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Risposte migliori

Inviato

Questi non sono dimples , ma corrosioni.


Inviato

E così le avevo archiviate, prima che l'iniziare a leggere il tuo interessante post non risvegliasse in me la curiosità di riesaminare quelle "curiose" corrosioni

Ritenevo "curiosa" quella al dritto perché appariva abbastanza regolare e di sezione conica ma, viste le altre corrosioni di cui soffre l'antoniniano, non avevo approfondito la cosa.

Ora, riesaminando il rovescio con una lente, ho notato che quella corrosione che sta tra la veste di Iside e il braccio che tiene la situla (e che passa inosservata, vista quella di ben maggiori dimensioni di forma rettangolare che si trova alla sua sinistra) oltre ad essere circolare, sembra avere un riporto di materiale sui bordi.

Ecco allora che mi è venuto il legittimo dubbio che l'origine del danneggiamento della moneta sia dovuta ad un'azione meccanica.

Con questo non voglio insistere che sia un dimple, (vista la mia scarsa esperienza me ne guardo bene!) sollevo solo un "legittimo dubbio" in attesa che magari l'apparire di un secondo esemplare possa rendere più "piccante" la tua ricerca o che il non avere altri riscontri possa definitivamente archiviare il mio esemplare come semplicemente corroso con buona pace della mia ipotesi.

Spero che voglia continuare a postare i risultati delle tue ricerche su questo argomento che mi interessa moltissimo.

Stefano


Inviato

DE GREGE EPICURI

Ciao, interessante il tuo antoniniano, e direi da interpretare; ma penso anch'io che si tratti di corrosione, oppure di abrasioni intenzionali fatte da qualcuno (nelle romane si trova di tutto, anche le cose più strane). Non possono essere dei dimples, che negli antoniniani non esistono, in quanto si tratta di monete non provinciali ma romano-imperiali; e inoltre non erano di bronzo ma di mistura, mentre i dimples sono esclusivi del bronzo. Inoltre, come risulta da quanto si è detto, venivano apposti su monete di un certo spessore, mentre gli antoniniani sono sottili.


Inviato

DE GREGE EPICURI

Riprendo il discorso generale, perché grazie alla cortesia di Tacrolimus ho recuperato questa sua sintesi sulle ipotesi principali riguardo alle finalità dei dimples:

1.Servivano a centrare il compasso che veniva usato per incidere il conio.

2.Servivano a centrare e posizionare il tondello sul conio e ad impedirne lo spostamento.

3.Sono le impronte lasciate dalle pinze utilizzate per trasferire il tondello riscaldato sul conio di incudine.

4.Sono il punto su cui incideva il perno di rotazione di un tornio utilizzato per levigare la superficie del tondello.

5.Sono una applicazione successiva alla coniazione, e servivano a distinguere una emissione provinciale da una imperiale.

Le teorie, come vedete, sono numerose e molto differenziate. Qui ora non è possibile entrare nella discussione dei pro e dei contro; io come ipotesi di lavoro ho scelto la n° 4, che negli ultimi tempi mi sembra la più accreditata.

Vorrei continuare comunque con la mia ricerca quantitativa, e la prossima collezione che studierò sara' quella di Winseman-Falghera, pubblicata alcuni anni fa a cura di Adolfo Martini.


Inviato

mi sembra che la 4 sia l'unica che risponde alle tracce lasciate sulle monete.


Inviato

Ciao Gianfranco,

DE GREGE EPICURI
Riprendo il discorso generale, perché grazie alla cortesia di Tacrolimus ho recuperato questa sua sintesi sulle ipotesi principali riguardo alle finalità dei dimples:
1.Servivano a centrare il compasso che veniva usato per incidere il conio.
2.Servivano a centrare e posizionare il tondello sul conio e ad impedirne lo spostamento.
3.Sono le impronte lasciate dalle pinze utilizzate per trasferire il tondello riscaldato sul conio di incudine.
4.Sono il punto su cui incideva il perno di rotazione di un tornio utilizzato per levigare la superficie del tondello.
5.Sono una applicazione successiva alla coniazione, e servivano a distinguere una emissione provinciale da una imperiale.
Le teorie, come vedete, sono numerose e molto differenziate. Qui ora non è possibile entrare nella discussione dei pro e dei contro; io come ipotesi di lavoro ho scelto la n° 4, che negli ultimi tempi mi sembra la più accreditata.

sono molto incuriosito dal tema "dimples" ma personalmente nessuna delle ipotesi di cui sopra mi convince appieno.

