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Risposte migliori

Inviato

Nell'ultima asta Montenegro al lotto N° 153 è stato esitato lo Scudo di Bologna coniato durante la Sede Vacante del 1829 riconducibile al tipo "galero senza fiocchetti", o meglio con i fiocchi appoggiati e non svolazzanti, come nello stesso scudo coniato però a Roma.

Questa variante non era evidenziata nella descrizione della moneta, e spesso non viene "colta" dai curatori dei cataloghi d'aste pubbliche nelle rare apparizionii sul mercato numismatico, sebbene sia riportata anche nei cataloghi di Numismatica contemporanea come ad esempio il Gigante.......

 

Anche nel recente articolo di P.N. di Dicembre'14 dedicato alla Sede Vacante del 1829 (aprofitto per fare i miei complimenti agli autori, curato in tutti idettagli) si è parlato di questa variante, sostenendo che il conio di Roma fù "prestato" a Bologna per dare continuità alla coniazione.

 

La totalità degli esemplari coniati è di 14.955 pezzi, e in effetti è una moneta tipicamente classificata Non Comune, ma la variante oggetto di questa discussione e di cui allego immagine é a mio avviso molto più rara anche dello Scudo per Roma, spesso classificato R2. 

 

Sono veramente pochi gli esemplari che ho censito e trovato rispetto al tipo comune, ed è per questo motivo che ho pensato di aprire una discussione dedicata alla Vs. conoscenza.....................

 

Buona serata

Daniele

A.bmp


Inviato

son felice di avere una moneta cosi' rara in collezione anche se le S.V. non sono per me particolarmente attraenti come per l'amico Darectasapere. attendo foto migliori d'entrambe le facce dello scudo per valutarne bene la conservazione.... saluti.


Inviato

Non sono del tutto d'accordo con Daniele sulla rarità dello scudo della S.V. 1829 "senza fiocchetti" coniato a Bologna. La separata classificazione di questa variante mi pare assai recente eppure ne ho già visti passare diversi nelle aste degli ultimi anni. Per quello che ho visto io ne sono stati battuti di più di questa variante rispetto allo scudo della stessa sede vacante coniato a Roma.

Vi posto i due esemplari che ho in collezione.

Il primo è una moneta che ha sofferto parecchio che proviene da un'asta Negrini.

 

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Inviato

Il secondo è invece un esemplare migliore e con una gradevole patina che proviene da un'asta Bolaffi

 

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Inviato

Una volta postati i miei esemplari provo a dire la mia sulla questione del conio di Roma prestato a Bologna.

Io ho notato che lo scudo coniato a Roma ha i cordoni evidentemente sagomati e il braccio superiore della croce sopra lo stemma  anteposto al cappello.

Lo scudo coniato a Bologna invece, anche per esemplari praticamente fior di conio che ho reperito su internet, ha i cordoni praticamente non sagomati (o forse in modo leggerissimo) e il braccio superiore della croce sopra lo stemma  che scompare dietro al cappello.

Se guardate le monete che ho postato la prima, pur avendo i fiocchetti appoggiati, sembrerebbe un conio "tipo Bologna" mentre la seconda sembrerebbe un conio "tipo Roma".

Se non ho preso una grossa cantonata, quindi, la variante dello scudo della S.V. 1829 "senza fiocchetti" coniato a Bologna esiste in due diverse versioni. Una con il conio del dritto uguale a quello di Roma e un'altra con il conio che ha tutte le caratteristiche di quello di Bologna ma ha i fiocchetti appoggiati come quello di Roma.

Se, quindi, si fosse anche verificato il prestito del conio da Roma a Bologna questo avrebbe riguardato solo alcune monete coniate a Bologna mentre dovrebbe essere esistito anche un conio specifico di Bologna con i fiocchetti appoggiati.

Questo sempre se il mio ragionamento è corretto e non ho commesso grossolani errori.

A proposito sto cercando di ingegnarmi a fotografare le mie monete: ditemi spassionatamente e senza remore che ne pensate del risultato.

Buona serata a tutti.

Roberto

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Supporter
Inviato

Una differenza negli scudi tipo "Roma",io l'ho sempe ravvisata nei caratteri della scritta.Diversi e più sottili


Inviato

Ad una più attenta osservazione direi anche io che i caratteri sono diversi. Guardate le basi delle A delle T e delle E.... mi pare che anche questo elemento confermi l'ipotesi che ho formulato prima.


Inviato

Io ho notato una cosa alquanto strana nel 2° esemplare che hai postato:

sopra la punta del "padiglione" non c'è la crocetta, ma una sorta di bandierina: confermi ?


Inviato

Posto il particolare che hai notato da una immagine con luce diversa.

