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IGNORED

Un pezzo di storia in mano a un ragazzo......


Risposte migliori

Inviato

Adesso concordo sia con Eracle che con Dabbenne, peto' secondo me il forum ha dato e dara' tanto....anche ai non giovani come me.

All' inizio sentivo commenti che mi tenevano alla larga dalla MONETA....poi mi son detto... che mi faranno mai...al massimo mi diranno che sono scarso e che ho monete scadenti !!!

Invece con stupore ho trovato una cordialita' ed un approccio costruttivo , una voglia sana di erudire e di soddisfare ogni curiosita' del neofita e non che davvero non mi aspettavo.

Per quanto riguarda i giovani, beh..non so che dire.... forse la numismatica e' ostica a far breccia nella massa della gioventu' ...la scintilla scocca in pochi.Probabilmente i piu' si appassionano in un eta' piu' matura....diciamo dai trenta in su, anche per ragioni economiche.

Il forum e' ottimo , direi che dovreste essere orgogliosi di aver creato questa meravigliosa piattaforma.


Inviato

Il forum deve servire anche a questo, a donare ai giovani sapere e esperienza, cercando di stimolarli con racconti e nozioni, che potrebbero arricchire il loro bagaglio culturale e servigli per lo studio, nel contempo dovremmo lavorare insieme per far si che questo avvenga, altrimenti la parola futuro per la Numismatica dovrà essere solo una remota ipotesi...

I giovani siamo noi, questo non dovremo mai dimenticarlo, senza di loro a chi doneremmo il nostro sapere acquisito sino a oggi, una eredità troppo importante per essere persa nella pseudo cultura avvenire...

Eros

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Inviato

Io sto cercando di trasmettere la mia passione per la numismatica ai miei figli, sembrano apprezzare!

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Inviato

Grazie alla mia devozione verso la moneta, ho sempre fatto bellissime figure a scuola

con la professoressa di storia....come dimenticare !!!!!!!!!!

Associare fronte.retro della moneta,visualizzare il catalogo...riuscivo a capire in anticipo chi avrebbe governato e chi gli sarebbe precesso/successo !!!

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Inviato

Caro Eros, ho aspettato un po' prima di risponderti perché volevo vedere se qualcuno nel frattempo rispondeva, ma vedo che non siamo stati fortunati nel senso che pensavamo.....

E' stata finora una discussione controversa, dalle due facce, una eccezionale per la risposta e il consenso al primo post, dove si parla dell'emozione, del famoso brivido, evidentemente avendolo provato in molti c'è stata una grande risposta a ricordarlo e anche molto bene e di questo ringrazio ancora chi ha voluto partecipare e così bene poi.

Ma la discussione come spero avrete letto partiva da lì ma poi si ampliava volutamente su tanti altri aspetti virtuosi, sui valori , e qui si è parlato molto di divulgazione, di condivisione, di giovani in particolare, anche del ruolo del collezionismo, temi che dovrebbero unire i più e diventare la base del nostro essere numismatici o collezionisti o studiosi o semplicemente utenti del forum.

Ecco effettivamente da questo punto di vista non ho letto nulla neanche io, in particolare quando siamo arrivati a parlare dei giovani.....e qui onestamente devo dirlo sono rimasto stupito e colpito negativamente.

Il forum è condivisione, il Regolamento parla di strumento della comunità per la comunità, parla di promuovere la divulgazione a tutti i livelli, nasce per aiutare e incentivare i giovani, ma anche chi semplicemente inizia ad appassionarsi e vuole un aiuto, ecco su questo io non ho letto nulla....da qui il mio stupore, ma diciamolo pure anche delusione.

Forse è vero che stiamo perdendo in troppi i riferimenti che sono alla base di tutto, forse prevale l'atteggiamento di seguire ognuno i propri interessi e meno gli ideali, sarà anche così, ma certamente essendo lo ripeto il forum uno strumento decisamente democratico, bisogna poi prendere atto e saper accettare che tutto questo interesse per questi valori poi non c'è e di conseguenza anche agire in futuro seguendo queste indicazioni evidenti.

E secondo me è un peccato, il non vedere oltre, il non capire che divulgazione e giovani sono il futuro della numismatica e senza l'appoggio di tanti su questi punti, tutto tenderà a diminuire....a finire....

