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IGNORED

Scoperto in Svizzera l'archivio dei tesori rubati


conrad59

Risposte migliori

Rileggendo il messaggio di Mario (post n. 18), i 15 siti di cui parla la Soprintendenza e che basterebbe controllare, sarebbero dislocati non nelle sola Sicilia ma addirittura "nel sud Italia".

Lascio ai Lettori qualunque ulteriore considerazione in proposito.

M.

 Chi ha raccontato questa favoletta? Mi sa che mi sono perso qualcosa....

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Quando andai a sentire il Convegno a Milano del Mibac " L'identità perduta " il ritornello dei funzionari presenti fu quello di spostare l'interesse della catena dal finale all'iniziale, cioè evitare di perseguire collezionisti per qualche moneta con la provenienza da accertare che portano a risultati nulli o minimi nell'opera di contrasto, ma perseguire invece l'opera della grande prevenzione sui siti sensibili italiani.

Si parlo' anche in modo chiaro del fatto che questi erano da loro ben conosciuti e noti, si disse circa 15 e importanti, riferiti ad ambiti del sud Italia e che fosse giusto spostare risorse e mezzi sul controllo e la prevenzione in essi.

Mi sembrarono affermazioni importanti e giuste, poi se a queste seguiranno dei fatti questo non lo so, ma indubbiamente la rotta mi sembra quella giusta e da seguire.....

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Logico...se io fossi un funzionario del MIBAC anche io penserei a preservare i siti noti...peccato però che i tombaroli sono sempre alla ricerca di nuovi filoni...un po' come i minatori...quindi giusto prevenire (ma questo deve essere fatto da guardie private o da personale del MIBAC attraverso la vigilanza fissa)....Però...la prevenzione dinamica è chiaramente di esclusiva competenza delle forze di polizia ma non può ovviamente essere sufficiente senza una attività di intelligence svolta non solo sul territorio ma anche attraverso l'esame di altri fattori. 

 

Sio 15 siti..mi viene da ridere...se qualcuno li elenca ci facciamo tutti quattro risate...altro che 15!

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Sarebbe opportuno che qualcuno, con qualche competenza, possa elencare più esattamente, con dati alla mano, i siti sorvegliati dalla Soprintendenza, altrimenti si blatera….

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Sarebbe opportuno che qualcuno, con qualche competenza, possa elencare più esattamente, con dati alla mano, i siti sorvegliati dalla Soprintendenza, altrimenti si blatera….

Giusto... 

 

Sicuramente Selinunte...Morgantina...tanto per citarne due importanti.....

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"Sarebbe opportuno che qualcuno, con qualche competenza, possa elencare più esattamente, con dati alla mano, i siti sorvegliati dalla Soprintendenza, altrimenti si blatera…."

 

Certo. Ma sarebbe anche interessante sapere quali sarebbero i famosi 15 siti del sud Italia che basterebbe controllare.

 

Ma suppongo che sarà anche questo un "segreto di Stato".

 

M.

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Intanto so solo che Morgantina rappresentò un caso limite tra ricchezza dei reperti archeologici e lo sfascio operato dai tombaroli, che arrivarono a usare finanche delle ruspe per sventrare, favoriti anche dal relativo isolamento di quella collina. La zona archeologica di Morgantina quindi fu molto monitorata e credo che sia fra i siti protetti.

In tante zone di quel sito era ormai diventato impossibile distinguere i vari strati, a causa degli scavi indiscriminati operati dai clandestini. E la famosa Venere di Morgantina veniva da lì (se poi attirava un maggiore numero di visitatori quando stava clandestinamente in USA, è un altro discorso….).

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I 15 siti non sono certo un segreto di Stato, non cominciamo a dire sciocchezze. Sono noti cosi come altri si conoscono

Inoltre non e' che si possa scavare dove sia voglia o a caso per trovare reperti

Si scava dove ci sono : ovvero nelle aree archeologiche

Stroncando qualche traffico con un po' di sforzo investigativo e operativo si otterrebbero risultati notevoli nel far diminuire il traffico clandestino di beni archeologici che comunque negli ultimi anni e' gia' abbastanza ridotto. Oggi i grandi traffici riguardano piu' che altro le aree di Siria , Iraq e Libia ove le autorita' hanno perso il controllo del territorio

Parimenti se venisse fermata qualche "premiata ditta di falsi e affini" siciliana che smercia ciarpame in tutto il mondo ormai ( tranne poche, selezionatissime aste, tutto ilmercato ne e' infetto)

I collezionisti e anchd il mercato alla fine ne trarrebbero un beneficio enorme

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"I 15 siti non sono certo un segreto di Stato, non cominciamo a dire sciocchezze. Sono noti cosi come altri si conoscono."

