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Inviato

Sottoscrivo in toto gli interventi di Polemarco e Alberto.

Aggiungo solo che oltre ai collezionisti vi sono studiosi che pur non essendo archeologi o storici di professione hanno pubblicato moltissimo e con opere al loro attivo di qualita' riconosciuta ove gli archeologi stessi si formano e studiano per potersi qualificare per la propria professione

Infine la tematica della collaborazione tra Pubblico e Privato e i suoi benefici per il discorso di valorizzazione dei beni culturali e' oggi promossa con molta convinzione dal ministro Franceschini come recentemente ribadito agli Stati Generali dei beni culturali

I progetti di cui abbiamo parlato su queste colonne sono stati antesignani di questa tendenza e si iscrivono perfettamente nelle direttive che il ministero/ministro stanno impartendo

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Inviato

«Art. 9-bis. (Professioni dei beni culturali). 1. Gli interventi di tutela, di vigilanza e ispezione e di protezione e conservazione dei beni culturali nonché quelli relativi alla fruizione dei beni stessi, di cui ai titoli I e II della parte seconda del presente codice, da qualunque soggetto realizzati, sono affidati alla responsabilità o alla diretta attuazione, secondo le rispettive competenze, di archeologi, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi esperti di diagnostica applicata ai beni culturali, storici dell'arte, in possesso di adeguata formazione e professionalità, nonché alla responsabilità o alla diretta attuazione degli operatori delle altre professioni già regolamentate».

Mi sembra un po' più articolato di quanto si pretenda: archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi etc etc.

Si parla poi soltanto di tutela, vigilanza, ispezione, protezione e conservazione, nonché fruizione.

La catalogazione in quale di queste attività dovrebbe rientrare ?

Direi che catalogare un bene equivale a tutelarlo, quindi a valorizzarlo e renderlo fruibile.

se non avviene la catalogazione non lo si preserva da eventuali sparizioni e quindi non lo si tutela.

se non lo si tutela e non lo si mostra non lo si valorizza e ciò comporta che non lo si può rendere fruibile a tutti.

tutto ciò è intuibile facilmente anche leggendo l'innumerevoli post scritti sul forum in queste pagine.


Inviato

MAP neanch'io voglio polemizzare, ci mancherebbe altro. Pero' invito a non trasformarsi improvvisamente in funzionari reali piu' realisti del re :)

se ripercorriamo la storia della numismatica noteremo dei numismatici straordinari i cui contributi sono validissimi tutt'oggi che non provenivano affatto dalle fila dei numismatici professionisti, anche se lo erano piu' e meglio di loro. Un solo nome per non annoiare gli altri: il prof. Ulrich Bansa divenuto `"professore di numismatica" ma solo dopo aver concluso tutta la sua carriera come militare !

Naturalmente gli esempi si sprecherebbero. Era solo un modo per spronare ad allargare le vedute e non fossilizzarsi su regolamenti restrittivi che non sempre colgono appieno il senso delle cose che vengono fatte bene :

una volta la "burrata" si ricopriva e conservava in una foglia di palma.. da quando è stato introdotto un regolamento UE questa non puo' piu' essere utilizzata per timori igienici, ergo oggi la foglia di palma è diventata di "plastica!". Rispetto della norma , norma stupida ? giudicate voi ..

caro numa numa la nuova legge è una buona norma, una pessima norma? è una norma punto e come tale va rispettata.

quanto ai numerosi studiosi di cui discutete se sono così più bravi dei professionisti inquadrati dalla nuova legge, tanto da non avere nulla da invidiare a questi e non ho dubbi, per loro sarà una passeggiata prendersi i titoli minimi previsti dalla legge per essere riconosciuti come aventi diritto a svolgere la nuova professione appena riconosciuta. :lol:


Inviato

caro numa numa la nuova legge è una buona norma, una pessima norma? è una norma punto e come tale va rispettata.

quanto ai numerosi studiosi di cui discutete se sono così più bravi dei professionisti inquadrati dalla nuova legge, tanto da non avere nulla da invidiare a questi e non ho dubbi, per loro sarà una passeggiata prendersi i titoli minimi previsti dalla legge per essere riconosciuti come aventi diritto a svolgere la nuova professione appena riconosciuta. :lol:

Cara MAP le norme vanno sempre rispettate.

