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IGNORED

I solidi di Alessandro III


Risposte migliori

Inviato (modificato)

Prawdziwa cnota krytyk sie nie boi.

Arka

P.S. Non è mia, ma di Ignacy Krasicki.

Solo durante il mese di agosto? Io non la temo in nessun mese dell'anno e durante nessun anno.

Modificato da antvwaIa

Inviato

Alessandro è correttamente detto terzo perchè non esiste un ''impero bizantino''. Questo infatti è un'invenzione della storiografia francese dell'ottocento. L'impero romano d'oriente è sempre l'impero romano senza soluzione di continuità. Per comodità ''impero bizantino'' è diventato di uso comune, ma resta sempre un termine scorretto.

La ''numismatica romanzata'' era riferita solo a quelle parti del discorso che si basavano su supposizioni e non su fatti storici accertati. Può essere molto accattivante, ma, a mio avviso, può anche essere fuorviante.

Arka

Boh! Sinceramente non vedo usualmente la definizione di Alessandro III, ma solo di Alessandro. Poi basta vedere i vari autori, come nei posts # 12 e 15 per rendersi conto che il nome dell'imperatore è sempre Alessandro e non Alessandro III….

Sicuramente non servono supposizioni per ricostruire una monetazione nel suo contesto storico, ma sapere collegare fatti e particolari che abbiano una valida dimostrazione.

Alessandro fu incoronato co-imperatore nell'879 quando aveva appena 6-7 anni. Ovviamente si trattò di un'incoronazione puramente formale, ma non priva di importanza: infatti era destinata ad assicurare la successione dinastica nel caso in cui Leone VI, successore designato di Basilio, fosse morto senza avere discendenti. Ma, le ben note scarse qualità umane di Alessandro obbligarono prima il padre e poi il fratello a mantenerlo sempre lontano dalla Corte.

Alla morte di Leone VI il trono spettava formalmente al figlioletto Costantino: avendo questi solo 7 anni, era giocoforza che ci fosse una reggenza. Tuttavia successe qualcosa che impedì questa successione dinastica e permise ad Alessandro, rientrato a Corte quando suo fratello era morente, d'impossessarsi del potere imperiale. Non in qualità di co-imperatore, e neppure di reggente del nipote Costantino: due soluzioni entrambe legittime. Ma lo fece esautorando con la forza i diritti dinastici del figlio di Leone VI, ciò che costituì una forma di usurpazione del trono.

Non mi sembra poi tanto "romanzato" definire la presa del potere autocratico di Alessandro come una usurpazione, una sorta di colpo di stato.

In effetti debbo rimangiarmi il mio precedente post quando cerco di approfondire meglio il contesto storico.

Alessandro, nonostante la sua scarsa fama, senza dubbio poté contare su una corrente di notabili di palazzo avversa soprattuto alla vedova di leone VI, Zoe e, per riflesso, al suo figlioletto Costantino VII. Non dimentichiamo che Zoe (più esattamente Zoe Carbinopsina, da non confondersi con la famosa Zoe Porfirogenita, che fu l'unica vera imperatrice bizantina, insieme alle sorelle Teodora e Irene) divenne la quarta moglie di Leone IV, nonostante che la Chiesa ortodossa e le stesse leggi civili a Bisanzio vietassero un quarto matrimonio. Tuttavia un matrimonio era necessario per poter legittimare l'unico figlio maschio. Leone VI trovò un compromesso con il patriarca Nicola Mistico: il figlio sarebbe stato battezzato e riconosciuto legittimo, a patto che Leone VI ripudiasse Zoe. Invece, 3 giorni dopo il battesimo, Leone sposò segretamente Zoe grazie a un sacerdote compiacente, tale Tommaso. Inoltre destituì il patriarca Nicola Mistico, che non poteva riconoscere valido il matrimonio, e lo sostituì con Eutimio il Sincello. Questi sono fatti storici accertati e fu questa misura a scatenare il cosiddetto "Scisma della tetragamia" (appunto sulla questione della validità di un quarto matrimonio). Alessandro, che poi era pure impotente e nemmeno sposato, aveva facile gioco ad avere l'appoggio del potente ex-patriarca Nicola Mistico, richiamandolo al suo posto e scacciando Zoe e Costantino (che sicuramente ebbe risparmiata la vita o la menomazione grazie alla protezione di alcuni membri fedeli al precedente imperatore). Solo dopo la morte di Alessandro, Nicola Mistico, con buon senso dell'opportunismo, richiamò Zoe e il legittimo erede Costantino, in cambio di diventare il principale membro del comitato di reggenza. Zoe però poté vendicarsi dell'affronto subito, sfruttando il fatto che Nicola Mistico aveva appoggiato il re Simeone I di Bulgaria, che era il principale nemico di Alessandro ed era sceso in guerra per non avere ricevuo i tributi che fin dai tempi di Leone VI erano riconosciuti ai ribelli Bulgari. Zoe riuscì ad allontanare il patriarca dal comitato di reggenze e lo obbligò a riconoscerla come imperatrice. E infatti si conoscono monete con Zoe insieme al figlio Costantino VII:

