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Inviato

Nell'altro mio precedente post abbiamo visto la moneta col cavallo di Ercole I d'Este, rimaniamo su Ferrara, i d'Este, ancora un cavallo.....ci spostiamo un pò nel tempo siamo a una moneta del 1597, un giorgino e siamo con Alfonso II d'Este.

Anche qui le considerazioni possono essere molte, il ritratto estremamente realistico, è così che veniva anche raffigurato nei quadri dell'epoca, un ritratto in età adulta, corazzato, con folta e mossa capigliatura, una barba lunga e un po' incolta che colpisce immediatamente, un profilo verticale col naso quasi schiacciato, insomma un ritratto che affascina e attira....

Tra l'altro spesso questi ritratti raramente sono perfetti su queste monete, anzi guardando quelli nel Bellesia, questo mi sembra decisamente sopra la media.

Ma veniamo al rovescio, la scena la avevamo vista anche nella monetazione di Ercole I, vediamo San Giorgio a cavallo che trafigge il drago ; è una scena che ebbe grande successo nell'arte, anche nel tempo, ovviamente fu raffigurata in modo differenti.

Ma è una scena che compare anche nelle monete e che rappresenta una leggenda che racconta di un drago che tormentava una città e gli abitanti dovevano consegnarli ogni giorno un fanciullo da divorare.

E andarono avanti per un po' così....fino a che un giorno fu designata la figlia del re per la terribile sorte, per fortuna arrivò il tribuno Giorgio a cavallo che uccise però il drago.

Quindi un tribuno Santo che fa giustizia, una scena allegorica, simbolica, e anche qui un cavallo....

I cavalli ritornano spesso nella monetazione moderna, abbiamo visto spesso il cavallo dello scudo di Lucca, il cavallo lì è il tramite tra San  Martino e il mendicante, in una scena di impronta cristiana, dove si esaltano i valori, l'elemosina, l'aiuto tra simili, in quello precedente di Ercole I, abbiamo il cavallo statua, un emblema, un simbolo, una raffigurazione immagine, qui abbiamo una scena mossa, il cavallo è in fremente movimento, porta Giorgio nell'atto di sopprimere il male, che in questo caso è il drago, quindi scena viva e che rappresenta la vittoria del bene sul male.

Si potrebbe dire tanto su queste iconografie, certamente se dovessi fare una chiosa finale mentre il cavallo di Ercole I richiama la scultura, questo di Alfonso II richiama di più la pittura, un quadro, monete entrambe che fanno comunque riflettere e pensare....

E qui accetto tutto, pur che interveniate, meglio, se ritenete, sulle iconografie :blum:, ma andranno bene riflessioni di ogni tipo, conservazioni comprese, sulle conservazioni potete dirmi di tutto, senza alcun problema veramente anzi....., tanto la moneta comunque me la tengo, perché mi piace e mi affascina :blum:........

 

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Inviato

Qualche notizia anche sulla moneta, intanto il nome giorgino che deriva dal nome del Santo martire in Palestina, sono genericamente dei grossi con bassa lega, il Bellesia ci riporta questi dati, moneta in mistura, diametro 24 mm., peso medio 2,52 gr., moneta poi comune con grandi emissioni, anche se il Ravegnani Morosini mette  NC, tranne che per alcune varianti tipo quella con la testa del Duca rivolta a sinistra che risultano molto rare.

Le varianti di questa moneta sono veramente tante, varia lo stile, l'epigrafia, anche se poi in realtà sono stati emessi per solo due anni il 1596 e il 1597, con il 1597 con coniazioni ancora più abbondanti dell'anno precedente.

Il modello ricalca quello dei nominali più grandi, viene riportato l'anno in esergo il che riduce il campo alla scena di San Giorgio a cavallo o anche nella stessa leggenda, in questo caso si allarga lo spazio per la rappresentazione.

Monete che circolarono molto localmente e che continuarono a circolare anche dopo la partenza degli Estensi negli anni successivi di coniazione.

