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I limiti delle Grandi Opere: RIC, DOC, MEC...


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Inviato

La conoscenza della numismatica sta attraversando un momento di grande e veloce sviluppo.

Un artefice fondamentale di tale evoluzione della conoscenza è dato da internet. Esso mette a disposizione degli studiosi una quantità di informazioni che sino a vent'anni fa era inimmaginabile, a tal punto che mentre allora la difficoltà per lo studioso stava nel reperire l'informazione, ora sta nel filtrare una messe eccessiva.

 

La costruzione di queste grandi opere citate nel titolo richiede tempi molto lunghi, dell'ordine di decenni. Ma anche osservando ogni singolo tomo che le compongono, corrispondente a un arco limitato di tempo, la sua realizzazione richiede tempi ugualmente molto lunghi.

E' così che quando finalmente i'ennesimo tomo della Grande Opera vede la luce, di fatto è già superato dalle conoscenze che si sono accumulate durante la fase editoriale.

Questo non succede, invece, con gli articoli, che restano lo strumento sul quale cercare e trovare argomenti e dati quanto più aggiornati possibile su un topico: aggiornati, ovviamente, in rapporto alla data di pubblicazione degli stessi.

 

Questo non significa che le Grandi Opere abbiano perso parte del loro valore: esse sono e restano assolutamente indispensabili quale punto di inizio per impostare ogni serio studio numismatico e quale strumento comune e condiviso di riferimento dei dati. Quando scrivo RIC X,438 per qualunque numismatico, tanto in Cina come in Russia o negli Stati Uniti (e persino nell'arcipelago patagonico dove vivo!), è perfettamente e inequivocabilmente chiaro di cosa sto parlando. Ciò è una pietra miliare.

Ma non va tralasciato il fatto che ogni Grande Opera, proprio per il fatto di essere una Grande Opera, è già più o meno obsoleta nel momento stesso in cui viene pubblicata.

Se i suoi Autori volessero impedire tale prematura obsolescenza, sarebbero impegnati costantemente nell'aggiornamento della bozza editoriale e l'opera, o il suo ennesimo tomo, non vedrebbe mai la luce. Invece giunge il momento inevitabile in cui si dice "ora basta!, qui ci fermiamo e pubblichiamo il tutto allo stato dell'arte in cui ci troviamo" e cessa l'opera di aggiornamento del testo.

Ma trattandosi dell'ennesimo tomo della Grande Opera, anche i tempi di pubblicazione sono lenti e quindi nel momento in cui il volume giunge intonso nelle mani del lettore esso non rappresenta già più l'aggiornamento atteso sull'argomento.

 

Spesso leggo che si stà aspettando l'ennesimo tomo del MEC, oppure che si metta mano all'aggiornamento del RIC.

Auspico entrambe le cose, ma solamente perché vuol dire aggiornare tutto l'insieme dei riferimenti disponibili, arricchendone enormemente la base di dati. Ma non mi aspetto di trovare risposte significative  ai tanti dubbi numismatici che ho da tale nuovo tomo o aggiornamento: le risposte le cerco negli articoli che via via si pubblicano nelel migliori riviste, e talvolta anche nelle discussioni che avvengono nei forum numismatici.

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Inviato (modificato)

personalmente credo che per concepire Grandi Opere occorrano Grandi Pensieri e Grandi Intelletti. tutto ciò oggi spesso manca e si preferisce la via dell'articolo non definitivo. in cui è più facile districarsi in poche pagine, non correndo il rischio di contraddirsi. si citano aspetti particolaristici e si perde la visione di insieme.

in alcuni momenti, però, è necessario che qualcuno prenda in mano un argomento e lo conduca dall'inizio alla fine.

questo non significa che gli articoli non servano, ma che il modo di vedere enciclopedico è tutt'altro che scomparso e tutt'altro che inutile.

un professore diceva: sono meno insidiosi da scrivere 20 articoli di 10 pagine che un volume da 200 pagine. il numero di pagine è lo stesso, ma occorre una preparazione diversa e più sostanziale per avere sotto controllo un solo argomento per uno scrivere così prolungato.

 

aggiungo che ogni Grande Opera deve tenere conto della bibliografia precedente. possibilmente completa, in maniera tale da costituire un punto fermo. da cui ripartire. mai fermarsi nella ricerca.

mi capita spessissimo di leggere articoli in cui l'autore afferma di produrre nuovi elementi a una teoria che in realtà era stata sollevata già 100 anni prima. questo perchè per scrivere delle poche pagine dell'articolo non ha ritenuto imprescindibile documentarsi su tutto il pregresso, ma si è rifatto magari solo all'articolo precedente o di qualche anno addietro.

Modificato da MAP
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Inviato

E' un bello spunto non c'è che dire....io penso che siano necessarie entrambe, le grandi opere e gli articoli, gli spunti riflessivi....spesso è vero che le grandi opere dopo poco vengono superate da altre ipotesi, a volte addirittura visti i tempi anche prima che escano, ma è insito nella velocità dei nostri tempi, della tecnologia, del sapere e delle conoscenze per fortuna a portata di molti....

Però è anche vero che non è detto che l'ultimo sia più giusto o meglio di quello precedente, su questo bisogna stare attenti....giusto ricostruire a ritroso la filiera, ma poi ognuno deve tirare le sue conclusioni e non è detto che siano giuste le ultime....

Una riflessione finale, è giusto che ci siano anche pubblicazioni altamente scientifiche, ma è altrettanto giusto che ci siano pubblicazioni più divulgative o con degli spunti facili e comprensibili per tutti, la numismatica deve essere poi capita dalla maggior parte possibile di persone e chi riesce in questo sarà stato doppiamente bravo pur nella scientificità delle proprie idee.

E quindi secondo me, se avete idee, riflessioni,spunti, metteteli sempre nero su bianco, su un forum, su un articolo, su un quaderno....non perdeteli, saranno gli altri poi a valutare, ma non perdete e sarebbe un peccato, se sentite l'esigenza, di esprimere le vostre conclusioni, ipotesi, idee, la numismatica ha bisogno di tutti, di tutti quelli che sentono di dover dire qualcosa agli altri.....e anche loro contribuiranno alla conoscenza e comprensione.....

 

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  • ADMIN
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Inviato

Articoli e "grandi opere" hanno respiro e tempi differenti. Per ovvi motivi di facilità di pubblicazione e di minor lavoro richiesto un articolo sarà giocoforza piú aggiornato. A discapito degli articoli va la parcellizzazione dell'informazione. Capisco che per uno studioso "avanzato" tener traccia degli articoli sia una questione di routine ma per chi deve iniziare sarebbe difficile senza qualche "summa" sebbene non aggiornatissima.

