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Inviato

Calma, calma, calma... :director:

 

 

Mi risulta che con il cosiddetto Decreto Artbonus ( convertito in legge il 31/07/2014) sia cambiato parecchio per quanto riguarda la fotografia di oggetti presenti nei musei: se la riproduzione  non è a fini di lucro  è libera e gratuita, anche per fini di studio.

 

Non per tutto: i beni archivistici e librari sono stati esclusi da un emendamento del PD, sul supposto che il contatto per la riproduzione di detti beni fosse inevitabile... :shok:

 

Dando un'occhiata sul web ho notato che ogni istituzione ha le sue pretese o meno, nessuna uniformità ...

 

Comunque, la situazione sembra molto meno drammatica di quanto sembrava a prima vista...

 

A voi gli approfondimenti del caso... ;)

 

Cordialmente,

Enrico

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Inviato

P.S. potreste consultare l'art. 108  e 109l codice Urbani 2004, così come modificato dal Decreto Artbonus, penso restereste piacevolmente stupiti, per una volta...

 

Cordialmente,

Enrico


Inviato (modificato)

"In due casi specifici, l'Archivio di Stato di Torino e il Medagliere Civico di Milano, ho trovato dei funzionari particolarmente cortesi, disponibili e flessibili e ho celebrato sul forum il loro atteggiamento avendo come reazione una pesante critica nei loro confronti. Mi è venuto da chiedermi come "loro" si potrebbero sentire se per caso di quando in quando dessero un'occhiata a questo forum e leggessero le critiche sollevate al loro comportamento."

 

Guarda, per me nessuna critica.

 

Mi chiedo solo come potrebbero giustificare il loro comportamento a chi dovesse chiedere loro conto del motivo per il quale non hanno applicato il prescritto tariffario e riscosso i compensi stabiliti.

 

Se la risposta fosse "per disponibilità e per flessibilità verso l'Utenza", non saprei quanto questa risposta potrebbe essere convincente.

 

Si può essere flessibili e disponibili con le cose proprie che, al limite, possono essere anche regalate.

 

Ma con i beni della Collettività la gestione non può essere personalistica, ma deve rispondere alle regole che la stessa Collettività ha stabilito vengano osservate e rispettate.

 

E questo lo sanno bene proprio coloro che gestiscono i beni pubblici.

 

La cosa sorprendente per me è invece un'altra: come al solito noi italiani andiamo da un estremo all'altro.

 

O incontriamo la massima disponibilità e cortesia, che arriva al punto di farci ottenere - a gratis - dei servizi pubblici che sarebbero a pagamento, oppure, all'estremo opposto, non ti viene neanche risposto se invii una semplice richiesta di accesso ai materiali o a informazioni. 

 

Ma una normale, equilibrata, ordinaria...via di mezzo.... no?

 

"Al Medagliere di Torino  quando chiesi la fotografia di due biglietti di Credito delle Regie Finanze, mi fecero attendere alcuni mesi e mi chiesero, in anticipo, una tariffa notevolmente elevata. Potrei capirlo in un Museo che fosse un'istituzione privata, ma non da un Museo pubblico."

 

A parte l'attesa di alcuni mesi, certamente ingiustificata, se Ti hanno chiesto di pagare i previsti compensi non vedo che hanno commesso di sbagliato.

 

Che altro potevano fare?

 

Capisco che rispetto a chi non ti fa pagare nulla, fanno la parte dei "cerberi".

 

Il Museo pubblico applica le tariffe (pubbliche) previste....che altro potrebbe fare?

 

"Tutti i funzionari dispongono di fatto, se non de iure, di una discrezionalità che possono usare bene o male."

 

Guarda, sulla riscossione dei compensi non dispongono di nessuna discrezionalità, nè de facto, nè tanto meno de iure.

 

Ti può essere consentita qualche fotocopia di straforo, qualche foto con il telefonino, ma finisce lì.

 

E se questa discrezionalità l'hanno comunque esercitata, è perchè magari nessuno li controlla o perchè vogliono fare una cortesia ad uno studioso...ma è bene che di questi favoritismi (perchè tali sono) non si sappia troppo in giro.

 

1.200 monete fotografate e pubblicate senza versare un euro di compensi al Museo?

 

Complimenti! Spero non lo venga a sapere la Corte dei Conti.