La qualifica di bravo numismatico pero' e l'affidamento di progetti di responsabilità la si guadagnano con conoscenza, esperienza e pubblicazioni e non basta un pezzo di carta.

Se un dottorando/to in numismatica è bravo porte apertissime ci mancherebbe, ma a quelli che vantano solo il pezzo di carta per reclamare un posto al sole allora preferisco chi ha "provato" di valere con articoli/libri/conferenze/gestioni di progetti etc.

C'è un'Italia dei corporativismi che difende supinamente gli interessi di parte indipendentemente dalla validità di chi li reclama e c'è un'Italia aperta, imprenditoriale che accetta e sa condurre le sfide.Nella storia economica e culturale del nostro Paese queste due anime si sono alternate e convivono tuttora.. Vogliamo chiederci chi ha contribuito maggiormente alla crescita del Paese ? ;)

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Inviato

Ci vorrebbe un pò di sano pragmatismo e noi stessi, i privati, siamo ben lungi dal voler sminuire il lavoro degli specializzandi e specializzati in numismatica, che anzi dovrebbero essere assunti in pianta stabile in maggiore numero e contribuire in prima fila alla tutela delle numerose raccolte pubbliche. Un piccolo risultato contro la crisi culturale (che purtroppo ha una scala molto vasta) e contro la disoccupazione giovanile.

Si spera solo che, ottenuto il posto stabile, non si rischi di sedersi sopra oppure di essere utilizzati in maniera impropria (per tutt'altre faccende….).

Quello che non va bene è l'assenza di dialogo tra i "laureati accademici" e i "privati". Ci sono esperienze diverse ed esistono comunque dei privati che hanno buone conoscenze in determinati settori e dobbiamo auspicare un sano e proficuo travaso delle rispettive conoscenze.

In tutti gli altri paesi è normale questo spirito di collaborazione e a Parigi agiscono dei teams che lavorano specificatamente sulle monete celtiche, dove collaborano insieme laureati specializzati e privati appassionati di questa disciplina e che hanno maturato utili conoscenze. E' il solito principio della meritocrazia, che notoriamente ha attecchito molto poco qui in Italia.

Chi sa deve dare il suo contributo.

Non si tratta di una banale ovvietà, in quanto è proprio un sereno dialogo tra i privati e i vari laureati sia di carriera universitaria sia ministeriale (comprendendo anche le Soprintendenze) che può agevolare anche la ricerca per una equilibrata normativa che possa tutelare i vari diritti (incluso anche quello del collezionismo privato).

Se cominciamo subito col guardare in cagnesco i privati che collaborano (a titolo gratuito, se non talvolta a spese proprie) con l'intima preoccupazione che un simile lavoro possa togliere potenziali posti ai laureati disoccupati, non potremo mai progredire verso una migliore cultura.

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Inviato (modificato)

@@MAP

Perdoni, non certo per polemica (di cui, sinceramente, non sentiamo entrambi bisogno), nel pieno rispetto delle reciproche opinioni (e non è un modo di dire), e - soprattutto - ben consapevole dell'importanza del Suo lavoro e del passo in avanti dato dalla norma in commento,

Le faccio presente che per tutela, io (ma ovviamente posso sbagliare) sono propenso ad intendere la difesa (propriamente detta) dei beni culturali e non lo studio dei medesimi (è difficile pensare che lo studio e l'approfondimento non rendano più "fruibili" tali beni per la collettività e li "tutelino").

