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Due Mausolei romani


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Termino la rassegna dei Mausolei avendone avuta anche richiesta da un amico del Forum , con gli ultimi due Mausolei romani rotondi , chiamati , per la loro forma , anche a tamburo , ancora presenti in citta’ a Roma , iniziando da quello meno conservato chiamato popolarmente il “Torrione” . Il cosiddetto Torrione era uno dei più grandiosi mausolei di Roma a forma di tumulo contenuto in un poderoso tamburo circolare di circa 41 metri di diametro quindi minore di circa 10 metri rispetto a quello attribuito ad Alessandro Severo , gia’ presentato ; in antico era rivestito esternamente da blocchi di travertino o marmo come tutti i mausolei dello stesso tipo , dei quali blocchi oggi non resta alcuna traccia , dovette sicuramente appartenere a personaggio molto influente e ricco , viste le dimensioni notevoli e il tipo di struttura , che in base alla tipologia dovrebbe risalire tra l’ inizio e la fine del I secolo .
Come si vede dalle foto , questa volta non scattate da me , in quanto attualmente , come combinato nel contesto urbano , non e’ facilmente fotografabile se non a pezzi . Del Mausoleo originario non rimane praticamente nulla , a parte il perimetro non completo e ruderi della camera funebre al centro , assolutamente sconosciuto il proprietario del Mausoleo in quanto insieme alla parte esterna in travertino o marmo , e’ persa anche l’ iscrizione che ne attribuiva il o i proprietari . La sua posizione e’ sulla sinistra della Via Prenestina , alcune centinaia di metri , uscendo fuori dalle Mura Aureliane ; di questo Mausoleo purtroppo non c’e’ altro di antico da dire .
Vediamo ora il Mausoleo sulla Via Salaria , 500 metri circa sulla sinistra uscendo da Porta Salaria , ben piu' importante e in buone condizioni , e’ questo il mausoleo di Lucilio Peto , risalente probabilmente alla fine del I secolo , delle foto presentate alcune sono scattate personalmente .
Appartenne a due personaggi della illustre Gens Lucilia della quale sono noti parecchi e famosi personaggi storici ; Lucilio Peto fu tribuno militare , prefetto del genio e della cavalleria , vissuto nell’ epoca di Cesare e Augusto . Il mausoleo venne fatto costruire dallo stesso Lucilio Peto quando era ancora in vita , destinato ad ospitare lui e sua sorella Lucilia Polla .
Il Mausoleo si trova oggi a circa sei metri sotto l’ attuale livello stradale , la sua scoperta risale al 1887 , in occasione della costruzione di un muro di cinta nella vecchia vigna sovrastante . Tutta la zona intorno al Mausoleo e’ circondata da tombe antiche , delle quali sono conservate diverse lapidi . Il sepolcro si presenta come un cilindro piatto , simile ad altri tumuli dello stesso tipo . Il tamburo con un diametro 34 metri circa rappresenta il quinto in ordine di grandezza . Nell’arco del monumento , opposto all’ ingresso , si trova l’epigrafe in marmo che dice :

V M LUCILIUS M F SCA PAETUS TRIB MILIT PRAEF FABR PRAEF EQUIT LUCILIA M F POLLA SOROR

Cioe' :

(V…… ?) MARCO LUCILIO -FIGLIO DI MARCO -DELLA TRIBU’ SCAPTIA -TRIBUNO MILITARE -PREFETTO DEL GENIO- PREFETTO DI CAVALLERIA – LUCILIA POLLA- FIGLIA DI MARCO -SORELLA