Anche le leggende presentano diverse varianti, in più vengono riportati segni identificativi tipo la stella, a volte anche due.

Ma con questa moneta siamo all'epilogo della vita di Alfonso II d'Este e dell'attività della zecca, diciamo pure l'ultimo anno, Alfonso II muore nel 1597,si chiude un ciclo per Ferrara degli Estensi ma di questo magari ne parleremo in un altro post, fino a dove poi questa monetazione passerà in un'altra sezione del forum, e qui vediamo un altro caso in cui una monetazione è un po' di qui e un po' di là..... :blum:

 

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Inviato

Personalmente mi piace moltissimo...si riconoscono i difetti di conio tipici del 500, molto particolare sia il diritto che il rovescio, mai vista prima..


Inviato

I tondelli di Ferrara di quel periodo sono difficili da reperire in conservazioni decenti, il tuo non è affatto malvagio anche se con lieve decentratura del flan, quel ritratto richiama molto la mitologia e i classici, l'iconografia del rovescio e stata riproposta in molte zecche, ma rimane sempr.e fra le più suggestive e emblematiche.


Inviato (modificato)

Altro giro altro regalo, si continua con i l'iconografia principe della Numismatica, rimaniamo a Ferrara  con un bel Bianco per Ercole II.

 

 

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Modificato da eracle62
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Inviato

Ringrazio intanto degli interventi @@fofo e @@eracle62, il bianco postato adesso da Eros ci ripropone una leggenda che aiuta a comprendere ancor di più la moneta col quel DEXTERA TUA DNE che è tratta da un versetto di ESODO, XV, 6, " dextera tua, Domine, percussit inimicum ", che è poi una invocazione al Signore, d'altronde per sconfiggere il nemico, il male era necessario anche l'aiuto e la preghiera del Signore, non serviva solo la lancia, l'arma....

Interessante anche la sigla P incisa sotto il busto del Duca che indica colui che fece i conii, cioè il Pastorino.

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Inviato

La scena di San Giorgio che trafigge il drago ha avuto un degno precursore circa un secolo prima nel ducato d'oro di Mantova a nome di Ludovico II (1444-1478)

http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-L2/15

e non poteva essere diversamente, da ricordare infatti che a Mantova il castello, poi inglobato nel palazzo ducale, è detto "di San Giorgio"

 

questo ducato con San Giorgio è stato presentato anche in una recente discussione da @@Corsodinazione come ritrovamento in terra di Corsica (wow!)

http://www.lamoneta.it/topic/129402-san-giorgio/?hl=%2Bducato+%2Bmantova+%2Bsan+%2Bgiorgio#entry1472590

 

Da notare in questa moneta mantovana il "movimento" della scena ed i particolari della bardatura del cavallo e del cavaliere, a mio parere notevoli se confrontati con la staticità o la mancanza di plasticità della maggior parte delle incisioni coeve. 

 

un saluto

Mario

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Inviato

In effetti come sono tanti i cavalli nella monetazione moderna con differenziazioni stilistiche e simboliche, e tanto si potrebbe dire ancora su questo argomento, altrettanto è vero che San Giorgio a cavallo ritorna spesso nella monetazione italiana, l'esempio che hai giustamente ricordato del post di @@Corsodinazione me lo ricordavo bene perchè è effettivamente a dir poco strepitoso.....


Inviato

Con questi giorgini e i grossetti chiude la zecca di Ferrara, il Duca Alfonso muore il 27 ottobre 1597 con la zecca ancora attiva che coniava queste monete.

In realtà già nel luglio dello stesso anno si era proposto di riaprire la zecca di Modena o come supporto a quella di Ferrara o nella prospettiva, viste le condizioni di salute del Duca, che l'erede fosse messo nella condizione di abbandonare Ferrara.

Il 28 gennaio del 1598 infatti il nuovo Duca Cesare parte per Modena, lì verrà continuata la produzione di ongari.