 

"Il rispetto stretto delle norme, vorrei ricordarlo a tutti, è talvolta usato dai funzionari della PA quale forma di protesta alternativa allo sciopero, poiché così facendo ne compromettono la funzionalità".

 

Incassare i diritti stabiliti per un servizio pubblico erogato è, nè più e nè meno, come incassare il biglietto del bus dal passeggero.

 

Ma quale forma di protesta?

 

"Offrire un servizio ad un prezzo elevato da parte di una AP chiamata a diffondere cultura, per me, è operare male, anche se nel rispetto di una norma. Quindi direi che quella norma non è adeguata.

 

Concordo con Matteo91 al 100%."

 

E posso concordare anch'io....però prima si devono diminuire (o magari eliminare) le tariffe che la "Collettività" (non lo "Spirito Santo") vuole che siano corrisposte per questi servizi pubblici.  

 

E questa diminuzione o eliminazione delle tariffe non può essere rimessa alla discrezionalità di quel singolo "Servitore della Collettività", che ad esse è invece vincolato.

 

M.

Modificato da bizerba62
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Inviato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E se questa discrezionalità l'hanno comunque esercitata, è perchè magari nessuno li controlla o perchè vogliono fare una cortesia ad uno studioso...ma è bene che di questi favoritismi (perchè tali sono) non si sappia troppo in giro.

 

1.200 monete fotografate e pubblicate senza versare un euro di compensi al Museo?

 

Complimenti! Spero non lo venga a sapere la Corte dei Conti.

 

 

 Che si sappia invece ... che il direttore di un museo ha fatto una cortesia ad uno studioso .... mettendo  a disposizione di questi il suo tempo e lo ha favorito nella sua richiesta.

Perché bravi funzionari ci sono.

Che la Corte dei Conti vada a vedere quelli che scaldano sedie e non conoscono ciò che gestiscono, ... che non si sognano neppure di rispondere ad una richiesta.

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Inviato

"Che si sappia invece ... che il direttore di un museo ha fatto una cortesia ad uno studioso .... mettendo  a disposizione di questi il suo tempo e lo ha favorito nella sua richiesta.

Perché bravi funzionari ci sono.

Che la Corte dei Conti vada a vedere quelli che scaldano sedie e non conoscono ciò che gestiscono, ... che non si sognano neppure di rispondere ad una richiesta"

 

Bene. Fatelo pure sapere a tutti.

 

Se non si vuol capire qual'è il punto che intendo evidenziare........ è inutile insistere....

 

Saluti.

M.


Inviato

"Ho parlato di fotografie (sottintendendo di monete) non di fotocopie di opere."

 

Il costo delle riproduzioni fotografiche delle monete è quello che puoi leggere nel file che ho allegato al precedente intervento.

 

 

Saluti.

M.

 

Infatti leggo, leggo che é un documento valido per i musei civici fiorentini e non si tratta di un tariffario "ministeriale". Leggo anche che un jpeg costa 12 euro e 50 centesimi, non 125 euro... E, sembrerebbe, con i diritti di pubblicazione. Vai a chiedere la stessa cosa al KM di Vienna o in Vaticano, poi ne ne riparliamo... 

Awards

Inviato

"Infatti leggo, leggo che é un documento valido per i musei civici fiorentini e non si tratta di un tariffario "ministeriale". Leggo anche che un jpeg costa 12 euro e 50 centesimi, non 125 euro.."

 

125 euro è il costo richiesto dal quel Museo per una immagine acquisita in TIFF, cioè in alta risoluzione.

 

"Vai a chiedere la stessa cosa al KM di Vienna o in Vaticano, poi ne ne riparliamo"

 

Ho visto il tariffario dei Musei vaticani, che allego.

 

Anche la Santa Sede non scherza.

 

Chissà ....magari trovi anche lì un Funzionario "buono" che non ti fa pagare.....

 

M.

 

24_conf_tariffario_20131.pdf


Inviato

Il formato tiff puo' essere paragonato ad un vecchio negativo, con tutte le potenzialità dello stesso. Il formato jpeg non é necessariamente di bassa risoluzione. Puo' anche essere di altissima risoluzione.

