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Inviato (modificato)

Sapete suggerirmi qualche risorsa (anche ulteriore alle nostre) dove è possibile reperire informazioni su:

-la coniazione e l'evoluzione delle tecniche

-la coniazione nel Sud Italia dell'Ottocento

-l'evoluzione storica delle forme dei tondelli

inoltre riguardo alla coniazione dei contorni

-Qual è la prima moneta che presenta una legenda e un contorno elaborato?

-Come si conia e si coniavano i vari contorni (incuso,rilievo,rigato etc ect)?

grazie anticipatamente :)

Modificato da Fid
Inviato

Probabilmente lo avrai già letto, in caso contrario ti segnalo la parte dei manuali relativa alle tecniche di coniazione della Roma imperiale per comprendere la coniazione di quel periodo e relativi errori di conio:

http://manuali.lamoneta.it/CONIO.htm


Inviato (modificato)

grazie,ottimo lavoro che avevo già avuto modo di apprezzare :)

sarebbe interessante vedere, anche tramite l'aiuto di utilissime vignette, come avveniva la coniazione in epoche successive con la modifica dei tondelli e delle tecniche di coniazione ed in particolare come avviene la coniazione dei contorni (tecnica da me totalmente sconosciuta)

conoscete qualche altra risorsa in rete o editoriale?

Modificato da Fid
Inviato

Grazie Fid :)

Molto interessante la tabella con il rapporto colore-materiale.

Adesso mi chiedo quale possa essere la percentuale nelle monete auree in oro giallo e in oro rosso. :unsure:

Per esempio per i marenghi dove la percentuale in oro è pari a 900/1000, suppongo che la tonalità dipende proprio dal metallo usato per la parte restante.


Inviato (modificato)
Grazie Fid :)

Molto interessante la tabella con il rapporto colore-materiale.

Adesso mi chiedo quale possa essere la percentuale nelle monete auree in oro giallo e in oro rosso. :unsure:

Per esempio per i marenghi dove la percentuale in oro è pari a 900/1000, suppongo che la tonalità dipende proprio dal metallo usato per la parte restante.

139214[/snapback]

prego (anche se mi sono limitato a riportare un lavoro fatto da altri :P )

Ho notato che sulla coniazione e le sue tecniche esiste molto materiale online(sopratutto in lingua inglese) e lo stesso autore della pagina web da me riportata indica fra le sue fonti un bel po' di altri siti,se trovo qualcosa sull'oro lo riporto in questa pagina

Modificato da Fid
Inviato
Ho notato che sulla coniazione e le sue tecniche esiste molto materiale online(sopratutto in lingua inglese) e lo stesso autore della pagina web da me riportata indica fra le sue fonti un bel po' di altri siti,se trovo qualcosa sull'oro lo riporto in questa pagina

Ok grazie :)


Inviato (modificato)

cercando si trova sempre qualcosa,penso che questa piccola opera possa essere molto interessante

tratto da http://www.viandante.it/sito24/work/7VIIAC...sec.%20a.C..php

Monete

600 a.C., un anonimo artigiano della Lidia dà inizio alla storia della coniazione di monete.

Il procedimento, tanto semplice e geniale da rimanere in uso fino all'età moderna senza sostanziali cambiamenti, è costituito da due fasi:

- I) nella fusione si preparano pezzetti o lastrine di metallo;

- II) si piazza il tondello fra due matrici (dette anche conii o stampi) su cui sono incisi i disegni che sono stampati su di esso a forza di mazza o di martello.

Le matrici si ottengono col bronzo indurito con lo stagno e una volta incise vengono temprate. L'inferiore, il conio diritto, il più importante perché dà origine al lato nobile della moneta, viene lavorato accuratamente; il conio superiore, rovescio, ha la duplice funzione di spingere il metallo del tondello entro il disegno ricavato dal conio diritto, e scoprire nel contempo l'interno per mostrare che è di metallo buono (nei primi due secoli è sostituito da un punzone quadrato).

486 a.C., Dario I è a capo di un impero senza precedenti. I persiani hanno conosciuto l'uso del conio e la tecnica di battere moneta in Lidia, loro terra di conquista, dove viveva il popolo dei Sardi, che fu il primo a emettere tondelli di electron con impresso il peso e il sigillo reale. Divenuti esperti nell'arte di separare l'oro dall'argento, sotto il regno del leggendario re Creso furono in grado di coniare accanto ai primi sicli, monete stampate con solido oro, dando luogo al primo corso bimetallico della storia. Apprezzata l'idea, Dario il Grande la importa e i suoi abili artigiani danno inizio alla coniazione degli splendidi darici o "arcieri persiani" il cui uso si estenderà dall'Egitto fino al Pamir, lungo un territorio di 5.000 km.

