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Risposte migliori

Inviato

Tornando all'esempio iniziale, tratto da Manuel Pina, ci sono casi in cui un restauro anche pesante non mi dispiace. E' il caso della rara moneta cartaginese dell'usurpatore Alessandro. Essa infatti era già stata sottomessa a una sciagurata pulizia, totalmente spatinata, definitivamente compromessa nella sua originalità. Il restauro falsificatore in questo caso, infatti gli ha sovrapposto una patina del deserto inesistente, non ha fatto nessun danno alla moneta e, al contrario, l'ha resa molto più gradevole.

Ma è un caso molto particolare.

C'è da dire che una moneta decontestualizzata ha perso gran parte del suo valore patrimoniale, non importa quanto essa sia rara. Per la stessa ragione chiunque decontestualizza una moneta compie scempio di un bene patrimoniale, anche se la tratta con i guanti e non provoca nessun danno fisico alla moneta. Comunque l'ha pressoché distrutta culturalmente.


Inviato

@@Polemarco: così dovrebbe sempre essere, ma di fatto è molto raro che questo avvenga :(


Inviato

Parliamone:

Articolo 169.

(Opere illecite)

E’ punito con l’arresto da sei mesi ad un anno e con l’ammenda da euro 775 a euro 38.734, 50:

a) chiunque senza autorizzazione demolisce, rimuove, modifica, restaura ovvero esegue opere di qualunque genere sui beni culturali indicati nell’Articolo 10;

b) chiunque, senza l’autorizzazione del soprintendente, procede al distacco di affreschi, stemmi, graffiti, iscrizioni, tabernacoli ed altri ornamenti di edifici, esposti o non alla pubblica vista, anche se non vi sia stata la dichiarazione prevista dall’Articolo 13;

c) chiunque esegue, in casi di assoluta urgenza, lavori provvisori indispensabili per evitare danni notevoli ai beni indicati nell’Articolo 10, senza darne immediata comunicazione alla soprintendenza ovvero senza inviare, nel più breve tempo, i progetti dei lavori definitivi per l’autorizzazione.

2. La stessa pena prevista dal comma 1 si applica in caso di inosservanza dell’ordine di sospensione dei lavori impartito dal soprintendente ai sensi dell’Articolo 28.

Ovviamente non si parla di una qualsiasi moneta ma, come al solito, ci si riferisce a: "b) le cose di interesse numismatico che, in rapporto all'epoca, alle tecniche e ai materiali di produzione, nonche' al contesto di riferimento, abbiano carattere di rarita' o di pregio, anche storico;" (art. 10).

Polemarco

mi pare di leggere "senza autorizzazione", non che il restauro sia vietato in se.


Inviato (modificato)

Uno degli aspetti più importanti del ripostiglio che stiamo studiando, è che esso in realtà è nato dalla mescolanza di tre ripostigli diversi. Uno è successivo agli altri, e quindi le monete che compongono questo terzo ripostiglio (circa 150) sono facilmente separabili perché estranee. Ma quelle che compongono gli altri due, uno della fine del V secolo e l'altro dell'inizio del VI, sono separabbili solamente grazie alla differente tonalità di patina.

Se avessero subito una pulitura con acido formico o comunque differente dal semplice lavaggio e spazzolatura, ora riconoscere quale moneta appartiene all'uno o all'altro sarebbe del tutto impossibile.

Invece separarli è molto importante, poiché è proprio dalla loro separazione che potrà dedursi con buona precisione la data di apertura della zecca vandala della Sardegna.

basterebbe eseguire i lavori con sistematicità e metodo: se fosse stata eseguita una pulizia corretta (non certe oscenità che si vedono in giro) e fossero state documentate le provenienze in maniera diligente e precisa, il problema sarebbe stato risolto.

Sia chiaro che per me la pulizia consta nella rimozione delle incrostazioni e, se proprio necessario, nell'applicazione di un film protettivo sui bronzi. Nulla di più.

