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IGNORED

I solidi di Alessandro III


antvwaIa

Risposte migliori

Vorrei anche informarVi che nel gran numero di cataloghi che ho guardato oggi (da cui provengono i tre solidi postati) non ho trovato nessun miliarense di Alessandro.

Arka

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Vedo che l'argomento non interessa più...

Tuttavia, visto che effettivamente ci sono delle domande interessanti che attendono una risposta, vorrei affrontare un altro dei punti stilati da Antvwala ovvero:

c) che lettura dare all'immagine di Sant'Alessandro che incorona Alessandro?

Questa è sicuramente una domanda interessante e vorrei provare a rispondere con la seguente ipotesi. L'omonimia sicuramente ha una sua importanza. Il santo Alessandro che incorona il basileus Alessandro è un'immagine di sicuro e immediato effetto. Ma c'è di più. Sant'Alessandro, primo Patriarca di Costantinopoli, partecipò alla lotta religiosa contro l'arianesimo, dove Alessandro fu un feroce avversario di Ario. Una lotta religiosa era in corso anche ai tempi di Leone VI e Alessandro. Quella tra Nicola Mistico e Eutimio detta ''lo scisma delle quattro nozze''. Uno dei primi atti di Alessandro fu il ritorno di Nicola Mistico al patriarcato di Costantinopoli. I due fatti potrebbero essere collegati e spiegare così la presenza di Sant'Alessandro sul solido. E il fatto che quest'ultimo lo incoroni è un'approvazione da parte della chiesa ortodossa all'operato del basileus. Insomma un nuovo patto tra potere politico e potere religioso.

Arka

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L'argomento interessa ancora anche se essendo abbastanza specialistica e non essendoci sul forum legioni di bizantinisti non si puo' pretendere discussioni di tomi

Piuttosto avete controllato se vi sono esemplari nelle collezioni Goodacre e Hunt ?

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Ma Hess-Leu aveva un monopolio di questi solidi ? Non pare un po' buffo che ne abbia venduti 4-5 nel giro di 6 anni (anche se alcuni potrebbero essere lo stesso esemplare)

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Mi sembra che solo il solido dell'asta del 1958 sia lo stesso del 1964. Non saprei se non ci sono fra quelli archiviati da Antvwala (le foto sono piccole).

Da quel che ho visto erano tutte collezioni con molte rarità. E Alessandro si poteva comprare al prezzo di tre bei solidi di Costanzo II...

Arka

Modificato da Arka
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Negli ultimi giorni non ho avuto modo di seguire il forum e noto solo ora la discussione. Certi argomenti qui proposti mi stanno molto a cuore, avendo interessato le mie ricerche per alcuni anni.

Per quanto riguarda la prima moneta, come in parte già detto e riportato esplicitamente dal DOC, si tratterebbe di un "pattern", ossia una sorta di "prova" che per qualche motivo non ha trovato l'approvazione definitiva per essere prodotta su larga scala ed inserita nella circolazione. Sempre il DOC registra altri casi analoghi, il più delle volte in metalli più "poveri", in rapporto ad altri sovrani. In riferimento alla comprensione delle lettere che affiancano Alessandro non ho mai incontrato effettive proposte di lettura. L'unica riflessione che ho fatto, anche se credo poco convincente, è che la β possa rimandare a Basileus e la δ a Despotes, titolo del quale Alessandro era stato insignito in tenera età. Mi rendo conto che queste siano però mere congetture, anche con poco senso.

Per quanto concerne il miliaresion, avete già sottolineato la grande portata ideologica sia della scelta di inserire un medaglione con il volto di Cristo, sia quella relativa al termine Autokrator. A quste considerazioni aggiungo la totale assenza, in questa come nelle altre monete, di ogni allusione al futuro Costantino VII, cosa che in particolare sul miliaresion è abbastanza insolita (intendo il riferimento al co-imperatore o al legittimo erede "tutelato").