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Inviato (modificato)

... credo che per concepire Grandi Opere occorrano Grandi Pensieri e Grandi Intelletti. tutto ciò oggi spesso manca e si preferisce la via dell'articolo non definitivo. in cui è più facile districarsi in poche pagine, non correndo il rischio di contraddirsi. si citano aspetti particolaristici e si perde la visione di insieme....

 

Le Grandi Opere sono costruite da équipe di persone, l'articolo spesso è individuale. Se le persone sono capaci, verranno redatte Grandi Opere e articoli validi. Se sono inacapaci, opere mediocri o anche inutili.

 

 

 

.... in alcuni momenti, però, è necessario che qualcuno prenda in mano un argomento e lo conduca dall'inizio alla fine.

questo non significa che gli articoli non servano, ma che il modo di vedere enciclopedico è tutt'altro che scomparso e tutt'altro che inutile....

 

Totalmente d'accordo. Credo che un articolo ben fatto, per specialistico e circoscritto che sia, non debba e non possa prescindere da una visione d'insieme.

Spesso leggo articoli che non sono ben fatti, proprio perché prescindono da una visione d'insieme (mi riferisco soprattutto alla Storia antica e all'Antropolgia, le due materie che per me hanno maggiore interesse).

 

 

 

...un professore diceva: sono meno insidiosi da scrivere 20 articoli di 10 pagine che un volume da 200 pagine. il numero di pagine è lo stesso, ma occorre una preparazione diversa e più sostanziale per avere sotto controllo un solo argomento per uno scrivere così prolungato....

 

Evidentemente era un professore che non aveva mai scritto né un volume né un articolo.

Ci sono libri che mi sono stati pubblicati che ho scritto in 20 giorni, contati dal momento in cui mi venne proposto di scriverli al momento in cui consegnai il libro. Per altri ci ho messo due anni. Lo stesso avviene per gli articoli: alcuni articoli li ho scritti nell'arco di un paio di giorni, altri nell'arco di sei mesi.

La preparazione necessaria è sempre la stessa. Il tempo occupato dipende soprattutto dal temo di "rimuginazione". Tommasi di Lampedusa, secondo quanto lui stesso raccontó, rimuginó il Gattopardo durante dieci anni, po lo scrisse completamente in pochi mesi.... e si tratta di un grandissimo capolavoro della letteratura (rovinato da un film mediocrissimo).

 

 

.... aggiungo che ogni Grande Opera deve tenere conto della bibliografia precedente. possibilmente completa, in maniera tale da costituire un punto fermo. da cui ripartire. mai fermarsi nella ricerca....

 

Perché? Credi che per scrivere un articolo, se chi lo fa è serio, non serva tenere in conto tutta la bibliografia precedente?

 

 

 

...mi capita spessissimo di leggere articoli in cui l'autore afferma di produrre nuovi elementi a una teoria che in realtà era stata sollevata già 100 anni prima. questo perchè per scrivere delle poche pagine dell'articolo non ha ritenuto imprescindibile documentarsi su tutto il pregresso, ma si è rifatto magari solo all'articolo precedente o di qualche anno addietro.

 

Ci sono persone serie e poco serie, pesone che scrivono spremendosi le eningi e altre che scopiazzano.

La carta ha un enorme difetto. E' stupida. Non si ribella. Che uno scriva un pensiero elevato, o una castroneria, la carta resta lí, immobile, immutata, imperscrutabile.

Ti consiglio di scegliere meglio gli Autori che leggi e quelli di cui hai già comprovato le castronerie e le fanfarronate, lasciali perdere e occupa meglio il tuo tempo.

 

 

 

....io penso che siano necessarie entrambe, le grandi opere e gli articoli, gli spunti riflessivi....spesso è vero che le grandi opere dopo poco vengono superate da altre ipotesi, a volte addirittura visti i tempi anche prima che escano, ma è insito nella velocità dei nostri tempi, della tecnologia, del sapere e delle conoscenze per fortuna a portata di molti....

Però è anche vero che non è detto che l'ultimo sia più giusto o meglio di quello precedente, su questo bisogna stare attenti....giusto ricostruire a ritroso la filiera, ma poi ognuno deve tirare le sue conclusioni e non è detto che siano giuste le ultime....

Una riflessione finale, è giusto che ci siano anche pubblicazioni altamente scientifiche, ma è altrettanto giusto che ci siano pubblicazioni più divulgative o con degli spunti facili e comprensibili per tutti, la numismatica deve essere poi capita dalla maggior parte possibile di persone e chi riesce in questo sarà stato doppiamente bravo pur nella scientificità delle proprie idee.

E quindi secondo me, se avete idee, riflessioni,spunti, metteteli sempre nero su bianco, su un forum, su un articolo, su un quaderno....non perdeteli, saranno gli altri poi a valutare, ma non perdete e sarebbe un peccato, se sentite l'esigenza, di esprimere le vostre conclusioni, ipotesi, idee, la numismatica ha bisogno di tutti, di tutti quelli che sentono di dover dire qualcosa agli altri.....e anche loro contribuiranno alla conoscenza e comprensione.....

 

Non posso che condividere tutto quanto hai scritto, comprese le virgole e gli spazi in bianco :)

 

 

Articoli e "grandi opere" hanno respiro e tempi differenti. Per ovvi motivi di facilità di pubblicazione e di minor lavoro richiesto un articolo sarà giocoforza piú aggiornato. A discapito degli articoli va la parcellizzazione dell'informazione. Capisco che per uno studioso "avanzato" tener traccia degli articoli sia una questione di routine ma per chi deve iniziare sarebbe difficile senza qualche "summa" sebbene non aggiornatissima.

 

Idem c.s. :)

Modificato da antvwaIa
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Inviato

Di grandi numismatici non ne nascono tutti i giorni, come di grandi opere. Amo i testi antichi, e non ritengo mai completamente superata un opera. Le considero semplicemente. collegate una all altra, una cronologia nel corso dei secoli.

Un grande numismatico scomparso un anno fa, amico e maestro, mi disse....ricordati che chi scrive di numismatica, scrive per l'eternità..

Skuby

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Inviato

 

Questo non significa che le Grandi Opere abbiano perso parte del loro valore: esse sono e restano assolutamente indispensabili quale punto di inizio per impostare ogni serio studio numismatico e quale strumento comune e condiviso di riferimento dei dati. Quando scrivo RIC X,438 per qualunque numismatico, tanto in Cina come in Russia o negli Stati Uniti (e persino nell'arcipelago patagonico

 

 

Le Grandi Opere pongono un punto fermo di riferimento.

