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IGNORED

Un metaldetectorista sfigato


chievolan

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Poco ma sicuro che questi oggetti non sono di "provenienza lecita". Forse è tutta roba di poco conto, ma mi sa che il loro possessore avrà un bel po' di rogne.

Teneva quei reperti in una cassetta di sicurezza, sentendosi ... al sicuro.

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La foto piú che reperti archeologici mi sembra inquadri del "ciarpame". Le monete non si capiscono i dettagli ma mi sembrano tutte un po' troppo regolari.

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Più che i reperti e le rogne mi preoccupa molto il fatto che i nostri preziosi non sono al sicuro nemmeno più nelle cassette di sicurezza in banca.

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Non sarei avventato sui giudizi in quanto gli oggetti potrebbero essere stati acquistati in modo lecito oppure ereditati e pertanto frutto di eventuali ritrovamenti prima del 1909. In ogni caso chi denuncia avrà l'onere della prova e a intuito mi sembra non semplice dimostrare l'illecita provenienza a meno che i possessori dichiarino l'illecito. Alla fine sarà uno spreco di risorse pubbliche e private per niente. Diversamente sarebbe più giusto perseguire chi ha effettuato la rapina e sequestrato il personale oltre ad aver forzato le cassette di sicurezza.

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In ogni caso..ormai dovreste aver capito che, senza offesa per la categoria, nel campo del giornalismo sono pochi quelli che ne masticano di archeologia...men che meno di numismatica e spesso vengono scritti strafalcioni non di poco conto...tipo monete di inestimabile valore ecc ecc salvo poi verificare che si trattava di oggetti da nulla....

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Allora, giusto un paio di precisazioni:

 

La notizia è uscita alcuni giorni fa, in seguito a una indagine delle forze dell'ordine che sono riuscite a risalire ai rapinatori che mesi fa avevano rubato in una banca di Cervignano (UD) delle cassette di sicurezza con oggetti preziosi all'interno.

 

La "banda", con diversi personaggi ormai catturati, pare sia andata a colpo sicuro. Tra le altre, sono state rubate (e poi ritrovate) delle cassette in cui era conservato - da chi non è dato sapere - il "tesoro di San Vito", trafugato ancora negli anni '20 da Marano Lagunare (UD) e comprendente tra l'altro due statuette trecentesche di gran valore, e una serie di oselle veneziane in oro, appicagnolate e probabilmente frutto di donazioni alla chiesa maranese nei secoli passati.

 

 

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Un paio di giorni dopo, sempre sulla testata del giornale locale "Messaggero Veneto", ma anche su altri titoli, si viene a conoscere che il bottino era costituito anche da altri reperti, quelli aquileiesi di cui si parlava prima. Beninteso, non si tratta solo di rottami e ferraglia, a me pare piuttosto una collezione di reperti di tipo "amatoriale", tra l'altro vi sono reperti importantissimi oltre alle monete, che avrebbero (ahimè) potuto essere di estremo interesse se fossero stati attentamente studiati da un punto di vista archeologico tout court.

 

La provenienza del tesoro di Marano, nonché dei reperti aquileiesi, pare ancora molto nebulosa. Il fatto che fossero presenti in una banca, e che i ladri siano andati a colpo sicuro, non mi rassicura per niente.

 

Luigi

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Leggo proprio ora un'altra notizia, sempre sul Messaggero Veneto: nel caveau della stessa banca è stato trovato oggi un altro tesoro, in questo caso si parla di gemme e pietre dure, sempre di origine aquileiese.

 

Che si sia aperto il vaso di Pandora?

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Si, a quanto pare non c'erano solo le pacottiglie che si vedono in foto, ma in due cassette di sicurezza (i cui proprietari sono già indagati) erano conservate altre cose, .... armi e altri manufatti della tarda età del bronzo, un centinaio di gemme incise, altri oggetti romani e paleocristiani. Evidentemente la foto non era consona alla realtà.

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Tra le altre, sono state rubate (e poi ritrovate) delle cassette in cui era conservato - da chi non è dato sapere - il "tesoro di San Vito", trafugato ancora negli anni '20 da Marano Lagunare (UD) e comprendente tra l'altro due statuette trecentesche di gran valore, e una serie di oselle veneziane in oro, appicagnolate e probabilmente frutto di donazioni alla chiesa maranese nei secoli passati.

 Mi pare che il "tesoro di san Vito" era conservato in quelle cassette dalla parrocchia di Marano, non era il frutto di un vecchio furto.

La sorpresa sono stati i reperti archeologici.

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.... tra l'altro vi sono reperti importantissimi oltre alle monete, che avrebbero (ahimè) potuto essere di estremo interesse se fossero stati attentamente studiati da un punto di vista archeologico tout court.

 

 

 Se le asce, la spada, gli altri oggetti protostorici che si vedono in alcune foto sono state trovate proprio nel territorio aquileiese, .... veramente meritavano uno studio.

Speriamo che le indagini portino ad individuare i siti di "ritrovamento".

 

Complimenti alle Forze dell'Ordine che hanno messo in gabbia la banda.

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Allora, giusto un paio di precisazioni:

 

La notizia è uscita alcuni giorni fa, in seguito a una indagine delle forze dell'ordine che sono riuscite a risalire ai rapinatori che mesi fa avevano rubato in una banca di Cervignano (UD) delle cassette di sicurezza con oggetti preziosi all'interno.