Forse Lucilia Polla , sua sorella , presumibilmente era gia’ defunta quando fu eretto il sepolcro e fu la prima ad esservi sepolta .
La tomba è a pianta circolare , costituita da un tamburo di circa 34 metri di diametro per una altezza di 16 metri , con il nucleo in opera cementizia , rivestito da un paramento in blocchi di travertino compreso tra due semplici comici .
Il Mausoleo di Lucilio Peto fu scoperto nel 1887, ad oltre 6 metri di profondità rispetto alla quota stradale moderna , durante i lavori per la sistemazione della vecchia Vigna Bertone .
Il monumento, pertinente all’area sepolcrale della via Salaria una delle piu’ estese , è datato agli ultimi anni del I secolo a.C..
La copertura era probabilmente costituita da un tumulo di terra conico che raggiungeva un’altezza di 16 metri . Era di moda in quell’ epoca riprodurre in grande i tumuli rotondi di stile Etrusco , moda che sembra terminasse nel I secolo d.C. .

Se questa moda di costruire i Mausolei a tamburo fosse reale , finire entro il I secolo , allora ci troveremmo in difficolta’ nel riconoscere come appartenente ad Alessandro Severo quello gia’ visitato , essendo lui morto nel 235 , a meno che non fosse stata utilizzata come tomba dell’ Imperatore un precedente Mausoleo edificato nel I secolo e all’ epoca di Alessandro non piu’ utilizzato per estinzione della famiglia che lo aveva fatto costruire , questo spiegherebbe inoltre perche’ sia stato trovato all’ interno il famoso sarcofago con le immagini distese di Alessandro , di Mamea o forse di Orbiana , con dentro il Vaso contenente le ceneri di una delle due donne , quando sarebbe stato piu’ logico usufruire di due o tre sarcofagi separati posti in tre vani diversi del grande Mausoleo .
Questo Mauseleo di Lucilio Peto e sorella e’ visitabile anche all’ interno , ma ora e’ , dicono , temporaneamente chiuso , chissa’ per quanto tempo , conoscendo la durata dei tempi in Italia .
Essendo vicini come distanza dalla vicina Porta Salaria che non esiste piu’ , vediamo qualche antichita' sopravvissuta alla Porta ; qui furono trovati in seguito all’ abbattimento delle due torri rotonde a protezione della porta , due sepolcri inglobati in antico per rendere piu' resistenti le due torri , i cui resti son conservati a fianco delle mura dove sorgevano le torri e la Porta , nelle vicinanze tutta la zona era un enorme sepolcreto , come d’altra parte tutte le vie consolari in uscita da Roma .
Infatti in occasione della demolizione della porta nel 1871 vennero alla luce alcuni monumenti sepolcrali che facevano parte del vasto Sepolcreto esistente nella Via Salaria , uno dei più vasti delle vie consolari , tra cui alcuni blocchi di travertino appartenuti ad un sepolcro circolare chiamato di “Cornelia" , che erano inglobati nella torre di destra e sui quali vi è conservata una parte dell'iscrizione funebre incisa a grandi lettere che dice : "Figlia di Lucio Scipione e moglie di Vatieno" personaggi ben conosciuti , databile alla fine del I secolo a.C.
Nella torre di sinistra invece erano inglobati due monumenti funerari : uno , databile alla fine del I secolo a.C. , è formato da un ambiente quadrangolare con muratura in blocchi di tufo ornata da lesene e da una cornice , come si vede in foto , forse di epoca repubblicana . Adiacente a questo vi è un secondo monumento funerario databile alla fine del I secolo d.C. e dedicato al poeta adolescente Quinto Sulpicio Massimo . Si tratta di un cippo di marmo pentelico alto circa 1,61 metri dentro il quale , entro una nicchia , è raffigurato in altorilievo il giovinetto in toga con un rotolo di papiro , in parte svolto, nella mano sinistra. La scritta "DEIS MANIBUS SACRUM" separa la parte superiore da quella inferiore, interamente occupata da un'iscrizione dedicatoria in latino ed in greco, dedicata al giovane poeta dai genitori "infelicissimi" per la morte prematura del loro figlio , come riporta l’iscrizione Quinto Sulpicio Euganeo e Licinia Ianuaria . Il fanciullo morì alla tenera età di 11 anni "essendosi indebolito e ammalato per il troppo studio , dopo aver gareggiato con altri 52 poeti alla terza edizione del "Certamen capitolino", nel 94 d.C. , suscitando meraviglia ed ammirazione nei giudici e dello stesso Domiziano , pur non vincendo la gara .

