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Il Ponte di Drobeta sul Danubio


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Il Ponte di Drobeta sul Danubio , l' antico Istro , fu costruito su progetto del famoso architetto Apollodoro di Damasco , artefice delle piu’ grandi ed importanti costruzioni architettoniche del suo tempo , su ordine di Traiano nell’anno 103 prima dell’ inizio della seconda e conclusiva guerra dacica ; fu un’opera gigantesca per quei tempi che rimase , come misure , insuperata nel mondo , come tipologia costruttiva , per oltre 1000 anni , come lunghezza , come altezza larghezza e per numero di piloni e di arcate . Il Ponte univa la Mesia alla Dacia tramite due Castrum di ingresso posti agli accessi delle due entrate del ponte , situato poco lontano ad est dalle Porte di Ferro ; nel piccolo museo archeologico di Turnu Severin è presente un bellissimo modello scala 1:100 del ponte in un locale lungo più di dodici metri . Prima della costruzione del Ponte fu costruita in Mesia una strada militare di transito e a ricordo una iscrizione commemorativa larga 4 metri e alta 1.75 nota come Tabula Traiana , scolpita direttamente nella roccia , celebrante il rifacimento della strada militare romana che conduceva al ponte di Traiano ; la strada e la Tabula commemorativa si trova nell’ antica Mesia , odierna Serbia , rivolta verso la Dacia , odierna Romania . Vi si legge:

IMP CAESAR DIVI NERVAE F
NERVA TRAIANUS AUG GERM
PONTIF MAXIMUS TRIB POT IIII
PATER PATRIAE COS III
MONTIBUS EXCISI... ANCO…BUS
SUBLAT..S VIA….E…..

IMPERATORE CESARE FIGLIO DEL DIVO NERVA -TRAIANO AUGUSTO GERMANICO- PONTEFICE MASSIMO- TRIBUNO DELLA PLEBE IIII VOLTE- PADRE DELLA PATRI A- TRE VOLTE CONSOLE -SCAVANDO MONTAGNE E SOLLEVANDO TRAVI DI LEGNO RICOSTRUII QUESTA STRADA

La dedica si riferisce a quella spettacolare strada , lambita dal corso del Danubio , che i genieri romani aprirono intagliandola tra le rocce a picco nelle gole di Kazann , le antiche Porte di Ferro . Della strada, inghiottita dalle acque dopo la costruzione della diga nel 1973 , nulla è più visibile se non qualche breve tratto ; la stessa Tabula Traiana , originariamente posta lungo il percorso , è stata salvata dall'innalzamento del livello delle acque solo grazie al sollevamento , per 20 metri , dell'imponente blocco di roccia in cui era ricavata , insieme a 7,5 metri della strada romana su cui essa sorgeva .
Ma tornando al Ponte di Drobeta , questo e’ quanto riporta Cassio Dione nella sua Storia Romana , libro 68 , 13 , 1 , a proposito del Ponte di Drobeta fatto costruire da Traiano sul Danubio :
“Traiano fece costruire un ponte di pietra sull’ Istro (antico nome del Danubio) per il quale non posso degnamente esprimere la mia meraviglia . Questo era infatti rispetto alle altre opere meravigliose promosse da Traiano , quella che le superava tutte . Infatti e’ composto da venti piloni di blocchi in pietra squadrati , per un altezza di centocinquanta piedi (circa 45 metri) senza contare le fondamenta , mentre la larghezza e’ di sessanta piedi (circa 18 metri) . Questi piloni che distavano l’ uno dall’ altro centosettanta piedi (circa 51 metri) , erano uniti da archi . Chi non proverebbe stupore per la spesa fatta per questa costruzione ? e come d’altronde non meravigliarsi del modo stesso in cui ciascun pilone sorgeva , in un grande fiume , in mezzo ad una corrente piena di gorghi e su un fondale molto melmoso ? infatti non fu possibile deviare il corso del fiume . Ho parlato della larghezza del fiume , ma essa non e’ sempre uguale , anzi qualche volta si raddoppia o si triplica , fino a parere un mare , ma anche il punto piu’ stretto e piu’ adatto a un ponte , e’ larghissimo . In verita’ quanto piu’ nella sua discesa da una grandezza pari a quella di un mare si restringe in una gola (Porte di Ferro) per poi nuovamente fluire piu’ grande del mare stesso , tanto piu’ diventa impetuoso e profondo , cosi’ che anche questo particolare spiega l’ estrema difficolta’ per la costruzione del Ponte . L’altezza di ingegno di Traiano risulta evidente anche da questa impresa . Tuttavia ai nostri giorni il Ponte non offre alcuna utilita’ , poiche’ si ergono sul fiume senza alcuna funzione , i soli piloni , non offrendo cosi’ alcuna possibilita’ di transito , quasi che esistessero soltanto per mostrare che non vi e’ nulla che l’uomo non possa fare . Infatti Traiano temendo che l’Istro in qualche periodo dell’anno si potesse congelare e che quindi la guerra dovesse essere condotta dai Romani al di la’ di esso , fece costruire il ponte affinche’ il passaggio risultasse facilitato proprio grazie alla sua presenza . Ma Adriano temendo che per i barbari , una volta sgominate le guarnigioni a presidio del ponte , fosse molto facile passare in Mesia , fece rimuovere la sovrastruttura di quest’opera”
Da questa chiara e precisa descrizione del Ponte , si comprende bene la magnificenza e imponenza di questa eccezionale costruzione ; venti piloni di pietra poggiavano nel fondo del fiume , ad una distanza di circa 51 metri l’uno dall’ altro , fanno si che la lunghezza reale del Ponte fosse di oltre 1 Km. , senza contare le due rampe di accesso dalla terra ferma , opera ingegneristica di non facile realizzazione anche ai nostri giorni ; mentre l’ altezza , dal pelo d’ acqua del fiume fino alle bordature alte del ponte era di circa 45 metri , misure incredibili e straordinarie per l’ epoca , mentre la larghezza di transito era di circa 18 metri . Traiano probabilmente intendeva con questa costruzione impressionare psicologicamente i Daci facendogli capire che la potenza di Roma , oltre alla forza vincente delle Legioni contro i nemici , era in grado di vincere e soggiogare anche la natura .
Da questo passo di Cassio Dione si comprende anche che il Ponte di Drobeta ebbe vita breve , in quanto negli anni in cui visse lo scrittore 155-235 circa , del ponte erano rimasti i soli venti piloni sul fiume , in quanto Adriano ne aveva fatto abbattere le sovrastrutture di attraversamento , probabilmente solo dopo un decennio dalla costruzione perche’ aveva gia’ in mente di abbandonare la Dacia appena conquistata ( Vita di Adriano , Storia Augusta ) , per fortuna dell’Impero ne fu distolto dalla decisione dal parere contrario di tutto l’ alto comando dell’ esercito romano che Adriano ritenne conveniente non contraddire con la sua proposta di abbandono della nuova provincia .
Anche lo storico Procopio del VI secolo parlo’ di questo famoso Ponte , ma ritenne che causa del suo disfacimento fosse il tempo e lo scorrere delle correnti del fiume .
Sotto alcune foto di Sesterzi di Traiano raffigurati per semplicita' realizzativa ad una sola arcata e disegni dell' epoca emessi per celebrare l'opera del Ponte in varie epoche e foto varie . Per leggere le foto portare il cursore del mouse all' interno della foto .

