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Inviato

Cari amici collezionisti, sulla base della mia pluriennale esperienza in restauro di metalli ed in particolare nella conservazione di monete classiche sia in oro che argento e bronzo, scriverò una serie di appunti descrivendo con precisione gli interventi di restauro più o meno rilevanti delle monete presenti nelle principali aste internazionali al fine di informarvi sul reale stato di conservazione e di integrità degli esemplari che vi interessano.

Va da sé che il mio agire non ha alcun intento detrattivo nei confronti di questo materiale numismatico ma nutro la speranza di far nascere una nuova consapevolezza in chi, con amore e infinita dedizione, colleziona appassionatamente monete che appartengono intimamente al nostro mondo, alla nostra cultura, testimoni mute di eventi cosi importanti che continuamente riecheggiano nella nostra storia.

Cercherò di indicarvi nei dettagli e con la massima semplicità gli interventi di pulizia, ripatinatura, rimodellazione, integrazione e normalizzazione dei fondi prendendo in considerazione le monete poste in vendita nelle principali aste internazionali in corso e degli scorsi anni.

Evidentemente non effettuerò alcuna analisi delle monete poste in vendita da case d’asta che hanno autonomamente indicato gli interventi di restauro e pulitura.

Spesso tali interventi sono indicati in modo generico, meglio sarebbe, anche per le monete più importanti, che le case d’asta si abituassero ad allegare alla descrizione del lotto una scheda dettagliata di restauro, come si usa regolarmente fare nelle aste di mobilio, archeologia, scultura, pittura, etc...

Sono fermamente convinto che la cultura della conservazione e del restauro diverrà un valore aggiunto legato inscindibilmente agli esemplari come parte indispensabile della loro storia.

Voglio dire in sostanza, senza ricorrere a dotte citazioni, che le operazione legate alla conservazione costituiscono un momento molto importante che dovrebbe essere registrato e descritto nella sua consistenza e nella sua specificità; ciò certamente produrrebbe interventi più accurati e più rispettosi della materia originale.

Per cominciare ho selezionato una serie di monete presenti nelle aste 79 e 80 della NAC – Numismatica Ars Classica che verranno poste in vendita il 20 ottobre prossimo che a mio parere, soprattutto in considerazione della importanza e della autorevolezza della nota casa d’aste, dovrebbero essere meglio descritte.

Come anticipato le monete ove la casa d’aste ha segnalato un intervento di restauro non sono state oggetto di studio, anche se ribadisco il fatto che frasi generiche quali “pulita”, “fondi lisciati”, “cesellata” o “ripatinata” non chiariscono né dove è stato fatto l’intervento, né quanto è stato importante, né come e quando è stata ripatinata.

Ritengo importante spiegare sin da ora la questione relativa alle tecniche di rimozione dell’ossido di rame comunemente chiamato “cuprite” dalla superficie dei bronzi sia greci che romani in quanto si tratta di interventi molto diffusi ed estremamente delicati, che determinano in alcuni casi (fondi e superfici piane) una riduzione delle escrescenze per giungere alla normalizzazione dei “piani” ed in altri casi (lettere, ritratti e figure) un vero e proprio intervento di “rimodellazione” per ricostruire quello che la modificazione delle molecole del metallo ha ormai irrimediabilmente trasformato.

Nella formazione dei fenomeni ossidativi che riguardano le nostre amate monete, l'ossido di rame (Cu2 O) o “Cuprite” è la prima formazione ossidativa del metallo. Per sua formazione strutturale è meno aggregata dal metallo su cui si sviluppa, quindi occupa volumi maggiori. Il rapporto di crescita è normalmente espresso dal così detto Volume Molare Relativo (VMR) che indica la crescita volumetrica delle molecole espressa in un rapporto percentuale. La Cuprite si attesta con un VRM di 1,67 per cento. In teoria non si tratta di un valore significativo ma l'esperienza dimostra che formazioni di Cuprite possono essere decisamente invadenti creando nei campi e sul modellato vere e proprie strutture che deturpano la leggibilità del soggetto. Va quindi specificato che questa crescita avviene in tutte le direzioni sia nella parte in intimo contatto con il metallo, da cui si alimenta, sia nella porzione superiore dove assume per lo più forme sferoidi. E' su questa porzione che agisce l'operatore rimodellando la formazione al livello del piano originale.