Se si estende la preclusione a qualsiasi momento (blasonato o meno) strumentale e funzionale alle attività previste dalla norma, si potrebbe giungere a risultati paradossali: ad esempio, il semplice spolverare o fotografare le monete equivarrebbe a tutelarle e l'impresa di pulizia del Colosseo dovrebbe essere costituita da squadre di archeologi (ovviamente mi scuso, sin d'ora, per il paragone che, davvero, non vuole essere offensivo, ma intende dimostrare - con l'immediatezza di una istanza retorica - le perplessità che mi suscita una linea interpretativa contraria ed estensiva)

D'altra parte (e qui, un cosiddetto colpo d'ala proprio per scusarmi nuovamente della "melensaggine" in cui sono appena incorso), se la catalogazione è studio ed è - contemporaneamente - tutela e, quindi, costituisce attività protetta, anche gli studenti universitari di archeologia-numismatica dovrebbero essere già laureati in archeologia qualora volessero, ad esempio, redigere una tesi di laurea su una determinata categoria di monete, prendendone diretta visione, per contrastare una già avvenuta catalogazione (contrastare una catalogazione equivale a fornirne, in alternativa, un'altra).

Lo immagina il povero studente universitario finire sotto processo per esercizio abusivo della professione (perchè questo dovrebbere essere il reato di cui si parla) per aver tentato di "ri"catalogare delle monete.

Mi rendo conto che la norma non è proprio perspicua e che c'è bisogno di necessari distinguo.

Mi rendo conto, altresì, che con due tanto blasfeme quanto spicciole "reductiones ad absurdum" non si vincono le diatribe, ma i paradossi aiutano a prendere contezza del problema.

Polemarco

Modificato da Polemarco

Inviato (modificato)

Scusate, ma io con queste sciocchezzuole ci campo da trenta anni.

La norma dice che le attività protette potranno essere affidate alla responsabilità o alla diretta attuazione dei professionisti elencati.

Tutto ciò significa che alcune attività protette potrebbero essere affidate alla responsabilità dei professionisti ma non anche alla attuazione diretta dei medesimi.

Ne consegue che l'archeologo-numismatico potrebbe utilizzare a tal fine e sotto la propria responsabilità una squadra di non titolati per l'attuazione delle funzioni riportate dalla norma.

Altrimenti la norma avrebbe detto "alla responsabilità e alla diretta attuazione".

Tanto dovevo

Polemarco

Modificato da Polemarco
  • Grazie 1

Inviato

Scusate, ma io con queste sciocchezzuole ci campo da trenta anni.

La norma dice che le attività protette potranno essere affidate alla responsabilità o alla diretta attuazione dei professionisti elencati.

Tutto ciò significa che alcune attività protette potrebbero essere affidate alla responsabilità dei professionisti ma non anche alla attuazione diretta dei medesimi.

Ne consegue che l'archeologo-numismatico potrebbe utilizzare a tal fine e sotto la propria responsabilità una squadra di non titolati per l'attuazione delle funzioni riportate dalla norma.

Altrimenti la norma avrebbe detto "alla responsabilità e alla diretta attuazione".

Tanto dovevo

Polemarco

La ringrazio innanzitutto.

Ragionando per assurdo e in base a quanto lei dice e sottolinea con quell' "o", si potrebbe verificare anche la paradossale situazione in cui vi fosse una direzione gestita da un non professionista con l'attuazione svolta da professionisti. crede che sia possibile nella volontà del legislatore atto a stabilire con una norma un chiaro distinguo ben preciso tra titolati e non titolati, tra professionisti e non professionisti? se così fosse nulla sarebbe diverso rispetto allo stato precedente, in quanto tutti potrebbero fare tutto(sia gestione che attuazione). esattamente come è accaduto prima dell'approvazione di tale legge.

Che ne pensa?


Inviato

Ringrazio Polemarco per la sua interpretazione "autentica" degna di uno specialista.

Comprendo le preoccupazioni di MAP ma vorrei rassicurarla che nessuno vuole rubare il lavoro agli archeologi professionisti.

Mark Blackburn, co-autore con Philip Grierson del MEC 1 , uno dei testi fondamentali di numismatica medievale europea era un finanziere (nel senso esperto di Finanza e Mercati) alla Kleinwort & Benson che ad un certo punto abbandono' la sua professione per diventare numismatico, assistente di Grierson e successivamente professore di numismatica a Cambridge non essendosi mai laureato formalmente in tale materia

. Con la nuova legge in Italia non avremmo possibilità di avere un Blackburn .