 

La sciocchezza mi pare essere quella di chi pensa che monitorando meglio 15 siti del sud Italia si possa risolvere il problema degli scavi clandestini.

 

E comunque l'indicazione dei 15 siti non è stata ancora fornita in questa discussione, sebbene si sostenga che tali siti sarebbero noti.

 

Se sono noti perché nessuno ha ancora scritto quali sono? Se non altro si capirebbe a quali località ci si vuole riferire. 

 

Mi pare evidente che se il problema si limitasse a 15 siti, basterebbe piazzare anche solo un po' di telecamere per monitorarli H 24, con una spesa che sarebbe sostenibile anche da parte di un Comune di medie dimensioni.

 

Sorprende come si possano fare certe affermazioni (elledi parlava di "favolette", ma mi sembra un educato eufemismo) senza neppure considerare che l'estensione ed il numero delle aeree archeologiche del sud Italia è tale per cui 15 siti possono al più rappresentare un campione rappresentativo del problema, ma nulla di più.

 

Chi conosce anche solo un po' il territorio in cui vive in una qualunque delle Regioni del sud, sa benissimo che oltre ai numerosi siti archeologici censiti, molti dei quali privi di qualunque tutela, finanche una semplice recinzione, esistono una miriade di altri luoghi di rilevanza archeologica sconosciuti ai carteggi ufficiali.

 

Alcuni di questi luoghi rivelano la loro esistenza proprio a seguito del rinvenimento di scavi e sondaggi che fanno supporre un'attività di ricerca abusiva.

 

Altri luoghi sono dislocati in aree talmente impervie, che solo determinate categorie di persone (pastori, cacciatori, cercatori di funghi ecc.) le conoscono o li frequentano, spesso essendosi imbattuti in essi in modo del tutto fortuito ed inaspettato

 

Alcune di queste aree possono riservare testimonianze archeologiche di assoluto interesse e pregio, (penso ad esempio ai cosiddetti "Giganti di Mont'è Prama", rinvenuti casualmente a metà degli anni '70 nei pressi di Cabras (OR), ma che solo in alcuni casi giungono a conoscenza delle strutture pubbliche e vengono quindi sistematicamente studiate.

 

Qualche volta, anche se il luogo è stato riportato all'attenzione dell'Autorità, rimane così com'è, formalmente inesplorato, vuoi perché è troppo disagevole da raggiungere vuoi perché non ci sono fondi per studiarlo vuoi perché ci sono altre priorità a cui provvedere (forse i famosi 15 siti?), per la gioia degli scavatori abusivi.

 

Questa è la realtà del sud Italia....altro che 15 siti.

 

M.

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Si scava SOLO nelle aree archeologiche?  scusami numanuma ma questa perla di saggezza potevi evitarla: i tombaroli, e parlo per esperienza, cercano proprio nelle aree non note, non archeologicamente note...mi pare ovvio no?

 

Sai quante zone non archeologiche  sono monitorate dai clandestini?

 

Proprio perchè le aree archeologiche sono ormai censite e relativamente sorvegliate si cercano nuovi siti in zone non controllate..

Modificato da elledi
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scusate quale sarebbe l'elenco di queste 15 località?

ci sono numerosissimi siti identificati ma non scavati in tutta l'italia meridionale per mancanza di fondi. ed è lì che agiscono i tombaroli.

e poi un contadino ara la sua terra trova qualcosa, la voce si diffonde e si diffondono gli scavi illeciti.

chiunque abbia ristretto l'elenco a 15 località non è coscienzioso.

 

Questa è la mia opinione.

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scusate quale sarebbe l'elenco di queste 15 località?

ci sono numerosissimi siti identificati ma non scavati in tutta l'italia meridionale per mancanza di fondi. ed è lì che agiscono i tombaroli.

e poi un contadino ara la sua terra trova qualcosa, la voce si diffonde e si diffondono gli scavi illeciti.

chiunque abbia ristretto l'elenco a 15 località non è coscienzioso.

 

Questa è la mia opinione.

Hai centrato il problema! 

