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Risposte migliori

Inviato

Cercando Quintillo su acserch.info mi escono queste monete... Nulla.

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Inviato

radiato è un tipo di moneta degli ultimi anni dell'impero romano, simili a quelle ufficiali ma probabilmente imitative. vedrai che domattina avrai una marea di messaggi (ripeto , ben più autorevoli dei miei) e sono certo che avrai la tua risposta. basta avere pazienza ! -ps chiedo scusa ai veri esperti per le mie approssimazioni ;)


Inviato

Gesu, no, non ce n'è una di quintillo tra le tue.. vedo solo gallieno, probo, claudio.. aspetta... vedrai che salta fuori!


Inviato

meglio forse se cerchi "quintillus antoninianus"


Inviato

Dovrebbe essere Claudio gotico con al r/. iovi statori. tic 52f


Inviato

Dovrebbe essere Claudio gotico con al r/. iovi statori. rIc. 52f

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Inviato

Scusa La confusione. ma sono fuori casa

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Inviato

ecco meno male che arriva prof!!! :) gia mi stavo dimenando inutilmente tra i vari quintilli del ric... Gloria affidati a lui, che è un pozzo di scienza !!! (senza ironia) e goditi quel pezzo di storia che hai tra le dita...


Inviato

Sono commossa.

Impero Romano. Gordiano III. 238-244 d.C. Antoniniano. AR. D/ IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG Testa radiata verso destra. R/ IOVI CONSERVATORI Giove nudo stante verso destra con scettro e fulmini ai suoi piedi Gordiano. RIC.2. Peso 3,64 gr. Diametro 20,20 mm. qBB.

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Inviato

scusa... non credo sia quella.. però il periodo storico è esatto. ripeto, abbi pazienza e te la trovano domani altri utenti del forum che ora (verosimilmente) stanno a nanna... ma non disperare!

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Inviato

La curiosità é molta... Ma ormai ho perso la vista quindi attendo altri pareri.

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Inviato

Mi scuso per la confusione lapneta postata est di Claudio il gotico con al r/ Iovi Victori. rIc 53a


Inviato

Sto tornando dalla batosta Interista!!!! Cercate di capire!

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Inviato

Io però cercando Claudio il gotico iovi victori non riesco a trovare nulla di uguale...


Inviato

clau2035.jpg
RIC 53a, Normanby 674, Cunetio 1996 Antoninianus Obv: IMPCCLAVDIVSAVG - Radiate, draped bust right.
Rev: IOVIVICTORI - Jupiter standing, facing, holding thunderbolt and scepter.


Inviato

Il braccio nella mia moneta (quello alla nostra sx) non é così teso... Ma un po' piegato.


Inviato

Non facciamo ulteriore confusione!

Quella che hai messo per comparazione non c'entra nulla!


Inviato

Devi comparare la tua moneta con l'ultimo link che ti ho messo cioè' Claudio / Iovi victori


Inviato

Il fatto che il braccio è' un po piegato non vuole dire nulla... 2000 anni circa fa. Non si coniava le moneta come oggi...erano fatte a mano l'importante che corrisponda la legenda... E Iovi Victori mi pare che calzi bene..


Inviato

Quindi le monete venivano coniate a mano? Pensavo ci fosse una sorta di "stampo" e che quindi le monete uscissero tutte uguali. Dove posso trovare un sito ben fattosu cui documentarmi?

Comunque confrontandola direi che si... Decisamente corrispondono.

Grazie.


Inviato

da Treccani.it

. Stralcio di cio' che puoi trovare in rete

Alcune notizie intorno alla zecca di Roma sono arrivate fino a noi. La monetazione romana incominciò verso la metà del sec. IV a. C. Le lettere e i monogrammi, che appaiono sulle prime monete repubblicane, sembra indichino varie zecche che in seguito vennero chiuse, per concentrare tutto il lavoro in un unico stabilimento situato sul Campidoglio annesso al tempio di Giunone Moneta (v. moneta, XXIII, p. 654). I decreti relativi alla coniazione delle monete emanarono probabilmente in una prima epoca esclusivamente dai consoli. In seguito venne istituito uno speciale rnagistrato composto di tre persone, designate col titolo tresviri auro argento aere flando feriundo ovvero tresviri monetales facenti parte del vigintivirato. A essi era devoluta la coniazione ordinaria, mentre alcune emissioni straordinarie vennero autorizzate dal senato e affidate a un pretore o a un questore, ecc.

