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La mia piccola collezione di Eravisci


ARES III

Risposte migliori

Complimenti sono veramente interessanti, io personalmente non avevo mai sentito parlare di questa popolazione. Se posso farti una domanda come mai hai deciso una collezione cosi particolare? Un saluto

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Inviato (modificato)

Grazie dei complimenti @@Claudio I .

Sinceramente la colpa, se può essere così definita, è a carico del grande @g.aulisio (al quale devo sempre la mia gratitudine perché è sempre gentile e disponibile nei confronti di noi tutti principianti e non) che nel lontano 5 Ottobre 2013 ha iniziato a trattare dell'argomento "I denari degli Eravisci".

Conoscevo vagamente l'argomento (ma molto vagamente) ma poi è scattata una scintilla che mi ha fatto innamorare di questa monetazione.

Io ho iniziato un po' come tutti partendo da monetazioni più "facili" greco-romane e medievali, poi mi sono avvicinato a monetazioni un po' più di nicchia come quelle celtiche ed etrusche (queste ultime purtroppo non possiedo niente e mi devo accontentare delle sole foto e dei libri).

Devo dire che queste monete non sono facilmente reperibili sul mercato italiano ma si possono trovare tranquillamente sul mercato tedesco, austriaco ma soprattutto ungherese a prezzi molto accessibili (mediamente sui 120 € i pezzi più belli).

 

Come bibliografia ti consiglio di andare a leggere il post di @g.aulisio e se conosci il tedesco trovi in rete Die munzen der Eravisker di Gohl scaricabile in PDF in Nuismatische Zeitschrift

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Modificato da ARES III
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Caspita, ne hai messi insieme un bel po'!

 

Vacci piano coi complimenti, io sono notoriamente scorbutico.

 

Se già non ce l'hai, ed intenzione di affrontare questa monetazione seriamente (come mi pare tu stia facendo) credo che questo ti possa far comodo (lo divido in due altrimenti non passa):

 

TORBAGYI ERAVISKER - ACTA ARCHAEOLOGICA TOMUS 36 (A MTA RÉGÉSZETI KÖZLEMÉNYEI, 1984) A.pdf

 

 

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La seconda parte non passava, ho dovuto zipparla:

 

TORBAGYI ERAVISKER - ACTA ARCHAEOLOGICA TOMUS 36 (A MTA RÉGÉSZETI KÖZLEMÉNYEI, 1984) B.rar

 

Dovrei avere da qualche parte anche un articolo di Göhl molto importante (purtroppo in ungherese) ma con le foto dei pezzi del ripostiglio di Budapest (ricordo che l'avevo scansionato in BnF, dove l'ho messo... vattelapesca).

 

Se lo trovo te lo posto.

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Voi cosa ne pensate?

 

Complimenti ARESIII, interessantissima collezione. Sono dell'idea che una moneta, per essere appagante, non debba per forza essere raffinata dal punto di vista estetico: personalmente trovo molto più appaganti monete come queste, che possono fornire moltissimi spunti di studio. Ecco, sulle foto effettivamente si poteva fare qualcosa di più  :P

 

Tienici aggiornati sulla tua collezioni e le tue ricerche, mi raccomando :)

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Il più a piccolo, a nord é il Neusiedlersee, in Austria. Il grande (che é veramente grande) é il Balaton, in Ungheria. L'ultima volta che ci sono andato il Patto di Varsavia era ancora lungi dal cadere. La parte sud piatta, turistica, una sorta di riviera romagnola (senza nulla togliere alla riviera romagnola) dell'est. La parte nord, collinosa, molto più bella (almeno secondo i miei gusti). Per quanto turistica, già all'epoca, posso immaginare ora, la penisola di Tihany (spero si scriva così, vado a memoria) mi era piaciuta particolarmente.

 

Prendendo spunto dalla geografia per tornare alla numismatica, spesso le case d'asta propongono imitazioni di denari repubblicani di area danubiana attribuendoli immancabilmente agli Eravisci. In realtà le aree di produzione (intendo quelle antiche ;) ) sono almeno tre:

 

- Budapest (o più precisamente la collina di Buda, al di là del Danubio) su cui era installato il principale oppido degli Eravisci, a cui sono attribuibili le "vere" emissioni di tale popolo.

 

- Un'area più meridionale, genericamente definita "Pannonica", a cui sono attribuibili la maggior parte delle emissioni stilisticamente simili a quelle degli Eravisci ma prive dell'etnico.

 

- La Dacia, nell'odierna Romania, in cui operavano atelier che imitavano piùttosto pedissequamente le imitazioni romane.

 

Se i primi due fenomeni sono abbastanza legati, il terzo é piuttosto scollegato.

 

Ma nelle aste tutto fa brodo.

 

Ah dimenticavo il quarto fenomeno, quello dei "celti reincarnati" del XX e XXI secolo, molto attivi nelle serie imitative.

 

Per fortuna mi sembra che @AresIII sia riuscito efficacemente ad evitarli.

Modificato da g.aulisio
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Inviato (modificato)

Grazie @g.aulisio del materiale e a tutti dei complimenti, che vanno naturalmente alle monete.

Non ci sono problemi per i testi in lingua ungherese perché ho un amico che è per metà ungherese e lo parla bene, quindi mi farò aiutare da lui.

Modificato da ARES III
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  • 2 settimane dopo...
  • 4 settimane dopo...

Avendo avuto un po' di tempo in questi giorni, mi sono dedicato allo studio di queste monete e mi sono accorto che purtroppo tutti gli studiosi non hanno (almeno dal materiale che ho finora raccimolato) mai fatto uno schema o una tavola generale e riassuntiva di tutta la produzione.

