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Scoperto in Svizzera l'archivio dei tesori rubati


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Inviato

Ho letto sulla pubblica di oggi una interessante inchiesta sui furti di opere d'arte specialmente nelle necropoli e città della Magna Grecia , articolo in cui si segnala la scoperta in Svizzera,oltre a tre magazzini stracolmi di reperti rubati, dell'archivio completo del trafficante, a quanto pare molto noto e fornitore per anni dei più stimati Musei del Mondo,archivio in cui ogni opera era catalogata con dati di acquisti e di vendita e fotografie. i spera a questo punto di recuperare  riportare in Italia un numero elevatissimo di opere rubate.See è davvero così si tratta finalmente di un grande colpo per il nostro patrimonio artistico. Consiglio a lettura di questo interessante e istruttivo articolo.

 

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2015/01/12/news/mafia_e_arte-99674768/?ref=HREC1-20

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Inviato

Interessante, ma bisogna capire bene se è scoperta recente o siamo ancora in parte alla vecchia storia che fu oggetto del fortnato volume di Fabio Isman: "I predatori dell'arte perduta".

Si sa bene che la mafia è pesantemente coinvolta anche nel traffico di materiali archeologici e artistici, ma qui sento per la prima volta il ruolo attivo di Messina Denaro. Ormai è diventata la Primula Rossa, al quale attribuire tutte le attuali nefandezze mafiose….

Aspettiamo eventuali sviluppi.


Inviato

Ho trovato il seguente interessante riferimento al bellissimo sarcofago "Bella addormentata", in via di ricupero (con relativa immagine).

http://www.artemagazine.it/archeologia/41976/sarcofago-italiano-spunta-a-new-york-era-di-becchina/

 

Sarebbe implicato il famoso trafficante siciliano Becchina, citato in una trentina di pagine del succitato libro di Isman (del 2009), e specialmente alle pagine 134-138 di quel libro….

Quindi resta da chiarire la reale attualità della notizia e se ci sono riferimenti anche al mondo numismatico….


Inviato

Ecco il famoso archivio trovato in Svizzera a Gianfranco Becchina, che sta ancora vivendo tranquillamente nella sua Castelvetrano:

 

http://www.artemagazine.it/archeologia/2389/la-grande-razzia-e-ancora-tra-noi-e-christies-lo-sa/

 

Ma si tratta di un famoso sequestro effettuato nel 2001….

Forse stiamo assistendo a nuovi e sviluppi di quella vicenda, indagando sui grandi collezionisti di arte antica, come Ortiz, deceduto recentemente.


Inviato

Mi sembrano notizie in massima parte gia' note e pubblicate diverso tempo fa. Sappiamo che la sicilia e' il paradiso dei predatori e che lo Stato fa poco o nulla per arginate il fenomeno

Buono, se non ottimo, i l progresso nel recupero dei reperti finiti nei musei esteri


Inviato

Mi sembrano notizie in massima parte gia' note e pubblicate diverso tempo fa. Sappiamo che la sicilia e' il paradiso dei predatori e che lo Stato fa poco o nulla per arginate il fenomeno

Buono, se non ottimo, i l progresso nel recupero dei reperti finiti nei musei esteri

Lo Stato fa quello che può...certo..la coscienza civica di alcuni cittadini non aiuta. 

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Inviato

Dire che lo Stato fa poco o niente in Sicilia per arginare il fenomeno, mi sembra un'affermazione piuttosto superficiale.

Fino a quando ci saranno collezionisti senza scrupoli ed impuniti, disposti ad acquistare reperti archeologici di provenienza illegale, sarà molto difficile combattere il fenomeno dei tombaroli e dei trafficanti, in Sicilia come altrove.

Ma è evidente che questo fenomeno esiste ed è alimentato dalla domanda (illegale) di reperti.

Se non ci fosse la domanda......non ci sarebbero i saccheggi.

Questo è poco ma sicuro.

M.


  • ADMIN
Staff
Inviato

Certo bizerba ma è anche chiaro che eliminare gli acquirenti è impossibile. Sopratutto in un'ottica di mercato globale.


Inviato

Intendo dire che il controllo del territorio non potrà mai essere così capillare da permettere un monitoraggio completo di tutti i siti, mentre sarebbe da intensificare l'attività di repressione del commercio illegale dei reperti.

Se stronchi la domanda, stronchi il saccheggio.

La domanda è globale ma è pur sempre una domanda 'qualificata', nel senso che il monitoraggio di essa può essere circoscritto ad un numero relativamente modesto di fruitori e fornitori.

La scoperta dell'accumulo svizzero di reperti trafugati, a questo riguardo, ne è un'eloquente dimostrazione.

M.


  • ADMIN
Staff
Inviato

Stai parlando di reperti di un certo rilievo. Indubbiamente in questo caso il numero di fruitori è basso. Però il saccheggio dei siti (che poi torniamo lí, piú che il pezzo è importante l'informazione) avviene anche per materiale di entità piú modesta. E comunque anche fossero pochi, li riusciremmo a recuperarli, chesso', dall'India che non ci ridanno neanche i Marò? :P


Inviato

Il traffico internazionale di reperti deve 'valerne la candela' e la sua specificità richiede intermediari dotati di particolari competenze.

