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E se donassimo ai musei le nostre collezioni?


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Inviato

Io considero la Numismatica un'Arte. Per me è come la musica. Ci sono varie tipologie di musica e c'è chi ama un genere piuttosto che un altro. Conta trovare qualcuno che la viva in modo affine al proprio. Sono solo agli inizi, ho tanta strada da fare e tantissimo da imparare ma già adesso mi nasce interiormente un quesito: come potrò tramandare e dare l'opportuna valorizzazione all'esperienza di vita raccolta in una collezione che non sarà un semplice oggetto fisico ma emblema di tutti i sacrifici che avrò fatto? La risposta che mi viene adesso è di affidarla ad una persona, non per forza un erede (se non ci sono le condizioni) , che comprenda il modo in cui ho percepito e vissuto il viaggio nell'Universo Storico-Estetico del collezionare e studiare quelle testimonianze del passato quali sono Monete, Banconote, Medaglie e tutti gli altri manufatti sapientemente sviluppati per dare espressione alle tradizioni e ai costumi e simbolo dei vari popoli. Magari cambierò pensiero crescendo. Ma quello che aspiro di raggiungere è una personale collezione che sia un vero e proprio Testamento spirituale per colui che avrà l'empatia per comprendere il modo in cui ho vissuto "il viaggio" per costruire la collezione. Perdonate la lunghezza dei messaggi. Un saluto

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Inviato

Io considero la Numismatica un'Arte. Per me è come la musica. Ci sono varie tipologie di musica e c'è chi ama un genere piuttosto che un altro. Conta trovare qualcuno che la viva in modo affine al proprio. Sono solo agli inizi, ho tanta strada da fare e tantissimo da imparare ma già adesso mi nasce interiormente un quesito: come potrò tramandare e dare l'opportuna valorizzazione all'esperienza di vita raccolta in una collezione che non sarà un semplice oggetto fisico ma emblema di tutti i sacrifici che avrò fatto? La risposta che mi viene adesso è di affidarla ad una persona, non per forza un erede (se non ci sono le condizioni) , che comprenda il modo in cui ho percepito e vissuto il viaggio nell'Universo Storico-Estetico del collezionare e studiare quelle testimonianze del passato quali sono Monete, Banconote, Medaglie e tutti gli altri manufatti sapientemente sviluppati per dare espressione alle tradizioni e ai costumi e simbolo dei vari popoli. Magari cambierò pensiero crescendo. Ma quello che aspiro di raggiungere è una personale collezione che sia un vero e proprio Testamento spirituale per colui che avrà l'empatia per comprendere il modo in cui ho vissuto "il viaggio" per costruire la collezione. Perdonate la lunghezza dei messaggi. Un saluto

 

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Inviato

Io considero la Numismatica un'Arte. Per me è come la musica. Ci sono varie tipologie di musica e c'è chi ama un genere piuttosto che un altro. Conta trovare qualcuno che la viva in modo affine al proprio. Sono solo agli inizi, ho tanta strada da fare e tantissimo da imparare ma già adesso mi nasce interiormente un quesito: come potrò tramandare e dare l'opportuna valorizzazione all'esperienza di vita raccolta in una collezione che non sarà un semplice oggetto fisico ma emblema di tutti i sacrifici che avrò fatto? La risposta che mi viene adesso è di affidarla ad una persona, non per forza un erede (se non ci sono le condizioni) , che comprenda il modo in cui ho percepito e vissuto il viaggio nell'Universo Storico-Estetico del collezionare e studiare quelle testimonianze del passato quali sono Monete, Banconote, Medaglie e tutti gli altri manufatti sapientemente sviluppati per dare espressione alle tradizioni e ai costumi e simbolo dei vari popoli. Magari cambierò pensiero crescendo. Ma quello che aspiro di raggiungere è una personale collezione che sia un vero e proprio Testamento spirituale per colui che avrà l'empatia per comprendere il modo in cui ho vissuto "il viaggio" per costruire la collezione. Perdonate la lunghezza dei messaggi. Un saluto


Inviato

Perchè se lo scopo essenziale che si prefigge il donante che decide di lasciare la Collezione ad un'Istituzione, è quello di renderla fruibile al pubblico, il destinatario naturale di una tale iniziativa è la stuttura museale statale.

 

secondo me il pubblico non è interessato a guardare monete in un museo. chi le guarda nei musei secondo me sono solo collezionisti di monete.


Inviato

"Perche' complicarsi inutilmente ( e immeritatamente) la vita..

Basta donare ad un'istituzione piu ' collector-friendly .... che valorizzi meglio quanto viene donato"

Perchè se lo scopo essenziale che si prefigge il donante che decide di lasciare la Collezione ad un'Istituzione, è quello di renderla fruibile al pubblico, il destinatario naturale di una tale iniziativa è la stuttura museale statale.

Almeno in Italia.

D'altro canto, non è che i cosiddetti Musei privati italiani o le istituzioni bancarie diano chissà quali garanzie di conservazione e fruizione pubblica.

Si veda la vicenda della Collezione Bovi, donata al Museo Filangieri, di cui abbiamo avuto modo di scivere anche qui sul Forum di recente, che dimostra, in modo eloquente, come non sia facile individuare una struttura, come dici Tu, collector-friendly.....

