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Il mistero del TARAS Jameson 2389


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Leggendo l'articolo di:

Albizzati C., Varietà di Museografia Numismatica, Numismatica, Santamaria Anno VII, Roma 1941, pag. 1-5.

che già mi aveva ispirato la discussione sul falso sesterzio di Otone, incautamente acquistato dal Museo Nazionale Romano per la somma di 6000 lire…. ho trovato anche un interessante retroscena che riguarda una delle più famose e belle monete di Taras, con la bellissima testa femminile di Satyra circondata da corona di foglie di olivo.

L'emissione è descritta sul Fischer-Bossert, al n. 130, che riporto in scansione:

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Quindi attualmente si conoscono in tutto 7 esemplari. L'ultimo ad essere comparso era quello della famosa raccolta Moretti, nell'asta NAC 13 (corrispondente al pezzo a) di Fischer-Bossert 130):

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Poi c'è l'esemplare Luynes 268 a Parigi (esemplare e) di FB 130):

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e l'esemplare che era della collezione di Vlasto (Vlasto 154) poi venduto da MuM di Basilea 8/1949, 701 e mai più ricomparso (esemplare g) di FB 130):

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Riporto sotto le frasi dell'articolo di Albizzati che racconta le vicende di un altro esemplare, corrispondente al b) di FB 130, ma che doveva essere appartenuto in origine alla collezione Brera di Milano (!!!):

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L'articolista accenna di avere scoperto che si tratterebbe dello stesso pezzo Jameson 2389. Ecco la sua immagine sul volume IV del catalogo della collezione Jameson (stampato nel 1932):

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In effetti sembra essere lo stesso esemplare. Tuttavia, se si legge bene il catalogo Jameson, al n. 2389 accenna che forse proveniva dalla collezione Torremuzza (col punto interrogativo !!!). Come faceva un esemplare Torremuzza a finire alla collezione Brera di Milano…?

Resta quella vecchia traccia nel manoscritto del 1864 che catalogava tutte le monete della collezione Brera a quel tempo e questo statere figurava al n. 379.

Resta il fatto, facilmente accertabile, che il Garrucci, tav. XCVII, n. 22, disegnava questo esemplare, definito "della collezione Brera" !!

Non so quando morì il collezionista Robert Jameson e quindi se aveva la possibilità di rispondere alla domanda sulla provenienza della sua moneta, che gli era stata rivolta da Albizzati. Il fatto che lui abbia citato come forse proveniente dalla collezione Torremuzza puzza molto: forse si era creato un antico pedigree per distogliere l'attenzione da una possibile provenienza dalla collezione pubblica milanese.

Sembra proprio che sia un esemplare misteriosamente sparito, forse tra il 1927 a il 1931, dalla collezione Brera di Milano e finito nella collezione Jameson. Si vede che nemmeno al tempo del fascismo c'era una sufficiente attenzione verso il proprio patrimonio numismatico nazionale….

Questo esemplare fu venduto nel 1946 al famoso collezionista portoghese Calouste Gulbenkian e ora giace nella meravigliosa raccolta nel museo di Lisbona. Ecco l'immagine tratta dal Gulbenkian:

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Dal Corpus di Fischer-Bossert sembra quindi che l'unico esemplare ancora presente in una raccolta italiana sia quella della collezione Gagliardi, ora nel Museo Orsi di Siracusa. Ovviamente manca la sua fotografia e chissà quando aspetteremo…..

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Veramente interessante Acraf
e sconcertante per la vicenda Brera

La collezione Torremuzza, ricchissima, fu dispersa in diversi filoni ed e' possibile che l'esemplare in questione sia approdato in una delle raccolte menzionate inclusa, perche no, anche Brera . La colleziond dovette essere dispersa non piu' tardi dell 'inizio del 1800

Per la Gagliardi non manca solo la foto ( chissa' richiederla all'Orsi che risultati sortirebbe ?) bensi un catalogo dell'intero lascito. Non voglio poi menzionare il mio chiodo fisso : la Pennisi ...

Modificato da numa numa
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Grazie per le notizie su Torremuzza, non conoscendo il destino della sua notevole collezione di monete greche antiche.

Non si può escludere che qualche suo pezzo sia finito al medagliere di Brera, già nella prima metà dell'Ottocento, spiegando quindi la presenza di questo didramma di Taras in un inventario di Brera del 1864.

Se il Jameson ha preso un pezzo ex Torremuzza, resta da capire dove stava per oltre un secolo, dai primi del XIX agli anni '20 del XX secolo.

C'è comunque un piccolo indizio. Il IV volume del catalogo della collezione Jameson riunisce tutti i suoi ricchi acquisti successivi alla pubblicazione dei suoi precedenti volumi e quindi era un volume di aggiornamento. In particolare riunisce i pezzi acquistati dal Jameson tra il 1926 e il 1930.

Basta vedere le prime due pagine su Taras nel IV volume per capire.

