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Inviato

Ciao,

di seguito illustro alcune mie riflessioni che ho formulato dopo aver ricevuto l’ultimo acquisto relativo alla zecca di Londinium e aver confrontato due follis prodotti dalla medesima zecca britannica a distanza di pochi anni. Perché continuo a tener d’occhio le emissioni di Londinium e quando si presenta un’occasione propizia e il prezzo è interessante amplio la collezione tematica…

 

RAPIDO PROLOGO:   Nel caos politico che contraddistingue la situazione della Britannia della fine III secolo abbiamo vari protagonisti che contradistinguono e caratterizzano le varie fasi. Dapprima l’Impero Gallico e i suoi regnanti, del quale fece parte l’isola e successivamente, dopo un periodo di rientro nell’Impero Centrale, quello cosiddetto Britannico con protagonista Carausius in primis (fine 286 – inizio 287?) e quindi Allectus (293?). In questo periodo probabilmente circolavano in Britannia monete dei Gallici, imitative, carausiane e allettane. Sembra che già l’anno seguente l’autoproclamazione di Carausius ad Augusto Massimiano (Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius), legittimo Cesare della regione, avesse in programma un’invasione poi procrastinata probabilmente a causa dell’invasione continentale dei territori gallici da parte dei Franchi (forse “aiutata” dallo stesso Carausius al fine di creare un secondo fronte continentale che distogliesse l’attenzione dalla situazione britannica). Nel periodo Carausius batte moneta a Londinium, Rouen e forse in altre zecche non ben identificate (Colchester? Zecche ausiliarie londinesi?) nel tentativo di ottenere il riconoscimento formale da parte dell’Impero Centrale. La situazione rimase immutata fino al 293 quando Massimiano occupò i territori gallici dell’Impero Britannico e cominciò la pianificazione della riconquista dell’isola: primo step era quello della creazione di una flotta che consentisse il trasporto delle truppe d’invasione senza subire d’altra parte il potere navale, fino a quel momento appannaggio di Carausius. Il compito in realtà fu delegato ad un altro personaggio romano: Flavius Valerius Constantius detto Chlorus ovvero il padre del futuro imperatore Costantino. Fu lui che nel 296 fisicamente sbarcò in Britannia alla volta di Londinium con un contingente militare dopo la sconfitta e l’uccisione di Allectus (avvenuta a sua volta in realtà per mano del Prefetto del Pretorio Iulius Asclepiodotus [Asclepiodoto]).

 

Fin qui sembra tutto abbastanza chiaro (si fa per dire, in quanto anche le date sono spesso incerte e le biografie dei personaggi coinvolti sono spesso confuse e delineate a sommi tratti specie per i “britannici”).

 

Massimiano assurge quindi al titolo di Augusto all’inizio del 286 (aprile?) principalmente per evitare di proporsi come Cesare contro Carausius che si è incoronato Augusto: quindi da un punto di vista formale Massimiano avrebbe avuto un ruolo di minore rilevanza rispetto all’usurpatore, sebbene la sua investitura a Cesare fosse ufficiale e conferitagli da Diocleziano. Che nell’occasione non ebbe alcun problema a conferirgli l’onoreficenza massima certo della lealtà di Massiminiano nei suoi confronti, sebbene non fosse presente all’investitura (Diocleziano era impossibilitato a presenziare alla cerimonia in quanto si trovava tra Bisanzio, dove è documentata la sua presenza il 22 marzo 286, e Tiberiade, che visitò dal 31 maggio al 31 agosto). In fondo era quello che Diocleziano auspicava come fine ultimo della Tetrarchia: egli come Augusto curava gli interessi della Pars Orientalis e si trovava nei suoi territori, Massimiano come Augusto della Pars Occidentalis svolgeva i suoi compiti istituzionali nei territori assegnati. E nelle loro funzioni Diocleziano e Massimiano si facevano aiutare dai due Cesari Galerio e Costanzo Cloro. Mentre Costanzo guidava la Britannia, Galerio si scontrava nei settori orientali dell’Impero contro i Sasanidi. E attorno al 300 lo stesso Costanzo omaggia il collega Galerio sulle monete emesse dalla zecca di Londinium:

 

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Obv.- MAXIMIANVS NOB CAES; busto laureato e corazzato verso destra.