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Modificato da Legio II Italica
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Dire molto interessante è dire poco. Argomento molto particolare e affascinante.


Inviato

Grazie ad entrambi .

Purtroppo l' Uomo e il Tempo non lasciano quasi nulla ai posteri delle meraviglie dell' antichita' .

  • Mi piace 1

Inviato

Oggigiorno sarebbe impossibile realizzare qualcosa del genere, con quei materiali. Onore ai nostri avi.


Inviato (modificato)

Ancora notizie sul Ponte ; i venti piloni nel fiume erano ancora visibili nel 1856 , anno in cui l’ alveo del Danubio scese a livelli bassissimi . Nel 1906, la Commissione internazionale per il Danubio decise di distruggerne due perché ritenuti di ostacolo alla navigazione .
Nel 1932 sopravvivevano ancora 16 pilastri , tutti sotto il livello dell'acqua , ma nel 1982 gli archeologi riuscirono a trovarne solo 12 , gli altri quattro furono probabilmente trascinati via dalla corrente .
È rimasto invece irrealizzato quel progetto di parziale ricostruzione del ponte che fu concepito negli anni a cavallo tra il 1960/70 all'interno di un vasto quadro di interventi di salvataggio e valorizzazione delle sue vestigia .
Nel 2003 si è assistita ad una nuovo interesse archeologico , infatti nel mese di settembre di quell'anno sono state condotte indagini subacquee che hanno rivelato e filmato sul fondo del fiume , la sopravvivenza di 7 degli originali piloni , una delle cui basi è apparsa rivestita di lastre incise ; quest’ultima notizia delle lastre incise e’ pero’ strana perche’ non capisco che senso poteva avere incidere lastre per poi posizionarle in acqua alla base dei piloni dove nessuno poteva leggerle , credo invece che siano lastre posizionate sopra il pilone o nell’ arcata e cadute successivamente in acqua in seguito allo smantellamento delle sovrastrutture del ponte gia’ in epoca antica . Sulla terraferma di entrambe le sponde sono attualmente visibili i soli piloni di ingresso al ponte .

Concludendo , in tutto il mondo romano di allora , si cercano oggi e si cerca di salvare quanto rimane di quella lontana epoca storica , irripetibile , forse solo da noi non si apprezza quanto meriterebbe il patrimonio che gli antichi ci hanno lasciato in eredita' , forse mal riposta ; nel nostro caso esaminato basta fare il paragone tra le ricerche condotte nel 2003 in Romania sul Ponte di Traiano e il nulla che si fa da noi sui Ponti antichi di Roma , tranne i casuali ritrovamenti dei secoli scorsi dovuti a lavori .

Modificato da Legio II Italica

  • 2 mesi dopo...

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