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Inviato

"io per "Generali" intenderei ad esempio quelli specificati precedentemente (5 lire 1901, 100 lire 1937 ... e Co.), ovvero carte in regola ma "blindatissimi" sin dall'inizio e "preclusissimi" alla circolazione (ma manco per sbaglio :P ... o meglio, SOLO per sbaglio :P :P )...

E con questi commenti sicuramente poco “tecnici” non voglio dire che la circolazione effettiva è necessariamente “conditio sine qua non” per ufficializzare una moneta (sennò bisognerebbe depennare di botto il 100 “fascione” così come il 100 “Vetta” solo per cominciare …), ma solo “autenticare” in qualche misura la storicità di questa tipologia."

Sulla "storicità" della nostra moneta non ci piove...però volendo rispondere alla domanda iniziale di questa discussione ("Qual'è la prima moneta del Regno d'Italia"?) qualche dubbio che non sia la scudo del 1861, per i motivi diffusamente esposti, ce l'avrei.

Poi sono consapevole, avendo una lunga "militanza" forumista, che quando si tenta di definire il concetto di "moneta" si prospettano varie scuole di pensiero:

- moneta è solo quella che ha circolato in quanto la funzione economico sociale di essa non si realizza se non vi è circolazione;

- moneta è quella che, anche non avendo necessariamente circolato, ha una comprovata "storicità" che la rende riconoscibile come tale;

- moneta è solo quella che la legge istituisce e a cui la legge medesima attribuisce corso legale e potere liberatorio (questa è la scuola - "serale" - a cui aderisco... :pleasantry:.

Sono le prime tre "Scuole" di pensiero che mi vengono in mente ma sono consapevole che ve ne sono anche altre...

M.

P.S.; mi viene un dubbio: ma non è che i nostri interventi stanno annoiando gli Utenti che frequentano questa Sezione del Forum?

Possibile che nessuno intervenga per dire qualcosa in proposito? Di questo passo, più che una conversazione aperta, questa discussione assomiglia più ad un dialogo fra noi due.... :pardon:

Tanto vale continuarla in MP..... :crazy:

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Inviato (modificato)

Possibile che nessuno intervenga per dire qualcosa in proposito? Di questo passo, più che una conversazione aperta, questa discussione assomiglia più ad un dialogo fra noi due.... :pardon:

Tanto vale continuarla in MP..... :crazy:

Effettivamente mi hai preceduto nell'osservazione ... è di fatto un dialogo a due ... :D anche se penso che l'attribuzione di questo primato di tipo storico non sia proprio cosa da poco, pura accademia fine a se stessa... capita di vedere discussioni imperniate su altri "primati" (sempre in ambito "regno") ... la più bella, la più rara, la più amata, la più ricercata dai collezionisti, etc. etc. ... definire la moneta "capostipite" tra quelle appartenenti a questo periodo, certamente importante, dell'Italia non mi pare proprio roba da "tarallucci & vino" ... la "prima inter pares" ... più o meno ... :P :P

Vabbè, nessuno è stato escluso, altri contributi si spera arriveranno ... :D ... comunque se il monologo "bidirezionale" disturba, qualcuno ce lo manderà pure a dire ... :P

Nessuna risposta in merito alla famosa lettera ?

Modificato da ihuru3

Inviato

"Nessuna risposta in merito alla famosa lettera?"

Non ancora.

L'11 novembre scorso ho mandato un'email all'Autore scrivendogli all'indirizzo di posta elettronica che compare nella prima pagina dell'articolo pubblicato su P.N..

Non posso ovviamente sapere se quell'indirizzo sia ancora attivo (sono passati 3 anni...) e neppure se l'Autore abbia voglia di rispondere; la email, comunque, risulta inviata correttamente.

Staremo a vedere.....ormai siamo abituati ad esercitare la pazienza..... :pardon:

La Tua domanda di apertura è indubbiamente interessante, ma la risposta sembra richiedere maggior impegno rispetto ad una esternazione sulla moneta "più bella" o "più importante" o "più rara"......forse è per questo che ci si tiene lontani dalla discussione?.... :crazy:

M.


Inviato
.........................