E questo dovrebbero coglierlo in particolare chi ha una lunga militanza di numismatico, chi ha più o meno interessi personali nella numismatica e saranno proprio loro in un domani a soffrire la mancanza di ricambio generazionale....., per gli idealisti, per quelli che pensano semplicemente che è bello e giusto tutto questo rimarrà la delusione, ma solo quella....

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Inviato

Caro Eros, ho aspettato un po' prima di risponderti perché volevo vedere se qualcuno nel frattempo rispondeva, ma vedo che non siamo stati fortunati nel senso che pensavamo.....

E' stata finora una discussione controversa, dalle due facce, una eccezionale per la risposta e il consenso al primo post, dove si parla dell'emozione, del famoso brivido, evidentemente avendolo provato in molti c'è stata una grande risposta a ricordarlo e anche molto bene e di questo ringrazio ancora chi ha voluto partecipare e così bene poi.

Ma la discussione come spero avrete letto partiva da lì ma poi si ampliava volutamente su tanti altri aspetti virtuosi, sui valori , e qui si è parlato molto di divulgazione, di condivisione, di giovani in particolare, anche del ruolo del collezionismo, temi che dovrebbero unire i più e diventare la base del nostro essere numismatici o collezionisti o studiosi o semplicemente utenti del forum.

Ecco effettivamente da questo punto di vista non ho letto nulla neanche io, in particolare quando siamo arrivati a parlare dei giovani.....e qui onestamente devo dirlo sono rimasto stupito e colpito negativamente.

Il forum è condivisione, il Regolamento parla di strumento della comunità per la comunità, parla di promuovere la divulgazione a tutti i livelli, nasce per aiutare e incentivare i giovani, ma anche chi semplicemente inizia ad appassionarsi e vuole un aiuto, ecco su questo io non ho letto nulla....da qui il mio stupore, ma diciamolo pure anche delusione.

Forse è vero che stiamo perdendo in troppi i riferimenti che sono alla base di tutto, forse prevale l'atteggiamento di seguire ognuno i propri interessi e meno gli ideali, sarà anche così, ma certamente essendo lo ripeto il forum uno strumento decisamente democratico, bisogna poi prendere atto e saper accettare che tutto questo interesse per questi valori poi non c'è e di conseguenza anche agire in futuro seguendo queste indicazioni evidenti.

E secondo me è un peccato, il non vedere oltre, il non capire che divulgazione e giovani sono il futuro della numismatica e senza l'appoggio di tanti su questi punti, tutto tenderà a diminuire....a finire....

E questo dovrebbero coglierlo in particolare chi ha una lunga militanza di numismatico, chi ha più o meno interessi personali nella numismatica e saranno proprio loro in un domani a soffrire la mancanza di ricambio generazionale....., per gli idealisti, per quelli che pensano semplicemente che è bello e giusto tutto questo rimarrà la delusione, ma solo quella....

Caro Mario, quello che mi spaventa maggiormente, è la mancanza di entrambe le figure, noi sia qui a sognare proseliti e adepti, ma francamente vedo molto deserto...

Come l'aridità dimostrata dal resto del forum rispetto alla divulgazione..


Inviato

dico la mia..secondo me i giovani vengono attratti poco da questo mondo e dalla storia in generale proprio perché loro di "storia" ne hanno poca..la famosa scintilla scocca perché rievoca vecchi ricordi, associazioni a situazioni passate magari piacevoli. Io ne ho conosciuti pochi ragazzi, anche della mia età (ora ho quasi 40 anni), attratti da tutto questo..ma spesso erano ragazzi che avevano già nel loro DNA quella voglia di conoscenza del passato o tutto ciò che col passato è legato. Altri magari venivano indottrinati dai loro genitori (solo uno in realtà), il resto pensavano che queste cose fossero impopolari, "non fai colpo sulle ragazze con queste fesserie" dicevano, preferendo i videogames, le figurine dei calciatori ecc.

