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Inviato

La moneta qui illustrata rappresenta senza ombra di dubbio una delle massime rarità medievali dell'Italia Meridionale. Fino ad alcuni anni fà era considerato unico, CNI XVIII, coll. Brambilla.

La pubblicazione nel 2008 di un secondo e terzo esemplare con alcune particolarità (il terzo ahimè tosato) dovrebbe sciogliere ogni dubbio sulla sua attribuzione .......... ma ....... c'è sempre un ma.

Personalmente sono d'accordo con quanto scritto da Beniamino Russo negli Atti del I congresso di Numismatica (Bari, 21-22 novembre 2008), il follaro in questione è una rarissima emissione che commemora l'intitolazione della basilica di Gaeta a Santa Maria e Sant'Erasmo avvenuta in presenza del pontefice Pasquale II il 22 gennaio 1106 ma ........................ la cosa interessante è che nel XII secolo vi fu un avvenimento nell'antica Capua, l'odierna Santa Maria Capua Vetere, e non la Capua che tutti conosciamo (l'antica Casilinum), una sorta di coincidenza con quanto riportato al rovescio di questa moneta.

Domani vi posterò il terzo esemplare conosciuto.

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Inviato (modificato)

Ciao Francesco, bellissima moneta, volevo postare

dei riferimenti letterari relativi al follaro, ma potrei rovinare la sorpresa.

Li allego, semmai nei successivi post.

Saluti Elio

Modificato da eliodoro

Inviato

Ciao Francesco, bellissima moneta, volevo postare

dei riferimenti letterari relativi al follaro, ma potrei rovinare la sorpresa.

Li allego, semmai nei successivi post.

Saluti Elio

Ciao Elio, il D'Andrea - Contreras ce l'ho già, vedo che sei uno molto attento, mi fa piacere vederti attivo su questi argomenti, avevo visto il tuo post riguardo questo follaro, in realtà c'è un terzo esemplare che potrebbe sciogliere ogni dubbio. Come ben qualcuno saprà, nei due esemplari finora conosciuti risulta illeggibile tutta la parte sinistra della leggenda del dritto. Vediamo cosa ne pensano gli altri esperti medievalisti, anche se però devo ammettere che qui ci vorrebbe un commento da parte di qualche mio concittadino sammaritano infatti l'epigrafe al rovescio coincide incredibilmente con la storia di Santa Maria Capua Vetere di quell'epoca. ;)


Inviato

Ed ecco qui il terzo esemplare conosciuto, purtroppo lo stato di conservazione è molto basso ma il titolo DVX al dritto nella parte della laggenda invisibile in altri esemplari scioglie ogni dubbio sul fatto che quel Riccardo è il duca di Gaeta. Che ne pensate? Qualche altro esperto di medievali potrebbe pronunciarsi? Si tratta di una discussione molto importante perchè potrebbe porre fine ad una diatriba Gaeta-Capua che andava avanti da circa un secolo.

Resta poi una mia osservazione sulla storia della città di Santa Maria Capua Vetere del XII secolo che coincide incredibilmente con l'epigrafe al rovescio. ................

post-8333-0-54058400-1401874959_thumb.jp

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Inviato

Altra particolarità: questi due follari riportati nella discussione sono tondelli battuti dallo stesso conio, alcuni caratteri dell'epigrafe al rovescio sono praticamente ubicati nello stesso punto. Stesso stile dei caratteri e stesse caratteristiche, ciò confermerebbe l'estrema rarità, diversamente avremmo trovato follari battuti da conii differenti, infatti l'esistenza di più di conio è sinonimo di minore rarità.