La Tua domanda di apertura è indubbiamente interessante, ma la risposta sembra richiedere maggior impegno rispetto ad una esternazione sulla moneta "più bella" o "più importante" o "più rara"......forse è per questo che ci si tiene lontani dalla discussione?.... :crazy:

Diciamo che certi tipi di discussione, sarà una mia impressione, sono meno seguite ... salvo che non stuzzichino corde speciali (vedi la discussione dei barili)... :D


Inviato (modificato)

A proposito.

segnalo questo articolo che ho rinvenuto in rete sull'argomento:

http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=2311

Qui la famosa "F" viene ricondotta senz'altro al simbolo di zecca.

M.

Letto.

Allego questo link

http://www.romagnatoscana.org/index.php?title=Luigi_Gori

in cui si potrebbe dedurre che la "F" a fianco di Gori stia per "Luigi Gori e figlio F." ...

Modificato da ihuru3

Inviato

"in cui si potrebbe dedurre che la "F" a fianco di Gori stia per "Luigi Gori e figlio F." ..."

Ma non penso si tratti della stessa "F" di cui si parla nella famosa lettera come "distintivo dell'autorizzazione governativa".

M.


Inviato

Sul fatto che questa moneta non andrebbe considerata a tutti gli effetti come appartenente al Regno d'Italia, mi ero già espresso, nel mio primo messaggio. Il fatto che sia stato prodotto da una zecca ufficiale non significa che sia ufficiale anche esso: al termine zecca vanno ricondotti due significati fondamentali; il primo è quello del luogo fisico dove vengono battute le monete, il secondo riguarda il diritto di battere moneta che spetta al sovrano (o allo stato). In questo caso, è chiaro il divario tra i due aspetti. Il fatto, comunque, che sia un rpodotto di zecca ufficiale, che abbia circolato liberamente (ma nel regno circolavano anche, ad esempio, monete francesi, che nessuno attribuirebbe al Regno d'Italia, per questo) sicuramente la rende appetibile e non nascondo che la vorrei anche io in collezione.

 

Riguardo alla F, ritengo possa essere la semplice contrazione di Fecit (ovvero fece). Questa benedetta F si ritrova anche, ad esempio, in questo francescone http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-L2/19.

 

Un piccolo excursus storico sui fatti toscani mi pare doveroso:

A seguito dell'esilio di Leopoldo II di Lorena e dello scoppio della seconda guerra di indipendenza, il 27 aprile la municipalità di Firenze nominò un Governo provvisorio (Peruzzi, Malenchini e Danzini) che avrebbe dovuto offrire la dittatura a Vittorio Emanuele II, il quale si limitò ad assumere il protettorato e nominare Commissario straordinario (per lo stato di guerra) il suo Ambasciatore nel Granducato Boncompagni: i tempi non erano maturi e Cavour con lettera indirizzata al Governo Provvisorio il 30 aprile 1859 sosteneva la necessità di mantenere l'autonomia amministrativa (e dunque monetaria) riservando al Re il comando delle truppe.

Il commissario straordinario divenne ((11 maggio 1859) quindi il vero e proprio capo di stato che nominò il suo governo (Interni Ricasoli, Istruzione ed Esteri Cosimo Ridolfi, Giustizia e Grazia Poggi, Finanze Busacca, Guerra Malenchini, Affari ecclesiastici Poggi) e una Consulta. Gli atti e le sentenze venivano emanati a nome del Governo di Toscana e il giuramento doveva essere rivolto a Vittorio Emanuele II, come protettore del governo nazionale di Toscana. 

Con l'approssimarsi dell' armistizio di Villafranca, venendo meno la necessità del regime commissariale Boncompagni il 1° agosto cedette i suoi poteri al consiglio dei ministri, il cui presidente divenne Ricasoli. Vennero, quindi indette le elezioni per l'Assemblea toscana il 7 agosto che avrebbe dovuto dichiarare decaduta la dinastia dei Lorena e richiedere l'annessione al Regno di Sardegna.