Modificato da Charis

Inviato

@@Charis

Se avessi detto che il restauro è un reato in sè, avrei detto una sciocchezza bella grossa (ulteriore a quelle che dico abitualmente).

Il problema è che senza autorizzazione "sembra" costituire reato.

Ora mi domando, quante volte è (statisticamente) richiesta questa autorizzazione prima di cominciare a "sbulinare" o "ripatinare" monete che abbiano un interesse culturale.

Pensa solo alle case di aste che commissionano restauri per le monete culturalmente interessanti, pensa solo ai professionisti che ricevono l'incarico.

Per gli acquirenti, non dovrebbero esserci problemi: la ricettazione prevede come presupposto un delitto e non una contravvenzione.

Polemarco


Inviato (modificato)

@@Charis

Se avessi detto che il restauro è un reato in sè, avrei detto una sciocchezza bella grossa (ulteriore a quelle che dico abitualmente).

Il problema è che senza autorizzazione "sembra" costituire reato.

Ora mi domando, quante volte è (statisticamente) richiesta questa autorizzazione prima di cominciare a "sbulinare" o "ripatinare" monete che abbiano un interesse culturale.

Pensa solo alle case di aste che commissionano restauri per le monete culturalmente interessanti, pensa solo ai professionisti che ricevono l'incarico.

Per gli acquirenti, non dovrebbero esserci problemi: la ricettazione prevede come presupposto un delitto e non una contravvenzione.

Polemarco

quella prescrizione riguarda solo le monete che siano state dichiarate di particolare interesse (qualche anno fa si sarebbe detto "notificate"), e quelle infatti non possono essere manomesse senza autorizzazione della soprintendenza.

Modificato da Charis
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Inviato

Quindi se avessi preso a martellate i Bronzi di Riace trenta secondi dopo la loro scoperta ...

Fatemi controllare sulla mia banca dati, mi ha appena abbandonato.

Mi sembra di ricordare che la qualifica di bene di interesse culturale prescinda dall'accertamento amministrativo sulla culturalita' del bene.

Se così non fosse si attribuirebbe un valore costitutivo e non accertativo (ricognitivo) al provvedimento amministrativo, con il risultato di abbandonare alla loro sorte i beni culturali non ancora conosciuti dalla P.A..

Devo vedere cosa e' previsto per la prelazione.

Sto ragionando ad alta voce.

Polemarco


Inviato (modificato)

Quindi se avessi preso a martellate i Bronzi di Riace trenta secondi dopo la loro scoperta ...

Fatemi controllare sulla mia banca dati, mi ha appena abbandonato.

Mi sembra di ricordare che la qualifica di bene di interesse culturale prescinda dall'accertamento amministrativo sulla culturalita' del bene.

Se così non fosse si attribuirebbe un valore costitutivo e non accertativo (ricognitivo) al provvedimento amministrativo, con il risultato di abbandonare alla loro sorte i beni culturali non ancora conosciuti dalla P.A..

Devo vedere cosa e' previsto per la prelazione.

Sto ragionando ad alta voce.

Polemarco

a sciocchezze come la frase in grassetto non rispondo neppure.

In italia vige la proprietà dello stato di qualunque oggetto antico rinvenuto (anzi, secondo l'interpretazione più severa del Codice dei BC, con più di 50 anni) , quindi vedi tu.

Per gli oggetti mobili di proprietà privata, con titolo legittimo, a meno che non sia intervenuta la notifica puoi farne ciò che vuoi.

Modificato da Charis

Inviato

il sesterzio di marco aurelio e' la risposta fatta moneta a tutti i nostri dubbi,avete notato che bel nasino alla francese ,per non parlare della barba ex novo e cosi parte della legenda i riccioli e molto altro. concordo con VICKYDOG si tratta di un falso in piena regola.chi vuol passare le sue serate invernali a restaurare le proprie monete dovrebbe poi evitare di venderle.le patine deserto poi,mi sembra che vadano molto di moda ma secondo me 8 su 10 sono contraffatte.a mio parere e' tutto alimentato dall' esasperato desiderio da parte dei collezionisti di avere le monete magari vecchie di 2000 anni il piu' vicine possibile al fior di conio, il tutto accompagnato da una fettina di cu... e un fiasco d' olio.si cominciasse invece a dare la precedenza alla rarita' ridurremmo sicuramente questo fastidioso malcostume.