E' quello che purtroppo accade di frequente.

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Già chissà da dove venivano la Venere di Morgantina ... i marmi colorati di Ascoli Satriano.. l'Efebo di Selinunte.. la Phiale d'oro di Himera..

tutte aree sconosciute agli archeologi e note solo agli scavatori clandestini... perbacco :rofl:

bisognerebbe farli salire in cattedra questi tomabroli, certamente sanno  dove mettere le mani meglio degli archeologi professionisti..

 

Parlare , parlare e non fare pare essere l'atteggiamento piu' sicuro.. E si , pur con le esigue forze ci si rimboccasse le maniche e si cominciasse comunque a fare comunque un po' prevenzione.

Se invece di tenere una squadra di poliziotti a monitorare tutto il giorno le transazione delle ruzziche di ebay la si dislocasse a monitorare le telecamere - che qualcuno suggeriva utile installare - in 15 siti "caldi" - si 15 a caso cosi evitiamo le solite capziosità da eccessi di 'distinguo' - non si otterrebbero forse risultati piu' benefici per tutta la Comunità che paga le tasse anche per vedere il patrimonio culturale nazionale custodito e valorizzato e si ritrova invece con l'impiego  di solerti funzionari a correre dietro le ruzziche da due soldi.. 

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Venivano da luoghi ai quali è stato possibile risalire geograficamente con buona approssimazione...ma non è mai stato possibile individuarne l'esatto luogo di giacitura.

Quanto poi a l'Efebo di Selinunte, se lo sono fregato nel 1962 dal Municipio di Castelvetrano....e quindi non si parla né di siti archeologici né di tombaroli.

Torniamo al discorso precedentemente esposto....si può monitorare un sito, se ne possono monitorare le strade di accesso e con le attuali tecnologie si possono anche tenere sotto controllo i soggetti che lo frequentano....ma non si può operare un controllo sistematico, neppure con le suddette ecnologie, di kmq di terreni, foreste, colline, montagne, fiumi, fondali marini che possono celare tesori archeologici o semplici reperti.

Pensare che il monitoraggio di una manciata di siti noti, ancorché "emblematici" e archeologicamente più promettenti, possa rappresentare la carta vincente per arginare il fenomeno del saccheggio è semplicemente una valutazione dilettantesca.

M.

Modificato da bizerba62
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Purtroppo è quasi impossibile controllare bene tutti i territori di potenziale interesse archeologico.

Avevo fatto l'esempio di Morgantina, che fu scavata prima ma anche dopo che erano stati effettuate regolari campagne di scavo archeologico. L'area era talmente vasta che non solo i tombaroli si erano intrufolati all'interno dell'area già studiata (ma non ancora a fondo), ma pure all'esterno e verso le fiancate della collina, che appunto sono state scavate con le ruspe….

Poi hanno studiato bene tutto il territorio circostante, usando anche la loro esperienza e la logica sui potenziali movimenti di allora (logica spesso latitante fra gli archeologici accademici, che hanno però l'attenuante di non avere adeguati fondi), appuntando l'attenzione anche su certe colline vicine e grazie al metaldetector (un mezzo spesso aborrito dagli acheologici, che invece potrebbe essere utile nelle fasi preliminarie) hanno pure individuato e ricuperato importanti ripostigli monetari, come la maggior parte dei famosi nominali in argento dei Sicelioti (chiaramente quelli autentici). Ma parliamo di almeno 20 anni fa….

Ci sono ancora tanti siti individuati dai tombaroli e ufficialmente sconosciuti agli archeologi, oppure sono stati portati alla loro conoscenza, ma che attendono ancora una adeguata indagine. 

Che facciamo con questi siti?

Mi fa ridere parlare di monitoraggio di un ristretto numero (15 ?) di noti siti archeologici. Magari quelli possono essere "messi in sicurezza" con una valida copertura di videocamere.

 

L'unica strada è la prevenzione e un attento monitoraggio sui traffici, ma qui serve una paziente ed efficace opera di intelligence, che richiede anche mezzi e persone molto competenti. Sono costi che dovrebebro essere sostenuti dallo Stato e quindi da tutti i contribuenti. Se pensiamo che scarseggia la benzina alle macchine della polizia e dei carabinieri, non c'è da stare molto allegri.

Modificato da acraf
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Un monitoraggio dei siti non si tratta , come semplicisticamente si vuol far credere, di una carta vincente o di una presunzione dilettantesca.

