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Risposte migliori

Inviato

Vi sono numerosissime varianti con diversi numeri di fiamme attorno al libro che variano tra 5 e 9 (ma credo ci sia qualcuno che ne ha contate addirittura 11!)

Nella piccola selezione riportata sopra già' si possono notare le differenze

Il Corpus riporta numerose varianti occorrerebbe controllare bene per essere certi che no. Sia riportata

In ogni caso ripeto la moneta è' molto abbondante e quindi no.n si eleva mai troppo come prezzo


Inviato

E dovrebbe avere anche una splendida provenienza ...

Mi sembra alto il prezzo pagato nel 1963

 

 

decisamente troppo a mio avviso

Il Carlino di Federico III oggi è una delle poche monete che non ha subito delle grandi rivalutazioni, anzi i prezzi che fa oggi sono decisamente inferiori alla media per monete similari, l'unico motivo cui posso pensare perché succeda questo è l'abbondanza degli esemplari dato che la moneta è bellissima e con una simbologia ricca e significativa.

Altre monete che hanno realizzato cifre simili negli anni Sessanta oggi sono vendute, purtroppo, a migliaia e migliaia di euro. Ne abbiamo degli esempi nell'ultima asta NAC dove è stata esitata la collezione Ravegnani Morosini con molte provenienze appunto direttamente dai primi anni Sessanta  che oggi hanno fatto realizzi a volte anche molto importanti.

 

 

c'è qualcosa che mi sfugge, sarà per l'ora.


Inviato

No...no, questa è corretta con sette fiammelle, la settima fuoriesce tra le pagine del libro .... al centro, quindi corretto CNI 20, non capisco perchè variante...ci deve essere dell'altro; se davvero ci fosse una varietà, non sarebbe una variante, perchè nel CNI sono tutte catalogate ma un 20 bis.


Inviato

c'è qualcosa che mi sfugge, sarà per l'ora.

Forse e' l'ora.

Nel 1963 il prezzo pagato per questo pezzo, moneta direi abbastanza comune, era piuttosto alto se paragonato a monete similari e anche in valore assoluto.

Nel tempo per queste monete ( carlini di Federico III) non si e' assistito ad una rivalutazione. Le 60.000 degli anni Sessanta sarebbero oggi, rivalutate, diverse migliaia di euro. Invece la moneta si trova a prezzi molto abbordabili ( tranne ovviamente per esemplari eccezionali)

Altre monete valutate in modo similare nel '60 oggi invece hanno preso il volo.

Citato la Ravegnani perche' molte di quelle monete provenivano appunto dagli anni Sessanta e sappiano quello che furono pagate allora e quanto hanno realizzato una settimana fa.

Se serve possiamo fare degli esempi puntuali.


Inviato

No...no, questa è corretta con sette fiammelle, la settima fuoriesce tra le pagine del libro .... al centro, quindi corretto CNI 20, non capisco perchè variante...ci deve essere dell'altro; se davvero ci fosse una varietà, non sarebbe una variante, perchè nel CNI sono tutte catalogate ma un 20 bis.

Quando scrivevo tra 5 e 9 intendevo che se ne conoscono varianti con 5, 6, 7 etc .

La varieta' dei coni e' una riprova del grande successo che ebbe l'emissione ( il messaggio della remissione dei debiti suggellato dalla distruzione dei libri contabili fu fortissimo) e dell'abbondanza dei pezzi coniati..


Inviato (modificato)

Forse e' l'ora.

Nel 1963 il prezzo pagato per questo pezzo, moneta direi abbastanza comune, era piuttosto alto se paragonato a monete similari e anche in valore assoluto.

Nel tempo per queste monete ( carlini di Federico III) non si e' assistito ad una rivalutazione. Le 60.000 degli anni Sessanta sarebbero oggi, rivalutate, diverse migliaia di euro. Invece la moneta si trova a prezzi molto abbordabili ( tranne ovviamente per esemplari eccezionali)

Altre monete valutate in modo similare nel '60 oggi invece hanno preso il volo.

Citato la Ravegnani perche' molte di quelle monete provenivano appunto dagli anni Sessanta e sappiano quello che furono pagate allora e quanto hanno realizzato una settimana fa.

Se serve possiamo fare degli esempi puntuali.