A me la storia in generale piace molto, conservo ancora i libri dalle scuole medie in poi..e anche i sussidiari delle elementari. Ho collezionato per tantissimi anni francobolli, da poco le monete in realtà. La cosa che mi stuzzica maggiormente è scoprire tutto il mondo e la storia che c'è dietro una moneta..cosa ci potevano comprare con quella moneta..la storia del personaggio o del simbolo coniato sopra..il periodo storico ecc.

Spero un giorno di poter trasmettere questa passione ai miei figli (per ora sono troppo piccoli)..poi però se accadrà che si sentiranno più attratti dai videogames o dalle figurine amen..me ne farò una ragione :unknw:.

Mario

p.s. ottime queste discussioni..specie per neofiti come me! grazie

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  • 2 settimane dopo...
Inviato (modificato)

Tutto poi ruota intorno a questa semplice frase, la moneta, un pezzo di storia e non solo, in mano a un ragazzo o anche a una persona adulta cosa provoca ?

Un giorno un ragazzo a Verona mi fece una riflessione banale, ora che ho in mano questa moneta, che è un documento storico, scientifico, economico, che ha circa mille anni di vita, che ha girato migliaia di mani e che è arrivata ora a noi, anzi a me in questo caso, ecco questo tondello mi ha provocato un forte brivido.

Il ragazzo quando parlava di brivido, si riferiva all'emozione dell'aver tra le mani un pezzo di storia e ora aveva la possibilità, di studiarlo, capirlo, di andare oltre al puro possesso materiale.

Il ragazzo aveva capito.....ed è diventato poi un collezionista numismatico, un collezionista che vuole conoscere, sapere in che periodo è stato coniata, il come è stato coniata, il perché è stata fatta così e cosa rappresentava questo documento in numeri multipli enormi e che permette di apprezzare l'ingegno, il gusto estetico, il gusto artistico, strumento economico ma anche termometro del circolante del contesto storico e geografico da cui proviene.

Il ragazzo aveva capito....e aveva avuto la stessa emozione che avevo avuto io quando non giovane come lui presi in mano una moneta ed ebbi lo stesso brivido.

Capii che quel brivido mi poteva portare a riscoprire la mia identità, la mia storia, a studiarla e conoscerla ed è stato poi così in realtà.

Sicuramente ebbe lo stesso brivido il ragazzino che incontrai nello studio di un noto commerciante, collezionava i denari degli Imperatori romani, sapeva tutto di questi, conosceva la storia come pochi, la sua storia.....

E quindi torniamo al pezzo di storia in mano a una persona, e mi rivolgo in particolare ai giovani essendo il forum con una presenza di circa un terzo di utenti sotto i 35 anni di età, il pezzo di storia che è la moneta può portare in tutti ma in particolare nelle nuove generazioni a una crescita culturale, didattica, ad avere una società più consapevole delle proprie radici, della storia che è poi la loro storia, che comprenda meglio tramite una collezione numismatica, la storia, l'arte, l'economia, un collezionismo che diventi per i giovani uno strumento di approfondimento, di studio, un ruolo civico sociale che non può che far bene a tutti quanti.....in due parole che forse sintetizzano bene il tutto un fattore culturale, il collezionismo numismatico è anche questo....

Oggi desidero riaprire questa discussione a parer mio molto interessante, chiedo scusa se a volte non intervengo nelle discussioni di Mario ma sapete .......... siamo in piena estate, fa caldo, il mare, le donne che mi passano davanti di continuo, e sinceramente la numismatica viene messa un po' da parte nella calda stagione. Mario @@dabbene devi avere un poì di pazienza, ecco perchè molti non partecipano al forum in questo periodo, son ragazzi! Almeno questo è ciò che accade al sottoscritto, vedrai che a ottobre scriveranno in molti............

Ma cosa significa avere un pezzo di storia tra le mani? Beh, spero di non annoiarvi esprimendo il mio pensiero, d'altronde l'esempio che sto per fare è inerente all'argomento e quindi ci potrebbe stare, esso dimostra che senza alcun dubbio una moneta, o meglio, una medaglia può trasmettere ad ogni appassionato la storia in diretta (occhio! Mi riferisco agli appassionati e non a coloro che trattano la numismatica per mero lucro) e quell'emozione che non si ha nello sfogliare un libro o un'enciclopedia o navigando in rete, ma quale storia mi direte? Quella dei potenti? Quella delle persone umili e quindi l'emozione di aver tra le mani una moneta passata nelle mani di migliaia di comuni mortali? No, quelle storie di uomini poco noti che con la loro genialità artistica hanno contribuito indiscutibilmente al progresso e alla ricchezza di una società, specie se quella società è ambientata in uno stato pre-unitario, a quei tempi con una forza lavoro del 51% di occupati nell'industria, detentore di diversi primati economici e sociali, terza potenza mondiale dopo Francia e Inghilterra, denigrato e svalorizzato dalla retorica risorgimentale, la mia terra! Le Due Sicilie!

