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IGNORED

certificato di importazione?


lucerio

Risposte migliori

ne avrete sicuramente già parlato.

acquistando monete antiche in aste estere (paesi comunità europea), oltre alla documentazione di acquisto serve anche un certificato di importazione?

Allego estratto del testo unico 2004:

 

 Articolo 72
                  Ingresso nel territorio nazionale
 
   1. La spedizione in Italia da uno Stato membro dell'Unione europea
o  l'importazione  da  un  Paese terzo delle cose o dei beni indicati
nell'articolo  65, comma 3, sono certificati, a domanda, dall'ufficio
di esportazione.
   2. I certificati di avvenuta spedizione e di avvenuta importazione
sono  rilasciati  sulla base di documentazione idonea ad identificare
la cosa o il bene e a comprovarne la provenienza dal territorio dello
Stato  membro  o del Paese terzo dai quali la cosa o il bene medesimi
sono stati, rispettivamente, spediti o importati.
   3. I certificati di avvenuta spedizione e di avvenuta importazione
hanno  validita' quinquennale e possono essere prorogati su richiesta
dell'interessato.
   4.  Con  decreto ministeriale possono essere stabilite condizioni,
modalita'  e  procedure per il rilascio e la proroga dei certificati,
con  particolare  riguardo  all'accertamento  della provenienza della
cosa o del bene spediti o importati.
 
cosa ne pensate?
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Sono i certificati di temporanea importazione. Non sono obbligatori e non c'è nessun obbligo in tal senso ma puoi farne richiesta tu alla Soprintendenza appena ti arriva una moneta dall'estero (al costo di 16 euro di marca da bollo per ogni nuova richiesta). Servono se in futuro vuoi rivendere la moneta all'estero, se questa è già dotata di certificato di temporanea importazione non dovrai di nuovo richiedere un certificato di libera esportazione con il conseguente rischio di diniego (rischio relativo, solo per monete molto rare o uniche ed assenti dal patrimonio museale italiano, in teoria).

 

In realtà tutto ciò rimarrebbe applicabile ai soli beni culturali per cui si rientra nella solita diatriba di quando e come una moneta antica è un bene culturale o meno (nel senso che per monete antiche comunissime e dal valore molto basso secondo me è davvero difficile configurarle come beni culturali, ma qui si inizierebbe un discorso infinito...). Ha senso chiedere il certificato di temporanea importazione per un bronzetto del IV secolo del valore di 15 euro? La marca da bollo già costa di piu'.... Ma poi potremo vendere tale bronzetto all'estero senza un certificato di libera circolazione?

La normativa è come al solito poco precisa per cui si presta a diverse interpretazioni, credo lo Stato preferisca sempra la strada della burocrazia e della carta bollata, se non altro ci guadagna in marche da bollo....

Modificato da cliff
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Sono i certificati di temporanea importazione. Non sono obbligatori e non c'è nessun obbligo in tal senso ma puoi farne richiesta tu alla Soprintendenza appena ti arriva una moneta dall'estero (al costo di 16 euro di marca da bollo per ogni nuova richiesta). Servono se in futuro vuoi rivendere la moneta all'estero, se questa è già dotata di certificato di temporanea importazione non dovrai di nuovo richiedere un certificato di libera esportazione con il conseguente rischio di diniego (rischio relativo, solo per monete molto rare o uniche ed assenti dal patrimonio museale italiano, in teoria).

 

In realtà tutto ciò rimarrebbe applicabile ai soli beni culturali per cui si rientra nella solita diatriba di quando e come una moneta antica è un bene culturale o meno (nel senso che per monete antiche comunissime e dal valore molto basso secondo me è davvero difficile configurarle come beni culturali, ma qui si inizierebbe un discorso infinito...). Ha senso chiedere il certificato di temporanea importazione per un bronzetto del IV secolo del valore di 15 euro? La marca da bollo già costa di piu'.... Ma poi potremo vendere tale bronzetto all'estero senza un certificato di libera circolazione?

La normativa è come al solito poco precisa per cui si presta a diverse interpretazioni, credo lo Stato preferisca sempra la strada della burocrazia e della carta bollata, se non altro ci guadagna in marche da bollo....

grazie del chiarimento. ciao

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