Inviato (modificato)

Francesco dovresti farli vedere al nostro Presidente....che attribuisce molte coniazioni capuane a Bari....che per lui è una specie di Limosano. :blum:@@francesco77

Modificato da Liutprand

Inviato

Francesco dovresti farli vedere al nostro Presidente....che attribuisce molte coniazioni capuane a Bari....che per lui è una specie di Limosano. :blum:@@francesco77

@@Liutprand

E vabbè è ragazzo, comunque sappi che l'antica Capua (la nostra odierna Santa Maria Capua Vetere) venne abbandonata dopo l'anno 841 d.C. a seguito della distruzione saracena, poi rifondata nel XII nella zona che oggigiorno conosciamo come "località Sant'Erasmo" (in dialetto: Sant'Elm). Conosci la zona? ;)

Nemmeno a farlo apposta è la periferia occidentale della città più vicina a Capua. Tutti elementi che coincidono con l'epoca e l'epigrafe del follaro in questione. Interessante, vero? :good:


Inviato

@@Liutprand

E vabbè è ragazzo, comunque sappi che l'antica Capua (la nostra odierna Santa Maria Capua Vetere) venne abbandonata dopo l'anno 841 d.C. a seguito della distruzione saracena, poi rifondata nel XII nella zona che oggigiorno conosciamo come "località Sant'Erasmo" (in dialetto: Sant'Elm). Conosci la zona? ;)

Nemmeno a farlo apposta è la periferia occidentale della città più vicina a Capua. Tutti elementi che coincidono con l'epoca e l'epigrafe del follaro in questione. Interessante, vero? :good:

Conosco "appena" Sant'Erasmo...ci ho vissuto solo 30 anni...e sull'Anfiteatro andavo a giocare...poi, piu tardi ci andavo a fare....altro :rofl:

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Inviato

Conosco "appena" Sant'Erasmo...ci ho vissuto solo 30 anni...e sull'Anfiteatro andavo a giocare...poi, piu tardi ci andavo a fare....altro :rofl:

:acute: :acute:

Ciao Bernardino, hai qualche testo di storia locale che narra della storia del quartiere Sant'Erasmo o qualche notizia in archivio più precisa? Grazie mille


Inviato

Giù, a casa di mia madre dovrei avere qualcosa, quando ci vado guarderò. Su questo sito c'è qualcosa

http://www.webalice.it/maximiliano.verde/museo_torre_02.htm

Interessanti le pergamene della fine dell'XI secolo, la cosa coincide con quanto riportato al rovescio del follaro.


Inviato (modificato)

Nel libro di Mario Rasile "Le Monete di Capua" (chìsà come mai ce l'ho eh @@francesco77 :P) è scritto che questa moneta è di più probabile attribuzione capuana per via del fatto che "un follaro simile coniato sotto i Riccardi a Gaeta non si è mai visto, o non si era mai visto, e che sempre tali follari recano sia al D/ che al R/ una croce potenziata in cerchio, mentre qui abbiamo una R grande in cerchio, particolare insolito per i follari gaetani"...

Sant'Erasmo è una delle zone più antiche di Santa Maria Capua Vetere e, non potendo partecipare in modo migliore a questa discussione, mi limito ad inserire una notizia su questa zona della nostra città...è proprio in quell'edificio presente nella foto del link postato da @@Liutprand, oggi sede del Museo dell'Antica Capua, che qualche annetto dopo questo follaro nacque il Re Roberto d'Angiò...Scusate se non c'entra niente con la discussione ma penso sia una cosa interessante da sapere anche per chi non è di Santa Maria Capua Vetere :)

Ooops, mi sono appena accorto che nel link è già scritta questa notizia, scusate :P

Modificato da ermejoromanista
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Inviato

Non ricordo dove lo lessi alcuni anni fa, Carlo I d'Angiò dopo aver sconfitto Corradino a Tagliacozzo, mentre le portava a Napoli, dove lo farà giustiziare, si fermò durante il viaggio, per una notte, proprio alle Torri di S. Erasmo!


