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L'uomo che inventò il denaro


petronius arbiter

Risposte migliori

"Lo scozzese John Law era un giocatore d'azzardo professionista che, grazie al suo genio matematico, sbancava ogni avversario nei salotti e nei locali di mezza Europa. Era un libertino che era scappato con una donna sposata. Era un assassino e un evaso: aveva ucciso un uomo in duello e aveva evitato l'impiccagione con la fuga dal carcere e dalla patria.
Era anche (ed è questa la ragione per cui è passato alla storia) l'inventore, nella Francia del primo Settecento, di qualcosa che oggi diamo per scontato: la cartamoneta.

Secondo la sua visione, espressa nelle "Considerazioni sulla moneta e sul commercio" del 1705, non era necessario che il denaro circolante fosse d'argento e d'oro, poteva benissimo essere di carta, se il suo valore era garantito da attività economiche redditizie; anzi, la moneta cartacea avrebbe favorito lo sviluppo economico.
Contrariamente a quanto accade alla maggioranza degli economisti, Law ebbe modo di mettere in pratica le sue teorie: tra il 1715 e il 1720 la politica economica e fiscale della Francia, la maggiore potenza dell'epoca, fu nelle sue mani.
Innescò il primo grande boom del mercato azionario nella storia mondiale, nel corso del quale molti investitori realizzarono fortune così enormi che per definirli fu coniata la parola
"milionario" biggrin.gif
Ma quando gli speculatori cominciarono a incassare il controvalore delle azioni e dei titoli cartacei per acquistare terreni, gioielli e oro, la borsa crollò con la stessa rapidità con cui era salita; mezzo milione di investitori si ritrovarono in mano titoli che avevano perduto ogni valore, di moneta cartacea non si parlò più per decenni e Law venne bollato come truffatore e costretto all'esilio."

Quelle che, spero, avete avuto la pazienza di leggere, sono le note di copertina de "L'uomo che inventò il denaro - La storia vera di John Law, libertino, giocatore, assassino e padre dell'economia moderna" un'appassionante biografia opera della scrittrice inglese Janet Gleeson, che ho letto durante le vacanze smile.gif e consiglio a tutti quanti siano interessati non solo all'affascinante mondo della cartamoneta ma, più in generale, alla storia dell'economia.

In realtà, da un punto di vista strettamente tecnico, le prime banconote furono emesse in Cina già nel VII secolo e, per quanto riguarda l'Europa, una cinquantina d'anni prima di Law uno svedese, Johann Palmstruch, aveva tentato qualcosa di simile; ma è con Law che il fenomeno della moneta cartacea assume dimensioni imponenti e sono le sue teorie a gettare le basi della moderna circolazione cartamonetaria.

petronius cool.gif

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Penso che vada bene anche come introduzione alla ns. sezione: la sposto in alto ;)

Consiglio di leggere questo libro (lo farò anch'io) perchè la storia di Law lo merita.

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heineken79 dice:
Penso che vada bene anche come introduzione alla ns. sezione: la sposto in alto  ;)

Grazie Andrea :D

John Law fu attivo anche in Italia; ancor prima di sviluppare il suo progetto in Francia, nel 1711 si recò a Torino, per incontrare il Duca Vittorio Amedeo II ed illustrargli le sue tesi.

Il Duca, interessato, chiese a Law di preparargli una relazione, che fu sottoposta ai finanzieri di corte i quali, incapaci di comprendere la portata innovativa del progetto, diedero parere sfavorevole.

Ciononostante, Vittorio Amedeo II continuò ad interessarsi alla cosa e, nel 1712, inviò i suoi emissari a Milano per chiedere a Law un approfondimento del progetto, che venne presentato con anche il disegno del prototipo di un biglietto; ma nel frattempo Vittorio Amedeo II era stato nominato Re di Sicilia, era partito da Torino, e tutto decadde.

petronius B)

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John Law fu anche il primo ad interessarsi al mercato dell'arte da un punto di vista economico e speculativo; a quel tempo l'arte era considerata soprattutto status symbol e segno di buon gusto estetico, piuttosto che solido investimento finanziario.