 

prezzo pagato nel 1963: 62.000 lire

prezzo pagato nel 2015: 1.400 euro + 20% per diritti = 1.680 euro = 3.252.933 lire

rivalutazione: 52,4667 volte, ampiamente più di quanto asserito dall'ISTAT, che dal marzo 1963 all'aprile 2015 (a maggio non ci arriva ancora) stima una rivalutazione delle 62.000 lire a 713,80 euro.

(Ma sappiamo bene che le tabelle di rivalutazione dell'ISTAT non sono troppo affidabili, e forniscono generalmente un coefficiente di rivalutazione piuttosto basso.)

Di cosa parliamo!? nel primo messaggio scrive che 62.000 lire erano eccessive per quella moneta nel '63; nel secondo messaggio scrive che non si è rivalutata: i dati numerici mi pare dicano altro.

Che poi ci siano state monete con ordini di rivalutazione superiori questo è normale, come è normale che ci siano state monete ben meno apprezzate, che vendute (per esempio) a 100.000 lire nei primi anni '60 oggi faticano a superare i 1.000 euro. Non c'è bisogno che aggiunga i suoi esempi puntuali, perché potrei ribattere con altrettanti esempi: il mercato numismatico segue mode e interessi volubili.

Quanto al Carlino di Federico III, direi che Ravegnani (o chi per lui) può ben essere felice dei soldi spesi all'epoca, a fronte dell'apprezzamento della sua moneta (come delle altre della collezione).

Modificato da Filippo1948

Inviato

Caro Filippo mi sembra che lei si scaldi un po' tanto :)

Il parametro della rivalutazione Istat era proprio quello che - di proposito - ho evitato.

Sessantaduemila lire nel '63 era una signora cifra. Qualcuno ha detto che con quella cifra si comprava una lambretta oppure rappresentava lo stipendio mensile. Secondo la rivalutazione Istat oggi non verrebbero raggiunti nessuno di queste due equivalenze - ergo l'investimento - in termini reali - ovvero di potere d'acquisto - e' stato fallimentare.

Ma il mio esempio non verteva sul coefficiente di rivalutazione in termini monetari ( che comunque - come visto sopra - non anch'esso non e' stato un granche') quanto invece in termini relativi proprio di investimento numismatico.

Ho potuto vedere i prezzi originali di parecchi esemplari comprati da Ravegnani Morosini. Altre monete acquistate nei primi anni Sessanta tra le 60 e i 180.000 lire hanno realizzato oggi cifre comprese tra 7 e 19.000 euro . Importi che rappresentano degli ottimi investimenti. Il carlino e' in paragone rimasto al palo. In virtu' spiegavo - a mio parere - dell'alto numero di pezzi presenti sul mercato.

Cio' detto l'emissione e' splendida e l'esemplare Ravegnani e' piacevolissimo . La mia analisi - lo sottolineo - attiene esclusivamente al profilo economico - la moneta e' veramente bella con uno dei rovesci piu' evocativi per le emissioni aragonesi.


Inviato (modificato)

personalmente mi esprimo sempre con toni pacati: la scrittura si presta a un fraintendimento dei toni.

Credo di aver manifestato per primo delle riserve sulle tabelle istat.

Nel '63 62.000 lire erano uno stipendio? Eh, sapesse quanti sarebbero pronti a firmare oggi stesso per un contratto da 1.680 euro al mese!

Nessuno mette in discussione che negli ultimi 50 anni altre monete abbiano trovato un apprezzamento superiore al carlino, ma tante altre, di contro, non hanno goduto della sua pur modica fortuna.

Il mercato cambia, cambiano i collezionisti, cambiano gusti ed esigenze. 

Modificato da Filippo1948

Supporter
Inviato

Trovo molto interessante l'allegoria, che non conoscevo, del libro dei conti che va in fiamme. Tra l'altro un tema anche molto attuale.

 

Si dovrebbe proporne una riedizione in chiave euro(pea)

 

:D


Inviato

Trovo molto interessante l'allegoria, che non conoscevo, del libro dei conti che va in fiamme. Tra l'altro un tema anche molto attuale.