M.

Dimostra proprio nulla caro Bizerba

Informarsi meglio ..

Esistono in Italia decine di fondazioni e musei privati che garantiscono eccellenti

Valorizzazioni e fruizioni. Abbiamo citato la Bam di mantova cui l'avv Grossi fdce acquisire

La Magnaguti , si e' visto la coll di Oselle di Palazzo Montanari a Vicenza, le monetd di Mirandola

De lla Cassa di Risparmio

Non solo tutte fruibilissime ma soprattutto corredate in tempi record di pubblicazioni

Splendide che ne pongono in risalto il valore culturale

Dove sta scritto che per valorizzare una collezione esistano solo i musei statali ?


Inviato

"Dove sta scritto che per valorizzare una collezione esistano solo i musei statali ?"

 

Da nessuna parte...e infatti non l'ho scritto neppure io, limitandomi a riportare che se lo scopo del Collezionista è quello di lasciare le proprie monete alla fruizione del pubblico, la strada naturale dovrebbe essere quella delle strutturale statali (se funzionassero e se la burocrazia fosse accettabile).

 

D'altonde, gli stessi esempi che hai citato Tu (B.A.M. e B.P.V.) sono casi non di Collezioni pervenute per donazione ma frutto di acquisizioni a titolo oneroso.

 

Ciò presuppone un preciso intento da parte delle banche di acquisire non una qualunque collezione ma:

 

- una Collezione specifca;

 

- o la ricerca sul mercato di una particolare tipologia di monete, in genere legate al territorio nel quale la banca opera e che la stessa ritiene, consapevolmente, di voler valorizzare.

 

ChiediTi che interesse potrebbero avere le Banche che hai citato Tu o qualunque altra istituzione privata, a ricevere in donazione la Collezione di Tizio o di Caio o di Sempronio (che non possono sempre chiamarsi Magnaguti o Bovi) e che pur avendo anche un interesse storico-numismatico apprezzabile, non arriveranno quasi mai ad eguagliare le raccolte prestigiose sopra citate.

 

Ma chiediTi anche e sopratutto se certe operazioni di "mecenatismo numismatico" siano oggi ancora compatibili con le politiche di tagli e risparmi che stanno conducendo ormai da alcuni anni anche i più importanti gruppi bancari.

 

Non mi riferisco solo alla possibilità da parte di questi Enti di acquistare nuove collezione ma, rimanendo al'ipotesi della donazione, anche solo alla disponibilità di realizzare strutture atte alla fruizione pubblica delle monete. 

 

Datti le risposte e affronta la riflessione delle donazioni di collezioni magari anche importanti, ma pur sempre "normali", in favore di questi Enti, non come se fosse un'astrazione filosofica ma calandolo nella quotidianità e nella realtà concreta delle cose....

 

Saluti. :hi:

Michele
 

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Inviato

Lo smembramento delle collezioni é la parte piú significativa del loro percorso: ha un po'il significato di "polvere eri e polvere tornerai" , e da quella cenere nascono nuovi fiori bellissimi: noi e le nostre collezioni ne siamo un esempio... Donare ai musei é sempre molto negativo per il mio punto di vista, ed é limitante nei confronti del ruolo didattico che le monete potrebbero avere nel futuro per altre persone...

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Inviato

Lo smembramento delle collezioni é la parte piú significativa del loro percorso: ha un po'il significato di "polvere eri e polvere tornerai" , e da quella cenere nascono nuovi fiori bellissimi: noi e le nostre collezioni ne siamo un esempio... Donare ai musei é sempre molto negativo per il mio punto di vista, ed é limitante nei confronti del ruolo didattico che le monete potrebbero avere nel futuro per altre persone...

quoto. 

Vero cmq che la fruizione (nelle migliori condizioni possibili: monete esposte, visibili, afflusso di gente, apertura a studi, classificazioni, fotografie etc., mostre, convegni, magari corredate da libri sull'argomento … ) che si può (potrebbe) avere in un museo è differente rispetto alla sfera privata. Ma solo quando ci saranno le migliori condizioni possibili ci potrà essere un arricchimento personale collettivo. (questo per dire che una collezione in un museo non è un male assoluto, dipende da molte condizioni)

Detto questo continuo a pensarla alla Sambon e a condividere il pensiero di Magdi.

 

N.

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Inviato (modificato)

quoto. 

Vero cmq che la fruizione (nelle migliori condizioni possibili: monete esposte, visibili, afflusso di gente, apertura a studi, classificazioni, fotografie etc., mostre, convegni, magari corredate da libri sull'argomento … ) che si può (potrebbe) avere in un museo è differente rispetto alla sfera privata. Ma solo quando ci saranno le migliori condizioni possibili ci potrà essere un arricchimento personale collettivo. (questo per dire che una collezione in un museo non è un male assoluto, dipende da molte condizioni)

Detto questo continuo a pensarla alla Sambon e a condividere il pensiero di Magdi.

 

N.