Rev.- GENIO POPV-LI ROMANI; Genio stante verso sinistra reggente patera e cornucopia. Essergo: / .

RIC VI Lon 15

26mm; 7.8 g.

 

Se paragonato con i parametri della discussione

http://www.lamoneta.it/topic/120627-la-zecca-di-londinium/?hl=%2Blondinium+%2Billyricum#entry1372098

 

risulta leggermente sottopeso con caratteristiche del ritratto riferibile a Londinium, stilisticamente affine ai ritratti di Carausius e Allectus.

 

RIC Volume VI (Londinium), Group I, (ii), Class II, (a), No. 6-16, c. 300 onward, 11.0-9.5 gm, 28/26 mm.

 

Sulla base delle caratteristiche del ritratto (in realtà qui alquanto sfumate) degli “specialisti” anglosassoni del periodo ma l’hanno classificato come sopra descritto. E l’emissione è databile ad un generico “dal 300 in poi” con una probabile datazione attorno proprio al 300 d.C.

 

 

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Inviato

Sette anni dopo lo stile delle emissioni è il seguente:

 

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Maximianus I Herculius
Æ Follis. Zecca di Londinium, estate 307.
Obv. D N MAXIMIANO P F S AVG, busto laureato e corazzato verso destra.
Rev. GENIO POP ROM, ; Genio stante verso sinistra reggente patera e cornucopia. PLN in essergo.
Ref. London RIC VI 90, Cohen 142, Sear'88 #3646. Comune (C2).

8.2 g, 28 mm

 

Quindi un aspetto nettamente migliorato e più canonico che stilisticamente trova confronti con le produzioni continentali e  si distingue dalle emissioni ufficiali locali precedenti.

 

Confronto tra i due ritratti:

 

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L’ipotesi che avevo proposto in una discussione precedente (di cui non trovo il link) e che era stata generalmente accettata dagli altri utenti è che la produzione precedente potesse esser il frutto di maestranze locali affinate nel periodo di Carausius e Allectus. In fin dei conti nel “periodo gallico” le monete ufficiali provenivano da quelle continentali e sull’isola la produzione era limitata alle “imitative” quindi “non ufficiali”; Carausius si trovò nella necessità di dover battere moneta (anche al fine di autolegittimarsi) e dovette “improvvisare” delle zecche laddove (Gallia Settentrionale e Britannia) finora non ve ne erano (almeno ufficialmente) utilizzando maestranze sì abili ma non specifiche, affinate ed esperte nel campo. Probabilmente erano valenti metallurghi ma senza un’esperienza specifica nel campo della produzione numismatica.  Allectus continuò a fruire del lavoro di tali artigiani e nel 296, con la riammissione della Britannia nell’Impero Centrale, Costanzo Cloro riaffermò la riconquista con l’emissione di monete a nome suo e dei Tetrarchi al fine di riaffermare chi fosse il legittimo detentore del Potere a partire da quel momento. Logico fu da parte sua, incalzato dall’emergenza , affidarsi a quelle stesse maestranze che ormai avevano raggiunto una certa perizia (sebbene perdurasse la presenza di uno stile difforme, meno “ricercato” rispetto alle produzioni “centrali”).

 

 


Inviato

Per spiegare la presenza di uno stile difforme  nella ritrattistica monetale delle produzioni londinesi inoltre si potrebbe ipotizzare quasi un parallelo (seppure cronologicamente invertito nell’ordine) con quanto accadde nel campo dei mosaici nella Britannia, indipendentemente dalla perizia degli artigiani impiegati.

La produzione di mosaici sull’isola trova il suo “boom” nel  IV – V secolo,  pieno periodo del boom delle Villas e dell’arte musiva britannica, quando fioriscono delle scuole di mosaicisti locali con lo sviluppo di uno stile appunto “rustico”, “anomalo”, affrancato dalla ricerca di rappresentazione di rappresentazioni classiche legate al mondo mediterraneo a differenza di quelle(scarse) del periodo antecendente caratterizzato da produzioni “firmate” da artigiani continentali e quindi maggiormente legati all’ambiente classico. Con risultati non per questo meno gradevoli ma sicuramente meno “curati” , al di fuori della rappresentazione canonica (nel caso dei mosaici quantomeno a livello di cromaticità e tematiche).