Se tieni sotto controllo questi intermediari, che non sono poi tantissimi, diventa molto difficile che certi reperti finiscano all'estero.

Per quanto concerne la 'minutaglia', non so quanto questa possa essere appetibile per il mercato estero....e se non è appetibile non c'è alcun vantaggio a ricercarla.

Comunque, come notiamo noi alcune 'incongruenze' su monete di qualche asta, le stesse incongruenze le notano anche le Forze di Polizia.

Da li dovrebbero partire gli accertamenti sulla provenienza del materiale 'incongruente'.

M.


Inviato

In genere si preferisce colpire la "filiera" partendo dalla destinazione finale, anche perchè il controllo del territorio è arduo, specie in alcune parti impervie della penisola. I reparti specializzati, proprio perchè specializzati, devono logicamente indirizzare le attività preventive verso situazioni complesse...

 

In Svizzera ad esempio hanno sempre risieduto personaggi ambigui che hanno trafficato per decenni con il nostro materiale archeologico, "pulendolo" e poi indirizzandolo verso nazioni da sempre molto interressate al nostro patrimonio archeologico.


Inviato

Se però parti dalla destinazione finale non sarai sempre nelle condizioni di recuperare il reperto trafugato, vuoi perché l'acquirente è un privato che non ne divulga il possesso (e in questo caso del reperto non si avrà neppure notizia), vuoi perché anche laddove il reperto venga alla luce, le procedure giudiziarie o diplomatiche con quello Stato non ne agevolano il recupero.

Viceversa, il numero di intermediari che possono svolgere questo tipo di traffici non è così elevato; un'attività di intelligence volta a monitorare tali trafficanti avrebbe più chances di:

1. impedire che il reperto prenda "il volo" e sparisca definitivamente ovvero finisca in un museo di uno Stato "canaglia" dal quale non è agevole recuperarlo;

2. Impedire all'intermediario sospetto di operare, facendogli sentire "il fiato sul collo"; correlativamente, inasprire le sanzioni penali per tali reati, impedendo che il reo possa patteggiare la pena e allungare i termini della prescrizione.

Con le attuali tecnologie di indagine, questo monitoraggio "mirato" ad alcuni soggetti che le Forze dellOrdine ben conoscono (o ben dovrebbero conoscere...) risulterebbe molto più proficuo del controllo del territorio, che si rivela più dispersivo per ovvie ragioni.

M.


Inviato

Se però parti dalla destinazione finale non sarai sempre nelle condizioni di recuperare il reperto trafugato, vuoi perché l'acquirente è un privato che non ne divulga il possesso (e in questo caso del reperto non si avrà neppure notizia), vuoi perché anche laddove il reperto venga alla luce, le procedure giudiziarie o diplomatiche con quello Stato non ne agevolano il recupero.

Viceversa, il numero di intermediari che possono svolgere questo tipo di traffici non è così elevato; un'attività di intelligence volta a monitorare tali trafficanti avrebbe più chances di:

1. impedire che il reperto prenda "il volo" e sparisca definitivamente ovvero finisca in un museo di uno Stato "canaglia" dal quale non è agevole recuperarlo;

2. Impedire all'intermediario sospetto di operare, facendogli sentire "il fiato sul collo"; correlativamente, inasprire le sanzioni penali per tali reati, impedendo che il reo possa patteggiare la pena e allungare i termini della prescrizione.

Con le attuali tecnologie di indagine, questo monitoraggio "mirato" ad alcuni soggetti che le Forze dellOrdine ben conoscono (o ben dovrebbero conoscere...) risulterebbe molto più proficuo del controllo del territorio, che si rivela più dispersivo per ovvie ragioni.

M.

 Si..diamo per scontato che il controllo del territorio, anche se logicamente deve essere fatto, non porta mai a significativi risultati, tranne i casi in cui la casualità ha portato ad operazioni importanti....

 

Va detto però pche molto spesso gli intermediari sono persone al di sopra di ogni sospetto e molto spesso non risiedono in Italia e neanche in paesi UE (ma non per questo molto lontani dai nostri confini)...gli intermediari che stanno qua generalmente sono mezze tacche. spesso bruciate e che in alcuni casi fungono da specchietti per le allodole.


Inviato

No il controllo del territorio se fatto bene PORTA a significativi risultati anche perche i luoghi di scavi clandestino sono noti e spesso sempre gli stessi

Il fatto e' che e' costa molto meno fatica perseguire i pisquani di ebay

Intermediari perseguiti certo, ci mancherebbe ma altrettanto deve essere fatto per le fonti che li approivigionano altrimenti il traffico resta sempre in piedi


Inviato

No il controllo del territorio se fatto bene PORTA a significativi risultati anche perche i luoghi di scavi clandestino sono noti e spesso sempre gli stessi

Il fatto e' che e' costa molto meno fatica perseguire i pisquani di ebay

Intermediari perseguiti certo, ci mancherebbe ma altrettanto deve essere fatto per le fonti che li approivigionano altrimenti il traffico resta sempre in piedi


Inviato

Quando andai a sentire il Convegno a Milano del Mibac " L'identità perduta " il ritornello dei funzionari presenti fu quello di spostare l'interesse della catena dal finale all'iniziale, cioè evitare di perseguire collezionisti per qualche moneta con la provenienza da accertare che portano a risultati nulli o minimi nell'opera di contrasto, ma perseguire invece l'opera della grande prevenzione sui siti sensibili italiani.

