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Inviato (modificato)

"Aggiungo che i Musei, nel rispetto di accordi precisi e tenendo in conto la disponibilità di tempo dei funzionari (e la scarsa disponibilità di mezzi a loro disposizione), sono ben lieti di aprire i cassetti delle monete poco o nulla catalogate allo studioso che voglia studiarle seriamente."

 

Ne sei proprio sicuro?

 

M.

Nei due casi in cui ho voluto studiare delle monete non ancora studiate giacenti presso Musei civici (CN e MI), ho trovato le porte aperte immediatamente, non solo per me, ma per il nostro Gruppo di Studio. Al medagliere civico di Milano (Castello Sforzesco) quando ho telefonato al curatore, dr. Martini, ho trovata immediata disponibilità, senza dover attendere nient'altro che il suo ritorno dalle ferie (era in agosto) e quando mi ci recai l'unico vincolo che mi fu posto fu di fotografare le monete una alla volta, per non rischiare di riporle poi in modo errato (ne ho fotografate oltre 1200!). Nel Museo Civico di Cuneo trovai sempre la massima disponibilità.

Ovviamente quando ci si presenta a un Museo, bisogna dar prova di avere delle idee precise di cosa si vuol vedere e, soprattutto nel caso di monetazione non pienamente catalogata, delle motivazioni per cui si vogliono vedere e studiare tali monete.

Modificato da antvwaIa
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Inviato

E quindi concludendo il ragionamento su serialità si, serialità no, chi rischia alla fine è l'ultimo della catena, il collezionista, che però a meno di casi provati e certi, non dovrebbe pagarne le conseguenze....

E anche nel caso di dubbio direi, perché poi se le monete hanno poco valore o nulla a cosa serve se poi decontestualizzate ? Quello che serve non è un riappropriarsi  del possesso da parte dello Stato in questi casi, ma eventualmente della conoscenza di queste ( e qui ritorniamo al tema fondamentale possesso o conoscenza, dove per possesso includo anche quello dello Stato, delle Istituzioni....).

Sarebbe utile in un caso del genere o di altri restituirle subito, e se non ci sono illeciti certi, catalogarle, fotografarle, inserirle in un programma a disposizioni di tutti invece, le conoscenze contano ,quelle si, però per tutti poi....le monete poi come sappiamo gireranno, noi siamo solo dei custodi provvisori.... 


Inviato

Nei due casi in cui ho voluto studiare delle monete non ancora studiate giacenti presso Musei civici (CN e MI), ho trovato le porte aperte immediatamente, non solo per me, ma per il nostro Gruppo di Studio. Al medagliere civico di Milano (Castello Sforzesco) quando ho telefonato al curatore, dr. Martini, ho trovata immediata disponibilità, senza dover attendere nient'altro che il suo ritorno dalle ferie (era in agosto) e quando mi ci recai l'unico vincolo che mi fu posto fu di fotografare le monete una alla volta, per non rischiare di riporle poi in modo errato (ne ho fotografate oltre 1200!). Nel Museo Civico di Cuneo trovai sempre la massima disponibilità.

Ovviamente quando ci si presenta a un Museo, bisogna dar prova di avere delle idee precise di cosa si vuol vedere e, soprattutto nel caso di monetazione non pienamente catalogata, delle motivazioni per cui si vogliono vedere e studiare tali monete.

Sono d'accordissimo.

Quando si hanno propositi seri e si ricerca, motivatamente, per studio molte porte si aprono. Certo non tutti i curatori hanno la medesima disponibilita' ( anche quelli delle rubriche del Forum se e' per questo) ma comunque con diversi si puo' imbastire un discorso.

Riprova che un dialogo puo' funzionare quando si e' seri e c'e' reciproco rispetto.


Inviato

Nei due casi in cui ho voluto studiare delle monete non ancora studiate giacenti presso Musei civici (CN e MI), ho trovato le porte aperte immediatamente, non solo per me, ma per il nostro Gruppo di Studio. Al medagliere civico di Milano (Castello Sforzesco) quando ho telefonato al curatore, dr. Martini, ho trovata immediata disponibilità, senza dover attendere nient'altro che il suo ritorno dalle ferie (era in agosto) e quando mi ci recai l'unico vincolo che mi fu posto fu di fotografare le monete una alla volta, per non rischiare di riporle poi in modo errato (ne ho fotografate oltre 1200!). Nel Museo Civico di Cuneo trovai sempre la massima disponibilità.