Io sono ancora più estremista   :D credo che oggi la musealizzazione di un oggetto privato sia proprio un male assoluto... spesso i collezionisti sono avari e poi è una debolezza umana la pretesa di costruire qualcosa che duri all'infinito... per questo si donano le collezioni "così resterà sempre composta e non si scioglierà" si dice... ma che senso ha? La moneta è un oggetto fatto per girare, oggi è capitata a me, ho saputo ascoltarla e trarne la storia delle persone e delle civiltà che come me l'hanno vissuta, domani capiterà ad un altro, e tra le storie che potrà raccontare, magari, ci sarà anche la mia. Fermare una moneta è togliergli significato, privarla della sua funzione. Avete mai visto quelle città bellissime e paesi medievali vincolati dalla sovrintendenza, che non possono espandersi, nei quali gli edifici non possono essere modificati, nei quali non possono costruirsi adeguate vie di comunicazione, dopo la gente se ne va e i paesi e le città restano vuote, e cade tutto in malora... le città sono fatte per essere vissute, ed è giusto che ogni epoca apporti, con la propria coscienza, le modifiche che servono per adeguarla al tempo in cui viene utilizzata, parimenti la moneta, che nasce per circolare, e che viene studiata con passione per il suo corso nei secoli, non può essere fermata in una cassetta di un museo per sempre, altrimenti diventa come quelle belle città medievali deserte, che dopo qualche anno cadono a pezzi (come cadono oggi a pezzi molti dei reperti museali). La donazione dei musei è utile solo quando si tratta di pezzi di assoluta rarità, che possono essere studiati domani da altri solo in quell'esemplare che si possiede, e che dunque è giusto rendere fruibile a tutti, ma per il resto lo ritengo assolutamente un errore...

Abbiamo l'egoismo dell'OGGI, ma bisogna rendersi conto che noi siamo solo una parte della storia, e chi viene domani ha il diritto, non solo di conoscere quello che è stato prima di noi, ma anche quello che siamo stati noi.

Modificato da magdi
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Comprerndo il punto di vista di Magdi e Nikko. Mi piace l'idea "polvere eri e polvere tornerai , e da quella cenere nascono nuovi fiori bellissimi".

Forse, però, ragiono da studioso e non da collezionista.

E' molto difficile accedere alle collezioni private: non tanto alle pochissime collezioni private di grande importanza e note, che generalmente il proprietario rende partecipe con piacere lo studioso sull'argomento, ma le tantissime collezioni meno famose: non percjhé il proprietario non lo consenta, ma perché non se ne ha conoscenza della loro esistenza.

L'ideale sarebbe il superamento dell'attuale legge: basterebbe semplicemente il corollario che la pubblicazione di una moneta, purché il proprietario non l'abbia acquisita in modo penalmente illecito (furto, ricettazione cosciente), equivale a denuncia alle pertinenti Autorità e ne legittima il possesso (anche in caso di incauto acquisto, ad esempio su ebay). In realtà è ciò che conta davvero: non il possesso, ma la conoscenza della moneta.

Ad esempio, so di un collezionista che si è dedicato durante una vita intera a raccogliere monete in un'area non lontano da Roma dove ci furono prima lavori agricoli, poi interventi edilizi. Non usava il metaldetector né scavava: si limitava a raccogliere materiale di superficie, soprattutto quello che veniva alla luce durante la costruzione di condomini. In questo modo ha raccolto circa 7.000 monete che vanno dalla Repubblica sino al VI secolo (occasionamente sino al XVIII). La conservazione è scarsa, ma è una collezione interessante proprio perché rispecchia la raltà del circolante quotidiano e fornisce informazioni davvero utili. Ad esempio, ci sono circa 200 monete di Valentiniano III, ma neppure una che rientra in quelle che vanno dal RIC X,2140 al 2164 e questo dato va a favore della tesi di coloro (come Mostecky) che sostengono che tali emissioni non siano romane ma cartaginesi. Il collezionista è morto, ma il contenuto della sua collezione continua ad essere top secret. E invece sarebbe cosa bellissima pubblicarlo! Lo conosco, perché egli stesso anni fa mi fece avere un DVD con tutte le monete della sua collezione: ma se lo pubblicassi creerei un enorme problema agli eredi. E se lo pubblicassi dando un'infromazione falsa, ad esempio che si tratta della collezione di un mio compaesano cileno, renderei un pessimo servizio alla numismatica, perché darei informazioni fuorvanti.

 

La sede museale dovrebbe essere sempre quella che consente di reperire le informazioni: e spesso lo è. Purtroppo le gabole burocratiche e la cronica mancanza di fondi (soprattutto questa) limitano moltissimo la possibilità dei musei di rendere facilmente fruibili le collezioni ivi giacenti, e talvolta addirittura la possibilità di riceverne in dono.

 

Ma credo che la soluzione non sta nel negarle ai Musei (pubblici o privati che siano) ma nel denunciare la situazione in cui si trovano essi stessi ad operare.

 

La moneta raramente è oggetto espositivo: troppo piccola per eserlo. Né il grosso pubblico va ai musei a vedere monete. Sono gli studiosi e i collezionisti che hanno piacere di vederle. A volte la loro richiesta si scontra con difficoltà burocratiche, ma tantealtre volte ciò non avviene.