Tracia, III sec. a.C., avviene la rivoluzione tecnica del procedimento di coniazione: le dracme di argento sono coniate schiacciandole fra due matrici, non più punzonandole da un conio all'altro.

le officine che producono denaro diventano centri propulsori e gli addetti ai lavori acquisiscono uno status sociale che li spinge a difendersi come una casta, tramandandosi i segreti della lavorazione. Accanto a loro si forma però ben presto un drappello di imitatori: i falsari.

Inizia così una partita mai terminata.

All'inizio più che falsate, le monete vengono alleggerite, tosate, sbavate. Il rimedio posto dai coniatori ufficiali è quello di segnarne in qualche modo i bordi perché si capisca se c'è stato prelievo.

A Roma, in un tentativo antifrode vengono coniati denari fortemente dentellati: in seguito il metodo viene tralasciato a favore di bordi lavorati con maggiore leggerezza.

Solamente le monete più povere, come gli oboli di Sparta e le bronzee assi romane, sono al riparo di quei frodatori che, muniti di una semplice lima, riescono a ricavare polvere di metallo prezioso.

Roma, 194 d.C., viene scoperta una fabbrica di monete false: i coniatori la stampavano in bronzo, ricoprendola poi con un sottile foglio di argento e spacciandola come denarius: da questo momento si usa il metodo di rigirare la moneta, facendola tinnare per capire, dal suono, se il metallo è di quello buono.

Da Nerone in poi alleggerire le monete sarà una contagiosa malattia dei governanti. Egli alleggerisce intanto l'aureus e il denarius con notevole profitto personale.

sotto Federico Barbarossa lo pfenning diventa talmente sottile che risulta difficile incidere ambedue le facce;

a Venezia il denaro pesa ormai solo 0,4 grammi al posto dei 2 prescritti;

il marco francese di Luigi VII pesa 1,3 grammi;

in Gran Bretagna la sterlina d'argento va controtendenza dando prova di stabilità economica e di buon governo, tanto che quando le Crociate aprono nuovi mercati essa si trova a dominare gli scambi commerciali in Oriente e in Occidente. Accanto ad essa convivono il besante bizantino, il dinar arabo e il maravedino spagnolo, tutte e tre coniate in oro.

1290, con Filippo il Bello, re di Francia e nipote di san Luigi, inizia il primo "furto di Stato": egli fa passare il valore del grosso da 13 denari tornesi fino a 39…non per niente la storia lo ricorda come il "re dei falsari" e Dante lo condanna duramente: "vizio da mercanti e non da re".

In Inghilterra Enrico VIII rompe con la tradizione monetaria della sua terra, facendo coniare monete d'argento il cui titolo si abbassa progressivamente da 37/40 a 10/40.

1430 ca, accanto all'incaricato ufficiale, Giusfredo Martini, spunta un socio occulto: Eliseo Migliori;

intanto Nesio Franchi denuncia davanti ai Commissari il responsabile della zecca Ser Agnello di Fondora con l'accusa di battere moneta d'argento non buona, né conforme alle disposizioni stabilite; velocemente il conduttore e il suo socio vengono rimossi senza che alcun provvedimento penale venga preso nei loro confronti; nel tempo che ancora rimane per terminare il mandato di gestione, l'incarico viene affidato a Francesco Forteguerra che aggiunge il suo segno alle monete coniate ed emette il nuovo carlino d'argento. Allo scadere del contratto egli viene confermato per un periodo di due anni assieme a Martini. Sotto la loro guida il famoso fiorino d'oro di Lucca cambia volto: nel conio rovescio non c'è più la figura di S. Martino ma una lettera L contornata dalla scritta "Karolus Imperator", i bolognini di argento hanno due multipli: i grossetti di argento e i grossi per il doppio e il quadruplo del loro valore, mentre per la moneta nera si usano i quattrini.

Un gran numero di monete false di accurata fattura rischia di travolgere la credibilità del denaro lucchese nelle piazze toscane; il Consiglio Generale approva quindi una serie di decisioni tra cui:

- concessione dell'immunità a chi rivela tempestivamente l'esistenza di falsari, seppure implicato personalmente nel traffico illecito,

- introduzione della pena capitale per chi conia moneta, anche buona, fuori dall'ambito della zecca.