Ovviamente quando ci si presenta a un Museo, bisogna dar prova di avere delle idee precise di cosa si vuol vedere e, soprattutto nel caso di monetazione non pienamente catalogata, delle motivazioni per cui si vogliono vedere e studiare tali monete.

Caspita...1.200 monete...avrete pagato un botto! 


Inviato

Semplicemente una persona ci aveva segnalato l'esistenza di questa donazione presso il Museo milanese poco studiata, telefonai al dr. Martini (che non conoscevo) dicendo che ero interessato a studiarla, lui mi diede immediatamente disponibilità per farlo non appena fosse tornato dalle ferie (e così fu), andai a Milano alla data e ora concordata (9 del mattino) trovando già su un tavolo 17 vassoi con le monete pronti per essere visionati e studiati, fu messo a mia disposizione stativo con illuminazione per poter fotografare le monete (che non usai poiché ero già venuto attrezzato) con l'unica raccomandazione di fotografarne una alla volta. Successivamente anche gli altri componenti del ns Gruppo fecero la stessa cosa, nel senso che io feci una panoramica iniziale fotografica di tutte le monete, e gli altri componenti poi andarono per approfondire l'analisid lele monete che ci parevano di maggiore interesse e rifotografarle con più calma e con maggiore definizione. Sempre trovammo la porta aperta, disponibilità e attenzione da parte di tutto il personale, bibliotecaria inclusa :)


Inviato

...e senza pagare un'euro.

Inoltre il dott. Martini si è rivelato una persona squisita e prodiga di suggerimenti su argomenti numismatici discussi nei momenti di pausa

Averne di così..............

Maurizio

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Inviato

...e senza pagare un'euro.

Inoltre il dott. Martini si è rivelato una persona squisita e prodiga di suggerimenti su argomenti numismatici discussi nei momenti di pausa

Averne di così..............

Maurizio

E' questo che mi suona strano...senza pagare un euro..Mi sembra che questo libero arbitrio in materia di concessione di foto mi pare indicativo di una P.A. che non funziona bene. O si paga da tutte le parti o non si paga da nessuna parte. Mi pare di ricordare che le norme prevedono il pagamento di una cifra spesso non troppo simbolica per le foto delle monete. Al MNR per esempio i comun i mortali pagano una certa cifra a foto.


Inviato

E' questo che mi suona strano...senza pagare un euro..Mi sembra che questo libero arbitrio in materia di concessione di foto mi pare indicativo di una P.A. che non funziona bene. O si paga da tutte le parti o non si paga da nessuna parte. Mi pare di ricordare che le norme prevedono il pagamento di una cifra spesso non troppo simbolica per le foto delle monete. Al MNR per esempio i comun i mortali pagano una certa cifra a foto.

 

Mi sembra un grave limite alla diffusione della cultura e alla valorizzazione del patrimonio italiano :( Una mia personalissima e opinabilissima opinione è che il rigido rispetto delle norme dettate dal politico come unico mezzo per accertare che una AP abbia funzionato bene dovrebbe essere un concetto da superare (in ogni AP, non solo in quelle relative alla conservazione dei beni culturali).

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Inviato

Effettivamente dipende da caso a caso, Milano non fa pagare, il libro su Pavia con le immagini della Collezione Brambilla poté uscire per soli 8 giorni, andammo un 23 dicembre e non si pagava ancora.....ci definirono uomini fortunati, e in effetti lo eravamo, dal 1 gennaio cambiava tutto, contando i dritti e i rovesci non avremmo potuto pagare per un libro divulgativo la cifra richiesta.....nel complesso non fu comunque una passeggiata.....diciamo così......


Inviato

E' questo che mi suona strano...senza pagare un euro..Mi sembra che questo libero arbitrio in materia di concessione di foto mi pare indicativo di una P.A. che non funziona bene. O si paga da tutte le parti o non si paga da nessuna parte. Mi pare di ricordare che le norme prevedono il pagamento di una cifra spesso non troppo simbolica per le foto delle monete. Al MNR per esempio i comun i mortali pagano una certa cifra a foto.

Quando al Museo Civico di Torino chiesi le fotografie di due biglietti di credito delle Regie Finanze, mi venne chiesta una cifra piuttosto elevata in quanto le foto venivano effettuate dal loro fotografo ufficiale, né consentivano a me di farle, e tale cifra includeva i diritti di stampa e diffusione in esclusiva.

