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Cultura : bisogno primario?


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Inviato

Non frequento molto questa sezione ma leggendo alcune discussioni mi sono imbattuto in un intervento che metteva in discussione che la Cultura fosse un bisogno primario dell'Uomo

Gia' in passato, in altri contesti, ho avuto occasione di sentire che 'prima bisognava riempire la pancia e poi la testa'...

Peccato che oltre ad essere ben poco elegante tale espressione sia anche fasulla.

Studiando l'evoluzione dell'uomo appare assolutamente evidente che il suo bisogno di cultura, di arte, di trascendentale si sia manifestato fin dai primi stadi della sua evoluzione intelligente ( per non complicare eccessivamente le cose riferiamoci al solo Sapiens) con la produzione di statuette , strumenti musicali, pitture parietali che risalgono a periodi compresi tra i centomila e i trentamila anni fa.

Non solo ma tali manufatti e attivita' sono stati da subito , e sempre, considerati di altissimo valore anche rispetto alle altre attivita' piu' prosaiche quali la caccia, coltivazione, allevamento etc. Che hanno dominato le fasi arcaiche dello sviluppo dei Sapiens.

Ogni società', anche la piu' primitiva, ha sviluppato una propria cultura ben distinta ed identificata e i simboli di queste culture sono normalmente considerare le vestigia piu' preziose da conservare e tramandare con ogni possibile cura ai posteri.

Non e' quindi da scambiarsi come il capriccio di un archeologo o di un direttore di museo il desiderio di conservare dei reperti o delle espressioni artistiche bensi il naturale, PRIMARIO, bisogno dell'uomo di ricordare il suo passato e trasmetterne il valore, dato dalle sue testimonianze, a chi verra' dopo di noi.


Inviato

Ciao.

Non so se Ti stai riferendo a.quanto scritto da ARES III nel post n. 13 della discussione che è stata bloccata (chissà poi perché. ..mah) secondo cui - cito liberamente a memoria - ci si può occupare di cultura solo dopo che sono stati soddisfatti i bisogni primari.

Credo che il concetto espresso, che sottoscrivo, non volesse alludere al fatto che anche le popolazione più povere o marginalizzate non esprimano "cultura" attraverso forme d'arte più o meno elaborate e più o meno consapevoli (su questo mi pare che non si possano avere dubbi), quanto piuttosto che occuparsi di cultura e ragionare di essa in termini organizzati sia prerogativa di quelle società che hanno, innanzitutto, soddisfatto le esigenze primarie dei soggetti che le compongono e che poi possono anche permettersi di prestare attenzione agli aspetti culturali.

Fra l'altro, una conferma di questa considerazione la si coglie storicamente osservando come l'attenzione per la cultura era appannaggio di quelle classi abbienti che, dopo essersi riempite la pancia, avevano tempo e modo di contemplare l'arte e di occuparsi di cultura.

Oggi, fortunatamente, l'accesso alla fruizione culturale è teoricamente consentito a tutti; si tratta di capire se fattori come la disoccupazione, la descolarizzazione e un'ampia fascia di sottosviluppo che ancora persistono nella nostra società non rappresentino altrettanti ostacoli che, di fatto, bloccano tale accesso o comunque lo rendano più problematico.

In questo senso, l'importanza "politica" della valorizzazione della cultura può essere minata da questi limiti, ritrovando entusiasmo solo se a fianco della parola "cultura" si aggiunge quella "posti di lavoro".

Se si assumono operai per mettere in sicurezza Pompei, il vero entusiasmo del "popolo" non è per la protezione del sito ma per quella manciata di occasionali posti di lavoro che per tale scopo si creano e che in periodo elettorale possono essere strumentalizzati ai fini del consenso.

E torniamo così al punto di partenza segnalato da ARES III.

Saluti.

Michele

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Inviato (modificato)

Proprio questo e' il punto che contesto fermamente

Se si conoscono un minimo le culture nostre vicine nei vari continenti e maxime per quelle africane non si sara' potuto fare a meno di notare come anche popolazioni semplicissime e quasi primitive diano primaria importanza alle maschere, ai feticci, alle danze , ai racconti

Questa e' CULTURA , al pari dei quadri o vasi api nei musei.

E non e' questione di pancia piena o vuota , la cultura semplicemente e' talmente importante per queste popolazioni che viene insieme ai loro bisogni primari , certamente non dopo.

In quanto alla digressione su Pompei e i posti di lavoro, ammesso , e bon concesso, che possa dimostrarsi vero sarebbe solo il risultato della degenerazione di una societa' che ha smesso di trasmettere i valori fondanti ai suoi cittadini.

I valori della nostra cultura non hanno una dimensione assoluta ma la loro importanza ci e' data dalla passione e dall'interesse con i quali ci vengono trasmesse da chi c'era prima di noi.

E' il valore trascendente che ricorda le nostre origini o il nostro passato ad assumere quell'importanza che attribuiamo a qurste cose e altresi la cura che ne dobbiamo avete per trasmetterle a chi verra' dopo

Modificato da numa numa

Inviato

Non so che dire: bizerba62 ha proprio colto ciò che intendevo.