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Poi non è affatto una mera speculazione romanzata l'elegante dimostrazione avviata da Nicole Thierry, Le Baptiste sur le solidus d'Alexandre (912-913), Revue Numismatique 34, 1992, p. 237-241, seguita poi da altri successivi studiosi, che il santo che incoronò Alessandro non era l'omonimo Santo Alessandro (come ritenuto acriticamente da Morrison, Grierson, Sear, ecc.), bensì era San Giovanni Battista….

Sicuramente esistono spazi per un attento riesame della nota monetazione di Alessandro e vediamo cosa riuscirà a produrre Antwala, che prevedo ne ricaverà un interessante e acuto articolo da pubblicare.

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Inviato

ottimo resoconto Alberto , come diceva Grierson, che se ne intendeva, le monete (e la storia) bizantina ci riservano sempre degli approfondimenti ricchi di sorprese..

Credo che Ant sia ora abbastanza preso con le "sue" vandale, cosa utilissima dato il bisogno di maggiori studi di approfondimento per questo difficile ma affascinante settore.

ad maiora !


Inviato (modificato)

Sono alle prese con la determinazione del significato della punzonatura del follis di Leone VI, con una soluzione che quadra sia con le lettere AC, sia con SC, e che pone in evidenza da un lato che il buon Nicola Mistico se ne stava in convento, ma non buono buono; che dall'altro le tre novellae promulgate da Leone VI, che esautoravano il Senato da ogni ruolo, avevano lasciato molto amaro in bocca alla componente più antica (e tradizionalista) dell'aristocrazia; che Leone morente era un'opportunità per l'uno e per l'altra, purché s'agisse di sorpresa e molto rapidamente, prima della formazione di un consiglio di Reggenza; e che a questo punto alcuni aspetti che sembravano non avere relazione con Alessandro (o Alessandro III, entrambe le diciture sono corrette e ben motivate), invece ce l'hanno una relazione, eccome che ce l'hanno!

Ma tutto ciò è "numismatica romanzata" e arka vuole "serietà" nella "sua" sezione, non ragionamento logico, e quindi ....

In quanto all'articolo, sono in una fase finale, ma due aspetti del "romanzo" sono ancora poco documentati e quindi proseguo nella predisposizione dei dati, delle fonti e di tutto quanto necessario per condurre in porto il thriller, ma senza alcuna fretta di mettermi a scrivere quanto ancora manca poiché

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Modificato da antvwaIa

Inviato

Faccio una piccola aggiunta (altrimenti sembra che sappia solo ironizzare e mai essere serio).

Per comprendere la situazione storica e soprattutto dinastica che coinvolge Basilio I, Leone VI, Alessandro (III) e Costantino VII, bisogna tenere in conto le motivazioni che portarono alla costante incoronazione di due "co-imperatori", il più anziano dei quali destinato a diventare un giorno il basileus, e quindi l'imperatore, e l'altro a restare co-imperatore.

L'esistenza di due co-imperatori era la soluzione migliore nell'ottica di garantire una successione quanto meno controversa possibile: dei due co-imperatori, il figlio più anziano era destinato a succedere al padre, mentre il secondo a restare co-imperatore. Nel caso di morte del figlio maggiore essendo ancora in vita il padre, la prassi era nominare co-imperatore il secondo tra i fratelli sopravviventi (il primo già lo era), in modo tale che ci fossero sempre due co-imperatori e la morte di uno di essi non generasse un vuoto di potere. Si evitava, invece, di nominare tre co-imperatori in quanto sarebbe stata una situazione potenzialmente conflittuale.