Si tratta di far vedere , con alcuni esempi se ben mirati e ben organizzati , semplicemente che lo Stato e' presente .

Nessuno puo' pensare di controllare tutto il territorio . E' una sciocchezza gia' pensare che qualcuno possa pensarlo .

Ma se si organizza una supervisione di alcuni siti "caldi" attenzionando con controlli random e raccogliendo informazioni infiltrando l'ambiente ( tutt'altro che difficile vista la "fame" di questi signori) non e' poi cosi difficile immaginare che su questi siti questi signori siano piu' propensi a mollare la presa.

Andranno su altri? Certamente

Pero' occorre pensare che non tutti i giorni si scopre una Morgantina e , ripeto , con il MoU viene meno una forte componente della domanda mondiale per questi reperti

Occorrerebbe invece guardarsi a casa propria (UE) dove paesi con UK e Germania e in misura minore l'Austria commerciano tranquillamente , alla luce del sole, in reperti delle nostre parti.

I tombaroli che a Morgantina hanno potuto scavare con le ruspe lo hanno potuto fare perche' lo Stato era clamorosamente assente e ha dimostrato di non interessarsi al problema. Scommettiamo che in una Morgantina tedesca questo non sarebbe stato possibile?

Esercitando un minimo di controllo e attenzionando un territorio pur vasto con le tecnologie di cui oggi disponiamo e magari beccando ( e punendo come si deve!) qualche mariuolo che ci lavora sopra credo che gli altri signori avrebbero lasciato in pace Morgantina ..

Ripeto e' facile alzare le braccia e arrendersi - tanto non si puo' fare niente / altro e ' invece affrontare il problema con la volonta' di debellarlo o metterlo almeno sotto controllo

Quando Falcone aveva iniziato a occuparsi di Mafia a Palermo i suoi colleghi erano convinti che non avrebbero mai ottenuto risultati significativi tanto era forte l'ometta' dell'organizzazione malavitosa. Falcone si era reso conto invece che per combattere la mafia doveva conoscerla dall'interno e riusci nell'impresa impossibile fino allora di convincere alcuni suoi membri a collaborare . Riuscendo a sapere cose fino ad allora mai sapute e cambiando una volta per tutte la lotta all'organizzazione criminale. La mafia temeva quell 'uomo perche sapeva di non potere corromperlo e sapeva troppo di se stessa e non le restava altro che eliminarlo. C'e' riuscita naturalmente ma grazie al lavoro di Falcone oggi quasi tutti i maggiori padrini sono dietro le sbarre.

Non esistono imprese perse in partenza esiste solo la "volonta' " di fare le cose e il metodo ( intelligente) per farle ... :)

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Forse è banale ma secondo me l'unico mezzo per contrastare la razzia è la velocità degli scavi: se la campagna dura decenni e, assodato che non ci sono i mezzi economici per vigilare e contrastare, la frittata è fatta. Ma anche per effettuare degli scavi veloci occorrono mezzi e risorse, quindi.....

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Già chissà da dove venivano la Venere di Morgantina ... i marmi colorati di Ascoli Satriano.. l'Efebo di Selinunte.. la Phiale d'oro di Himera..

tutte aree sconosciute agli archeologi e note solo agli scavatori clandestini... perbacco :rofl:

bisognerebbe farli salire in cattedra questi tomabroli, certamente sanno  dove mettere le mani meglio degli archeologi professionisti..

 

Parlare , parlare e non fare pare essere l'atteggiamento piu' sicuro.. E si , pur con le esigue forze ci si rimboccasse le maniche e si cominciasse comunque a fare comunque un po' prevenzione.

Se invece di tenere una squadra di poliziotti a monitorare tutto il giorno le transazione delle ruzziche di ebay la si dislocasse a monitorare le telecamere - che qualcuno suggeriva utile installare - in 15 siti "caldi" - si 15 a caso cosi evitiamo le solite capziosità da eccessi di 'distinguo' - non si otterrebbero forse risultati piu' benefici per tutta la Comunità che paga le tasse anche per vedere il patrimonio culturale nazionale custodito e valorizzato e si ritrova invece con l'impiego  di solerti funzionari a correre dietro le ruzziche da due soldi.. 

Monitorare le telecamere dei siti archeologici non è compito delle forze dell'ordine ma di vigilantes privati. 