Inviato

La monetazione normanna si conferma sempre molto ostica. Ammetto che non rientra nelle mie specifiche conoscenze ma ho accettato di buon grado l'invito di Francesco a partecipare a questa discussione. Tra l'altro, come da lui anticipato, si parla di una delle rarità numismatiche del nostro meridione e quindi meritevole di qualsiasi approfondimento.

Vista la mia poca competenza in materia provo a limitarmi a fare un breve excursus su quanto finora scritto su questa moneta:

Si parte dal Sambon che nel suo "Repertorio generale delle monete coniate in Italia" al n°829 delle pp. 146-147, riporta la moneta attribuendola a Riccardo II (1090-1106) e battuta nella zecca di Capua. Tale attribuzione credo nasca dalla lettura del D/ ...D CAPE...

Attribuzione poi ripresa dai compilatori del CNI vol. XVIII, n°3 p. 245 - Tav. XIII n°5. Di seguito il disegno della moneta:

post-1880-0-59860900-1401897482_thumb.jp

Tale attribuzione è seguita anche da M. Rasile che non riporta la moneta nel suo lavoro sulla monetazione di Gaeta ma la riporta invece su quello sulla monetazione di Capua come già anticipato da ermejoromanista.

Passiamo alla Travaini. Nel suo "La monetazione nell'Italia normanna", a pag. 337, n° 436 troviamo la descrizione della moneta in oggetto. Secondo la Travaini l'attribuzione della moneta è incerta ma, proprio per il fatto che la moneta riporti i nomi di Santa Maria e Sant'Erasmo, farebbero attribuire il follaro alla zecca di Gaeta. Di seguito il disegno della moneta:

post-1880-0-20651200-1401898279_thumb.jp

Vi invito a confrontare il disegno riportato dalla Travaini con l'esemplare postato da Francesco. Si tratta ovviamente della stessa moneta.

I dubbi sembrano sciolti da B. Russo, il quale nel suo "Le monete di Capua e Gaeta nel periodo Normanno" nelle pp. 217-219 ritiene che si tratta di una moneta commemorativa battuta a Gaeta in occasione dell'intitolazione della cattedrale di Gaeta a Santa Maria e Sant'Erasmo. All'epoca era duca Riccardo dell'Aquila ed il titolo DVX ben visibile sulla moneta, come già osservato anche da Francesco, non lascerebbe dubbi sull'autorità emittente.

La riattribuzione di Russo alla zecca di Gaeta è stata poi accettata nelle opere successive quali D'Andrea/Contreras in "Le monete delle zecche minori della Campania" vol. II, n°12, pp. 137-138 e da Chimienti/Rapposelli nel "MIR - Italia Meridionale Continentale - zecche minori" n°440 p. 127.

Questo mi pare sia quanto finora noto su questa moneta (chiedo venia se ho saltato qualche riferimento) ma mi pare di comprendere che Francesco voglia andare oltre. Non me ne voglia ma non conosco la storia della sua città quindi mi limito ad attendere news su questa emissione.

Per la cronaca, a dimostrazione dell'alta rarità della moneta, in tutti i testi da me consultati, le immagini delle monete note sono sempre le le stesse che poi sono quelle postate in questa discussione da Francesco.

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Inviato

La monetazione normanna si conferma sempre molto ostica. Ammetto che non rientra nelle mie specifiche conoscenze ma ho accettato di buon grado l'invito di Francesco a partecipare a questa discussione. Tra l'altro, come da lui anticipato, si parla di una delle rarità numismatiche del nostro meridione e quindi meritevole di qualsiasi approfondimento.

Vista la mia poca competenza in materia provo a limitarmi a fare un breve excursus su quanto finora scritto su questa moneta:

Si parte dal Sambon che nel suo "Repertorio generale delle monete coniate in Italia" al n°829 delle pp. 146-147, riporta la moneta attribuendola a Riccardo II (1090-1106) e battuta nella zecca di Capua. Tale attribuzione credo nasca dalla lettura del D/ ...D CAPE...

