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Inviato (modificato)

Quindi ora verranno fuori monete di Lanciano con sigle? Ma non mi dire! Per caso il tarì oggetto di questa discussione rientra tra questi?

:lol: :lol: :lol:

sono già venute fuori e manco te ne sei accorto.

La tua grande preparazione mi illumina sempre di più!

Il tarì di questa discussione non c'entra nulla, è una delle tue solite bufale numismatiche che riempiono da tempo le riviste.

Modificato da mero mixtoque imperio
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Inviato

sono già venute fuori e manco te ne sei accorto.

La tua grande preparazione mi illumina sempre di più!

Sei un grande! Allora buon lavoro e a presto! :clapping:

...................... :rofl:


Inviato

Un consiglio è d'obbligo: manda l'articolo alla Rivista Italiana di Numismatica. Le grandi scoperte devono avere un palcoscenico scientifico.

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Inviato

Un consiglio è d'obbligo: manda l'articolo alla Rivista Italiana di Numismatica. Le grandi scoperte devono avere un palcoscenico scientifico.

Ti ringrazio di cuore per il gentile consiglio, sono un umile studioso ed appassionato, con tutti i difetti che un essere umano può avere (compresi i refusi), un numismatico non di professione e che fa nella vita tutt'altro lavoro, che si diletta a colloquiare con la gente tra i convegni, messaggi, forum e quant'altro, non vivo economicamente di numismatica perchè non vendo libri né monete, quelle poche pubblicazioni a firma del sottoscritto le regalo, scrivo qualche articolo e aggiorno cataloghi ma non percepisco un solo euro dagli editori, piuttosto mi faccio donare un po' di copie per farne dono ad amici e parenti.

In poche parole non ho bisogno di palcoscenici perchè non sono un attore, sono quello che la gente vede.

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Inviato (modificato)

Infatti il palcoscenico non serve a te, serve alla notizia. Se supera il referaggio vuol dire che la ricerca ha un peso scientifico, che purtroppo allo stato mi pare davvero latitante.

Modificato da mero mixtoque imperio

Staff
Inviato

A questo punto, in termini di contenuti, non c'è altro da aggiungere.

Abbiamo monitorato la discussione fin dall'inizio ed oggettivamente i toni utilizzati sono stati da scontro e non da confronto. Trasformare un interessante dibattito in una guerra non giova a nessuno, ci auguriamo vivamente che questo non accada più.

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Inviato (modificato)

Chiedo venia a tutti se durante le discussioni vi sono state alcune frecciatine da ambo le parti che hanno distolto l'attenzione dalla vera motivazione che mi ha spinto ad aprire la discussione e la pubblicazione di alcune monete che ha rafforzato le basi delle mie perplessità sull'effettiva coniazione di monete senza sigle a Lanciano. In accordo con @@Rapax riapro la discussione ed invito lo staff a sorvegliare il regolare avanzamento dei commenti.

Andiamo avanti.

Come già anticipato ho reperito in archivio molte altre prove a suffragio di quanto scritto, analizzando altre monete napoletane di Filippo II, Filippo III e Filippo IV in archivio ho riscontrato moltissime coincidenze riguardo l'accoppiamento di conii di dritti e rovesci di monete con e senza sigle, il tutto per dimostrare con prove certe, anche se oramai non ce ne sarebbe più bisogno, che il rarissimo tarì postato nell'intervento 1 di questa discussione non è un caso isolato e che tutto il discorso va ben oltre il semplice accoppiamento di conii, desidero per tanto affrontare il tema dell'utilizzo dei punzoni di queste monete con chiunque vorrà interagire.

In poche parole le immagini che mostrerò di seguito e nel corso dei prossimi mesi dimostreranno inequivocabilmente che a Napoli vennero coniate monete con sigle e senza sigle e che le motivazioni della mancanza delle stesse in un conio non sono ricercare in un'altra zecca. Assodato per mezzo di prove fotografiche che i tarì postati nell'intervento 1 vennero battuti nella stessa officina monetaria con l'utilizzo dello stesso rovescio faccio notare come anche i punzoni adoperati per la loro coniazione siano gli stessi adoperati per altri tarì nonostante i conii fossero differenti e prodotti in periodi differenti, in poche parole ci troviamo di fronte allo stesso artista incisore che utilizzò le stesse attrezzature in un determinato arco di tempo.