Dunque nell'872 Basilio nomina Alessandro, terzogenito, solo immediatamente dopo la morte di Costantino, il primogenito, affinché vi fossero sempre due co-imperatori. Prima lo erano Costantino e Leone, incoronati nell'870. Dunque il fatto che nell'870 Basilio nominasse co-imperatori solamente il primo e il secondogenito corrispondeva alla logica di garantire una successione dinastica ordinata, e non a una volontà di esclusione del terzogenito, né a una dimostrazione di astio nei suoi confronti.

Se non si stiene bene in conto questo aspetto, si rischia di non comprendere un fatto che invece è centrale: l'astio è soprattutto da parte di Alessandro verso Leone, ma il padre Basilio in questa rivalità di sentimenti ne re resta al di fuori.

Centrale per conoscere meglio i rapporti intrafamigliari è la lettura (altra lettura romanzata) della Vita di Eutimio.

Per il proseguo della redazione del romanzo su Alessandro ho già chiesto a Dario Argento di darmi una mano e stiamo insieme prospettando anche di farne un film dell'orrore, ovviamente con Asia nel ruolo di Zoe Carbinopsina.

Forse sarebbe opportuno che arka, in qualità di componente dello staff, proponesse la creazione di una sezione spcifica di "numismatica romanzata", sì da non inquinare la presente sezione sulla monetazione bizantina e barbarica che ospita discussioni di ben altro livello quali, ad esempio, la pulizia di eventuali traccie di ruggine sui coni....


Inviato (modificato)

Altro aspetto molto importante ai fini di una "storia fantasticamente romanzata" della monetazione di Alessandro.

Nei Βασιλικά furono ridefinite in senso assolutista gran parte delle funzioni delle strutture dello Stato. Alle curie e al senato, un tempo cardini dell'organizzazione dell'impero romano, restavano ben pochi poteri e la loro autorità era più che altro simbolica, ma Leone VI promulgò tre novellae, con le quali tolse ogni privilegio residuo a queste istituzioni:

"La legislazione di Leone VI rappresenta la conclusione di un importante processo storico che riunisce tutto il potere dello Stato nelle mani dell'imperatore [...]. L'onnipotenza dell'imperatore e la burocratizzazione della vita dello Stato giungono sotto la dinastia macedone a pieno sviluppo. [...] Lo Stato s'identifica con l'imperatore e il suo apparato militare e burocratico. L'imperatore è l'eletto da Dio e sta sotto la protezione della provvidenza divina [... e] le sue leggi sono considerate come ispirate da Dio [...]: possiede praticamente un potere illimitato ed è legato solo dai precetti della morale e della tradizione. Solo nel campo religioso il potere del sovrano incontra una limitazione reale. Per quanto possa essere forte l'influenza imperiale sulla strutturazione della Chiesa, essendo laico, l'imperatore può essere soltanto il protettore ma non il capo della Chiesa. La Chiesa ha il suo proprio capo, il patriarca di Costantinopoli, la cui potenza e il cui prestigio crescono costantemente [...] e a differenza di quanto stabilivano le leggi dei suoi predecessori, l'imperatore non può né revocare, né modificare le decisioni dei Concili della Chiesa" (Ostrogorsky (1993), p. 220-1.).

Il concetto dell'imperatore quale 'prescelto di Dio' ha in Leone VI l'artefice, tuttavia troverà espressione concreta solamente nella monetazione del fratello Alessandro e dei suoi successori.

Anche questa chiave di lettura va tenuta bene in conto quando si analizza il rovescio del solido di Alessnadro, nel quale l'imperatore viene coronato da San Giovanni Battista (e non da Sant'Alessandro, come ha fatto giustamente rilevare Acraf).