 

Un formato tiff della riproduzione fotografica di un quadro, ad esempio, può permettere di ingrandire, e mandare in stampa, un particolare estremamente dettagliato dello stesso, se la qualità della ripresa e le caratteristiche dell'attrezzatura impiegata lo permettono. In tal caso può aver senso una richiesta "esosa": con un tiff della "Madonna del cardellino" potrei riprodurre immagini in scala 1:1 di buona qualità. Che poi posso vendere, o usare in una pubblicità, dato che con solo 125 euro (stando al pdf) pare ne abbia diritto.

 

Ma per quanto riguarda oggetti delle dimensioni di una moneta, qualora la si voglia pubblicare, la differenza tra un tiff ed un jpeg a 300 dpi di fatto non esiste dato che la stampa su carta ha dei limiti di definizione ben superiori di quelli caratteristici di uno schermo.

 

Per pubblicare una moneta a grandezza naturale sulla Revue Numismatique della SFN (che non mi sembra proprio una rivistaccia dalle tavole sgranate) non ci si formalizza tanto sul formato: tiff o jpeg vanno bene entrambi, l'importante é che la definizione sia a 300 dpi (non allego pdf, ma se qualcuno vuole andare a verificare può dare un'occhiata qui http://www.sfnumismatique.org/rn/instructions-aux-auteurs/). Ma di fatto é lo standard, adottato da tutte le pubblicazioni scientifiche.

 

Tornando a noi: a mio avviso 12 euro e 50 per foto, con diritto di pubblicazione, ossia 25 euro a moneta, non appare una cifra particolarmente esosa, anzi. Non stiamo parlando del prezzo del pane.

 

Ribadisco, andrei a dare un'occhiata a quanto chiedono le altre istituzioni europee.

Awards

Inviato (modificato)

Infatti leggo, leggo che é un documento valido per i musei civici fiorentini e non si tratta di un tariffario "ministeriale". Leggo anche che un jpeg costa 12 euro e 50 centesimi, non 125 euro... E, sembrerebbe, con i diritti di pubblicazione. Vai a chiedere la stessa cosa al KM di Vienna o in Vaticano, poi ne ne riparliamo...

Il Vaticano ha notoriamente le istituzioni piu' care al mondo ( ma anche efficienti) in tema di diritti di riproduzioni e pubblicazioni per dipinti e manoscritti , leggermente meno per le monete

In compenso molti altri musei esteri sono spesso gratuiti se si tratta di riproduzioni a scopo di studio

Modificato da numa numa

Inviato

Può anche essere che ci siano disposizioni diverse da Civiche a Statali, Milano per esempio è Comunale.....

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Inviato

Se non si vuol capire qual'è il punto che intendo evidenziare........ è inutile insistere....

 

Io l'ho capito, anche se ho fatto polemica. Infatti la polemica non era in riferimento alle tue affermazioni, ma al sistema di valutazione delle AP e alla norma in senso ampio. Qui si discute sul fatto che una AP non abbia rispettato una norma: anche se a fini lodevoli, non va bene. E questo lo capisco.

 

Non vorrei che stessimo facendo chiudere un'altra discussione per niente :D Ma non è che i responsabili dei musei in questioni si sono comportati in un certo modo perchè ne avevano il diritto? Mi sembra che @@dabbene e @@vitellio abbiano provato a farlo presente, ma sono passati un po' inosservati...

Awards

Inviato

Allego pdf con una introduzione su cosa è l Artbonus e in fondo troverete gli art. 108 e109 Codice beni culturali così come modificati dall'Artbonus.

 

Credo che la risposta la troverete, bella e chiara !

 

Invito a leggerli attentamente, e se non basta a rileggerli, prima di fare ulteriore polemica !!!!

 

Grazie !

 

Cordialmente,

Enrico

 

P.S. La chiusura del topic e/o la cancellazione dei post sarebbe un vero peccato, vediamo quindi di non lanciare frecciate e controfrecciate, per favore, anzi se potete modificate i post che ognuno ritenga lesivo nei confronti dell'altro, senza aspettare l'intervento di un moderatore,  di nuovo grazie...  

Artbonus.pdf

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Inviato

Grazie @@vitellio :) Mi associo al tuo invito di rivedere alcuni messaggi che potrebbero causare la chiusura della discussione, in quanto si sta discutendo di un argomento di estrema importanza: la fruibilità e la divulgazione del materiale museale. 