Accade che, tra le varie piste seguite, la polizia s'imbatta in un arrestato il quale, sotto tortura, dichiara come i grossi venissero imbiancati per apparire d'argento, ma riesce poco dopo a sfuggire all'interrogatorio esibendo un privilegio ecclesiastico acquisito nelle vesti di oblato agostiniano. La pista del clero è aperta, ma non appena le indagini appurano che alcuni rappresentanti della Chiesa locale sono implicati non solo nello smercio ma anche nella coniazione di moneta falsa, l'inchiesta viene regolarmente insabbiata.

A condurre la zecca lucchese c'è Eliseo Migliori, che nonostante tutto riesce a essere confermato per ben 14 anni come conduttore della zecca, divenendo nel giro di pochi anni uno dei capitalisti emergenti di Lucca.

1431, primavera, in un clima disperato Lucca giunge a requisire gli arredi di argento delle sue chiese pur di battere moneta; prende così avvio la singolare storia della sua zecca che per tutto il secolo sarà coinvolta da scandali a non finire.

1433, aprile, con l'avvento della pace si decide per la ricostruzione economica; i lavoratori della seta, vanto di Lucca, emigrati negli anni duri in attesa di tempi migliori, sono richiamati in patria. Viene indetta una gara d'appalto per il laboratorio della zecca.

Il nuovo contratto prevede tra l'altro un preciso limite alla coniazione di moneta nera che per il suo scarso valore incorre spesso nel pericolo di svalutazione. Un editto stabilisce l'emanazione di:

- fiorini d'oro che da un lato recano l'immagine del volto santo, dall'altro quello di S. Martino a cavallo;

- bolognini di argento del peso di 1,161 gr, con lega 750/1000;

- moneta nera, cioè seini del peso di 0,871 gr, lega 125/1000.

1439, luglio, il Gonfaloniere di giustizia ritira dal commercio tutte le monete di bassa lega per rifonderle e batterne di nuove; i seini della repubblica lucchese, già ampiamente svalutati, sono ben poco apprezzati dalle città limitrofe; ne sono stati emessi evidentemente un numero eccessivo;

il popolo mormora:

il Consiglio Generale decide allora la medesima sorte per tutte le monete circolanti battute a Lucca; il metallo proveniente dalla fusione dei seini e dei bolognini vecchi viene riciclato per fare fronte ai costi della manovra. La partita si chiude con un cambio di mano forzato nella conduzione della zecca, ma a tutto vantaggio dei colpevoli di frode o di illecito, che non vengono processati, ma semplicemente destituiti. [Negli anni successivi saranno addirittura confermati nel loro incarico].

agosto, non fidandosi nemmeno del nuovo conduttore Bartolomei Stefani, gli Anziani decidono di porre sotto controllo la coniazione delle monete. Si avviano trattative per la nomina di "preposti pro tempore", in pratica magistrati creati ad hoc.

1474, gli Anziani decidono di:

- prendere visione delle onete coniate a Lucca e di quelle batturte a Firenze, Siena e altrove;

- provvedere a che quelle lucchesi siano della "stessa bontà";

- stabilire a tale effetto modi, ordine e capitoli secondo i quali esse debbano essere coniate;

- decidere trasparenza della gara di appalto digestione della zecca.

Nulla viene fatto di tutto questo e Giusfredo Martini non viene rimosso.

Il governo della città si vede costretto a varare una manovra intesa a sottoporre il funzionamento della fabbricazione di monete a un più rigido controllo pubblico:

- si introduce la contabilizzazione relativa alla coniazione e al movimento dell'argento in entrata e in uscita;

- i nomi dei fornitori di metalli preziosi hanno l'obbligo di essere annotati;

- vengono inoltre registrate le mansioni svolte da tutti i lavoranti con i resoconti giornalieri delle attività;

- si prescrive che eventuali soci siano dichiarati e soprattutto registrati.

1478, Nicolao Arnolfini, il nuovo concessionario in carica, rivolge una supplica al Consiglio Generale perché mitighi le condizioni del locatore "ingiustamente severe" rispetto a quelle delle altre città toscane. I membri della Commissione chiamata a decidere sulla petizione non riescono tuttavia a concludere nulla; allo scadere della sua gestione la zecca viene chiusa per sette mesi non trovandosi nessuno disponibile ad assumere il nuovo incarico.

1500, Londra, I moneyers, lavoratori della Zecca, dopo essersi opposti ferocemente all'introduzione di procedimenti meccanici nella lavorazione delle monete, devono arrendersi all'uso dei Waltzenprägung [coni cilindrici] e della pressa a vite; le monete ottenute sono di ottima qualità con ambedue i metodi;

1550, le matrici a facce curve fanno un ingresso trionfale con pubblica dimostrazione ad Ausburg; sono poi gradualmente abbandonate a favore del metodo della pressa;

nello stesso periodo viene inventato un sistema di protezione contro limature o sbavature: oltre la Manica si sperimenta la marcatura routinaria del bordo che viene ottenuta in fase di coniazione, per mezzo di virole godronate;

1663, solo ora il governo inglese riesce ad imporsi ai lavoratori della zecca installando ingombranti presse a vite. A parte le imperfezioni (difetto nei conii) la velocità è strabiliante.

