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ROMA TRA ANTICHITA' E TARDA ANTICHITA'


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Gli storiografi collocano dal IV al VI sec. il periodo della Tarda Antichità : dopo il periodo dell'anarchia militare del III sec. , anche ( ma non solo ) con le sempre più pesanti migrazioni barbariche , il mondo romano entra in una fase di evanescenza delle caratteristiche peculiari dell'Antichità , per assumere , via via , i tratti dell'ormai prossimo ( per alcuni già iniziato ) Alto Medioevo .

Anche le monete possono offrire testimonianza di questo passaggio

1 -- busto di Pompeo ( fine del periodo repubblicano )

2 -- asse di Claudio I ( 41-54 inizio del Principato )

3 -- " i tetrarchi " ( IV sec. scultura da Venezia )

4 -- doppia maiorina di Giuliano II ( 360-363 un secolo prima del " fatidico" 476 )

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Inviato (modificato)

Meno soldi e, specialmente, meno "tempo politico". Quindi un'evidente fase di declino nell'accuratezza e anche nel gusto. Non sono solo i vestiti che cambiano, ma anche la capacità di interpretare figure e fisonomie. Con un'attenzione sempre maggiore ai gusti orientali. Ecco un Valentiniano III, sempre più vicini alla fine dell'Occidente

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Modificato da cancun175

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In breve , altrimenti il discorso sarebbe troppo lungo , il trasferimento della capitale dell' Impero da Roma a Costantinopoli fu un evento epocale che incise profondamente e indelebilmente nella storia politica , amministrativa , sociale e militare del mondo romano ; fu in pratica un "riconoscimento" ufficiale della superiorita' della parte orientale su quella occidentale , questo comporto' usanze , in senso generale , che presero il sopravvento sulla vecchia cultura e societa' italica ; per questo Costantino non fu mai ben visto dalla vecchia aristocrazia italica , a suo favore va comunque ricordato che con lo spostamento della capitale da Roma a Bisanzio , prolungo' l' impero dei Cesari per altri 11 secoli , anche se di romano aveva solo il nome e un pallido ricordo .

Questo incise nelle arti in generale , tra cui anche nello stile iconografico delle monete .

Modificato da Legio II Italica

Inviato

gli storici, con i quali si può o meno concordare, posizionano l'inizio del "tardoantico" al 284

mi permetto di dissentire leggermente da cancun175 quando dice "cambia la capacità di interpretare figure e fisionomie" - perché non si tratta di capacità, ma di gusto... alla zecca di Roma non erano diventati meno capaci, è solo cambiato il gusto artistico, perché altrimenti dovremmo pensare che dopo il Caravaggio la gente non sia più stata capace di dipingere :blum:... con lo stesso metro, come vedreste le opere di Picasso?

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Augusto visita ad Alessandria , il sepolcro di Alessandro , il grande macedone è un suo "predecessore " di riferimento .

Adriano raccoglie nella sua villa i "luoghi" che riconosce suoi .

Entrambi i Cesari con i loro gesti in fondo riconoscono le radici ancora vive di un mondo del quale si sentono tuttora parte .

Dal IV sec. l'impero ha nella Gallia la parte forse più importante .

Le città sono murate ed al loro interno i templi (non solo ) chiusi ed abbandonati ,spesso a cave di materiali . le statue antiche accecate e mutilate . gli stessi scritti visti con sospetto perché potrebbero contenere parole diverse dalla Vera Fede ora sempre più dominante .

Nel territorio le ville dei latifondisti sono via via fortificate e difese da milizie private di buccellari .

Le tasse raccolte con crescente difficoltà da contribuenti che esigono sempre maggiori esenzioni .

L'esercito è sempre più composto da gruppi etnici di barbari con ufficiali i loro stessi capi clan .

E le monete se da un verso hanno figure con acconciature , barbe e diademi poco classici , dall'altro verso non mancano più di simboli cristiani .

L'Antichità ( prima che si sia entrati nel Medio Evo accademico ) sta ormai diventando un luogo buio dal quale disconoscere ogni rapporto


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Mi sembra una visione un po' datata e approssimativa di vedere la fine dell'eta' antica.