Modificato da antvwaIa

Inviato

Per raggiungere un risultato con maggior suspence nella narrazione della monetazione di Alessandro, mi sono rivolto al grande scrittore Stephen Edwin King, il quale è stato gentilissimo e mi ha consigliato di dare maggiore spazio agli intrallazzi psicologici tra i personaggi e di tenere in conto alcuni aspetti importanti nei rapporti tra i due fratelli, che mi ha riassunto in questo modo:

E' ben noto che c'era un elemento di tensione, per non dire di odio, tra i fratelli imperiali Leone e Alessandro . Questa inimicizia fraterna sembra essere emanata soprattutto da Alessandro stesso, come viene spiegato nella Vita di Eutimio. Certo, durante il regno di Leone, Alessandro, il suo co-imperatore, fu implicato in due complotti contro suo fratello. Il primo nel periodo tra la fine 899 e i primi del '900, un momento molto delicato nel regno di Leone, poiché la sua seconda moglie, Zoe Zaoutzaina, era appena morto senza aver partorito un erede maschio. La vita di Eutimio riferisce che in quel momento Alessandro fu sospettato di complottare per rovesciare Leo, e per punizione fu separato dalla moglie. Il secondo momento in cui si accusa Alessandro di esserne coinvolto, è stato quello che ha portato al tentativo di assassinio di Leone nella chiesa di S. Mokios durante la festa di Pentecoste, alla metà del 903. Tale fu il sospetto di Leone sulla colpa del fratello, che da allora lo tenne molto lontano dai compiti di un imperatore, e sembra che alla fine egli considerò la rimozione di Alessandro quale co-imperatore di suo figlio Costantino VII e di nominare il logoteta Imerio come tutore del giovane imperatore. Tuttavia Alessandro giunse al potere alla morte di Leone in 912, e il suo breve regno suggerisce la profondità della sua antipatia per il suo fratello in quanto caratterizzato da una politica di rovesciare ciò che Leone aveva stabilito: il trattato con i bulgari fu respinta, gli arabi offesi, il patriarca Eutimio deposto e Nicola reinstallato, Zoe Carbonopsina espulsa dal palazzo, Costantino VII a rischio della castrazione, e Imerio deposto e imprigionato. Quindi è chiaro dalle nostre fonti che c'era un alto grado di animosità tra Leone VI e Alessandro, che in gran parte nata dal fratello minore. Quali le fonti non indicano è il motivo per cui questo dovrebbe essere così, e in questa breve nota mi propongo di fornire una spiegazione.

Mi ha anche suggerito di inserire nella vicenda, con un ruolo non secondario, Artura, già sposa di Alessandro e costretta da Leone a ritirarsi in convento dove, tuttavia, si dedicò alla magia nera provocando grazie a riti voodoo che implicavano il coinvolgimento terrorifico di due gatti neri, terrorizati per mezzo di violentissimi boati ottenuti dando con una pesante mazza su un lamierino posto sopra un incudine. Pe creare maggiore tensione nel lettore, suggerisce King, è necessaria la presenza dei due gatti sotto il letto ove Leone sta agonizzando. L'effetto scenico è sicuro, dice ancora King.

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Inviato

Che risate :rofl:.

A parte l'ironia, una simile esposizione, fondata su solide basi storicistiche, aiuta molto a capire i protagonisti nella corte di Bisanzio. Interessanti le sue tre novellae sul senato (anche se mi pare che questo organo deliberativo, ma ormai già ridotto a semplice congrega di membri onorari, durò fino al 1204).

Aggiungo, per chi non sa, che l'epiteto di Mistico dato al patriarca Nicola derivava non dalla sua indole ascetica (che mancava del tutto) ma dal suo passato come Misticos (segretario privato) di Leone VI….


Inviato

Sic est, anche perché di "mistico" Nicola non aveva proprio un bel niente. O almeno, se Nicola era un mistico, allora lo sono anche Berlusconi, Renzi e D'Alema!

Invece mi pare sempre di più che sia proprio Nicola Mistico ad assumere un ruolo di assoluto protagonista su quanto avvenne in quel 912.

Ho tentato di interrogarlo al proposito, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. :(


Inviato

Poiché almeno tre persone stanno seguendo questa discussione, una delle quali mi ha gentilmente fatto avere l'articolo che cercavo di Tougher, pensando che anche per le altre due persone sia di interesse lo posto.