Quando all'archivio storico di Stato di Torino chiesi di fare dlle fotocopie (circa 500), dovetti presentare una domanda scritta indicando in modo preciso i documenti da fotocopiare e i "faldoni" dove si trovavano. Le fotocopie mi giunsero direttamente a casa in una ventina di giorni e mi fecero pagare il normale costo di una fotocopia in qualunque cartoleria. Inoltre mi diedero l'autorizzazione a utilizzare tali fotocopie quali illustrazioni di articoli e libri con la sola condizione di far avere loro una copia di quanto pubblicato.

Al Museo Civico di Milano ci diedero l'alternativa di utilizzare il loro fotografo ufficiale, al costo (ed effettivamente la cifra per ogni foto era davvero contenuta), ma non ebbero nulla in contrario al fatto che per contenere i costi facessimo noi stessi le foto. Quando prima di inviare un lungo articolo all'editore proponendoglielo per pubblicazione, lo inviammo in visione al curatore del Museo milanese chiedendo l'autorizzazione per pubblicare numerose foto scattate a tali monete, ci venne immediatamente data senza nessuna contropartita, con la sola suggerenza di essere precisi nell'indicazione della ragione giuridica del Museo stesso, giacché era recentemente mutata.

 

 

 

...e senza pagare un'euro....

E no, Maurizio! Mi è costato carissimo di treno andare e tornare da Mondovì a Milano! Era da molti anni che non viaggiavo in Italia e non avrei mai immaginato che i costi dei biglietti delle Ferrovie dello Stato, che non rappresentano esattamente il massimo di comodità, rispetto degli orari e pulizia, avesse dei costi così proibitivi! Mondovì-Torino-Milano significa 250 km e mi è costata una cifra pari a circa 4 volte il costo del viaggio in bus-salòn (poltrona reclinabile in orizzontale, bagno a bordo, cena e prima colazione comprese) Chiloé-Santiago, tratta di circa 1250 km!

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Inviato

"Mi sembra un grave limite alla diffusione della cultura e alla valorizzazione del patrimonio italiano :( Una mia personalissima e opinabilissima opinione è che il rigido rispetto delle norme dettate dal politico come unico mezzo per accertare che una AP abbia funzionato bene dovrebbe essere un concetto da superare (in ogni AP, non solo in quelle relative alla conservazione dei beni culturali).

 

Quindi, seconfo la Tua opinione, una P.A. dovrebbe disapplicare le disposizioni che regolano il suo operato?

 

Le tariffe per il rilascio di copie, foto o scansioni di documenti/monete, sono fissati da Regolamenti ministeriali a cui le P.A. devono attenersi.

 

Se vogliamo dire che queste tariffe sono ingiuste o troppo gravose è un discorso.

 

Ma non possiamo pensare che una P.A. possa chiedere (o non chiedere) il pagamento di queste tariffe a seconda di chi le richiede o a seconda di chi rilascia le copie.

 

Perchè altrimenti saremmo in una situazione di totale arbitrio e discrezionalità.

 

Personalmente ho richiesto tempo fa ad una Biblioteca statale della mia città. le scansione di un certo numero di pagine di un volume di fine '700.

 

- Ho dovuto fare una richiesta scritta;

- Ho dovuto prendere visione e sottoscrivere una sorta di discplinare nel quale era precisato che le copie erano per uso studio e non per uso pubblicazione;

- Ho dovuto pagare circa 20 euro per una trentina di pagine;

- Le scansioni rilasciate hanno una sorta di "filigrana" con il logo della Biblioteca, che non le rendono utilizzabili per la pubblicazione.

 

Tutto ciò è previsto da un Regolamento.

 

Capisco che la cosa sia fastidiosa....ma lo diviene ancora di più quando senti che da qualche altra parte non viene richiesto nulla di tutto questo.

 

Saluti.

Michele

 

 

 

 

 

 


Inviato

Per poter avere l'autorizzazione a pubblicare una fotografia si paga praticamente dappertutto, e all'estero talvolta in maniera ben più salata che in Italia.

 

Quanto alle foto destinate ad un utilizzo personale il problema (costo) subentra nel momento in cui il museo (italiano od estero) si avvale esclusivamente di professionisti di propria fiducia per la loro produzione, mentre é pari a zero  se viene permesso di farsele da sé o se vengono fatte dal personale. Questo ovviamente come regola generale.

