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Inviato

Alla cortese attenzione del forum,

sapreste concordare un grado di conservazione per questo esemplare?

:dirol:

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Inviato

bb


Inviato

Alla cortese attenzione del forum,

sapreste concordare un grado di conservazione per questo esemplare?

:dirol:

 

bb

 

Concordo, siamo grosso modo intorno al BB, se desideri sapere come si è evoluta questa monetazione e con quale criterio venne stabilito il peso del ducato napoletano nel corso degli anni ti consiglio la lettura di questa tabella pubblicata in un vecchio studio di Giovanni Bovi. 

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Inviato (modificato)

Ringrazio per gli interventi e in particolar modo @@francesco77 per l'interessante tabella che amplia sull'argomento del valore del peso.

 

Nel periodo della reggenza, tra il 1665 e il 1666, furono battuti, solo a nome di Carlo II, carlini che si collocano sullo stesso standard ponderale di Filippo IV, mentre nell'ultimo anno di regno congiunto apparvero monete da un ducato, mezzo ducato e tari' con leggenda duplice, le quali, però, sia per il peso inferiore alla norma sia per l'accuratezza dei conii, dovrebbero ritenersi come coniazioni commemorative.

Intanto la Spagna viveva momenti difficili, soprattutto per le mire di Luigi XIV di Francia, cui fu costretta a cedere alcuni territori, e ne subiva le conseguenza persino in Sicilia, dove la rivolta di Messina del 1674, diretta a ppunto contro il governo spagnolo, privò la città di battere monete del Regno, privilegio che passo a Palermo.

 

Per esempio le emissioni monetarie in Sicilia si possono pertanto dividere in quattro momenti diversi:

1) Zecca di Messina fino al 1674; zecchieri D.Gregorio Vigevi 1665-1666 (DG - V) e D. Giovanni Battista Vigevi 1667-1674 (DI - BV).

2) Emissioni dei tipi messinesi del 1678 con sigla R - C, cioè Regia Corte, battuti a Messina, nonostante il divieto, forse unicamente per provvedere alla ribattitura delle monete francesi rimaste in circolazione nella città.

3) Emissioni "di transizione" a Palermo, dal 1677 al 1693, corrispondenti all'inizio dell'uso del bilanciere, con conseguente sforzo per migliorare la qualità delle monete nel disegno e nella fattura. La sigla presente su tutte le emissioni palermitane, anche successive, è R - C.

4) Emissioni palermitane definitive in puro stile barocco, dal 1697.

 

A Napoli, per merito del marchese Carpio, la complessa monetazione trovò finalmente ordine con la riforma che vide comparire nel 1683 nuove monete d'argento coniate con una lega di 11 onze per libbra e l'opportuno provvedimento del ritiro dalla circolazione di tutte le vecchie monete, nonostante ciò comportasse all'erario un notevole sforzo finanziario. Nel periodo successivo furono emesse anche monete d'argento di peso inferiore, in seguito all'aumento del costo del metallo, situazione a cui corrispose un operazione di maggiorazione del valore delle monete battute in precedenza e ancora in circolazione.

Tutta questa monetazione d'argento di Carlo II a Napoli fu eseguita al bilanciere con pregievole fattura; schematicamente può essere divisa in tre periodi principali:

1) 1683-1687: ducato, mezzo ducato, tari', carlini, sulla base del peso dell'unità (il carlino) di gr. 2,81.

2) 1687-1689: si aggiungono monete da 8 grani sul peso di un carlino di gr. 2,56.

3( 1691-1700: stessi nominali con pesi basati sul peso di un carlino di gr. 2,19.

Dal 1677 parallelamente si batteva anche rame: 1 grano, 1 tornese, 3 cavalli. Fino al 1680 in questo metallo si battevano monete al martello, da questa data in poi fu usato il bilanciere.

 

 

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Modificato da Fidelio
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Inviato

Ringrazio per gli interventi e in particolar modo @@francesco77 per l'interessante tabella che amplia sull'argomento del valore del peso.

 

Nel periodo della reggenza, tra il 1665 e il 1666, furono battuti, solo a nome di Carlo II, carlini che si collocano sullo stesso standard ponderale di Filippo IV, mentre nell'ultimo anno di regno congiunto apparvero monete da un ducato, mezzo ducato e tari' con leggenda duplice, le quali, però, sia per il peso inferiore alla norma sia per l'accuratezza dei conii, dovrebbero ritenersi come coniazioni commemorative.

