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Sul "restauro" delle monete antiche


Risposte migliori

Sono d'accordo che nel caso del restauro della moneta (mi riferisco ovviamente a un restauro senza alcuna falsificazione) vi sia molta soggettività nella sua valutazione.

Per fruibilità di una moneta intendo il fatto di poterla apprezzare e comprendere.

Nel caso specifico dell'uso espositivo, la visibilità è limitata solamente alle monete di una certa dimensione e quindi è la dimensione delle monete il fattore principale che ne consente una fruibilità diretta: questo indipendentemente dal fatto che siano o non siano restaurate. Nel caso di monete di minore dimensione, ma questo può essere applicabile a tutte le monete, è possibile dare una fruibilità ben maggiore accompagnando la moneta esposta dalla sua fotografia, ovviamente sufficientemente ingrandita. Una soluzione che avevo adottato tutte le volte che ho esposto delle monete (in Cile lo faccio spesso nelle scuole, oltre che nel Museo della città dove vivo).

Una bella foto che accompagni la moneta nel suo stato originale, senza alcun restauro ma solamente una pulizia ben fatta, a me pare che è la soluzione che dà al visitatore l'immagine più corretta della moneta stessa. Nel caso di monete molto mal conservate, dove l'immagine sia di difficile lettura, la foto potrebbe essere accompagnata da un disegno, magari in leggera sovrapposizione alla stessa.

Oggi ho trascorso l'intera giornata a Milano, presso il medagliere civico (Castello Sforzesco), apprezzando il contenuto di un grosso ripostiglio del V secolo: tutte le monete erano correttamente pulite, ma nessuna restaurata, e il dr. Martini, curatore del medagliere, poté farmi osservare come le differenti sfumature della patina mostravano che il ripostiglio stesso aveva in realtà una duplice origine. Se le monete fossero state restaurate, sia pure con delicatezza, assicurando loro una colorazione più omogenea, questa informazione sarebbe andata perduta.

Qualche tempo prima presso un altro medagliere chi m'accompagnava mi fece notare che un lotto di nummi vandali, puliti ma assolutamente non restaurati e dei quali non si conosce l'origine, con molta probabilità provenivano dalla Cirenaica perché certe sfumature della colorazione, percepibile solo quando si ha molta esperienza nel vederle in loco, ne tradivano l'origine.

Comprendo che al collezionista per lo più dia maggiore soddisfazione se la moneta in suo possesso è restaurata, con una patina gradevole, anche se ritoccata, e magari con il fondo lisciato sì da rislatare disegno e legenda. D'altra parte con le proprie cose ognuno ha il diritto di disporne come meglio crede.

Ma non mi piace che sia il commerciante a farlo, se non altro perché toglie all'acquirente la possibilità di decidere se farla restaurare o tenerla così com'è. E non si dica che l'acquirente ha la facoltà di valutare al momento dell'acquisto se comprare o meno una moneta restaurata, proprio perché ciò non viene dichiarato e se il restauro è fatto con grazia non è facilmente riconoscibile.

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Mirko: nel Museo Bottacin sono esposte le monete di alcuni ripostigli trovati a Padova e sono solamente lavate e spolverate, senza neppure togliere le concrezioni più tenaci, ma solo quelle più superficiali. Mi sembra una soluzione corretta, che rende l'idea dell'aspetto "vero" di una moneta di 1000 o 2000 anni or sono, così come "oggi" si presenta, vissuta dal tempo.

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Non ho seguito attentamente tutta la discussione, ma il tema mi pare chiaro.

A mio parere, le monete di provenienza archeologica necessitano per ovvie ragioni di un intervento di pulizia, salvo rarissime eccezioni (contesti di giacitura con particolari condizioni ambientali): provereste a schedare delle monete in rame appena scavate? non sarebbero leggibili neppure le legende principali, figuriamoci eventuali elementi accessorii. Senza contare che i dati ponderali evinti non sarebbero di alcuna utilità (se ci sono le croste, che facciamo... pesiamo le croste!?).