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Inviato (modificato)

il sesterzio di marco aurelio e' la risposta fatta moneta a tutti i nostri dubbi,avete notato che bel nasino alla francese ,per non parlare della barba ex novo e cosi parte della legenda i riccioli e molto altro. concordo con VICKYDOG si tratta di un falso in piena regola.chi vuol passare le sue serate invernali a restaurare le proprie monete dovrebbe poi evitare di venderle.le patine deserto poi,mi sembra che vadano molto di moda ma secondo me 8 su 10 sono contraffatte.a mio parere e' tutto alimentato dall' esasperato desiderio da parte dei collezionisti di avere le monete magari vecchie di 2000 anni il piu' vicine possibile al fior di conio, il tutto accompagnato da una fettina di cu... e un fiasco d' olio.si cominciasse invece a dare la precedenza alla rarita' ridurremmo sicuramente questo fastidioso malcostume.

più che dalla voglia di alte conservazioni direi dalla voglia di alte conservazioni a prezzi popolari. Un sesterzio SPL del II secolo (figuriamoci del I ) con rilievi e campi integri non lo si trova a qualche centinaio di euro.

Comunque non ci sarebbe nulla di così scandaloso se l'intervento fosse sempre segnalato: il mercato dell'arte è pieno di lavori del genere. Avete idea di quanti dipinti siano stati tanto "restaurati" da lacune enormi? Avete idea di quanti mobili antichi sono stati alterati all'inverosimile, fino ai veri e propri "assemblati", costruiti da zero con materiale antico? non vedo perché tanto clamore nel caso delle monete. Tutto sta a dichiarare gli interventi.

Un mobile costruito con pezzi del '600 vale una piccola frazione di un mobile originale. A molti piacciono anche gli assemblati.

Se pretendete un armadio del '600 ma volete pagarlo 1000/1500 euro... è ovvio che vi rifilano il bidone. Il legno sarà anche del '600 ma l'aspetto che vedete è frutto della "bravura" del restauratore/assemblatore, non dell'ebanista del XVII secolo. proprio come per il sesterzio incriminato.

Modificato da Charis

Inviato

Ho letto i pareri espressi da tutti voi nei precedenti post. Ne emerge un quadro piuttosto vario e allo stesso tempo un po confuso.

Contrariamente al restauro di altri beni archeologici, quello delle monete appare ancora privo di vere e proprie linee guida.

a mio modo di vedere la questione, occorre fare un distinguo tra la figura del "pulitore" e quella del "restauratore".

La maggioranza degli interventi visibili sulle monete in commercio sono effettuate da "pulitori", vale a dire da persone, con vari livelli di eserienza, capaci di rimuovere incrostazioni e depositi al fine di recuperare tutto quanto sia possibile per rendere meglio fruibile il modellato della moneta facendone quindi aumentare il valore commerciale. Il restauratore si dovrebbe invece preoccupare principalmente di recuperare allo stesso modo il modellato per migliorarne certamente la leggibilità, ma fondamentalmente per favorirne la conservazione. La differenza sta nel fatto che il "pulitore" raramente ha adeguate nozioni chimiche e/o di metallurgia (nello specifico, ben pochi sanno perchè e come si sviluppano i processi corrosivi), utilizza materiali che non sempre sono adatti alla conservazione e, comunque, si concedono di utilizzare piccoli trucchi (sebbene questi possono anche essere reversibili e questo è sempre un bene) per migliorarne l'aspetto. Il 90% delle monete visibili in commercio, hanno subito questo tipo di trattamento.

