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IGNORED

S C (parte due)


Illyricum65

Risposte migliori

Ciao,

 

vi presento alcune domande che mi son posto mentre preparavo la recente discussione incentrata sulla sigla S C e le sue implicazioni storiche in ambito augusteo

 

http://www.lamoneta.it/topic/131643-s-c-senatus-consulto/

 

e che mi ero ripromesso di presentare in una discussione successiva del tema “S C” .

 

Comincio dalla prima...

 

1) Durante la scrittura del topic di cui sopra ro stato colpito dall’assenza della sigla suddetta su alcune monete in oricalco del Primo Impero. Si tratta del sesterzio di Caligola ADLOCVTIO COHORTIS, oggetto della discussione

 

http://www.lamoneta.it/topic/131362-sesterzio-di-caligola/

 

dove avevo segnalato questa particolarità che costituisce quasi un unicum nel campo numismatico dell'Impero. Si tratta di un dettaglio che può sfuggire allo sguardo attratto dall’iconografia ma di non poco conto per le implicazioni storiche e politiche sui legami tra Imperatore e Senato ed i rispettivi poteri.

Sono andato così a rivedermi se trovavo qualche informazione su questo dettaglio.

 

Nel testo “Caligula: The Corruption of Power” di Anthony A. Barrett (pag. 248 e segg.) si legge in merito (ho incluso delle immagini per completezza di esposizione:

Nel primo anno di regno di Caligola quattro tipi  di sesterzi furono prodotti: A ) con dritto rappresentante Caligola a capo scoperto o laureato con i seguenti rovesci:                                                   ·Le tre sorelle (con S C) – BMC 37

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·La corona civica (con S C) – BMC 38

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[in realtà la sigla S C non compare ma vi è presente la sigla SPQR (Senatvs PopvlvsQve Romanvs = Il Senato e il popolo romano)equivalente nel richiamo al Senato anche se non direttamente al Senatus Consulto deliberato per l'emissione]

 

·L’ADLOCVTIO COHORTIS (senza S C) – BMC 33

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Si tratta di un tipo di emissione originale, la prima rappresentazione su moneta di un discorso all’esercito. Probabilmente indica il donativum di Caligola ai Pretoriani all’atto dell’insediamento al potere. Sutherland suggerisce che la maggior parte del donativo fu corrisposta nella maggior parte in denari e una frazione in bronzo. La moneta fu riconiata nel 39-41 (vedi sotto)

 

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(legenda C CAESAR DIVI AVG PRON AVG PM TR P IIII P P, laureate head left vs. C CAESAR AVG GERMANICVS PON M TR POT)

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H.W.Ritter crede che la seconda serie degli ADLOCVTIO di Caligola sia connessa all’episodio del Ponte di Baia, al quale i Pretoriani erano presenti. Ecco quanto viene riportato sull’episodio " … Qualche tempo dopo, trovandosi a parlare con l'astrologo Trasillo, Tiberio ebbe modo di esprimergli qualche perplessità sul ragazzo. L'astrologo però gli disse di non preoccuparsi, perché Caligola "non ha maggiori probabilità di diventare imperatore che di attraversare a cavallo il golfo di Baia". Divenuto imperatore, Caligola pensò bene di mettere alla berlina l'astrologo Trasillo, perciò fece costruire un ponte di barche,  lungo tremila e seicento passi (circa due chilometri e seicento metri), che dal molo di Baia giungeva fino al molo di Pozzuoli. Terminata l'opera, Caligola andò avanti e indietro sul ponte per due giorni, ovviamente a cavallo..." B )  un quarto tipo di sesterzi rappresenta la Pietas seduta con al rovescio la deduzione del Tempio di Augusto  

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@@acraf ha risposto in merito all'assenza della sigla S C

 

La particolarità che i sesterzi di Caligola dedicati alle coorti pretoriane (Adlocutio) siano prive di SC, ossia fuori della competenza senatoriale, può essere dovuto al fatto che queste emissioni furono coniate usando in prima persona parte dei lasciti di Tiberio per il pagamento dei pretoriani, che ammontavano a migliaia di sesterzi (Cassio Dione 59, 2).