 

Mi sembra di aver capito che l'articolo 108, con le sue successive modifiche, ora preveda che i canoni di concessione del materiale fotografico siano determinati dall'autorità che ha in consegna i beni: questo vuole dire che si possa prevedere il pagamento di nessun canone?
In generale, nessun canone è richiesto per motivi di studio non a scopo di lucro. 

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Inviato

Ho ripulito la discussione, ricominciamo pure a discutere partendo dal pdf dell'Artbonus postato da @@vitellio.

 

petronius

 

 

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Inviato

Ho ripulito la discussione, ricominciamo pure a discutere partendo dal pdf dell'Artbonus postato da @@vitellio.

 

petronius

 

mi pare la soluzione migliore che andrebbe adottata sempre. altrimenti il forum diventa ostaggio e certi argomenti non vengono affrontati mai fino in fondo.

se a qualcuno non piace una discussione, interviene, la metta in caciara, fomenta e si chiude. ottiene così quello che vuole.

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Inviato

"Mi sembra un grave limite alla diffusione della cultura e alla valorizzazione del patrimonio italiano :( Una mia personalissima e opinabilissima opinione è che il rigido rispetto delle norme dettate dal politico come unico mezzo per accertare che una AP abbia funzionato bene dovrebbe essere un concetto da superare (in ogni AP, non solo in quelle relative alla conservazione dei beni culturali).

 

Quindi, seconfo la Tua opinione, una P.A. dovrebbe disapplicare le disposizioni che regolano il suo operato?

Le tariffe per il rilascio di copie, foto o scansioni di documenti/monete, sono fissati da Regolamenti ministeriali a cui le P.A. devono attenersi. Se vogliamo dire che queste tariffe sono ingiuste o troppo gravose è un discorso. Ma non possiamo pensare che una P.A. possa chiedere (o non chiedere) il pagamento di queste tariffe a seconda di chi le richiede o a seconda di chi rilascia le copie. Perchè altrimenti saremmo in una situazione di totale arbitrio e discrezionalità.

 

Amico Michele: concordo con quanto dici, ma credo che lo stai riferendo ad un contesto che è molto differente da quello degli esempi che primo ho posto (e potrei porne molti altri).

Una cosa è la persona che fotografa un reperto museale e che poi vuole farci quello che gli garba della foto fatta (oppure richiesta e fatta fare): giustissimo che in questo caso paghi quanto previsto e senza nessuno sconto.

Ma nei due esempi prima citati, la situazione è molto diversa.

C'è sì la rchiesta di effettuare delle fotografie, anche in numero molto rilevante, ma tale richiesta è strettamente correlata allo studio di una collezione presente nel Museo e studiata e catalogata sino ad oggi in modo solo parziale. In altri termini, ho fatto una richiesta che comportava da parte mia (e di tutto il nostro Gruppo) l'offrirmi per svolgere gratuitamente un servizio a favore del museo stesso. Dunque si tratta di stabilire un rapporto che crea reciprocamente un beneficio, che non è maggiore per l'una o per l'altra parte, perché è e resta congiunto.

 

I Musei italiani si avvalgono moltissimo del volontariato: alcuni di più e altri di meno. E devo aggiungere che grazie anche al volontariato di studiosi e stagisti riescono a far fronte alle croniche carenze di mezzi e di personale.

Un importante Museo archeologico umbro, ad esempio, ebbe per alcuni anni quale curatrice Daniela Benuzzi, (figlia di quel Felice Benuzzi che a @@Polemarco non risulterà sconosciuto), cugina mia, la quale svolse tale ruolo in forma totalmente volontaria e gratuita.

 

 

Nel momento in cui come Gruppo abbiamo proposto al curatore di un Museo (cosa avvenuta in più casi) di svolgere uno studio su una collezione o giacenza ivi presente, parallelamente ci stiamo offrendo gratuitamente per collaborare con lo stesso nel riordino e studio di quello stesso materiale museale. Mi pare che anche giuridicamente quello che naasce, nel momento in cui il curatore approva la proposta/offerta, sia una forma di collaborazione esterna e temporanea svolta a titolo volontario e gratuito. Quindi si crea una situazione affatto diversa da quella che sorge nel momento in cui Tizio chiede a Caio, curatore del museo di Sempronio, di realizzare (far realizzare) la fotografia di un bene museale per poi farne quanto desidera ed eventualmente ricavarne anche un profitto.

