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IGNORED

E se donassimo ai musei le nostre collezioni?


Risposte migliori

Inviato (modificato)

Scusa Vandalo ma è un pezzo che te lo voglio chiedere, ma la punteggiatura (punti e virgole) tu niente?

Con simpatia

Maurizio

è quello che James Joyce chiamava "Stream of consciousness"; tecnica narrativa seguita poi da tanti e magnificamente estremizzata da Saramago nella sua mirabile opera. 

Con la massima simpatia per tutti :D

un saluto

Modificato da Lay11

Inviato

In sostanza :

1 ) Quanti di voi darebbero la collezione a un museo ?

2 ) Quanti la potrebbero dare, forse, magari, se....?

3 ) Quanti "ma neanche per sogno" (io tra questi) ?

punto 3) per me, come già espresso.

ciao!


Inviato

è quello che James Joyce chiamava "Stream of consciousness"; tecnica narrativa seguita poi da tanti e magnificamente estremizzata da Saramago nella sua mirabile opera. 

Con la massima simpatia per tutti :D

un saluto

ahahah e la tecnica che con il cellulare purtroppo e un impresa mi riesce piu facile mettere questi.......scusate tutti ....cerchero di fare di meglio................grazie per la comprensione

Inviato

punto 3) per me, come già espresso.

ciao!

ti sei scordato la 4 chiudo tutto dentro un anfora e sottero e lascio una mappa del tesoro complicatissima...

Inviato

ti sei scordato la 4 chiudo tutto dentro un anfora e sottero e lascio una mappa del tesoro complicatissima...

fallo presente a @@rorey36 :D

ciao a tutti


Inviato

Mi rendo conto che rischio di uscire dal seminato, ma il problema è il senso del tempo, senso che ritengo ormai da tempo perduto a causa di un ingravescente degrado antropologico (dell’Occidente).

Ormai la maggioranza vive in una bolla atemporale, un eterno presente ludico.

Ormai si viaggia come veloci ed instancabili surfisti sulla cresta dell’onda, senza alcuna tensione a fermarsi ed approfondire.

Tutto ciò che conta è il movimento, possibilmente veloce, anzi velocissimo.

Quello che mi piace di questo forum non è solo la numismatica, ma anche la possibilità che mi offre di scambiare opinioni con persone che sono disposte a passare ore ed ore su un tondello di pochi millimetri, a ricostruirne la storia con calma e con fatica e, soprattutto, a compiere con passione queste ricerche che per i più (gli stolti) sono forme di “masturbazioni cerebrali” che “non servono a nulla” o che “lasciano il tempo che trovano”.

Come se i modi di fare non transitassero sempre da un settore all’altro della vita, come se la vita stessa non dovesse essere vissuta con attenta passione.

 

Vi offro una soluzione mediata, subordinare la disponibile dell’asse ereditario ad un “modo” (“cum onere”):

a) se la figliola vuole diventare comproprietaria degli immobili con le “Figlie della Povera Pastorella di Guadalupe” (le Figlie della Povera Pastorella di Guadalupe sono davvero terribili quando si tratta di immobili) va bene così, fatti suoi;

b) se la figliola vuole essere l’unica erede, curi la pubblicazione della mia collezione entro due anni dall’accettazione dell’eredità.

Mi domanderete perché non curare io stesso la pubblicazione: c’è sempre la speranza che la figliola si appassioni.

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Inviato

è quello che James Joyce chiamava "Stream of consciousness"; tecnica narrativa seguita poi da tanti e magnificamente estremizzata da Saramago nella sua mirabile opera.

Con la massima simpatia per tutti :D

un saluto

I futuristi, in alcuni esperimenti, l'avevano abolita del tutto ...

Leggetevi " l'anguria meccanica " ..


Inviato

@@antvwaIa con riferimento al post 169

 

"L' inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.

 

Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.

 

Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."

 

Italo Calvino "Le città Invisibili" 1972

Italo Calvino è un grande!

Leggere i suoi romanzi è qualcosa che suggerisco sempre ai ragazzi, ma purtroppo vanamente....

Li suggerirei anche a coloro che non sono più ragazzi... ma per capirli davvero ci vuole una mente aperta...


Inviato

Italo Calvino è un grande!

Leggere i suoi romanzi è qualcosa che suggerisco sempre ai ragazzi, ma purtroppo vanamente....

Li suggerirei anche a coloro che non sono più ragazzi... ma per capirli davvero ci vuole una mente aperta...