Se fatte bene riportano qualsiasi scoperta o nuova informazione "uscita" fino a un dato momento, che per forza di cose magari non è quello della pubblicazione della Grande Opera ma quello dell'inizio della sua stesura; ciò comporta inevitabilmente che alcuni dati siano già superati al momento della sua uscita o che vi manchino notizie o scoperte che nel frattempo sono state illustrate in articoli vari.

Ma nessun articolo per quanto importante può dare una idea di completezza.

La Grande Opera invece stabilisce come detto un punto fermo, al quale riferirsi e riportarsi in ogni successivo intervento.

Ad ogni Grande Opera prima o poi ne seguirà un'altra che costituirà un nuovo punto di riferimento.

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Inviato

Credo che nel prossimo futuro l'unico modo di costruire una nuova Grande Opera sia quello di realizzare uno strumento informatico che permetta di selezionare efficacemente l'enorme quantità di informazioni disponibili on-line. Ovviamente non intendo dire un motore di ricerva con parole-chiave, ma una vera e propria intelligenza artificiale capace di scegliere e riassemblare quanto serve da milioni di testi già on-line.

 

Quanto ho scritto non vuole essere una critica alle Grandi Opere citate, che continuo ad utilizzare spessisimo, ma semplicemente una presa d'atto dei loro limiti.

 

Mi cadono le braccia quando leggo che qualcuno scrive che una moneta è interessante e rara perché è un "not in RIC". Questo costante bisogno della conferma scritta, questa sorta di attesa che esca l'ennesimo volume della Grande Opera.... Quando uscirà questo attesa volume (non importa di quale Grande Opera si parli), se l'aspettativa di chi lo sta attendendo è di avere un aggiornamento sul tema che gli sta a cuore, ne resterà molto deluso, perché invece sarà un testo non aggiornato. Se, invece, l'aspettativa è quella di avere un quadro d'insieme e una miogliore codificazione di dati, allora troverà certamente soddisfazione nel nuovo tomo.

 

Poi leggere frasi ridicole quali che scrivere un libro è molto di più che scrivere un articolo, o che un libro di 200 pagine impegna molto di più che scrivere 10 articoli di 20 pagine, mi fanno davvero cadere le braccia.


Inviato

Poi leggere frasi ridicole quali che scrivere un libro è molto di più che scrivere un articolo, o che un libro di 200 pagine impegna molto di più che scrivere 10 articoli di 20 pagine, mi fanno davvero cadere le braccia.

 

quanta gentilezza.

 

pensa un po' che io trovo ridicolo il paragone con cui hai iniziato questa discussione. non sarà per caso che finora hai scritto solo articoli e ti risulta difficile scrivere una grande opera e per questo le condanni?

 

paragoni pessime grandi opere a buoni articoli. paragona invece ottime grandi opere a ottimi buoni articoli e ti renderai conto che la differenza c'è. pochi si assumono la responsabilità di voler costituire un punto fermo. o come dice skubydu di scrivere per l'eternità.

 

ben vengano gli articoli, ma ben vengano anche(e per me soprattutto) le grandi opere.

In campo epigrafico il CIL di Mommsen dopo 150 anni è ancora insuperato e difficilmente superabile.

 

Saluti.

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Inviato (modificato)

....  non sarà per caso che finora hai scritto solo articoli e ti risulta difficile scrivere una grande opera e per questo le condanni?

 

Sono autore di 25 libri regolarmente pubblicati (alcuni anche profumatamente ben pagati :rofl:  ) in Italia, Svezia e Cile. Ho partecipato quale redattore in una équipe della UTET impegnata nella produzione di Grandi Opere.

 

 

 

.... paragoni pessime grandi opere a buoni articoli. paragona invece ottime grandi opere a ottimi buoni articoli e ti renderai conto che la differenza c'è. pochi si assumono la responsabilità di voler costituire un punto fermo. o come dice skubydu di scrivere per l'eternità....

 

Prova a leggere quanto ho scritto. Confronto i buoni libri con i buoni articoli e i libri scadenti con gli articoli scadenti. Non farmi dire quanto non ho detto.

Forse del mio intervento non hai capito proprio nulla!

 

 

 

....  pochi si assumono la responsabilità di voler costituire un punto fermo .....

 

Purtroppo, invece, sono troppi quelli che si assumono la responsabilità di voler essere un "punto fermo" senza averne la capacità.

 

 

 

.... scrivere per l'eternità......

 

Credo che di eterno non esista proprio nulla. Per lo meno, nulla di umano. In quanto al divino, ognuno ha la sua opinione.

 

 

 

.... In campo epigrafico il CIL di Mommsen dopo 150 anni è ancora insuperato e difficilmente superabile.....

 

Il Mommsen resta tutt'ora una pietra miliare magnifica: ma dopo 150 non è più aggiornato, in quanto un'enorme quantità di epigrafi sono state scoperte dopo la sua stesura e pubblicazione.

 

 

MAP non ha capito nulla dell'intervento postato.

 

Non sto discutendo sul valore di quelle Grandi Opere, che sono e restano delle pietre miliari (concetto che è già la terza volta che ripeto!), ma semplicemente ho scritto che il punto debole delle Grandi Opere nel momento attuale (dove esiste il web che, ci piaccia o non ci piaccia, si è trasformato nella più colossale biblioteca mai esistita nella storia umana) diventano rapidamente obsolete in quanto all'aggiornamento dei dati. Perciò (ripeto) chi nell'ennesimo tomo di aggiornamente di una Grande Opera (o in una nuova Grande Opera) cerca informazioni circa il punto di arrivo di un argomento, ovvero di attualizzare la sua conoscenza sullo stato dell'arte, rimarrà deluso. Chi, invece, cerca una migliore visione di un quadro d'insieme, allora ne resterà soddisfatto.

Modificato da antvwaIa

Inviato (modificato)

Sono autore di 25 libri regolarmente pubblicati (alcuni anche profumatamente ben pagati :rofl:  ) in Italia, Svezia e Cile. Ho partecipato quale redattore in una équipe della UTET impegnata nella produzione di Grandi Opere.

 

 

 

 

Prova a leggere quanto ho scritto. Confronto i buoni libri con i buoni articoli e i libri scadenti con gli articoli scadenti. Non farmi dire quanto non ho detto.

Forse del mio intervento non hai capito proprio nulla!

 

 

 

 

Purtroppo, invece, sono troppi quelli che si assumono la responsabilità di voler essere un "punto fermo" senza averne la capacità.

 

 

 

 

Credo che di eterno non esista proprio nulla. Per lo meno, nulla di umano. In quanto al divino, ognuno ha la sua opinione.

 

 

 

 

Il Mommsen resta tutt'ora una pietra miliare magnifica: ma dopo 150 non è più aggiornato, in quanto un'enorme quantità di epigrafi sono state scoperte dopo la sua stesura e pubblicazione.