Poi si sa che Caligola non era in buoni rapporti col Senato…

e mi pare una risposta condividibile. Che contrasta però con la proposta del Mattingly (1923) che "... formula l’ipotesi che per i bronzi in epoca giulio-claudia dapprima vi fosse solo una sola zecca (senatoriale quindi con apposizione della sigla S C) a Roma e quindi, dall’epoca di Caius, una seconda deputata alla coniazione di oro, argento e per breve tempo, bronzo (sesterzi senza apposizione della sigla S C), sottolineando la scarsità di dati noti nei confronti dei rapporti tra zecca/Senato/Imperatore". (vedi mia discussione su S C).

 

Quindi siamo in presenza di due ipotesi diverse:

  • Presenza di una officina che emetteva bronzi senza il controllo del Senato (Martini la definirebbe come ‘ausiliaria’)
  • Emissione di una serie dedicata ai donativi per i pretoriani con materie prime private (eredità lasciate da Tiberio in eredità a Caligola) e quindi senza implicare l’intervento del Senato per l’approvvigionamento delle stesse. Questo ragionamento sembra abbastanza corretto: un’emissione ordinata dall’Imperatore al di fuori di ogni intervento del Senato.                                                                          

 

Se andiamo a verificare altri donativi più tardi, questi riportano comunque la sigla S C: si potrebbe spiegare il fatto in quanto l’Imperatore (negli altri casi) aveva ottenuto le materie prime per celebrare l'ADLOCVTIO alle truppe con l’intervento del Senato.

 

Due esempi:

 

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A ben cercare abbiamo però altri sesterzi e dupondi senza sigla S C (mi limito ad alcuni, molto meno frequenti di quelli con sigla S C ma, ripeto, presenti) specie in Nerone.

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RIC 108, BMC 155, BN 258, C 95 Sestertius Obv: NEROCLAVDIVSCAESARAVGGERMPMTRPIMPP - Laureate head left. Rev: No legend Exe: DECVRSIO - Nero riding horse right, holding spear; solider holding vexillum to right and soldier holding standard to left. c.63 (Rome).

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RIC 178, BMC 131, BN 300, C 37 Sestertius Obv: NEROCLAVDCAESARAVGGERPMTRPIMPPP - Laureate head right. Rev: AVGVST/SPORTOSTC - Port of Ostia viewed from above, ringed by harbor buildings and galleys within. 64 (Rome). CONTRARIAMENTE AL SIMILE, prodotto da Lugdunum  (con analoghe caratteristiche vedasi il RIC 514) che resenta la sigla senatoriale

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RIC 441, BMC 323, C 252 Sestertius Obv: NEROCLAVDCAESARAVGGERPMTRPIMPPP - Laureate head left.

Rev: PORTAVG - Port of Ostia viewed from above, ringed by harbor buildings and galleys within; SC across upper fields. c.65 (Lugdunum).

Abbiamo poi monete da Galba che di solito presentano la sigla SC, omessa nei casi dove è presente la sigla SPQR con corona civica (come già per gli Imperatori precedenti), ad esempio vedi

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RIC 262, BMC 117, C 297 Sestertius Obv: IMPSERGALBAAVGTRP - Laureate, draped bust right.

Rev: No legend - Wreath, SPQR/OB/CIVSER within. June - August 68 (Rome).

Se lo schema proposto per Caligola fosse valido  in tutti i casisi tratterebbe di una serie neroniana emessa con i suoi mezzi, scavalcando di fatto il Senato. O di una monetazione voluta da Nerone per celebrare quasi in esclusiva la “sua” opera architettonica. Oppure dopo Claudio e la “centralizzazione” statale ad opera del liberto Pallade questa in realtà corrispondeva ad un ancora più stretto controllo della monetazione da parte dell’Imperatore? La domanda sorge spontanea: perché queste monete non hanno la sigla S C? Perché il Porto di Ostia neroniano da zecca di Roma non la presenta e quella da Lugdunum sì? E perché i sesterzi neroniani più tardi la presenta? Che ne pensate?
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Seconda riflessione:

 