La maggior parte dei contributi analizzano una sola collezione.

Allora mi sono detto perché non provarlo a fare.

Naturalmente devo dire che il mio è un tentativo in divenire, quindi abbiate pietà del sottoscritto, e naturalmente sono bene accetti tutti i contributi, i suggerimenti ed anche le critiche più velenose.

Questa prima bozza di schema, che sottopongo alla vostra attenzione, è suddivisa in due parti, cioè vi è la parte di sinistra che contiene le monete degli Eravisci che imitano il denaro di Lentulus, e la parte di destra che cerca di riassumere le varianti e le varie ibridazioni con i denari di Papius e di Crepusius.

 

Fatemi sapere cosa ne pensate.

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Modificato da ARES III
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Questa è il quadro generale.

 

Segnalo:

 

1- la n . 64 vista nell'asta Hirsch;

 

2- le n. 57 e da 66 alla 79 ho potuto solo riportare i disegni di De la Tour, perché non sono riuscito a scannerizzare le foto dal Desseffwffy;

 

3- dalla n. 1 alla 44 sono divise in 6 famiglie, poi i raggruppamenti sono più effimeri;

 

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Questo è il secondo schema, sull'imitazione del denaro di Papius, con le ibridazioni con i denari di Roscius Fabatus e di Lentulus.

post-35490-0-18605900-1431711175_thumb.j

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Innanzitutto mi complimento per il lavoro, Ares, che mi sembra estremamente interessante e ben fatto.

 

Dopodiché provo a fare qualche considerazione, di metodo. Bada bene, Ares, la mia non é assolutamente una critica, e nemmeno un suggerimento.

Mi limito a dire come tenterei di affrontare io la faccenda. Il che può essere condivisibile oppure no.

 

Allora, butto là qualche ipotesi di assunto, intanto sulle caratteristiche della monetazione:

 

- la monetazione é imitativa, ma non tutti i tipi sono immediatamente ed univocamente riconducibili a specifici prototipi romani (ad esempio i rovesci a legenda DOMISA).

- esistono incroci di conio tra i dfferenti tipi.

- i conii utilizzati, quanto meno ragionando sulla base del materiale conservato ed accessibile, sembrano essere in numero abbastanza limitato.

 

Quanto agli studi pregressi, é vero che alcuni (Göhl, Freeman) sono basati su degli insiemi limitati, ma quello della Torbàgyi é comprensivo di tutti i dati di cui la studiosa era a conoscenza nel 1984.

 

Aggiungo che tanto il lavoro della Torbagyi quanto quello del Freeman (più recente, ma che mostra molti limiti essendo basato su di un insieme esiguo di pezzi, non tenendo inoltre in conto il lavoro della Torbagyi ed infine essendo affetto da evidenti problemi editoriali che ne rendono difficile la lettura), sono entrambi basati sulla identificazione dei conii.

 

Questa credo sia la strada giusta: i conii non sono moltissimi, e di conseguenza il lavoro si può fare senza sforzi sovrumani ed in tempi non biblici, pur sapendo che il quadro non sarà definitivo e potrà essere ampliato nel corso del tempo. 

 

Io partirei dalla identificazione dei conii di dritto e di rovescio (riportando i riferimenti precedenti di Torbàgyi e Freeman) per arrivare successivamente ad una identificazione in "tipi" (necessariamente aperti), identificati dalle accoppiate di conii, e quindi di insiemi più ampi che racchiudono accoppiate di conii simili.

 

Credo che una lettura importante nell'affrontare metodoligicamente le monetazioni celtiche imitative, rimanga il Traité di Colbert de Beaulieu.

 

Ho cercato di dire velocemente molte cose tutte insieme, e mi rendo conto che il risultato appare un po' confuso. Me ne scuso.  

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Ti ringrazio dei preziosi consigli che mia hai gentilmente dato @g.aulisio e che naturalmente userò e cercherò di seguire.

 

Ti chiedo cosa ne pensi del denaro dell'asta di Hirsch, perché in questo caso entrambe le facce della moneta sono riconducibili a due rovesci. E mi sembra che sia l'unico caso nel repertorio.

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Collezione stupenda, tienici aggiornato sui nuovi acquisti e in particolar modo sul lavoro che stai svolgendo visto che è molto interessante  :clapping:

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Ti chiedo cosa ne pensi del denaro dell'asta di Hirsch, perché in questo caso entrambe le facce della moneta sono riconducibili a due rovesci. E mi sembra che sia l'unico caso nel repertorio.

 

Credo di tratti di due monete diverse.

 

Il lotto era composto di quattro monete, tutte con testa a destra al dritto, ed al rovescio grifone (2 esemplari), cavaliere, globo tra scettro (SIC) e timone.

 

Si sono limitati ad illustrare due rovesci.

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  • 4 settimane dopo...

Penso che il conio di incudine non l'abbia proprio visto. Mi sembra abbia visto solo... l'incudine.

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  • 3 mesi dopo...
  • 1 mese dopo...

Sono riuscito a trovare un denario Carisius, in uso presso gli Eravisci, dello stesso conio presente nel catalogo  Freeman.

Certo non è loro ma comunque in questo modo svolge a due funzioni: come moneta in circolo presso gli Eravisci e come moneta romana repubblicana.

Che dire due in uno.

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Riassumendo lo stato della mia collezione.

 

PS: se qualcuno girando e girando nelle aste dovesse imbattersi in qualche denarino dei miei ben amati Eravisci, e naturalmente se avesse piacere, può segnalarlo sia qui che in MP.

Grazie in anticipo.

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