Papa Clemente VIII nel 1602 consentirà la riapertura della zecca di Ferrara, ma questa è un'altra storia..., quella della Ferrara degli Estensi termina qui......

 


Inviato

Si cambia stile ma la sostanza rimane identica, raffinatezza e classe contraddistinguono questo stupendo scudo seicentesco..

 

 

 

                                                             post-18894-0-53667900-1419200531_thumb.j

 

 

 

TASSAROLO - Filippo Spinola conte (1616-1688). Scudo 1639. AR 31,43 g. – ø 43,0. PHILIPPVS { SPIN { COMES { TASS Busto drappeggiato e corazzato, a d. Rv. { - { SPES { NON - { CONFVNDIT { San Giorgio, a cavallo verso d., in atto di trafiggere con la lancia un nemico steso al suolo; all’esergo, { 1639 { . CNI 15 var.. Ravegnani M. 6. MIR 984/1. Davenport 4180.

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Inviato

Ancora espressione e dinamismo in questo affascinante esemplare della zecca di Genova.

 

 

                                                             post-18894-0-87607800-1419285256_thumb.j

 

 

Dogi Biennali Cesare Durazzo dal 18.4.1665 . 8 Reali 1666. AR, gr. 25,15 - ø 40,1 mm. D/ DVX « ET « GVB « / « REIP « GENV « I666, nel campo scudo coronato a mandorla in cartella barocca, nel centro banda trasversale discendente da destra a sinistra con LIBERTAS. Ai lati rami di palma e di alloro. –R/ Anepigrafe, San Giorgio a cavallo galoppante verso destra trafigge il drago con una lunga asta. CNI 22. Lunardi 291 (R3). Pesce a pagina 136. Davenport 3902. Carige 648.

 

Si tratta di una emissione dell’Istituto del Banco Genovese di San Giorgio, infatti si discosta dalla tipologia tipica delle emissioni della zecca della Repubblica Genovese. Notiamo al rovescio la figura del Santo cui era dedicato l’istituto ed al diritto lo stemma cittadino del Banco. Il Banco di San Giorgio era preposto all’amministrazione delle finanze della Repubblica, e batteva occasionalmente moneta in proprio. Il Valore di 8 reali non è casuale, avendo il Banco e la Repubblica intensificato i traffici con la Spagna, questa moneta doveva in qualche modo controbilanciare gli 8 reales iberici. Il peso monetale corrisponde allo scudo da 4 lire trovando così una doppia funzionalità anche per i commerci interni.

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Inviato

Tanti bei San Giorgio a cavallo, San Giorgio è indubbiamente un protagonista della nostra monetazione, ne potremmo volendo trovare altri.....ma siamo a Natale, gli auguri li ho fatti in Piazzetta perché mi sembrava giusto condividerli insieme a tutti, non tra pochi, però un richiamo al Santo Natale, ai valori, lo voglio mettere anche qui....

Voi sapete che ho un debole per una moneta che è lo scudo di Lucca, ne abbiamo fatto anche una discussione, che è tra le importanti, certo qui non c'è San Giorgio, ma abbiamo San Martino, un Santo guerriero che ha un valore, il valore del dare, dell'elemosina, dell'aiuto cristiano, è quindi questa moneta, una moneta che parla, che lancia un messaggio cristiano, di fratellanza, un messaggio che sarebbe attuale più che mai anche oggi, ma che purtroppo oggi fatichiamo a scorgere....

E' una triade quella della moneta, in movimento, estremamente viva, le espressioni sono precise, gli sguardi sembrano veri e vicini a noi che li guardiamo, una scena che dice molto, un Santo guerriero, un cavallo che è il tramite, il mendicante, il povero, il Santo gli lancia il mantello per aiutarlo, per essergli d'aiuto....

Che questo messaggio ormai a Natale possa diventare anche vostro, di tutti, anche le monete possono insegnare e farci capire più che mai e questa è un grande esempio....auguri !

Un forum può insegnare e far vedere anche questo, quello che le monete nei secoli hanno cercato di trasmetterci, la moneta testimone e portatrici di messaggi.....e questi messaggi tocca a noi farli tornare vivi per noi e per chi verrà.....