Il "restauratore" si preoccupa invece di operare prima di dutto sui processi elettrochimici che interessano i metalli di origine archeologica e, solo in un secondo tempo, si preoccupa di rimuovere depositi duri o meno duri per migliorare l'aspetto estetico.

Il "restauratore" difficilmente applica alle monete (mentre nella statuaria in bronzo so che talvolta si fa) colorazioni o sostanze utili a camuffare differenze cromatiche.

Secondo il mio umile pensiero, l'intervento accettabile, dovrebbe essere fatto prevalentemente con i metodi del "restauratore" accettando anche qualche piccolo "aiuto" nello stile del "pulitore", se l'intervento può essere considerato minimo e limitato (esempio camuffare una piccola macchia presente su una patina smalto perfetta in tutto il resto).

Ovviamente questo è solo il mio pensiero...


Inviato

A Riccione ho incontrato un (sedicente) pulitore che aveva un bronzo romano importante (una giudea capta) con cancro del bronzo. Gli ho chiesto perché non avesse fatto un trattamento con benzotriazolo. Mi ha risposto che aveva già trattato la moneta con acqua ossigenata (!)... A suo dire metodo efficace... Ma la moneta spolverava ancora!


Inviato

Ho seguito la discussione e ho notato i pareri differenti. Cosa ovvia. Sicuramente ci sono pareri diversi per collezionisti con gli stessi interessi, ... figuriamoci se consideriamo le diverse "categorie" di persone interessate alle monete antiche : Commercianti, Archeologi, Collezionisti "per investimento", Collezionisti numismatici appassionati alla storia, Appassionati dell'hobby della pulizia e restauro delle monete, ...

Ma credo che alcuni punti dovrebbero essere assolutamente condivisi dalla maggior parte dei collezionisti di monete.

Vendita di monete restaurate: Se il venditore non lo segnala non è un venditore onesto o quantomeno è superficiale o incompetente. C'è troppa superficialità nei cataloghi, ... monete spatinate sapientemente "scurite" nelle foto, monete pesantemente ritoccate senza alcuna nota.

Colpa nostra, ... al peggio (per il venditore) restituiamo il pezzo; dovremmo prenderci la briga di fare qualche bella denuncia per tentata truffa, così forse qualche cosa cambierebbe (e magari ci sarebbero anche meno errori di classificazione), ... giustifichiamo sempre tutto col fatto che qualche errore di catalogazione e descrizione può (ovviamente) sempre capitare, che l'acquirente consapevole e attento può liberamente scegliere, che si possono richiedere ulteriori informazioni, che il mercato premia l'onesto e punisce il disonesto, .... no, troppo comodo presentare una foto e una sommaria descrizione, dire che può essere visionato, dichiarare che l'oggetto può a buona ragione essere restituito. Ovviamente ci sono venditori molto seri i cui errori sono effettivamente errori e basta.

Patine: La patina ha due "scopi" .... primo, per una moneta antica è la sicura prova dell'autenticità della moneta; secondo, è testimone dei secoli trascorsi, del luogo in cui la moneta giaceva fino al suo ritrovamento. E' anche qualcosa che visivamente abbellisce la moneta, ... ma ciò non giustifica che si possa dare ad una moneta una patina artificiale, non ha senso, se non quello di un apprezzamento visivo.

Una moneta spatinata non è bella da vedere, ma se ha subito quel destino può solo rimanere in attesa di assumere un'altra patina (lentamente, moooolto lentamente), magari la patina da "antica collezione".

Non cerchiamo di affrettare i tempi. E' un antitesi di quelli che dovrebbero essere i nostri sentimenti nei confronti di una moneta.