Ma Law, quando le cose cominciarono a girare per il verso sbagliato, volendo lasciare qualcosa alla sua famiglia, cominciò a trafficare in quadri: in due anni raccolse così una collezione di quasi 500 dipinti, che comprendeva opere di Tiziano, Raffaello, Tintoretto, Veronese, Michelangelo, Leonardo.

Questi alcuni commenti agli acquisti di Law, che rispecchiano la mentalità dell'epoca, incapace di comprendere il potenziale valore economico delle opere d'arte (dal libro citato):

"Nessuna persona al mondo crede che quando le sue pitture saranno rivendute gli frutteranno metà dei soldi che sono costate."

"Penso che sia opinione comune che sia stato malaccorto nel comprare questi dipinti e che si siano approfittati di lui in ogni affare che ha fatto."

Oggi che solo pochi miliardari potrebbero permettersi una collezione come la sua queste opinioni fanno sorridere; ancora una volta John Law si era dimostrato in anticipo sui tempi.

Purtroppo, nel trasferire i dipinti dalla Francia all'Inghilterra la nave che li trasportava fece naufragio; i quadri furono in gran parte recuperati, ma risultarono gravemente danneggiati e bisognosi di costosi restauri, che Law non poteva più permettersi di pagare. :(

petronius B)

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  • 2 settimane dopo...
Grazie per il consiglio, però il libro è fuori catalogo...

Mr. Scrooge

Hai ragione, io l'ho comprato online un paio di mesi fa, stamattina ho ricontrollato il sito e in effetti non è più disponibile :( speriamo in una ristampa.

petronius :)

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  • 1 mese dopo...
  • 10 mesi dopo...

A proposito di Jonhn Law:

John Law vive a Parigi, ma il soggiorno nella capitale francese è spesso interrotto da numerosi viaggi all’estero, anche nella penisola italiana, alla Corte Sabauda. Ed è nel corso di uno di questi viaggi che, nella primavera del 1711, ottiene udienza privata dal Duca Vittorio Amedeo II, al quale presenta un progetto organico relativo alla creazione di una Banca di Stato con funzione di emissione di cartamoneta: si tratta di un insieme di documenti, conservati presso l’Archivio Storico di Torino, nei quali John Law espone in modo organico i fondamenti della sua teoria monetaria. Alle numerose relazioni, il banchiere inglese aggiunge anche lo schizzo di una ipotetica banconota: la prima banconota italiana, ma anche una delle prime banconote europee.

John Law trovò nel Duca Sabaudo un interlocutore attento e competente, ma prudente e pronto ad ascoltare anche il parere dei suoi consiglieri: infatti per quel sovrano, trasformare il Regno Sabaudo in una potenza europea non voleva dire solamente raggiungere una unità territoriale ed estenderla, ma sviluppare l’organizzazione statale e la finanza pubblica, incoraggiare l’industria ed il commercio, dare nuovo impulso all’educazione. “Il Regno di Sardegna è il primo stato in Europa a dare l’esempio di un bilancio regolare e particolareggiato, con una contabilità retta da norme precise e fisse. [...] Ma non basta una buona amministrazione, occorre anche incrementare il gettito delle entrate e adeguarle ai bisogni dello Stato, che sono grandi: [...] Vittorio Amedeo non impone nuove tasse, ma si limita a distribuire meglio quelle esistenti” [da M. Ruggiero, Storia del Piemonte, Torino 1983].

Alcuni storici affermano, senza indicarne la fonte, che Vittorio Amedeo avrebbe congedato il finanziere scozzese affermando di non essere “abbastanza ricco da farsi rovinare da lui”. Affermazione che, in effetti, sembra poco credibile: non solamente perché la documentazione di John Law venne integralmente conservata insieme a numerose relazioni di diversi esperti i quali, per incarico del Duca, analizzavano e valutavano l’opportunità e la fattibilità della proposta, ma soprattutto perché a questo primo contatto ne seguirono altri, epistolari, che si protrassero per almeno cinque anni. Inoltre gli appunti di mano reale che ho potuto personalmente osservare nell’Archivio di Stato di Torino dimostrano l’interesse attento e competente del Sovrano.