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Inviato

Certo che l iconografia é molto simile anche per quelle di Lucca/Genova qui non c é il drago ma il povero, bhé non mi é mai capitata per le mani una bellezza del genere, sennò mi ci mettevo serio!!

Tanti auguri


  • 1 mese dopo...
Inviato

Tornando ad Alfonso e alle ultime monete estensi coniate a Ferrara vi posto l'immagine di un grossetto (citato sopra da dabbene) che pur senza avere il cavallo ha pur sempre S. Giorgio che uccide il drago e un ritratto in conservazione decisamente insolita...

 

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Buona serata...

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  • 2 settimane dopo...
Inviato

Grande Mario che inizia una nuova discussione su monete della mia città! :) Ovviamente me la leggo per bene! :)


Inviato (modificato)

Faccio un'incursione in questa conversazione ripescando il tema iconografico di S. Martino, e portandovi alcune monete che, sebbene circolarono nel nord Italia (nel ducato di Milano ed in Piemonte, motivo per il quale erano state coniate) arrivano dalla Svizzera, più precisamente da Bellinzona.

 

Una premessa storico-sociale è d'obbligo.

La zecca di Bellinzona ebbe una vita breve ma intensa. Iniziò la sua attività nel 1503 sotto la rigida occupazione armata dei confederati di Uri, Schwyz ed Unterwalden, i c.d cantoni primitivi, a nome dei quali battè moneta fino al 1529 (anno in cui passo il suo testimone ad Altdorf). I confederati, guidati dagli urani, occuparono le terre ticinesi a più riprese durante il XV sec, fino a quando, nel 1500 Bellinzona si consegnò definitivamente ai 3 Cantoni attraverso l'atto di dedizione. Il possesso dei territori collinari a sud delle alpi permetteva ai confederati di sfruttare la loro potenza militare per immettersi nelle questioni politiche del nord Italia, ed in particolare del Ducato di Milano. Scrive il Chiesa: "La creazione di una zecca in territorio subalpino sembra infatti rientrare in un più ampio disegno di economia politica". Dunque la creazione di moneta, di fattura italiana, ed in particolare simile a quella milanese, permetteva di inserirsi nel circolante di un territorio caratterizzato dal caos generato dal susseguirsi ed accavallarsi di diverse entità emittenti (Francia e 3 diversi duchi di Milano) e di incontrare l'insaziabile domanda causata dalla scarsità di circolante.

 

Torniamo al Santo: il simbolo di Martino era molto caro alla tradizione dei cantoni primitivi, e sopravvisse alla furia dei contrasti generatesi tra riforma e controriforma. In più s. Martino "episcopus" ben si adattava, nella posa e nelle vesti, ad imitare le rappresentazioni di s. Ambrogio delle monete milanesi.

Qui però si parla di cavalli, dunque vi porto le rappresentazioni di s. Martino ed il mendico delle monete Bellinzonesi.

 

(ps. le monete non sono mie purtroppo, le foto le ho pescate qua e la sul web ho le o prese dai cataloghi)

 

 

Fiorino d'argento

 

a nome dei tre cantoni

 

D/: VRANIE SVIT ET UNDERVALDI

I tre scudi in fascia sormontati da aquila bicipite coronata e chiavi decussate

 

R/: + SANCTVS MARTNVS EPISCOPVS

Santo a cavallo nell'atto di tagliare il mantello per il mendico

 

senza data (o. J.)

 

R4

 

Chiesa 3;HMZ 938 

 

post-42070-0-67986700-1424891588.jpg

 

(Fonte: Chiesa, La Zecca di Bellinzona)

 

 

 

Cavallotto (Ag)

 

a nome dei tre cantoni

 

D/: VRA SVVITZ UNDERVALD

I tre scudi disposti a trifoglio, ognuno sormontato da aquila bicipite

 

R/: S MARTINVS EPISCVS

Santo a cavallo nell'atto di tagliare il mantello per il mendico

 

senza data (o. J.)