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Inviato

"Quanto alle foto destinate ad un utilizzo personale il problema (costo) subentra nel momento in cui il museo (italiano od estero) si avvale esclusivamente di professionisti di propria fiducia per la loro produzione, mentre é pari a zero  se viene permesso di farsele da sé o se vengono fatte dal personale. Questo ovviamente come regola generale."

 

Nella Biblioteca dove ho richiesto le scansioni, agli Utenti è vietato l'uso di fotocamere o scanner.

 

Quindi, se vuoi ottenere delle copie, devi fare richiesta alla Direzione.....non puoi praticare il "fai da Te".

 

L'unico vantaggio, se richiedi solo fotocopie, è che non si paga nulla se non si superano le dieci pagine.

 

Ma non tutti i volumi sono fotocopiabili; intanto, quando fai richiesta per le fotocopie, devi farla per iscritto e ottenere un'autorizzazione....dopodichè c'è un addetto che le fa....non le fai tu.

 

Quando il responsabile ritiene non fotocopiabile il libro (normalmente i Volumi ante 1850 non sono ritenuti fotocopiabili, ma dipende molto dalle condizioni del libro.... ) puoi chiedere le scansioni, seguendo la procedura che indicavo sopra.  

 

Questo è l'iter ordinario.

 

Poi, può capitare che se ti vedono spesso e si entra in confidenza, i controlli si allentino un tantino...e qualche foto ci può scappare, tra una chiecchiera e l'altra.....ma questo è un altro discorso.

 

M.

 

 

"


Inviato

Quindi, seconfo la Tua opinione, una P.A. dovrebbe disapplicare le disposizioni che regolano il suo operato?

 

No, era una considerazione più ampia riferita al sistema di valutazione dell'operato delle AP. Non c'era alcun invito a non rispettare le norme. 

 

E' chiaro che una AP che non applica le norme non abbia operato come dovrebbe; ma non credo che applicare le norme significhi, di conseguenza, aver operato bene: semplicemente, è stata rispettata una norma che si presume sappia come rispondere ai bisogni dei cittadini. E' il politico che vincola l'attività amministrativa nella presunzione (non sempre corretta, purtroppo) che sappia come soddisfare un bisogno.

 

La tendenza, da decenni, è quella di valutare le AP sulla base dei risultati raggiunti a livello di soddisfazione dei bisogni, confrontandosi direttamente con i cittadini. Purtroppo in Italia questa tendenza stenta ad entrare pienamente in funzione in tutte le AP, preferendo la comodità di un modello burocratico e autoreferenziale (che rendiconta del proprio operato soltanto nei confronti del politico), che non sempre risponde ai bisogni effettivi della collettività, ma si limita ad eseguire delle disposizioni.

 

In questo caso specifico le mie considerazioni si fermano a "un grave limite alla diffusione della cultura".

Trovo però che questa AP, che ha operato male perchè non ha rispettato la norma, abbia perseguito uno dei fini per cui è stata creata: conservare il patrimonio e diffondere la cultura. Mentre non credo sia logico ritenere efficace una AP, già finanziata da soldi pubblici, che richiede prezzi importanti per accedere a del materiale pubblico. Una via di mezzo, come un prezzo minore per accedere al materiale da fotografare, probabilmente accontenterebbe le esigenze di tutti :)

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Inviato

"In questo caso specifico le mie considerazioni si fermano a "un grave limite alla diffusione della cultura".

 

Questa è una scelta amministrativa; o più in generale, politica; o, ancora più generale, di quella maggioranza di cittadini che hanno votato per quei politici che hanno suggerito quella scelta amministrativa che prevede il pagamento, in quella misura, dei servizi resi all'Utenza dalla Biblioteca.

 

"Trovo però che questa AP, che ha operato male perchè non ha rispettato la norma, abbia perseguito uno dei fini per cui è stata creata: conservare il patrimonio e diffondere la cultura. Mentre non credo sia logico ritenere efficace una AP, già finanziata da soldi pubblici, che richiede prezzi importanti per accedere a del materiale pubblico."

 

Una P.A. che non rispetta le regole del suo funzionamento opera male...senza se e senza ma. In quanto non ha, la P.A., il potere discrezionale di disapplicare le regole del suo funzionamento.