Si parlo' anche in modo chiaro del fatto che questi erano da loro ben conosciuti e noti, si disse circa 15 e importanti, riferiti ad ambiti del sud Italia e che fosse giusto spostare risorse e mezzi sul controllo e la prevenzione in essi.

Mi sembrarono affermazioni importanti e giuste, poi se a queste seguiranno dei fatti questo non lo so, ma indubbiamente la rotta mi sembra quella giusta e da seguire.....

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Inviato

Concordo con Dabbene

Si conoscono i 'fornitori' si conoscono i 'luoghi'

Tagliando qualche radice ( e non solo qualche ramo) probabilmente wualche traffico si smonterebbe

Non bisogna essere rinunciatari in partenza...


Inviato

 

Esiste perfino una rivista denominata "Archeomafie"….  E' tutto dire….

Ha ragione Dabbene e bisogna puntare sui veri "fornitori" (e non ci sono solo reperti autentici, ma anche clamorosi falsi….).


Inviato

Ricordi di vecchie letture , mi ricordano una vecchia curiosità .

 

I luoghi pubblici di casa , dai grandi musei di respiro internazionale al piccolo antiquarium quasi di paese , hanno , per secoli , accumulato nei loro magazzini e ripostigli una massa di reperti , che , definire almeno  censiti , potrebbe apparire avventato .

 

La curiosità

 

Lo scavo , indubbiamente illegale , di materiali magari preferibilmente di taglia piccola ( le monete lo sono ) , ove , nel tempo , direttamente effettuato negli scaffali di questi magazzini e ripostigli , quale parte di contributo potrebbe mai aver dato al mercato di cui si discute ?


Inviato

No il controllo del territorio se fatto bene PORTA a significativi risultati anche perche i luoghi di scavi clandestino sono noti e spesso sempre gli stessi

Il fatto e' che e' costa molto meno fatica perseguire i pisquani di ebay

Intermediari perseguiti certo, ci mancherebbe ma altrettanto deve essere fatto per le fonti che li approivigionano altrimenti il traffico resta sempre in piedi

Il controllo del territorio porta ad un dispendio di forze e mezzi che non può essere sopportato da nessuna forza di polizia, nel medio e nel lungo periodo, anche perchè ci sono altre priorità. I luoghi di scavo noto e arcinoti sono frequentati solo da tombaroli dilettanti, alla ricerca delle "briciole". Ogni anno vengono effettuati scavi clandestini in siti non censiti. 

 

Per stroncare i traffici non si deve perseguire solo i pesci piccoli ma soprattutto gli squali, che purtroppo stazionano quasi sempre in alto mare (oltre frontiera).

 

Per stroncare un traffico di droga si deve risalire la filiera...con decisione...prendere solamente il tossicodipendente e lo spacciatore ultimo serve ma si deve anche pensare in grande, avere pazienza...anni di indagini molte volte.

 

Il traffico di materiale archeologico poi è ancora più ostico....delinquenti in guanti bianchi, facoltosi, frequentatori della gente che conta, residenti fuori UE, al sicuro.  Ma ogni tanto qualcuno cade nella rete, magari per essersi fatto bello con l'amante di turno mostrando qualcosa che non doveva mostrare e poi di parola in parola....partono le indagini.

 

Che costa meno fatica scandagliare e bay.....è da dimostrare....e comunque è una attività che va fatta, così come controllare il territorio...anche quello virtuale è ormai un territorio.


Inviato

Concordo con Dabbene

Si conoscono i 'fornitori' si conoscono i 'luoghi'

Tagliando qualche radice ( e non solo qualche ramo) probabilmente wualche traffico si smonterebbe

Non bisogna essere rinunciatari in partenza...

 

Bene...fornite questi nomi e questi luoghi...magari ne sapete piu di noi... 


Inviato

Circa 15 siti da controllare?

Mah. La Sicilia ha oltre 2.400 siti archeologici censiti, per una superficie complessiva di circa 500 kmq.

A questi però va aggiunto un numero imprecisato di siti non censiti, molti dei quali situati in aree boschive e impervie e, da non sottovalutare, i siti sottomarini.

Mi chiedo come sia possibile pensare che basterebbe presidiare 15 siti per risolvere il problema.

M.


Inviato

Rileggendo il messaggio di Mario (post n. 18), i 15 siti di cui parla la Soprintendenza e che basterebbe controllare, sarebbero dislocati non nelle sola Sicilia ma addirittura "nel sud Italia".

Lascio ai Lettori qualunque ulteriore considerazione in proposito.

M.


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