C'è spazio per tutti, l'importante è fare.


Inviato

@@MAP

La ratio della norma dovrebbe essere quella di favorire la professionalità titolata senza escludere l'apporto di esperti formatisi sul campo.

Si tratta di iniziare a regolare una situazione dapprima non regolata.

Non si possono perdere professionalità - comunque conseguite, ma spiccate- improvvisamente.

Il processo deve essere necessariamente lento.

D'altronde la "chiara fama" ha costituito sempre "titolo".

Non voglio sollevare vespai, ma citare la Costituzione: se chi ha illustrato l'Italia, può (poteva) essere nominato senatore ...

Polemarco


Inviato (modificato)

C'è spazio per tutti, l'importante è fare.

caro numa numa se si è sentita l'esigenza di regolamentare una professione, forse è dovuto al fatto che qualcuno ha approfittato di un vuoto legislativo. ora colmato. non succederà nulla? vedremo. io credo che cambierà molto e molti progetti in essere o da venire dovranno essere rivisti.

e non mi appellerei a ragionamenti quali la catalogazione non è tutela, perchè sarebbe comunque un progresso, una valorizzazione e in conseguenza fruizione. una moneta non catalogata non può essere visionabile. quindi direi che il tutto rientra nella norma.

si insiste sul concetto di chiara fama. ma leggittimata da chi? da non professionisti che giudicano altri non professionisti? il titolo è un atto ufficiale, scritto, non discutibile ed opinabile.

Poi lo ripeto, se questi non professionisti sono così preparati, da meritare chiara fama, non avranno problemi a conseguire un semplice "pezzo di carta".

citare la costituzione, polemarco, è molto utile. cominciando dall'articolo 1. l'italia è una repubblica fondata sul lavoro. e nella parola lavoro è insito il concetto di retribuzione, che una mancata regolamentazione professionale aveva impedito. ora non più. è meglio prenderne atto.

Saluti Maria A.

Modificato da MAP

Inviato

Come fa un archeologo a occuparsi di Numismatica (infatti sono pochissimi quelli che lo fanno, alcuni in maniera egregia), non sapendo nulla di circolazione monetaria e di flussi finanziari...? Il Numismatico dovrebbe scaturire da studi di Economia.

Arka

P.S. E' solo un esempio per dimostrare che la materia è molto complessa...

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Supporter
Inviato

Ho riunito e introdotto in questa sede l'interessante argomento in quanto avevo previsto che, al solito, si sarebbero accesi gli animi su una materia niente affatto secondaria.

Non stiamo parlando di figure che sono preposte, come giustamente evidenziato da Polemarco (col codice alla mano), alla tutela, vigilanza, ispezione, protezione, conservazione e fruizione di beni culturali (e quindi anche delle monete). E' ovvio che ci vogliono figure riconoscibili sul piano professionale e con titoli legali, in quanto esistono anche delle oggettive responsabilità.

Ma qui stiamo parlando di contributi culturali che, se mi permettete, è cosa un pò diversa e complessa.

Da persona concreta (almeno lo ritengo), avevo subito tirato fuori un esempio pratico, come quello del Museo Nazionale Romano che ha avviato una collaborazione con cultori privati di provata esperienza (con pubblicazioni alle spalle, accolte anche in ambienti accademici). Magari, e lo auspico, che ci siano anche numismatici con adeguati titoli di laurea in grado di fornire un valido aiuto nei vari settori specialistici. Basta cercarli….

Veramente è stata MAP, una archeologa con interessi in numismatica, a balenare la possibilità di denunce….. e su quali basi?

Per esercizio abusivo della professione, come un falso medico?

Ma non fatemi ridere….