Ecco due tarì di Filippo III classificati per l'esattezza in Pannuti Riccio 10 e 10A, il primo senza sigle e l'altro senza sigle, non voglio dilungarmi troppo onde evitare di tediarvi, per tanto ho ritenuto opportuno semplificare il confronto collocando alcuni indicatori sui punti in comune con tutti gli altri tarì aventi stesso/simile dritto (testa a sinistra). Chi ha seguito alcune discussioni sul tema della produzione dei conii e dei punzoni (magari qualcuno di voi potrebbe riesumare qualcuna di queste) avrà anche letto che il punzone raffigurava sempre un'effigie abbozzata ed approssimativa, tale punzone (con una tempera differente da quella utilizzata per la fusione del conio) veniva poi pressato sul conio definitivo (ma prima bisognava stemperare quest'ultimo), l'artista incisore provvedeva poi a rifinire ogni dettaglio ed elemento decorativo delle figure ed in particolar modo dell'effigie. Nei secoli scorsi c'è stata un'evoluzione tecnologica riguardante tali operazioni ma il concetto è stato sempre lo stesso, la manualità e l'originalità di certe operazioni di incisione erano maggiormente accentuate nel periodo antecedente al perfezionamento della zecca di Napoli (1683), per non parlare poi della costruzione dei caratteri delle leggende in epoca rinascimentale dove non esistevano caratteri completi ma scomposti, in quel caso l'incisore incontrava più difficoltà nella punzonatura dei caratteri che nell'effigie.

Nonostante queste due monete siano state battute da due conii differenti risulta palese con un breve confronto visivo come le due effigi furono opera dello stesso incisore che li incise in un arco di tempo praticamente breve (un conio senza sigle ed uno con sigle), gli elementi decorativi e la capigliatura coincidono perfettamente, ciò significa: stessi punzoni, stesse attrezzature, stesso incisore, stessa officina monetaria …........... e a comprovare ciò desidero far notare che lo stesso incisore di questi due ultimi tarì è lo stesso dei due tarì napoletani con cornucopie indagati nel post 1.

Tutto coincide e tutto è in stretto collegamento tra loro: persone, luoghi e attrezzature.

Ultima e definitiva prova: il punzone dell'effigie è lo stesso in tutti i tarì illustrati in questa discussione per via del segno sotto il mento del re consistente in un doppio bordo (cfr. punto indicato).

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Modificato da francesco77
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Inviato (modificato)

Rischio di ripetermi, ma intervengo al fine di sottolineare su quale filo esile vengano basate "le prove inconfutabili" a dire di costui.

Preliminarmente usa monete in bassa conservazione, le quali per tradizione, dalla numismatica antica a quella contemporanea, vengono trattate con molta cautela, se non addirittura scartate.

Dunque ci vengono proposti due esemplari dei quali non sapremo mai se uscirono da un conio con o senza sigle, tenuto conto che dove puntano le frecce che io ho inserito v'è evidente o verosimile traccia di sigla (forse non impressa a causa del conio stanco, o "abrasa" per i fautori della teoria dell'abrasione).

Ciò nonostante voglio far finta che le monete in questione non rechino le sigle come sostiene il nostro soggetto. A cosa si perverrebbe? Si perverrebbe al fatto che l'incisore preparava i coni per Napoli e per Lanciano, cioè quello che realmente accadeva. Praticamente la scoperta dell'acqua calda.

Perché attribuire a Lanciano quelle senza sigla? A causa dei precisi e reiterati ordini di apporre le sigle su quelle di Napoli nonché grazie ai numerosi privilegi di zecca concessi alla città di Lanciano.

Del resto non credo che il mastro di zecca di Napoli volesse sottostare alla pena prevista in ducati o once per il mancato rispetto degli ordini della Corte (apposizione sigle).

Io non capisco perché si vogliano complicare le cose? Devo pensare che lo scrivente di cui al precedente post abbia dei seri interessi economici, ma danaro e storia non sempre collimano.

Inoltre si può anche evitare di darsi il tono da santarellino di cui al post 79, perché buona parte degli utenti di questo forum la vede in modo nettamente diverso.

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Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato

Non posso trattenermi !! Ma se proprio tu hai riportato al nr. 1 una moneta con questo problema e in linea con quanto scrivi, senza sigle che invece le ha (Scudo - Filippo II) addirittura scrivendo Unico ..... ma ti rendi conto ? @@mero mixtoque imperio

@@francesco77 scusami una domanda....ma secondo l'ABC della Numismatica e delle regole in zecca i punzoni potevano uscire dai locali ?