Non so quanti degli utenti abbiano visto monete effettivamente provenienti da scavo...

La moneta di Nikko, nella prima foto, mostra già evidenti segni di un precedente intervento: parere personale, il secondo intervento non lo condivido in termini scientifici, perché nulla aggiunge a quanto già leggibile dopo la prima pulizia. Direi che il secondo è stato un "restauro" propriamente detto, che non è da confondersi con la pulizia (il primo trattamento ricevuto); la sua valenza è stata del tutto estetica, di fatti erano perfettamente chiare sia le legende principali che i marchi di zecca.

I "lavoretti" eseguiti sul sesterzio di marco aurelio cesare in apertura a questa discussione non costituiscono né pulizia ne restauro, a mio giudizio.

Modificato da Charis
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Un esempio di monete da scavo, prima e dopo la pulizia: C:/Users/PC/Downloads/Galsgow_testo-libre.pdf

Qui vi sareste divertiti a schedarle...!!

con la palla di vetro, però.

qualcuno dirà: be', almeno quelle d'oro e d'argento... lasciamole come trovate: avete presente un ripostiglio di denari, si!? difficilmente riuscirete a scaccarli tutti uno per uno, benché siano di argento. Neppure gli aurei (in senso lato, quindi solidi compresi), possono essere agevolmente studiati se pieni di incrostazioni.

La pulizia della moneta non è un atto finalizzato ad incrementare l'interesse estetico o commerciale: è la base per la sua comprensione in termini di studio.

Modificato da Charis
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La regola aurea e' sempre la stessa: comprare da un professionista serio !

Se è' stato "buggerato" prima lui, almeno ti restituisce il corrispettivo e si riprende il pezzo.

Polemarco

a patto che Lei e il commerciate siate amici e siate in eccellenti rapporti. Poniamo che io compri un sesterzio; dopo un po' di tempo mi accorgo che ha i fondi lievemente spianati, senza però eliminare la patina originale: il commerciante se la riprenderebbe? Non c'è la regola del visto/piaciuto?

Anche per questo è molto importante documentarsi prima e acquistare sempre solo dopo esame dal vero: le foto non permettono di valutare a fondo lo stato delle superfici (sia dei fondi che dei rilievi).

Modificato da Charis
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Un esempio di monete da scavo, prima e dopo la pulizia: C:/Users/PC/Downloads/Galsgow_testo-libre.pdf

Qui vi sareste divertiti a schedarle...!!

con la palla di vetro, però.

qualcuno dirà: be', almeno quelle d'oro e d'argento... lasciamole come trovate: avete presente un ripostiglio di denari, si!? difficilmente riuscirete a scaccarli tutti uno per uno, benché siano di argento. Neppure gli aurei (in senso lato, quindi solidi compresi), possono essere agevolmente studiati se pieni di incrostazioni.

La pulizia della moneta non è un atto finalizzato ad incrementare l'interesse estetico o commerciale: è la base per la sua comprensione in termini di studio.

Hai allegato un link a un file sul tuo computer, nel senso che è dentro a una cartella nel tuo pc quindi noi non possiamo leggerlo ;) potresti gentilmente ripostarlo?

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La moneta di Nikko, nella prima foto, mostra già evidenti segni di un precedente intervento: parere personale, il secondo intervento non lo condivido in termini scientifici, perché nulla aggiunge a quanto già leggibile dopo la prima pulizia. Direi che il secondo è stato un "restauro" propriamente detto, che non è da confondersi con la pulizia (il primo trattamento ricevuto); la sua valenza è stata del tutto estetica, di fatti erano perfettamente chiare sia le legende principali che i marchi di zecca.

Qui si rende necessario introdurre un nuovo concetto:vi sembra cosa buona e giusta intervenire su una moneta precedentemente pulita in maniera maldestra?

Per quanto riguarda la leggibilità, possa garantirle che era più che compromessa. Benchè i rilievi fossero ben marcati, le corrosioni e le concrezioni erano tali che per un gioco di luci e ombre non si riusciva a distinguere nullla (al dritto) se non inclinando la moneta.