                 

In breve, tornando alla numismatica, una scelta ritrattistica non tanto motivata da una mancanza o da una minor perizia incisoria quanto dalla ricerca di venire incontro ad un gusto “provinciale”. Trovo alquanto riduttivo attribuire le differenze della ritrattistica, in questo caso, al classico “differenti incisori”. Mi pare che si tratti di una tendenza stilistica piuttosto che collegato alle caratteristiche del singolo maestro artigiano impiegato. 

 

Oppure, semplicemente, mediata dalla perizia degli artigiani ma soprattutto dalla necessità di emettere moneta velocemente, anche se a scapito di un elevato livello di qualità. In pratica, si chiudeva un occhio sullo stile pure di battere moneta.

 

O ancora, la presenza di uno stile simile ma non uguale nelle produzioni carausiane/allettane potrebbe essere il frutto della volontà di dimostrare una certa affinità con l’Impero Centrale ma mantenendo una certa autonomia.  

 

Parimenti la moneta del 307 potrebbe essere il prodotto di maestri in possesso di una ricerca stilistica più canonica, realistica provenienti  da zecche continentali ufficiali. Oppure, in alternativa, di conii preparati nel continente e da lì inviati alla zecca londinese. Sia valida la prima o la seconda opzione, da dove poteva provenire l’artigiano o la matrice? Forse possiamo provare a cercare un tassello importante nel quadro… cosa accade nel periodo 297-307 in Britannia?


Inviato

Detto della riconquista da parte dell’Impero Centrale della Britannia, Costanzo pur potendo contare sulle produzioni galliche di Treveri e Lugdunum (che però dovevano provvedere a coprire il fabbisogno della stessa Gallia, includendo la regione renana) dovette per ovvi motivi usare quanto presente a Londinium. Forse la sua intenzione era quella di uniformare anche stilisticamente, in un secondo momento, la produzione britannica a quella gallica per dimostrare il pieno rientro nell’Impero Centrale. O forse anche no. Ma se lo era probabilmente non ebbe il tempo materiale per farlo: già nel 298 dovette recarsi in Gallia per contrastare gli Alemanni  e quindi a rinforzare le difese sul limes germanico, non prima di aver suddiviso amministrativamente la Britannia nella Diocesi della Britannia (ovvero in quattro province). A Treveri fu poi impegnato nella costruzione di nuovi edifici tra i quali il nuovo palazzo imperiale. In quest’area rimane negli anni seguenti per scontri con le popolazioni germaniche, come testimoniato anche dai titoli: 301 Germanicus maximus (II), 302 Germanicus maximus III, Sarmaticus maximus III e Carpicus maximus III, 303 Germanicus maximus IV e Carpicus maximus IV, 304 Germanicus maximus V e Carpicus maximus V. Nel 305 (1 maggio) Diocleziano abdica in favore di Galerio e Massimiano fa lo stesso con Costanzo Cloro. Quest’ultimo nomina Cesare Flavio Severo ma nel frattempo viene raggiunto ed affiancato dal figlio Costantino fuggito al controllo di Galerio. Nel 306 Costanzo torna in Britannia per una campagna al Nord contro i Caledoni ( se però andiamo a controllare i titoli è nominato Britannicus maximus II nel 305 e quindi il suo arrivo va anticipato all’anno precedente) e il  25 luglio 306 muore presso Eburacum;  il figlio Costantino viene acclamato Augusto dall’esercito.

 

A questo punto sono andato a vedermi le caratteristiche delle produzioni di GENIO POPVLI ROMANI - emesse da Londinium nel periodo 297- tardo 305/inizio 306. Purtroppo non abbiamo elementi che consentano una seriazione cronologica delle emissioni oltre a quelle generali.

 

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E le GENIO POP ROM emesse da Londinium nel periodo tardo 307/inizio 313.

 

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Inviato

Diversa la situazione per Treveri che consentono una collocazione temporale più precisa delle emissioni: e si nota che la produzione è abbastanza in continuità stilistica. Esattamente il contrario della situazione britannica dove le prime monete hanno caratteristiche che poi vengono perdute nel tempo e si assiste ad un certo allineamento (dal punto di vista stilistico) alla produzione continentale.

