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per bizerba62:

 

- che significa registro P.S. ?

 

- le autorità che controllano il registro P. S. troveranno il nome e indirizzo di colui che ha venduto le monete al commerciante ed eventualmente potrebbero ancora avviare un procedimento contro di lui per le monete vendute provenienti dalla nonna ?

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per bizerba62:

 

- che significa registro P.S. ?

 

- le autorità che controllano il registro P. S. troveranno il nome e indirizzo di colui che ha venduto le monete al commerciante ed eventualmente potrebbero ancora avviare un procedimento contro di lui per le monete vendute provenienti dalla nonna ?

E' un registro in cui si devono registrare tutte le operazioni relative alla compravendita dei Beni Antichi, preziosi e usati, oggetto delle transazioni legate alla licenza di commercio relativa, rilasciata dalla Questura che si occupa anche della vidimazione e verifica, del registro suddetto. P.S. sta per Pubblica Sicurezza.

Ogni volta che un commerciante compra una moneta da un privato, deve registrare l'acquisto fatto in quel registro, annotando tutti i dati identificativi del venditore che, da parte sua, deve dichiarare , magari su una regolare cessione, che i beni ceduti sono di suo legittimo possesso e proprietà.

In caso di dichiarazione menzognera, al venditore verranno imputati gli eventuali reati collegati alla mendace dichiarazione e si assumerà le responsabilità del caso.

E' buon norma che si richieda l'esibizione di una documentazione pregressa alla vendita in corso, da cui si deduca che l'oggetto è stato acquisito regolarmente dal venditore, ma, a causa della legge sulla privacy, non è possibile IMPORRE questa esibizione e non è neanche possibile contestare quello che il venditore dichiara o esercitare qualsiasi altra forma di verifica indiretta. Al massimo, se la situazione non ci convince, possiamo rifiutare la transazione e l'acquisto dell'oggetto, ma null'altro.

Gli oggetti così acquisiti, devono restare in deposito almeno dieci giorni dalla data di acquisto, prima di poter essere rimessi in vendita, così come è fissato da una delle norme che regolano queste licenze, per dare modo a chi di dovere di esercitare i controlli che si ritengano più utili , soprattutto in caso di notizie di reati collegabili a certe categorie di oggetti che potrebbero essere state oggetto di cessione ad acquirenti ignari della loro eventuale provenienza illecita.

Quindi, ogni volta che c'è un furto di monete o altro compreso nella licenza, poi i CC, la GDF e/o i TPC fanno il giro dei commercianti per vedere se gli hanno portato materiali simili a quelli rubati spacciandoli per oggetti posseduti lecitamente sulla base della dichiarazione di cui abbiamo parlato sopra.

Quindi, direi che chiamarla "operazione nuova verginità" sia decisamente fuori luogo. UN po' perché stiamo generalizzando e non è una cosa intelligente, soprattutto da parte di un avvocato che per definizione dovrebbe essere attento alla situazione peculiare, e un po' perché più che aderire perfettamente alle disposizioni di legge non si può fare e muoversi "entro" o " fuori" le disposizioni di legge è quello che fa la differenza tra commettere o favorire un reato o essere perfettamente in regola ed è proprio quello su cui si basano gli avvocati per ottenere sentenze di innocenza anche in caso di forti perplessità morali e logiche sulle azioni dell'imputato di turno... quindi mi pare un po' come la storiella del bue che dava del cornuto all'asino...o quella della prima pietra..a scelta.

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Si ma in queste disposizione c'è' un'asimmetria che fa spavento

Un povero cretino di collezionare sta si ritrova a dover provare il provabile fino , se possibile, all'emissione stessa della moneta mentre in teoria una moneta acquisita da un commerciante poco onesto se non rilevata dal l'autorità ' pubblica che se fare i controlli potrebbe provenire da qualunque parte ...

E poi facciamo le questioni di lana caprina per l'organizzazione di una piccola mostra per stimolare un po' di interesse culturale... Boh ...