E' fondamentalmente questo il motivo che mi ha spinto, più di un anno dopo esserne entrato in possesso, a chiedere l'aiuto di Giovanni.

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Mirko: nel Museo Bottacin sono esposte le monete di alcuni ripostigli trovati a Padova e sono solamente lavate e spolverate, senza neppure togliere le concrezioni più tenaci, ma solo quelle più superficiali. Mi sembra una soluzione corretta, che rende l'idea dell'aspetto "vero" di una moneta di 1000 o 2000 anni or sono, così come "oggi" si presenta, vissuta dal tempo.

Il caso dei tesoretti o ripostigli è del tutto differente...in quel caso, è bello e impressionante farlo vedere come è stato trovato, ovviamente dopo accurata catalogazione. Concordo con te.

Il mio riferimento era a monete sporadiche, che si trovano giornalmente in scavo e che quindi, per essere godibili, vanno pulite a fondo.

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Guest Tugay Emin

Tornando al restauro, senza intenzioni falsificatorie, si è fatto il confronto con l'archeologia.

Facciamolo pure.

Nell'archeologia il restauro è sempre molto visibile e serve per salvaguardare l'integrità di un oggetto e/o per renderlo ftuibile. Per esempio, ricostruendo il muro di un edificio antico con materiale originale, spesso è necessario integrarlo con aggiunte che vengono fatte in cemento o mattoni e sono finalizzate sia a far comprendere la forma di quel muro o parte di edificio, ma anche (e soprattutto) a mantenerlo nel tempo. Il restauro può essere anche molto importante, se indispensabile, ma deve sempre essere molto visibile. Knosso è stata restaurata da Evans (mi pare che fosse Evans) ridipingendo, inventando, ricostruendo: sarà anche un successo in termini turistici, ma per tutti gli archeologi è stata un'oscenità.

Analogamente, un mucchietto di cocci non dicono nulla. Ma se, opportunamente integrati, restituiscono la forma dell'anforetta originaria, allora benvenuto questo restauro perché rende fruibile l'oggetto: ma guai se non è pienamente evidente quali sono i cocci originali e quale il materiale di riempimento!

Nella moneta, invece, il restauro non è destinato né a renderla fruibile come oggetto, poiché è già fruibile, né a conservarlo (tranne nel caso di curazione del cancro del bronzo), ma ha solamente lo scopo di abellirla e di favorirne la commerciabilità.

A mio parere, stiamo facendo un po di confusione. Mi sembra che di tutta l'erba si stia facendo un fascio. In archeologia (intendo monumenti) A Selinunte giacciono ancora alcuni Tempi crollati , se un giorno verranno rimessi in piedi , credo che con molte colonne spezzate , difficilmente si possa rimettere in piedi. Bisognerà decidere se aggiungere (cemento, pietre etc.) .... e allora ?. Uno dei crateri di Eufronio (frammentato ) fu ricomposto aggiungendo parti mancanti in gesso e non solo , sicuramente subì lavaggi vari per disincrostare sedimenti vari. E allora ? Con le monete (penso) che il discorso e diverso, ovvero , ci sono monete in possesso nei musei giacenti in magazzini umidi , che attendono cosa........ Puliture o restauri. Se sono in argento e probabile che l'umidità non danneggia. Quelle in bronzo vi lascio immaginare........ A questo aggiungo la decisione di ogni responsabile di un museo , se e come intervenire. Con risultati .......Qualche anno fà in una visita al museo di Reggio Calabria , a rivedere per l'ennesima volta i due bellissimi giganti in bronzo di Riace. Salento sui piani superiori , in una bacheca vi erano esposti un gruppo di stateri incusi. Ho avuto ribrezzo e la mia pelle d'oca , non mi raccapezzavo al danno arrecato dal restauratore che ha spellato e danneggiato (irreversibilmente) quel gruppo di incusi.La mancanza di professionalità li a reso solamente visibili . Per i turisti erano belli cosi .E allora ? Qui discutiamo se il follis di Nikko doveva essere lasciato come era , o se il mio intervento a sconvolto l'originalità dell'informazione che il follis aveva all'origine. Premesso che i follis (e tutti i bronzi) in origine non avevano patine e sedimenti . Tra l'altro le monete che circolano liberamente , devono essere ripulite da questi sedimenti o ossidazioni per renderle commerciabili. Qui entra il fattore principe......Commerciabilità . Un esempio .....durante l'asta Moretti (NAC 13 ero in sala ) acquistai diverse monete, ma la mia ricerca era su quei lotti dove erano allo stato di ritrovamento. Il lotto 319 ,una Hemidracma di Kamarina , aveva specie sul rovescio forti ossidazioni da cloruri d'argento ,in quello stato non avevo concorrenti ,con una stima di 1.500 FS mi aggiudico a solo 1,900 . Liberandola dai cloruri e senza sconvolgere i lineamenti, la ripropongo ripulita e con riferimento (ex NAC 13) fa un botto , Stima 10.000 aggiud. 12.000.... L'ultima apparizione : Stack's genneio 2008 , aggiudicata a 18.000$..... E allora ? il mercato vuole questo e qui non c'entra l'archeologia. post-32214-0-36707200-1409649567_thumb.j post-32214-0-16347900-1409649614_thumb.j

