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Non solo monete


chievolan

Risposte migliori

Collezionista di fossili nei guai

Sotto processo per furto allo Stato

Appassionato noto in tutti gli ambienti scientifici che studiano

la paleontologia. Settecento reperti sequestrati dai carabinieri

PER APPROFONDIRE: Pordenone, collezionista, fossili, sequestrati, proceddo, furto, Stato

Il fossile di un pesce volante

di Cristina Antonutti

PORDENONE - È tra i più noti cercatori fossili del Nordest. Nella sua collezione ci sono ammoniti (molluschi) del Triassico e pesci volanti della Val Preone. A lui si rivolgono docenti dellUniversità di Padova o Milano quando hanno bisogno di reperti o fotografie che arricchiscano le pubblicazioni scientifiche. I paleontologi più affermati sanno della sua passione cominciata nel 1976, quando ha iniziato a cercar reperti nei depositi del Triassico delle Alpi e Prealpi Carniche o del Paleozoico nella catena Paleocarnica.

Eppure xxxxxxxxxxxx , di Domanins di San Giorgio della Richinvelda (Pordenone), si ritrova in Tribunale a difendersi dallaccusa di essersi impossessato di beni culturali dello Stato. I suoi 700 reperti, tra cui molti pezzi acquistati nel mercato dantiquariato di Piazzola del Brenta o di origine nordafricana, sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico di Venezia.

Il processo è alle battute finali. Bisogna stabilire se i reperti sono effettivamente di interesse scientifico, ma per farlo ci vuole una perizia che, per carenza di personale, gli esperti non sono in grado di ultimare se non fra qualche anno.

Il giudice ha così rinviato il processo a ottobre preannunciando la sentenza. Le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi daXXXXX potrebbero essere sufficienti a raggiungere una decisione. Lappassionato di paleontologia di Domanins ha provato i suoi contatti con la comunità scientifica. Non solo ha partecipato agli scavi in Val Auza, in Carnia (Udine), ma faceva fotografare i reperti da tutti i docenti universitari che glielo chiedevano.

«La mia collezione - ha spiegato - era a disposizione della comunità scientifica. Mi chiedevano i reperti e io glieli davo». È successo per gli ammoniti e per un pesce volante della Val Preone (Carnia). «A casa mia venivano i ragazzi delle scuole a vedere i fossili, mi hanno fatto fare anche due mostre - ha detto - Avevo anche chiesto al Comune di San Giorgio della Richinvelda di realizzare un museo, ma non erano interessati».

XXXXXXX ha anche precisato di non aver mai fatto scavi per cercare i suoi fossili. «Andavo nei torrenti di montagna, nelle cave». Con il giudice che gli chiedeva perchè non avesse mai denunciato il ritrovamento dei reperti si è giustificato: «Volevo farlo, ma la legge era confusa, rischiavo di autodenunciarmi per la ricerca». E così non lo ha fatto, del resto la sua collezione era nota ai principali paleontologici del Nord Italia.

Sabato 5 Luglio 2014

Modificato da chievolan
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Avevo letto ieri sul giornale un articolo su questo caso.

Un articolo poco chiaro, in cui si parlava dell'assoluzione dell'imputato, ma si diceva che gli erano stati restituiti i fossili trovati in territorio austriaco ma che la Soprintendenza deve valutare se quelli italiani sono o meno di interesse culturale.

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Ciao.

Il Codice Urbani contempla i fossili all'art. 10, comma 4, lettera a), riferendosi a:

"Cose che interessano la paleontologia, la preistoria e le primitive civiltà".

M.

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Insomma "Se Atene piange, Sparta non ride" eh...

...tutti sulla stessa barca italiota.

Saluti

Simone

Modificato da uzifox
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Ciao.

Il Codice Urbani contempla i fossili all'art. 10, comma 4, lettera a), riferendosi a:

"Cose che interessano la paleontologia, la preistoria e le primitive civiltà".

M.

Fossili e monete la cosa non cambia. Ovviamente.

Ma il punto interessante di questo caso è che si tratta di una collezione conosciuta, aperta, disponibile, ... ma il suo proprietario è stato messo sotto inchiesta per contestargli questa proprietà.

Non conosciamo bene la situazione, ... magari c'erano i presupposti per il sequestro,.. Ma se è vero che è stato assolto perché arrivare al processo? E' la solita questione.

Quel collezionista rendeva disponibile la sua collezione a studiosi e al pubblico. Mi pare improbabile che uno così potesse aver fatto traffici e ricerche illecite.

E mi vien da pensare a quanti vorrebbero "aprire" e far conoscere le loro legittime legali collezioni di monete ma non lo fanno per non destar interessi ed attenzioni pericolose.

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I dubbi di questo caso sono, né più né meno, quelli di molti casi relativi a monete.

Quindi non mi stupisco più di tanto......ferma restando l'attendibilità di quanto riportato dall'articolo di stampa, che dobbiamo prendere per buona.

m.

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