Qui c'è una professionista, con adeguati titoli di laurea, che è la responsabile del medagliere del museo romano. E' lei che si assume la responsabilità della tutela e fruizione di monete, in quasto caso della zecca di Milano. Chiaramente e in prima battuta potrebbe rivolgersi ad altri archeologi/numismatici per la catalogazione. Ma se individua altre persone, al di fuori dello specifico percorso universitario, che hanno dato dimostrazione di possedere competenze e che non vengono neppure pagate per il competente aiuto, sinceramente non vedo dove sta il "reato".

Una cosa è collaborare a studi numismatici a fini di lucro (allora diventa una sorta di esercizio abusivo di professione), altra cosa è contribuire in via gratuita alla crescita culturale.

Allora dove la mettiamo con la famosa meritocrazia? Solo chi sa dovrebbe vedere premiata la sua conoscenza.

Nella storia della numismatica ci sono tanti esempi di illustri numismatici, che hanno dedicato anni e anni a seri studi per sincera passione, fino ad avere riconoscimenti di alto prestigio, anche se per lo più onorari.

All'estero è prassi comune, senza scomodare il caso limite di Max van Bahrfeldt, che era un generale dell'esercito prussiano, criminale di guerra (I guerra mondiale), condannato a morte nel 1925 da un tribunale del Belgio, ma che in Germania divenne docente onorario in numismatica, all'Università di Halle, con studi che ancora adesso sono consultati (migliore destino umano ebbe il grande Ulrich Bansa, di lontane origini danesi, anche lui proveniente dall'ambiente militare, ma in Italia).

Lasciamo stare lo spettro delle denunce. Qui si tratta semplicemente di riconoscere le giuste competenze, con giusti titoli per i giusti riconoscimenti di responsabilità legale, ma ritengo che sia sempre possibile aprirsi a un fecondo dialogo anche con altri cultori, proveniente da ambienti privati.

Altrimenti saremo fatalmente destinati a un chiuso corporativismo, autoreferenziale, cosa particolarmente perniciosa in una situazione che vede coinvolti seri e preparati collezionisti italiani (allora dovrebbero rimanere zitti !?).

Buon pomeriggio

In pratica al Museo nazionale Romano sta avvenendo ciò che normalmente avviene, è avvenuto, ed avverrà (sempre meno, spero, grazie all'informatica).

Ricordo ad esempio quando un Notaio doveva redigere un atto, magari di compravendita e doveva verificare se su quel bene catastale c'erano gravami o ipoteche di sorta.

Non ci andava certo il Notaio in catasto a far girare le carte....verificare la completezza dei documenti archiviati in faldoni polverosi......ci andava il ragazzo di studio o il Maresciallo in pensione; se però veniva fatto un errore di trascrizione e l'atto invalidato, la responsabilità se la prendeva il Notaio.

saluti

luciano


Inviato (modificato)

caro numa numa se si è sentita l'esigenza di regolamentare una professione, forse è dovuto al fatto che qualcuno ha approfittato di un vuoto legislativo. ora colmato. non succederà nulla? vedremo. io credo che cambierà molto e molti progetti in essere o da venire dovranno essere rivisti.

e non mi appellerei a ragionamenti quali la catalogazione non è tutela, perchè sarebbe comunque un progresso, una valorizzazione e in conseguenza fruizione. una moneta non catalogata non può essere visionabile. quindi direi che il tutto rientra nella norma.

si insiste sul concetto di chiara fama. ma leggittimata da chi? da non professionisti che giudicano altri non professionisti? il titolo è un atto ufficiale, scritto, non discutibile ed opinabile.

Poi lo ripeto, se questi non professionisti sono così preparati, da meritare chiara fama, non avranno problemi a conseguire un semplice "pezzo di carta".

citare la costituzione, polemarco, è molto utile. cominciando dall'articolo 1. l'italia è una repubblica fondata sul lavoro. e nella parola lavoro è insito il concetto di retribuzione, che una mancata regolamentazione professionale aveva impedito. ora non più. è meglio prenderne atto.

Saluti Maria A.