Avere tra le mani una moneta di un sovrano spesso ci porta indietro nel tempo e grazie ad essa è possibile fantasticare con la mente, rivivere un determinato periodo storico, avere poi tra le mani una medaglia commemorativa è a parer mio ancor più emozionante perchè si è in contatto diretto con un preciso avvenimento storico o militare o vario, …...... ma avere tra le mani un tondello del genere, o una serie di tondelli nominativi simili, si ha la possibilità di indagare la storia e i fatti di determinate persone e rivivere quelle emozioni, gioie e dolori che hanno portato un determinato personaggio ad una simile premiazione.

Alla fine degli anni '80 collezionavo solo monete del Regno d'Italia e cartamoneta, poi agli inizi degli anni '90 passai alle Napoletane, ero attratto molto dal fascino delle monete ma il salto di qualità ci fu quando acquistai una bella medaglia d'argento borbonica per premio industriale del 1853 (questa in oggetto del diametro da mm. 52). Come qualcuno saprà colleziono anche dipinti antichi, antiquariato vario, maioliche e terraglie antiche e quando mi saltò all'occhio questa medaglia capii una serie di collegamenti tra storia, arte e numismatica, apprezzai questo esemplare non solo per la bellezza del busto del re e per i rilievi, ma il cognome del premiato, un cognome familiare per me che colleziono terraglie. Dopo avervi raccontato molto brevemente qualche mia piccola passione spero possiate immaginare l'emozione di aver tra le mani una medaglia simile donata agli autori di così tante bellezze artistiche (con tanto di documentazione che ne testimonia il conferimento). Per me che considero le terraglie napoletane dei Del Vecchio vere e proprie opere d'arte è stato un vero colpo, forse qualcuno potrebbe anche rispondere che nei musei non mancano medaglie più importanti, ok, ma, per rimanere in tema, questo è un pezzo di storia tra le mie mani! Un tondello che nelle mani di un commerciante vale X ma nelle mani di uno che ne apprezza la storia vale X moltiplicato per tantissimi altri fattori.

Spero di farvi cosa gradita riportando a titolo informativo, senza alcuna intenzione di far pubblicità, alcuni siti internet che riportano notizie storiche sull'argomento ed alcune immagini dei manufatti in oggetto.

La terraglia è da considerarsi una ceramica di creazione inglese del XVII secolo. Il termine 'terraglia' indica un prodotto realizzato con vari tipi di argille bianche, mescolate a terre silicee calcinate e rivestite di vernice piombifera la quale, dopo la cottura, dona il caratteristico colore bianco avorio della terraglia ed una notevole resistenza.

In Italia molte manifatture adottarono nel Settecento l'uso della terraglia, fra le quali quella di del Vecchio a Napoli.

La manifattura della famiglia del Vecchio iniziò la produzione di maiolica e terraglia a partire dal settecento riscuotendo alla fine del secolo l'apprezzamento della corte borbonica, mentre agli inizi del XIX secolo partecipò con successo alle Esposizioni dei prodotti dell'industria ceramica.

http://www.galleriaverde.com/info.php?IID=259&CA=Ceramiche&SubCA=1800&UID=2008123004221166.249.65.7

http://www.christies.com/lotfinder/LotDetailsPrintable.aspx?intObjectID=3925902

http://www.antiquariolanfrancodonatone.com/chi-siamo/oggetti-di-antiquariato

Nelle immagini allegate osserverete la medaglia conferita a Gennaro Del Vecchio pei lavori di terraglia alla mostra industriale di Napoli del 30 maggio del 1853, le sorprese per me non finiscono qui! Proprio alcuni mesi fa mi capitò, quasi come se fosse segno del destino, una medaglia del 1844 intitolata a Cherinto Del Vecchio in buono stato ma con diversi colpetti al bordo, ma nonostante il prezzo fu altissimo ritenni opportuno prenderla ugualmente.