Asta NAC 79:

Lotto 32

Antonino Pio, Sesterzio Cohen 988.

Provenienza: Tradart Genève SA, Genève 1991, lot 317.

Pur essendo una moneta di grande fascino non può essere taciuta la perfetta e molto ben eseguita normalizzazione dei fondi, è da osservare con cura la corrosione che è ancora visibile tra le lettere e che era sicuramente estesa a tutte le superfici, non solo quindi tracce di pulitura, come dichiarato, ma un attento lavoro completato da una ripatinatura eseguita con ossidi derivati del ferro, per comporre il bel color bruno che la caratterizza. Lavoro molto ben eseguito e di grande sensibilità che lascia volutamente presenti alcuni graffi e tutte le crepe presenti sul lato dell'effige.

Lotto 36

Didio Giuliano, Sesterzio Cohen 12.

Provenienza: Numismatik Lanz 60, Münich 1992, lot 608. Adolph Hess A.G. - Bank Leu & Co., Luzern, 23 mars 1961, 240. A. Sambon - C. & E. Canessa, Roma, 18 November 1907, lot 2350.

Moneta discretamente restaurata. L'intervento principale è stata la rimozione delle numerose formazioni di cuprite e di malachite che sono state spianate e modellate, si veda in particolare:

- aree di intervento di riduzione cuprite al dritto: lo zigomo, il collo, il campo dietro la testa, alcuni punti della barba, diversi punti della leggenda e il campo davanti al naso;

- aree di intervento di spianamento di concrezioni di malachite al dritto: microdiffuse su tutto il piano, tra le lettere e sulla testa;

- aree di intervento di riduzione cuprite al rovescio: il campo in alto a sinistra, in alto a destra, a destra della cornucopia e tra le lettere;

- aree di intervento di spianamento di concrezioni di malachite al rovescio: microdiffuse su tutto il piano e la figura.

L’intervento di modellazione non è riuscito in modo perfetto in quanto sono ben visibili alcune innaturali durezze al dritto nella corona, alla fine della barba e nei capelli sotto alla corona; al rovescio nella parte bassa della figura.

Da sottolineare comunque la grande attenzione con cui sono state conservate le belle rimanenze di patina verde ben presenti su entrambi i lati ed alcune concrezioni lasciate “ad arte” per consentire all’esemplare di mantenere il “fascino” dell’intonso.

Lotto 45

Costanzo II, Medaglione Cohen 238.

Provenienza: The New York Sale III, NewYork 2000, lot 788. Monnaies et Médailles SA 76, Basel 1991, lot 912.

Relativamente al medaglione di Costanzo II mi limiterò a dire quanto segue.

La moneta è di grande fascino e sicuramente ben pulita nel rispetto della fragile e bella patina . Il restauratore ha avuto l’accortezza di lasciare, ove è stato possibile, tracce delle originali incrostazioni di terra (residui terrosi visibili principalmente tra le lettere al dritto e nelle fessure del bordo).

Relativamente a questo esemplare mi rimane un forte dubbio che sarei in grado di sciogliere in via definitiva solo visionando la moneta direttamente dal vivo.

Come potete chiaramente vedere sono presenti al dritto sul collo, sulla spalla a destra, sul volto, di fronte al naso e sotto il mento numerose macchie color verde marcio.

Tali macchie, certamente non riconducibili a residui terrosi e nemmeno a variazioni di colore della patina tendenzialmente compatta e di un bel colore verde intenso, mi riconducono ad un vecchio intervento di restauro che feci io stesso alla fine degli anni ottanta, ancora giovane ed inesperto, su un medaglione identico a questo esemplare utilizzando, per chiudere alcuni fori ed una serie di diffusi salti di patina, uno stucco epossidico per metalli (esattamente “da carrozzeria”) pre-colorandolo con terre ventilate che, con gli anni, potrebbe avere deviato la colorazione originaria acquisendo una gradazione diversa da quella della patina originale.

Consiglierei alla casa d’aste o al compratore di fare un micro prelievo della materia in questione per verificare tale eventualità.

Asta NAC 80:

Lotto 55

Nerone Claudio Druso, Sesterzio Cohen 8.

Provenienza: M&M 79, 1994, 467 e M&M 92, 2002, 35.