 

Quando l'anno scorso telefonai al curatore del medagliere milanese, il dr. Martini, dicendo che ero interessato a vedere, studiare, fotografare le monete della donazione EP (dunque esistono collezionisti che pur essendo in vita e in ottima salute decidono di donare ai Musei le loro collezioni!), trovai una persona gentilissima e disponibilissima che immediatamente mi diede un appuntamento e quando giunsi a Milano trovai su una scrivania i 17 (diciassette!) plateaux nei quali era conservata ed anche un giovane studente di archeologia che stava compindo uno stage a mia disposizione per aiutarmi a fotografare il tutto.

Credo che spesso si criticano le Istituzioni, facendo di ogni erba un fascio, senza aver provato davvero ad accedere alle stesse.

E' come coloro che criticano un libro o un film che non hanno mai letto o visto.

Le Istituzioni culturali operano tra mille difficoltà, burocratiche e finanziarie: ma operano. Alcune in modo modesto, altre in modo pienamente soddisfacente. Non è giusto continuare a sparare sul mucchio! Vuol dire sparare anche su coloro che non lo meritano, e sono i più. Evitiamo di fare come quelle Istituzioni politiche e amministrative che demotivano quei funzionari che onestamente e con passione cercano di svolgere al meglio il loro lavoro, diventando noi stessi un ulteriore soggetto demotivante.

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Inviato (modificato)

Una collezione "completa" ha un valore storico e culturale notevole: smembrandola questo valore andrebbe a perdersi. Si alimenterebbero nuove collezioni, certamente, ma dal punto di vista storico culturale qualcosa é andato irrimediabilmente perso.

Credo che la soluzione che possa perseguire interessi culturali e, allo stesso tempo, collezionistici sia quella della pubblicazione di un catalogo della collezione, anche online. Ma antwaIa ci ha già fatto notare i problemi legislativi legati a questo tipo di pubblicazione. Speriamo che in tal senso possano esserci miglioramenti per favorire la diffusione di cultura, che non mi sembra sia un male :D

Ps: mi sono sovrapposto proprio ad antwaIa nel rispondere.

Modificato da Matteo91
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Premettendo che la mia collezione non è di alcun chè valore......un giorno, chi desiderasse vederla, al posto di andare ad un museo o tramite cataloghi ecc...venisse a casa mia!

Biglietto ridotto!

Ma per favore su...una persona dopo tanti sacrifici, riesce a mettere da parte una collezione discreta di monete. Poi che fa??......un giorno si sveglia e dona tutto a qualcun altro??........

Lasciamo perdere va...

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Una collezione "completa" ha un valore storico e culturale notevole: smembrandola questo valore andrebbe a perdersi. Si alimenterebbero nuove collezioni, certamente, ma dal punto di vista storico culturale qualcosa é andato irrimediabilmente perso.

Credo che la soluzione che possa perseguire interessi culturali e, allo stesso tempo, collezionistici sia quella della pubblicazione di un catalogo della collezione, anche online. Ma antwaIa ci ha già fatto notare i problemi legislativi legati a questo tipo di pubblicazione. Speriamo che in tal senso possano esserci miglioramenti per favorire la diffusione di cultura, che non mi sembra sia un male :D

Ps: mi sono sovrapposto proprio ad antwaIa nel rispondere.

Secondo il mio punto di vista tu dai molto valore al passato (giustamente) e poco al presente... Se la storia ci ha consegnato quello che abbiamo è perchè la civiltà ha pensato a costruire, pensare, agire nel suo tempo, conservando e lasciando memoria dei tempi precedenti quando questo era possibile... dovremmo preoccuparci di dare il nostro apporto alla storia (certo, anche di valorizzare il passato, ma non di renderlo immobile e cristallizzato: il passato è importante quando siamo in grado di valorizzarlo attraverso il nostro apporto)... La collezione ha valore come insieme di monete perchè rappresenta il percorso di studi intrapreso da qualcuno, ma quando questo qualcuno non c'è più, quell'insieme perde la sua funzione, e se non gli si permette di svolgerla sotto altra forma, non serve più a nulla, se non a documentare il percorso di quello studioso (e questo è un blocco al progresso)... In più le vendite ci forniscono una documentazione importante: ricordiamo che è grazie alle grandi aste della storia se conosciamo i cataloghi di queste prestigiose raccolte... La collezione Gnecchi è oggi parte di alcune delle più prestigiose raccolte di monete italiane, e che senso avrebbe avuto, oggi, quella collezione in un museo? 

La collezione Simoneschi, oggi esposta a Palazzo Blu a Pisa (peraltro in maniera magnifica, sfruttando anche le tecnologie più innovative), è uno spreco di materiali (causato dal vincolo inutile che ci ha messo sopra la soprintendenza)... sono esposte (in parte) ma, mi verrebbe da dire "a che servono?" non sono monete che si studiano, sono monete da raccolta, perchè non hanno assolutamente alcuna valenza archeologica, e dunque a che serve? Se proprio posso capire la valenza di quelle esposte, perchè uno può dire "Sono artisticamente molto valide" (ed è vero), quelle chiuse nei cassetti (perchè tutte non si possono ovviamente mai esporre) a che servono? sono oggetti artistici al pari di un quadro, non hanno nulla di archeologico, anche perchè sono monete comunque reperibili, nulla di unico... Se fossero state sul mercato sarebbero state sfruttate meglio credo...