Sarà che ho sempre avuto una sincera antipatia per i diritti di posizione, le esclusive, i corporativismi che portano maggiori costi e taglieggiamenti per la povera gente e nessun beneficio al pubblico interesse. Sarà che sono uno di quei volontari che ha "ignorantemente" e gratuitamente prestato il proprio tempo ad un ente per rendere fruibile e comprensibile il proprio patrimonio (ente che non potrà mai pagare per una simile operazione e che quindi semplicemente non renderà più fruibili i propri materiali). Sarà per tutto questo, ma leggo con estremo disagio quanto stai scrivendo e prima di tornare al mio silenzioso disagio vorrei solo farti notare che non necessariamente professionismo e professionalità camminano in parallelo così come cultura e conoscenza non sono necessariamente legati ad un titolo.

A tal proposito vorrei proporti questo piccolo spezzone di film, tratto da Will Hunting - genio ribelle, che penso rappresenti in modo impeccabile il succo delle due posizioni qui presenti.

http://www.youtube.com/watch?v=3p8ayxvPMYI

sinceramente felice di essere fra quelli che serviranno hamburger.....

un caro saluto

Mario

Modificato da mariov60
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Inviato

Io non scomoderei Hunting, anche se è simpatico, ma mi sembra che già 417sonia abbia colto un giusto aspetto.

Non entro nel merito del corso di laurea, con specializzazione in numismatica, in quanto esso dovrebbe contemplare la conoscenza della Numismatica nelle sue varie sfaccettature, da quella archeologica (con analisi delle monete che provengono da scavi archeologici) a quella finanziaria (con valutazione anche delle possibili dinamiche finanziarie che regolano la circolazione e in base al contesto storico).

Sono sicuro che un corretto percorso universitario, unito a una sincera passione per la materia, possa produrre un buon studio e una valida base di conoscenza, che viene via via ampliata con l'esperienza.

Un esempio è fornito da Federico Carbone, uno specializzando in numismatica all'Università di Salerno, che ha prodotto un interessante e valido studio su "Le monete di Paestum tra I sec. a.C. e I sec. d.C.", edito dalla Società Italiana di Numismatica (guarda caso una associazione privata) nel 2014.

Siamo i primi a dare spazio a questi giovani, nella speranza che possano proseguire i loro amati studi e anche una giusta collocazione professionale ed economica.

Ma a mio modesto giudizio non possono essere soli e arrivare a una sorta di completo monopolio sulle conoscenze numismatiche. Si creerà inevitabilmente un corporativismo autoreferenziale e quindi non esente da seri contraccolpi sulla cultura generale.

Basterebbe agevolare il dialogo anche con i cosiddetti "volontari" privati di sufficiente esperienza e sono sicuro che la cultura trarrà solo giovamento da una simile sinergia.

E' chiaro che ognuno deve stare al suo posto.

Se un Museo vuole catalogare una collezione di monete ivi presente, dovrebbe in prima battuta cercare un giovane con titoli professionali, che andrebbe anche pagato per il suo lavoro. Noi siamo felici e il primo e fondamentale risultato sarà quello di vedere finalmente pubblicato un simile catalogo. Al massimo possiamo intervenire per agevolare il suo lavoro e pubblicare i risultati. Purtroppo sono capitati lavori di schedatura non più seguiti da reale emersione, ossia pubblicazione con foto delle monete. Posso assicurare di avere visto vecchie schede, scritte da laureati in archeologia, che contenevano errori, dovuti per lo più a inesperienza e carenza di riferimenti bibliografici (anche dell'epoca).

Noi siamo sempre pronti a dare una mano, senza togliere il pane a nessuno. Il vero problema è più a monte ed è sia culturale sia politico. Non è sempre facile trovare giovani laureati che sappiano fare il lavoro in certi settori, specialmente se poco noti o studiati. Ci sono intere emissioni che sono state conosciute solo grazie a cultori privati, che magari hanno più facile accesso a certe informazioni precluse al mondo accademico (ma questo non dipende dai privati, ma dalla particolare situazione normativa che causa una maggiore chiusura dello stesso mondo collezionisti, che è poco tutelato….).


