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Di seguito vi posto 4 medaglie con S.Nicola di Bari. Mi interessa sapere soprattutto il periodo di produzione. Ringrazio anticipatamente. Se @@fabio22 vuole fare le schede, è autorizzato.

1) Bronzo dorato, 14.21 grammi e 32 mm di diametro.

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3) Metallo rame con tracce di doratura, peso grammi 12.42 e diametro 27 per 32 mm.

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4) Metallo bianco con tracce di doratura, peso 6.21 grammi e 25 mm di diametro.

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Questa ad esempio è del 1887 (diametro mm. 32) ed è per l'VIII centenario dell'arrivo delle spoglie di san Nicola a Bari (1087). Qui di seguito un po' di storia. http://www.basilicasannicola.it/page.php?id_cat=1&id_sottocat1=39&id_sottocat2=61&id_sottocat3=0&titolo=La%20diffusione%20del%20culto%20dal%20V%20secolo%20alla%20traslazione%20a%20Bari%20(1087)

LA DIFFUSIONE DEL CULTO DAL V SECOLO ALLA TRASLAZIONE A BARI (1087)
Qualche traccia di culto si registra nel quinto secolo. Un encomio è attribuito al patriarca Proclo (380-446). In caso di autenticità, questo encomio va considerato come la prima testimonianza letteraria su S. Nicola.
Il sesto è il secolo cruciale per il numero e l'importanza delle testimonianze sul vescovo di Myra. LaVita Nicolai Sionitae, che narra le vicende di un monaco archimandrita di Sion, un monastero non lontano da Mira, offre molte informazioni sul cristianesimo in Licia e per tre volte dà un'inconfutabile testimonianza sugli sviluppi del culto del Santo nella Licia. Altri tre riferimenti letterari ci mostrano il culto del Santo che varca le frontiere della sua regione per insediarsi a Costantinopoli. Una prima chiesa dedicata al Santo nella capitale è menzionata dallo storico Procopio di Cesarea nel De aedificiis, che tratta delle chiese costruite o restaurate al tempo di Giustiniano (527-565). L'ultima testimonianza importante di questo secolo è il Frammento di Eustrazio, presbitero costantinopolitano. Questi in una sua opera polemica contro coloro che ritenevano che le anime dei morti non avessero più coscienza di sé né potevano agire, tra gli altri esempi adduce anche l'apparizione di Nicola a Costantino.
Il settimo secolo ci mostra il culto di S. Nicola che varca le frontiere del mondo bizantino per giungere ad esempio a Roma, con l'inserimento della Praxis de stratelatis in un Passionario Romanodella prima metà del secolo. Il nome di S. Nicola si ritrova poi in un calendario palestinese georgiano. La vastità geografica non deve però far credere ad un culto vivo e palpitante.

L'ottavo secolo si apre col famoso Encomio di Andrea di Creta scritto nel primo ventennio del secolo. Allo stesso periodo risale forse la prima Vita del Santo pervenutaci, scritta dall'altrimenti ignoto Michele Archimandrita. La testimonianza di Andrea è interessante, anche perché va ad arricchire le notizie contenute nella Vita Nicolai Sionitae a proposito delle Rosalie e delle feste di S. Nicola.
A questo secolo risalgono forse le due preghiere a S. Nicola nella liturgia di S. Giovanni Crisostomo, e il primo dei due inni attribuiti a Romano il Melode. Interessante è anche la testimonianza di Teodoro, arcivescovo di Myra al secondo concilio di Nicea (787). Questo è anche un secolo in cui cominciano a moltiplicarsi le chiese in onore del Santo e probabilmente anche le immagini.
Tra l’VIII ed il IX secolo si consolida e si vivifica il culto per una circostanza particolare. Era questa l'epoca delle invasioni arabe e nelle incursioni molte famiglie perdevano i figli che venivano rapiti e portati in cattività. Il ricordo andava spontaneamente ai tre cittadini miresi salvati da Nicola dalla decapitazione e ai tre generali bizantini salvati dal carcere (la Praxis de stratelatis). Nella speranza di rivedere i propri figli che erano stati rapiti dai Saraceni, molti pregavano appunto S. Nicola, il liberatore dei tre cittadini miresi e dei tre ufficiali bizantini. In tal modo colui che fino a poco prima era stato uno dei tanti santi bizantini balzava alla ribalta nel mondo dei devoti.

Su queste premesse il nono secolo divenne l'epoca d'oro per il santo vescovo di Mira. Compilatori di martirologi e di sinassari, panegiristi, innografi e biografi si alternarono nel tesserne l'elogio. Così dalla Sicilia alla Germania, da Costantinopoli alla Francia, in tutta l'Europa si diffuse il nome di Nicola, al punto che il panegirista Niceta di Paflagonia verso l'890 poteva affermare che Nicola era un super-Santo, un secondo redentore, ed un altro autore del X secolo aggiungeva che, dopo Cristo e la Madonna, Nicola era il Santo più invocato dai fedeli.
Il grande successo di Nicola nel nono secolo spinse i fedeli a voler saper di più intorno alla sua vita. Ma le notizie erano oggettivamente poche, quelle cioè tramandate da Michele Archimandrita, riprese dal patriarca Metodio e da Giovanni Diacono di Napoli. Perciò un pò alla volta si cominciò ad attingere alla Vita del quasi sconosciuto Nicola di Sion e a dare al nostro Santo contorni più «precisi». Questo lavoro di fusione di due personalità in una lo fece l'anonimo autore della Vita Compilata intorno all'anno 900. Così nel corso del decimo secolo si compì quella fusione e unificazione che incrementerà il culto di S. Nicola nei secoli, ma che sarà anche all'origine delle incerte vicende del Santo in questi ultimi tre secoli.
Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì di circa metà dello scheletro di Nicola, che giunse a Bari il 9 maggio 1087.

Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di san Michele Arcangelo) sotto la custodia dell'abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L'abate promosse tuttavia l'edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da allora san Nicola divenne copatrono di Bari assieme a san Sabino e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città. Il santo era anche presente, fino al XIX secolo, sullo stemma della città tramite un cimiero.

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Ringrazio l'amico @@francesco77 per averci mostrato la sua medaglia di S.Nicola. Devo dedurre quindi che le prime 2 medaglie che ho postato, sono risalenti al 1987, visto che al diritto in esrgo si legge la scritta "ANN IX SECVLARI A CONCIL BAREN". E' così? E le altre due che sembrano più vecchie, a quale periodo si possono datare? @@borghobaffo che ne pensi?


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Ringrazio l'amico @@francesco77 per averci mostrato la sua medaglia di S.Nicola. Devo dedurre quindi che le prime 2 medaglie che ho postato, sono risalenti al 1987, visto che al diritto in esrgo si legge la scritta "ANN IX SECVLARI A CONCIL BAREN". E' così? E le altre due che sembrano più vecchie, a quale periodo si possono datare? @@borghobaffo che ne pensi?

Tranne l'ultima che dovrebbe essere degli anni 30 o giù di lì, le altre sono dopo gli anni cinquanta. Ciao Borgho.


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