Il progetto del banchiere scozzese fu dunque preso in seria considerazione e sottoposto all’esame di una commissione costituita da tre insigni economisti: il conte Gian Battista Groppello di Borgone, ministro delle finanze ducali, il conte Antonio Garagno, sovrintendente generale al commercio ed all’industria, ed il conte Francesco Giacinto Gallinati, controllore generale delle finanze. I tre componenti della commissione stesero nell’estate del 1711 tre relazioni individuali nelle quali, pur non bocciando il progetto di John Law nei suoi aspetti più generali, tuttavia manifestarono numerose perplessità relativamente ad alcuni importanti aspetti più operativi.

Tuttavia il Duca di Savoia non rimase pienamente convinto delle critiche mosse al progetto di Law, in quanto considerava le memorie sottopostegli dal Law come una bozza preliminare ancora meritoria e suscettibile di sviluppo ed approfondimento: decise pertanto di soprassedere da ogni decisione, in attesa di uno studio più approfondito sull’argomento, mantenendosi comunque in contatto con il finanziere scozzese.

Tuttavia altre cure più urgenti impegnarono Vittorio Amedeo II, che alcuni mesi dopo si recava a Utrecht per sottoscrivere l’11 aprile 1712 l’importante trattato grazie al quale otteneva l’ambita corona reale di Sicilia (poi sostituita da quella di Sardegna) ed alcune importanti annessioni territoriali. Dopo Utrecht, Vittorio Amedeo II si recò in Sicilia e tornò a Torino solamente nel settembre del 1714.

Nonostante tali eventi, l’interesse di Vittorio Amedeo II per il progetto del banchiere scozzese non era venuto a meno. Anzi, trovandosi a Palermo, il re sabaudo nel 1714 inviò una lettera a John Law, invitandolo a recarsi in Sicilia allo scopo di portare avanti quanto si era interrotto. Il 16 agosto 1715 il banchiere scozzese rispose a Vittorio Amedeo II lamentando di non poter soddisfare la sua richiesta in quanto già impegnato a sviluppare il suo progetto per conto del Duca d’Orléans, reggente del giovane Luigi XV.

L’occasione per introdurre la carta moneta venne data dalla gravissima crisi economica sopraggiunta nel 1745, quando, temendosi un nuovo e tragico assedio di Torino, si provvide ad acquistare enormi quantitativi di grano a prezzi assai elevati. Tuttavia mancavano i fondi necessari per affrontare questa ingente spesa, che si assommava agli altri elevati costi derivati dalla partecipazione alla guerra di successione austriaca, né appaiono soluzioni per reperire i necessari capitali sui mercati, in un momento dove la guerra pare volgere al peggio per il piccolo Stato Sabaudo.

Carlo Emanuele III, che era succeduto a Vittorio Amedeo II, radunò a Casale il Consiglio delle Finanze per valutare il da farsi. Esclusa la possibilità di proporre in quell’occasione la sottoscrizione di un nuovo Monte, il ministro De S. Laurent propone di creare un titolo che costituisse una obbligazione nella sostanza ed una moneta nella forma: obbligazione per l’ingente valore nominale, che non lo rende atto alla circolazione, e per la sua natura fruttifera, ma moneta, in quanto a circolazione forzosa ed accettabile in pagamento di imposte. Nell’occasione, si ripresero in esame gli studi precedentemente realizzati in occasione della proposta avanzata da John Law a Vittorio Amedeo II.

E’ così che si giunge ad un compromesso che sottolineava il carattere duplice dell’iniziativa quando con il Regio Editto del 26 settembre 1745 Carlo Emanuele III ordina di approntare una emissione di biglietti di credito per un importo complessivo pari a 4 milioni di lire, rimborsabili in cinque anni e fruttanti un aggio del 4%.

Aggiungo l'immagine dello schizzo autografo di John Law che ritrovai a suo tempo nell'Archivio di Stato di Torino (approffitto per ringraziare il personale per la gentilezza e disponibilità che mi ha sempre dimostrato), immagine che misi a disposizioni di tutti coloro che me ne fecero richiesta (Gavello, Crapanzano, eccetera) e, nel messaggio successivo, una attendibile ipotesi circa l'aspetto di quello che avrebbe potuto essere la prima banconota italiana.