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E allora ? il mercato vuole questo e qui non c'entra l'archeologia.

Appunto. è proprio questo il nocciolo della questione. Un mercato che non è fatto da numismatici, ma da collezionisti che hanno una visione della moneta molto diversa da quella di un numismatico.

In quanto alle monete dei tesoretti, ovviamente vanno lavate accuratamente e spazzolate ancora più accuratamente, ma non va fatto altro intervento (tranne nel caso siano intaccate dal cancro del bronzo).

Anche su un ripostiglio del V secolo che stiamo studiando, conservato nel medagliere civico milanese, l'unico intervento fatto è un'accurata pulizia con acqua demineralizzata e una spazzolatura ben fatta. Il 90% delle monete risulta classificabile e quel 10% probabilmente resterebbe illeggibile anche con un intervento di "restauro".

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Guest Tugay Emin

@@antvwaIa Ovviamente stiamo su due vie ben distinte. Una e il patrimonio pubblico , l'altro e il commerciale. Il patrimonio esige conservazione, affinché resti intatto ai posteri. Nel commerciale , si esige quello che il mercato vuole. Mia curiosità ....... se quel 10 % del ripostiglio del V° secolo vuoi farmi visionare eventuali foto via I-mail , con piacere potrei dare una mia opinione. Poiché lasciarli illeggibili non avrebbe senso . Penso che non tutti i chirurghi siano professionalmente uguali. C'è sempre il migliore che opera su quello che in tanti rinunciano o non sanno fare. ( La mia I-mail : [email protected]) .

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Ecco un esempio dei nummi non classificabili. Al rovescio una figura stante ma il dritto è illeggibile, anche se suppongo si tratti di Valentiniano III.

3450rrt.jpg

Comunque il punto è che numismatici, collezionisti e commercianti hanno tre punti di vista molto differenti e che spesso sono anche divergenti, senza che l'uno sia "superiore" all'altro, né, tanto meno, che uno si "giusto" e gli altri "errati".

Modificato da antvwaIa
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Guest Tugay Emin

@@antvwaIa. Condivido pienamente sui tre punti di vista . Aggiungo che è necessario che ci si rispetti reciprocamente . Da quel che vedo dalle foto , il bronzetto sembrerebbe che sia stato in bagno. Una delle prime cose de fare , sarebbe di insistere con l'acqua distillata in un recipiente di vetro e che l'acqua mantenga una temperatura costante di almeno 60 gradi . Sostituendo l'acqua ogni settimana . In un mese (4 cambi ) asciugarle e osservare se le croste ( purché non ci siano corrosioni da peste del bronzo) dovrebbero staccarsi dalla prima pelle del bronzetto , anche con l'aiuto di bisturi dedicati. Se poi un'ultima spiaggia , acido formico al 10 % in acqua distillata per una notte (12 ore). Puoi provarne uno , non sarà la fine del mondo, se non c'è cancro dovrebbero sciogliersi