 

Altrimenti non è più una P.A. ma un'organizzazione anarchica che oggi non riscuote le tariffe previste per le copie, domani non richiede le marche a bollo su una domanda che le prevede; dopodomani non fa pagare il biglietto di ingresso in un museo perchè..."la cultura è di tutti".

 

"Una via di mezzo, come un prezzo minore per accedere al materiale da fotografare, probabilmente accontenterebbe le esigenze di tutti".

 

E questo è un discorso squisitamente "politico"....nel quale la P.A. non può mettere lingua...dovendo solo limitarsi ad eseguire "gli ordini" del Ministero di appartenenza.

 

M.


Inviato (modificato)

"Quanto alle foto destinate ad un utilizzo personale il problema (costo) subentra nel momento in cui il museo (italiano od estero) si avvale esclusivamente di professionisti di propria fiducia per la loro produzione, mentre é pari a zero  se viene permesso di farsele da sé o se vengono fatte dal personale. Questo ovviamente come regola generale."

 

Nella Biblioteca dove ho richiesto le scansioni, agli Utenti è vietato l'uso di fotocamere o scanner.

 

Quindi, se vuoi ottenere delle copie, devi fare richiesta alla Direzione.....non puoi praticare il "fai da Te".

 

L'unico vantaggio, se richiedi solo fotocopie, è che non si paga nulla se non si superano le dieci pagine.

 

Ma non tutti i volumi sono fotocopiabili; intanto, quando fai richiesta per le fotocopie, devi farla per iscritto e ottenere un'autorizzazione....dopodichè c'è un addetto che le fa....non le fai tu.

 

Quando il responsabile ritiene non fotocopiabile il libro (normalmente i Volumi ante 1850 non sono ritenuti fotocopiabili, ma dipende molto dalle condizioni del libro.... ) puoi chiedere le scansioni, seguendo la procedura che indicavo sopra.  

 

Questo è l'iter ordinario.

 

Poi, può capitare che se ti vedono spesso e si entra in confidenza, i controlli si allentino un tantino...e qualche foto ci può scappare, tra una chiecchiera e l'altra.....ma questo è un altro discorso.

 

M.

 

 

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Modificato da g.aulisio
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Inviato

"Che considerazioni squallide"

 

Scusa...quali considerazioni?

 

M.


Inviato (modificato)

Lamentare il fatto che due curatori di un Museo e di un Archivio storico dimostrino flessibilità e disponibilità....

 

Ammesso che davvero ci siano regole e disposizioni tassative in quanto a fotocopiare/fotografare monete e documenti e che questi due curatori per essere disponibili e flessibili non abbiano rispettato alla lettera tali disposizioni, che vorreste fare? Denunciarli? Fucilarli? Metterli alla berlina?

 

Mi sembra davvero triste il fatto che nel momento in cui uno segnala un comportamento positivo da parte di soggetti pubblici, tale comportamento anziché essere celebrato e additato come esempio, venga criticato e addirittura si insinui che possa costituire un illecito. Ripeto: mi paiono considerazioni squallide.

Modificato da antvwaIa

Inviato

Per qualche motivo il "rispondi" non ha funzionato e riporta solo il post originale e non la risposta.

E non funziona nemmeno la modifica del post. Rispondo quindi qui al post n.138 di @@bizerba62.

Ho parlato di fotografie (sottintendendo di monete) non di fotocopie di opere.

Quanto a queste ultime, rispetto alle quali entrano in gioco anche altri fattori quali il copyright o problematiche legate alla conservazione dei volumi) credo che le policy siano piuttosto diversificate.

In qualche caso policy che possono sembrare "fastidiose", se non "oscurantiste", in realtà possono rivelarsi lungi dall'esserlo.

Faccio un esempio, tratto dalla mia esperienza personale, di frequentatore del Département des Monnaies, Medailles et Antiques della BnF. Va detto che in generale per accedere al BnF é necessaria una tessera (a pagamento) per tutti i dipartimenti. Per accedere al Département des Medailles, essendo questo un dipartimento di ricerca non aperto al pubblico, é necessaria una "Carte Recherche", che si ottiene tramite accreditamento. Nel caso il richiedente appartenga al mondo accademico questo viene dato su base documentaria (lettera dell'Università, ecc.). Nel caso in cui il richiedente sia un "libero ricercatore" (il mio caso) é necessario sostenere un colloquio. Anche la Carte Recherche, ovviamente, si paga.