Shaun Tougher, The bad relations between Alexander and Leo, in Byzantine and Modern Greek Studies, 20, 1996, pp. 209-212

It is well known that there was an element of tension, not to say hatred, between the imperial brothers Leo VI (886–912) and Alexander I (912–913). This fraternal enmity appears to have emanated primarily from Alexander himself, as the Life of Euthymios makes explicit. 1 Certainly during Leo's reign Alexander, his co-emperor, was implicated in two plots against his brother. The first is located in the period from late 899 to early 900, a very sensitive moment in Leo's reign as his second wife Zoe Zaoutzaina had just died without providing him with a male heir. The Life of Euthymios reports that at this time Alexander was suspected of designing to overthrow Leo, and as a punishment he was separated from his wife. The second plot in which Alexander was thought to have been involved was that which led to the assassination attempt on Leo in the church of St. Mokios during the feast of Mid-Pentecost 903. Such was Leo's suspicion of his brother that he kept him well away from the tasks of an emperor, and it seems that ultimately he considered removing Alexander as the imperial colleague of his son Constantine VII and appointing the logothete of the drome Himerios as guardian of the young emperor instead. However Alexander did come to power on the death of Leo in 912, and his brief reign suggests the depth of his antipathy for his sibling as it is characterised by its policy of overturning what Leo had established: the treaty with the Bulgarians was rejected, the Arabs were offended, the patriarch Euthymios was deposed and Nikolaos was reinstalled, Zoe Karbonopsina was ejected from the palace, Constantine VII ran the risk of castration, and Himerios was sacked and imprisoned. Thus it is clear from our sources that there was a high degree of animosity between Leo VI and Alexander, which largely issued from the younger brother. What the sources do not indicate is why this should be so, and in this short note I aim to provide an explanation.

One might be tempted to suggest that Alexander's antagonism sprang simply from the fact that he found his position us co-emperor frustrating. However this explanation is not sufficient, for it is said that Alexander was already ill-disposed towards Leo at the time of the death of their father Basil I (867-886). Why should this be so? Jenkins suggests 'dynastic reasons' for Alexander's hatred of Leo, apparently having in mind the infamous dubious birth of Leo since he credits Basil with the same emotion for Leo for the same reasons.

Thus in Jenkins' view both Basil and Alexander detested Leo because they believed him to be the son of the Amorian Michael III (842-867). Certainly the chronicler stresses that Alexander was a 'genuine' son of Basil, and there can be no doubt of this for Michael was dead by the time of Alexander's conception. Even if today one rejects the story that Leo was the son of Michael, there is no denying that Alexander himself could have believed it. Thus Jenkins' theory that Alexander hated Leo since he was not a true Macedonian can hold water, but t would like to suggest that there was in fact a much more concrete reason for Alexander's attitude to his brother, that his hatred was born not out of any concern about theoretical birthright but rather out of concern for the realities of imperial power. What provoked Alexander's hatred for his brother, I contest, is that Leo had quite literally deprived him of becoming Basil's successor in power in 886.

It is notorious that Leo and Basil did not have the most stable of relationships, and this had led to Leo being imprisoned in 883 on suspicion that he was plotting to kill Basil. Jenkins has shown that this imprisonment, during which Leo lost all imperial status, lasted for a period of three years.

Thus the question arises of what arrangements Basil made concerning a successor in this period, and the obvious answer is that he called on the next in line after Leo, Alexander. That this is what happened is lent credence by the similar situation that had occurred in 879 when Basil's eldest son and heir-apparent Constantine died; Basil had simply turned to the next son in line, Leo.

The scenario that Alexander became Basil's heir-apparent in 883 has indeed already been envisaged by Vogt, though it does not seem to have been taken on board by other Byzantinists, despite its unerring logic, both in political practicalities and the subsequent feelings of Alexander for Leo. Perhaps the reason that Vogt's theory did not catch on was that he had no hard evidence. That no Byzantine testimony exists may not surprise us, for Alexander's moment of prominence was short lived as he was shoved back into the shadows again upon the liberation and restoration of Leo in 886, an event which clearly made a more popular and dramatic impression than Alexander's temporary promotion. However there does appear to be confirmation of this hypothesis in an Arab source, Masudi.r2 He relates that after the death of Basil, Alexander had taken the throne, but the people of Byzantium had become discontent and replaced him with his brother Leo. Thus it seems clear that after [m's removal from power in 883 Basil turned to Alexander as his heir. However Alexander's period of importance was brief for Leo was restored as heir-apparent in July 886, and he mounted the throne in the very next month following the death of Basil from injuries sustained during a hunt. Alexander found himself once again reduced to the position of co-emperor, any dreams he had of sole power shattered, or at least postponed. Given this situation it is no wonder that Alexander is reputed to have hated his brother with such a passion.