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Ti ringrazio, ma ci è data ampia possibilità di studiare tutti i nummi del ripostiglio (quasi 1500), fotografarli, ripesarli (sono già stati pesati), lusingarli, palparli e accarezzarli, ma non di intervenire fisicamente sugli stessi. Ovviamente potremmo richiedere di insistere sulla pulizia, ma in Italia mezzi e personale a disposizione dei Musei sono al di sotto di quanto necessario per permetterne la sopravvivenza stessa: basta vedere i crolli all Domus Aurea e a Pompei. Circa l'uso di acido formico non so se è ammesso dalla Sovrintendenza: 10% è una soluzione di concentrazione medio-alta, non bassa.

Facendo un discorso più generale e quindi senza riferimenti a questo specifico ripostiglio, la patina intatta è fondamentale per comprendere cosa fa parte del nucleo originale e quale materiale è unh eventuale "intruso". Un 90% di materiale catalogato con ragionevole sicurezza è già un ottimo risultato, ben superiore, ad esempio, alla catalogazione del ripostiglio di Falerii Novi, che pure è un modello di lavoro rigoroso.

In un ripostiglio è altrettanto importante "ciò che non c'è" di ciò che c'è, in quanto permette di datare le emissioni. L'assenza di emissioni vandale sarde in un ripostiglio ben datato, ad esempio, confrontato con altri dove esse sono presenti, permette di determinare con buona precisione la data di apertura della zecca sarda (questo è uno dei nostri personali obiettivi nello studio dei ripostigli del V e VI secolo, siano essi fisici, cioè presenti nei musei, oppure descritti nella documentazione pubblicata).

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Il caso dei tesoretti o ripostigli è del tutto differente...in quel caso, è bello e impressionante farlo vedere come è stato trovato, ovviamente dopo accurata catalogazione. Concordo con te.

Il mio riferimento era a monete sporadiche, che si trovano giornalmente in scavo e che quindi, per essere godibili, vanno pulite a fondo.

le monete di ripostiglio le cataloga senza che siano state pulite? il link che avevo postato ora dovrebbe essere leggibile. Sarebbe stato in grado di schedare quei sesterzi nel loro stato originale?

Modificato da Charis
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Cosa intendi con catalogarle prima della pulizia?

se le monete fotografate una di fianco all'altra sono quello che risulta dopo il lavaggio e l'eliminazione della terra di riempimento del vasetto che è rimasta adesa alle facce, la catalogazione è facilissima.

Se invece quello è l'aspetto delle monete dopo ardua opera di asportazione di una concrezione tenace, allora bravi i restauratori, ma così, ad occhio, visto l'aspetto delle concrezioni e delle superfici post pulitura, direi che un semplice ammorbidimento per immersione e un lavaggio con l'aiuto di uno spazzolino molto morbido siano stati più che sufficienti. In questo caso, però non vedo restauro o eliminazione di alcunché abbia mai fatto parte della moneta o della sua storicità, persa nel momento stesso in cui sono state estratte dal vasetto....

Modificato da Tinia Numismatica
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Cosa intendi con catalogarle prima della pulizia?

se le monete fotografate una di fianco all'altra sono quello che risulta dopo il lavaggio e l'eliminazione della terra di riempimento del vasetto che è rimasta adesa alle facce, la catalogazione è facilissima.