1774, con l'avvento del vapore, il proprietario di una zecca privata, l'industriale di Birmingham Matthew Boulton e il suo direttore, l'ingegnere James Watt, ne applicano l'uso alla laminazione del metallo, al taglio dei tondelli e alla coniazione delle monete.

Superati gli inevitabili problemi tecnici, i due mettono a punto interi impianti per zecche che saranno l'origine della loro fortuna.

Verso la fine del XVIII secolo diventano rinomati fornitori di numerosi Stati, dalla Danimarca alla Russia.

1774, qualche mese prima dell'inizio delle ostilità il Congresso americano decide (fiducioso negli esiti bellici) di emettere una carta moneta per supportare gli sforzi rivoluzionari. Questa valuta, non convertibile, si basa sulla "piastra" spagnola, prendendone il nome "storpiato". La sua emissione si gonfia fino a poter contare in circolazione dollari per 451 milioni (1781)

1810, la Zecca reale inglese abbandona la storica sede della Torre di Londra ed inaugura i nuovi impianti a Tower Hill;

1817, per celebrare la storica vittoria su Napoleone I e riassestare l'economia dissanguata da lunghi anni di guerra, gli inglesi varano una riforma monetaria: la nuova emissione di monete d'oro e d'argento è coniata con la "pressa Boulton" e sui bordi di ognuna è impressa una fine e regolare zigrinatura.

Nello stesso anno l'ing. tedesco Dietrich Uhlhorn brevetta una pressa a leva. La macchina riesce a sfruttare il vapore con molta maggiore efficacia del metodo britannico, ed ha un minore ingombro;

la versione francese, la "pressa Thonnelier" migliora ancor di più l'idea della ginocchiera, e viene introdotta a Parigi e Filadelfia.

1882, solo ora Londra decide di sostituire le sue presse con il "modello Heaton", sempre di fabbricazione inglese, ma che usa brevetto tedesco con opportune modifiche.

Modificato da Fid
  • 4 anni dopo...
Inviato

Mi scuso per l'intromissione nella discussione, ma sono un semplice neofita nell'ambito e, pertanto, colgo l'occasione di porre un mio piccolo quesito in merito.

Tra le monete auree che detengo, marenghi, sterline e marchi (XIX e XX secolo), ho notato una piccola amenità in merito alla coniazione: la lettura di dette monete (Recto-Verso) è da destra a sinistra, per quelle di area germanica, scandinava, britannica e sue colonie, nonché della Spagna e della Russia zarista mentre, occorre capovolgere la moneta, dall'alto in basso, per tutte quelle coniate in Italia, Paesi Bassi e quelli di area francofona, più la Confederazione Elvetica.

Come queste peculiarità?

Si possono forse esplicare dall'utilizzo di un certo brevetto di coniazione da una parte e di un altro tipo per gli altri Paesi?

So che è una domanda un poco bislacca, ma fin da piccolo, avevo notato tale differenza: avendo avuto un marengo napoleonico ed un venti marchi oro all'età di dieci anni, pensavo all'eterna rivalità franco-germanica.

In attesa di una qualche delucidazione in merito, sperando di non offendere nessuno per questa mia mera curiosità, ringrazion a tutti voi.

Servus


Inviato

Grazie per la cortese risposta.

In effetti mi riferivo ai differenti assi di rotazione delle coniazioni.

Sarà un caso che quella "alla tedesca" è applicata nella monetazione britannica (e sue colonie), russa e scandinava, oltre a quella ispanica.. mentre quella "alla francese" nei così detti Paesi Latini (eccezion fatta per la Spagna)?

Vale atque vale ;)


Inviato

Grazie per la cortese risposta.

In effetti mi riferivo ai differenti assi di rotazione delle coniazioni.

Sarà un caso che quella "alla tedesca" è applicata nella monetazione britannica (e sue colonie), russa e scandinava, oltre a quella ispanica.. mentre quella "alla francese" nei così detti Paesi Latini (eccezion fatta per la Spagna)?

Vale atque vale ;)

Non è, comunque, qualcosa di fisso. In Regno Unito, ad esempio, gli assi non sono sempre alla tedesca, anche se ho conosciuto qualche collezionista britannico "purista", che considerava gli assi alla francese (per le monete britanniche) come una sorta di errore/orrore.


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