 

E' però vero che anche a Treveri compaiono nel primo periodo alcuni ritratti con il collo allungato.

 

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Follis di Massimiano 295-311 d.C. Testa di Massimiano Ercole verso destra IMP C MAXIMIANVS P F AVG , rovescio GENIO POPVLI ROMANI  il genio con cornucopia e patera nel campo B. LP in esergo. Peso 8,75 g Diametro 27 mm Ric.23 b

http://www.deamoneta.com/tintinna/view/4601

 

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(prime due monete tratte da http://www.numisology.com )

 

La mia ipotesi è che Costantino (il padre non ne avrebbe avuto il tempo, essendo impegnato in altre vicende sul limes, come visto) abbia spostato a Londinium parte delle maestranze presenti a Treveri oppure abbia dotato Londinium di conii prodotti nella città continentale, la vera capitale gallica. E’ vero che in seguito spostò la sua residenza a Treveri (autunno dello stesso anno) dove rimase nei sei anni successivi ma è molto probabile che nella primissima fase abbia cercato di ingraziarsi le simpatie dei britannici (il cui esercito costituì lo zoccolo duro del suo esercito durante la campagna contro Massenzio) e della quale provincia doveva avere chiara la situazione generale.

 

Lo so che non ho evidenze storiche che possano suffragare questa ipotesi ma posso sottolineare un’evidenza: dall’avvento di Costantino non si hanno più esemplari presentanti colli lunghi o teste più o meno grandi. Si tratta di mera casualità? E non trovate anche voi che lo stile di Londinium richiami generalmente quello di Treveri?

 

 


Inviato
  • Vi pare una ricostruzione storica abbastanza attendibile, per quanto non dimostrabile da fonti storiche? Non dimentichiamo che Costantino sposta nel 313 la zecca di Ostia ad Arelate… per cui quella di spostare del personale da Treveri a Londinium costituirebbe solamente un … anticipo di quanto avrebbe fatto in seguito (e di cui si ha documentazione storica).
  • secondo voi il Genio del Massimiano Erculio calza un copricapo costituito da un modius o da una torretta? Cambia il RIC e la rarità:

DN MAXIMIANO PF S AVG, PLN, modius à RIC 85, scarce

DN MAXIMIANO PF S AVG, PLN, torre à RIC 90, C 2

  • la “S” rappresenta nella legenda tra PF e AVG (legenda presente con GENIO POP ROM solo a Londinium, Treviri e Lugdunum) se non erro lo identifica come Senatore e quindi come Augusto uscente, al pari delle monete di Diocleziano?

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato

@illryicum65,

Ciao illy, complimenti per la trattazione....argomento molto complesso su cui ho, in verità, poco da dire o eccepire...

Sul collo lungo, ritengo che siano monete prodotte dalle officine della zecca di Londinium con coni locali, come dimostrato dal medaglione di Arras:

26Da_obverse_tn.jpg26D_ArrasMedallion2_tn.jpg

La vittoria di Costanzo Cloro e la fredda accoglienza dei londinesi, potrebbe aver comportato, come conseguenza, una decisione di Costanzo I° di punire la città di Londinium con la mancata indicazione della zecca nell'esergo dei follis, nel periodo che hai indicato.

Circa Costantino Magno, i Britannici lo ritengono, ultimamente, il  loro Imperatore; accompagnò il padre nella riconquista della città, fu  acclamato imperatore ad Eburacum... quindi ritengo molto plausibile, dato il legame speciale con Londinium e la Britanna, che abbia mandato maestranze da Trier per migliorare, qualitativamente e quantitativamente, la produzione della zecca britannica.


Inviato

Ciao,

solitamente l'Adventus di Costanzo a Londinium è riportata come "trionfale", con acclamazioni da parte degli abitanti cittadini e con la flotta romana che lo accompagna nel suo arrivo per via fluviale. Allectus era visto come un oppressore. Bisogna peró tenere in considerazione quanto possono esser stati obiettivi gli storici dell'epoca.