La monetazione di Postumo presenta doppi sesterzi con sigla S C

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Quello presentato è il RIC 106, del 261 d.C. per cui abbastanza precoce. Che significato aveva l’S C? Un tentativo di avere i favori del Senato romano contro Gallieno (che sappiamo non esser stato apprezzato dagli storici latini)? Un contralto ai sesterzi coevi di Gallieno? Forse Postumo voleva creare un Senato (Gallico) sull’esempio di quello di Roma (non direi sennò sarebbe presente su tutti i doppi sesterzi ;)  )? O voleva farlo? O semplicemente l’incisore aveva copiato questo simbolo presente sulle tradizionali monetazioni “centrali”? Insomma… una domanda da @@grigioviola :D 3 ) Un’altra piccola domanda: ritenete possibile che il diminuire progressivo delle dimensioni della sigla S C (spesso predominante nel Primo Impero) rispetto alle emissioni più tarde indichi un progressivo un calo del potere senatoriale rispetto a quello imperiale?

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Ciao  e grazie per gli interventi e i pareri Illyricum

:)

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Rispondo brevemente (ho letto tutto e anche la prima parte... i miei complimenti per l'ottimo lavoro!): credo che la sigla SC sul bronzo di Postumo altro non fosse che il tentativo di uniformarsi alle medesime produzioni ufficiali dell'impero romano.

Sarebbe interessante capire per Postumo se c'è un criterio sull'apparizione e la scomparsa (abbandono?) della sigla SC nei sesterzi/doppi sesterzi (criterio cronologico, in corrispondenza del valore nominale, casuale ecc).

Dubito fortemente che Postumo volesse (o abbia creato) un Senato gallico sulla falsariga di quello romano... ci sarebbero altre evidenze se così fosse, invece non vi è traccia di un simile organismo politico (o pseudotale) in ambito gallico.

:)

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Awards

Ciao @@Illyricum65, complimenti per le bellissime discussioni che hai introdotto..purtroppo ho poche conoscenze in materia..avanzo delle ipotesi e dubbi ( soprattutto)...

- L'Adlocutio di Caligola priva di S C, va considerato sesterzio o medaglione commemorativo?

- La mancanza dell'S C nei sesterzi con la corona e l'SPQR, potrebbe essere determinato dal fatto che, in questo caso, l'Imperatore celebra qualcosa in più del Senato, ossia la città di Roma o Dea Roma, come in età repubblicana, dichiarandosi suo servitore, nonchè dei cittadini romani? La stessa mancanza, quando vi è l'iscrizione SPQR, è ravvisabile nel sesterzio in memoria di Agrippina senior:

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Riguardo Nerone, la mancanza, in taluni bronzi dell'S C, la ricollego alle frequenti liti con i Senatori..

Modificato da eliodoro
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Rispondo brevemente (ho letto tutto e anche la prima parte... i miei complimenti per l'ottimo lavoro!): credo che la sigla SC sul bronzo di Postumo altro non fosse che il tentativo di uniformarsi alle medesime produzioni ufficiali dell'impero romano.

Sarebbe interessante capire per Postumo se c'è un criterio sull'apparizione e la scomparsa (abbandono?) della sigla SC nei sesterzi/doppi sesterzi (criterio cronologico, in corrispondenza del valore nominale, casuale ecc).

Dubito fortemente che Postumo volesse (o abbia creato) un Senato gallico sulla falsariga di quello romano... ci sarebbero altre evidenze se così fosse, invece non vi è traccia di un simile organismo politico (o pseudotale) in ambito gallico.

:)

 

Concordo, secondo me lo scopo dell'SC in Postumo è puramente imitativo delle emissioni romane precedenti.

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Ciao,

dapprima voglio chiarire che le mie considerazioni sono personali e cerco solo di ragionare con il vostro contributo su alcuni miei dubbi e relative interpretazioni. Chi mi conosce sa che questo in genere è il mio intento ma è meglio evitare di creare fraintendimenti... ;)

... credo che la sigla SC sul bronzo di Postumo altro non fosse che il tentativo di uniformarsi alle medesime produzioni ufficiali dell'impero romano.

La maggior parte dei sesterzi di Postumo con SC sono datati al periodo 260-262 d.C. (ma la maggior parte è undated coins) per quanto concerne Lugdunum. Se ci riferiamo a Colonia andiamo al RIC 364 (C. 267) emesso al 267 d.C.