 

 

MAP non ha capito nulla dell'intervento postato.

 

Non sto discutendo sul valore di quelle Grandi Opere, che sono e restano delle pietre miliari (concetto che è già la terza volta che ripeto!), ma semplicemente ho scritto che il punto debole delle Grandi Opere nel momento attuale (dove esiste il web che, ci piaccia o non ci piaccia, si è trasformato nella più colossale biblioteca mai esistita nella storia umana) diventano rapidamente obsolete in quanto all'aggiornamento dei dati. Perciò (ripeto) chi nell'ennesimo tomo di aggiornamente di una Grande Opera (o in una nuova Grande Opera) cerca informazioni circa il punto di arrivo di un argomento, ovvero di attualizzare la sua conoscenza sullo stato dell'arte, rimarrà deluso. Chi, invece, cerca una migliore visione di un quadro d'insieme, allora ne resterà soddisfatto.

 

se i tuoi scritti sono come hai postato qui sopra, dubito che qualcuno possa aver capito qualcosa.

e se qualcuno te li paga profutamente non significa che rientri necessariamente nella categoria da te indicata come "quelli che dovrebbero aver diritto a scrivere".(cioè che ci capiscono qualcosa seriamente).

 

su alcuni punti invece concordo. sul discorso delle capacità per concepire una grande opera e sul fatto che l'eternità possa essere solo un'aspirazione ma mai una realtà oggettiva di fatto.

 

Il problema che se Mommsen non avesse scritto il CIL non ci sarebbe nessuna base su cui partire. e la somma della miriadi di articoli che sono stati scritti non possono compendiare o sostituire il CIL. senza un articolo si può sopravvivere(intendendolo nel vero senso della parola cioè sopravvivere che è diverso dal vivere bene), ma senza Grandi Opere non si possono fondare scientificamente le basi di una disciplina.

 

p.s. noto che si persiste, nel linguaggio, sulla linea dell'offesa gratuita. tipico dell'epoca virtuale. tipica sostanzialmente del web(a cui fai costante riferimento), in cui si danno spazio per iscritto a frustrazioni personali, a idee balsane, a teorie ascientifiche.

male che vada si cancella tutto con un click.

sarò antiquata ma non mi rassegnerò mai a questo modo "moderno" di fare scienza.

Modificato da MAP

Inviato (modificato)

Tralasciando di rispondere a MAP, che continua a non comprendere il senso del mio intervento (e forse sono io che non ho saputo spiegarmi), vorrei tornare all'aspetto che più mi sta a cuore e che è la ragione per cui ho aperto questa discussione.

Essa, in realtà, mi è stata suscitata da numerosi interventi che vedo su questo come su altri forum numsimatici, nei quali si citano smolto spesso opere come quelel citate nel titolo, in una forma che secondo me ne travisa ion parte il senso.

 

Prendiamo ad esempio il RIC.

Ad ogni momento viene citato quale catalogo: ma quasi mai vedo citate le migliaia di pagine, cento o duecento almeno per ogni volume, che ne costituiscono la parte concettuale. Come catalogo, il RIC è ormai obsoleto, lacunoso, superato. E non mi riferisco solamente a quella che con disprezzo evidente LegioItalicaII ha definito "minutaglia", ma anche alle monetazione ritenute (a torto o a ragione) le più prestigiose: ad esempio, studiando i dupondi di Nerone ci siamo resi conto di quanto sia impreciso e lacunoso. Invece la parte descrittiva che precede il catalogo è e resta un testo di riferimento non solo fondamentale, ma tutt'ora attuale e insuperato.

Quindi il problema, secondo me, non è tanto nella Grande Opera di per se stessa, ma piuttosto nel modo in cui viene utilizzata.

Citare la catalogazione che accompagna (insisto, "accompagna") queste Grandi Opere in modo acritico, quasi fosse verità poiché ivi affermato:

 

1) è metodologicamente errato in quanto prima di citare un riferimento di catalogo dandogli valore di verità, esso andrebbe verificato in quanto alla sua vigenza

 

2) è svilente nei confronti della Grande Opera perché vuol dire dare maggiore importanza alla parte di catalogazione, che non è quella veramente importante, anziché a quella concettuale, che ne costituisce davvero l'essenza e la parte di maggiore pregio.

 

Quindi il mio intervento non è per sottovalutare le Grandi Opere, ma per invitare tutti a leggerle con molta più attenzione per quello che davvvero sono: dei monumenti della conoscenza dei principi numismatici propri degli argomenti trattati, sui quali basare la nostra stessa formazione e crescita numsimatica, dando minore importanza a quella propria della catalogazione, utilissima e imprescindibile quale riferimento per spiegare con chiarezza di quale moneta si sta parlando, ma che a volte può essere ingannevole e condurre fuori strada a causa della sua obsolescenza quando non considerata criticamente.

 

In altri termini: nelle Grandi Opere sono da considerarsi con molta maggiore attenzione di quanto non si faccia le parti impropriamente chiamate "introduttive", che in realtà sono "espositive dei principi concettuali". Invece sulla catalogazione che accompagna tali principi concettuali, l'uso dovrebbe sempre essere fatto tenendone presenti i limiti.

 

Spero ora di essermi spiegato meglio.

Modificato da antvwaIa
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Inviato

ora è più chiaro.

e ne condivido il concetto di fondo. 

vorrei capire però come ovviare al problema. nel senso che posto che alcune Grandi Opere abbiano segnato il proprio tempo e per motivazioni fisiologiche(e non patologiche) siano da aggiornare/sostituire, come si procede?

 

con una miriade di articoli per ogni singola parte, magari pubblicati online? o sperando che qualche altro grande ingegno si prodighi nel produrre un'altra altra Grande Opera?

 

Le "Grandi Opere" sono ancora necessarie nel XXI secolo o possiamo farne a meno come con la carta stampata?


Inviato (modificato)

.... vorrei capire però come ovviare al problema. nel senso che posto che alcune Grandi Opere abbiano segnato il proprio tempo e per motivazioni fisiologiche (e non patologiche) siano da aggiornare/sostituire, come si procede?

 

Non lo so e non sono l'unico a non saperlo, Le grandi case editrici hanno rinunciato del tutto a pubblicare Grandi Opere. Al massimo rieditano vecchie edizioni che vendono in edicola abbinate ai quotidiani.

 

 

 

....con una miriade di articoli per ogni singola parte, magari pubblicati online?

 

L'articolo specialistico e la Grande Opera ragionano su due livelli diversissimi, entrambi validi e necessari, ma diversissimi. Gli uni non sostituiscono le altre, né le seconde sostituiscono i primi.... Non so cosa risponderti....