Non dimentichiamo che nel momento in cui il curatore di un Museo diventa disponibile ad accettare la richiesta-proposta avanzata, si assume anche un onere in quanto la persona (o le persone) che poi effettua quanto fu oggetto della richiesta stessa, non può essere abbandonata a se stessa, ma va costantemente accompagnata da un funzionario museale che da un lato collabora a soddisfare le azioni necessarie, ma dall'altro svolge un compito di tutela dei beni museali oggetto di studio. Ecco perché insisto nel dire che quello che nasce è un rapporto diverso, molto simile ad una collaborazione temporanea con il Museo.

 

 

 

......Personalmente ho richiesto tempo fa ad una Biblioteca statale della mia città. le scansione di un certo numero di pagine di un volume di fine '700.

 

- Ho dovuto fare una richiesta scritta;

- Ho dovuto prendere visione e sottoscrivere una sorta di discplinare nel quale era precisato che le copie erano per uso studio e non per uso pubblicazione;

- Ho dovuto pagare circa 20 euro per una trentina di pagine;

- Le scansioni rilasciate hanno una sorta di "filigrana" con il logo della Biblioteca, che non le rendono utilizzabili per la pubblicazione.

Tutto ciò è previsto da un Regolamento.

Capisco che la cosa sia fastidiosa....ma lo diviene ancora di più quando senti che da qualche altra parte non viene richiesto nulla di tutto questo.

 Mi pare giusto e logico che sia così. La disponibilità e anche la flessibilità nell'operare non significa libero arbitrio. Nel tuo caso tu hai chiesto un servizio, non hai offerto una contropartita.

Quando frequentai l'Archivio di Stato di Torino, dovevo di volta in volta compilare una richiesta scritta precisando quale faldone di documenti volevo consultare, sempre solo uno alla volta: una telecamera mi inquadrava costantemente; sulla scrivania potevo tenere solamente dei fogli sui quali prendere appunti e una penna (proibizione assoluta di tenere della valigette o simile); disponevo di un moodulo sul quale annotare di volta in volta i documenti dei quali desideravo una fotocopia. I curatori dell'Archivio mostrarono flessibilità nei miei confronti, in quanto: 1( tenendo in conto che venivo da un'altra città, mi contentivano di richiedere i faldoni anche al di fuori degli orari previsti; 2) quando mi consegnavano un faldone mi davano il tempo di sfogliarlo per vedere se c'erano o non c'erano documenti di mio interesse (non tutti i i faldoni sono inventariati e spesso e volentieri c'è poca attinenza tra il titolo del faldone e il suo reale contenuto) e se non ce n'erano, mi consentivano di richiedere immediatamente un secondo faldone senza esigermi di attendere due ore prima di inoltrare una seconda richiesta, come previsto dal Regolamento interno.

Questo esempio per dire che si può anche usare una certa flessibilità nell'applicazione di un regolamento, senza per questo venire a meno del rispetto di quanto previsto dal regolamento stesso.

 

Infine c'è da segnalare che la disposizione segnalata da Vitellio dà possibilità al curatore di un Museo di esercitare in modo migliore una discrezionalità che comunque possiede e, allo stesso tempo, discerne molto opportunamente tra la richiesta di uno studioso e quella finalizzata ad un fine legittimo, ma estraneo all'interesse del Museo stesso.


Inviato

Aggiungerei un corollario.

Il fatto che una persona faccia richiesta di visionare/studiare/fotografare del materiale museale, qualsivoglia sia la sua natura, non costituisce né può costituire un diritto. Proprio perché dare risposta positiva a questa richiesta implica che l'Istituzione dedichi all'interessato delle risorse (quanto meno la presenza di un funzionario che vigili sulla sua attività), implica che da parte del responsabile che riceve la richiesta ci sia un minimo di indagine volta ad accertare se colui che l'ha avanzata ha i titoli necessari per farlo. Ovviamente non si tratta di accertare che sia ben vestito, né tanto meno se abbia o meno gli 'addentellati' giusti, e neppure se sia persona simpatica o antipatica, ma semplicemente che abbia le competenze minime necessarie affinché le indagini che vuole eseguire siano utili in primis al Museo stesso e, pertanto, che le risorse che il Museo impegnerà accettando la richiesta di quella persona siano bene impiegate.