L'obbiettivo di questa mio post non è quello di parlarvi della mia storia personale ma ha un altro scopo molto importante, un valore che oggigiorno molti giovani hanno perso di vista, specie quando si valuta numismaticamente e commercialmente una moneta con lenti d'ingrandimento alla mano e scandagliano pelo per pelo una moneta alla ricerca di certe futilità come ad esempio l'esasperazione della conservazione eccezionale. Certe monete o medaglie hanno un valore incommensurabile quando hanno alle spalle storie di vita quotidiana o di grandi avvenimenti, la mia esperienza personale, per quanto piccola ed umile possa sembrare, dimostra che in presenza di alcuni fattori storici, tutti gli altri elementi valutativi passano in secondo piano, conservazione compresa.

Concludo questo mio tediante post segnalandovi che a supporto di quanto scritto si sta portando avanti una ricerca molto dettagliata sulle medaglie premio, perchè queste ultime, a differenza di altre, sono tutte uniche …............ perchè unici sono i personaggi premiati.

http://www.lamoneta.it/topic/126318-medaglie-premio-borboniche-dati-interessanti/

Grazie a tutti per l'attenzione …............ vi invito a partecipare in tanti, scommetto che ognuno di voi ha un pezzo nella propria collezione al quale è particolarmente legato per la sua storia. Francesco Di Rauso

P.s. Un po' di storia:

DEL VECCHIO

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 38 (1990)

Di Gennaro Borrelli

DEL VECCHIO. - Famiglia napoletana di ceramisti operante tra i secc. XVII e XIX, la cui attività si colloca nel perpetuarsi della tradizione di arti e mestieri in seno al medesimo clan.

Durante il '700 e fino al 1826 la fabbrica ebbe sede a Napoli al Borgo Loreto (al limite con ponte della Maddalena) ove, sin dai primi del Seicento, erano state aperte alcune "faenzere" (fabbriche) per la produzione di oggetti in maiolica e "riggiole" (mattonelle maiolicate per pavimenti e rivestimenti; poi passerà nella vicina via della Marinella). La prima testimonianza dei D. è costituita dalla presenza del "riggiolaro" Stefano (nato nel 1692: Napoli, Arch. stor. diocesano, Processetto matrimoniale n.2409), la cui ultima opera è il pavimento con mattoni "molto fini e faticati" per la chiesa dei gesuiti di Catania, del 1765 (Ibid., Arch. stor. d. Banco di Napoli, Banco Pietà, Matr. 2253, 2255, 1765). Gli successe il figlio Domenico (nato nel 1732: Ibid., Arch. stor. diocesano, Lettera D.) di cui si hanno molte notizie fino al 1785. Contemporaneamente altri D. risultano presenti presso la R. Fabbrica di maioliche di Caserta, voluta da Carlo VII di Borbone nel 1753: Angelo (dalla fondazione alla chiusura nel 1756), Gennaro dal 1754 e Nicola dal 1755, tutti operanti nel settore della pittura (Donatone, 1973).

Gli oggetti decorati da Angelo (siglati o datati dal 1754 al 1764: Donatone, 1981, fig. 64) dimostrano un raffinato gusto pittorico rococò derivante dalla cromia dei pavimenti settecenteschi dell'inizio del secolo. Dal 1774 al 1789 Gennaro è indicato come "riggiolaro" (Arch. di Stato di Napoli, Mon. soppr. 4144, f.n.n.): nel 1789 appare con Nicola, forse suo figlio, come titolare di una "faenzera" che produce "piatti, piattini, zuppiere, insalatiere, bacili, rinfrescatoi ed ogni altro oggetto in tinta verde" (ibid. 4146, ff. n.n.). A questa tipologia appartiene il servito di maiolica per 32 coperti (Napoli, coll. Garzilli), decorato con eleganti piccoli fiori in ramina tra un sottile disegno in manganese su ampio fondo bianco: fondo bianco e ramina saranno elementi distintivi della futura produzione del tardo Settecento (Borrelli, 1961, vetrina 7).