Attribuzione poi ripresa dai compilatori del CNI vol. XVIII, n°3 p. 245 - Tav. XIII n°5. Di seguito il disegno della moneta:

attachicon.giffollaro1.JPG

Tale attribuzione è seguita anche da M. Rasile che non riporta la moneta nel suo lavoro sulla monetazione di Gaeta ma la riporta invece su quello sulla monetazione di Capua come già anticipato da ermejoromanista.

Passiamo alla Travaini. Nel suo "La monetazione nell'Italia normanna", a pag. 337, n° 436 troviamo la descrizione della moneta in oggetto. Secondo la Travaini l'attribuzione della moneta è incerta ma, proprio per il fatto che la moneta riporti i nomi di Santa Maria e Sant'Erasmo, farebbero attribuire il follaro alla zecca di Gaeta. Di seguito il disegno della moneta:

attachicon.giffollaro2.jpg

Vi invito a confrontare il disegno riportato dalla Travaini con l'esemplare postato da Francesco. Si tratta ovviamente della stessa moneta.

I dubbi sembrano sciolti da B. Russo, il quale nel suo "Le monete di Capua e Gaeta nel periodo Normanno" nelle pp. 217-219 ritiene che si tratta di una moneta commemorativa battuta a Gaeta in occasione dell'intitolazione della cattedrale di Gaeta a Santa Maria e Sant'Erasmo. All'epoca era duca Riccardo dell'Aquila ed il titolo DVX ben visibile sulla moneta, come già osservato anche da Francesco, non lascerebbe dubbi sull'autorità emittente.

La riattribuzione di Russo alla zecca di Gaeta è stata poi accettata nelle opere successive quali D'Andrea/Contreras in "Le monete delle zecche minori della Campania" vol. II, n°12, pp. 137-138 e da Chimienti/Rapposelli nel "MIR - Italia Meridionale Continentale - zecche minori" n°440 p. 127.

Questo mi pare sia quanto finora noto su questa moneta (chiedo venia se ho saltato qualche riferimento) ma mi pare di comprendere che Francesco voglia andare oltre. Non me ne voglia ma non conosco la storia della sua città quindi mi limito ad attendere news su questa emissione.

Per la cronaca, a dimostrazione dell'alta rarità della moneta, in tutti i testi da me consultati, le immagini delle monete note sono sempre le le stesse che poi sono quelle postate in questa discussione da Francesco.

Ottimo intervento! Grazie mille, in effetti non avevo inserito alcun altro riferimento bibliografico oltre il CNI proprio perchè aspettavo lo facesse qualcun altro. :good:


Inviato

La monetazione normanna si conferma sempre molto ostica. Ammetto che non rientra nelle mie specifiche conoscenze ma ho accettato di buon grado l'invito di Francesco a partecipare a questa discussione. Tra l'altro, come da lui anticipato, si parla di una delle rarità numismatiche del nostro meridione e quindi meritevole di qualsiasi approfondimento.

Vista la mia poca competenza in materia provo a limitarmi a fare un breve excursus su quanto finora scritto su questa moneta:

Si parte dal Sambon che nel suo "Repertorio generale delle monete coniate in Italia" al n°829 delle pp. 146-147, riporta la moneta attribuendola a Riccardo II (1090-1106) e battuta nella zecca di Capua. Tale attribuzione credo nasca dalla lettura del D/ ...D CAPE...

Attribuzione poi ripresa dai compilatori del CNI vol. XVIII, n°3 p. 245 - Tav. XIII n°5. Di seguito il disegno della moneta:

attachicon.giffollaro1.JPG

Tale attribuzione è seguita anche da M. Rasile che non riporta la moneta nel suo lavoro sulla monetazione di Gaeta ma la riporta invece su quello sulla monetazione di Capua come già anticipato da ermejoromanista.