Questa verifica da parte del responsabile istituzionale, mi pare non solo pienamente legittima, ma anche del tutto doverosa.


Inviato

Ciao.

 

"Può anche essere che ci siano disposizioni diverse da Civiche a Statali, Milano per esempio è Comunale....."

Certo. Può anche essere.

 

Questo, infatti, è ciò che è scritto nel sito della Civica Biblioteca Archeologica e Numismatica del Comune di Milano:

 

"Servizi offerti
Nell’ambito dei servizi offerti dalla Biblioteca non è previsto il servizio di prestito. Per la consultazione in sede, l’accettazione di richieste di volumi o altro materiale consultabile con specifica richiesta termina 30 minuti prima della chiusura della Biblioteca al mattino e al pomeriggio.

Sono previsti servizi di riproduzione fotografica per il pubblico, richiedibili anche per posta, posta elettronica o fax. Le richieste di riproduzione fotografica sono soggette alla sottoscrizione dello specifico modulo in uso presso la Biblioteca, al rispetto delle prescrizioni ivi indicate ed al pagamento delle tariffe dettagliate nel Tariffario per i diritti di riproduzione delle immagini dei Civici Istituti del Comune di Milano in vigore al momento della richiesta.

 

In allegato, riporto il facsimile di domada da presentare per ottenere le riproduzioni, contenente il "disciplinare" e le tariffe richieste dal Comune di Milano.

 

"Allego pdf con una introduzione su cosa è l Artbonus e in fondo troverete gli art. 108 e109 Codice beni culturali così come modificati dall'Artbonus."

 

Caro Enrico,

 

con "l'Artbonus" non mi sembra si siano fatti passi particolarmente significativi.

 

Non c'è nessuna novità su canoni e diritti per le riproduzioni da utilizzarsi a scopo di lucro (ma se poi vogliamo discutere del "lucro" connesso alla pubblicazione di un libro, sono pronto.....)

 

Non c'è nessuna novità per le riproduzioni di beni bibliografici e archivistici che, inspiegabilmente, rimangono esclusi dalla liberalizzazione.

 

Si dice poi che sono libere le riproduzioni (non a fini di lucro) di beni culturali, ma solo se attuate "con modalità che non comportino alcun contatto fisico con il bene, nè l'esposizione dello stesso a sorgenti luminose, nè all'interno degli istituti della cultura, l'uso di stativi o treppiedi".

 

Ma se devo fotografare una moneta fuori dalla sua teca, è evidente che ci dovrà essere un contatto fisico, perchè qualcuno dovrà pur prenderla in mano ed appoggiarla da qualche parte....e allora la riproduzione non è più "libera"?

 

Ma anche l'uso di "sorgenti luminose" o stativi o treppiedi è necessario, se voglio fare delle foto che riproducano le monete (che sono piccole o anche piccolissime..) con una sufficiente chiarezza e risoluzione.

 

E allora, anche in questi casi, la riproduzione non è più libera?

 

Insomma, mi sembra di capire che l'artbonus consenta. in buona sostanza, di fotografare liberamente le monete con la propria fotocamera attraverso le teche e senza che si usi il flash o il treppiede.

 

Certo. Meglio di niente. Ma se devo utilizzare quello foto anche solo per studiare le monete, siamo sicuri che quella modalità ci permetta di farlo?

 

Saluti.

M.

CASVARichiestaImmagini1.pdf

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Inviato

@@bizerba62 mi sembra che con questi punti si lasci all'amministrazione che ha in consegna i beni una certa autonomia nel determinare le somme da richiedere: può anche non richiederle? Mi sembra, leggendo anche gli altri punti, che se non ravvisi lo scopo di lucro dell'iniziativa possa non chiedere nulla. E' a discrezione dell'amministrazione che ha in consegna il bene valutare se uno studio ha scopo di lucro? 

 

post-18657-0-58437700-1435323446_thumb.j

 

 

Awards

Inviato

Ciao Matteo91.

 

La parte dell'art. 108 che riporti è quella originale....è una parte sulla quale la recente riforma non è intervenuta.

 

L'Autorità che ha in consegna i beni potrebbe, astrattamente, anche non richiedere nulla.....di fatto però dovrebbe poi giustificare perchè non fa pagare nulla per un servizio che ha dei costi (costo del personale, costo del fotocopiatore, costo dello scanner ecc).......non mi risulta che ci siano Amministrazioni che concedono gratuitamente al privato riproduzioni di beni culturali che ha in consegna.