Non era accompagnato dal figlio che all'epoca era in medio-oriente e controllato da Diocleziano prima e Galerio in seguito.

Nella monetazione londinese del periodo abbiamo prima rare emisssioni con segno di zecca LON e che vengono descritte come "produzioni continentali", quindi scompare il segno di zecca per ricomparire in seguito con quello PLON.

Questo IMHO potrebbe indicare:

- una prima serie "dedicatoria" a Londinium e indicante che veniva considerata appartenente all'Impero

- l'assenza di sigla in esergo la attribuirei all'uso della zecca londinese presente che peró non ottenne la qualifica di "ufficiale". Oppure, appunto, una sorta di "penalizzazione" per la ribellione della provincia. La presenza di una zecca cittadina ufficiale era comunque un onore per la cittá ospitante. Onore che fu in seguito conferito da un grato Costantino con le emissioni con la sigla PLON e lo spostamento di artigiani continentali a "sprovincializzare" le emissioni.

Oltretutto l'innalzamento del livello della Britannia (considerata una provincia lontana e nemmeno troppo produttiva) gli veniva a favore da un punto di vista diplomatico in quanto poteva annoverare il controllo della produttiva Gallia e appunto, dell'isola britannica.

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

La ritengo una ricostruzione più che plausibile. Le evidenze storiche ahimè possono essere ricercate solo nell'evoluzione stilistica delle monete che, giocoforza, doveva accompagnarsi pari passo a precisi avvenimenti e scelte politico/economio/sociali.

...il medaglione di Arras... Ah! Ogni volta che lo vedo sento un tuffo al cuore :)

Awards

Inviato

Ciao,

dovrebbe esserci anche, legato alla riconquista, il medaglione RIC 32 di Trier con Costanzo nei panni di Ercole incoronato dalla Vittoria con ai piedi la Britannia inginocchiata e legenda PIETAS AVGG.

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

Leggevo storici inglesi, forse nazionalisti? , che, invece, ritengono che l'accoglienza riservata a Costanzo Cloro fosse stata fredda..non riesco a trovare il ric 85, il ric 90 addirittura mi ha dato l'impressione di tre copricapo differenti...


Inviato

Ciao @@eliodoro ,

uno dei problemi delle fonti è questo.

Quelle antiche sono tratte dai panegirici che hanno un'occhio di riguardo verso l'Impero Centrale. Di Allectus e Carausius se ne sa poco anche per questo: le fonti latine li ritraggono come delinquenti e non ne tracciano mai una descrizione non dico reale ma almeno equilibrata.

Quelle moderne degli inglesi spesso sono altrettanto distorte nel senso di un'ottica "antiromana", patriottica. Taluni titoli addittura descrivono Costantino come "il Britanno (?) che conquistó Roma" (sic).

A mio avviso la Britannia fu sempre latentemente antiromana nelle campagne, dove continuavano a tramandarsi le tradizioni dell'Etá del Ferro e ció via via degradante da Settentrione verso Meridione. Lo dimostra il perpetrarsi delle "round houses", le capanne rotonde di tradizione celtica. Ma il sud e le cittá avevano adottato la "romanitas", lo stile di vita romano, adattandolo alla realtá locale. E infatti ad esempio vi è il sincretismo religioso tra culti locali e quelli romani.

Il punto è: come reagí all'indipendenza da Roma la classe dirigente locale? Ritengo che si sia mantenuto l'assetto burocratico presente sostituendo i governatori e gli ufficiali pubblici latini con personaggi locali (o gallici in un primo tempo). Le tasse anzichè all'Imperatore andavano in Gallia e in seguito a Carausius/Allectus. In pratica poco cambiava per il popolino...

Il ritorno di Costanzo cosa comportava? In minimi termini poca differenza. Sarebbe cambiato qualcosa alla classe dirigente locale.

In questo quadro andrebbe considerato l'effetto dell'autarchia imposta dal blocco navale delle importazioni verso e dall'isola. Se stimoló sicuramente la produzione locale per contro limitó le esportazioni. Che forse continuavano comunque grazie al controllo dei mari da parte della classis britannica e degli alleati germanici.

Ho letto che gli alleati franchi di Allectus dopo la sua sconfitta saccheggiarono Londinium.