Con proclama del 29 settembre il governo dichiarava esplicitamente di volere esercitare il potere "in nome di 

S, M. Vittorio Emanuele di Savoia, Re eletto". La formula del giuramento divenne:  "Giuro di essere fedele a S. M. Vittorio Emanuele Re eletto".
Tra gli altri provvedimenti presi vi fu quello dell'adozione dello stemma di Savoia, l'attribuzione del titolo Regio alle isitituzioni e l'introduzione del sistema decimale (la moneta toscana cessò di avere corso legale il 1 novembre del medesimo anno)
Nel marzo 1860 il plebiscito sancì l'annessione al regno di Vittorio Emanuele ii che nominò Eugenio di Savoia Luogotente e Ricasoli governatore generale. L'annessione, comunque, fu graduale e venne comunque mantenuta, inizialmente una certa autonomia (decreto del l 23 marzo 1860 (...) Art. 2. È mantenuto provvisoriamente in Toscana un centro amministra­tivo che rimane stabilito nella città di Firenze. A capo di esso sarà un governatore generale.
Art.3 A ciascuno dei rami do governo e di pubblica amministrazione, che a termini delle leggi vigenti in toscana erano rispettivamente di competenza dei cessati ministri (...) presiederà un direttore sotto la dipendenza immediata del Governatore (...)
art. 5 Il Governatore sottoporrà al nostro luogotenente i provvedimenti pei quali, secondo le norme vigenti in Toscana, richiedevasi per lo passato la sovrana assensione e spedirà direttamente gli affari pei quali bastava un decreto ministeriale (...)
 
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Inviato

ritornando alla F dopo Gori, visto che si tratta effettivamente di una "F." (col punto -appena vista immagine del link precedente-), è poi così strano considerarla come "e figlio F."  ?

Trattandosi di una moneta è chiaro che non si potevano mettere "filastrocche" troppo lunghe... magari il Gori volle in questo modo inserire anche il "biglietto da visita" del figlio per meglio introdurlo nella nuova e più promettente realtà del nuovo regno ... ;)


Inviato (modificato)

Quella indicata da bizerba62 non è una discussione: è una proschinesi (eufemismo) nei confronti di una moneta e un palleggiamento di opinioni sulla conservazione! :lol:

 

A proposito: che ne pensate della possibile coniazione di un quantitativo di monete senza F? Se non esistessero, ciò confermerebbe la proposta di Littore (F = fecit) perché non avrebbe avuto senso apporla fin dall'inizio. Inoltre trovo questa spiegazione (fecit) la più plausibile. Avevo pensato anch'io in un primo tempo alla F come simbolo di Zecca di Firenze, nell'intenzione della lettera ministeriale, ma posizione e dimensioni escludono a mio avviso completamente questa ipotesi.

F di figlio: mi permetto di non condividerlo (non vi sono precedenti).

Modificato da Giov60

Inviato (modificato)

Ciao Giovanni, :hi:
 
"Quella indicata da bizerba62 non è una discussione: è una proschinesi....."

 

Pros...chè?? :shok:

 

Scusate ma che la "F." che segue a L. Gori stia a significare "Fecit"....mi sembra abbastanza scontato.

 

Ma anche a prescindere che possa invece significare "& Figlio" piuttosto che "Filomena"... non è a quella "F" o al suo significato che allude la lettera del Ministro del 7 novembre '61 quando invita il Direttore Ridolfi a riportarla sullo scudo quale "distintivo dell'autorizzazione governativa".

 

Intanto perché quella F. dopo L. Gori è sempre presente in tutti gli scudi fiorentini, quindi non si capisce perché il Ministero dovesse obbligare il Direttore ad apporre sulla moneta una lettera che già era presente;

poi perché laddove i primi scudi fossero anche stati coniati senza quella "F" (ma non c'è la prova), non si capisce in che modo la sua incisione avrebbe potuto costituire un "distintivo dell'autorizzazione governativa".

 

Cioè; se per ipotesi i primi scudi avessero anche recato la solo scritta L. Gori (senza la F.), mi spiegate in che modo, aggiungendo una F. dopo L. Gori, si sarebbe ottenuto un "distintivo dell'autorizzazione governativa"?

 

M.  

Modificato da bizerba62

Inviato

 ........................

 

Cioè; se per ipotesi i primi scudi avessero anche recato la solo scritta L. Gori (senza la F.), mi spiegate in che modo, aggiungendo una F. dopo L. Gori, si sarebbe ottenuto un "distintivo dell'autorizzazione governativa"?

 

 

 

assolutamente logico ... una "F." che è tutt'uno con la firma sarebbe quantomeno strano (per non dire bizzarro) come autorizzazione ...


Inviato

Proskinesis: un inchino orientale con 'leccata' ... Italiana.