 

E' chiaro che se chiedi ad una biblioteca 6 fotocopie per uso studio di un libro di fine '800, non te le fanno neanche pagare.

 

Quanto allo "scopo di lucro", normalmente si intende un'opera destinata alla vendita, nella quale sono utilizzate le riproduzioni rilasciate dall'Amministrazione o qualunque utilizzo "oneroso" della riproduzione ottenuta.

 

M.


Inviato (modificato)

Io penso e l'ho sempre scritto da quando sono sul forum che tutto ciò che è pubblico è di tutti, tutti hanno diritto, che sia uno studioso, che sia un collezionista, che sia semplicemente un giovane appassionato del forum.

In una discussione che feci su questo forum chiesi quale fosse il desiderio numismatico più importante degli utenti, ci furono molte risposte e il risultato fu di proporzioni bulgare, tutti volevano vedere monete, le nostre monete che sono nei nostri Musei, nelle Civiche....

Era ed è forte questa esigenza in particolare per le strutture che non hanno esposizioni fisse o temporanee, non hanno digitalizzato, non hanno cataloghi cartacei....eppure io sento, ho sentito tanti, senza alcun curriculum, senza studi o pubblicazioni, semplici appassionati che vorrebbero vederle, magari fotografarle per uso personale, credo sia dovuto anche per far crescere le passioni, le vocazioni, un giovane appassionato, anche non titolato, anche non iscritto, deve poter vedere, con appuntamento, con precisa richiesta ma deve, può... la numismatica è per tutti, se no torniamo ad alcuni si, alcuni no, e siccome queste cose le ho sentite più volte.....ecco questo non mi piace per nulla.....e visto tra l'altro dove stiamo scrivendo su un forum per tutti dove tutti imparano, apprendono, chiedono, divulgano, i giovani si incuriosiscono, si appassionano....ancor di più dico che l'accesso deve essere per ognuno che è semplicemente incuriosito, motivato....cerchiamo di andare nella direzione per tutti quelli che vorrebbero, e certo non ci sarà la fila comunque, e non solo per pochi accreditati, referenziati, conosciuti....ecco questa è la numismatica che vorrei con un papà che potesse dire al figlio settimana prossima ti porto nel tuo Museo, della tua città , a vedere la tua storia, le tue monete, la tua identità ......

Modificato da dabbene
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Inviato

AntvwaIa scrive (post n.167):

 

"Il fatto che una persona faccia richiesta di visionare/studiare/fotografare del materiale museale, qualsivoglia sia la sua natura, non costituisce né può costituire un diritto."

 

dabbene scrive (post n. 171):

 

" Io penso e l'ho sempre scritto da quando sono sul forum che tutto ciò che è pubblico è di tutti, tutti hanno diritto, che sia uno studioso, che sia un collezionista, che sia semplicemente un giovane appassionato del forum."

 

Se posso, rispettosamente, proporre una soluzione mediana alle Vostre opposte posizioni, preferirei pensare che tutti devono poter fruire dei beni pubblici, previo pagamento di quanto la legge e i conseguenti regolamenti stabiliscono, con parità di accesso e parità di considerazione.

 

Se poi questo accesso non avviene a titolo personale ma è finalizzato ad una collaborazione con l'Istituzione (come ad esempio avviene fra il MNR e alcuni Studiosi proposti dalla SNI), regolamentata da un accordo, allora è evidente che il discorso cambia e che il privato non debba corrispondere alcun compenso per le riproduzioni che acquisisce in funzione del lavoro che svolge.

 

Lavoro che poi sarà pubblicato dall'Istituzione, sotto le sue "insegne" e a suo carico. 

 

Ma questa modalità, abbiate pazienza, non mi sembra quella che, almeno da quanto scritto inizialmente (vedi post. n. 126 di Alberto, che riposto di seguito) caratterizzava il rapporto fra lo stesso Alberto e l'Istituzione che gli ha concesso di fotogragate gratuitamente 1.200 monete.

