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IGNORED

La tutela del bene. Risvolti normativi.


bizerba62

Risposte migliori

Ottimo Acraf

Un po' di sano pragmatismo, senza inutili giri di parole e faticosi (dialetticamente) distinguo

E' questa la linea da portare avanti con le Istituzioni.

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Ciao.

"Ottimo Acraf
Un po' di sano pragmatismo, senza inutili giri di parole e faticosi (dialetticamente) distinguo.
"

Mah. Mi pare che la necessità di precisare i "faticosi distinguo" l'abbia giustamente segnalata anche acraf:

Forse faresTi bene a rileggere una parte del Suo post nr. 75:

"Naturalmente non servono parole al vento, ma concrete iniziative che recepiscano quanto sopra, partendo anche dalla necessaria qualifica di "moneta archeologica" (che è solo quella con preciso contesto archeologico, ossia proveniente da documentato scavo archeologico) e di "moneta bene culturale" (che è solo quella di grande importanza storica e artistica). Si intuisce che è la seconda la nozione più difficile da definire. Resterebbero fuori ad esempio tutti i comuni bronzetti quasi illeggibili e al massimo lo Stato è legittimato a manifestare interesse verso esemplari molto rari e di grande pregio. Se sono decontestualizzati e provenienti per di più dal commercio professionista lo Stato non dovrebbe fare nulla, se non semplicemente prendere atto della sua esistenza e al massimo proporre un acquisto diretto per colmare una effettiva lacuna nelle collezioni pubbliche.

Appare ovvio che un simile passaggio presuppone una motivazione molto solida e anche una ottima conoscenza numismatica, che non sempre è ravvisabile nelle Autorità."

Va bene essere ottimisti e pragmatici.,,,,però se "quotiamo" un messaggio, almeno leggiamone i contenuti.

La "necesssaria qualificazione" di monete archeologica cosa pensi che sia se non "un faticoso distinguo" sul quale ancora vi è fortissimo disaccordo fra le Parti?

E la definizione di moneta "bene culturale" (vedi sempre intervento di acraf) che altro è se non un "faticoso distinguo" sul quale trovare convergenze che al momento non si riscontrano?

Sarebbe bello risolvere tutto con una "pizzata" o con un evento conviviale all'insegna dell'ottimismo, ma temo che non sia sufficiente.

Forse è necessario approfondire proprio quei "faticosi distinguo".

Saluti.

Michele

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Ciao.

"Ottimo Acraf

Un po' di sano pragmatismo, senza inutili giri di parole e faticosi (dialetticamente) distinguo."

Mah. Mi pare che la necessità di precisare i "faticosi distinguo" l'abbia giustamente segnalata anche acraf:

Forse faresTi bene a rileggere una parte del Suo post nr. 75:

"Naturalmente non servono parole al vento, ma concrete iniziative che recepiscano quanto sopra, partendo anche dalla necessaria qualifica di "moneta archeologica" (che è solo quella con preciso contesto archeologico, ossia proveniente da documentato scavo archeologico) e di "moneta bene culturale" (che è solo quella di grande importanza storica e artistica). Si intuisce che è la seconda la nozione più difficile da definire. Resterebbero fuori ad esempio tutti i comuni bronzetti quasi illeggibili e al massimo lo Stato è legittimato a manifestare interesse verso esemplari molto rari e di grande pregio. Se sono decontestualizzati e provenienti per di più dal commercio professionista lo Stato non dovrebbe fare nulla, se non semplicemente prendere atto della sua esistenza e al massimo proporre un acquisto diretto per colmare una effettiva lacuna nelle collezioni pubbliche.

Appare ovvio che un simile passaggio presuppone una motivazione molto solida e anche una ottima conoscenza numismatica, che non sempre è ravvisabile nelle Autorità."

Va bene essere ottimisti e pragmatici.,,,,però se "quotiamo" un messaggio, almeno leggiamone i contenuti.

La "necesssaria qualificazione" di monete archeologica cosa pensi che sia se non "un faticoso distinguo" sul quale ancora vi è fortissimo disaccordo fra le Parti?

E la definizione di moneta "bene culturale" (vedi sempre intervento di acraf) che altro è se non un "faticoso distinguo" sul quale trovare convergenze che al momento non si riscontrano?

Sarebbe bello risolvere tutto con una "pizzata" o con un evento conviviale all'insegna dell'ottimismo, ma temo che non sia sufficiente.

Forse è necessario approfondire proprio quei "faticosi distinguo".

Saluti.

Michele

Credo si faccia ancora confusione tra i "content" , quali appunto le definizioni di ' bene archeologico' 'culturale' e loro relativi trattamenti normativi su cui e' sacrosanto discutere

e distinguo dialettici sulle varie posizioni che ripetute, ad libitum, hanno il solo effetto di stancare l'audience manifestando una chiara mancanza di spirito costruttivo e corporativo

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