Anche in questo caso non posso trascurare di notare l’accurata normalizzazione dei fondi sia al dritto che al rovescio, che risparmia con attenzione qualche difetto minore (retro della nuca) e alcune formazioni di malachite poste sulla parte superiore dell’effige. Gli spianamenti di cuprite sono evidenti sia al dritto che al rovescio in più punti (piccole macchie rosse).

Si noti inoltre un’ampia rintegrazione del piano posta a sinistra davanti al naso e nel retro un ulteriore intervento individuabile immediatamente sopra lo scudo di sinistra.

E’ infine evidente un discreto e sapiente intervento per meglio evidenziare gradevoli dettagli quali: occhio, bocca, orecchio, naso e capelli, al dritto e drappeggio della figura oltre a scudi, al rovescio.

Lotto 91

Traiano, Sesterzio Cohen 542.

Provenienza: M&M 76, 19 November 1991, 875 e M&M 92, 2002, 72.

Fondi perfetti da ottimo lavoro di spianamento ma tra i caratteri del dritto sono ancora visibili i segni delle precedenti condizioni del fondo. Va da sé che la moneta è stata ripatinata al fine di uniformare gli interventi di “normalizzazione” delle superfici che comunque compaiono in trasparenza evidenziando innaturali “nuance” di sfumature della superficie ben visibili al dritto sul collo e nei campi. Anche in questo caso la mano del restauratore si è fatta sentire in modo direi “non delicato” nella ridefinizione dei capelli, nella ricostruzione della parte bassa della leggenda al dritto e in alcuni dettagli del ponte al rovescio (acqua e statue).

Lotto 191

Erennia Etruscilla, Doppio sesterzio Cohen 21.

Provenienza: NAC sale 40, 2007, 808.

Il doppio sesterzio di Etruscilla, come chiarirò di seguito, è stato sottoposto ad un sostanzioso intervento di restauro. Tutta la moneta ha subìto una decisa normalizzazione dei fondi che ha risparmiato lievi difetti e rimanenze di patina verde al fine di mantenere una studiata naturalezza.

Il radicale intervento di spianamento di grumi di cuprite, di malachite e di altre forme di concrezioni ed incrostazioni presenti in modo diffuso su tutta la superficie, è evidente sia nei campi del dritto che in quelli del rovescio incluse le aree piane tra le lettere, nonché su tutto il busto al dritto e sulla figura muliebre al rovescio. La diversa natura delle concrezioni ha lasciato traccia evidente della loro rimozione sulla “pelle” della moneta che presenta fascinose, ma incongrue variopinte colorazioni che vanno dal rosso “terra di Siena”, all’azzurro malachite, sino al “verde prato” e al “bruno testa di moro”. Evidentemente una moneta fresca e intonsa non presenta tali caratteristiche.

Imperfetti gli interventi di “lisciatura” effettuati sul collo e sulla guancia che hanno lasciato una superficie non perfetta ed incoerente, in aperto conflitto con quella del campo in basso a destra che va dal collo al naso che risulta straordinariamente levigata e liscia come il piano di un tavolo da biliardo. Decisamente troppo forzati ed un po’ “rozzi” gli interventi a cesello presenti al dritto su tutto il drappeggio notevolmente “irrigidito” dai colpi di una mano maldestra ed in netto contrasto con le sinuosità dei capelli che sembrano anch’essi un po’ “aiutati” (dalla foto non si capisce molto bene), mentre sicuramente il bulino è passato in profondità tra le maglie della treccia determinando un intenso effetto di duro “geometrismo” almeno nella parte alta. La Pudicizia al rovescio è stata ben “ridelineata” in tutte le sue parti. Veramente poco realistico il movimento che il velo farebbe passando sulla gamba. Qui si vedono ben chiari i colpi di cesello fatti a scavare all’interno della gamba. Gli angoli di distacco dal piano di tutte le parti aggettanti (sia figure che lettere) sono stati ripassati al bulino a punta piatta per meglio staccare tali parti dai fondi al fine di aumentare l’effetto del cosiddetto “alto rilievo”. Nella parte superiore del retro la perlinatura è stata rafforzata.

Per ora termino qui questa prima osservazione sui lotti che ho appena descritto e lascio naturalmente aperta ogni osservazione che sarò felice di leggere su questi primi esemplari.

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  • Mi piace 7

Inviato

Anche se non sono un collezionista di classiche ritengo l'argomento molto ma molto interessante... Complimenti all'autore...