 

Si dovrebbe proporne una riedizione in chiave euro(pea)

 

:D

 

sono d'accordo. Ma dietro la forma "libri mastri dei debiti/drediti in fiamme" c'era - a quei tempi - una sostanza . Ovvero venivano fuori le coperture finanziarie - in questo caso dalla Corona - per poter fare fronte a tale azione.  Oggi si darebbe fuoco all'Erario senza avere né coperture né pensare alle conseguenze di tale gesto.

 

Nel 1600/1700/1800 i Papi hanno governato lo Stato della Chiesa e soprattutto Roma esigendo imposte, facendo pagare diritti e imponendo un certo controllo , in compenso hanno fatto a gara ad abbellire la città Eterna (ma non solo) costruendo ponti, strade, fontane, acquedotti , piazze, palazzi , financo ferrovie (tra le prime in Europa).

La Comunità pagava imposte ma al tempo stesso si arricchiva di investimenti che non solo rappresentavano delle infrastrutture importanti utilizzate ancora oggi ma generavano un ritorno economico perché impiegavano maestranze cui veniva dato lavoro e compensi che poi tornavano nel  circolo economico dell'epoca.

 

La maggior parte dei palazzi romani occupati dalle istituzioni piu' importanti sono - qualcuno se ne sorprenderà - fatti fare dai Papi. Sul forntone dell'ingresso al Quirinale c'è un insegna scolpita nel marmo , che per fortuna non è stata fatta tirare giu' né dai Savoia, né dalla Repubblica , e porta scritto : PAVLVS V PONT. MAX. FECIT

Anche il palazzo dell Consulta - accanto al Quirinale - era un palazzo dei Papi.

All'epoca ci sarà stato anche un po' di sfruttamento e le imposte le pagavano tutti , ma che gestione della città... I papi saranno certamente stati dei privilegiati con tutta la loro corte .. ma tutta la città ne traeva beneficio.. C'era sicuramente la piaga del nepotismo , ma ben venga rispetto alle miserie luride di quello che trafficanti di infima lega - che purtroppo sono stati lasciati fare e tollerati da politicanti indegni della loro funzione - che ci tocca sopportare oggi, quando du secoli di storia dopo, con tutta il sapere e la tecnologia e il progresso che questo tempo ci avrebbe dovuto dare, ci ritroviamo ad essere gestiti ben peggio che sotto quello che viene ritenuta la gestione oscurantista del papato...(o dei Borboni.... sigh..)

  • Mi piace 2

Inviato

Ehm... no

l'ho confronatata con altri Carlini dello stesso tipo ma non ha niente di particolare.

Ne approfitto e posto questo, che di particolare ha la bellezza di 20 fiamme. :diablo:

 

ou2u87.jpg


Inviato

@@Rex Neap Il mio lo trovo uguale al 20 CNI. Forse... la differenza è che il mio ha il cerchio continuo attorno al busto del re, mentre al 20 è riportata la perlinatura... quindi penso che il Carlino con la perlinatura sia più raro.

  • Mi piace 1

Inviato

@@Rex Neap Il mio lo trovo uguale al 20 CNI. Forse... la differenza è che il mio ha il cerchio continuo attorno al busto del re, mentre al 20 è riportata la perlinatura... quindi penso che il Carlino con la perlinatura sia più raro.

concordo :good:


Inviato

....hai visto, non è "forse" è quella la differenza...........facile..... !!  :good:

 

Bravo.


Inviato

Bello quest'esemplare con 20 fiamme , molto raro rispetto alle altre tipologie

Il libro mastro dei conti in fiamme e la legenda Recedant Vetera e' una tipologia che era stata gia ' nella monetazione romana , qualcuno si ricorda quale era l'imperatore ?


Inviato

nel 63 mi costava 100 lire un soldatino per la mia collezione.

ps. che abbia preso allora il vizio di collezionare ?


Inviato

100 lire per un soldatino nel 1963???

e di che pezzo si tratta??

Vedere, vedere, vedere :crazy:


Inviato

Davvero splendido e molto raro il pezzo con le venti fiamme....

Posso chiederLe se è suo o la foto proviene da quale fonte? Nella prima ipotesi, che Le auguro....complimenti!!!

Matteo Sforza


Inviato

@@Jacopo92 ...gli autori del CNI, distinguono le fiamme dalle fiammelle...ma qui davvero se ne contano troppe.

@@Jacopo92 ... ci faresti osservare anche il dritto ? ..... 

Al nr. 41 del CNI questa c'è.  ;)


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