Ecco, questo potrebbe giá motivare un buon accoglimento delle truppe centrali. Ovvero lo ristabilirsi di un ordine.

Ciao

Illyricum

:)


Inviato (modificato)

 

  • Vi pare una ricostruzione storica abbastanza attendibile, per quanto non dimostrabile da fonti storiche? Non dimentichiamo che Costantino sposta nel 313 la zecca di Ostia ad Arelate… per cui quella di spostare del personale da Treveri a Londinium costituirebbe solamente un … anticipo di quanto avrebbe fatto in seguito (e di cui si ha documentazione storica).
  • secondo voi il Genio del Massimiano Erculio calza un copricapo costituito da un modius o da una torretta? Cambia il RIC e la rarità:

DN MAXIMIANO PF S AVG, PLN, modius à RIC 85, scarce

DN MAXIMIANO PF S AVG, PLN, torre à RIC 90, C 2

  • la “S” rappresenta nella legenda tra PF e AVG (legenda presente con GENIO POP ROM solo a Londinium, Treviri e Lugdunum) se non erro lo identifica come Senatore e quindi come Augusto uscente, al pari delle monete di Diocleziano?

Ciao

Illyricum

:)

 

Ciao,

ecco un confronto con i copricapi del Genio a Torre (sopra) / Modius (sotto) e la moneta proposta (centro).

 

post-3754-0-77609900-1430056295.jpg

 

La torre presenta tre cuspidi e talvolta un trattino sormontante.

Il modius invece è pieno, senza separazioni.

Il Genio della moneta in studio invece presenta copricapo pieno con un primo trattino verticale e trattino sovrastante.

A mio avviso assomiglia più ad un modius... o no? :blush:

 

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65

Inviato

Ciao,

ecco i due RIC a confronto:

 

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post-3754-0-33127200-1430056812_thumb.jp

 

Ribadisco, a me ricorda più un modius. E a voi?

 

Ciao

Illyricum

:)


Inviato (modificato)

@@Illyricum65,

riguardo al copricapo, potrebbe essere questo ( fonte treccani):

"A Roma, nella Biblioteca Vaticana, si conservano due colonne monolitiche gemelle, in porfido, alte m 3,85; a due terzi del fusto ciascuna reca una mensola sulla quale posa una coppia di figure in altorilievo, unite in un simbolico gesto di abbraccio. Alti circa cm 56, i personaggi, tutti barbati, sono qualificati come imperatori dagli attributi: la corona di lauro sul capo e il globo che sostengono colla mano protesa. Indossano un abito militare, con tunica manicata e brache fino ai piedi, corazza che termina in basso con una fascia gemmata da cui pendono le pteryges, stivali e paludamentum allacciato sulla spalla destra; alla cinta portano spade, di cui si scorgono i puntali piatti (v. vol. ii, fig. 1025).

A Venezia, murati sulla cantonata del Tesoro di S. Marco, si conservano soltanto i rilievi con i gruppi imperiali; ma la superficie curva del fondo e la forma della mensola assicurano che in origine dovevano appartenere a colonne sul tipo delle vaticane. Uno solo dei gruppi è monolitico, l'altro era scolpito su tre blocchi accostati, uno dei quali oggi è perduto, e la figura di sinisira del gruppo è incompleta; non mancano altre lacune e rotture minori. Le dimensioni sono notevolmente superiori a quelle dei rilievi vaticani: i personaggi sono raffigurati a circa due terzi del vero, e le colonne raggiungevano forse (secondo un calcolo fatto dal Delbrück in base al modulo di quelle vaticane) i 7-8 m d'altezza. Quanto all'iconografia, vi sono alcune differenze rispetto ai gruppi romani. In primo luogo, in ogni coppia imperiale uno soltanto dei personaggi è barbato, mentre l'altro ha il volto glabro. L'abito, sostanzialmente identico, è tuttavia reso con maggior ricchezza di dettagli; la corazza è attraversata da un cinturone gemmato; coperte di gemme sono pure le scarpe allacciate (campagi) e i foderi delle lunghe spade con manico a testa d'aquila, che impugnano nella mano sinistra al posto del globo. In testa recano un copricapo cilindrico con fori per applicarvi una corona o per inserirvi pietre preziose. Come ben sottolineò lo Strzygowski, molti dettagli dovevano essere aggiunti con il colore (particolarmente gli occhi), con paste vitree (le gemme ornamentali), e a sfoglia d'oro (squame delle corazze), con una vivacità cromatica di grande effetto (v. vol. vi, fig. 415)."