Un'ultima considerazione........non riesco a comprendere del perchè il Sig. mero gode di tanta "IMMUNITA'" nel forum e da come vanno le discussioni e i nostri interventi mi sembra che i libri li abbiamo scritti noi e noi dobbiamo giustificarci di non sò che cosa quando è lui che dovrebbe farlo.


Inviato (modificato)

Come al solito leggi soltanto quello che ti conviene, perché alla nota 3 relativa all'es. 1 c'è scritto: "a meno che le sigle non siano invisibili".

Pertanto, per il mio libro, ho usato lo stesso metro che uso oggi sul forum.

Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato

Rischio di ripetermi, ma intervengo al fine di sottolineare su quale filo esile vengano basate "le prove inconfutabili" a dire di costui.

Preliminarmente usa monete in bassa conservazione, le quali per tradizione, dalla numismatica antica a quella contemporanea, vengono trattate con molta cautela, se non addirittura scartate.

Dunque ci vengono proposti due esemplari dei quali non sapremo mai se uscirono da un conio con o senza sigle, tenuto conto che dove puntano le frecce che io ho inserito v'è evidente o verosimile traccia di sigla (forse non impressa a causa del conio stanco, o "abrasa" per i fautori della teoria dell'abrasione).

Ciò nonostante voglio far finta che le monete in questione non rechino le sigle come sostiene il nostro soggetto. A cosa si perverrebbe? Si perverrebbe al fatto che l'incisore preparava i coni per Napoli e per Lanciano, cioè quello che realmente accadeva. Praticamente la scoperta dell'acqua calda.

Perché attribuire a Lanciano quelle senza sigla? A causa dei precisi e reiterati ordini di apporre le sigle su quelle di Napoli nonché grazie ai numerosi privilegi di zecca concessi alla città di Lanciano.

Del resto non credo che il mastro di zecca di Napoli volesse sottostare alla pena prevista in ducati o once per il mancato rispetto degli ordini della Corte (apposizione sigle).

Io non capisco perché si vogliano complicare le cose? Devo pensare che lo scrivente di cui al precedente post abbia dei seri interessi economici, ma danaro e storia non sempre collimano.

Inoltre si può anche evitare di darsi il tono da santarellino di cui al post 79, perché buona parte degli utenti di questo forum sa bene che il tipo ne ha combinate di cotte e di crude, con l'aggravante di persistere.

Pur rendendomi conto della gravità delle tue affermazioni nelle ultime righe farò come di solito faccio: ignoreró tali amenità e cercherò di rispondere attenendomi alle argomentazioni esclusivamente numismatiche. Ho molto rispetto della tua opinione e delle tue vedute ma se posso dire la mia c'è poco da controbattere; non so dove tu veda le sigle ma posso garantirti su ciò che ho di più caro che le sigle non ci sono, anche perché se c'è ben impressa l'effigie e i caratteri delle leggende non vedo perché la sigla deve essere consunta o impressa male.

A Napoli c'erano incisori che producevano conii per Napoli e Lanciano? Ottimo!

Vediamo i documenti.

Dulcis in fundo...... i conii e punzoni erano custoditi nella zecca dal maestro di conio il quale annotava quotidianamente su registri ogni minimo spostamento e incisione, compresi consegna e restituzione degli attrezzi e tutti i nomi di coloro che accedevano ad essi, eccetera. Fidati. ..... da Napoli non usciva nulla.

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Inviato

Scusa la domanda: hai letto bene ciò che ho scritto in merito ai punzoni utilizzati per i conii delle monete in oggetto? Che ne pensi?


Inviato (modificato)

Pur rendendomi conto della gravità delle tue affermazioni nelle ultime righe farò come di solito faccio: ignoreró tali amenità e cercherò di rispondere attenendomi alle argomentazioni esclusivamente numismatiche. Ho molto rispetto della tua opinione e delle tue vedute ma se posso dire la mia c'è poco da controbattere; non so dove tu veda le sigle ma posso garantirti su ciò che ho di più caro che le sigle non ci sono, anche perché se c'è ben impressa l'effigie e i caratteri delle leggende non vedo perché la sigla deve essere consunta o impressa male.

A Napoli c'erano incisori che producevano conii per Napoli e Lanciano? Ottimo!

Vediamo i documenti.

Dulcis in fundo...... i conii e punzoni erano custoditi nella zecca dal maestro di conio il quale annotava quotidianamente su registri ogni minimo spostamento e incisione, compresi consegna e restituzione degli attrezzi e tutti i nomi di coloro che accedevano ad essi, eccetera. Fidati. ..... da Napoli non usciva nulla.