 

 

 

....o sperando che qualche altro grande ingegno si prodighi nel produrre un'altra altra Grande Opera?

 

La Grande Opera è sempre frutto del lavoro di un équipe. Per esempio, nel RUC X tomo Kent ha scritto buona parte del testo concettuale, mentre che la compilazione del catalogo è stata affidata ad un folto numero di collaboratori, immagino (ma non ne sono sicuro) che suoi allievi all'Università.

Nel caso della monetazione di Valentiniano III, che sto studiando, sul testo e sulla catalogazione i criteri per la definizione dei periodi di emissione sono affatto diversissimi! Noto che quando citano un nummo con la sua datazione, sempre fanno riferimento alla parte di catalogo e mai al testo. Ho il dubbio che il testo non venga letto e questa sarebbe davvero un'enorme caz[editato]ta.

 

 

Che ormai si pubblichi prevalentemente on-line, fa parte dei tempi. Lo capisco e ne prendo atto. Ma mi dispiace.

Amo svisceratamente il libro, l'odore della carta e dell'inchiostro, il frusciare della pagina, accarezzarne il dorso con delicatezza, come se fosse la tetta di una bella fanciulla (son troppo vecchio per accarezzare le tette delle fanciulle: ormai devo accontentarmi). Temo che sia giunto l'occaso del libro e questo mi addolora tantissimo. Mi consolo pensando che il mio occaso, comunque, giungerà prima di quello del mio amato :)

 

 

Curiosità inattesa. Un libro che ho scritto con la ricostruzione del mito cosmologico mapuche fondante, mi è stato richiesto per essere musicato e trasformato in un'Opera lirica :) Poiché la musica è un altro dei miei grandi amori (mia figlia è cantante lirica, il che mi dà una grande soddisfazione), l'idea che questo mio libro sia musicato mi rende davvero allegro!

 

 

PS. Normalmente non m'interessa collezionare monete. Seguo le aste per vedere se appaiono cose interessanti. Ma ogni tanto faccio delle eccezioni (ovviamente da una piccola isola della Patagonia posso acquistare solamente sul web) e così sto offrendo ben 1 US$ per un nummo inedito e molto grazioso di Valentiniano III: ovviamente è un nummo che non può esistere perché sul RIC non appare......

Modificato da antvwaIa

Inviato

 

 

Mi cadono le braccia quando leggo che qualcuno scrive che una moneta è interessante e rara perché è un "not in RIC". Questo costante bisogno della conferma scritta, questa sorta di attesa che esca l'ennesimo volume della Grande Opera.... Quando uscirà questo attesa volume (non importa di quale Grande Opera si parli), se l'aspettativa di chi lo sta attendendo è di avere un aggiornamento sul tema che gli sta a cuore, ne resterà molto deluso, perché invece sarà un testo non aggiornato. Se, invece, l'aspettativa è quella di avere un quadro d'insieme e una miogliore codificazione di dati, allora troverà certamente soddisfazione nel nuovo tomo.

 

 

Giustissimo ...... la cosa fondamentale è avere, per quanto possibile completo, un quadro d'insieme e una codificazione di dati. Il punto fermo.

Servirà per chiunque voglia avere una seria fonte di informazioni.

Sarà cura dello studioso aggiornarsi su quanto di nuovo esce in libri articoli e web.


Inviato

Credo che nel prossimo futuro l'unico modo di costruire una nuova Grande Opera sia quello di realizzare uno strumento informatico che permetta di selezionare efficacemente l'enorme quantità di informazioni disponibili on-line. Ovviamente non intendo dire un motore di ricerva con parole-chiave, ma una vera e propria intelligenza artificiale capace di scegliere e riassemblare quanto serve da milioni di testi già on-line.

 

 Il futuro sarà questo.

Spero che ancora per tanto tanto tanto tempo la Grande Opera sarà edita in formato cartaceo e continui ad essere sfogliata dallo studioso.

Ma è inevitabile credo che verrà trovato il modo di presentarla anche in formato digitale e costantemente aggiornata.


Inviato

L'importanza di un'opera come punto di riferimento nella numismatica .... vi faccio l'esempio di un libro sulla numismatica medioevale, Monete e zecche Medievali Italiane di Elio Biaggi. Non possiamo certamente definirlo una Grande Opera, assolutamente no; è pieno di errori, i cataloghi delle varie zecche sono ripresi da testi vecchi e superati (per non incorrere in problemi di diritti d'autore), le foto sono oscene, non può nemmeno essere considerato un punto fermo nella ricerca. Nonostante tutto questo è un libro molto ricercato, perché mette assieme un po' tutte le zecche italiane ed è di facile consultazione.

L'autore ha avuto il merito di mettere assieme più cose in un testo unico. Non avrebbe senso aggiornarlo (cosa impossibile), ma per anni sarà sulla scrivania di molti numismatici, sarà (qui devo dire purtroppo !) in cataloghi d'asta, sarà ricercato da chi non lo possiede. Questo fin quando non ci sarà qualcosa di meglio.

Il fatto è che il tempo scorre veloce .... nell'attesa di qualcosa di meglio intanto teniamoci ciò che c'è a disposizione.

Ho fatto questo esempio, di un'opera recente, insufficiente, assolutamente incompleta e piena di errori, ma per questo importante per tanti, .... proprio per ribadire l'importanza di un testo di riferimento.


Inviato

...... la cosa fondamentale è avere, per quanto possibile completo, un quadro d'insieme e una codificazione di dati. Il punto fermo.

 

Qui Chievolan ha citato  un punto molto importante delle Grandi Opere: molto spesso hanno l'enorme merito di proporre una forma condivisibile e pratica di codificazione dei dati


Inviato

Ho seguito questa discussione con un certo divertimento, anche per certe ironie abbastanza stimolanti.

Personalmente ritengo indispensabili sia le Grandi Opere che buoni articoli di approfondimento su specifici argomenti.

Purtroppo è sempre più difficile scrivere una Grande Opera che sia valida scientificamente o quanto meno costituisca un valido stato di conoscenza attuale.

Per la sua compilazione serve sempre più un valido lavoro di squadra, che persegue un progetto ben definito, che però richiede non solo un buon sforzo intellettuale (e sarebbe pure il minimo), ma anche economico.

Prendiamo il caso del RRC: Roman Republica Coinage, del Crawford.

In realtà è stata opera di un solo docente universitario, che ha potuto anche contare sull'aiuto di vari colleghi, ma assumendosi tutta la propria responsabilità.

La pubblicazione di una Grande Opera (e parlo sempre di un'opera di un certo spessore scientifico e non un'accozzaglia di scopiazzature varie) crea tuttavia una serie di vari problemi.