Se vogliamo prendere ad esempio le società africane [subsahariana], di cui ho avuto modo in passato di studiare, si sono sviluppate essenzialmente attorno a due attività produttive: coltivatori-agricoltori e raccoglitori-cacciatori.

L'ARTiginato invece [non voglio banalizzare troppo però] è rimasta sempre un'attività collaterale, che impegnava le persone indigene soprattutto nei momenti successivi alle attività principali [quelle per dire che riempiono la pancia]. Anche la specializzazione della manodopera nelle attività artigianali non ha avuto grandi sviluppi [ci sono naturalmente eccezioni].

Questo è un dato di fatto.

Per ciò che riguarda i canti e tutti i rituali sacrali, bisogna stare attenti a non confondere la religione con i beni prodotti [o tecniche di danza o preghiere o canti] a scopo di culto. La religione è il sentimento verso il trascendente, l'arte è uno strumento o un simbolo che serve ad avvicinarsi al trascendente ma non è esso stesso il trascendente o il divino.

I canti religiosi delle varie comunità tribali per intenderci servono non a far divertire qualcuno o sono state create a scopo ludico o per farsi contemplare, ma vengono recitati per avvicinarsi al divino. E BASTA. Poi se per noi con la pancia piena gli attribuiamo anche uno scopo culturale va bene...ma chi li realizza non è dello stesso avviso.

Vorrei concludere dicendo, e questo farà di certo inviperire qualcuno ma è la VERTA' e come tale deve essere accettata, noi Italiani possiamo dirci [in modo generale] fortunati per avere molte possibilità economiche per poter apprezzare l'arte e la cultura. Senza queste mi chiedo come potremmo scrivere i nostri pensieri su questo sito? Senza possibilità si fa poco o niente. Quanti conoscono la realtà africana si offendono quando qualcuno afferma che la cultura è svincolata dai bisogni primari: quando donne, bambini, vecchi muoiono ogni giorno in quantità industriali per semplice mancanza di cibo e acqua potabile, per non parlare di mancanza di medicinali........A questi quanto gli può importare che una loro maschera o un loro canto è secondo noi fortunati un prodotto di arte o cultura?

Noi siamo fortunati e neanche c'è ne accorgiamo, forse questo è il problema. Siamo talmente pieni della nostra superbia che i nostri occhi sono offuscati. Qualcuno ha detto "Il popolo ha fame, non ha pane?" e gli è stato risposto "Che mangiassero dei croissant". Si siamo allo stesso livello se apriamo una discussione del genere

PS: mi scuso in anticipo del linguaggio duro utilizzato, ma se si riflettesse un minio quesiti del genere [che offendono non il sottoscritto ma le vittime innocenti] non potrebbero essere posti. E Mi SCUSO DI NUOVO SE HO OFFESO IO QUALCUNO

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Inviato

Non so se hai offeso qualcuno Ates , certamente non hai offeso me. Mi sorprendo invece che si poss confondere Arte con l'Artigianato soprattutto chi professa di conoscere le realta' africane.

Suggerirei (ehm non ora purtroppo data la situazione...) un viaggio in Mali alla scoperta della sua cultura. Il Mali non e' certamente un Paese ricco ma provate a chiedere della loro storia, degli antenati , delle loro bellissime produzioni.. vedrete qualche sguardo scintillare e un 'ondata di orgoglio nei loro occhi

PS

Temo che la retorica usata sopra sia oggi un tantino desueta e superata... Meglio aggiornarla :)


Inviato

L'arte nasce come TECNE, poi può diventare arte.

I "vasetti" greco-romani fatti in serie nelle botteghe, Michelangelo era iscritto nel arte [sindacato] dei muratori, potrei continuare per ore nel dire ARTE=ARTGIANATO.

SOLO POI CON IL ROMANTICISMO L'ARTIGINATO SI DIVIDE IN ARTE [se il lavoro compiuto piace e non è su committenza] ED ARTIGINATO [se il lavoro è su committenza]. L'idea di arte nasce nell'Ottocento. Non prima.

Senza una tecnica tutto è arte come è accaduto con Dada [secondo voi è arte quella nelle foto? per qualcuno si, non per me, ma non ci sono problemi]

Per quel che riguarda invece la mia retorica, non ho bisogno di aggiornarla finché ci sono soggetti che si ritengono superiori [forse perché pensano di aver studiato "qualcosetta" in più degli altri e sottovalutandoli, senza neanche conoscerli] e finché continueranno naturalmente a morire delle persone [perché non riescono a soddisfare i loro bisogni primari].

Cosa chiedere di più......no?

Spero che con il mio intervento questo squallido dibattito finisca qui. A meno di un ripensamento-ravvedimento....

Si può vivere senza arte [forse male per chi vi è avvezzo], ma non si può vivere senza acqua e cibo: è una questione di scienza.

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Inviato

Calma ragazzi altrimenti @@Flavio chiude anche questo post , ognuno deve rispettare le opinioni altrui , anche se in aperto contrasto con le proprie , se cosi' basta non rispondere altrimenti lo "scambio" di idee non finisce piu' .


