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Riflessioni sulle Mura Aureliane


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Dobbiamo sicuramente essere grati ad Aureliano per avere costruito nel corso del suo impero la cinta di Mura che avvolse Roma e che da lui prese il nome nella posterita' , anche se per motivi non certo estetici o di magnificenza . Questa grande e meravigliosa opera muraria era in origine lunga ben 19 Km. oggi un po' meno per alcuni tratti caduti per il tempo trascorso e per l' incuria degli uomini , ma comunque il tracciato nei punti crollati e' ben noto , mentre altri tratti furono volutamente abbattuti per motivi di viabilita' antica e moderna ; Roma rimane l'unica citta' al mondo ad avere una cinta muraria antica di epoca romana cosi' lunga e dopo tutto ottimamente conservata anche grazie ai continui restauri che nel corso dei secoli furono necessari eseguire . Le mura tutte merlate erano intervallate lungo la loro estensione da ben 381 torri e da 14 grandi porte a pianta quadrata o rotonda ad un fornice o due a secondo dell' importanza delle porte di accesso alla citta' , oltre ad altre porte secondarie e passaggi piu' piccoli , inoltre a distanze opportune vi erano 116 punti di ritrovo per i servizi igienici dei difensori .

Di proposito non credo necessario dilungarmi oltre sugli aspetti tecnici delle Mura in quanto facilmente accessibili sui tanti libri di argomento o in Internet , per chi volesse approfondire questo argomento ; vorrei invece soffermarmi sul perché furono costruite le Mura e sull' aspetto psicologico che inevitabilmente dovettero avere sulla popolazione residente a Roma ed anche nel resto dell' Impero , abituata ormai da secoli alla pace interna , almeno relativa a quella riguardante i barbari , certi della sicurezza e forza delle legioni .

Sotto l' impero di Gallieno , gli Alemanni penetrati in Italia attraverso la valle dell' Adige , tentarono il passaggio degli Appennini ma furono respinti , questa invasione barbarica rese pero' necessario approntare delle difese all' interno dell' Italia , per questo motivo Gallieno creo' un sistema fortificato lungo la direttrice Milano Verona Aquileia , ponendo la base operativa imperiale a Milano che fu sede imperiale e sede della cavalleria corazzata da lui creata o perfezionata . Quando Aureliano divenne imperatore la situazione ai confini peggioro' e la minaccia di una nuova invasione italica , incombente , in quanto i confini nord orientali dell' impero erano ormai molto instabili e compromessi ; in seguito ad una nuova invasione dell' Italia , Aureliano subi' una tremenda sconfitta militare a Piacenza ad opera di Jutungi ed Alemanni e tutta la valle padana fu pesantemente saccheggiata , successivamente questi due popoli tentarono la discesa lungo il sud Italia in direzione Roma passando lungo la direttrice adriatica , ma a Fano furono arrestati e sconfitti da Aureliano e nella conseguente ritirata , di nuovo battuti , resi prigionieri e dispersi nei pressi di Ticinum (Pavia) .

Questa tentata discesa di barbari verso Roma getto' chiaramente nel panico la cittadinanza di molte citta' italiane e della stessa Roma ; per questo motivo fu deciso di provvedere anche Roma di una nuova cinta di mura allargando di molto le antichissime mura di epoca regia erette dal Re Servio Tullio . Per attuare questa costruzione Aureliano dovette necessariamente provvedere anche a confische di proprieta' private ,il che gli alieno' parte del Senato , ma nei limiti del possibile furono sfruttati particolari edifici esistenti , tombe , circhi , acquedotti , sui quali appoggio' le sue mura .

Ma ora veniamo ai fatti che determinarono Aureliano a realizzare la sua opera su Roma e che secondo Zosimo (Libro I , 49 ) porto' a termine Probo .

Tutto inizia dalla sempre tentata conquista definitiva della Germania fino all' Elba , ma per tanti motivi , mai portata a termine , il che avrebbe spostato il confine dell' impero molto piu' ad Est nel profondo dell' Europa continentale , di quanto non fosse poi quello definitivo e precario del Reno Danubio , confini che se raggiunti , avrebbero reso i confini naturali d' Italia sicuri e stabili . L' ultimo grande imperatore romano che tento' questa conquista strategica fu Marco Aurelio che nei suoi progetti avrebbe voluto creare due nuove provincie , la Sarmatia e la Marcomannia , ma ad un passo dalla realizzazione dellla conquista ne fu impedito dalla rivolta di Avidio Cassio , distogliendo l' impegno militare in Germania ormai prossimo a conclusione , conquista storica che avrebbe stabilizzato e consolidato l' impero per i successivi secoli avvenire .

