da 240 a 48 scrupoli è stato nei fatti graduale e continuo, così possiamo ipotizzare che l'aumento di valore nominale dello scrupolo d'argento, espresso in assi, sia stato altrettanto graduale e continuo. Questo implica che a un certo punto lo scrupolo d'argento sia valso 1 asse (prescindendo di quale standard ponderale).

Ebbene, in quel momento potrebbe essere stata coniata la libella. Ciò implicherebbe che essa, seppur agganciata al sistema del quadrigato, sia posteriore alla sua introduzione. Peraltro, la rapida svalutazione dell'asse eneo (connessa con le riduzioni ponderali) spiegherebbe perché l'asse in argento abbia avuto una emissione presumibilmente molto ridotta

Modificato da L. Licinio Lucullo

Inviato (modificato)

Vi sembra realistico?

Modificato da L. Licinio Lucullo

Inviato

In teoria sì, ma una libella del peso di circa 1 scrupolo e del valore di 1 asse avrebbe senso solo se l'asse corrispondente in bronzo fosse di 120 scrupoli, che è poi esattamente la metà dell'asse librale di 240 scrupoli e quindi un vero asse semilibrale.

Siamo in un ambito ancora coperto dal quadrigato, forse ormai svalutato, grosso modo intorno al 218 a.C.

Sembra che, dopo lo scoppio della guerra annibalica, il quadrigato abbia iniziato la sua discesa come qualità e titolo in argento.

L'estrema rarità della monetina libella indica che fu un breve esperimento monetario, ben presto travolto dagli eventi bellici e sostituito dalla riforma denariale, anche esso incentrato inizialmente su tre nominali: denario, quinario e sesterzio (quest'ultimo guarda caso dello stesso peso della libella RRC 28/5, anche se con diverso valore in termini di assi, che erano diventati sestanti).


Inviato

Ciao,

volevo porgere il mio ringraziamento a quanti hanno approfondito il topic che avevo proposto per i neofiti della Sezione Monete Imperiali e che in seguito ha avuto approfondimenti tali da rendere immeritata la parte del titolo "discussione per i neofiti".

 

Alla luce di tutto ciò trovo del tutto corretto lo spostamento dello stesso in questa Sezione, cui certamente compete maggiormente, ringraziando per aver lasciato l'evidenza nella prima Sezione, al fine di consentirne la visione a chi ne fosse interessato.

 

Personalmente sono sempre molto lieto quando una discussione coinvolge anche utenti qualificati di altre Sezioni, aumentando lo scambio culturale e lo scambio di conoscenze.

 

Ciao

Illyricum

:)

  • Mi piace 1

  • 2 settimane dopo...

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