 

La prevenzione viene fatta giorno e notte, per tutti i tipi di reati ma si sa, il lavoro oscuro non finisce sui giornali...bisogna lasciarci la pelle per essere menzionato.

 

Non ci sono squadre di poliziotti a monitorare il web, ma solo pochi elementi, molto molto meno di quello che si creda..ed è grazie anche al loro lavoro che si individuano anche pedofili, trafficanti di organi e chi ne ha più ne metta...

 

Se poi qualcuno vuole venire a insegnare il mestiere..si accomodi..tanto si sa..l'Italia è il paese dei consulenti esterni...dove uno andava in pensione..usciva dalla porta e poi manteneva il posto rientrando dalla finestra come consulente esterno.

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Un monitoraggio dei siti non si tratta , come semplicisticamente si vuol far credere, di una carta vincente o di una presunzione dilettantesca.

Si tratta di far vedere , con alcuni esempi se ben mirati e ben organizzati , semplicemente che lo Stato e' presente .

Nessuno puo' pensare di controllare tutto il territorio . E' una sciocchezza gia' pensare che qualcuno possa pensarlo .

Ma se si organizza una supervisione di alcuni siti "caldi" attenzionando con controlli random e raccogliendo informazioni infiltrando l'ambiente ( tutt'altro che difficile vista la "fame" di questi signori) non e' poi cosi difficile immaginare che su questi siti questi signori siano piu' propensi a mollare la presa.

Andranno su altri? Certamente

Pero' occorre pensare che non tutti i giorni si scopre una Morgantina e , ripeto , con il MoU viene meno una forte componente della domanda mondiale per questi reperti

Occorrerebbe invece guardarsi a casa propria (UE) dove paesi con UK e Germania e in misura minore l'Austria commerciano tranquillamente , alla luce del sole, in reperti delle nostre parti.

I tombaroli che a Morgantina hanno potuto scavare con le ruspe lo hanno potuto fare perche' lo Stato era clamorosamente assente e ha dimostrato di non interessarsi al problema. Scommettiamo che in una Morgantina tedesca questo non sarebbe stato possibile?

Esercitando un minimo di controllo e attenzionando un territorio pur vasto con le tecnologie di cui oggi disponiamo e magari beccando ( e punendo come si deve!) qualche mariuolo che ci lavora sopra credo che gli altri signori avrebbero lasciato in pace Morgantina ..

Ripeto e' facile alzare le braccia e arrendersi - tanto non si puo' fare niente / altro e ' invece affrontare il problema con la volonta' di debellarlo o metterlo almeno sotto controllo

Quando Falcone aveva iniziato a occuparsi di Mafia a Palermo i suoi colleghi erano convinti che non avrebbero mai ottenuto risultati significativi tanto era forte l'ometta' dell'organizzazione malavitosa. Falcone si era reso conto invece che per combattere la mafia doveva conoscerla dall'interno e riusci nell'impresa impossibile fino allora di convincere alcuni suoi membri a collaborare . Riuscendo a sapere cose fino ad allora mai sapute e cambiando una volta per tutte la lotta all'organizzazione criminale. La mafia temeva quell 'uomo perche sapeva di non potere corromperlo e sapeva troppo di se stessa e non le restava altro che eliminarlo. C'e' riuscita naturalmente ma grazie al lavoro di Falcone oggi quasi tutti i maggiori padrini sono dietro le sbarre.

Non esistono imprese perse in partenza esiste solo la "volonta' " di fare le cose e il metodo ( intelligente) per farle ... :)

 

Si..dietro le sbarre...La mafia è come i denti dello squalo..cadono quelli davanti e subito ci sono dietro quelli nuovi a rimpiazzarli....

Non possiamo paragonare i confidenti per le associazioni mafiosi e quelli per il traffico di reperti archeologici: per i primi...stipendi principeschi, degni di un dirigente di grado elevato della P.A., liquidazione ecc...per i secondi un tanto ad operazione e quindi non è che si trovino molti disposti a collaborare.

 

Prevenzione, monitoraggio e possibilità di perseguire i reati anche all'estero....non è una grande ricetta ma sempre efficace.

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Forse è banale ma secondo me l'unico mezzo per contrastare la razzia è la velocità degli scavi: se la campagna dura decenni e, assodato che non ci sono i mezzi economici per vigilare e contrastare, la frittata è fatta. Ma anche per effettuare degli scavi veloci occorrono mezzi e risorse, quindi.....