Le mie affermazioni sono argomento di pubblico dominio, ma voglio soprassedere.

La mia non è un'opinione: sto solo scrivendo qui sopra che cosa fu ordinato di fare. La tua è un'opinione, una veduta etc.

Hai perfettamente ragione: "da Napoli non usciva nulla" che non fosse ordinato dalla Corte e dal re.

Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato (modificato)

Scusa la domanda: hai letto bene ciò che ho scritto in merito ai punzoni utilizzati per i conii delle monete in oggetto? Che ne pensi?

Non ho documenti precisi sui punzoni per cui non posso rispondere.

La linea portante è quella istituzionale, poi arriviamo all'esecuzione dei coni. Stai tranquillo che lavoro pure su Napoli, non solo su Lanciano e non ho alcun interesse ad individuare una zecca al posto di un'altra.

Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato

Le mie affermazioni sono di pubblico dominio, ma voglio soprassedere.

La mia non è un'opinione: sto solo scrivendo qui sopra che cosa fu ordinato di fare. La tua è un'opinione, una veduta etc.

Hai perfettamente ragione: "da Napoli non usciva nulla" che non fosse ordinato dalla Corte e dal re.

Ok. Per me va bene così. Hai detto la tua ed anche se non la condivido è giusto rispettarla. Poi magari sarà chi legge e osserva ciò che ho postato a valutare il peso della validità delle prove e delle argomentazioni. Per il momento ti ringrazio per la tua attenzione. Ti ricordo che è stata mia intenzione aprire questa discussione nella quale postare immagini e prove a supporto delle proprie argomentazioni. Da parte mia è stato fatto. Lasciamo quindi la discussione aperta in attesa di postare nei prossimi giorni altre immagini. Buona serata. Francesco

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Inviato

Va bene, buona serata


Inviato (modificato)

Rischio di ripetermi, ma intervengo al fine di sottolineare su quale filo esile vengano basate "le prove inconfutabili" a dire di costui.

Preliminarmente usa monete in bassa conservazione, le quali per tradizione, dalla numismatica antica a quella contemporanea, vengono trattate con molta cautela, se non addirittura scartate.

Dunque ci vengono proposti due esemplari dei quali non sapremo mai se uscirono da un conio con o senza sigle, tenuto conto che dove puntano le frecce che io ho inserito v'è evidente o verosimile traccia di sigla (forse non impressa a causa del conio stanco, o "abrasa" per i fautori della teoria dell'abrasione).

Ciò nonostante voglio far finta che le monete in questione non rechino le sigle come sostiene il nostro soggetto. A cosa si perverrebbe? Si perverrebbe al fatto che l'incisore preparava i coni per Napoli e per Lanciano, cioè quello che realmente accadeva. Praticamente la scoperta dell'acqua calda.

Perché attribuire a Lanciano quelle senza sigla? A causa dei precisi e reiterati ordini di apporre le sigle su quelle di Napoli nonché grazie ai numerosi privilegi di zecca concessi alla città di Lanciano.

Del resto non credo che il mastro di zecca di Napoli volesse sottostare alla pena prevista in ducati o once per il mancato rispetto degli ordini della Corte (apposizione sigle).

Io non capisco perché si vogliano complicare le cose? Devo pensare che lo scrivente di cui al precedente post abbia dei seri interessi economici, ma danaro e storia non sempre collimano.

Inoltre si può anche evitare di darsi il tono da santarellino di cui al post 79, perché buona parte degli utenti di questo forum sa bene che il tipo ne ha combinate di cotte e di crude, con l'aggravante di persistere.

Perdonami un'ultima domanda: nel tuo post 101 hai evidenziato qualcosa con la freccetta nel campo davanti agli occhi del re: per caso vedi delle sigle occulte di maestro di zecca? È solo per curiosità...... grazie mille. Modificato da francesco77

Inviato

Potrebbe essere (ricorda anche altre monete con gli stessi problemi), ma come già detto, accetto di sorvolare sulla presenza o meno.


Inviato (modificato)

Il mastro della zecca di Napoli è tenuto a segnare le monete, da documenti.

Non tutte ........!! non andare in giro, basta che leggi attentamente alcuni documenti che ci sono stati tramandati e vedi che su alcuni di essi c'è scritto su quali non andavano messe le sigle !!

Oltre al sempre e solito ordine/documento di Alfonso, hai detto "documenti" mostraci gli altri dove è scritto quello che sostieni......in quest'epoca sono trascorsi circa 200 anni e quell'ordine l'hai sciolto secondo le tue esigenze.