 

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In effetti sembra una "bandierina" anche se probabilmente doveva essere una croce e la mancanza deriva da un difetto del conio che, se era veramente quello che già era stato utilizzato a Roma, poteva legittimamente essere usurato.


Inviato

Sempre lo stesso particolare con un maggiore ingrandimento e con la luce radente da sopra. Con questa immagine secondo me si nota maggiormente il difetto di conio

 

post-27607-0-41080400-1428358082.jpg


Inviato

@@Specialized65

Molto interessanti le tue osservazioni sulle 2 varianti del "galero con fiocchetti appoggiati" per Bologna.

La seconda varietà, quella del #4 per intenderci, non l'avevo mai notata ed è decisamente più rara della prima (nel complesso circa il 20% di tutti gli esemplari di Scudo per questa tipologia corrispondono al tipo fiocchetti appoggiati). Puoi indicare il peso al centigrammo di queste 2 monete?

Comunque non esistono conii romani o bolognesi: tutte le matrici furono incise a Roma da Giuseppe Cerbara e poi alcune spedite a Bologna. Non si può escludere che siano stati qui modificati i conii ottenuti dalle stesse, ma le differenze riportate non sono compatibili con la corrispondente modifica (che di solito riguarda un unico particolare principale o l'aggiustamento di un conio usurato o danneggiato.

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Supporter
Inviato

Le differenze,comunque,ci sono.Ricordo ancora i caratteri della scritta sul dritto,che presentano differenze innegabili tra le monete coniate a Roma,rispetto a quelle di Bologna.Mi farebbe piacere leggere un parere degli altri amici competenti in materia


Inviato

Le differenze ci sono.

Quanto voglio dire è che il materiale creatore (le matrici) provenivano comunque da Roma: dunque le varietà hanno verosimilmente origine qui, non a Bologna. Tuttavia esiste la possibilità di un "ritocco" bolognese dei conii che incapparono spesso, come accadeva in questo periodo a causa della qualità dell'acciaio utilizzato, in rotture e affossamenti.

 

Per quanto riguarda il lettering, ovviamente Roma dovrebbe aver usato un unico tipo di caratteri: mi sembra che le differenze a questo livello possano essere riconducibili ad una maggiore usura del primo esemplare qui presentato, che induce a considerare diverse (ma non lo sarebbero) le singole lettere. Anche in tal caso non si può escludere un "ripasso" bolognese di un conio rovinato, o una sua "finitura", come indicato in una lettera della ricostruzione d'archivio sopra richiamata (e in cui si menzionano complessivamente 3 conii):

 

Roma, 8 aprile 1829 - lettera di Pellegrino Salvigni (Direttore della Zecca di Bologna) a Francesco Mazio (Direttore della Zecca di Roma): “Mi chiedete nell’ultima vostra se io mi sia servito delle matrici dello Scudo per stampare le monete onde ottenere sollecitudine. Eccovi quanto si fece. Mi mandaste la prima matrice e mi avvisaste l’imminente proclamazione del nuovo Santo Pontefice. Quella matrice si trovò bella come scrissi; onde Busi la ripulì, la finì, la temprò e l’accomodò da poter servire anche da conio se l’urgenza lo richiedeva. Voi tardaste a mandarci la seconda matrice. Dunque in quel frattempo si cavò il punzone della prima e si formò il suo conio. Perciò s’incominciò la battuta con doppio conio di quella prima matrice, e così alterandosi uno, ne era pronto un altro. Mi pare che dei due Scudi a voi mandati uno sia fatto con un conio e l’altro coll’altro conio che si distingue. Imperrochè quel conio fatto colla vostra matrice presto formò una crinatura, e immediatamente si sostituì l’altro. La seconda matrice e così quella del mezzo Scudo trovate belle, si finirono, si pulirono e si temprarono a conio. Vedrete la finitura osservando il capo e collo del colombo in confronto dei vostri primi mezzi Scudi. Le matrici dello Scudo avevano il difetto di essere più grandi del dovere come sapete. Conviene fare i campioni dei diametri con cerchi di metallo duro o di acciajo e darne uno ai Cerbara e alle due zecche come feci fare io. Tali cerchi torniti sono larghi fino alla granitura e si usano anche per fare questa bene rotonda. E’ questo un precetto importante. (...).

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Supporter
Inviato

Ottimo contributo


Inviato

Dal particolare ingrandito è una croce "mal coniata" certo che se fosse stata una bandierina.....

Riepilogando abbiamo scoperto addirittura 2 coni per il galero con i fiocchetti appoggiati, decisamente meno conosciuto il secondo tipo postato da Roberto;chissà che a questo punto non esista anche il tipo "galero con fiocchetti svolazzanti + cordoni sagomati !


Inviato

Ecco i pesi delle monete:

la prima, quella dell'asta Negrini pesa 26,29 g

la seconda, quella dell'asta Bolaffi, pesa 26,19 g

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