(breve nota personale: in realtà sono io che amo complicarmi la vita dato che, in quanto membro della SFN, avrei diritto all'accesso al Dipartimento, ma tant'é... la Carte ce l'avevo già prima di iscrivermi alla SFN e ho continuato a rinnovarla.. chiusa la nota).

Da qualche anno le fotocopiatrici sono state bandite da tutta la BnF: non é più possibile fotocopiare nulla, se si possono richiedere fotocopie in sito. Per ottenere fotocopie di opere é necessario farne richiesta al servizio digitalizzazione della biblioteca, si attende un certo tempo (settimane) e si paga salatuccio. E' vero che al Département des Medailles, essendo un dipartimento di ricerca, c'é una certa tolleranza (l'apparecchio fotografico ce l'hai appresso per fotografare le monete, se poi fotografi anche qualche pagina di libro non ti dice niente nessuno...), però nel resto della BnF la nuova policy é assolutamente rispettata.

Tutto ciò darebbe l'idea che la nuova policy della BnF circa le riproduzioni (fotocopie) di testi, oltre ad essere oggettivamente fastidiosa per l'utente sia anche in qualche modo oscurantista, non é così?

In realtà tutte le opere di cui vengono richieste fotocopie dagli utenti vengono digitalizzate e, se i diritti lo consentono, messe in linea su Gallica a disposizione di tutti. Con una pratica "emmerdante" (scusate ma non trovo un termine italianto corrispondente) sul piano personale per l'utente che fa la richiesta hanno trovato il modo di adempiere a costo zero alla nuova missione delle biblioteche nel XXI, che é sempre quella di custodire e diffondere cultura, ma di farlo a più ampio raggio, raggiungendo il più alto numero di persone possibile.

Come sempre accade la medaglia (o la moneta) ha due facce: in quanto utente puo' scocciarmi dover pagare ed attendere un mese per una scansione, ma nel momento in cui l'ho fatto l'ho automaticamente messa a disposizione di una parte dell'intera umanità, a tutti coloro che accedono ad internet.

In sintesi la nuova policy sulle fotocopie della BnF non mi sembra molto oscurantista. Anzi. Rimane seccante sul piano personale, ma per quanto mi riguarda accetto di buon grado la seccatura che é compensata dalla gratificazione di aver contribuito finanziariamente ad un progetto pragmatico ed illuminato.

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Inviato

Scusate l'ignoranza e l'imprudenza, ma quante monete di 2000 anni non presentato "incrostazioni terrose"? E quest'ultime non si possono abilmente eliminare attraverso restauri più o meno invasivi?

 

Secondo voi, delle mille monete romane nelle mille aste nel mondo, quante non provengono da scavo? (che poi in alcuni paesi sia legale o meno farlo è un'altra questione)


Inviato
Una AP deve rispettare le norme, ma il semplice rispetto delle norme non è una condizione sufficiente per stabilire che la AP abbia funzionato bene (inteso come aver raggiunto il proprio fine istituzionale). Il rispetto della norma è sufficiente nel limite in cui il politico abbia effettivamente compreso il bisogno della collettività che rappresenta e abbia emanato norme efficaci per il soddisfacimento del bisogno. Altrimenti si tratta di un semplice adempimento formale, che non tiene conto dei risultati. Formalmente si è operato bene, ma in pratica?
 
E' proprio il problema principale del modello di governo Burocratico-Formale, di cui, qui sotto, mi hai esposto le caratteristiche.
 

Questa è una scelta amministrativa; o più in generale, politica; o, ancora più generale, di quella maggioranza di cittadini che hanno votato per quei politici che hanno suggerito quella scelta amministrativa che prevede il pagamento, in quella misura, dei servizi resi all'Utenza dalla Biblioteca.

 

Una P.A. che non rispetta le regole del suo funzionamento opera male...senza se e senza ma. In quanto non ha, la P.A., il potere discrezionale di disapplicare le regole del suo funzionamento.

 

Altrimenti non è più una P.A. ma un'organizzazione anarchica che oggi non riscuote le tariffe previste per le copie, domani non richiede le marche a bollo su una domanda che le prevede; dopodomani non fa pagare il biglietto di ingresso in un museo perchè..."la cultura è di tutti".