Inviato (modificato)

Scusatemi,

avrete ormai capito che sono un moderato, non nel senso politico del termine, ma nel senso che tendo a vedere punti di incontro e di dialogo, piuttosto che momenti di rottura.

La denominazione della laurea di un medico è "medicina e chirurgia" (almeno lo era ai miei tempi, adesso non so)

Quanti di voi si farebbero operare per un'appendice infiammata (non dico una operazione di neurochirurgia, parlo di una volgare appendicite) dal proprio medico (sicuramente bravissimo) di base ?

Quanti da un infermiere ferrista ? E senza nulla togliere ai medici di base ed agli infermieri ferristi.

D'altra parte, lessi - una volta - di un medico che, in aereo, salvò un altro passeggero affetto da uno pneumotorace, operandolo con un coltellino ed usando una gruccia (come divaricatore) e l'esterno di una penna (pensate all'involucro esterno di una bic) per permettere all'aria di fuoriuscire.

Ma è forse questa la normalità ?

Cosa sarebbe accaduto se l'intervento di fortuna fosse stato ripetuto per mille, diecimila volte etc. ?

Probabilmente ci sarebbe scappato il morto.

Ho contrastato (spero con garbo e con quella dose di accortezza che meritano una questione tanto complicata come la presente) le affermazioni di MAP.

Ma devo contrastare con lo stesso garbo (e la stessa accortezza) quelli che affermano al pari di Carlo V (pare che si fosse affacciato dal balcone, completamente sbronzo) "todos caballeros".

La natura non fa salti (e così la cultura).

Polemarco

P.S.

Di geni ribelli (sicuramente affascinanti, lo ammetto: anche io avrei preferito essere un genio ribelle - e non lo sono - piuttosto che un povero cristo, che questo io sono) se ne conoscono ben pochi.

Tentare di usarli come prova, dà l'idea della debolezza della tesi.

Modificato da Polemarco

  • 4 anni dopo...
Inviato

Riprendo questa discussione per segnalare che il 20 maggio 2019 è stato firmato il decreto attuativo della legge 110/2014 e quindi l'ambito archeologico(compreso quello epigrafico, numismatico, bronzistica e tutto ciò che attiene alla cultura materiale) diviene regolamentato.

Per ogni funzione sono previsti percorsi formativi specifici. Requisito minimo per lavori di base è la laurea triennale in materie storico-archeologico con esami dettagliati a seconda della mansione che si intende fare.

I funzionari di Stato dovranno attenersi scrupolosamente ai requisiti previsti nella scelta di collaboratori esterni.

La giungla degli "amici degli amici" giunge a termine.

Saluti

Michele


Supporter
Inviato

Certo ........


Inviato

Un pezzo di carta è un pezzo di carta.. e basta. Una laurea, un diploma, un corso di specializzazione, un master e via discorrendo abilitano a tutte le professioni del mondo e a tutti i "poteri di conoscenza" ma rimangono pezzi di carta. Ci sono molti più "geni ribelli" di quel che si vede in giro.....non si vedono perchè il "potere dei pezzi di carta" quando non può sottrargli la conoscenza, la genialata, l'invenzione di successo....molto semplicemente li oscura e li getta nell'oblio della dimenticanza. Nei casi più gravi li denigra pubblicamente e li infanga con quasi nessuna possibilità di riabilitazione.
In particolar modo l'Italia è STRAPIENA di errori grossolani  e  gravi da parte di medici, avvocati, storici, funzionari e via discorrendo che non vengono volutamente portati a conoscenza. DI brevetti invenzioni o "scoperte" che altro non sono il lavoro sottratto...ad altri più bravi e più preparati..ma con meno titoli.

Le università e gli studi professionali, gli uffici pubblici ribollono di addetti seriamente "incavolati" perchè tutto il frutto del loro lavoro gli è stato sottratto in nome e per conto di un titolo o di una carriera..spesso politica piuttosto che seria , professionale e basata su studio e passione  per  il lavoro da fare.

Non saranno altri corsi su corsi che cambieranno un modo di agire e operare...