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Inviato

"L'ideale sarebbe il superamento dell'attuale legge: basterebbe semplicemente il corollario che la pubblicazione di una moneta, purché il proprietario non l'abbia acquisita in modo penalmente illecito (furto, ricettazione cosciente), equivale a denuncia alle pertinenti Autorità e ne legittima il possesso (anche in caso di incauto acquisto, ad esempio su ebay). In realtà è ciò che conta davvero: non il possesso, ma la conoscenza della moneta."

 

Con il principio (al momento non superabile) che tutto ciò che proviene dal sottosuolo nazionale è di proprietà dello Stato, la pubblicazione della moneta in sè potrebbe non bastere per attestare la legittima proprietà della stessa in capo al collezionista di fronte allo Stato .

 

Secondo gli attuali parametri, dovresTi pubblicare non solo la moneta ma anche i riferimenti alla sua  (legittima) provenienza.

 

Quindi, la pubblicazione della propria collezione, alla luce della normativa attuale (che poi in Italia è più o meno la stessa da un secolo!), nom può evidentemente costituire di per sè una prova della legittima provenienza delle monete.

 

"Ad esempio, so di un collezionista che si è dedicato durante una vita intera a raccogliere monete in un'area non lontano da Roma dove ci furono prima lavori agricoli, poi interventi edilizi. Non usava il metaldetector né scavava: si limitava a raccogliere materiale di superficie, soprattutto quello che veniva alla luce durante la costruzione di condomini.

In questo modo ha raccolto circa 7.000 monete."

 

Mah. Intanto complimenti al Tuo conoscente collezionista. Trova più monete lui, passeggiando per le campagne romane (poi però qualcuno mi spieghi come si possono trovare 7.000 monete senza usare un MD?::) che io asparagi.

 

Questo è però il tipico caso in cui il collezionista non potrebbe mai pensare di pubblicare le "sue" (si fa per dire...)7.000 monete per esserne riconosciuto come legittimo proprietario, in quanto mi sembra ovvio che si tratti di materiale proveniente dal sottosuolo nazionale e come tale di proprietà dello Stato (sto dando per scontato che le monete siano state trovato negli ultimi 100 anni).

 

Che poi le monete siano di scarsa conservazione e quindi di modesto "appeal", che conti più la conoscenza che non il possesso e via dicendo, sono questioni che involgono i "gusti" personali di ciascuno e giuridicamente sono aspetti del tutto indifferenti.

 

La normativa, sul punto, è quella che conosciamo e non ammette deroghe fondate su digressioni filosofiche sulla conoscenza vs. il possesso....anzi, se possibile, nel dubbio, le interpretazioni degli Uffici si sono generalmente dimostrate restrittive a scapito dei privati

 

"E se lo pubblicassi dando un'infromazione falsa, ad esempio che si tratta della collezione di un mio compaesano cileno, renderei un pessimo servizio alla numismatica, perché darei informazioni fuorvanti."

 

Purtroppo questo è il dilemma con cui confrontarsi quando il Privato vuole pubblicare una moneta inedita (di origine italiana); ci si dovrà inventare che la moneta appartiene ad uno straniero residente all'estero, che vuole mantenere l'anonimato? Che della moneta si hanno solo immagini? Che non si sa esattamente da dove provenga e quando sia stata rinvenuta?

 

Sono a conoscenza di almeno un caso nel quale, pur con l'uso di tutte le cautele, la pubblicazione della moneta inediita (a cui però, va detto, ha fatto seguito dopo qualche tempo anche un "improvvido" tentativo di vendierla all'asta...) ha comportato l'interessamento delle Forze dell'Ordine ed il suo sequestro.

 

"Quando l'anno scorso telefonai al curatore del medagliere milanese, il dr. Martini, dicendo che ero interessato a vedere, studiare, fotografare le monete della donazione EP (dunque esistono collezionisti che pur essendo in vita e in ottima salute decidono di donare ai Musei le loro collezioni!), trovai una persona gentilissima e disponibilissima che immediatamente......"

 

Non è in discussione la presena di soggetti "virtuosi" all'interno del circuito statale o para-statale.

 

Più volte abbiamo fatto anche noi i nomi di Funzionari dello Stato dinamici e aperti alle collaborazioni con i privati....tuttavia, mi sembra che quei nomi siano sempre gli stessi.

 

Il punto però è che in un sistema generalmente strutturato in modo "protettivo", l'occasionale gentilezza e disponibilità di alcune persone non può considerarsi la regola...nel senso che nel momento in cui quei soggetti "virtuosi" andranno in pensione o saranno trasferiti altrove, il rischio è quello di ripiombare nell'oscurantismo.

 

Ognuno poi ha fatto le sue esperienze e di quelle parla.

 

Personalmente ho chiesto una volta di visionare tre monete (tre....non trecento...) che avrebbero dovuto essere custodite nel locale Museo e, dopo avermi guardato con una certa diffidenza (vabbè, lo ammetto...potrei anche passare per un "black block"...) ed avermi fatto compilare una richiesta circa il motivo per il quale volevo vedere queste monete, sono rimasto invano in attesa non dico di un'autorizzazione, ma almeno di un cenno di risposta (al limite anche il misterioso messagio della Tua moneta con legenda VAF /..C.V.L.O. sarebbe stato apprezzato...almeno sarebbe stato un....segno..."di vita").