  • 3 settimane dopo...
Inviato (modificato)

Interessante discussione che mi era sfuggita.

Ho visto in mano le monete dell'asta NAC 79 e 80 e devo dire di essere d'accordo con te. Belle monete quasi sempre pulite in modo molto accorto e professionale. Anch'io ho notato e ti confermo le probabili stuccature sul medaglione di Costanzo II.

Vista la tua competenza mi piacerebbe conoscere la tua opinione, caro @@Aequitas64 , sul famoso Adlocutio di Caligola e sull'Agrippina marrone rossiccio. Grazie per quello che vorrai condividere con noi.

Modificato da cliff

Inviato

Ringrazio Aequitas per l'intervento molto utile e competente che denota disponibilità a condividere la conoscenza, uno spirito che dovrebbe caratterizzare ogni membro del forum. Chi più sa, più dovrebbe condividere, per permettere ai neofiti o semplicemente a chi ha meno esperienza o tempo di difendersi da falsi, truffe e restauri non denunciati. Purtroppo non è così, a parte pochi (sempre quelli) molte volte chi sa tace.

Posso chiederti se sei un collezionista o un restauratore (o entrambi) ??

Per quanto riguarda il merito della discussione, concordo in pieno con la tua analisi.


Inviato (modificato)

@@Aequitas64

Grazie per le info.

Se ti e' possibile potresti riportare sulle foto cosa vorresti indicare con i diversi simboli? .....solo per una più facile lettura.

Per il sesterzio di Antonio Pio: i graffi sono dovuta alla pulizia giusto? difatti seguono le figure e la legenda. Perché lasciarli secondo te?

Inoltre cito @@centurioneamico per un suo commento, @Ianva che e' sempre in cerca di info sulle patine.......infine il mio amico @@fanghi

Ciao

Modificato da snam
  • Mi piace 1

Inviato

Inoltre cito @@centurioneamico per un suo commento

Ciao

Tendenzialmente concordo praticamente con tutto quello che è stato scritto; questi sono certamente interventi professionali e condotti da mano esperte anche se, come è già stato fatto notare, in qualche caso il restauratore ha calcato troppo la mano con l'intento di maggiorare la conservazione finale, ma dobbiamo anche pensar che talvolta le monete arrivano al restauratore già parzialmente restaurate da altri e in qualche caso il restauratore finale deve decidere come e se correggere gli errori di altri (vedi i segni di pulizia meccanica sull'Antonino).

Personalmente preferisco gli interventi come quello sul Didio Giuliano dove le superfici sono certamente meno perfette ed uniformi ma assolutamente più naturali. Quello che Aequitas non ha specificato è come vengono fatte le integrazioni di patina laddove la patina risulta essere "a macchie" (vedi Traiano e Druso) ma che sappiamo essere "aggiunte" di materiale. Tali integrazioni sono a mio avviso necessarie in alcuni casi: quando ad esempio l'intera patina è uniforme eccetto alcuni piccoli punti (macchie) dove, solitamente a seguito di rimozione di cuprite, restano macchioline rosse più o meno estese, l'applicazione di piccole integrazioni cromatiche rende più leggibile e godibile la moneta.

E' chiaro che per fare un bel lavoro ci vuole un professionista capace di replicare bene la tonalità della patina originale in modo da riuscire a non rendere visibile lo stacco tra macchia e patina. Quelli meno bravi preferiscono dare una mano di colore a tutta la moneta!!

La stuccatura sul medaglione in realtà sfrutta un metodo che in qualche caso ho visto utilizzare anche su restauri attuali e che con Cliff e caiuspliniussecundus abbiamo avuto modo di osservare su un bel sesterzio di Nerone dove però le stuccature coprivano il 40% della moneta...


Inviato

Questo messaggio è del 15 ottobre.

Il 18 ottobre è arrivato a tutti ( o quasi) i commercianti numismatici e a tanti altri una email in cui si mettono sotto esame altre monete, greche stavolta, sempre di NAC e anche di CNG, che vengono esaminate e definite falsi in modo definitivo, dallo scrivente, che è un nome sconosciuto a me e a chi ho potuto interpellare.

Sarebbe stato facile pubblicarla per chiunque avesse avuto motivo di cercare di danneggiare le suddette case d'asta, e in particolare la NAC, ma, stranamente, stavolta ha prevalso la prudenza, probabilmente complice la mancanza di notorietà del mittente.