Divido le foto in tre parti non entrando tutte insieme , il primo gruppo riguarda il Mausoleo detto "Torrione"

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Foto del Mausoleo di Lucilio Peto e della sorella Lucilia Polla

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Foto della antica Porta Salaria e dei sepolcri trovati all' interno delle due torri , Sepolcro di "Cornelia" , del piccolo Sulpicio Massimo e di quello anonimo in blocchi di peperino ain basso a sinistra di Sulpicio .

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Trovandomi sulla Via Salaria per il Mausoleo di Lucilio Peto non ho potuto fare a ameno di passare davanti la splendida e famosa Villa Albani , una delle piu’ belle di Roma , ricca di testimonianze storiche , anche se non a disposizione del pubblico , come queste altre Ville :

Villa Aldobrandini
Villa Borghese
Villa Celimontana
Villa Corsini
Villa Doria Pamphili
Villa della Farnesina
Villa Giulia
Villa Medici
Villa Sciarra

Ed altre minori . Veri polmoni verdi della citta’ nonche' Musei a cieli aperti .

Sotto alcune brevi notizie di Villa Albani tratte dalla rete .

La villa Albani venne costruita sulla via Salaria a Roma per il cardinale Alessandro Albani, nipote di papa Clemente XI dall'architetto Carlo Marchionni entro il 1758, divenendo uno dei centri della cultura del mondo occidentale.
Il complesso comprendeva - oltre alla villa con, nel prospetto, sovrapposto ad un porticato a serliane, il piano nobile con finestre architravata - un giardino all'italiana, fontane ed edifici minori, tra cui un tempio diruto e finte rovine realizzate assemblando veri frammenti archeologici.
Nella villa il cardinale riunì la sua collezione di antichità, decidendo di non seguire la disposizione tipica dell'epoca, ammassando i reperti su scaffali, ma creando percorsi emozionali disponendo le antichità secondo un preciso progetto d'arredo, una scelta dettata anche dalla destinazione della villa come luogo di piacere per una ristretta cerchia di visitatori. Un processo che avrebbe favorito lo sviluppo dell'Archeologia sotto il profilo della storia dell'arte.
Nel 1761 Anton Raphael Mengs realizzò l'affresco del Parnaso, forse il più importante manifesto pittorico del nascente stile neoclassic per il salone della villa. Il programma iconografico fu probabilmente dettato da Winckelmann, che era il bibliotecario del cardinale: Winckelmann si occupò anche di catalogare i pezzi delle collezioni di antichità del suo protettore.
A causa delle ingenti spese della costruzione (circa 400.000 scudi), il cardinale esaurì tutte le sue risorse finanziarie, tanto da essere costretto a vendere, in fasi successive, parte della sua collezione.
La villa restò proprietà della famiglia Albani fino alla prima metà dell'Ottocento, quando passò all'ultima erede della famiglia, Antonietta Litta Albani, che sposò il principe Carlo Castelbarco. La proprietà restò ai Castelbarco fino al 1867, quando il principe Cesare Pompeo Castelbarco la cedette alla famiglia Torlonia, cui appartiene tuttora. La collezione di monete e medaglie antiche del cardinale Albani passò alla Biblioteca Apostolica Vaticana, che egli aveva presieduto dal 1761. I sarcofagi, le colonne e le sculture sono state trasferite ad altre destinazioni, ma il famoso bassorilievo di Antinoo è tuttora conservato nella villa.
La Galleria d'Arte, da secoli inaccessibile, ospita opere di Niccolò da Foligno, Perugino, Gherardo delle Notti, van Dyck, Tintoretto, Ribera, Guercino, Giulio Romano , Borgognone, Luca Giordano, David, Vanvitelli, Pietro Bracci.

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