 

Sai in quante  località si scopre un sito che viene subito interrato per evitare che qualcuno se ne accorga?...La solfa è sempre la solita...mancherebbero i fondi...ma quanti di questi fondi vengono SPRECATI per viaggi, viaggetti, consulenze, ecc ecc? 

 

Il nostro male è lo spreco, non la mancanza di fondi.

Modificato da elledi
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cerchiamo di essere precisi e non scadere nel solito qualunquismo. gli archeologi non lavorano ma fanno solo viaggi. gli avvocati tirano alle lunghe le cause per guadagnarci. i medici operano per riprendersi i soldi delle asl ecc. ecc.

sono 15 siti? si possono sapere quali e da dove deriva questa fonte? perchè se qualcuno del ministero ha dichiarato ciò si dovrebbe assumere non poche responsabilità. io so solo che al ministero si sono sempre lamentati che c'è troppo da tutelare in Italia. anzi l'Unesco voleva trasformare tutto il territorio nazionale in patrimonio dell'umanità. e ora si scoprirebbe che abbiamo solo 15 aree archeologiche nel sud Italia? meno della Germania?

 

qualcuno mi risponde con dati e non battute sarcastiche? grazie.

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Concordo. Evitiamo battute qualunquiste e torniamo all'origine di questa discussione, cenrcando di appurare da quale fonte deriva la storia dei 15 siti nel sud-Italia.

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Concordo evitiamo il solito qualunquismo che ha l'unico scopo di spostare il tema portante del discorso, ovvero cosa si puo' fare meglio come tutela.

Fare il solito elenco delle magagne e dei privilegi  dei funzionari e della spesa pubblica male ripartita non ci porta da nessuna parte.

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Appunto.
 
Si è parlato di un Convegno pubblico svoltosi a Milano dal quale era uscita la seguente considerazione:
 
"Quando andai a sentire il Convegno a Milano del Mibac " L'identità perduta " il ritornello dei funzionari presenti fu quello di spostare l'interesse della catena dal finale all'iniziale, cioè evitare di perseguire collezionisti per qualche moneta con la provenienza da accertare che portano a risultati nulli o minimi nell'opera di contrasto, ma perseguire invece l'opera della grande prevenzione sui siti sensibili italiani.

  • Si parlo' anche in modo chiaro del fatto che questi erano da loro ben conosciuti e noti, si disse circa 15 e importanti, riferiti ad ambiti del sud Italia e che fosse giusto spostare risorse e mezzi sul controllo e la prevenzione in essi.

Si può sapere quali sarebbero questi 15 siti o no?

 

M.

Modificato da bizerba62
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Si può sapere quali sarebbero questi 15 siti o no?

 

M.

 

non ricordo dove lo lessi o sentito, ma credo che lo dissero alla Borsa del turismo mediterraneo che nella sola Campania i siti di interesse storico-archeologico fossero più di 50.

vorrei capire. quando si tratta di pubblicizzare l'Italia per invogliare i turisti i siti si moltiplicano e quando si tratta di tutelarli i siti si riducono a 15 in tutto il sud-Italia?

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Tempo fa, in un convegno numismatico, commentavo criticamente con un amico le tante monete, falsi compresi, provenienti (apparentemente) dalla Sicilia e immesse frequentemente sul mercato. Vicino a noi c'era un signore siciliano (non lo sapevamo) che si è sentito di rispondere. A suo dire in Sicilia e nel sud in generale è la mancanza di lavoro e di prospettive lavorative che spinge tante persone a cercare di barcamenarsi e dedicarsi alla ricerca ed al commercio di oggetti archeologici, monete comprese. Il signore in questione diceva che molto spesso le autorita' e le forze dell'ordine sono/sarebbero al corrente di questo fenomeno e lasciano/lascerebbero correre perché la gente deve mangiare. Non so se sia ovviamente la realtà o solo un punto di vista opinabile. Il signore raccontava anche di un paese dell'interno (non ricordo il nome) dove in seguito a dei lavori di sterro conseguenti ad una alluvione, sarebbe venuta alla luce un'importante necropoli. A suo dire, praticamente tutto il paese avrebbe partecipato alle ricerche clandestine di reperti. Ripeto: non so quanto sia vero, ma se così fosse, ci sarebbero risvolti sociali non indifferenti su questi fenomeni. Che ne pensate?

Modificato da aemilianus253
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