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"Quindi, direi che chiamarla "operazione nuova verginità" sia decisamente fuori luogo. UN po' perché stiamo generalizzando e non è una cosa intelligente, soprattutto da parte di un avvocato che per definizione dovrebbe essere attento alla situazione peculiare, e un po' perché più che aderire perfettamente alle disposizioni di legge non si può fare e muoversi "entro" o " fuori" le disposizioni di legge è quello che fa la differenza tra commettere o favorire un reato o essere perfettamentein regola ed è proprio quello su cui si basano gli avvocati per ottenere sentenze di innocenza anche in caso di forti perplessità morali e logiche sulle azioni dell'imputato di turno... quindi mi pare un po' come la storiella del bue che dava del cornuto all'asino...o quella della prima pietra..a scelta."

 

Il nome dato all'operazione ("nuova verginità") sta semplicemente a significare che le monete della nonna, a suo tempo acquistate dall'antenata in modo assolutamente regolare ma senza il corredo di documenti e che, per questo solo motivo, oggi potrebbero creare problemi al nipote circa la legittima titolarità delle stesse, con l'annotazione in un Registro di P.S. si ri-regolarizzano. 

 

Non piacciono le parole "operazione nuova verginità"? ....Chiamatela allora in un altro modo.

 

Non ho generalizzato quando ho detto che il cedente farà al commerciante una dichiarazione nella quale riporterà la provenienza delle monete......perché, in mancanza di documenti di provenienza, altro il cedente non può fare.

 

Sta poi al commerciante valutare chi ha davanti e magari non concludere l'acquisto delle monete se il personaggio non convince......ma lo schema legale è quello descritto.

 

L'ipocrisia "burocratica", a cui alludevo, è quella che dipende dal fatto che l'esame dei Registri è spesso eseguito frettolosamente da persone che non padroneggiano la numismatica e dunque può rivelarsi un controllo puramente "formale".

 

Avrei alcuni casi concreti di controlli di Registri......di cui ometto le modalità per carità di Patria.

 

Quindi, e qui torno al caso prospettato nella discussione, può verificarsi che le monete della nonna sfornite di documenti, possano indurre taluno a presumerle, per ciò stesso, di provenienza illegittima mentre se le stesse monete passano oggi in un Registro di P.S. e nessuna Autorità rileva anomalie, le stesse tornano "vergini" (cioè regolari) come al tempo in cui le acquistò la nonna.

 

Con buona pace del fatto che nel primo caso, ci si sente dire che occorre dimostrare che le monete siano state acquisite prima del 1909 (altrimenti "Loro" le presumono di proprietà dello Stato) mentre invece se le stesse monete sono state annotate 6 mesi fa in un Registro di P.S. e nessuno ha avuto nulla da ridere, allora quelle monete assumono una regolare provenienza.

 

Ho capito, come mi invita a ricordare Tinia, che questo è lo schema che prevede la legge e quindi dobbiamo attenerci rigorosamente a queste disposizioni.....ma mi sarà pur consentito rilevare una certa "ipocrisia" di principio insita in un sifatto sistema? E farla magari rilevare anche al Lettore? 

 

M.

Modificato da bizerba62
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"Quindi, direi che chiamarla "operazione nuova verginità" sia decisamente fuori luogo. UN po' perché stiamo generalizzando e non è una cosa intelligente, soprattutto da parte di un avvocato che per definizione dovrebbe essere attento alla situazione peculiare, e un po' perché più che aderire perfettamente alle disposizioni di legge non si può fare e muoversi "entro" o " fuori" le disposizioni di legge è quello che fa la differenza tra commettere o favorire un reato o essere perfettamentein regola ed è proprio quello su cui si basano gli avvocati per ottenere sentenze di innocenza anche in caso di forti perplessità morali e logiche sulle azioni dell'imputato di turno... quindi mi pare un po' come la storiella del bue che dava del cornuto all'asino...o quella della prima pietra..a scelta."

 

Il nome dato all'operazione ("nuova verginità") sta semplicemente a significare che le monete della nonna, a suo tempo acquistate dall'antenata in modo assolutamente regolare ma senza il corredo di documenti e che, per questo solo motivo, oggi potrebbero creare problemi al nipote circa la legittima titolarità delle stesse, con l'annotazione in un Registro di P.S. si ri-regolarizzano. 

 

Non piacciono le parole "operazione nuova verginità"? ....Chiamatela allora in un altro modo.