Il primo, che può sorprendere alcuni, è che ingenera una sorta di pigrizia ad approfondire aspetti e problemi ancora insoluti. Quando apparvero i due volumi del Crawford, nel 1974, si ebbe una sorta di paralisi nelle pubblicazioni di studi veramente innovativi nel campo delle monete romane repubblicane, che durò diversi anni. Praticamente gli studiosi semplicemente o avversarono o più spesso sposarono le tesi del Crawford, senza però fornire sostanziali novità. Praticamente si era sviluppata la convinzione che si era detto quasi tutto su questa monetazione.

Solo relativamente da poco si sta maturando la consapevolezza che servono seri aggiornamenti e rettifiche, con la comparsa di diversi articoli anche molto stimolanti. 

Il Crawford non è più tornato su un aggiornamento della sua opera e in questo lo posso anche capire. E' sempre difficile riprendere in mano un argomento poi così impegnativo. Lui ha preferito seguire una strada diversa e per certi versi anche molto lungimirante. Ha reso disponibili tutti i suoi appunti relativi ai ritrovamenti, anche per superare il suo ormai datato Roman Republican Coin Hoards. Infatti si sta sviluppando un sito come:

http://numismatics.org/chrr/

Sempre nel campo delle monete romane repubblicane (che studio più da vicino rispetto alle imperiali) c'è una consapevolezza della necessità di rendere disponibile il materiale presente nelle principali collezioni pubbliche. Ormai queste monete sono reperibili sui siti del British Museum, di Parigi (anche se con un pessimo motore di ricerca), di Berlino e ora ho notizia che perfino l'aristocratica Vienna si sta attrezzando a rendere pubblico il suo materiale repubblicano.

A questo punto subentra il secondo problema. Come redigere una nuova Grande Opera sulle monete romane repubblicane, che tenga presente non solo degli avanzamenti negli studi, ma che abbia un minimo di requisiti di aggiornamento e di rettifica?

E' un bel discorso e sinceramente non so come proporre, salvo che deve essere appannaggio di una valida istituzione universitaria aperta alla collaborazione di vari specialisti.

Sicuramente la strada degli articoli, da 10 o 20 pagine, è molto più facile da percorrere ed è possibile fornire validi contributi come anche delle autentiche castronerie (e questo vale ovviamente anche per i libri da oltre 200 pagine).

I nostri accademici preferiscono la strada degli articoli. Tanto per i loro titoli e per i punteggi conta quasi più il numero che la qualità degli articoli e scrivere un buon libro in genere si impiega più tempo rispetto a una serie di articoli.... In genere il libro che compare è frutto di una tesi di dottorato, con opportuni approfondimenti o integrazioni.....

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Inviato (modificato)
.... La pubblicazione di una Grande Opera  crea tuttavia una serie di vari problemi. Il primo, che può sorprendere alcuni, è che ingenera una sorta di pigrizia ad approfondire aspetti e problemi ancora insoluti. Quando apparvero i due volumi del Crawford, nel 1974, si ebbe una sorta di paralisi nelle pubblicazioni di studi veramente innovativi nel campo delle monete romane repubblicane, che durò diversi anni. [...] Praticamente si era sviluppata la convinzione che si era detto quasi tutto su questa monetazione.

Solo relativamente da poco si sta maturando la consapevolezza che servono seri aggiornamenti e rettifiche, con la comparsa di diversi articoli anche molto stimolanti....

 

Qui si tocca un aspetto molto delicato, del quale non mi ero mai reso conto ma che leggendo quanto scritto dall'amico Acraf mi rendo conto di quanto sia veridico.

Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, la Grande Opera non stimola come dovrebbe, o almeno non quanto dovrebbe, maggiori studi sull'argomento, ma al contraria, li disincentiva. Poi, in una seconda fase, viene l'aspettativa per l'aggiornamento della Grande Opera: e anch'essa disincentiva lo sviluppo de maggiori studi sul tema.

 

 

.... Il Crawford non è più tornato su un aggiornamento della sua opera e in questo lo posso anche capire. E' sempre difficile riprendere in mano un argomento poi così impegnativo.

 

Altro punto che merita molta riflessione. Certamente è difficile per l'autore di una Grande Opera riprendere in mano l'argomento, senza rischiare di scrivere una seconda Grande Opera non più all'altezza della prima. Ma forse c'è anche un secondo aspetto.

Io non ho mai scritto nessuna Grande Opera né sono in grado di scriverla, ovviamente. Tuttavia ho dedicato circa 10 anni a studiare sui testi originali dei secoli dal XVI al XIX le ricopilazione di missionari, militari, studiosi di varia indole in merito ai diversi miti della cultura mapuche, tutti riportati in modo molto frammentario e distorto dalla visione occidentale e cristiana; in questo modo giunsi a costruire una bozza di quello che credo fosse il mito originale nella sua integrità e completezza. Quindi nei 10 anni successivi mi dedicai alla revisione della mia bozza discutendola con sciamani e anziani mapuche, trascrivendo quando possibile testi orali in lingua mapudungún, sí da poter avvicinarmi meglio al mito originale nella sua completezza. In tutto 20 anni dedicati alla ricostruzione del mito mapuuche sulal creazione dell'universo e dell'uomo e sui "tempi iniziali". Recentemente pubblicato, sta trovando un enorme (e per me molto inatteso) successo, tanto da parte degli accademici, che mi stanno invitando a fare giornate di discussione in alcune Università, quanto da parte delle Comunità indigene (che è quanto pìù m'interessa: la loro condivisione del testo).

Or bene: un mese fa l'editore mi ha proposto di scrivere altre due formulazioni del libro: una di carattere divulgativo destinata al pubblico non mapuche (o quanto meno non preparato sull'argomento - l'edizione attuale si rivolge ai mapuche e agli antropologi); una seconda versione, con un linguaggio appropriato per essere proposta ai bambini tra i 10 e 14 anni (secondo ciclo di scuola basica). La mia risposta è stata: no, grazie! Perché? Semplicissimo! Dopo vent'anni che ci ho lavorato, non ne ho più voglia di ritornare ancora su quest'argomento o di dedicarci maggiore tempo.

Ovviamente la mia non è una Grande Opera, ma mi ha richiesto un tempo di studio, raccolta di informazioni, predisposizione di innumerevoli bozze, discussioni e rielaborazioni che è simile a quello richiesto all'Autore di una Grande Opera: e questo, ovviamente, produce alal fine una grande stanchezza e il desiderio di voltare pagina, dedicarsi ad altre cose.

Credo che sia anche per questo Crawford, e così gli altri Autori di Grandi Opere, non sono più ritornati sull'argomento.

 

 

.... Come redigere una nuova Grande Opera [...], che tenga presente non solo degli avanzamenti negli studi, ma che abbia un minimo di requisiti di aggiornamento e di rettifica?