Mi sembra logico che dal Ministero i burokrati richiedessero quanto si era sempre fatto: un identificativo di zecca (che presuppone più zecche all'interno di uno Stato, ed un'autorità coordinatrice) anzichè un esplicito Firenze, che poteva anche risultare celebrativo e non identificativo.


Inviato (modificato)

Ti ringrazio Michele per avere considerato importante questa discussione pur contenendo nel mio intervento di apertura notizie note e risapute nella cerchia degli appassionati del Regno

Per il resto e' costituita da pareri , sicuramente graditi da parte mia  ,sulla conservazione degli esemplari postati .

Fortunatamente nel Regno e nella sezione Sabauda ci sono ancora utenti che con piacere e orgoglio postano le foto delle loro monete , permettendoci di  apprezzare gli esemplari appena entrati in collezione.

A differenza di  utenti di altre sezione dei quali non si e' mai vista una moneta della loro collezione  , probabilmente perche' gelosi dei loro nummi o semplicemente studiosi puri che si dilettano unicamente nel partecipare  a discussioni di alto livello

 

 

Ciao.

Per completezza, posto il link ad un' interessante discussione relativa a questa moneta, avviata da Pier nel 2010:

http://www.lamoneta.it/topic/58606-5-lire-i-tipo-1861/

M.

Modificato da piergi00
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Inviato (modificato)

"Mi sembra logico che dal Ministero i burokrati richiedessero quanto si era sempre fatto: un identificativo di zecca (che presuppone più zecche all'interno di uno Stato, ed un'autorità coordinatrice) anzichè un esplicito Firenze, che poteva anche risultare celebrativo e non identificativo."

 

Questo è già più logico.

 

Ma c'è un però:

 

a quanto pare, il Ministero impone al Ridolfi la seguente condizione: se vuoi continuare la coniazione dello scudo commemorativo, devi apporvi la lettera "F" per uniformarlo, almeno sul piano del simbolo di zecca, a quelli prodotti dalle altre officine monetarie del Regno.

 

Questo simbolo è ritenuto un elemento distintivo dell'autorizzazione governativa.

 

Bene.....

 

Ma .....il Ridolfi poi..... la fa incidere questa benedetta lettera "F"? 

 

Ma soprattutto: e i precedenti scudi senza la "F" di Firenze, come si sarebbero dovuti considerare?

 

:crazy:

 

M.

Modificato da bizerba62

Inviato (modificato)

faccio un'ipotesi suggestiva (o forse di semplice buonsenso)... :pardon:

E' possibile che i "burokrati" abbiano imposto questa benedetta "F" dall'alto dei loro scranni ma senza conoscere (o senza dar troppo peso) ad ogni dettaglio della moneta in questione.

Per cui, il Ridolfi, non esistendo di fatto coniazioni di questa moneta con una "F" esplicitamente indicativa della zecca ma solo con l'indicazione estensiva (comunque la si voglia intendere, celebrativa o meno), abbia ritenuto già assolta questa richiesta, sulla base del puro buonsenso e lontano da arzigogoli bizantini.

Del resto se da un lato (quello "burokratico") questa famosa "F" voleva riferirsi a Firenze, dall'altro (quello "ridolfiano" :P ) "FIRENZE" a cosa avrebbe dovuto alludere ?? ... bizantinismi senza senso, a mio avviso (...sono ridolfiano anch'io :lol: )

 

 

Ergo, nessuna "F" (di Firenze) è mai esistita, ma solo Firenze per esteso. Ovviamente la "F." di Gori, che stia per "Fecit, Figlio, Filomena...", non c'entra nulla in questo discorso, e compare in tutti gli esemplari.  :)

Modificato da ihuru3

Inviato

Due osservazioni. La prima a piergi00. Indubitabilmente una bella moneta quella postata a suo tempo: la mia critica riguarda lo svolgimento della discussione che aveva avuto l'imbeccata buona ma, purtroppo, ha proseguito senza alcun contributo culturalmente (in senso lato) interessante. Inoltre una specifica: in genere non posto monete (ma non è una regola) perchè non amo ostentare. Comunque ho la moneta in collezione, piuttosto belloccia, anche. :)

La seconda osservazione è una rettifica. Nell'articolo postato all'inizio si dice che del 5 Lire Firenze furono fatte 2 tirature: il 21 marzo e il 13 aprile 1861 a definire il numero complessivo di oltre 21000 esemplari, in entrambi i casi ben prima della nota ministeriale (novembre) che sembra essere stata più un richiamo per il futuro che una limitazione a posteriori.