Il diritto di battere moneta venne dalla legislazione romana della Repubblica compreso fra quelli attribuiti all'imperium dei comandanti militari. Queste coniazioni avevano come scopo principale il pagamento delle truppe; le monete emesse erano conformi al sistema monetario della metropoli e potevano circolare in tutti i territorî a essa soggetti, ma portavano il nome del comandante dell'esercito e dei suoi questori. D'altra parte i governatori delle provincie, sempre in virtù del loro imperium, poterono anch'essi coniare monete. Le grandi serie di coniazioni militari incominciarono con Silla, il cui esempio fu seguito da Pompeo, da Cesare e dai minori gerarchi, nella guerra civile. Quando Cesare si fu impadronito della città di Roma e del governo coniò la sua moneta militare nella zecca romana. Dopo un mezzo secolo di vicende varie, all'inizio della nostra era, l'imperatore riservò a sé la prerogativa di coniare l'oro e l'argento, mentre al senato fu devoluta la coniazione del bronzo. Da allora le monete senatoriali di bronzo portano l'indicazione S. C. (Senatus Consulto). Sotto Aureliano il diritto del senato di emettere monete fu soppresso e tutta la coniazione venne concentrata nelle mani dell'autorità imperiale.

A partire da Augusto vennero istituite zecche imperiali anche nelle provincie. Fino al tempo dei Flavî la zecca di Roma rimase annessa al tempio di Giunone Moneta, ma separata dallo stabilimento imperiale. In seguito sembra che le due zecche siano state collocate sotto una direzione unica in uno stesso edificio nei pressi delle terme di Tito. I tresviri sussistono fino ad Aureliano, ma il loro nome sparisce anche dalle monete di bronzo con Augusto.

Gli antichi coniavano le monete a mano, ponendo i tondelli sopra l'incudine, facendo penetrare il metallo negl'incavi del conio a colpi di mazza. Adoperavano un forno per la fusione del metallo, e la bilancia per verificare il peso delle monete. Questi varî attrezzi, insieme con le pinze per afferrare i conî e col cannello per soffiare sul fuoco, si vedono a Pompei nella decorazione murale della casa dei Vettii, che rappresenta le varie operazioni della monetazione eseguite da putti. L'esame delle monete antiche dimostra che il tondello non era ritagliato da una lastra, bensì preparato per colata del metallo fuso entro uno stampo della forma e dimensioni stabilite. Sembra che i conî fossero di bronzo nei tempi più antichi, di ferro e di acciaio in epoche posteriori. È probabile che la preparazione dei conî si sia fatta nei primi tempi con lo stesso tornietto adoperato dagli antichi per incidere le pietre dure, e che soltanto in seguito sia stato introdotto il bulino.

I conî monetarî furono sempre opera di artisti, e nelle epoche felici acquistarono dignità, splendore e significato paragonabili a quelli delle più belle sculture. Tuttavia gli scrittori dell'antichità greca, che celebrarono i nomi di alcuni incisori di pietre dure e di alcuni orefici, non parlano affatto degl'incisori dei conî. D'altra parte non si trovano che molto raramente monete antiche recanti la firma dell'incisore. La maggior parte di queste appartengono alla Magna Grecia e furono coniate tra la fine del sec. V e la metà circa del sec. IV a. C., e cioè nel periodo di maggior perfezione dell'arte monetaria. Eveneto e Cimone, che vissero ambedue in quell'epoca, ne sono i più insigni rappresentanti. Presso i Romani gli scalptores, incisori della zecca, furono sempre schiavi o liberti e nessuno dei loro nomi ci è stato conservato.

Si trovano anche monete del III e IV secolo dell'Impero, non coniate, bensì preparate per colata del metallo fuso entro due stampi riuniti; si ritrovarono anche parecchi di questi stampi di terra recanti in incavo le impronte delle monete. Questo procedimento imperfetto e che si prestava alla falsificazione fu severamente proibito a partire dal sec. IV d. C.

L'oro e l'argento per le monete non venivano dagli antichi allegati col rame, come usiamo noi, ma si adoperavano puri. Nei primi secoli della monetazione i due metalli preziosi furono anche allegati fra di loro in proporzioni varie col nome di elettro (v.). Il bronzo delle monete antiche contiene molto meno rame delle moderne, allegato con stagno, zinco e piombo. I Romani dell'impero coniavano i sesterzî con l'ottone, lega di rame e zinco detta aurichalcum. D'altra parte gli assi erano di rame puro. ecc. ecc. ecc


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