E' un bel discorso e sinceramente non so come proporre, salvo che deve essere appannaggio di una valida istituzione universitaria aperta alla collaborazione di vari specialisti.....

 

Neanch'io saprei cosa proporre e condivido pienamente quanto dice Acraf: può solo nascere dall'iniziativa di una Istituzione accademica che si avvalga si ampia collaborazione esterna.

 

 

.... Sempre nel campo delle monete [...] c'è una consapevolezza della necessità di rendere disponibile il materiale presente nelle principali collezioni pubbliche.  ....

 

Condivido pienamente. Più che il bisogno di Grandi Opere maggiormente aggiornate sui temi numismatici di mio interesse, sento la necessità che sia rese fruibili on line le grandi collezioni pubbliche, nella loro completezza, con immagini ad alta definizione.

 

 

.... gli studiosi semplicemente o avversarono o più spesso sposarono le tesi del Crawford, senza però fornire sostanziali novità  ....

 

O di qualunque altro Autore di una Grande Opera.

Ho lasciato questo topico per ultimo perché mi pare molto delicato.

La Grande Opera mi pare che crei spesso una sorta di conflitto tra sostenitori che in modo ieratico non ammettono che possa essere messa in discussione, e coloro che la respingono.

Aprendo questa discussione, anche se non dichiarato apertamente, volevo proprio giungere a questo argomento. Parlare dei limiti oggettivi di una Grande Opera vuol dire affermare che è possibile (e corretto) discutere sulle manchevolezze della stessa, senza per altro respingerla, ma al contrario, apprezzandola e valorizzandola.

Eppure - non è la prima volta che mi succede su questo forum - non appena scrivo qualcosa che appare anche solo vagamente critico nei confronti del RIC, ecco che immediatamente insorgono alcuni foristi che si stracciano le vesti e i capelli gridando "bestemmia! bestemmia! alñ rogo! al rogo!". LegioItalicaII, addirittura, si domandò come fosse possibile che osassi dire che nei "Sacri Mostri" (sic!: è lui che li chiama così) ci potessero essere delle mancanze.

M'incuriosisce moltissimo questom atteggiamento sacerdotale da parte di alcune persone che reagiscono in modo così soggettivo e viscerale se critico il RIC (o il DOC o il MEC). Perché tanta passionalità? Perché lo vivono in modo così personale?

Provo ad azzardare un'ipotesi. Per insicurezza. Credo che oggi molti vivono, giustificatamente, il momento storico attuale (cambiamento di un'epoca) con un enorme disagio: valori etici e sociali che da secoli sono ritenuti i pilastri della nostra società, sono posti in discussione, respinti, denigrati.... Le basi stesse del nostro vivere civile e della nostra organizzazione sociale ed economica si stanno sgretolando, vengono a meno.

Ed ecco che appare sul forum numismatico, dove uno va per divertirsi e trascorrere un momento sereno e di pausa delle preoccupazioni quotidiane, un imbecille che anche lì mette in discussione i punti fermi: il RIC, il Cohen, le altri Grandi Opere.

Non riesco a spiegarmi altrimenti la reazione che a me pare totalmente ingiustificata di scandalo se mi permetto di dire solamente che il RIC non è aggiornato! Perché poi solo di questo si tratta: non ho detto che le Grandi Opere sono sopravvalutate, o che non sono più valide. Ho solo scritto che non sono aggiornate e che non possono mai esserlo a causa dei lunghissimi tempi di gestazione.. Perché reazioni così viscerali?

Modificato da antvwaIa
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Sicuramente la strada degli articoli, da 10 o 20 pagine, è molto più facile da percorrere ed è possibile fornire validi contributi come anche delle autentiche castronerie (e questo vale ovviamente anche per i libri da oltre 200 pagine).

I nostri accademici preferiscono la strada degli articoli. Tanto per i loro titoli e per i punteggi conta quasi più il numero che la qualità degli articoli e scrivere un buon libro in genere si impiega più tempo rispetto a una serie di articoli.... In genere il libro che compare è frutto di una tesi di dottorato, con opportuni approfondimenti o integrazioni.....

 

credo che acraf abbia centrato il problema.

le Grandi Opere non vengono più scritte perchè non esistono più Grandi Intelletti capaci di produrle. e si preferisce la strada della quantità e della miriadi di articoli.

 

sarà fuori topic ma reputo molto interessante il fatto che alcuni musei abbiano messo le proprie monete romane online.

facendo una ricerca su internet però ho trovato solo i musei di Londra e Parigi, ma non quello di Berlino e Vienna.

E' possibile aprire un topic dove inserire i vari link di tutti i musei?

 

Saluti.

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Aprendo questa discussione, anche se non dichiarato apertamente, volevo proprio giungere a questo argomento. Parlare dei limiti oggettivi di una Grande Opera vuol dire affermare che è possibile (e corretto) discutere sulle manchevolezze della stessa, senza per altro respingerla, ma al contrario, apprezzandola e valorizzandola.

Eppure - non è la prima volta che mi succede su questo forum - non appena scrivo qualcosa che appare anche solo vagamente critico nei confronti del RIC, ecco che immediatamente insorgono alcuni foristi che si stracciano le vesti e i capelli gridando "bestemmia! bestemmia! alñ rogo! al rogo!". LegioItalicaII, addirittura, si domandò come fosse possibile che osassi dire che nei "Sacri Mostri" (sic!: è lui che li chiama così) ci potessero essere delle mancanze.

M'incuriosisce moltissimo questom atteggiamento sacerdotale da parte di alcune persone che reagiscono in modo così soggettivo e viscerale se critico il RIC (o il DOC o il MEC). Perché tanta passionalità? Perché lo vivono in modo così personale?

Provo ad azzardare un'ipotesi. Per insicurezza. Credo che oggi molti vivono, giustificatamente, il momento storico attuale (cambiamento di un'epoca) con un enorme disagio: valori etici e sociali che da secoli sono ritenuti i pilastri della nostra società, sono posti in discussione, respinti, denigrati.... Le basi stesse del nostro vivere civile e della nostra organizzazione sociale ed economica si stanno sgretolando, vengono a meno.

Ed ecco che appare sul forum numismatico, dove uno va per divertirsi e trascorrere un momento sereno e di pausa delle preoccupazioni quotidiane, un imbecille che anche lì mette in discussione i punti fermi: il RIC, il Cohen, le altri Grandi Opere.