 

R2

 

Chiesa 10, HMZ 943

 

post-42070-0-30142200-1424891868.jpg

 

(fonte: web)

 

 

 

 

Sperando di aver fatto cosa gradita, mi riservo la "bomba" per domani...

Modificato da Lafayette
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  • 2 anni dopo...
Inviato
Il 25/2/2015 alle 20:19, Lafayette dice:

Faccio un'incursione in questa conversazione ripescando il tema iconografico di S. Martino, e portandovi alcune monete che, sebbene circolarono nel nord Italia (nel ducato di Milano ed in Piemonte, motivo per il quale erano state coniate) arrivano dalla Svizzera, più precisamente da Bellinzona.

 

Una premessa storico-sociale è d'obbligo.

La zecca di Bellinzona ebbe una vita breve ma intensa. Iniziò la sua attività nel 1503 sotto la rigida occupazione armata dei confederati di Uri, Schwyz ed Unterwalden, i c.d cantoni primitivi, a nome dei quali battè moneta fino al 1529 (anno in cui passo il suo testimone ad Altdorf). I confederati, guidati dagli urani, occuparono le terre ticinesi a più riprese durante il XV sec, fino a quando, nel 1500 Bellinzona si consegnò definitivamente ai 3 Cantoni attraverso l'atto di dedizione. Il possesso dei territori collinari a sud delle alpi permetteva ai confederati di sfruttare la loro potenza militare per immettersi nelle questioni politiche del nord Italia, ed in particolare del Ducato di Milano. Scrive il Chiesa: "La creazione di una zecca in territorio subalpino sembra infatti rientrare in un più ampio disegno di economia politica". Dunque la creazione di moneta, di fattura italiana, ed in particolare simile a quella milanese, permetteva di inserirsi nel circolante di un territorio caratterizzato dal caos generato dal susseguirsi ed accavallarsi di diverse entità emittenti (Francia e 3 diversi duchi di Milano) e di incontrare l'insaziabile domanda causata dalla scarsità di circolante.

 

Torniamo al Santo: il simbolo di Martino era molto caro alla tradizione dei cantoni primitivi, e sopravvisse alla furia dei contrasti generatesi tra riforma e controriforma. In più s. Martino "episcopus" ben si adattava, nella posa e nelle vesti, ad imitare le rappresentazioni di s. Ambrogio delle monete milanesi.

Qui però si parla di cavalli, dunque vi porto le rappresentazioni di s. Martino ed il mendico delle monete Bellinzonesi.

 

(ps. le monete non sono mie purtroppo, le foto le ho pescate qua e la sul web ho le o prese dai cataloghi)

 

 

Fiorino d'argento

 

a nome dei tre cantoni

 

D/: VRANIE SVIT ET UNDERVALDI

I tre scudi in fascia sormontati da aquila bicipite coronata e chiavi decussate

 

R/: + SANCTVS MARTNVS EPISCOPVS

Santo a cavallo nell'atto di tagliare il mantello per il mendico

 

senza data (o. J.)

 

R4

 

Chiesa 3;HMZ 938 

 

post-42070-0-67986700-1424891588.jpg

 

(Fonte: Chiesa, La Zecca di Bellinzona)

 

 

 

Cavallotto (Ag)

 

a nome dei tre cantoni

 

D/: VRA SVVITZ UNDERVALD

I tre scudi disposti a trifoglio, ognuno sormontato da aquila bicipite

 

R/: S MARTINVS EPISCVS

Santo a cavallo nell'atto di tagliare il mantello per il mendico

 

senza data (o. J.)

 

R2

 

Chiesa 10, HMZ 943

 

post-42070-0-30142200-1424891868.jpg

ciao ragazzi ho trovato questa moneta l'altro giorno posso sapere un po di info?

(fonte: web)

 

 

 

 

Sperando di aver fatto cosa gradita, mi riservo la "bomba" per domani...

 


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