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Inviato

Complimenti per le analisi ben poste. Anche io non ero a conoscenza del tasso di ragguaglio ben al di sotto delle 5 lire ... e tra l'altro nel decreto precedenta era addirittura più basso.  Aggiungerei che una ulteriore elemento che farebbe supporre la malafede da parte italiana è la dimensione identica del 5 Lire Tallero con il tallero di MT (40 mm.) pur in presenza di un titolo di argento più basso.

Detto questo, resta insoluta la ragione del fallimento del Tallero Italico del 1918, per il quale il titolo di argento 0.835 era addittura più alto di quello di MT 0.833.

Buona serata a tutti.


Inviato

"Detto questo, resta insoluta la ragione del fallimento del Tallero Italico del 1918, per il quale il titolo di argento 0.835 era addirittura più alto di quello di MT 0.833. "

Si può tentare di trovare una risposta a questa domanda sulla base di alcune considerazioni:

1. il "tallerum italicum" venne coniato in soli 510.000 esemplari, quantitativo insufficiente per diffonderlo capillarmente e per sostituire i milioni i talleri di M.T. presenti nella circolazione. Si consideri, a questo proposito, che nel 1885 il Governo del Regno d'Italia acquistava dall'Austria, come fondo da utilizzare nella Colonia ben un milione di talleri di M.T. La consegna avvenne a Trieste e la zecca austriaca richiedeva, oltre al rimborso della materia prima, un diritto di coniazione pari all'1,5% dell'importo totale.

Credo che basti questo confronto per comprendere come poco più di mezzo milione di talleri italici rappresentasse un contingente assolutamente insufficiente anche solo per auspicarne l'affermazione fra le popolazioni locali;

2. Va detto ancora che, nei commerci interni e sopratutto negli interscambi con l'Etiopia, Paese che all'atto dell'introduzione del tallerum italicum non era sotto la nostra influenza, il tallero austriaco era la sola moneta comunemente accettata e gradita e dunque il suo utilizzo era il solo mezzo per coltivare la corrente dei traffici fra l'Eritrea e l'Etiopia.

3. Vogliamo metterci anche la mancanza della famosa "spilla" nella moneta italiana, che consentiva ai locali di constatare al tatto il consumo dei talleri di M.T.?

Mettiamocela pure....anche se trovo l'argomento il meno convincente di tutti. 

Saluti.

Michele

  

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Inviato

Buon pomeriggio a tutti.

L'idea che mi sono fatto sulle cause del fallimento del tallero d'Italia è la seguente, ed è di tipo prettamente tecnico-economico.

E' noto che il prezzo dell'argento, durante gli anni del primo conflitto mondiale, salì velocemente, raggiungendo un picco nel dicembre 1919.

Rispetto al 1915, anno di ingresso in guerra dell'Italia, il valore del bianco metallo era aumentato di circa 5 volte e mezzo, per poi tornare a diminuire verso la fine del 1920.

Probabilmente in ciò è da ricercare il motivo del fallimento del tallero di Vittorio Emanuele III, e della susseguente sospensione della sua coniazione disposta dal Ministero del Tesoro non appena venne raggiunta la quota di 510.000 pezzi.

L'Italia rientrava, in quegli anni, nel sistema monetario del Gold Standard, dunque con ogni probabilità mantenere nella Colonia Eritrea un sistema monetario basato sul tallero d'Italia in ottimo argento (28,066 g al titolo 835/..), si rivelò eccessivamente dispendioso.

 

 

 


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