 

Non ho generalizzato quando ho detto che il cedente farà al commerciante una dichiarazione nella quale riporterà la provenienza delle monete......perché, in mancanza di documenti di provenienza, altro il cedente non può fare.

 

Sta poi al commerciante valutare chi ha davanti e magari non concludere l'acquisto delle monete se il personaggio non convince......ma lo schema legale è quello descritto.

 

L'ipocrisia "burocratica", a cui alludevo, è quella che dipende dal fatto che l'esame dei Registri è spesso eseguito frettolosamente da persone che non padroneggiano la numismatica e dunque può rivelarsi un controllo puramente "formale".

 

Avrei alcuni casi concreti di controlli di Registri......di cui ometto le modalità per carità di Patria.

 

Quindi, e qui torno al caso prospettato nella discussione, può verificarsi che le monete della nonna sfornite di documenti, possano indurre taluno a presumerle, per ciò stesso, di provenienza illegittima mentre se le stesse monete passano oggi in un Registro di P.S. e nessuna Autorità rileva anomalie, le stesse tornano "vergini" (cioè regolari) come al tempo in cui le acquistò la nonna.

 

Con buona pace del fatto che nel primo caso, ci si sente dire che occorre dimostrare che le monete siano state acquisite prima del 1909 (altrimenti "Loro" le presumono di proprietà dello Stato) mentre invece se le stesse monete sono state annotate 6 mesi fa in un Registro di P.S. e nessuno ha avuto nulla da ridere, allora quelle monete assumono una regolare provenienza.

 

Ho capito, come mi invita a ricordare Tinia, che questo è lo schema che prevede la legge e quindi dobbiamo attenerci rigorosamente a queste disposizioni.....ma mi sarà pur consentito rilevare una certa "ipocrisia" di principio insita in un sifatto sistema? E farla magari rilevare anche al Lettore? 

 

M.

Credo che ci sia lo stesso grado di ipocrisia che nella stessa legge nel momento in cui vuole regolamentare qualcosa di cui non è a conoscenza se non nel momento in cui esso "appare" alla luce...

Vorrà ammettere che è un ben arduo legiferare...se non so che esiste come posso regolamentarlo?

Posso reclamarlo come mio o come di illecita provenienza se SO CHE HA una illecita origine, perché sapevo dove stava PRIMA.

Ma se non so neanche che esiste prima che esista è una bella pretesa, non trova?

E, in ogni caso, il grado di ipocrisia non mi pare maggiore che in tutte le situazioni menzionate in cui , pur agendo nel più stretto rispetto delle leggi, si crei lo stesso una situazione di lampante conflitto con quello che sarebbe invece più opportuno fare e lo si sfrutti per ottenere sentenze favorevoli.

Più che una singola legge ,o alcune singole leggi, credo sarebbe da rivedere il sistema procedurale. In ogni campo.

Lei mi parla di registri controllati da personale non qualificato, ma quanti procedimenti di perquisizione o controllo vengono fatti da personale con le qualifiche adatte?

una piccola frazione, almeno a leggere le cronache.

Mi parla di registri tenuti " alla garibaldina" e le credo...ma se lo sono , lo sono perché i controllori latitano o mancano della preparazione suddetta che permetterebbe di identificare situazioni incongrue.

Quanto al fatto che le monete NON passate dai registri si vedano imporre una provenienza pregressa da prima del 1909 e quelle registrate no, anche questo è , in fondo, comprensibile nel momento in cui si consideri che la legge parla espressamente di beni di Rilevante interesse storico etnico antropologico etc etc. e, lei mi insegna, le monete, nella loro essenza di prodotto di serie, a parte qualche sporadico caso, non appartengono alle categorie suddette....quindi diventa logico che, non appartenendovi a stretti termini di legge, la registrazione su un registro di PS e l'identificazione del cedente in modo certo, possano anche essere sufficienti per lo stato per esercitare una tutela , anche postuma, sui beni in oggetto delle transazioni.

Altra cosa se si parlasse di beni che presentano le caratteristiche richieste dalla norma, di unicità, come certi oggetti molto più frequentemente posseggono.

Modificato da Tinia Numismatica
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di per se lo schema legale di verginità non è una brutta cosa, ma se la nonna oltre che comprare legalmente in passato monete girava anche per i campi con un metaldetector a cercare monete e il nipote va dal commerciante può succedere che anche le monete illegali vengano legalizzate.