Che ne pensi?

Modificato da eliodoro

Inviato

Ciao,

ecco i due RIC a confronto:

 

attachicon.gifric 85.JPG

 

attachicon.gifric 90.JPG

 

Ribadisco, a me ricorda più un modius. E a voi?

 

Ciao

Illyricum

:)

Secondo me è un modius, anche perchè di solito la corona turrita è attribuita a divinità femminili (la classica Tyche di una città e via dicendo).


Inviato

Ciao,

Secondo me è un modius, anche perchè di solito la corona turrita è attribuita a divinità femminili (la classica Tyche di una città e via dicendo).

sì. Oppure riferito alla personificazione della città (da cui "turrita").

Ma il Genio di Maximinus nel GENIO POP ROM da Londinium calza appunto o la torre o il modius.

Almeno secondo il RIC. E il fatto distingue il RIC 85 e il RIC 90.

 

Ciao

Illyricum

:)


  • 1 mese dopo...
Inviato

 Ciao, aggiungo ai follis di Londinium il seguente follis:

 

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Galerio Massimiano, RIC 14b, C VAL MAXIMIANVS NOB C , busto laureato e corazzato / GENIO POPV-LI ROMANI , Genio stante verso sinistra reggente patera e cornucopia e calzante copricapo a forma di modius. Nessuna sigla di zecca presente in esergo. Peso 9,9 g per diametro di 26 mm. Rating “R”.

 

Mi pare di poter affermare moneta con buoni dettagli e qualche lacuna nei caratteri componenti la legenda al dritto. La sua particolarità consiste nella residua presenza di argentatura superficiale parziale (nella foto sopra la stessa assume un color sabbia) maggiormente evidente nell'immagine seguente:

 

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Ciao

Illyricum

:)

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Inviato

Semplicemente spettacolare

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  • 2 settimane dopo...
Inviato

Mi aggancio a questa interessantissima discussione di Illyricum per mostragli/vi  una follis ridotto che ho appena acquistato Oltralpe.

 

Non ha un grande appeal estetico, ma mi ha colpito immediatamente per la "strana" leggenda: CONSTANTINVS PF IN AVG.

Nonostante collezioni da anni le monete di Londinium, mi era del tutto sfuggito che vi fosse in uso una leggenda riportante il titolo di INVICTVS (invero è molto rara).

 

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Inviato

Ciao Nikko,

moneta gradevole che assume particolare pregio proprio in relazione alla legenda.

Ciao

Illyricum

:)

PS: se ti puó consolare non ero al corrente nemmeno io di questa legenda con INvictus!


Inviato (modificato)

Bella moneta @@Nikko, complimenti :) Secondo te "Invictus" è da considerarsi, in qualche modo, un richiamo al Sol? 

ps: oggi, per puro caso, mi sono imbattuto proprio in questa moneta! Non ero comunque interessato all'acquisto :)

 

@@Illyricum65 notevole il tuo ultimo acquisto; mi era sfuggito :)

Modificato da Matteo91
Awards

Inviato (modificato)

Ciao Nikko,

moneta gradevole che assume particolare pregio proprio in relazione alla legenda.

Ciao

Illyricum

:)

PS: se ti puó consolare non ero al corrente nemmeno io di questa legenda con INvictus!

 

Sapevo che fosse possibile trovarla sulle monete di Heraclea, ma non si finisce mai di imparare....

 

Rispondendo anche a Matteo, credo che non ci siano dubbi nel mettere in relazione tale titolo imperiale col deus Sol Invictvs.

Dobbiamo considerare che Costantino assunse questo titolo nel 310-311,  in una fase critica per la propria sopravvivenza politica e biologica, per cui era estremamente forte la necessità di legittimare il proprio potere.

 

Le monete come grande mezzo di propaganda....    e oggi, invece, c'è facebook   :rofl:

Modificato da Nikko
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