  • Mi piace 1

Inviato

Ritocchi di figure e legende: Io posso ovviamente concepire la rimozione di sedimenti, l'asportazione di concrezioni, ... ma basta li. Restauri che interessano pesantemente il tondello, fresature, utilizzo del bulino, vengono ad alterare la moneta. Cosa che può riguardare solo venditori che in tal modo ovviamente possono realizzare molto di più o collezionisti-investitori per lo stesso motivo. Qualsiasi pesante ritocco non dovrebbe riguardare le monete destinate ai veri collezionisti, che possono, debbono accettarle nello stato in cui sono. Non sono classificabili? Beh se non lo sono non sono di sicuro neppure restaurabili. Non sono ben leggibili e bruttine? Beh, con calma si potrà sostituire. Non portiamoci volutamente a casa una moneta artefatta, modificata.

Mi vengono poi i brividi quando penso alle tecniche odierne, che possono modificare e falsare le monete in modo forse non riconoscibile.

Se si ritocca una leggenda, si fanno riapparire le lettere consunte e cancellate, non si può anche creare varianti rare?

Se sappiamo che una moneta è stata trattata in questo modo, anche se il lavoro è stato accurato, non guardiamola come una moneta genuina, perché non lo è. Se non ci si è limitati a d asportare le ossidazioni e le concrezioni, se si è andati ad intaccare il metallo del tondello, non si è semplicemente fatta una pulizia per renderla gradevole alla vista, la si ha alterata della sua essenza, ... di testimone della storia.

  • Mi piace 3

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Sesterzio così come venduto in un'asta e come poi riapparso tempo dopo su un'altra asta.

Non mi pare che si possa parlare di semplice rimozione dei sedimenti! Qui c'è stato un intervento di "chiururgia estetica" che ha profondamnete cambiato i connotati della moneta.

seu2l3.jpg


Inviato

È la stessa immagine di inizio discussione ;)


Inviato

@@antvwaIa

Sarebbe interessante confrontare il tutto con le fotografie di una medesima moneta in condizioni originali ottimali o comunque migliori di quelle della moneta prima della cura, per verificare l'incidenza delle eventuali "licenze scultoree" del restauratore ed individuare i suoi scostamenti (se ve ne siano) dall'originale.

Ad esempio la "messa in piega" riprende esattamente l'immagine originale ? Il taglio dell'occhio (grecizzante e con il sopracciglio filiforme) è quello ? il "nasino" ?.

@@chievolan

E fra duemila anni, si riuscirà a distinguere con facilità tra un originale intonso e quello oggetto di restauro ?

Mi rendo conto che è una battaglia perduta quando la stella polare della numismatica passa dall' "In sè" della moneta (il suo valore come documento storico in quanto tale) alla " Fruizione" (pseudoestetica o economica che sia) della medesima.

Ed è stato un passaggio epocale (e antropologico) che non ha riguardato solo la numismatica.

Forse sono invecchiato troppo e, ormai, non comprendo più quello che conta davvero.

Come al solito, è soltanto un'opinione

Polemarco

  • Mi piace 1

Inviato

È la stessa immagine di inizio discussione ;)

Hai ragione, Ianva. In un altro forum si sta discutendo lo stesso tema e non mi sono accorto che lo facevano in quetso caso con lo stesso esempio con cui ho avviato la discussione. Mi scuso con tutti per la distrazione.


Inviato

E fra duemila anni, si riuscirà a distinguere con facilità tra un originale intonso e quello oggetto di restauro ?

Polemarco

Forse il tuo è un lapsus: volevi dire fra duemila minuti....


  • 3 mesi dopo...
Inviato

Personalmente credo che chiunque si trovi a vendere una moneta, se il gioco vale la candela, la farebbe restaurare ed ovviamente se fatta ad arte ed assolutamente irriconoscibili, i "ritocchi" non sarebbero segnalati...

 

Il compratore vuole una moneta cmq prima bella e poi consequenzialmente carica di storia ed il venditore vuole ovviamente qualcosa in più, i clienti soddisfatti e possibilità di vendere più rapidamente.

 

La prima moneta del post, sarebbe rimasta invenduta parecchio tempo anche ad un prezzo modesto, la versione restaurata (concesso sia la stessa), immagino sia stata venduta in un amen.

 

I gusti dei più fanno il mercato i prezzi e le modalità.


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