 

"Nei due casi in cui ho voluto studiare delle monete non ancora studiate giacenti presso Musei civici (CN e MI), ho trovato le porte aperte immediatamente, non solo per me, ma per il nostro Gruppo di Studio. Al medagliere civico di Milano (Castello Sforzesco) quando ho telefonato al curatore, dr. Martini, ho trovata immediata disponibilità, senza dover attendere nient'altro che il suo ritorno dalle ferie (era in agosto) e quando mi ci recai l'unico vincolo che mi fu posto fu di fotografare le monete una alla volta, per non rischiare di riporle poi in modo errato (ne ho fotografate oltre 1200!). Nel Museo Civico di Cuneo trovai sempre la massima disponibilità.

Ovviamente quando ci si presenta a un Museo, bisogna dar prova di avere delle idee precise di cosa si vuol vedere e, soprattutto nel caso di monetazione non pienamente catalogata, delle motivazioni per cui si vogliono vedere e studiare tali monete."

 

Saluti.

M.

 

 

 

 

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Inviato

Mi dispiace aver fatto scoppiare un bubbone sollevando una questione che la moltitudine può ritenere anti numismatica....però....scusatemi, mi viene da pensare che se oggi i numismatici si trovano molto spesso a combattere contro i mulini a vento è proprio perchè alcuni funzionari si comportano come fossero i padri padroni di quello di cui hanno una responsabilità di custodia.

 

Intendiamoci, se da un punto di vista scientifico e ragionando da stuidioso, posso approvare il comportamento del funzionario che consente la fruizione gratuitamente del patrimonio numismatico di cui è consegnatario (non pago nulla, ergo le pubblicazioni che realizzerò avranno un costo più contenuto), da un punto di vista di uomo dello Stato mi sorgono le stesse perplessità sollevate da Bizerba.....e parafrasando una scenetta di Aldo Fabrizi nel film "I tartassati" , lui diceva anche io ho un parente postino ma non per questo non metto l'affrncatura nella lettera che intendo spedire.

 

E che succederebbe se ogni mese uno studioso va in quel museo e pretende di fotografare 1.200 monete? Tutti godrebbero dello stesso trattamento? Non credo sia possibile.

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Inviato (modificato)

Pertinente l'esempio della collaborazione tra SNI e Bollettino Numismatico per la realizzazione di opere delle quali poi tutti possono usufruire essendo poi messe on line....lodevole il lavoro dei volontari della SNi che sicuramente non percepiscono un compenso....credo però che chi si occupa della redazione del Bollettino un compenso invece lo percepisce...o no?

 

E se non ci sono entrate supplementari, il costo va ovviamente a gravare sulle tasche del contribuente. o mi sbaglio?

Modificato da elledi

Inviato

..."(non pago nulla, ergo le pubblicazioni che realizzerò avranno un costo più contenuto)..."

 

Caro Domenico, ma c'è anche il rovescio della medaglia....dovrei pagare (molto) e quindi, semplicemente, non pubblico, perchè il prevedibile ritorno economico non giustifica l'esborso e quindi, salvo trovare degli "sponsors" o rimetterci di tasca, l'idea di pubblicare rimane nel cassetto. 

 

"Io penso e l'ho sempre scritto da quando sono sul forum che tutto ciò che è pubblico è di tutti, tutti hanno diritto, che sia uno studioso, che sia un collezionista, che sia semplicemente un giovane appassionato del forum."

 

Caro Mario, Tu che sei un Utente "anziano" del Forum, ricorderai certamente come andò a finire la pubblicazione sul Forum (per motivi squisitamente di studio...non certo per fini di lucro) di alcune foto relative alle monete di una nota Collezione pubblica musealizzata......

 

Le considerazione generali e di buon senso che fai vanno (purtroppo) sempre "calate" nella realtà delle cose, realtà che può anche essere molto diversa dalle enunciazioni filosofiche di principio.

 

Nel caso che ricordavo, l'Utente che ebbe a postare sul Forum quelle foto (e non solo Lui.., purtroppo) vennero denunciati penalmente proprio perchè vi era un problema di omesso pagamento dei relativi diritti sulle foto.

 

E non credo che la pubblicazione sul Forum di foto di monete (dello Stato...cioè come Tu dici, di tutti noi..) potesse o possa sottendere finalità di lucro.

 

Però la legge parla chiaro, alla faccia della discrezionalità di Funzionari, del diritto di tutti a fruire delle cose pubbliche ed altre belle cose del genere.

 

M.

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