Se invece quello è l'aspetto delle monete dopo ardua opera di asportazione di una concrezione tenace, allora bravi i restauratori, ma così, ad occhio, visto l'aspetto delle concrezioni e delle superfici post pulitura, direi che un semplice ammorbidimento per immersione e un lavaggio con l'aiuto di uno spazzolino molto morbido siano stati più che sufficienti. In questo caso, però non vedo restauro o eliminazione di alcunché abbia mai fatto parte della moneta o della sua storicità, persa nel momento stesso in cui sono state estratte dal vasetto....

lo scorra tutto l'articolo...! Le monete non sono state rinvenute come le vede una accanto all'altra. (se così fosse stato pensa che lo avrei postato come esempio?)

Modificato da Charis
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Cosa intendi con catalogarle prima della pulizia?

se le monete fotografate una di fianco all'altra sono quello che risulta dopo il lavaggio e l'eliminazione della terra di riempimento del vasetto che è rimasta adesa alle facce, la catalogazione è facilissima.

Se invece quello è l'aspetto delle monete dopo ardua opera di asportazione di una concrezione tenace, allora bravi i restauratori, ma così, ad occhio, visto l'aspetto delle concrezioni e delle superfici post pulitura, direi che un semplice ammorbidimento per immersione e un lavaggio con l'aiuto di uno spazzolino molto morbido siano stati più che sufficienti. In questo caso, però non vedo restauro o eliminazione di alcunché abbia mai fatto parte della moneta o della sua storicità, persa nel momento stesso in cui sono state estratte dal vasetto....

di fatti si è trattato di pulizia per fini di studio; chi ha detto che ci sarebbe stato "restauro o eliminazione di alcunché abbia mai fatto parte della moneta o della sua storicità"?

Modificato da Charis
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Parliamone:

Articolo 169.
(Opere illecite)

E’ punito con l’arresto da sei mesi ad un anno e con l’ammenda da euro 775 a euro 38.734, 50:

a) chiunque senza autorizzazione demolisce, rimuove, modifica, restaura ovvero esegue opere di qualunque genere sui beni culturali indicati nell’Articolo 10;

b) chiunque, senza l’autorizzazione del soprintendente, procede al distacco di affreschi, stemmi, graffiti, iscrizioni, tabernacoli ed altri ornamenti di edifici, esposti o non alla pubblica vista, anche se non vi sia stata la dichiarazione prevista dall’Articolo 13;

c) chiunque esegue, in casi di assoluta urgenza, lavori provvisori indispensabili per evitare danni notevoli ai beni indicati nell’Articolo 10, senza darne immediata comunicazione alla soprintendenza ovvero senza inviare, nel più breve tempo, i progetti dei lavori definitivi per l’autorizzazione.

2. La stessa pena prevista dal comma 1 si applica in caso di inosservanza dell’ordine di sospensione dei lavori impartito dal soprintendente ai sensi dell’Articolo 28.

Ovviamente non si parla di una qualsiasi moneta ma, come al solito, ci si riferisce a: "b) le cose di interesse numismatico che, in rapporto all'epoca, alle tecniche e ai materiali di produzione, nonche' al contesto di riferimento, abbiano carattere di rarita' o di pregio, anche storico;" (art. 10).

Polemarco

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Uno degli aspetti più importanti del ripostiglio che stiamo studiando, è che esso in realtà è nato dalla mescolanza di tre ripostigli diversi. Uno è successivo agli altri, e quindi le monete che compongono questo terzo ripostiglio (circa 150) sono facilmente separabili perché estranee. Ma quelle che compongono gli altri due, uno della fine del V secolo e l'altro dell'inizio del VI, sono separabbili solamente grazie alla differente tonalità di patina.

Se avessero subito una pulitura con acido formico o comunque differente dal semplice lavaggio e spazzolatura, ora riconoscere quale moneta appartiene all'uno o all'altro sarebbe del tutto impossibile.

Invece separarli è molto importante, poiché è proprio dalla loro separazione che potrà dedursi con buona precisione la data di apertura della zecca vandala della Sardegna.

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@@antvwaIa

Ho dimenticato di precisare che si tratta del Codice Urbani.

Sembra proprio che gli interessi commerciali/estetici debbano necessariamente cedere dinanzi a quello culturale/storico (ovviamente quando c'è questo interesse).

Polemarco

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