 

E' un modello che si concentra sulla norma, dove l'amministrativo è un mero esecutore e non un vero "amministratore". Non è orientato ai risultati, alla rendicontazione dei risultati, ma soltanto agli adempimenti formali, perdendo di vista ciò per cui l'Amministrazione Pubblica è stata istituita.

 

Per questo, da ormai 20 anni, si parla di New Public Management ed ora si comincia a parlare di Public Governance.

Il modello Burocratico-Formale ha mostrato pesanti limiti nel raggiungimento dei risultati e di ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse. Io, con una formazione economica, sono più orientato verso questi due modelli: è per questo che quando ho letto che "la AP opera male perchè non ha rispettato la norma" ho voluto precisare "si ma quella norma persegue effettivamente dei risultati per la collettività?". 

 

Ci tengo però a ribadire un concetto: un conto è chiedere un prezzo elevato (ma una AP non ha senso di esistere solo nel momento in cui offre un servizio ad un prezzo inferiore a quello di mercato?), un conto è chiedere un prezzo politico. Offrire un servizio ad un prezzo elevato da parte di una AP chiamata a diffondere cultura, per me, è operare male, anche se nel rispetto di una norma. Quindi direi che quella norma non è adeguata.
 

Con riferimento al caso specifico, comunque, potevo tranquillamente risparmiarmi queste mie uscite poco pertinenti  :D E me ne scuso, in particolare con te; anzi, non vorrei che l'avessi presa sul personale. 

 

Matteo.

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Inviato

Ciao.
 
"Lamentare il fatto che due curatori di un Museo e di un Archivio storico dimostrino flessibilità e disponibilità...."
 
Ho segnalato il diverso trattamento per rilevare come questi comportamenti possano determinare stridenti contraddizioni fra strutture e strutture e fra studiosi e studiosi.
 
Posso essere contento per Te se ottieni - gratis -, la possibilità di fotografare monete in un museo e se poi, sempre gratis, ottieni anche l'autorizzazione per pubblicarle su un libro che poi metti in vendita.
 
Non posso però fare a meno di domandarmi perchè altrove io debba invece pagare sia per avere le foto che per poterle pubblicare su un libro.
 
Tutto ciò, poi, esistendo per entrambe le strutture alle quali ci siamo rivolti, l'obbligo di applicare Regolamenti tariffari che prevedono la corresponsione di compensi, che possiamo considerare anche ingiusti, esagerati, iniqui ecc. ma che, purtroppo, esistono.
 
In una recente pubblicazione che ho dato alle stampe sulle monete dei Savoia per la Sardegna, ho dovuto chiedere ad amici ed Utenti del Forum l'autorizzazione a pubblicare le loro foto postate sul Catalogo del Forum perché il costo per le foto, che avrei dovuto sostenere se le avessi richieste al locale Museo (peraltro...le monete non c'erano più...e quindi non le avrei neanche potute ottenere...) sarebbe stato proibitivo.
 
La stessa cosa per le pubblicazioni di scansioni di documenti originali.....che ho poi dovuto trascrivere in quanto pubblicarli integralmente avrebbe comportato esborsi insostenibili.
 
Se vedo qualcuno che entra gratis in un museo a pagamento o che viaggia "a sbafo" su un mezzo pubblico...posso arrivare ad essere contento per lui ma non posso trovare normale o "flessibile" il comportamento di chi acconsente che ciò avvenga.
 
Per me può andare benissimo che non si faccia pagare nulla né per entrare nei musei, né per prendere foto, né per viaggiare sui mezzi pubblici...ma ciò deve valere per tutti.

"Mi sembra davvero triste il fatto che nel momento in cui uno segnala un comportamento positivo da parte di soggetti pubblici, tale comportamento anziché essere celebrato e additato come esempio, venga criticato e addirittura si insinui che possa costituire un illecito. Ripeto: mi paiono considerazioni squallide."

 

Scusa, ma se c'è un tariffario non puoi pensare di additare quel comportamento come modello solo perché quel funzionario non Ti fa pagare nulla.

 

E' come se Ti dicessi che ammiro quel bigliettaio della metro perché non mi fa mai pagare il biglietto....

 

Grazie al cavolo!