Altra spina nel fianco nord orientale dell' impero erano i famosi Agri Decumates , un profondo cuneo che si addentrava entro in confini romani della Germania Superiore e della Rezia rendendo precario quel territorio , gli Agri molte volte presi ma mai tenuti in modo definitivo tanto che molte volte partivano proprio da qui le invasioni che poi sfociavano , quando dirette in Italia , verso l' ingresso debole e mal difeso naturalmente e militarmente , dell' est delle Alpi , sfociando poi nella valle dell' Adige . Le legioni che avrebbero dovuto difendere il limes degli Agri Decumates erano al tempo di Gallieno e probabilmente anche a quello di Aureliano la : XII Primigenia con sede a Megontiacum vicino al vertice alto sinistro degli Agri , la III Italica con sede a Castra Regina vicino al vertice alto destro degli Agri e la VII Augusta con sede ad Argentoratum prossima al vertice basso degli Agri ; purtroppo queste difese legionarie pe motivi noti e non , non furono sufficienti ad impedire le continue e massiccie invasioni dei popoli germanici , in particolare nella seconda parte del III secolo ; queste situazioni instabili ai confini indussero Gallieno prima e Aureliano dopo ad approntare queste difese nel Nord Italia e poi nella stessa Roma con la costruzione delle mura difensive .

Nessuna fonte fonte storica ci narra le sensazioni che dovettero avere gli abitanti di Roma nel vedere l' innalzamento di queste nuove mura difensive a protezione dei loro beni e delle loro vite , capirono con sgomento che la sicurezza , sempre precaria quando si alzano difese anche se poderose , non era piu' affidata alla forza delle armi e delle legioni come era sempre stato da secoli , ma a delle mura , sintomo questo di un declino dell' impero che si rendeva ormai evidente ; chissa' se li prese lo sgomento verso il futuro , comunque e' certo che le mura assicurarono la sicurezza alla citta' fino al 410 quando dalla porta Salaria entrarono i Visigoti di Alarico dopo circa 800 anni da Brenno , non per cedimento delle possenti mura o dei difensori , ma per tradimento di pochi .

Alcuni tratti delle mura .

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Modificato da Legio II Italica
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Inviato (modificato)

Anche per questa imponente costruzione la numismatica antica non ha tramandato ricordo alcuno , strana coincidenza con quella del Tempio del Sole che pero' ebbe un esito diverso , delle Mura possiamo ancora ammirarne l' antica bellezza , del Tempio descritto in precedenza , possiamo solo immaginare lontanamente la magnificenza .

Modificato da Legio II Italica

  • 1 mese dopo...
Inviato
Nessuna fonte fonte storica ci narra le sensazioni che dovettero avere gli abitanti di Roma nel vedere l' innalzamento di queste nuove mura difensive a protezione dei loro beni e delle loro vite , capirono con sgomento che la sicurezza , sempre precaria quando si alzano difese anche se poderose , non era piu' affidata alla forza delle armi e delle legioni come era sempre stato da secoli , ma a delle mura , sintomo questo di un declino dell' impero che si rendeva ormai evidente ; chissa' se li prese lo sgomento verso il futuro , comunque e' certo che le mura assicurarono la sicurezza alla citta' fino al 410 quando dalla porta Salaria entrarono i Visigoti di Alarico dopo circa 800 anni da Brenno , non per cedimento delle possenti mura o dei difensori , ma per tradimento di pochi .

Alcuni tratti delle mura .

Grazie Legio, per l'interessante dissertazione :) .

E chi lo sa cosa pensarono !!!

Nelle Mura Aureliane tuttavia non leggo la decadenza di Roma, anzi vedo un Impero che, seppur piegato, è comunque vitale ed in grado di rispondere alle nuove e pressanti minacce con il ricorso massiccio alle migliori tecniche di fortificazione urbana, grazie alle ancora inarrivabili capacità progettuali e costruttive, oltre che con l'adozione di nuove tecniche militari, derivate dalle stesse popolazioni nemiche.

La trasformazione in città fortificate fu, in quell'epoca, comune a numerosi centri urbani, in un chiaro disegno governativo globale.

In merito a questi aspetti, invito alla lettura dell'importante opera, in merito : "Roman urban defences in the West", Research Report n, 51 del Council for British Archaeology, testo di ormai una trentina di anni addietro, tuttavia ancora reperible con poca spesa.


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