Veniamo al tema dell'incoronazione, argomento che ha occupato a lungo i miei studi. E' vero, Alessandro è il primo sovrano bizantino a ricorrere all'immagine sulle monete ma bisogna ricordare che in ambito più strettamente artistico questa non è una novità, in quanto, in altri termini e in altri contesti, è stata utilizzata già da Basilio I e da Leone VI. Resta il fatto che usare questo tema dall'evidente significato politico su un mezzo di diffusione potente come la moneta è un aspetto molto rilevante, considerando anche quanto questa iconografia abbia continuato ad interessare le emissioni bizantine successive. Sul perchè sia stato proprio Alessandro ad optare per primo per questa soluzione ho avanzato alcune ipotesi. Nonostante Alessandro abbia fatto di tutto per disfarsi del nipote e della cognata, non possiamo parlare di un'usurpazione poiché Alessandro apparteneva alla dinastia legittima ed era stato legittimamente incoronato dal padre nell'879. Sebbene il giovane Costantino non sia menzionato sulle monete, i suoi diritti furono preservati tanto che nel 945, dopo gli ulteriori soprusi di Romano I e figli, prese effettivamente il potere. Certo, la nuova immagine dei solidi non è una semplice commemorazione della salita al trono ma deve essere studiata tenendo ben presente la biografia di Alessandro. Occorre ricordare, infatti, che durante il regno del padre, a un certo punto Alessandro si trovò a scavalcare, provvisoriamente, il fratello Leone in ordine di successione per poi tornare bruscamente all'ultimo posto. Se a questo aggiungiamo le voci che assegnavano la paternità di Leone VI non a Basilio I ma a Michele III, ecco che si può avere un'idea, seppur vaga, del clima che si respirava a corte e del risentimento covato da Alessandro. Tutto questo se di certo non ha indotto Alessandro a inventare schemi o intitolazioni nuove, credo che ciò possa aver avuto un'influenza almeno indiretta e che quanto sofferto possa aver contribuito alla scelta di diffondere apertamente simboli ed iscrizioni dal forte impatto "propagandistico". Più in generale, la grande attenzione dimostrata da Alessandro per le coniazioni è un aspetto che va valutato attentamente proprio per il fatto che il sovrano sia passato alla storia per essersi disinteressato delle sorti dell'Impero, atteggiamento che sicuramente contrasta con l'"accortezza numismatica" dimostrata.

Si potrebbero aggiungere altre considerazioni ma forse questa non è la sede adatta. In ogni caso concludo il mio intervento - chiedo scusa se troppo lungo - ricordando che il Fueg ha censito circa 35 esemplari di questo solido tra collezioni pubbliche e passaggi d'asta.

E ora guardiamolo in faccia Alessandro:

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Frazie Follis, Per Fueg immagino intendi:

Füeg, Franz. Corpus of the Nomismata from Anastasius II to John I in Constantinople, 713 - 976. (2007).

35 esemplari mi da' piu' l'idea della reale rarita' di questo solido, presente in diverse collezioni di bizantine

Una moneta molto bella e interessante

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Scrive Follis Anonimo:

''L'unica riflessione che ho fatto, anche se credo poco convincente, è che la β possa rimandare a Basileus e la δ a Despotes.'' Come già scritto in precedenza (post 16) questa è l'ipotesi di Grierson in Byzantine Coins del 1985.

Scrive ancora Follis Anonimo:

''Nonostante Alessandro abbia fatto di tutto per disfarsi del nipote e della cognata, non possiamo parlare di un'usurpazione poiché Alessandro apparteneva alla dinastia legittima ed era stato legittimamente incoronato dal padre nell'879. Sebbene il giovane Costantino non sia menzionato sulle monete, i suoi diritti furono preservati tanto che nel 945, dopo gli ulteriori soprusi di Romano I e figli, prese effettivamente il potere.''

E qui non posso che essere perfettamente d'accordo, a differenza di altre tesi che lo ritengono un usurpatore.

Arka

Modificato da Arka
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Scrive Follis Anonimo:

''L'unica riflessione che ho fatto, anche se credo poco convincente, è che la β possa rimandare a Basileus e la δ a Despotes.'' Come già scritto in precedenza (post 16) questa è l'ipotesi di Grierson in Byzantine Coins del 1985.

Ops... Non me ne ero accorto! Fa piacere aver fatto lo stesso ragionamento del Grierson!

Modificato da Follis Anonimo
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Solo adesso ho letto e con vivo interesse la discussione, incentrata sulle innegabili particolarità della rara monetazione di Alessandro (che è definito III, in maniera impropria e solo per distinguere dai precedenti Alessandro che però erano presenti solo nell'impero romano e non in quello bizantino).

Non sono uno specialista della monetazione bizantina, anche se quasi 40 anni fa formai una discreta collezione di solidi bizantini, che poi vendetti dopo pochi anni. A quei tempi era abbastanza facile acquistare a buoni prezzi esemplari anche rari. Quindi non posso purtroppo offrire adeguati spunti.