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Inviato

Eh, si sa che questi buontemponi dei gallesi - il dr. Shaun Tougher è un brillante ricercatore di Storia antica, specialmente bizantina, all'Università di Cardiff e uno dei massimi esperti degli eunuchi a Bisanzio e per chi conosce l'inglese lo può seguire in questo video ove parla dei poveri eunuchi:

- amano la storia romanzata….

http://www.cardiff.ac.uk/share/contactsandpeople/academicstaff/P-T/tougher-shaun-dr-overview_new.html

Per esperienza so che quando si vuole scavare a fondo in una vicenda storica che riguarda da vicino anche le monete, regolarmente si scopre che qualcuno aveva già colto un importante dettaglio. In questo caso i burrascosi rapporti tra i due fratelli Leone VI e Alessandro (addirittura un articolo scientifico su questo specifico argomento, che evidentemente non era poi così trascurabile).

Il bello di una seria ricerca, anche numismatica, è che assomiglia alla ricerca dei funghi porcini sui monti. Se sai orientarti e con buona esperienza, li trovi e provi viva soddisfazione.

Domani parto per le Dolomiti e non vedo l'ora di fare buone camminate, e state certi che cercherò i funghi !

Buone vacanze!


Inviato

Acraf aspetta un po' di sole

I funghi hanno bisogno di acqua e sole

L'acqua quest'anno e' andata benissimo

Adesso aspettiamo il sole!

Molto interessante il video sugli eunuchi ...


Inviato

Una volta, per amore della musica, vi era sempre qualche famiglia che faceva castrare il figlioletto dalla voce promettente: pratica quella dell'eunucazione gradita dai pontefici sino ai primi decenni dello scorso secolo.

Oggi, purtroppo, la passione per la grande musica è venuta a meno e dobbiamo contentarci della voce, pur spendida di Jaroussky: godibilissima, ma non è la stessa cosa di un bel castrato!


Inviato

Nonostante fosse co-imperatore, figlio legittimo Basilio e quindi discendente dinastico della casa macedone, tuttavia non solo Alessandro usurpò i diritti di Costantino, delfino designato alla successione al trono, ma ne cancellò la stessa presenza. Per sottolineare la sua concezione assolutista ed egocentrica del potere, Alessandro fu il primo imperatore che assunse il titolo di autocrator (αὐτοκράτωρ πιστὸς εὑσεβὴς βασιλεὺς) proprio per celebrare la conclusione di un ruolo di co-imperatore durato ben 33 anni. L'iconografia delle sue emissioni monetali fu di rottura con la dinastia macedone, accentuando di proposito la sua usurpazione dei diritti di Costantino.

Autocrate di nome ma non di fatto: tipico dell'autocrate è la ricerca di una giustificazione alla sua presa illegittima del potere attribuendo alla propria figura un carattere quasi messianico: egli è colui che per volontà divina è destinato a rendere prospero e potente il regno e a restituire alla Nazione quell'età dell'oro che fu propria di un mitico tempo passato, è il Felicitum Temporum Reparatio, colui che restaura l'età della felicità. Alessandro, invece, mostrò di essere indifferente al potere: lo volle quale rivincita e strumento di vendetta, non per farne maggiore uso. Il potere esalta l'autocrate che si trasforma antropologicamente: ciò non avvenne con Alessandro, proprio perché egli stesso non fu esaltato dal potere. Per legittimarsi, l'autocrate compie - o tenta di compiere - imprese eclatanti il cui successo dia legittimazione piena alla sua conquista del potere: così fu anche con Basilio che restituì all'Impero che ancora si diceva romano il possesso dell'Italia. Imprese il cui esito felice crea consenso intorno alla figura dell'autocrate e giustifica a posteriore qualunque azione abbia precedentemente compiuto per conquistare il potere. Invece Alessandro non fece assolutamente nulla per guadagnare un consenso pubblico, per quanto parziale fosse. Raggiungerlo, infatti, avrebbe comportato la sua identificazione in un bene pubblico trascendente, il successo dello Stato, che accomunasse autocrate e governati nella celebrazione del trionfo. L'indifferenza dell'imperatore verso il bene dell'Impero fu tale che nulla fece per dare un senso all'occupazione di quel soglio che pure aveva così a lungo ambito.