Oppure mostarane uno, che senza la tua teoria dell'esclusione, c'è scritto che le senza sigle sono state coniate a Lanciano.

Tanto per rinfrescarti la memoria, l'ordine di apporre le iniziali è riconfermato di continuo e con pene severe. Di conseguenza dalla zecca di Napoli non possono uscire monete senza sigla. Il parametro serviva proprio a distinguerle dalle monete di Lanciano. Però dimenticavo che questa discussione offriva le "le prove inconfutabili" del contrario. Certo che se ne ha di coraggio!

Almeno dal 1472

Ioan Carlo, noi havemo deliberato che in queste nostre cecche de napoli et de laquila da qua avante se battano le soptoscripte monete de oro et de argento con le lettere intorno designate: et che voi como ad mastro de dicte cecche possate fare la prima lettera del nome, o cognome vostro como è stato facto in le monete dela felice memoria del serenissimo s[ignore] Re nostro padre colendissimo[...] et non fate altramente per cosa alcuna.

( ASNA, Cancelleria Aragonese, Curiae, Napoli, 23 ottobre 1494, vol. 2, ff. 106v e 109r). Ordine presente in vasta bibliografia.

1561

Che in le monete che da cqua avante se cognarando cossì de oro come de argento se debbiano ponere doi segni uno del mastro di Zecca nel loco et modo come hoggi se osserva et l’altro del mastro de prova, de bascio et sotto quello del mastro di zecca. (…)

Le debbiano exequire et osservare ad unguem (…) sotto de privatione delloro offitii et altre ad arbitrio de sua excellentia reservata non fando il contrario per quanto haver cara la gratia de sua Catholica Maestà.

(AGS, Visitas de Italia, leg. 16, exp. 17, Instrucciónes para la cecca de la moneda, Napoli 22 settembre 1561, ff. 13r-15r) Cfr. La prova del metallo e l’esperienza di Vincenzo Porzio.

1623

Si ordini che in le monete che da qua avante si cognaranno cossì de oro come de argento si debbiano ponere due segni, uno de mastro di zecca del modo et loco come hoggi si osserva et l’altro del mastro di prova da basso, et sotto quello del mastro di zecca

(…)

Ve diciamo et ordiniamo che detti ordini debbiati fare pubblicare in detta Regia Zecca et in quella farli registrare, et si pongano in una tabella affissa in essa zecca acciò ad ogni uno sia note comandando a tutti officiali che li debbiano exeguire, et osservare adunque nelli sopradetti casi, et in ciascuno di esse in le lloro conditione sotto pena de privatione de lloro offici, et altro od arbitrio di S.E. reservato non fando lo contrario quanto haveti cata la gratia di Sua M.ta.

(ASNA, Sommaria, Dipendenze, fascio 15, Libro del Credenziero Maggiore, 21 gennaio 1623). Cfr. La lettera A sulle monete di Napoli.

Modificato da mero mixtoque imperio
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Inviato

Non me la devi rinfrescare perchè quello che hai riportato è stato già scritto da altri studiosi e lo trovi dapertutto, quello del 1623 si può ricavare anche in un BCNN !!

Ma secondo te gli altri hanno dormito ?

Postane uno nel quale si legge che le monete senza sigle, viceversa, sono ascrivilbili alla zecca di Lanciano, così come sono chiari questi documenti allora si che ci siamo.............fino a chè non lo trovi sono solo supposizioni, frutto di una "fantasia" coraggiosa, devo dire ammirevole per l'impegno che ci metti ma che altri non hanno azzardato.

Tutto qui !! ;)

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Inviato (modificato)

Si conosceva soltanto il doc. del 1623 sulle istruzioni della zecca che è parzialmente diverso dalle Instrucciones che recano i fatti aderenti al '500.

Basta con la menzogna, la devi finire di mentire, lo capisci o no?

Gli altri non avevano i privilegi di Lanciano e non potevano azzardare, ho semplicemente chiuso il cerchio.

Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato

Tanto per rinfrescarti la memoria, l'ordine di apporre le iniziali è riconfermato di continuo e con pene severe. Di conseguenza dalla zecca di Napoli non possono uscire monete senza sigla. Il parametro serviva proprio a distinguerle dalle monete di Lanciano. Però dimenticavo che questa discussione offriva le "le prove inconfutabili" del contrario. Certo che se ne ha di coraggio!