 

in tutti i paesi funziona in questo modo o è uno schema solo italiano ?

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di per se lo schema legale di verginità non è una brutta cosa, ma se la nonna oltre che comprare legalmente in passato monete girava anche per i campi con un metaldetector a cercare monete e il nipote va dal commerciante può succedere che anche le monete illegali vengano legalizzate.

 

in tutti i paesi funziona in questo modo o è uno schema solo italiano ?

Negli altri paesi ,o è TOTALMENTE illegale possederne a qualunque titolo, come in Turchia e Grecia o non è totalmente illegale andare in giro e trovar monete. Anche perché in alcuni la proprietà delle stesse non è, aprioristicamente, attribuita allo stato stesso, con più o meno riconoscimenti per i ritrovatori, ma viene lasciata a chi le ha trovate se non c'è in ballo un interesse particolare , come il treasure trove act inglese, o se non sono di età più lontana di una certa data o di valore superiore a tot, come in Francia.

Questa è una situazione peculiare Italiana credo.

Che la nonna sia andata a trovarsele in giro col MD va provato da entrambe le parti...e se non ho notizia di quella moneta prima che la nonna la scavi, diventa complicato affermare che la nonna l'ha scavata e non comprata regolarmente nel 1880, nonostante la probatio diabolica in voga.

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Negli altri paesi ,o è TOTALMENTE illegale possederne a qualunque titolo, come in Turchia e Grecia o non è totalmente illegale andare in giro e trovar monete. 

 

mi stupisco perché per quel che ne so io un grande collezionista (BCD) che continua a vendere la sua collezione immensa è greco.

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mi stupisco perché per quel che ne so io un grande collezionista (BCD) che continua a vendere la sua collezione immensa è greco.

Dimitriades è l'UNICO collezionista e commerciante greco, che io sappia, che ha una licenza governativa apposita. Lavora a stretto contatto con il governo per la gestione di alcuni beni culturali, tra cui le monete.Collabora per il recupero dei beni trafugati e per la loro classificazione. E' una situazione, per quel che ne so, un po' particolare.Senza contare che è un commerciante e non un privato. Modificato da Tinia Numismatica
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@@Salvio11  lascia perdere le "mostre nei musei" poichè se non hai un modo per dimostrare che provengono da un "lascito".....beh immagina già che fine faranno.....a meno che non hai tanti soldi, un avvocato buono e una bella dose di "fortuna"  ;)

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un po' OT ma mi chiedo:

 

se un collezionista si trasferisce dall'estero in italia (e non ha la fatture di tutte le monete) che succede ?

 

meglio che tenga tutto nascosto o che denuncia subito tutto alle autorità che legalizzano tutto senza problemi perchè stava all'estero ?

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Hai un concetto  del termine "nascosto " molto relativo  visto  che "mezzo forum" sa i fatti tuoi!  :nea:

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un po' OT ma mi chiedo:

 

se un collezionista si trasferisce dall'estero in italia (e non ha la fatture di tutte le monete) che succede ?

 

meglio che tenga tutto nascosto o che denuncia subito tutto alle autorità che legalizzano tutto senza problemi perchè stava all'estero ?

da che paese?...perché fa la differenza...

 

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Ci sarebbe qualcuno che, anche solo per sommi capi, possa rispondere al quesito posto da @@coinzh? Mi sembra abbastanza interessante.

Però non mi è chiara una cosa: perchè dovrei rendere conto a qualcuno delle monete che ho comprato e collezionato all'estero? Parliamo solo nel caso in cui le volessi vendere?

 

Comunque, faccio un esempio, come forse chiedeva @@Tinia Numismatica per poter dare un parere: immagino che se mi reco a Londra e compro una moneta da Roma Numismatics (il primo londinese che mi viene in mente), con tanto di documentazione, posso stare ragionevolmente tranquillo al rientro in Italia (anche qualora volessi vendere?).

Mettiamo però che mi rechi ad un mercatino londinese e acquisti una discreta quantità di monete antiche, di valore modesto, per le quali però non ho una documentazione ufficiale. Il problema della documentazione per queste monete sorge in caso di vendita? Altri motivi?