Personalmente non sono un minimalista: il trapasso di epoche ci fu e fu traumatico e difficile sotto piu'punti di vista, tutt'altro che impercettibile, per quanto gia'in atto da tempo su certi fronti.

Altra cosa pero' e parlare del periodo tetrarchico o giu' di li' come l'inizio di una eta' oscura o quasi, che avrebbe portato gia' nel IV secolo alla fine della cultura romana. Una visione che non sta in piedi sia in termini artistici che sotto il profilo della vita sociale. Se vogliamo, al di là della propaganda dell'epoca, gia' la Roma augustea è un termine di paragone scomodo per chi cercasse, ad esempio, una cultura romana scevra di elementi orientali o simili.

Nel quarto secolo la cultura classica era ancora maggioritaria in termini di diffusione ed influenza, sia in Oriente che in Occidente, riconosciuta e accettata dalla stragrande maggioranza del ceto intellettuale anche di matrice religiosa.

La società romana, nei suoi meccanismi fondamentali come ad esempio la clientela, è sostanzialmente identica a 150 anni prima almeno.

Se poi vogliamo riesumare le teorie di Gibbon sull' influenza del cristianesimo, buttiamo all'aria secoli di storiografia.

Modificato da Druso Galerio
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Parlare di periodo buio mi pare davvero fuori luogo.... non voglio dilungarmi...

il Romanticismo ha a tutt'oggi strascichi che fortunatamente solo da poco la storiografia sta smontando....

bisognerebbe chiedersi cosa significhi "buio"... io direi "diverso", nulla più...

inoltre chiedo gentilmente a VALTERI se mi può dire quale sia la fonte storica che conferma la visita di Augusto alla tomba di Alessandro il Macedone

grazie


Inviato

aggiungo che la società romana, nel suo evolversi lungo secoli, ha sempre avuto l'abitudine "romantica" di vedere il passato come un tempo "d'oro"...

Già nel III e II sec aC si guardava al passato di Roma come a qualcosa di mitico che si era disgregato nella moralità e nei costumi...

il passato era insomma sempre meglio del presente.....meglio dal punto di vista sociale, politico, morale etc...

ogni periodo quand'anche di caos, dopo 100 anni era "ripulito" e se ne portava alla memoria solo il "buono"...

questo periodo "d'oro" e perfetto di fatto non è mai esistito (a mio parere).

ogni tempo ha avuto le sue piccole o grandi magagne...unite ovviamente anche a tante "cose buone"

- i problemi sociali durante la repubblica

- le guerre civili

- gli atti di forza di Augusto allora Ottaviano

- la guerra civile del 69 e quelle del 193

- il III secolo Dio ce ne liberi e scampi :-)

ne ho citati solo alcuni perché non aveva senso andare oltre, ma periodi "d'oro" privi di problemi, non se ne sono mai visti....

non vorrei ricevere migliaia di critiche, ma quello che voglio dire semplicemente è che anche la Pax Augusta non era propriamente un periodo d'oro, perché le libertà civili e politiche , nonché da un certo punto in poi di espressione letteraria, erano molto limitate...


Inviato

Ciao , nessuna critica , il tuo e' un punto di vista comprensibile , ma un periodo romano d' oro classico e' veramente esistito , naturalmente il termine "periodo d' oro" va inteso come un tempo ben limitato e rapportato al tempo antico di 2000 anni fa con tutti i problemi relativi ma il migliore tra gli altri , in cui la societa' romana in senso lato , beneficio' di prosperita' , di potenza , di guerre di conquiste esterne e di pax interna ; questo tempo ben limitato intercorre tra l' impero di Traiano e quello di Antonino Pio , riconosciuto tale dalla storiografia antica e moderna .

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Inviato

in questo senso posso essere d'accordo....

E' sempre importante però, a mio parere , dare una lettura della storia non mitizzata (periodo d'oro) né mistificata (secoli bui)

certo che in linea generale, il periodo che citi sia stabile e prospero, ma costruito purtroppo su basi non sufficientemente stabili da garantire una successione concordata, né da evitare i fatti del 193...