Passiamo alla Travaini. Nel suo "La monetazione nell'Italia normanna", a pag. 337, n° 436 troviamo la descrizione della moneta in oggetto. Secondo la Travaini l'attribuzione della moneta è incerta ma, proprio per il fatto che la moneta riporti i nomi di Santa Maria e Sant'Erasmo, farebbero attribuire il follaro alla zecca di Gaeta. Di seguito il disegno della moneta:

attachicon.giffollaro2.jpg

Vi invito a confrontare il disegno riportato dalla Travaini con l'esemplare postato da Francesco. Si tratta ovviamente della stessa moneta.

I dubbi sembrano sciolti da B. Russo, il quale nel suo "Le monete di Capua e Gaeta nel periodo Normanno" nelle pp. 217-219 ritiene che si tratta di una moneta commemorativa battuta a Gaeta in occasione dell'intitolazione della cattedrale di Gaeta a Santa Maria e Sant'Erasmo. All'epoca era duca Riccardo dell'Aquila ed il titolo DVX ben visibile sulla moneta, come già osservato anche da Francesco, non lascerebbe dubbi sull'autorità emittente.

La riattribuzione di Russo alla zecca di Gaeta è stata poi accettata nelle opere successive quali D'Andrea/Contreras in "Le monete delle zecche minori della Campania" vol. II, n°12, pp. 137-138 e da Chimienti/Rapposelli nel "MIR - Italia Meridionale Continentale - zecche minori" n°440 p. 127.

Questo mi pare sia quanto finora noto su questa moneta (chiedo venia se ho saltato qualche riferimento) ma mi pare di comprendere che Francesco voglia andare oltre. Non me ne voglia ma non conosco la storia della sua città quindi mi limito ad attendere news su questa emissione.

Per la cronaca, a dimostrazione dell'alta rarità della moneta, in tutti i testi da me consultati, le immagini delle monete note sono sempre le le stesse che poi sono quelle postate in questa discussione da Francesco.

In effetti ciò scioglie ogni dubbio su Gaeta, il titolo "DVX" identifica il duca di Gaeta, Capua era un principato e sulle sue monete troviamo il titolo di "principe" (princeps).


Inviato

Io concordo con la tesi di Russo,inoltre sulla seconda moneta postata a sinistra vi è la scritta DV(DVX) e Riccardo II era Duca di Gaeta,anche se non mi spiego l'innaugurazione di una chiesa su una moneta,però se S.Maria e S.Erasmo fossero patroni della città di Gaeta il tutto potrebbe avvalorare ancor di più la tesi di Russo

--Salutoni

-odjob


Inviato

In effetti ciò scioglie ogni dubbio su Gaeta, il titolo "DVX" identifica il duca di Gaeta, Capua era un principato e sulle sue monete troviamo il titolo di "principe" (princeps).

Assodato questo, mi ha incuriosito a questo punto cercare di decifrare la legenda del D/... compito arduo visto la cattiva conservazione delle monete a disposizione.

Nel CNI viene letta come ...D CAPE... con la P retrograda.

In D'Andrea/Contreras come DE ASEL...

Russo la interpreta come DE AGE...

e se fosse DE AqEL...DVX ?

In questo modo la P retrograda letta dagli autori del CNI sarebbe in realtà la q e la legenda completa andrebbe letta come R (al centro) DE AqEL... DVX... che si scioglierebbe in Riccardo dell'Aquila duca.

Magari sto fantasticando però la lettura potrebbe essere corretta.

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Inviato

Assodato questo, mi ha incuriosito a questo punto cercare di decifrare la legenda del D/... compito arduo visto la cattiva conservazione delle monete a disposizione.

Nel CNI viene letta come ...D CAPE... con la P retrograda.

In D'Andrea/Contreras come DE ASEL...

Russo la interpreta come DE AGE...

e se fosse DE AqEL...DVX ?

In questo modo la P retrograda letta dagli autori del CNI sarebbe in realtà la q e la legenda completa andrebbe letta come R (al centro) DE AqEL... DVX... che si scioglierebbe in Riccardo dell'Aquila duca.