Perdonate le domande banali, forse si voleva porre il problema in termini più sofisticati che, invece, non ho colto.

 

Grazie in anticipo :) 

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Awards

ne andrebbe dichiarata l'importazione, con tutto quel che ne segue. quindi se le prendi da Roma Numismatics, i tuoi obblighi  finiscono lì e puoi stare tranquillo perché provengono da un professionista che se ne fa garante. se le hai prese al mercatino, allora la dichiarazione è d'obbligo, perché in caso di controlli, poi hai voglia a dirgli che le hai comprate in Inghilterra a Piccadilly...non hai i documenti che lo comprovano, quindi, fino a prova contraria, le si presumono di provenienza italica e, a seguire, illecita.

Questa è una regola generale, quindi indipendente dal paese in cui le prendi.

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@@Tinia Numismatica Ti ringrazio per la risposta. In pratica, la morale è sempre la stessa: per evitare problemi è caldamente consigliabile acquistare solo da professionisti che possano rilasciare la documentazione necessaria. Sia in Italia che all'estero.

 

ne andrebbe dichiarata l'importazione, con tutto quel che ne segue. 

 

Scrivendo "con tutto quel che ne consegue" intendi che una dichiarazione di importazione potrebbe innescare una perquisizione e un sequestro? Un po' come la storia di "Arturo" che denunciò la propria collezione per essere tranquillo, salvo poi esserne privato dalle stesse autorità...

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Awards

Ci sarebbe qualcuno che, anche solo per sommi capi, possa rispondere al quesito posto da @@coinzh? Mi sembra abbastanza interessante.

Però non mi è chiara una cosa: perchè dovrei rendere conto a qualcuno delle monete che ho comprato e collezionato all'estero? Parliamo solo nel caso in cui le volessi vendere?

 

Comunque, faccio un esempio, come forse chiedeva @@Tinia Numismatica per poter dare un parere: immagino che se mi reco a Londra e compro una moneta da Roma Numismatics (il primo londinese che mi viene in mente), con tanto di documentazione, posso stare ragionevolmente tranquillo al rientro in Italia (anche qualora volessi vendere?).

Mettiamo però che mi rechi ad un mercatino londinese e acquisti una discreta quantità di monete antiche, di valore modesto, per le quali però non ho una documentazione ufficiale. Il problema della documentazione per queste monete sorge in caso di vendita? Altri motivi?

Perdonate le domande banali, forse si voleva porre il problema in termini più sofisticati che, invece, non ho colto.

 

Grazie in anticipo :)

 

Forse potrebbe venire in aiuto l`art. 72 del D.L.vo 42/2004

 

Articolo 72

 

Ingresso nel territorio nazionale

 

1. La spedizione in Italia da uno Stato membro dell'Unione europea

o l'importazione da un Paese terzo delle cose o dei beni indicati

nell'articolo 65, comma 3, sono certificati, a domanda, dall'ufficio

di esportazione.

2. I certificati di avvenuta spedizione e di avvenuta importazione

sono rilasciati sulla base di documentazione idonea ad identificare

la cosa o il bene e a comprovarne la provenienza dal territorio dello

Stato membro o del Paese terzo dai quali la cosa o il bene medesimi

sono stati, rispettivamente, spediti o importati.(( Ai fini del

rilascio dei detti certificati non e' ammessa la produzione, da parte

degli interessati, di atti di notorieta' o di dichiarazioni

sostitutive dei medesimi, rese ai sensi delle vigenti disposizioni

legislative e regolamentari in materia di documentazione

amministrativa. ))

3. I certificati di avvenuta spedizione e di avvenuta importazione

hanno validita' quinquennale e possono essere prorogati su richiesta

dell'interessato.

4. Con decreto ministeriale possono essere stabilite condizioni,

modalita' e procedure per il rilascio e la proroga dei certificati,

con particolare riguardo all'accertamento della provenienza della

cosa o del bene spediti o importati.

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Hai un concetto  del termine "nascosto " molto relativo  visto  che "mezzo forum" sa i fatti tuoi!  :nea:

 

Scusa legioprimigenia ma non capisco che ti riferisci a me o meno...

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Ciao.