 

Alla fine, solo grazie all'amico Domenico, che mi ha introdotto nelle "Alte Sfere", mi sono sentito rispondere (a voce....giammai per iscritto..) che le monete di quella Collezione.....erano sparite tutte! (non solo le tre che volevo vedere io) da tempo e non se ne sapeva più nulla! 

 

Rispondermi con una email o telefonarmi per dirmelo...., no?

 

Vuoi sentire un'altra esperienza? Recentemente abbiamo chiesto spiegazioni in merito al contenuto della "Nota 56" (chi frequenta la sezione degli approfondimentoi del Regno d'Italia sa di cosa parlo..) ma nessuno ha mai neppure risposto alle email, anche solo per mandarci a quel paese.

 

Con un Deputato della Camera, siamo arrivati persino a presentare sull'argomento, nell'autunno scorso, un'interrogazione parlamentare a risposta scritta (sarebbe un pò come andare a caccia di passeri con il bazooka...ma tant'è..) ma....ancora una volta nessuno ha risposto.

 

Caro Antwvala....trai Tu le conclusioni e convincimi che la mia sfiducia verso le istituzioni è immotivata e che le mie sono solo "brutte esperienze" occasionali.

 

"E' come coloro che criticano un libro o un film che non hanno mai letto o visto."

 

Possibile che sia solo io ad imbattermi nei peggiori libri e films in circolazione? :crazy: .

 

Saluti. :hi:

M.

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Una collezione "completa" ha un valore storico e culturale notevole: smembrandola questo valore andrebbe a perdersi. Si alimenterebbero nuove collezioni, certamente, ma dal punto di vista storico culturale qualcosa é andato irrimediabilmente perso.

Credo che la soluzione che possa perseguire interessi culturali e, allo stesso tempo, collezionistici sia quella della pubblicazione di un catalogo della collezione, anche online. Ma antwaIa ci ha già fatto notare i problemi legislativi legati a questo tipo di pubblicazione. Speriamo che in tal senso possano esserci miglioramenti per favorire la diffusione di cultura, che non mi sembra sia un male :D

Ps: mi sono sovrapposto proprio ad antwaIa nel rispondere.

 

Sottoscrivo.

 

@@bizerba62. In Italia, ho avuto sei occasioni soddisfacenti di aver a che fare con Musei pubblici o privati.

 

1) Con il Museo Civico di Cuneo, dove allora c'era un entusiasta curatore della parte protostorica, Livio Manassero purtroppo deceduto. Ero del tutto a digiuno di archeologia, ma appassionato e desideravo molto "toccar con mano" la realtà archeologica. Trovai porte spalancate. Fui coinvolto progressivamente nello studio della ceramica del bronzo e del ferro: progressivamente perché mi s'insegnava a capirla: m'insegnarono anche a disegnarla, a ricostruire la forma di un oggetto usando alcuni strumenti semplici, che poi mi furono donati, e infine partecipai a un'attività di scavo dalla quale poi nacque il mio primo libro pubblicato: "Appunti per un profilo storico di Carassone antico".

 

2) Con il Museo di Udine per potre vedere la carta moneta delle Regie Finanze ivi conservata: richiesta di appuntamento immediatamente soddisfatta, responsabile del settore che mi accoglie e mette immediatamente a mia disposizione quanto conservato, autorizzandomi a fotografarlo e a pubblicarlo con l'obbligo di citare l'origine del materiale. Un pomeriggio trascorso molto piacevolmente.

 

3) Archivio di Stato di Torino, in piazza Castello, dove si conserva tantissima documentazione del Regno di Sardegna. Nuovamente m'imbattei in persone molto gentili e che chiudevano un occhio a certe rigidità del regolamente per aiutarmi. Analizzare documenti vecchi di secoli è sempre complicato: essi sono conservati, almeno così è nell'Archivio di Stato torinese, in "faldoni" dai titoli poco inerenti, che sono quelli collocati nel XVIII o all'inizio del XIX secolo. Per esempio, la corrispondenza tra John Law e Vittorio Amedeo II finalmente la rintracciai nel faldone dal titolo "tontine e simili". Le regole dicono che per ragioni di sicurezza, allo studioso può esere consegnato un solo faldone alla volta e i faldoni possono essere richiesti in orari precisi: sul rispetto di questa regola furono flessibili in considerazione che venivo da lontano e che molto spesso il faldone consegnatomi, nonostante il titolo promettente, non aveva nulla di inerente la mia materia. Non è permesso fare fotocopie, che devono essere richieste al personale: richiesi circa un migliaio di fotocopie, richiesta soddisfatta con encomiabile rapidità al costo normale di una fotocopia.

 

4) Museo dell'Istituto Valsalice (Torino): telefonai a inizio agosto del 2010 chiedendo se fosse conservata una raccolta di teschi e altri reperti ossei della Terra del Fuoco: mi risposero che sì, che era disponibile per esseer visionata, ma che il Museo in agosto era chiuso. Spiegai che stavo per rientrare in Cile e che non avevo possibilità di tornare a settembre, ed allora mi diedero un appuntamento per pochi giorni dopo, aprendo di proposito il Museo. Comprovato che aveva dimestichezza ed esperienza nel maneggio di perti scheletrici, mi permisero di estrarre dalle teche ad uno ad uno tutti i teschi presenti, misurarli con l'apposito compasso e fotografarli come da norme standard (foto frontale, laterale, occipitale e dall'alto).