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Si vede chiaramente che il grosso degli acquisti del Jameson per Taras si era concentrato su alcuni dei principali pezzi della famosa collezione Cote dell'asta Ratto del 1929, più alcuni pezzi del ripostiglio di Taranto del 1926 (altri pezzi di quel ripostiglio furono acquistati da Vlasto per la propria collezione). Per il didramma n. 2389, oggetto di questa discussione, non cita la provenienza di acquisto, ma solo un accenno alla collezione Torremuzza, con punto interrogativo.

Se teniamo presente che questi acquisti furono effettuati, come già accennato, dal 1926 al 1930 circa, troviamo che il periodo coincide con la scomparsa, tra il 1927 e il 1930, del pezzo di Brera….

Ci sono pochi dubbi che Jameson abbia acquistato, forse proprio tra il 1928 e il 1929, il didramma "involato" dal medagliere di Brera.

E' un processo indiziario, ma temo che gli indizi che portano a un incauto acquisto da parte del francese Jameson sono molto forti….

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Circa le collezioni Pennisi e Gagliardi nel museo di Siracusa, ho "rumors" che accennano a un lavoro di loro sistemazione per un volume del Sylloge Nummorum Graecorum (SNG).

Magari qualcuno può confermare l'attendibilità di simile notizia?

In caso affermativo, spero che curino bene almeno la qualità delle foto. Ad esempio ho visto nella biblioteca dell'Istituto Italiano di Numismatica, dove erano appena arrivati, due bei volumi di SNG della Turchia, dedicati ai pesi del periodo greco, romano e bizantino, con ottime illustrazioni a colori. Pensiamo alla modesta qualità fotografica del pur ottimo volume del SNG di Firenze dedicato alle monete etrusche.

Se la Turchia lavora meglio dell'Italia…..

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mi sembra di ricordare che le monete sul Torremuzza siano state rappresentate cercando di riprodurre fedelmente i pezzi, non come nel secolo precedente raffigurandole con misure standard. Sarebbe utile, se qualcuno ha il volume postare l'immagine della tavola, giusto per completezza.

Purtroppo non ho il volume ma forse riesco a reperire l'immagine, non a breve però...

Grazie Acraf per queste informazioni..

skuby

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Veramente sapevo che Gabriele Lancillotto Castello, principe di Torremuzza (+ 1794) raccolse soprattutto le monete greche della sua Sicilia e i pochi volumi pubblicati riguardano solo le monete della Sicilia.

Magari il bibliofilo Numa potrebbe meglio chiarire l'eventuale presenza di una moneta di Taras nella sua collezione….

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Veramente sapevo che Gabriele Lancillotto Castello, principe di Torremuzza (+ 1794) raccolse soprattutto le monete greche della sua Sicilia e i pochi volumi pubblicati riguardano solo le monete della Sicilia.

Magari il bibliofilo Numa potrebbe meglio chiarire l'eventuale presenza di una moneta di Taras nella sua collezione….

si è cosi, non ricordo se nei volumi ci fosse anche una parte extra sicilia. Verificherò più avanti..

ciao

skuby

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Veramente sapevo che Gabriele Lancillotto Castello, principe di Torremuzza (+ 1794) raccolse soprattutto le monete greche della sua Sicilia e i pochi volumi pubblicati riguardano solo le monete della Sicilia.

Magari il bibliofilo Numa potrebbe meglio chiarire l'eventuale presenza di una moneta di Taras nella sua collezione….

il bibliofilo numa ha potuto controllare il Torremuzza e, come giustamente rilevato, la sua pubblicazione, compresi gli "auctarium" (denda) del 1789 e del 1791 riportano solo monete siciliane.

Quindi se una provenienza Torremuzza fosse confermata (cosa possibile perche' la collezione poteva includere monete magno-greche) questa non è riportata nella sua opera maggiore.

Ho trovato invece il pezzo in questione menzionato, descritto e riportato nella tavola XCVII al n. 22 del Garrucci. Nella descrizione si descrive il pezzo come appartenente alle "raccolte di Milano".

Non mi risulta il pezzo sia menzionato nella Historia Numorum2 di Rutter, potrei sbagliare ma se cosi fosse l'omissione sarebbe rilevante

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Si affaccia , dunque , ancora una volta , la possibilità dell'ennesima moneta trafugata da una raccolta pubblica ?

Il tipo in oggetto potrebbe essere compreso dal Rutter nella descrizione tipologica al n° 838

Modificato da VALTERI
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Si tratta del Rutter 838, che però raccoglie diverse varianti, dal Vlasto 140 al Vlasto 154 e nella sua tavola non riporta l'immagine di questa unica combinazione di conii (= Vlasto 154), ma altra variante.

E' uno dei tanti esempi dell'approssimazione di Rutter, che ha in qualche modo "compresso" diverse varianti, accomunate solo dai principali tipi rappresentati, per motivi di spazio e pratici...

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