Inviato (modificato)

Caro Giov60 ti ringrazio per le tue parole sul mio 5 Lire ma le belle monete sono ben altre sia per qualità che per livello artistico questo scudone come la serie di Vittorio Emanuele II ormai non mi dice più di tanto ; monetazione piuttosto ripetitiva , naturalmente e’ un mio parere non condivisibile ,sicuramente influenzato dal mio attuale interesse numismatico

Tuttavia devo ammettere che all’ epoca collezionando in modo particolare la monetazione del Regno D’Italia mi aveva fatto piacere metterlo in collezione e condividerlo nel forum

Personalmente non mi farei più di tanto il problema di ostentare monete nel forum , sono proprio tanti gli utenti che apprezzano l’ opportunità di osservare esemplari dei collezionisti presenti nel sito Lamoneta , vuoi perché’ queste stesse monete non rientrano nel loro ambito collezionistico vuoi perché’ di difficile acquisizione.

Come dice spesso l’amico Ingrao è sempre meglio far vedere le proprie monete che tenerle nascoste , a volte agendo così si evitano incauti acquisti e di incappare in falsi.

Tale comportamento di ostentazione , per mia fortuna è tenuto anche da tutti i grandi collezionisti sabaudi che frequentano il circolo numismatico taurinense , qui ogni domenica al tavolo dei savoiardi è possibile osservare e tenere in mano esemplari di alta rarità e importanza della monetazione sabauda.

Non capita tutti i giorni di vedere un “elefantino” , soppesare dei “centauri” o scrutare un “compasso” o osservare direttamente le stesse monete fotografate nel MIR e nel BIAGGI

Personalmente devo ringraziare collezionisti del genere che mi permettono ogni volta di studiare e godere per monete che difficilmente riuscirei a vedere da vicino se non in qualche bacheca di un museo o sui libri.

Per tale motivo sono ben contento e auspico che altri utenti si uniscano a noi nel postare immagini delle loro collezioni , non importa la conservazione o la rarità ma la voglia di rendere partecipe tutti delle loro grandi o piccole soddisfazioni numismatiche

Naturalmente , capisco , che con tale comportamento si corre il rischio di ricevere critiche o pareri a volte discutibili e opinabili ma penso che un collezionista maturo sia in grado di soppesare le considerazioni ottenute

Al contrario se nessuno postasse le foto delle proprie monete si avrebbe, secondo me, un forum meno ricco inoltre verrebbero meno anche le occasioni di dar spunto a discorsi considerati piu'profondi.

Purtroppo è quello che si sta verificando nell’ ambito della monetazione classica

Pure io all’inizio ero preso dalla sconforto di leggere in gran parte interventi unicamente legati al binomio prezzo , conservazione , ma mi sono reso conto che questo forum rispecchia realtà diverse come differenti sono le esigenze dei suoi partecipanti.

Si va dal collezionista al raccoglitore passando per il commerciante , dallo studioso numismatico universitario a quello autodidatta , dal giovane al pensionato , dall’ esperto al principiante , tutti utenti ben distinti che coesistono nel sito Lamoneta.

E’ evidente che in certe sezioni , prevalendo i principianti non bisogna attendersi discussioni sempre di alto livello . Proprio questa area, nella quale sto scrivendo , era stata creata con l’intento di racchiudere gli approfondimenti sul Regno D’Italia evitando di disperderli fra le decine di post quotidiani di ampio respiro.

Come vedete qui i partecipanti sono pochi come pochi sono nella realtà i collezionisti-studiosi , ma personalmente devo dire grazie a voi per quello che avete scritto ora e che scriverete in futuro su queste pagine

Modificato da piergi00
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Inviato

"La seconda osservazione è una rettifica. Nell'articolo postato all'inizio si dice che del 5 Lire Firenze furono fatte 2 tirature: il 21 marzo e il 13 aprile 1861 a definire il numero complessivo di oltre 21000 esemplari, in entrambi i casi ben prima della nota ministeriale (novembre) che sembra essere stata più un richiamo per il futuro che una limitazione a posteriori."