 

"Credo che ci sia lo stesso grado di ipocrisia che nella stessa legge nel momento in cui vuole regolamentare qualcosa di cui non è a conoscenza se non nel momento in cui esso "appare" alla luce.."

 

L'ipocrisia che evidenziavo sta nel diverso trattamento che lo Stato riserva a monete di collezionisti rinvenute a casa degli stessi e passate "al microscopio", con presunzione di appartenenza allo Stato quando sono prive di documenti, rispetto ad altre monete che emergono per la prima volta ufficialmente (perchè annotate nel Registro di P.S.) magari solo sei mesi fa, per le quali l'emersione sul Registro, che non viene affatto "passata al microscopio" (perchè se venisse passata al microscopio come accade alle altre monete allora non ci sarebbe ipocrisia...), ne garantisce la lecita provenienza sulla base di una "fictio" che dipende dal controllo di un Registro che nel 99% si attua con modalità puramente formali.

 

A questo punto, cari Collezionisti di monete antiche, che non sapete come fare per "legalizzare" le Vostre monete perchè prive di pedigree e ciò non perchè le abbiate acquisite illegalmente  ma solo perchè chi ve le ha vendute (o chi le ha vendute ai Vostri ascendenti) non ha rilasciato a suo tempo nessun documento, potreste procedere, senza tema di essere tacciati di ipocrisia, o peggio, di aver commesso un illecito, nel modo seguente:

 

1. fatevi amico un commerciante numismatico che operi regolarmente e che abbia il Registro di P.S. previsto dall'art. 63 del Codice Urbani; ....magari è l Vostro abituale refente al quale avete acquistato nel tempo migliaia di euro di monete!

2. consegnategli in conto vendita le Vostre monete prive di pedigree, descrivendole minuziosamente e dichiarando, sempre per iscritto, da dove arrivano (monete acquistate da Voi negli anni, monete della nonna, monete di Vostro zio ecc, insomma scrivete la verità....);

3. il Vostro amico commerciante annoterà nel Registro di P.S. le monete avute in conto vendita. L'operazione è da farsi possibilmente qualche tempo prima che il Registro venga sottoposto al "rigidissimo" controllo periodico da parte della Soprintendenza o dei suoi delegati;

4. una volta passata la verifica del Registro, annullate di comune accordo la vendita conto terzi e riprendete all'amico commerciante le Vostre monete, che a questo punto:

a) avranno passato il controllo formale, giacchè sono state annotate sul Registro di P.S., che è stato debitamente verificato dall'Autorità;

b) avranno acquisito un numero di riferimento del Registro, che potrà essere riportato nella nuova dichiarazione scritta che preparerete e che darà atto della restituzione delle monete e nella quale si avrà cura di annotare tutti i riferimenti al Registro di P.S., sia all'atto del carico che dello scarico.

 

D'altronde, è la stessa cosa che accade quando una casa d'aste Vi restitisce, perchè invendute, le Vostre monete.

Anche in quel caso, quelle monete invendute saranno state annotate nel Registro e, quindi, dobbiamo considerarle, senza alcuna ipocrisia, "legalmente emerse".

 

Faccio presente che tutta l'operazione è assolutamente regolare da un punto di vista legale, sia perchè il conto vendita può non essersi concretizzato perchè il collezionista ha imposto per ogni moneta prezzi "fuori mercato" (d'altronde, dove sta scritto che il conferente non possa stabilire l'importo minimo che è disposto ad accettare per vendere ogni singola moneta, soprattutto poi se questi prezzi sono riportati nella dichiarazione scritta rilasciata al commerciante?).

 

Anche la provenienza delle monete indicata nella dichiarazione scritta dovrà essere assolutamente veritiera sulla provenienza delle monete conferite (così anche il commerciante è giustamente tutelato, in caso di controlli).

 

L'unica rottura di scatole sarà quella delle annotazione delle monete nel Registro.

 

L'operazione è ovviamente neutra anche da un punto di vista fiscale per il commerciante.

 

Se questa modalità non la considerate ipocrita e se è solo un numero di Registro che serve per risolvere il problema delle monete prive di provenienza...valutate Voi.

 

Saluti. :hi:

 

M. 
 

Modificato da bizerba62
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