Sicuramente al tempo di Alessandro (che fu unico imperatore da 11 maggio 912 a 6 giugno 913 e quindi per 13 mesi) ci furono particolari fermenti religiosi, già accennati in posts precedenti, ma non credo che si possa parlare di un colpo di stato.

Ho notato che nessuno ha messo in evidenza che fu reggente in nome del figlio di Leone VI, il futuro Costantino VII, che era nato nel 905 e quindi alla morte del padre (che era il fratello di Alessandro) era un ragazzino di soli 12 anni…. Quando morì, nel 913, il nipote era ancora un giovinetto e infatti la reggenza fu tenuta dal patriarca di Costantinopoli, il famoso Nicola Mistico.

Sicuramente ad Alessandro era un peso questo nipote, che infatti ignorò nella sua breve monetazione. Tuttavia, appunto per il fatto di essere solo un reggente, non poteva fregiarsi del titolo di basileus. Nel contempo però mirava al potere assoluto e con la benedizione e protezione del santo omonimo, ossia all'autocrazia. D'altra parte c'era anche il grosso problema della ribellione dei Bulgari, che erano pronti a marciare contro di lui per non avere più ricevuto i tributi che venivano regolarmente pagati dai tempi di Leone VIl, per cui serviva anche un forte potere centrale a Bisanzio.

Resto molto incuriosito della promessa relazione psicologica su questo particolare personaggio, che spero di poter qui leggere.

Non sono molto d'accordo sulla definizione di "numismatica romanzata". Mi sembra che i temi trattati da Antwala, anche se affrontati col suo solito piglio abbastanza polemico ma stimolante, siano molto pertinenti a un serio approccio numismatico che vuole tenere conto anche dei vari aspetti: iconografici, storici e, perchè no, anche psicologici in un definito contesto storico e religioso.

Purtroppo sono veramente pochi i numismatici che si sforzano di studiare con varie angolature, anche in considerazione del tempo libero a disposizione, rispetto alla grande maggioranza dei forumisti, che sono al massimo dei collezionisti e interessati solo alla moneta in sé.

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Alessandro è correttamente detto terzo perchè non esiste un ''impero bizantino''. Questo infatti è un'invenzione della storiografia francese dell'ottocento. L'impero romano d'oriente è sempre l'impero romano senza soluzione di continuità. Per comodità ''impero bizantino'' è diventato di uso comune, ma resta sempre un termine scorretto.

La ''numismatica romanzata'' era riferita solo a quelle parti del discorso che si basavano su supposizioni e non su fatti storici accertati. Può essere molto accattivante, ma, a mio avviso, può anche essere fuorviante.

Arka

Modificato da Arka
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Non ho voglia di rispondere ad Arka. Cose ben più gravi succedono intorno a noi (anche se Arka si affretterà a cassarla dicendo che qui si fa numismatica e non si parla d'altro). Ma dell'opinione di Arka non me ne frega un cazzo e quindi scrivo quello che ho voglia di scrivere (poi arka chiederà qualche amministratore del forum di cancellarlo o chiderlo, come ha fatto nel caso della discussione su Godas impedendomi di replicare alle accuse di Lulliri).

Avevo una scatola di colori,

brillanti, decisi e vivi;

avevo una scatola di colori,

alcuni caldi, altri molto freddi.

Non avevo il rosso per il sangue dei feriti,

non avevo il nero per il pianto degli orfani,

non avevo il bianco per le mani

e il volto dei morti,

non avevo il giallo per le sabbie ardenti

ma avevo l’arancio per la gioia della vita,

ed il verde per i germogli e i nidi,

ed il celeste dei chiari cieli splendenti,

e il rosa dei sogni e il riposo.

Mi sono seduta e ho dipinto la pace.

Originariamente l'avevo scritta in mapudungun (la lingua mapuche):

Inche ta wirin pichi kultrun nieleñ,

llüfedüfe, newen ka mongelen;

inche ta wirin pichi kultrun nieleñ,

kiñekeltu eñum, kiñekeltu wetre.

Pu allfünche ñi mollfüñ mew kelü nielelañ,

pu kuñifall ñi ngüman mew kurü nielelañ,

pu la ñi kuk ka ange mew

lik nielelañ,

arengetu kuyüm mew chod nielelañ,

antü wirin ta niekaleñ mongen ayüwun mew,

ka pewün ka dañe mew karü nieleñ,

ka llüfedüfe ayong wenumapu mew kallfü nieleñ,

ka pewma ka ürkütuntu mew palao kelü nieleñ.

Peñitupeñ ka tünpiukelen ñimintupeñ.

Modificato da antvwaIa
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