Peukayeal, Antvwala

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  • 10 mesi dopo...

Riprendo la discussione per segnalare una nuova biografia di John Law, appena uscita in libreria (da Repubblica Libri di oggi):

IL SISTEMA LAW

Chissà che cosa si penserebbe delle oscillazioni del dollaro sull'euro, della politica monetaria della Fed e della Bce, della svalutazione o dell'eccessiva immissione di liquidità e di tutte le conseguenze economiche che tutto questo comporta, se si conoscesse chi era l'uomo che ha dato origine a tutto questo. Un genio matematico, un giocatore d'azzardo (facilitato dal talento del calcolo delle probabilità), un libertino, un avventuriero, uno che fece scomodare addirittura Montesquieu che lo criticò nelle sue Lettere persiane. Figlio di un gioielliere scozzese, capace di mangiarsi il patrimonio al tavolo da gioco, primo ministro in Francia, banchiere d'affari, patron della Compagnia delle Indie, uomo più ricco del mondo e poi di nuovo fallito e giocatore per vivere.

Amico di Daniel Dafoe e condannato a morte per un omicidio in un duello e poi evaso. Ma non basta questo per raccontare vita, morte e miracoli di John Law, l'uomo che per primo ebbe la pensata di liberare la moneta dal metallo e renderla libera di volare sulla carta. La follia di un visionario in un'epoca, il XVII secolo, in cui per calcolare il valore di una moneta la si pesava e quasi ancora la si mordeva. Il ragionamento era quasi un'eresia: una moneta vale in base a fattori che nulla hanno a che fare con il metallo di cui è fatta. Quali fattori? Ancora oggi non è facile rispondere, ma intanto il passo era fatto: re e Stati avrebbero avuto uno strumento per gestire le crisi economiche e di finanza manovrando biglietti di carta anziché quantità di oro e argento che non avevano. Ma la cosa grandiosa è la vita dell'uomo che inventò il sistema raccontata nel romanzo storico di Claude Cueni Il grande gioco (tr. it. G. Cospito, Tropea, 18,60 euro). Una volta letto, si avrà un motivo più per parlare male della finanza e uno in meno per considerarla noiosa.

Quanto prima vedrò di procurarmi il libro :D

petronius B)

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  • 3 anni dopo...
  • 4 settimane dopo...
  • 2 anni dopo...

Ho letto il libro citato dal moderatore Duca "Il Grande gioco" di Claude Cueni che mi e' piaciuto molto, non solo per la prosa agile e scorrevole tipica del romanzo storico, ma anche e sopratutto perche' ribalta completamente, l'opinione comune che vedeva, fino a poco tempo fa, John Law come libertino, giocatore e assassino.

John Law e' stato un genio della matematica e un idealista, ed ha elaborato una teoria rivoluzionaria: sostituire le monete metalliche a valore intrinseco con biglietti di carta, il cui valore consiste nella fiducia riposta nell'emittente.

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Ciao Petronius, ho letto solo oggi questa discussione anche se l'hai fatto una vita addietro. Il libro l'avevo acquistato tanti anni fa e quest'estate ho avuto modo leggerlo con calma sotto l'ombrellone al mare. Ho trovato parecchi spunti interessanti per qualcosa che sto scrivendo. Una domanda: la foto riportata è di John Law? Graziano

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Il 14/10/2014 at 11:03, prtgzn dice:

Una domanda: la foto riportata è di John Law?

Se ti riferisci a quella del post #3, la risposta è sì...forse :rolleyes:

E' un suo ritratto, fatto però da tale Casimir Balthazar, nato nel 1811, 80 anni dopo la morte di Law, e che quindi non può averlo conosciuto di persona

http://www.corbisimages.com/stock-photo/rights-managed/42-58426684/portrait-of-john-law-by-casimir-balthasar

Forse si è basato su qualche precedente ritratto, o su qualche miniatura, chissà...non penso sia comunque opera di fantasia, che senso avrebbe?

Grazie a te e a @@Citoyen per aver riportato in auge questa discussione :D

petronius :)

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