 

La "banda", con diversi personaggi ormai catturati, pare sia andata a colpo sicuro. Tra le altre, sono state rubate (e poi ritrovate) delle cassette in cui era conservato - da chi non è dato sapere - il "tesoro di San Vito", trafugato ancora negli anni '20 da Marano Lagunare (UD) e comprendente tra l'altro due statuette trecentesche di gran valore, e una serie di oselle veneziane in oro, appicagnolate e probabilmente frutto di donazioni alla chiesa maranese nei secoli passati.

Quelle due sarebbero le statuette trecentesche??? 

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queste sono le notizie che ci arrivano in regione tramite le testate on-line.

 

A parte la faccenda dei reperti da Aquieia in una collezione (si fa per dire) privata, mi piacerebbe sapere quali siano le oselle veneziane in oro del tesoro di San Vito (di Marano Lagunare), dalla unica foto vista non si capisce quali siano, se non che sono tutte appicagnolate.

 

Questo tesoro era stato trafugato già nel 1928, poi ritrovato, ed era finito in cassette di sicurezza della suddetta banca.

 

Ora, al di là di qualsiasi considerazione, mi pare alquanto curioso il fatto che tale insieme di oggetti fosse conservato - anche da parte di una non meglio identificata autorità ecclesiastica - in una banca.

 

Mettere su un paio di stanze, creare un piccolo museo o al limite un paio di stanze nella cittadina forse sarebbe stato meglio, per le oselle e forse anche per il pubblico, invece che lasciarle ammuffire in una scatoletta in un caveau.

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..." in due cassette di sicurezza (i cui proprietari sono già indagati) erano conservate altre cose, .... armi e altri manufatti della tarda età del bronzo, un centinaio di gemme incise, altri oggetti romani e paleocristiani. Evidentemente la foto non era consona alla realtà."

 

Ma quanto son grandi 'ste cassette di sicurezza?

 

Più che cassette saranno stati degli armadi.... :clapping:

 

M.

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Perché pensate che tali reperti siano più al sicuro in una stanza pubblica che in una cassetta di sicurezza?

Penso che sia più facile rubare in un piccolo museo che in un caveau bancario, a meno di non adottare adeguati e costosi sistemi di sicurezza.

La cosa più importante è che esista un'adeguata documentazione e si sappia dove si trovi il materiale, che potrà anche essere adeguatamente custodito.

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Io mi riferivo esclusivamente al tesoro di San Vito, non ai reperti romani di incerta provenienza . Molte chiese hanno il loro "tesoro", più o meno importante, e in certi casi si riescono a trovare adeguate sistemazioni che possano permettere la loro fruizione da parte di esperti o semplici curiosi.

 

Nel caso citato, invece, siamo di fronte ad un paradosso: il tesoro era stato già trafugato nel 1928, immagino da ambienti di proprietà della cattedrale non sufficientemente protetti (parliamo anche di altre epoche, si intende). Poi era stato ritrovato, come per fortuna accade ancora a volte in Italia. Da allora, è finito in un caveau, con l'intento di proteggerlo da eventuali altri furti, ma nello stesso tempo credo che quasi nessuno ormai sapesse della sua sorte, se non peggio della sua stessa esistenza.

 

Insomma, esisteranno anche delle vie di mezzo tra il rischio evidente di furto e il totale oscuramento.

 

Per la precisione, in ogni caso, continuo ad essere curioso di sapere quali fossero le oselle veneziane presenti, dalle foto sfocate in effetti molte paiono d'oro.

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  • 2 settimane dopo...

Leggo ora sul sito del quotidiano "messaggero veneto" che il tesoro di San Vito recuperato tornerà alla comunità di Marano Lagunare.

 

Non riesco a incollare il link, ma si trova sull'homepage del sito messaggeroveneto.gelocal.it

 

Ora la mia curiosità è che fine farà. Dopo due furti, uno negli anni '20 ed uno recentissimo di cui avevamo parlato - peraltro perpetrato in una banca - temo che finirà di nuovo nascosto... quindi ahimè le oselle resteranno misteriose :(

 

Vedremo se ci saranno ulteriori notizie.

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"Ora la mia curiosità è che fine farà. Dopo due furti, uno negli anni '20 ed uno recentissimo di cui avevamo parlato - peraltro perpetrato in una banca - temo che finirà di nuovo nascosto."

 

Non c'è due senza tre.......vedrai che se ne riparlerà solo in occasione del terzo furto..... :pardon:

 

M.

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Non penso risulti facile piazzare sul mercato reperti così noti, a meno che si tratti di un furto su commissione o intendano fondere le statuette trecentesche per l'oro (crimine contro la storia e la cultura).

Se mi mettessi nei panni di un criminale preferirei allungare le mani verso un mucchietto di anonimi marenghi o sterline.

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Infatti quei mentecatti dei ladri lo hanno abbandonato subito (tra l'altro in un fiume.... mentecatti all'ennesima potenza) appena si sono accorti di aver rubato un tesoro troppo conosciuto. PS le statuette non sono in oro massiccio, si intende, altrimenti non mi spiegherei le immagini del vescovo di Udine baldanzoso che le sollevava con facilità :)

 

Certo rimane un grande scandalo, almeno a livello regionale.

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