Antvwala

PS per @@Arka: l'articolo l'ho concluso e l'ho proposto all'editore di Novella 2000 che ne è rimasto entusiasta. Ha deciso di pubblicarlo come fotoromanzo: Alessandro sarà impersonato da un attore bruno e tenebroso, romanticissimo, che richiama Heathcliff, il protagonista di Cime Tempestose, il bellissimo romanzo di Emily Bronte e, ovviamente, morirà per la tubercolosi. E' nata la "numismatica fotoromanzata" ! :rofl:


Inviato

Veramente interessante l'articolo di N.Thierry. Effettivamente un rapido confronto di immagini presentate da Thierry gli danno ragione. Non sono un esperto di iconografia dei santi bizantini, tuttavia mi chiedo perchè prima dell'iconoclastia nel VI e VII secolo la rappresentazione bizantina di San Giovanni Battista era diversa.

Infine mi ha colpito l'ultima parte del testo ovvero l'ipotesi che Costantino VII, figlio di Leone VI, fosse illegittimo in quanto nato da quarte nozze che erano vietate (e da qui la querelle con Nicola Mistico), ipotesi che ovviamente farebbe cadere tutte le accuse fatte ad Alessandro...

Arka

P.S. @@acraf Sempre in tema di numerazione di Alessandro, anche Alessandro Magno era chiamato solo così, mentre ha pure lui la sua numerazione. E guarda caso è sempre Alessandro III.


Inviato

Penso che la questione dell'illegittimità di Costantino VII dipenda molto da quale punto di vista si vuole usare. A rigore, secondo la dottrina ortodossa e la normativa legale allora in vigore, egli era nato da un quarto matrimonio che in quanto tale non era ammesso. Tale punto di vista sancisce che di conseguenza era un erede illeggittimo e questa opinione era sostenuta dal patriaca Nicola Mistico e ovviamente anche da Alessandro, che aveva tutto il suo interesse personale affinché il potere ricadesse nelle sue sole mani.

Questo spiega anche la "mossa" politica di Alessandro per diventare unico sovrano, anzi autocratore.

Con la morte di Alessandro, davanti anche al rischio dell'esaurirsi di tutta la dinastia fondata da Basilio I e per il solito opportunismo politico, la "illegittimità" di Costantino VII fu lasciata perdere…. e divenne imperatore a tutti gli effetti, con la reggenza, in quanto minorenne, di un comitato nel quale inizialmente faceva parte lo stesso Nicola Mistico.

Sicuramente per spiegare molte delle mosse di Alessandro bisogna tenere conto anche di questo aspetto e cioè della supposta "illegittimità" dell'unico figlioletto di Leone VI. Questo senza togliere nulla anche agli importanti meccanismi psicologici che stanno alla base dei difficili rapporti tra Alessandro e il fratello Leone VI.

In altro contesto e diversa situazione familiare, Alessandro, che già abbastanza avanti negli anni e senza eredi diretti, avrebbe benissimo potuto mantenere la linea dinastica a favore del nipote, fregandosene come aveva fatto il fratello del fatto che Costantino fosse nato da un irregolare matrimonio (appunto perché il quarto), anche se celebrato da un compiacente sacerdote ortodosso.

Non sono un esperto di diritto bizantino, ma mi sembra che fosse ammesso solo un secondo matrimonio e solo a seguito della morte della prima moglie. Già un terzo matrimonio era fonte di problemi legali; figuriamoci un quarto matrimonio….

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Inviato

L'articolo è finito, ma non vi dico più nulla perché sono superindaffaratissimo con un tesoretto di nummi vandali, talmente tanto che mi

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ma non ho tempo di andare a farla!


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