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Sicuramente il periodo degli imperatori adottivi e'stato eccezionale sotto certi aspetti, ma credo che qui non si stia dibattendo di questioni attinenti i periodi prosperi o meno per lo stato romano, bensi' di quando sia cominciato a decadere, o declinare, e in che rapporto siano con questo fenomeno lo "stato di salute" della cultura classica e dell'identita' romana. O ho capito male il tema?

Modificato da Druso Galerio

Inviato

ok, ero sul pezzo... :-) ecco la mia risposta alle tue domande... attenzione MIA...no universale...

1 - quando è cominciato a decadere o declinare - MAI....o sempre... è come chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina. il sistema è stato in costante movimento dal primo giorno della fondazione della città, quindi dire che il declino è iniziato nel V secolo, nel IV, oppure nel delirio del III secolo, con Commodo, con il 69, con Cesare e le guerre civili etc e pur sempre errato. Roma ha avuto una parabola che è iniziata in modo non netto ed è sfumata in un lunghissimo periodo, lasciando strascichi ancor più lunghi sulla società del cosiddetto medioevo.

2 - l'identità romana era forse più forte nel V dC secolo che non nel II aC. L'identità romana si stabilizza talmente tanto nel tempo e lascia retaggi così forti che nel 1300 Dante non percepiva ancora che vi fosse un vero distacco tra il suo tempo e quello dei Cesari. nel XIV secolo il concetto di Romanità era ancora così presente nella società che la lontananza che avvertiamo oggi non esisteva. ma questa identità è maturata nel tempo e durante buona parte della repubblica era percepita da una minoranza della popolazione...quella dei possessori di cittadinanza...

3 - cultura classica. se per le prime 2 domande bisognerebbe leggere centinaia di libri, qua ci vuole un'intera biblioteca. :-) ... tutto è evoluzione , le rotture drastiche sono rarissime.....certo che nel 529 Giustiniano ha dato una bella spallata alla cultura classica ... poi il retaggio è ancora vivo...

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Inviato

3 - Dobbiamo pero' a Giustiniano il riordino , la conservazione e la trasmissione alla posterita' del diritto romano , secoli di leggi redatte da una successione di giuristi , di cui quasi tutti i popoli ancora usufruiscono .


Inviato

verissimo!!!

un mio testo universitario diceva però ".... raccolse le leggi romane dall'epoca repubblicana....e dando loro una forma scritta le privò della loro natura...."

Ma dobbiamo comunque ringraziare lui e Teodosio (e altri) senza i quali questo patrimonio non sarebbe giunto a noi


Inviato

Penso che Giustiniano volesse agire da romano e si sentisse tale, ma lo vedo gia' abbastanza distante dalla romanita' anche di un secolo prima.

Senza voler cercare - come giustamente ricordava Poemenius - un momento X decisivo, credo che la caduta "fisica" di Roma, abbia deformato per sempre l'identita' dei romani, veri o acquisiti, creando un prima e un dopo, due modi di essere e di percepirsi differenti.


Inviato (modificato)

La mia domanda in inizio di discussione non verteva su decadenza o meno della civiltà di Roma , ma sulla sua estensione e mutazione dall'evo antico in cui è nata al quasi evo medio nel quale si è diramata e poi diluita .

Ho usato buio come riferimento particolare al radicamento pubblico del Cristianesimo , che ( lasciando il Gibbon alle sue speculazioni ed al suo tempo ) nel particolare periodo ha anche predicato il nuovo mondo illuminato dalla luce della Rivelazione in antitesi al vecchio mondo buio di chi questa Rivelazione non aveva visto od ancora non accettava di vedere

A Poemius / post 7 posso dire che non dispongo più da anni delle fonti a cui accenno , ma che così ricordo :

Svetonio cita una visita di Ottaviano al corpo di Alessandro , in cui avrebbe detto ,richiesto di visitare anche i sepolcri Tolemaici , " di essere venuto a visitare un re ,non dei morti "

Anche Cassio Dione cita questa visita , non so più dire in quale contesto

Modificato da VALTERI

Inviato

grazie, mi cercherò volentieri i passi degli autori che mi hai indicato


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