Almeno dal 1472

Ioan Carlo, noi havemo deliberato che in queste nostre cecche de napoli et de laquila da qua avante se battano le soptoscripte monete de oro et de argento con le lettere intorno designate: et che voi como ad mastro de dicte cecche possate fare la prima lettera del nome, o cognome vostro como è stato facto in le monete dela felice memoria del serenissimo s[ignore] Re nostro padre colendissimo[...] et non fate altramente per cosa alcuna.

( ASNA, Cancelleria Aragonese, Curiae, Napoli, 23 ottobre 1494, vol. 2, ff. 106v e 109r). Ordine presente in vasta bibliografia.

1561

Che in le monete che da cqua avante se cognarando cossì de oro come de argento se debbiano ponere doi segni uno del mastro di Zecca nel loco et modo come hoggi se osserva et l’altro del mastro de prova, de bascio et sotto quello del mastro di zecca. (…)

Le debbiano exequire et osservare ad unguem (…) sotto de privatione delloro offitii et altre ad arbitrio de sua excellentia reservata non fando il contrario per quanto haver cara la gratia de sua Catholica Maestà.

(AGS, Visitas de Italia, leg. 16, exp. 17, Instrucciónes para la cecca de la moneda, Napoli 22 settembre 1561, ff. 13r-15r) Cfr. La prova del metallo e l’esperienza di Vincenzo Porzio.

1623

Si ordini che in le monete che da qua avante si cognaranno cossì de oro come de argento si debbiano ponere due segni, uno de mastro di zecca del modo et loco come hoggi si osserva et l’altro del mastro di prova da basso, et sotto quello del mastro di zecca

(…)

Ve diciamo et ordiniamo che detti ordini debbiati fare pubblicare in detta Regia Zecca et in quella farli registrare, et si pongano in una tabella affissa in essa zecca acciò ad ogni uno sia note comandando a tutti officiali che li debbiano exeguire, et osservare adunque nelli sopradetti casi, et in ciascuno di esse in le lloro conditione sotto pena de privatione de lloro offici, et altro od arbitrio di S.M. reservato non fando lo contrario quanto haveti cata la gratia di Sua M.ta.

(ASNA, Sommaria, Dipendenze, fascio 15, Libro del Credenziero Maggiore, 21 gennaio 1623). Cfr. La lettera A sulle monete di Napoli.

:rofl: :rofl:

Nei documenti si parla sempre di Napoli, Lanciano non c'entra nulla. Le prove fotografiche postate in questa discussione sono indiscutibili e parlano chiaro, anche chi non ha mai avuto a che fare con monete napoletane ha capito che il cerchio è chiuso.

Lo so che in questi due giorni hai ricevuto delle batoste incredibili difficilmente superabili e sono dell'opinione che i tuoi tentativi di annaspare non sono altro che il frutto acerbo di un carattere forte di una persona tenace ed orgogliosa.

Non ti sto prendendo per i fondelli se ti scrivo che ti ammiro molto, continui a trascrivere documenti ad oltranza pur sapendo di non poter competere con quanto riportato in questa sede a sostegno delle mie affermazioni, ripeto, io sono un umile studioso che ha avuto la fortuna di reperire queste immagini, non porto avanti alcuna mia teoria. In passato c'erano i kamikaze (veri samurai!) che affrontavano a costo della morte le navi nemiche pur sapendo di non poter vincere una guerra, oggi, nel 2014 ci sei tu che stai sacrificando la tua credibilità numismatica pur sapendo di non poter competere con tali prove. Credimi, mi spiace contraddirti, i documenti che hai appena trascritto sono interessanti, alcuni già noti, ma Lanciano non c'entra nulla. :good: :hi:

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Inviato

Infatti quelle sono le prescrizioni per Napoli, non possono essere dirette a Lanciano.


Inviato

Infatti quelle sono le prescrizioni per Napoli, non possono essere dirette a Lanciano.

Meno male che l'hai capito anche tu, dai che prima o poi concorderai con me e diventeremo buoni amici (anzi, penso che già lo siamo, altrimenti non staresti qui a rispondermi). :good: :hi:


Inviato (modificato)

Meno male che l'hai capito anche tu, dai che prima o poi concorderai con me e diventeremo buoni amici (anzi, penso che già lo siamo, altrimenti non staresti qui a rispondermi). :good: :hi:

Io non disprezzo i documenti come te, per cui la vedo improbabile.

@@Reficul @@incuso

Prego espressamente gli amministratori di verificare il contenuto ingannevole di questo post.

Modificato da mero mixtoque imperio

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