Secondo Novi (1865), nel 1785 Gennaro e Nicola avrebbero ricevuto una sovvenzione di 18.000 ducati dal re Ferdinando IV di Borbone, per dare inizio ad una produzione sperimentale di vasellame di terraglia secondo il tipo inglese, onde evitare la considerevole importazione di tali oggetti; ma la notizia risulta inesatta (Borrelli, 1985, p. 36). Esiste però un inedito servizio di terraglia con le vedute di Napoli, siglato "F.D.V." - Fabbrica Del Vecchio - (Napoli, coll. privata) che evidenzia la ripresa semplificata dal celebre servizio "dell'Oca" prodotto nella R. Fabbrica dal 1792 al 1797 e che dimostrerebbe la più antica attività della fabbrica.

Una nota di pagamento del 1815 (Arch. stor. del Banco di Napoli, Banco Pietà.Cassa, ff. n.n.) attesta la vendita di oggetti di porcellana, "vasi e candelieri", da parte di Nicola; ciò molto prima dell'antagonista fabbrica Giustiniani, con la quale suo nipote Cherinto risulta associato nel 1836 (Carola Perotti, 1972, p. 852) dopo una vivace contesa. Nel 1818 la fabbrica appare gestita da Gaetano, il quale fino al 1822 ricevette premi nelle esposizioni delle industrie napoletane per i suoi ottimi prodotti di terraglia "venduti anche all'estero". Nella successiva edizione del 1826 era presente per la prima volta Cherinto con un suo dichiarato campionario di oggetti in terraglia realizzato nella nuova sede alla "strada della Marinella 4", nella quale produceva le originali mattonelle con fiori (firmate, 1820 circa); oppure il pavimento del 1829 per la chiesa di S. Maria de Commendatis di Maddaloni (Caserta), con marca "Del Vecchio" in una ghirlanda di alloro sormontata da una corona regia, a ricordo dell'antica concessione reale.

Nel 1830 Cherinto ricevette una medaglia d'oro per le sue porcellane prodotte con "materiali indigeni", distinguendosi anche nelle esposizioni del 1832 e del 1834; nel 1836 ricevette il premio congiuntamente ai Giustinani, con i quali era in società (Liberatore, 1834).Nel 1840 Cherinto fu ancora premiato per gli oggetti di "terraglia all'uso inglese", ma quando la direzione fu assunta dal figlio Gennaro, questi, nell'incapacità di reggere alla concorrenza delle nuove fabbriche, prima scadde in una produzione di serie e poi, nel 1855, chiuse la fabbrica (Mosca, 1908, p. 126), che fu poi rilevata, nel 1870, dall'ultimo dei Giustiniani, Michele.

Non è possibile integrare la storia della fabbrica Del Vecchio con la vasta produzione mai datata, anche se spesso siglata. Alcuni elementi distintivi aiutano solo ad isolare i prodotti da quelli della coeva e più nota fabbrica Giustiniani e dalle ripetizioni. I D., come le altre fabbriche, produssero, contemporaneamente, due o tre campionature differenziate per gusto, rifinitura, soggetto e colore, i cui modelli, spesso, furono riutilizzati a distanza di tempo. Ad una produzione raffinata ne accoppiarono una popolareggiante onde soddisfare le richieste di diverse fasce della clientela, costituita dalla ricca, media e piccola borghesia: la nobiltà acquistava le porcellane.