PS Io ho più di un pezzo di carta....ma non ho mai "sottratto conoscenza o sapere" ne ho mai permesso ad altri di farlo..e mi è costatyo un po' caro.. e quelli che ci hanno provato non sono pochi !!!


Inviato

La curiosità pratica numismatica che chiederei a questo punto  a @Pugliese50 da lettore e appassionato dei BDN che se non sbaglio sono sotto la supervisione del MIBACT e del Museo Nazionale Romano, e’ se questi cataloghi fatti da molti studiosi privati finora subiranno delle variazioni in futuro, più una curiosità, non da estensore degli stessi, ma da interessato lettore....


Inviato

Strano aveva riscosso più interesse nel 2014 questa discussione...

Riflettendo poi sono passati comunque 5 anni però ...


Inviato

Il Bollettino di Numismatica - sotto la direzione del Museo Nazionale Romano è un  esempio di successo - e di grande visibilità - della collaborazione pubblico-privato innumerevoli volte auspicata proprio su queste pagine - oltre che in molti altri contesti - con grande insistenza negli anni passati. Dal 2013 ad oggi sono stati pubblicati 45 bollettini - e molti altri sono in lavorazione - che hanno eprmesso di far conoscere materiali della collezione Reale - ma anche di ripostigli/ritrovamente inediti - che giacevano da decenni non descritti e non pubblicati fornendo in tal modo a studiosi in primis - oltre che appassionati una fonte primaria di materiale in gran parte inedito fondamentale per la prosecuzione degli studi.   I collaboratori sono scelti con molta cura e rappresentano - per ciascun ambito prescelto - nomi di riferimento per la monetazione descritta in ciascun Bollettino. Fra i collaboratori si annoverano sia numismatici professionisti in ambito accademico che specialisti con ampia attività di ricerca e pubblicistica alle spalle (partecipazioni a congressi, pubblicazioni in riviste di fascia A etc.).  Sarebbe magnifico se tale esempio di collaborazione e di organizzazione fosse seguito - applicando i medesimi criteri selettivi e di qualità - anche da altri musei (alcuni lo hanno già fatto - penso al Museo del Bargello e Archeologico di Firenze, ma anche altri minori) per pubblicare le proprie collezioni - di cui spesso non esistono  cataloghi e a volte nemmeno inventari - mettendole finalmente a disposizione di tutti gli interessati.

  • Grazie 2

  • ADMIN
Staff
Inviato

Già, e quanti degli autori dei bollettini hanno una laurea triennale in materie storico-archeologiche con esami specifici?


Inviato
1 ora fa, incuso dice:

Già, e quanti degli autori dei bollettini hanno una laurea triennale in materie storico-archeologiche con esami specifici?

Vedi Incuso io posso avere una  laurea triennale in materie storico-archeologiche (come le definisci tu) e non capire una beata cosa della monetazione di Parma e non essere di fatto troppo bravo a  classificare i dati  che mi vengono affidati. Oppure essermi occupato da una vita di monete di Parma, aver scritto in riviste di fascia A , pubblicato testi riconosciuti dalla critica, partecipato a convegni internazionali, essere riconosciuto (anche all'estero) come esperto di quella monetazione  e magari fare anche un ottimo lavoro di classificazione per i Bollettini. Chi sarà piu' utile - alla Comunità - per questo specifico compito ?

 


  • ADMIN
Staff
Inviato

Eh ma con me sfondi una porta aperta.

Personalmente penso che la laurea certifichi che una persona ha fatto un certo percorso formativo e che dovrebbe aver raggiunto un determinato livello di competenza. Pretendere tale certificazione può aver senso quando il lavoro che devo assegnare ad una persona mi espone a potenziali rischi ma ne ha molto meno quando i rischi non ci sono. La direzione di un museo mi sembra ricadere nel primo caso, la catalogazione molto di piú nel secondo.

 

Dimenticavo di precisare:  sono di Parma ed effettivamente mi occupo di monetazione di Parma, ma spero che nessuno pensi che la persona di cui parla numa numa sia io, perché non è assolutamente così!


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