Calvino è immenso anche - e sottolineo anche - perché, come tutti i grandissimi, si può intendere a livelli di profondità estremamente differenti. Si può leggere in prima elementare, si può rileggere dopo 90 anni (ad arrivarci) e continuare a chiedersi quale sia il reale senso (ammesso che ve ne sia uno solamente) di ciò che si è letto. 

Spero di non aver detto una banalità. 

un saluto.

  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

I futuristi, in alcuni esperimenti, l'avevano abolita del tutto ...

Leggetevi " l'anguria meccanica " ..

conosco molto bene l' "Arancia", nella versione originale letteraria e in quella cinematografica; l' "Anguria" ancora mi mancava :D

è un lapsus o esiste davvero? da qualche rapida ricerca sul web, non sto trovando notizie in merito.

un saluto

Modificato da Lay11

Inviato

Mi dispiace richiamare "la classe" alla realtà.....ma purtroppo parlavamo di scelte concrete che i Collezionisti saranno chiamati ad operare, prima a poi...(si spera il più "poi" possibile), per le quali è anche bene conoscere alcuni aspetti molto "immanenti" e - ahimè - poco "filosofici", che finiscono per condizionarne inevitabilmente le scelte.
 
Al di là delle considerazione sull'opportunità o meno di lasciare il frutto dei propri sacrifici allo Stato "benigno" o "patrigno", la parte dei Collezionisti propensi alla donazione in favore di una Istituzione dello Stato è al corrente di cosa comporti un atto di liberalità a beneficio di un ente pubblico (ad esempio: al Ministero dei BB.CC.)?  
 
Si è consapevoli di cosa comporti effettuare una donazione in favore dello Stato condizionandola ad un ònere o modus che comporti, a carico dell'Ente donatario, un obbligo di facere (es: l'esposizione pubblica della collezione donata, come qualcuno proponeva)?

 

Posto, di seguito, due paginette sull'argomento, che mettono in luce come non basti affatto decidere di donare ad un Museo statale la propria collezione perché ciò si realizzi; ancor più complicato è effettuare la donazione pensando di poter imporre all'Ente delle condizioni che gli comportino dei costi.

 

Quindi, coloro che pensano di lasciare la propria Collezione allo Stato, che parlano di "continuità culturale", di "estensione ideale del Collezionista anche dopo la sua dipartita", ecc. ecc.....non diano per scontato che ciò possa avvenire sempre e comunque con una donazione in favore dello Stato compiuta in vita o con una disposizione post mortem contenuta nel testamento.....

 

Se ciò pensassero, potrebbero incorrere in sgraditissime sorprese..... :crazy:

 

Saluti.

M.

  
http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/UfficioStudi/documents/1266575196717_Donazione_a_Stato_e_altri_Ent_45_46i.pdf


Inviato (modificato)

Mi dispiace richiamare "la classe" alla realtà.....ma purtroppo parlavamo di scelte concrete che i Collezionisti saranno chiamati ad operare, prima a poi...(si spera il più "poi" possibile), per le quali è anche bene conoscere alcuni aspetti molto "immanenti" e - ahimè - poco "filosofici", che finiscono per condizionarne inevitabilmente le scelte.

 

Al di là delle considerazione sull'opportunità o meno di lasciare il frutto dei propri sacrifici allo Stato "benigno" o "patrigno", la parte dei Collezionisti propensi alla donazione in favore di una Istituzione dello Stato è al corrente di cosa comporti un atto di liberalità a beneficio di un ente pubblico (ad esempio: al Ministero dei BB.CC.)?  

 

Si è consapevoli di cosa comporti effettuare una donazione in favore dello Stato condizionandola ad un ònere o modus che comporti, a carico dell'Ente donatario, un obbligo di facere (es: l'esposizione pubblica della collezione donata, come qualcuno proponeva)?

 

Posto, di seguito, due paginette sull'argomento, che mettono in luce come non basti affatto decidere di donare ad un Museo statale la propria collezione perché ciò si realizzi; ancor più complicato è effettuare la donazione pensando di poter imporre all'Ente delle condizioni che gli comportino dei costi.

 

Quindi, coloro che pensano di lasciare la propria Collezione allo Stato, che parlano di "continuità culturale", di "estensione ideale del Collezionista anche dopo la sua dipartita", ecc. ecc.....non diano per scontato che ciò possa avvenire sempre e comunque con una donazione in favore dello Stato compiuta in vita o con una disposizione post mortem contenuta nel testamento.....