Uno degli elementi distintivi è la prevalenza del senso plastico, fuso ad una sintesi cromatica ridotta a pochi ornati su un ampio fondo bianco, anche quando la composizione è costituita da fiori, animali e paesaggi; abbondante è la produzione della terraglia bianca e di quella marmorizzata. La decorazione "all'estrusca ed all'egizia" si presenta più geometrizzata e semplificata rispetto ai coevi campioni della Giustiniani. Il gruppo dei modellati, particolarmente coppie in costumi del sec. XVIII, o i più noti "Pulcinella" e gli animali, riflettono la ricerca di sintesi plastica e cromatica dei serviti. Per la produzione più corrente la cromia è data per campiture secondo le esperienze settecentesche, e ciò fino al 1826 quando Cherinto propone una tipologia più raffinata d'impronta neoclassica, tentando di trasferire sulle terraglie le delicatezze del decoro delle porcellane. Delle porcellane non è stato possibile reperire pezzi siglati, certo confusi con quelli dei soci Giustiniani, o addirittura con quelli non segnati della R. Fabbrica; infatti il Carafa, duca di Noia (1877, pp. 311, 315, 342, 358), precisa che i D. ripeterono i modelli della R. Fabbrica, ed a tal proposito indica un gruppo di biscuit antico, raffigurante una Coppia in costume del secolo XVIII, montato su una base in terraglia dai D., oltre ad un vaso, un candeliere ed un pomo di bastone derivanti da modelli della R. Fabbrica. È al periodo più antico, verso il 1815, quando producevano una terraglia molto bianca coperta da spessa vernice porcellanata, che sono da assegnare due gruppi modellati da scultori che operarono anche nell'ambito della plastica da presepe napoletana: S.Michele arcangelo (Napoli, Museo S. Martino: Causa-Bonucci, 1964, fig. 19) eTobiolo e l'angelo (ibid., coll. private: Borrelli, 1985, p. 37). Al settore della "mezza porcellana" sono da assegnare il gruppo del Genio di Napoli che indica l'abbondanza della terra (Carafa Noia, 1877, p. 308) e Bacco e Cupido (ibid., p. 342).

Di non facile soluzione è il problema degli oggetti prodotti nell'ambito delle rappresentazioni plastiche d'impostazione ottocentesca ma riflettenti canoni settecenteschi, come la serie dei calamai la cui funzionalità era mascherata in una mossa base rococò con reticella (motivo tipico dei D.), derivante dalle decorazioni dei pavimenti e vasi del '700, sovrastata da un Ragazzino in ginocchio (Napoli, coll. Pisani) o da un Pulcinella gobbo (ibid., coll. privata). Questa serie, erroneamente attribuita ai Giustiniani (Putaturo Murano, 1981, tav. XV), fu realizzata nelle versioni della terraglia bianca e colorata (Borrelli, 1961). 1 gruppi di figure in costume del sec. XVIII, o quelli dell'inizio dell'800, come quelli del Museo Correale di Sorrento (erroneamente attribuite alla fabbrica Giustiniani: Morazzone, 1938, p. 8) sono ripetizioni eseguite verso il 1840 di modelli della prima produzione dei D. (1815 circa). Non diversamente la Coppia di borghesi a passeggio (Napoli, coll. Novelli) certo dei D. sia per la tipica base marmorizzata sia per la funzionalità del tronco di albero porta penna, elemento che mostra l'idea "dell'oggetto-regalo". Ripetizione di modelli ottocenteschi, verso il 1840, è, la serie dei Pulcinella con le scimmie (Carafa Noia, 1877, p. 353; Museo Correale, Sorrento; Napoli, coll. Di Donato), alcuni con la tipica spessissima patina d'invetriatura dei D. che determinava, nel giro di pochi anni, lo spellamento detto "del saltar via".

Il "presepe" napoletano, tra Settecento ed Ottocento, costituì un avvenimento artistico di - notevole rilievo nel quale la scena della "taverna" era arricchita da numerosi esemplari, in minute proporzioni, dei medesimi oggetti in maiolica che allietavano le tavole del tempo: una straordinaria serie di queste zuppiere, vassoi, piatti "alla reale", fiasche, lucerne, "giarre", "scafaree", ed altri oggetti dei D., era presente alla mostra del 1961 (Borrelli, vetrina 5). Nella medesima mostra erano presenti gli esemplari per serviti in terraglia bianca (Napoli, coll. Di Donato), una particozlarità della produzione dei D.: fioriere, rinfrescatoi da bicchieri, tazze, fondine, brocche, canestrelle per frutta, candelieri, burriere, zuppiere, acquamanili, stufette per gelati, tazze per brodo, salsiere, vassoi, serviti per déjeuner, per tête-à-tête, lattiere, teiere, bacili e brocche per barba, fornelli per pipe, tabacchiere, oliere, portaprofumi. A tale genere appartengono le zuppiere "a tripode", con le protomi leonine o di Medusa, nelle varianti policrome o bianche di piccole rose (Napoli, coll. privata) siglate "F.D.V.N." (Fabbrica Del Vecchio, Napoli).