Innanzitutto vorrei dire che le motivazioni dei dimples degli esemplari tolomeici potrebbero essere diverse da quelle degli esemplari provinciali balcanici più tardi. Ma soprattutto dalle foto dei primi si evince che questi sono prodotti per rotazione. E' un dato incontestabile. Mentre quelli del secondo gruppo sono meno rotondi, meno profondi e forse (almeno nei miei esemplari) meno marcati. Taluni prodotti per rotazione, altri no (oppure siamo in presenza di uno "scivolamento" del foro determinando un'incisione ovale come da

http://www.forumancientcoins.com/dougsmith/pit.html )

E forando il tondello pre coniazione, quale sia il motivo, dopo lo schiacciamento dato dall'azione dei conii non dovrebbero risultare almeno un po' compromessi dalla deformazione del corpo? Il loro profilo anzichè a U o V non dovrebbe essere invece più chiuso in alto?

Se riesco a ritagliare un po' di tempo farò delle foto al microscopio per verificare la rotondità del dimples degli esemplari balcanici nella mia collezione (indice di rotazione a mio avviso) e l'ev. presenza di strie interne. Sommariamente posso rilevare che sono presenti su monete di tutti i diametri.

 

Comunque a mio avviso sono successivi alla coniazione. Ma perchè furono eseguiti? Tra l'altro non sono sempre centrali. Oppure sono doppi. Qui ne trovate una buona carrellata...

http://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=51009.0

 

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

DE GREGE EPICURI

@@Illyricum65. ciao Andrea, mi fa piacere il tuo interesse, ma per ora non me la sento di esprimermi sulle questioni generali,  e mi limito ad "accumulare pietruzze" di dati quantitativi. In attesa di accedere alla Collezione Winseman, ho ripreso a sfogliare la Collezione Lindgren, più limitata e più accessibile per me, e precisamente le province: LYCIA-PAMPHYLIA-PISIDIA-LICAONIA-CILICIA-GALATIA-CAPPADOCIA-COMMAGENE-CYRRHESTICA-SELEUCIA/PIERIA. E' un lavoro monotono e davvero molto noioso, ma qualcosa si ricava.

Anzitutto, avevo dimenticato di dire che non solo i Tolemei d'Egitto, ma anche i Seleucidi utilizzavano (ma solo qualche volta) il dimple sulle monete di bronzo; e c'è perfino qualche moneta serrata (o dentellata, o come la si vuol chiamare) che ha anche il dimple; si tratta di emissioni  da Seleuco IV a Demetrio I.

Per quanto riguarda le romane provinciali, non è vero che in queste province i dimples fossero sconosciuti, tuttavia sono:

-abbastanza infrequenti, e del tutto assenti in certe zone, es. la Lycia e la Commagene.

-applicati solo al diritto della moneta.

-quasi sempre applicati debolmente, tanto che nella gran parte delle foto il reperto è dubbio o lievemente incerto, e solo in alcuni casi è netto e indubitabile.

-presenti solo nel periodo che va da M.Aurelio (ma molto rari per gli Antonini)  e soprattutto da Settimio Severo alla fine della monetazione provinciale; ad es. ce n'è qualcuno sulle monete bronzee di Aureliano per Antiochia in Pisidia.

Pregherei gli amici che hanno visto o possiedono monete di questo settore di confermarmi, se possibile, questi elementi che ho riportato, visto che alcuni reperti sono dubbi.


Inviato

DE GREGE EPICURI

Oggi ho guardato il VII Vol. RPC parte prima  (I Gordiani, le monete dell'Asia)  ed il 3° Vol. della collezione Winsemann (tutte le zecche provinciali, da Vespasiano a Commodo). Nel Winsemann si trovano dimples a partire dai Flavi (pochi), con un aumento molto netto da M.Aurelio.

Per RPC VII è molto evidente la presenza di dimples nelle monete di diametro maggiore, dai 25 mm. in su (specie a Cizico, Adrianeia, Akmonea, Dokimeion, Doryleum, Prymnessus, Smirne, Efeso, Metropoli in Frigia,Nysa,Magnesia al Meandro, Samo, Afrodisia). Se pensate sia utile, posso elencare le zecche asiatiche, provincia per provincia, in cui i dimples sono reperibili.

Confermo però che la presenza del dimple non è segnalata, né sugli indici, né nella descrizione della singola moneta, in tutti i volumi che ho segnalato; il fenomeno è semplicemente ignorato, e non se ne parla nei capitoli introduttivi.  


  • gpittini ha evidenziato questo topic come importante
  • Illyricum65 ha impostato come non importante e in primo piano questo topic

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