 

Non ho parlato di illecito ma se Tu seguissi il mio ragionamento (che mi pare Tu faccia finta di non capire) comprenderesTi facilmente come il pubblico funzionario non ha il potere discrezionale di gestire la cosa pubblica come fosse roba sua, anche se nello specifico questo modo di gestire la cosa pubblica può tornare molto utile allo studioso.

 

Non c'è dubbio che se è previsto che si riscuotano dei compensi e i compensi non si riscuotono è ben ipotizzabile, quanto meno, un danno erariale.

 

Questo mi sembra evidente.

 

Sai quanto viene chiesto per l'acquisto della riproduzione di un'immagine in TIFF (alta risoluzione)?

 

125 euro.

 

Ciò significa se volessi richiedere l'immagine in TIFF, fronte e retro di una moneta, dovrei sborsare 250 euro!.

 

Ti allego il modulo di richiesta valido per i Musei Civici fiorentini, con il relativo tariffario

 

Saluti.

Michele

 

 

Rich_ripr_Foto_21x-1.pdf

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Inviato

"Ho parlato di fotografie (sottintendendo di monete) non di fotocopie di opere."
 
Il costo delle riproduzioni fotografiche delle monete è quello che puoi leggere nel file che ho allegato al precedente intervento.
 
"Con riferimento al caso specifico, comunque, potevo tranquillamente risparmiarmi queste mie uscite poco pertinenti :D E me ne scuso, in particolare con te; anzi, non vorrei che l'avessi presa sul personale."

 

Ma figurati. Posso concordare su tutto quello che hai scritto in merito alla necessità di rendere meno oneroso possibile (al limite anche gratuito..) l'accesso e la pubblicazione di documenti.

 

Ma è una questione politica...non certo amministrativa.

 

Saluti.

M.


Inviato

In due casi specifici, l'Archivio di Stato di Torino e il Medagliere Civico di Milano, ho trovato dei funzionari particolarmente cortesi, disponibili e flessibili e ho celebrato sul forum il loro atteggiamento avendo come reazione una pesante critica nei loro confronti. Mi è venuto da chiedermi come "loro" si potrebbero sentire se per caso di quando in quando dessero un'occhiata a questo forum e leggessero le critiche sollevate al loro comportamento.

 

Al Medagliere di Torino  quando chiesi la fotografia di due biglietti di Credito delle Regie Finanze, mi fecero attendere alcuni mesi e mi chiesero, in anticipo, una tariffa notevolmente elevata. Potrei capirlo in un Museo che fosse un'istituzione privata, ma non da un Museo pubblico.

 

 

 

....Il modello Burocratico-Formale ha mostrato pesanti limiti nel raggiungimento dei risultati e di ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse. Io, con una formazione economica, sono più orientato verso questi due modelli: è per questo che quando ho letto che "la AP opera male perchè non ha rispettato la norma" ho voluto precisare "si ma quella norma persegue effettivamente dei risultati per la collettività?". 

Si tratta proprio di questo. Tutti i funzionari dispongono di fatto, se non de iure, di una discrezionalità che possono usare bene o male. Evidentemente i funzionari di quelle due Istituzioni che ho citato hanno usato nel modo migliore la loro discrezionalità per soddisfare al meglio la funzione propria di una Istituzione: fornire un servizio al pubblico. Benedetta l'ora. Potrei citare altri tre Musei nei quali ho trovato pari disponibilità e flessibilità: ma ora temo a citarli, poiché non vorrei che fossero biasimato per il loro comportamento virtuoso anche se forse non totalmente ligio alla forma.

Il rispetto stretto delle norme, vorrei ricordarlo a tutti, è talvolta usato dai funzionari della PA quale forma di protesta alternativa allo sciopero, poiché così facendo ne compromettono la funzionalità. Se la PA bene o male funziona, è perché ci sono tantissimi funzionari a tutti i livelli che superano concretamente, e assumendosi la responsabilità di farlo, i limiti propri di tutti i regolamenti e disposizioni.

 

 

 

 

....Ci tengo però a ribadire un concetto: un conto è chiedere un prezzo elevato (ma una AP non ha senso di esistere solo nel momento in cui offre un servizio ad un prezzo inferiore a quello di mercato?), un conto è chiedere un prezzo politico. Offrire un servizio ad un prezzo elevato da parte di una AP chiamata a diffondere cultura, per me, è operare male, anche se nel rispetto di una norma. Quindi direi che quella norma non è adeguata.

Concordo con Matteo91 al 100%.


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