Intanto la Spagna viveva momenti difficili, soprattutto per le mire di Luigi XIV di Francia, cui fu costretta a cedere alcuni territori, e ne subiva le conseguenza persino in Sicilia, dove la rivolta di Messina del 1674, diretta a ppunto contro il governo spagnolo, privò la città di battere monete del Regno, privilegio che passo a Palermo.

 

Per esempio le emissioni monetarie in Sicilia si possono pertanto dividere in quattro momenti diversi:

1) Zecca di Messina fino al 1674; zecchieri D.Gregorio Vigevi 1665-1666 (DG - V) e D. Giovanni Battista Vigevi 1667-1674 (DI - BV).

2) Emissioni dei tipi messinesi del 1678 con sigla R - C, cioè Regia Corte, battuti a Messina, nonostante il divieto, forse unicamente per provvedere alla ribattitura delle monete francesi rimaste in circolazione nella città.

3) Emissioni "di transizione" a Palermo, dal 1677 al 1693, corrispondenti all'inizio dell'uso del bilanciere, con conseguente sforzo per migliorare la qualità delle monete nel disegno e nella fattura. La sigla presente su tutte le emissioni palermitane, anche successive, è R - C.

4) Emissioni palermitane definitive in puro stile barocco, dal 1697.

 

A Napoli, per merito del marchese Carpio, la complessa monetazione trovò finalmente ordine con la riforma che vide comparire nel 1683 nuove monete d'argento coniate con una lega di 11 onze per libbra e l'opportuno provvedimento del ritiro dalla circolazione di tutte le vecchie monete, nonostante ciò comportasse all'erario un notevole sforzo finanziario. Nel periodo successivo furono emesse anche monete d'argento di peso inferiore, in seguito all'aumento del costo del metallo, situazione a cui corrispose un operazione di maggiorazione del valore delle monete battute in precedenza e ancora in circolazione.

Tutta questa monetazione d'argento di Carlo II a Napoli fu eseguita al bilanciere con pregievole fattura; schematicamente può essere divisa in tre periodi principali:

1) 1683-1687: ducato, mezzo ducato, tari', carlini, sulla base del peso dell'unità (il carlino) di gr. 2,81.

2) 1687-1689: si aggiungono monete da 8 grani sul peso di un carlino di gr. 2,56.

3( 1691-1700: stessi nominali con pesi basati sul peso di un carlino di gr. 2,19.

Dal 1677 parallelamente si batteva anche rame: 1 grano, 1 tornese, 3 cavalli. Fino al 1680 in questo metallo si battevano monete al martello, da questa data in poi fu usato il bilanciere.

 

Ottimo @@Fidelio , sinossi perfetta!!!!

http://ilportaledelsud.org/monete_carlo_II.htm


Inviato

Fino al 1680 in questo metallo (Rame) si battevano monete al martello, da questa data in poi fu usato il bilanciere. 

@@Fidelio

Scusami...ma cosa significherebbe ? per il 1680 cosa abbiamo ?  :unknw:


Inviato

Fino al 1680 in questo metallo (Rame) si battevano monete al martello, da questa data in poi fu usato il bilanciere. 

@@Fidelio

Scusami...ma cosa significherebbe ? per il 1680 cosa abbiamo ?  :unknw:

 

sia quelle al martello che quelle al bilanciere

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Inviato

sia quelle al martello che quelle al bilanciere

L'avrei giurato che avresti riposto tu, per primo.....ma per quale Nominale ?


Inviato (modificato)

tutti quelli di rame.... 3 cavalli, tornese e grano.... 

 

3 cavalli 1680 al bilanciere

 

post-4206-0-35373200-1422133411.jpg

 

post-4206-0-81607300-1422133436.jpg

 

3 cavalli 1680 al martello

 

post-4206-0-07555800-1422133491.jpg

 

post-4206-0-00788300-1422133511.jpg

 

@Rex Neap

Modificato da Layer1986
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Inviato (modificato)

@@Rex Neap  Eccoli qui

 

Grano al martello

 


Fonte Cataloghi Online

 


Fonte Cataloghi Online

 

Grano al bilanciere

 

post-4206-0-93115500-1422207724_thumb.jp 

 

di Numismatica Fiorentina

 

Tornese al martello

 


Fonte Cataloghi Online

 


Fonte Cataloghi Online

 

Tornese al bilanciere

 


Fonte Cataloghi Online

 


Fonte Cataloghi Online

Modificato da Layer1986
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