 

Giusto rilievo, Giovanni. :good:

 

Quindi le coniazioni di scudi commemorativi, alla data della lettera, erano già concluse.

 

La lettera si preoccupava quindi solo delle (eventuali ed anzi...di fatto mai avvenute) coniazioni di scudi successive al contingente già battuto, disponendo quindi che l'incisione della F valesse solo per il futuro?........

 

Oppure stabiliva qualcosa anche in merito agli scudi che Ridolfi aveva fino a quel momento già emesso, per così dire...."regolarizzandoli"? 

 

Mah.....se qualcuno riesce a mettere le mani su una copia di quella lettera......inutile dire che è caldamente invitato a pubblicarla.... :help:

 

M.


Inviato

Caro Giov60 ti ringrazio per le tue parole sul mio 5 Lire ma le belle monete sono ben altre sia per qualità che per livello artistico questo scudone come la serie di Vittorio Emanuele II ormai non mi dice più di tanto ; monetazione piuttosto ripetitiva , naturalmente e’ un mio parere non condivisibile ,sicuramente influenzato dal mio attuale interesse numismatico

Tuttavia devo ammettere che all’ epoca collezionando in modo particolare la monetazione del Regno D’Italia mi aveva fatto piacere metterlo in collezione e condividerlo nel forum

Personalmente non mi farei più di tanto il problema di ostentare monete nel forum , sono proprio tanti gli utenti che apprezzano l’ opportunità di osservare esemplari dei collezionisti presenti nel sito Lamoneta , vuoi perché’ queste stesse monete non rientrano nel loro ambito collezionistico vuoi perché’ di difficile acquisizione.

Come dice spesso l’amico Ingrao è sempre meglio far vedere le proprie monete che tenerle nascoste , a volte agendo così si evitano incauti acquisti e di incappare in falsi.

[...]

 

Allora ecco il mio esemplare.

E' passato anche per me il tempo in cui consideravo con esclusività la monetazione sabauda: ora gli interessi sono più variegati e mi piace prendere spunto da una moneta che mi affascina, per approfondirne gli aspetti storici, economici e monetari correlati.

;)

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Inviato

:shok:Caspita Giovanni..... :good:..moneta in conservazione sontuosa..... :shok: :shok:

 

M.


Inviato (modificato)

per divagare un poco ancora su questo soggetto, vorrei fare una valutazione sulla rarità (che come si sa è un R2), utilizzando un metodo poco scientifico, ma non poi così campato in aria...

Ora visto che il grado medio di conservazione di questa moneta sembra confermare la sua effettiva entrata in circolazione, si è quindi mischiata al mare magnum degli scudi di VEII (69.000.000 in totale).

Ne consegue che la percentuale di scudi unità rispetto alla tipologia standard corrisponde a circa lo 0.03%.

Facciamo ora l'ipotesi che il numero di scudi di VEII sopravvissuto ai nostri giorni sia di 500.000 pezzi (che mi pare pure oltremodo esagerato ... ma forse mi sbaglio....se avete dati diversi, prego...).

Su pura base statistica ne conseguirebbe che il numero degli scudi unità oggigiorno esitenti siano +/- 150 pezzi (che è un numero almeno da R3/R4). Meno ancora, se gli scudi totali sono meno di 500K (se solo fossero 100.000 avremmo solo 30 scudi unità, quindi estrema rarità). Firguriamoci poi se scendiamo ulteriormente ....

 

Dal momento che il numero reale  (del 5 L. 1861 F) non è dato a sapersi, ma è probabile sia molto più alto (dei 150)... ne conseguirebbe il fatto che già dall'epoca della circolazione (quindi immagino fino alle soglie del1900, includendovi pure il periodo umbertino) sia stato pesantemente drenato dalla circolazione e fortemente ricercato dai collezionisti. Quindi apprezzato, diciamo, da subito ...

 

Ha senso come ragionamento ?? :bash:

Modificato da ihuru3

Inviato

Allora ecco il mio esemplare.

E' passato anche per me il tempo in cui consideravo con esclusività la monetazione sabauda: ora gli interessi sono più variegati e mi piace prendere spunto da una moneta che mi affascina, per approfondirne gli aspetti storici, economici e monetari correlati.

;)

 

da favola !  Se non è FDC poco ci manca davvero ...


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