Comunque, volevo rimarcare la curiosa coincidenza di date in cui sono apparsi sia questo post che la email.

Dal 18 Ottobre tutto tace. Aspettiamo la prossima nuova.


Inviato

io ci metterei anche Gorny, comunque non credo che sia la stessa persona.........

Io invece credo proprio che la "mano" sia la stessa,magari non quella che scrive, ma quella che guida.

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Grazie @@Aequitas64 per l'intervento molto molto interessante che ora andrò a rileggere dopo una prima lettura. Vedo solo ora la discussione relativa a un periodo in cui per mancanza di tempo frequentavo poco il forum e in cui, nonostante la citazione di @@snam , non ero riuscito a leggere la cosa (grazie snam!).

Ora mi metto a "studiare" bene tutti i particolari desritti :)


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Cari utenti,

scusate per la lunga assenza, non utilizzo spesso il personal computer, in ogni modo la materia fa parte della mia vita, pertanto garantirò la mia (saltuaria) presenza nel forum.

Risponderò subito alle domande.

 

cliff: per quanto riguarda il sesterzio di Caligola (tipo dell’Adlocutio) si tratta certamente di una moneta genuina, intoccata, e caratterizzata da una patina di "sponda". La superficie presenta le micro corrosioni tipiche delle monete rinvenute in corsi d’acqua a medio e basso scorrimento che non deturpa la conservazione dei rilievi. Lo stesso vale per il colore della patina e per le micro incrostazioni visibili tra i caratteri della leggenda al dritto. Un’analisi chimica su questi sedimenti potrebbe persino confermare la provenienza fluviale del reperto: non dimentichiamoci ad esempio che i fiumi italiani presentano sabbie e limi di natura vulcanica, metamorfica e sedimentaria ben riscontrabili e determinabili, dall’analisi degli elementi in traccia si potrebbe quindi determinare facilmente il contesto di rinvenimento, Po, Arno, Tevere o Garigliano che sia.

Il sesterzio di Agrippina era certamente in origine patinato. Quindi è stato sottoposto ad un maldestro tentativo di restauro meccanico al dritto che ha procurato una grande quantità di graffi visibili nei campi e sul bordo, principalmente ad ore 15. Il restauratore probabilmente non soddisfatto del risultato ha deciso quindi di procedere con la spatinatura della moneta che ha determinato la corrosione visibile, per esempio, al dritto sul bordo tra le ore 15 e 16, ed al rovescio sempre sul bordo ad ore 11. La moneta è stata quindi debolmente ripatinata con ossidi derivati dal ferro.

Non è da escludere un intervento a bulino per meglio evidenziare i capelli e l’acconciatura all’altezza dell’orecchio. Dalla fotografia è probabile ma per avere la certezza servirebbe un riscontro visivo diretto.

 

caiuspliniussecundus: ho cominciato come tutti da appassionato, poi parallelamente al mio lavoro ho iniziato a sviluppare un occhio critico alla consistenza fisica dei pezzi che andavo collezionando, fino ad incentrarmi sulla tematica del restauro “storico”.

 

snam: ho utilizzato simboli intuitivi, i cerchi blu per evidenziare le zone maggiormente lavorate, le linee rosse per indicare le aree lisciate. Per quanto riguarda il sesterzio di Antonino Pio (Cohen 988) penso che i graffi della pulizia al rovescio siano stati volutamente lasciati dal restauratore; un particolare filone di pensiero, detto restauro “filologico”, prevede di rendere visibile (nei limiti) l’intervento conservativo sul reperto antico.

 

centurioneamico: concordo pienamente sulle tue considerazioni. Aggiungo inoltre che alcuni restauri sono necessari non solo alla godibilità e leggibilità del pezzo ma anche alla preservazione stessa dell’esemplare nel tempo.

 

Tinia Numismatica: sinceramente non capisco a cosa ti riferisca nello specifico, tuttavia sono a conoscenza dei problemi di autenticità legati a molte tipologie monetali di area greca, magno greca e siciliana; se hai particolari dubbi su alcuni pezzi potrei darti un parere, seppur timidamente, dato che di regola ogni moneta andrebbe visionata dal vivo prima di esprimere un qualunque giudizio di autenticità.

  • Mi piace 1

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