Magari sto fantasticando però la lettura potrebbe essere corretta.

Stamattina mi ero soffermato sul dritto mentre rileggevo il testo di Rasile (pagg. 67 -68) sulle monete di Capua, la moneta nella prima immagine postata è la stessa di questo testo ma solo la seconda moneta postata scioglie ogni dubbio sul titolo di Riccardo. Avevo notato la P retrograda, eheheheh, sono d'accordo con te. Intanto ho segnalato la discussione al dott. Beniamino Russo di Gaeta, speriamo che ti legga. :good:

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Inviato (modificato)

La perplessità manifestata da Odjob si risolve se si considera che, come riferisce Paul Kher a pagina 88 del volume VIII della sua monumentale opera "Regesta Pontificum Romanorum -. Italia Pontificia", pubblicato nel 1935, il 3 febbraio 1106 (essendo duca di Gaeta Riccardo II dell'Aquila) il papa Pasquale II consacrò la Cattedrale, già dedicata a Santa Maria, ridedicandola a S.Maria ed a S. Erasmo. Quest'avvenimento religioso, di primaria importanza, potrebbe aver determinato la coniazione del follaro commemorativo del quale ci stiamo interessando. L'interpretazione di Fedafa mi sembra molto interessante e meritevole di ulteriore approfondimento anche se non si conoscono documenti metallici nei quali il Duca Riccardo abbia inserito anche il nome del suo Casato. Io avevo pensato a "DE AGE" in quanto su diversi follari il nome della città "GAETA" si trova scritto come "AGETA". Resta però il fatto che la lettera successiva non sembra proprio una "T", quanto piuttosto una "L", per cui si potrebbe tornare all'interpretazione di Odjob. Speriamo che sia in giro, in collezioni pubbliche o private, un altro esemplare che possa aiutarci a risolvere l'interessante enigma. Saluti a tutti, Beniamino

Modificato da benrusso
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Inviato

La perplessità manifestata da Odjob si risolve se si considera che, come riferisce Paul Kher a pagina 88 del volume VIII della sua monumentale opera "Regesta Pontificum Romanorum -. Italia Pontificia", pubblicato nel 1935, il 3 febbraio 1106 (essendo duca di Gaeta Riccardo II dell'Aquila) il papa Pasquale II consacrò la Cattedrale, già dedicata a Santa Maria, ridedicandola a S.Maria ed a S. Erasmo. Quest'avvenimento religioso, di primaria importanza, potrebbe aver determinato la coniazione del follaro commemorativo del quale ci stiamo interessando. L'interpretazione di Fedafa mi sembra molto interessante e meritevole di ulteriore approfondimento anche se non si conoscono documenti metallici nei quali il Duca Riccardo abbia inserito anche il nome del suo Casato. Io avevo pensato a "DE AGE" in quanto su diversi follari il nome della città "GAETA" si trova scritto come "AGETA". Resta però il fatto che la lettera successiva non sembra proprio una "T", quanto piuttosto una "L", per cui si potrebbe tornare all'interpretazione di Odjob. Speriamo che sia in giro, in collezioni pubbliche o private, un altro esemplare che possa aiutarci a risolvere l'interessante enigma. Saluti a tutti, Beniamino

Ciao Beniamino

io esamino le foto delle monete poichè i disegni sono interpretazioni.

Dunque,nella prima moneta ,nella scritta periferica ci leggo DEA(G)sembra una O tagliata al centro ma dopo la vocale A è molto difficile che vi sia un altra vocale e si potrebbe pensare ad una G,la lettera successiva ,plausibilmente a quanto hai scritto,potrebbe essere una E.