 

5) Museo Giacomo Bove a Maranzana: Quando chiesi di poterlo visitare, esso era chiuso per ferie. Ugualmente mi diedero un appuntamento una domenica mattina, aprirono di proposito il museo (aiutai a togliere i panni che coprivano le teche) e mi permisero vedere a mio piacimento (e fotografare) tutto quanto presente.

 

6) Gabinetto Numismatico e Medagliere di Milano, del quale ne ho già parlato.

 

Poi ho avuto un'esperienza soddisfacente ma solo in parte, con il Museo Civico di Torino, dove volevo vedere la raccolta dei Biglietti di Credito delle Regie Finanze. Previo appuntamento potei vederla, ma non mi fu consentito di fotografare due biglietti presenti: dovetti presentare formale richiesta, accompagnata dal pagamento di una cifra molto ragguardevole, e finalmente dopo 3-4 mesi ricevetti le foto con l'autorizzazione ad utizzarle per pubblicazione.

 

E infine un'esperienza negativa a Firenze, quando volli conoscere una raccolta di reperti antropologici.

 

Più volte, invece, ho avuto esperienze negative quando scrissi o inviai email, in quanto non sempre ricevetti risposta. Pare che l'uso del telefono, e quindi la voce, sia decisamente preferibile.

 

Dalla mia visita presso il Museo dell'Istituto Valsalice, ecco un'immagine che, ne sono certo, susciterà in tutti voi un enorme entusiasmo:

 

2v1ahzo.jpg


Inviato

@@magdi condivido tutto quello che dici, è un discorso ineccepibile. Però certe collezioni sono la base dello studio di diverse monetazioni: mi riferisco in particolar modo a collezioni dei primi del '900 di monete antiche. Se queste non fossero state pubblicate e fossero invece state disperse, il danno culturale sarebbe stato incalcolabile perchè molti degli studi che si sono susseguiti hanno avuto come riferimento proprio quella collezione (non solo la collezione, ovviamente). Credo anche io che sia giusto che le monete circolino, ma auspicherei, nella migliore delle soluzioni, almeno la fruizione di un catalogo :)

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@@magdi condivido tutto quello che dici, è un discorso ineccepibile. Però certe collezioni sono la base dello studio di diverse monetazioni: mi riferisco in particolar modo a collezioni dei primi del '900 di monete antiche. Se queste non fossero state pubblicate e fossero invece state disperse, il danno culturale sarebbe stato incalcolabile perchè molti degli studi che si sono susseguiti hanno avuto come riferimento proprio quella collezione (non solo la collezione, ovviamente). Credo anche io che sia giusto che le monete circolino, ma auspicherei, nella migliore delle soluzioni, almeno la fruizione di un catalogo :)

 

Infatti i cataloghi d'asta sono un ottimo metodo per preservare la memoria, credo... le collezioni del passato che sono andate all'incanto sono anche le più note...

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Inviato

"Dove sta scritto che per valorizzare una collezione esistano solo i musei statali ?"

Da nessuna parte...e infatti non l'ho scritto neppure io, limitandomi a riportare che se lo scopo del Collezionista è quello di lasciare le proprie monete alla fruizione del pubblico, la strada naturale dovrebbe essere quella delle strutturale statali (se funzionassero e se la burocrazia fosse accettabile).

D'altonde, gli stessi esempi che hai citato Tu (B.A.M. e B.P.V.) sono casi non di Collezioni pervenute per donazione ma frutto di acquisizioni a titolo oneroso.

Ciò presuppone un preciso intento da parte delle banche di acquisire non una qualunque collezione ma:

- una Collezione specifca;

- o la ricerca sul mercato di una particolare tipologia di monete, in genere legate al territorio nel quale la banca opera e che la stessa ritiene, consapevolmente, di voler valorizzare.

ChiediTi che interesse potrebbero avere le Banche che hai citato Tu o qualunque altra istituzione privata, a ricevere in donazione la Collezione di Tizio o di Caio o di Sempronio (che non possono sempre chiamarsi Magnaguti o Bovi) e che pur avendo anche un interesse storico-numismatico apprezzabile, non arriveranno quasi mai ad eguagliare le raccolte prestigiose sopra citate.

Ma chiediTi anche e sopratutto se certe operazioni di "mecenatismo numismatico" siano oggi ancora compatibili con le politiche di tagli e risparmi che stanno conducendo ormai da alcuni anni anche i più importanti gruppi bancari.

Non mi riferisco solo alla possibilità da parte di questi Enti di acquistare nuove collezione ma, rimanendo al'ipotesi della donazione, anche solo alla disponibilità di realizzare strutture atte alla fruizione pubblica delle monete.

Datti le risposte e affronta la riflessione delle donazioni di collezioni magari anche importanti, ma pur sempre "normali", in favore di questi Enti, non come se fosse un'astrazione filosofica ma calandolo nella quotidianità e nella realtà concreta delle cose....