Quindi se l’SC fosse stato posto semplicemente per imitare la monetazione centrale e poi fosse stato abbandonato allora l’emissione di Colonia se confermata come collocazione temporale è… alquanto fuorviante in tal senso. Va però annotato che il RIC riporta per i due sesterzi di Colonia (uno appunto con SC) la seguente frase:

These coins have not been recently verified and it may be doubted whether any bronze coins can be correctly attribuited to this mint.
 

Sarebbe interessante capire per Postumo se c'è un criterio sull'apparizione e la scomparsa (abbandono?) della sigla SC nei sesterzi/doppi sesterzi (criterio cronologico, in corrispondenza del valore nominale, casuale ecc). Dubito fortemente che Postumo volesse (o abbia creato) un Senato gallico sulla falsariga di quello romano... ci sarebbero altre evidenze se così fosse, invece non vi è traccia di un simile organismo politico (o pseudotale) in ambito gallico.

:)

La mia richiesta sul fatto se esistesse un Senato Gallico equivalente a quello di Roma va letta questo senso: Postumo “ereditò” (ovvero di impossessò) di un impianto governativo di tipo romano, ad esempio con civitas con ordo e ritengo che non abbia smantellato un sistema che nel bene e nel male funzionava. Anche perché non aveva avuto il tempo per metterci mano. Qual’era la cosa più facile? Mantenere in essere lo status quo , sostituire qualche personaggio con elementi locali sì romanizzati ma di origine gallica (o gallo-romana, se preferite il termine). A livello governativo lui avrebbe potuto svolgere le funzioni analoghe ad un Governatore senza essere soggetto al controllo imperiale e del Senato… avrebbe raccolto tasse, guidato l’esercito e gestito le finanze autonomamente. Ma avrebbe avuto bisogno di funzionari che lo aiutassero a svolgere il suo compito (tra l’altro molto tempo era assorbito dalla sfera militare). E guardando a Roma avrebbe potuto creare una sorta di “Senato Gallico” inteso come “assemblea di patrizi/funzionari” che lo avrebbero coadiuvato nella gestione dello Stato e dove lui comunque aveva funzioni analoghe al “collega” centrale.

D'altra parte per quanto ne so (ma forse si tratta di una mia lacuna) non conosco testimonianze storiche relative al tipo di governo dell'Impero Gallico e gli accenni che si trovano in merito non si addentrano più di tanto nel tema (analogamente al periodo di Carausio e Alletto).

 

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
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Ciao,

- L'Adlocutio di Caligola priva di S C, va considerato sesterzio o medaglione commemorativo?

E’ considerato un sesterzio sia nella prima che nella seconda serie di emissioni.

- La mancanza dell'S C nei sesterzi con la corona e l'SPQR, potrebbe essere determinato dal fatto che, in questo caso, l'Imperatore celebra qualcosa in più del Senato, ossia la città di Roma o Dea Roma, come in età repubblicana, dichiarandosi suo servitore, nonchè dei cittadini romani?

La mancanza dell'S C nei sesterzi con la corona civica (in quercia, simbolo di potere ed onore civile, in contrapposizione a quella di alloro, militare) è resa superflua dalla presenza della sigla l'SPQR (Senatvs PopvlvsQve Romanvs = Il Senato e il popolo romano). Se cerchiamo un paragone con Augusto questa onoreficenza, nata in ambito militare (per il salvataggio di uno o più compagni d’arme) venne poi applicata anche in ambito civile. Nel Res Gestae Augusto dichiara che fu affissa dallo Stato (quindi dal Senato) alla sua porta mentre nella Curia Giulia fu posto uno scudo d’oro che attestava che il Senato e il popolo romano l’assegnavano per il suo valore, clemenza giustizia e pietà. Pertanto, affermerei, era inutile stampare il SC del Senatus Consulto su una moneta che recava riferimento ad una benemerenza rilasciata dallo stesso Senato (e il popolo romano).

Riguardo Nerone, la mancanza, in taluni bronzi dell'S C, la ricollego alle frequenti liti con i Senatori..

I contrasti con il Senato furono innegabili. Ma le emissioni bronzee di Nerone senza SC  sono due: anno 62 e 63 d.C. Se la causa fosse legata a questi contrasti allora dopo la congiura senatoriale del 65 di Pisone sì che il Senatus Consulto sarebbe dovuto sparire dalle monete emesse da Nerone. Invece …

 

Ciao

Illyricum

:)

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