Le marche non sono sempre decifrabili e databili: la "F.D.V." va riferita alla produzione più antica, presumibilmente fino al 1818, nella gestione di Gaetano e prima delle larghe esportazioni all'estero; mentre l'aggiunta di "N" (Napoli) può giustificarsi proprio con la diffusione fuori dell'Itafia. La marca "Del Vecchio" e quella "Del Vecchio, N.", in corsivo, possono riferirsi al più noto periodo della gestione di Cherinto, sia per la similitudine con le marche recuperate a tergo di mattonelle databili, sia per quel raffinato gusto, che fu proprio di Cherinto, di trasferire le tecniche delle porcellane sulle terraglie. A tale genere appartengono gli eccezionali inediti oggetti, dalla raffinata decorazione (Napoli, coll. G. Donatone), fino ad ora erroneamente attribuiti alla fabbrica Giustiniani per la cromia elegante e miniaturata nelle scene di soggetto popolare (il ritorno dalla festa della Madonna dell'Arco e una vendita di pesci), raffigurate su un grande "cratere", e della Galateasu un piccolo vassoio, ambedue siglati "F.D.V.N. (Borrelli, 1985, p. 34). Risultano marcati "Dei Vecchio N." oggetti in stile "etrusco" ed in terraglia bianca del Museo S. Martino, Napoli; mentre non sono stati recuperati quelli che il Mosca (1908) indica segnati dalla marca "Del Vecchio" preceduta e seguita da un rombo.

Fonti e Bibl.: R. Liberatore, Dei saggi delle manifatture napoletane esposti nella solenne Mostra del Regno delle Due Sicilie, in Annali civili, IV (1834), pp. XXVII s.; G. Novi, Dell'industria ceramica nel Napoletano, in Atti d. Ist. di incoraggiamento, Napoli 1865, p. 36; Esposizione naz. di belle arti, a cura di P. Carafa Noia, Napoli 1877, pp. 308-342, 353, 358; G. Novi, Ifabbricanti di maioliche e di terraglie in Napoli, in Atti dell'Acc. Pontanzana, XIV (1881), p. 171; L. Mosca, Napoli e l'arte ceramica, Napoli 1908, p. 126; G. Morazzone, Il Museo Correale di Sorrento, Roma 1938, p. 8; I Mostra storica dell'arte della maiolica a Napoli, a cura di G. Borrelli, Napoli 1961, pp. n.n.; M. Causa Picone-A. M. Bonucci, Mostra di oggetti e di documenti storici nelle raccolte dei depositi del Museo di S. Martino, Napoli 1964, p. 59; A. Carola Perrotti, Porcellane e terraglie napoletane dell'Ottocento, inStoria di Napoli, IX, Napoli 1972, pp. 851-856, 865 s., 876 s.; G. Donatone, La Reale Fabbrica di maioliche di Caserta, Napoli 1973, pp. 49 s.; Id., La maiolica napoletana del Settecento, Napoli 1981, fig. 64; M. Rotili, La manifattura Giustiniani, aggiornamento a cura di A. Putaturo Murano, Napoli 1981, pp. 103-119; G. Borrelli, Inediti e rivalutazioni della ceramica Del Vecchio, in Napoli nobilissima, XXIV (1985), pp. 30-44; Id., La maiolica e la terraglia tra arte e artigianato, in Lo Spazio (Napoli), I (1986), pp. 140-144.

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Modificato da francesco77
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Inviato

Caro Francesco,

anche sotto l'ombrellone, nonostante la distrazione del mare e del "passeggio" a cui facevi riferimento, riesci sempre a regalarci un piccolo grande pezzo di storia...napoletana :hi:

Matteo Sforza


Inviato

Caro Francesco,

anche sotto l'ombrellone, nonostante la distrazione del mare e del "passeggio" a cui facevi riferimento, riesci sempre a regalarci un piccolo grande pezzo di storia...napoletana :hi:

Matteo Sforza

Purtroppo non è conosciuta abbastanza, una cultura sbalorditiva...


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