 

su questo sono pienamente d'accordo.

tutto può essere sottoposto a giudizio critico. l'unica cosa che bisogna avere spirito critico e coscienza nel giudizio.

non è sufficiente dire il Crawford ha sbagliato, ma indicare i punti e le motivazioni. solo così si progredisce scientificamente.

purtroppo un limite delle realtà virtuali è l'eccessiva democraticità, dove il pensiero di uno studioso che ha dedicato 20 anni a un argomento ha lo stesso peso di un parere di chi ha letto pochi libri, magari più diffusi e meno scientifici. per tale ragione continuo a preferire i rapporti personali, reali, la carta stampata al click sul web. anche se non condanno le chiacchierate virtuali. anche da una chiacchiera si può apprendere qualcosa.

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.... le Grandi Opere non vengono più scritte perchè non esistono più Grandi Intelletti capaci di produrle. e si preferisce la strada della quantità e della miriadi di articoli ....

 

Non credo che sia vero. Grandi intelletti sorgono e ce ne sono (pochi) in qualunque epoca, anche oggi. Che poi ora essi preferiscano altri strumenti quali lo sono, ad esempio, gli articoli, credo che sia proprio perché l'enorme diffusione delle informazioni fa sì che uno nel momento stesso in cui s'impegna nello scrivere un libro di maggiore respiro, si accorge costantemente di restare indietro nelle informazioni e questo crea una certa demotivazione.

Poi, diciamoci la verità, scrivere una Grande Opera è cosa mortalmente noiosa! Secondo me, gli Autori delle Grandi Opere sono delle frane con l'altro sesso!

 

 

 

... tutto può essere sottoposto a giudizio critico. l'unica cosa che bisogna avere spirito critico e coscienza nel giudizio....

 

Beh: direi che è lapalissiano!

 

 

 

.... purtroppo un limite delle realtà virtuali è l'eccessiva democraticità, dove il pensiero di uno studioso che ha dedicato 20 anni a un argomento ha lo stesso peso di un parere di chi ha letto pochi libri, magari più diffusi e meno scientifici.....

 

Non sono d'accordo. La persona competente distingue, eccome che distingue! tra il pensiero di chi ha qualcosa da dire e quello di chi non ha nulla da dire.

In quanto alla persona che pur avendo poca esperienza e competenza su un tema, tuttavia vuol dire la sua (e ne ha pieno diritto), vorrei spendere qualche parola in sua difesa.

Lo "studioso che ha dedicato 20 anni a un argomento", per forza di cose con il trascorrere del tempo si è irrigidito sulle sue posizioni, pur senza volerlo e senza esserne cosciente, e tende a proseguire lungo una strada che lui stesso ha avviato.

L'incompetente (che non vuol dire che sia una persona sciocca, ma semplicemente che non ha una grossa preparazione sull'argomento) se intelligente (e non vedo perché un incompetente non possa esserlo) è creativo nelle sue idee, proprio perché non condizionate da un'esperienza troppo consolidata.

Molte scoperte sono giunte proprio da persone incompetenti, che hanno visto una tema noto da un punto di vista totalmente diverso in quanto non condizionate da una logica acquisita e consolidata.

In effetti, credo che la collaborazione tra il competente e l'incompetente possa essere molto proficua: il secondo spesso produce un'enorme valanga di idee diverse, per lo più balzane, ma tra le quali può non mancare l'idea davvero geniale. E lì entra in gioco il competente che deve riconoscere l'idea geniale, proprio perché ha la competenza necessaria per poterla distinguere. Ma avrà l'umiltà di accettare che sia proprio l'incompetente ad avere l'idea geniale?

Modificato da antvwaIa
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Inviato (modificato)

Poi, diciamoci la verità, scrivere una Grande Opera è cosa mortalmente noiosa! Secondo me, gli Autori delle Grandi Opere sono delle frane con l'altro sesso!

 

La costanza è tipica dei Grandi Intelletti.

Frane con l'altro sesso? Non direi Theodor Mommsen aveva nove figli e non so quante amanti sparse in giro per il mondo.

 

 

Beh: direi che è lapalissiano!

 

A me non pare così lapalissiano. lo è nel concetto, ma non nella realtà dei fatti. ed è sufficiente leggere qualche recensione.

 

Non sono d'accordo. La persona competente distingue, eccome che distingue! tra il pensiero di chi ha qualcosa da dire e quello di chi non ha nulla da dire.

In quanto alla persona che pur avendo poca esperienza e competenza su un tema, tuttavia vuol dire la sua (e ne ha pieno diritto), vorrei spendere qualche parola in sua difesa.

Lo "studioso che ha dedicato 20 anni a un argomento", per forza di cose con il trascorrere del tempo si è irrigidito sulle sue posizioni, pur senza volerlo e senza esserne cosciente, e tende a proseguire lungo una strada che lui stesso ha avviato.

L'incompetente (che non vuol dire che sia una persona sciocca, ma semplicemente che non ha una grossa preparazione sull'argomento) se intelligente (e non vedo perché un incompetente non possa esserlo) è creativo nelle sue idee, proprio perché non condizionate da un'esperienza troppo consolidata.

Molte scoperte sono giunte proprio da persone incompetenti, che hanno visto una tema noto da un punto di vista totalmente diverso in quanto non condizionate da una logica acquisita e consolidata.

In effetti, credo che la collaborazione tra il competente e l'incompetente possa essere molto proficua: il secondo spesso produce un'enorme valanga di idee diverse, per lo più balzane, ma tra le quali può non mancare l'idea davvero geniale. E lì entra in gioco il competente che deve riconoscere l'idea geniale, proprio perché ha la competenza necessaria per poterla distinguere.

 

non concordo col non concordare. e spiego il perchè.

chi legge un'opera distingue solo in base al suo grado di competenza.

una persona che ha una preparazione mediocre giudicherà geniale uno scritto sufficiente. una persona che ha una preparazione ottimale saprà cogliere l'eccellenza.

Dopo 20 anni ci si irrigidisce sulle proprie posizioni? è vero nella maggior parte dei casi ma non in tutti. nei "quasi" grandi, ma non nei grandissimi.

non per citare il solito Mommsen, ma anche Bandinelli, Becatti hanno cambiato spesso la loro opinione.

 

 

Ma avrà l'umiltà di accettare che sia proprio l'incompetente ad avere l'idea geniale?

 

E l'incompetente avrà l'umiltà di accettare che sia il competente ad a decidere sulla bontà del suo discorso?

 

devo andare. saluti. alla prossima.

Modificato da MAP

Inviato

Sono stato appena or ora contattato dalla moglie dell'Autore di una Grande Opera. Ecco il suo messaggio:

 

"Mio marito è un vero olimpionico del sesso: una volta ogni quattro anni!".

 

 

Tramite una medium, ho anche preso contatto con la moglie di Mommsen. Mi ha confermato che suo marito era terribilmente noioso e che lei, in qualche modo, doveva pure distrarsi....


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