La seconda moneta postata ci è utile nel determinare il titolo ducale di Riccardo II anche se si legge DV(S) e non DVX


Inviato

Ha ragione odjob a definire i disegni delle interpretazioni ma la moneta non permette letture certe ed univoche (purtroppo) e se non fosse apparso un secondo esemplare dove era ben visibile il DVX la moneta sarebbe (forse) attribuita ancora alla zecca di Capua.

Anche le letture basate sulla moneta (e non sul disegno) sono in pratica delle interpretazioni personali. Lo si vede anche in questa discussione. Io mi sono permesso di dare la mia. Lungi da me dall'affermare che sia quella giusta. Come ho detto non sono esperto di questa monetazione quindi ignoro i caratteri epigrafici solitamente utilizzati e le varie (e varianti) legende già note senza considerare la novità nel riportare il nome del casato come indicato dal dott. Russo con il quale concordo perfettamente con quanto scritto e condivido il fatto che solo un esemplare in miglior conservazione possa sciogliere i dubbi finora sollevati.

Mi sono permesso di evidenziare sulla moneta il mio punto di vista (non me ne voglia Francesco se ho riprodotto l'immagine della moneta :P ) che riporto qui di seguito. Con il senno di poi, cioè con il secondo follaro che ha permesso di individuare il titolo dell'autorità emittente DVX, ho provato ad indicare anche il punto dove potrebbe trovarsi la lettera X finale del titolo.

post-1880-0-56307800-1401980058_thumb.jp

Voglio precisare che questa mia lettura deriva dalla visione della sola immagine della moneta e non da una visione diretta della stessa. Un motivo in più per dubitarne :).


Inviato

Ciao Beniamino

io esamino le foto delle monete poichè i disegni sono interpretazioni.

Dunque,nella prima moneta ,nella scritta periferica ci leggo DEA(G)sembra una O tagliata al centro ma dopo la vocale A è molto difficile che vi sia un altra vocale e si potrebbe pensare ad una G,la lettera successiva ,plausibilmente a quanto hai scritto,potrebbe essere una E.

La seconda moneta postata ci è utile nel determinare il titolo ducale di Riccardo II anche se si legge DV(S) e non DVX

a dire il vero DUX si legge benissimo :)


Inviato

Ha ragione odjob a definire i disegni delle interpretazioni ma la moneta non permette letture certe ed univoche (purtroppo) e se non fosse apparso un secondo esemplare dove era ben visibile il DVX la moneta sarebbe (forse) attribuita ancora alla zecca di Capua.

Anche le letture basate sulla moneta (e non sul disegno) sono in pratica delle interpretazioni personali. Lo si vede anche in questa discussione. Io mi sono permesso di dare la mia. Lungi da me dall'affermare che sia quella giusta. Come ho detto non sono esperto di questa monetazione quindi ignoro i caratteri epigrafici solitamente utilizzati e le varie (e varianti) legende già note senza considerare la novità nel riportare il nome del casato come indicato dal dott. Russo con il quale concordo perfettamente con quanto scritto e condivido il fatto che solo un esemplare in miglior conservazione possa sciogliere i dubbi finora sollevati.

Mi sono permesso di evidenziare sulla moneta il mio punto di vista (non me ne voglia Francesco se ho riprodotto l'immagine della moneta :P ) che riporto qui di seguito. Con il senno di poi, cioè con il secondo follaro che ha permesso di individuare il titolo dell'autorità emittente DVX, ho provato ad indicare anche il punto dove potrebbe trovarsi la lettera X finale del titolo.

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Voglio precisare che questa mia lettura deriva dalla visione della sola immagine della moneta e non da una visione diretta della stessa. Un motivo in più per dubitarne :).

a mio parere l'interpretazione data dal dott. Russo e' pienamente plausibile ed e' molto simile a quanto anche Fedafa sta riscontrando :

DE GAGETA (anche se la T sembra un po' forzata).

In ogni caso sui follari di Gaeta spesso si trova il nome della citta' storpiato in AGETA ... ma in questo in terzo esemplare ritrovato non accende nessun lume :)


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