 

Se ciò pensassero, potrebbero incorrere in sgraditissime sorprese..... :crazy:

 

Saluti.

M.

  

http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/UfficioStudi/documents/1266575196717_Donazione_a_Stato_e_altri_Ent_45_46i.pdf

Da quello che leggo...non c'è niente che lo vieti...del resto il fatto di donare non comporta, obbligatoriamente, l'accettazione del donatario anche tra i privati..già nel mio primo post  #31, avevo sottolineato l'esistenza di stringenti presupposti, anche di natura economica, cui è subordinata l'eventuale accettazione della donazione da parte dell'ente o istituzione o p.a. donataria....

Modificato da eliodoro

Inviato

Non si apre il link di Bizerba.

 

Raccontando di Evelina, ho sintetizzato moltissimo la cosa, ma anche lei era rimasta soprepsa che donare a un museo la sua collezione fosse qualcosa di così complicato! E pensare che l'aveva donata senza porre alcuna condizione!


Inviato

@@eliodoro

Precisiamo alcune pillole di diritto

Per la donazione è sempre necessaria l'accettazione (è un contratto).

Per l'eredità è necessaria l'accettazione.

Il legato non si deve accettare ma si può rinunziarvi.

L'onere mitiga la gratuità ma non può eliderla.

Se io regalo la mia collezione ad un privato o allo stato cum onere, il privato o lo stato valuterà il proprio interesse alla collezione e i "costi" dell'onere, se non accetta non si attua il trasferimento.

Ovviamente l'aspetto principale è il valore (non solo quello venale) della collezione.

Più vale la collezione più è facile che il beneficiato accetti nonostante l'onere.


Inviato (modificato)

Il paradosso è che quello che hai indicato nelle ultime righe del tuo precedente post e che mi trova pienamente d'accordo. . molti collezionisti, me compreso, collezionano dando meno importanza all'aspetto economico e più a quello storico della collezione.. l'istituzione pubblica compie, invece, una mera analisi dei costi e benefici circa l'accettazione o meno della donazione numismatica che intendiamo fare...in poche parole, se la nostra collezione vale poco...è inutile pensare di donarla a musei...perchè difficilmente l'accetteranno, sia che si tratti di donazione pura e semplice sia che si teatti di una donazione modale...evelina, infatti, aveva una signora collezione..monete che molti collezionisti se le sognano

Modificato da eliodoro
  • Mi piace 2

Inviato (modificato)

"Da quello che leggo...non c'è niente che lo vieti..."

 

Infatti....nessuno ha mai scritto che la donazione sia vietata.

 

Il problema che pone la donazione in favore dell'Istituzione statale è la necesità di una doppia approvazione:

 

1. la deliberazione favorevole dell'ente nei cui confronti la donazione è disposta;

 

2. l'autorizzazione governativa.

 

In caso di donazioni che comportino oneri di carattere economico a carico dell'Ente e quindi dello Stato (esempio: donazione sottoposta al modus che la collezione venga esposta al pubblico), non è affatto scontato che si ottenga il necessario duplice consenso.

 

Pertanto, coloro che fossero disponibili a donare allo Stato la Collezione, purchè la stessa venga resa fruibile, è bene che sappiano che non è affatto scontato che lo Stato accetti la loro liberalità.

 

Ma anche coloro che fossero propensi a donare la collezione allo Stato senza porre alcuna condizione, sappiano che non è affatto scontato che ciò si realizzi senz'altro; infatti, l'acquisto di una collezione, anche senza onere di esposizione, puoi comunque comportare per lo Stato costi di custodia e di conservazione che potrebbero sconsigliare l'accettazione dell'atto di liberalità.

 

In conclusione: non basta ipotizzare la volontà o l'opportunità di donare la propria collezione ad un Meseo statale affinchè ciò si realizzi.....in quanto, affinchè questa volontà del collezionista si concretizzi, bisognerà verificare, in concreto (e non in astratto), cosa deciderà in proposito lo Stato.

 

M.

Modificato da bizerba62

Inviato

conosco molto bene l' "Arancia", nella versione originale letteraria e in quella cinematografica; l' "Anguria" ancora mi mancava :D

è un lapsus o esiste davvero? da qualche rapida ricerca sul web, non sto trovando notizie in merito.

un saluto

In realta' e' l'Anguria Lirica del futurista Tullio d'Albisola


Inviato

In realta' e' l'Anguria Lirica del futurista Tullio d'Albisola

ti ringrazio per la precisazione; cerco notizie in merito a quest'opera.

un saluto.