Saluti. :hi:

Michele

Quanta verbosota' ... superflua...

Gia' fatte le dovute domande e trovate le risposte.

Esistono molti esempi di collezioni conferite o donate a enti privsti e/ o fondazioni

Non c'e ' bisogno che la messa a disposizione della collezione per il Pubblico passi solo attraverso musei statali . Vanno benisso wuelli privati

La Fondazione Magnani Rocca , ricchissima di quadri straordinari, e' privata e funziona meglio di un museo statale riguardo la messa a disposizione e valorizzazione di wuesti beni culturali

Nessuna astrazione filosofica bensi una realta' che bisogna conoscere e della quale va preso atto

Non apro poi il discorso dell 'estero per il wuale ogni paragone risulterebbe impari.. Z


Inviato

"Quanta verbosota' ... superflua...
Gia' fatte le dovute domande e trovate le risposte.
Esistono molti esempi di collezioni conferite o donate a enti privsti e/ o fondazioni
...."

 

Vabbè....onde non "debordare" ulteriormente e avendo già scritto quello che penso sull'argomento, la finisco qui...

 

Inviterei comunque tutti, a prescindere da quello che decideranno di fare in merito al destino della propria raccolta, a segnalare i lasciti liberali di collezioni numismatiche in favore di Istituzioni, pubbliche o private, in modo da verificare in concreto, da qui in avanti, quale sia la propensione dei collezionisti al riguardo e la disponibiltà degli Enti ad accettare tali lasciti.
 

Ci aggiorniamo.

 

Saluti.

Michele
 


Inviato

La donazione dei musei è utile solo quando si tratta di pezzi di assoluta rarità, che possono essere studiati domani da altri solo in quell'esemplare che si possiede, e che dunque è giusto rendere fruibile a tutti, ma per il resto lo ritengo assolutamente un errore...

… Però solo qualora il titolare dell'oggetto lo decida: non di certo facendo terrore psicologico o applicando chissà quale diritto di prelazione se una persona decide di esportare il bene (salvo poi rinchiuderlo in uno scantinato)! 

(Se in una situazione idilliaca una donazione ad un'istituzione può essere presa in considerazione, attualmente la realtà italiana è differente).

 

@ AntvwaIa: Quel merito è di curatori e del personale, non di certo di una legislazione chiara o un merito "statale"!

(niko con una k… c'è un Nikko con due k ma non sono io :P )

 

Detto questo ripeto, metodo Magdi-Sambon: pubblico incanto, eredità ma cmq… catalogo della collezione! (grande o piccola una collezione potrebbe avere al proprio interno qualche chicca di particolare rarità)

 

N.

  • Mi piace 1

Inviato

Esistono anche casi, purtroppo rari, dove una collezione di pregio viene venduta (piuttosto che donata) a un museo italiano (in questo caso Musei Civici di Milano) e poi valorizzata con una pubblicazione bene curata e con ottime fotografie a colori. Qualcosa si sta muovendo....

Cfr:

http://www.lamoneta.it/topic/136714-collezione-sabetta-di-folles-costantiniani/

  • Mi piace 2

Inviato

 Qualcosa si sta muovendo....

 

Ho subito pensato a questa discussione non appena ho letto la tua segnalazione riguardo questa nuova pubblicazione. Questa è sicuramente una soluzione che accontenta tutti, o quasi...Non accontenta i collezionisti che vorrebbero acquistare qualcuna delle monete facenti parte della collezione, ma ha di certo accontentato gli eredi e gli studiosi (e gli appassionati) che possono visionare, fisicamente e sul libro, questa cospicua collezione di monete. La collezione è stata valorizzata. Però non so quanti altri musei abbiano le disponibilità e soprattutto l'interesse di acquisire collezioni di monete...

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Inviato

Questa è sicuramente una soluzione che accontenta tutti, o quasi...

 

secondo me più che altro questa soluzione accontenta gli studiosi che hanno in futuro sempre a disposizione il materiale originale e non foto, il museo che si arricchisce di nuovi reperti e gli eredi che realizzano la vendita e vedono valorizzato anche culturalmente l'interesse del loro famigliare scomparso.

 

è una soluzione di lusso per gli interessati alla materia insomma.

 

per il grande pubblico dei musei che normalmente non si sofferma molto sulle vetrinette con monete è una soluzione un po' indifferente anche se tutta la collezione venisse esposta permanentemente.

 

la mia impressione è che è una soluzione più o meno ottimale per il mantenimento del patrimonio storico e culturale ma non è una soluzione ottimale per il numero di persone che godrà in futuro della vista di quelle monete che verrebbero più godute da chi le compra nelle future aste se venissero vendute in asta.


Inviato

che verrebbero più godute da chi le compra nelle future aste se venissero vendute in asta.

 

Si sono d'accordo, infatti ho specificato che non accontenta i collezionisti.

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Inviato

a me sinceramente come collezionista di monete greche se una bella collezione di monete greche finisce in un museo o all'asta cambia poco. anzi: potrei forse visitarla ogni tanto se il museo la espone. 

 

ma per i miei acquisti se una collezione finisce in un museo cambia poco. cambierebbe se più della metà delle collezioni finisse nei musei, a quel punto si che ci sarebbero forse meno monete sul mercato.


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