Inviato

Hai ragione, ma purtroppo le guerre non nascono sul campo di battaglia ma sorgono prima dallo scambio di opinioni.

Questo denota però interesse e passione alla materia, fatto comunque positivo.

Per passare a cose più frivole mi viene in mente la famosa querelle francese del Settecento prima tra lullisti e ramisti e poi tra ramisti e fautori dell'opera buffa italiana [Jean-Jacques Rousseau]: tutto incentrato su quale fosse la musica "Migliore". Grossi problemi, vero?

Tra l'altro tutte ottime a pare mio.

PS: per chi fosse un po' asciutto di musica barocca:

-lullisti: GiovanBattista Lulli, fiorentino e musicista della corte francese, ha scritto tra l'altro anche la marcia reale;

-ramisti: Jean-Philippe Rameau, organista che in tarda età aveva iniziato a comporre musica per opere teatrali;

-opera buffa: nasce a Napoli nel Settecento, da compositori come Alessandro Scarlatti, Leonardo Vinci, Pergolesi e portata in auge da Mozart e Rossini.


Inviato

Forse l'equivoco nasce dall'interpretazione del concetto stesso di "cultura". Io credo che si faccia cultura sia che si disquisisca sulla migliore efficienza tra stile romanico o barocco, sia che si approfondisca sulle origi della amatriciana - oramai matriciana - sulla sua discendenza dalla gricia in ambiente pastorale, se si debba usare il guanciale o la pancetta, ecc. La cultura è tutto ciò che si è sedimentato in una popolazione e che la rappresenta in maniera inequivocabile. Trovo interessante lo studio delle imbalsamazioni del'antico Egitto ma anche il fatto che si siano trovati recipienti contennti tracce di birra di 4000 anni fa. Sono stato volutamente "pragmatico" per rendere meglio l'idea.

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Inviato (modificato)

Calma ragazzi altrimenti @@Flavio chiude anche questo post , ognuno deve rispettare le opinioni altrui , anche se in aperto contrasto con le proprie , se cosi' basta non rispondere altrimenti lo "scambio" di idee non finisce piu' .

Grazie per le tue sagge considerazioni Legio

Ho tra l'altro davvero apprezzato i tuoi interessanti interventi sulle statue bronzee

Concordo naturalmente con l'accezione piu' ampia ricordataci da Liutprand

Ampliare piuttusto che restringere la visione aiuta a crescere

Ad maiora!

Modificato da numa numa

Inviato

Io penso per esperienza personale (e non c'è nulla di meglio) che possiamo "regalare un pesce o insegnare a pescare". Se una persona riceverà un pesce mangerà un giorno, se attraverso assunzione di cultura imparerà a pescare mangerà per la vita. Credo di non dover dire altro :)


Inviato

Però non vi siete ancora sbilanciati sulle foto. Arte o qualcosa d'altro?


Inviato

Forse l'equivoco nasce dall'interpretazione del concetto stesso di "cultura". Io credo che si faccia cultura sia che si disquisisca sulla migliore efficienza tra stile romanico o barocco, sia che si approfondisca sulle origi della amatriciana - oramai matriciana - sulla sua discendenza dalla gricia in ambiente pastorale, se si debba usare il guanciale o la pancetta, ecc. La cultura è tutto ciò che si è sedimentato in una popolazione e che la rappresenta in maniera inequivocabile. Trovo interessante lo studio delle imbalsamazioni del'antico Egitto ma anche il fatto che si siano trovati recipienti contennti tracce di birra di 4000 anni fa. Sono stato volutamente "pragmatico" per rendere meglio l'idea.

Concordo con te


Inviato (modificato)

Però non vi siete ancora sbilanciati sulle foto. Arte o qualcosa d'altro?

Ciò che penso dell'arte contemporanea è riassunto dalla merda d'artista di Piero Manzoni

Modificato da collezionistabari
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Inviato

Ciao.

Su cosa debba intendersi per "cultura", non ho alcuna preclusione ad accettare qualunque definizione, anche perché ho la sensazione che sia un campo con ampi margini di soggettività.

Però, sarà il troppo sole che in questi giorni la Sardegna ci sta regalando, ma ancora una volta mi sembra che il tema della discussione non venga rispettato.

Il titolo è:"Cultura: bisogno primario?"

Si pone, dunque, una domanda e non si fa un'affermazione.

A questa domanda si può rispondere affermativamente o negativamente, ma non so se la risposta possa essere la personale definizione di "Cultura".

L'argomento della ricetta degli spaghetti all'amatriciana può o non può essere ritenuto culturale (per me, ad esempio, lo è. .) ma il punto non è questo.

Il punto è se l'aspetto culturale di questo argomento possa essere colto anche da chi, affamato e bisognoso, si trovasse coinvolto a disquisire delle tradizioni culinarie ciociare.......sarà mai costui in grado di considerare "bisogno primario" la disquisizione di Bernardino sugli spaghetti?

Saluti.

michele


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