Inviato

"Da quello che leggo...non c'è niente che lo vieti..."

Infatti....nessuno ha mai scritto che la donazione sia vietata.

Il problema che pone la donazione in favore dell'Istituzione statale è la necesità di una doppia approvazione:

1. la deliberazione favorevole dell'ente nei cui confronti la donazione è disposta;

2. l'autorizzazione governativa.

In caso di donazioni che comportino oneri di carattere economico a carico dell'Ente e quindi dello Stato (esempio: donazione sottoposta al modus che la collezione venga esposta al pubblico), non è affatto scontato che si ottenga il necessario duplice consenso.

Pertanto, coloro che fossero disponibili a donare allo Stato la Collezione, purchè la stessa venga resa fruibile, è bene che sappiano che non è affatto scontato che lo Stato accetti la loro liberalità.

Ma anche coloro che fossero propensi a donare la collezione allo Stato senza porre alcuna condizione, sappiano che non è affatto scontato che ciò si realizzi senz'altro; infatti, l'acquisto di una collezione, anche senza onere di esposizione, puoi comunque comportare per lo Stato costi di custodia e di conservazione che potrebbero sconsigliare l'accettazione dell'atto di liberalità.

In conclusione: non basta ipotizzare la volontà o l'opportunità di donare la propria collezione ad un Meseo statale affinchè ciò si realizzi.....in quanto, affinchè questa volontà del collezionista si concretizzi, bisognerà verificare, in concreto (e non in astratto), cosa deciderà in proposito lo Stato.

M.[/quote

Perche' complicarsi inutilmente ( e immeritatamente) la vita..

Basta donare ad un'istituzione piu ' collector-friendly .... che valorizzi meglio quanto viene donato


Inviato

ti ringrazio per la precisazione; cerco notizie in merito a quest'opera.

un saluto.

L'originale e' molto raro


Inviato

L'originale e' molto raro

vedo. e anche trovare il testo sul web non è semplice, sto trovando solo richiami e descrizioni.


Inviato

"Perche' complicarsi inutilmente ( e immeritatamente) la vita..
Basta donare ad un'istituzione piu ' collector-friendly .... che valorizzi meglio quanto viene donato"

 

Perchè se lo scopo essenziale che si prefigge il donante che decide di lasciare la Collezione ad un'Istituzione, è quello di renderla fruibile al pubblico, il destinatario naturale di una tale iniziativa è la stuttura museale statale.

 

Almeno in Italia.

 

D'altro canto, non è che i cosiddetti Musei privati italiani o le istituzioni bancarie diano chissà quali garanzie di conservazione e fruizione pubblica.

 

Si veda la vicenda della Collezione Bovi, donata al Museo Filangieri, di cui abbiamo avuto modo di scivere anche qui sul Forum di recente, che dimostra, in modo eloquente, come non sia facile individuare una struttura, come dici Tu, collector-friendly.....

 

M.


Inviato

Buonasera a tutti. Questa discussione è davvero bella: sembra un pamphlet di Antropologia, Attualità e Numismatica. Magari vi potrebbe fare specie l'intervento di un neo appassionato ma vorrei poter partecipare nel mio piccolo e spero di poter dare una prospettiva nuova sulla questione per dare visione di cosa possa essere agli occhi di un ragazzo che ha appena cominciato e che è animato probabilmente dall'ardore iniziale. E mi auguro che questo non infastidisca nessuno. La mia opinione verte sulla scelta di un erede culturale. In fin dei conti credo che Evelina abbia fatto una buona scelta, non semplice ma oculata e nobile. Perché a parte le vicende personali e i fatti d'attualità, a parte i beni posseduti mobili o immobili, a parte la propria propensione naturale all'altruismo o al personalismo, quando si tratta di una passione vera per la quale sono stati profusi sacrifici, pazienza e dedizione alla fine ciò che conta credo sia l'affinità con la persona a cui si vuole affidare un proprio bene ottenuto e realizzato nel tempo. Affinità di valori, cultura e ideali. Tutto ciò ritengo prescinda dal mero legame di sangue, prescinda dalle distanze spaziali che separano due o più individui e dalla loro età anagrafica.

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