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Inviato

Ho riletto e rivisto , nei giorni scorsi , l'ottimo volume di Leonard von Matt & Hans Kuhner " I Cesari " ( Stringa 1970 ) : una carrellata di 204 ritratti monetali veramente affascinante .

Posto 3 ritratti che , interpretando l'autore , potrebbero sintetizzare la parabola imperiale dei Cesari .

1 -- Giulio Cesare ( denaro 44 A.C. ) il primo imperatore , senza la porpora

2 -- Marc Aurelio ( aureo 158 / 159 ) l'ultimo imperatore con la porpora

3 -- Romolo Augustolo ( solido 475 / 476 ) l'ultima porpora senza imperatore

Aggiungo anche l'introduzione all'opera : una visione non "mediterranea" dell'impero dei Cesari , interessante da rileggere a distanza di oltre 45 anni

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Inviato

Ciao,

parlarne per parlarne, non sono d'accordo completamente.

Giulo Cesare fu DICTATOR PERPETVO (ovvero a vita) ma l'assunzione di questa carica lo portò alla fine (le Idi di Marzo, messa in piede dai congiurati per la paura che potesse accentrare tutto il potere nelle sue mani a scapito del Senato ma soprattutto della nobilitas romana). Non so come interpretare la sua figura: grande condottiero ma politicamente a cosa mirava? Taluni dicono che intendesse ripristinare la monarchia...

Come da limite della Sezione considero l'Impero nato con l'ascesa di Ottaviano Augusto, lui sì imperatore a tutti gli effetti. Strategicamente non eccelso, abile politico e , ciò non guasta mai, fortunato. Fortunato in alcune occasioni, in alcune alleanze e nell'appoggio dell'amico Agrippa, lui sì valido stratega ma sempre rimasto nei ranghi.

Secondo metterei Traiano, primo imperatore non latino (Claudio come nascita era nato a Lugdunum) ma che portò l'Impero alla massima espansione e forse, ricchezza. Bisogna valutare poi se questa espansione sia stata benefica o meno...

Un altro che menzionerei, forse a sorpresa, è Aureliano. Riprese le redini di un Impero che si stava sgretolando e lo rimise assieme. Come ho letto su un testo, probabilmente senza di lui forse l'Impero sarebbe caduto molto prima. O forse, se non fosse morto, lo avrebbe fatto Claudio II che nel suo breve regno diede prova di essere un valido condottiero militare. Ma questo da solo non basta...

Poi Diocleziano. Comprese che il dominio era troppo vasto per un solo uomo. E ideò la Tetrarchia. Mi pareva un'idea saggia, salvo che non tiene conto della brama di potere dell'Uomo (e infatti il sistama economico non resse molto).

Costantino. Il penultimo Imperatore. Riunì l'Impero nelle mani di uno solo, salvo poi ridividerlo tra i figli e causando nuove guerre e scontri.

Ultimo? Direi Teodosio I che riuscì a reggere un Impero in difficoltà pressato dai popoli germanici.

IMHO, come siglano gli anglosassoni.

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato (modificato)

@@Illyricum65 : condivido parecchio della tua opinione su Aureliano e Diocleziano, l'uno spesso misconosciuto, l'altro ritenuto a volte un "banale" persecutore.

Ho invece una certa disistima per Teodosio..nonostante esistano diverse biografie sostanzialmente benevole come quella di H.Leppin, lo ritengo indegno del titolo di Grande.

P.s. : davvero la famiglia di Traiano nn era latina? credevo che la sua citta'(Italica in Hispania) fosse popolata sopratutto dai discendenti dei veterani romani o latini che l"avevan fondata.Di che stirpe erano gli Ulpi?

Modificato da Druso Galerio

Inviato

Ciao a tutti,

l'argomento è interessantissimo.

Se, da un punto di vista cronologico, l'indicazione di @@VALTERI ha una sua fondatezza, anche se non ritengo il momento centrale dell'Impero coincida con Marco Aurelio, bensì con Traiano ed Adriano, concordo con Illyricum su nomi come Traiano, Aureliano, Diocleziano e Costantino, non su Teodosio, troppo preso dalla religione.

Recupererei, pero', tra i grandi Imperatori, sicuramente Vespasiano che ha avuto l'abilità di rimettere in piedi Roma dopo la guerra civile del 68 - 69 d.c., lasciando le casse dello Stato in salute, ma soprattutto Adriano.


Inviato

@@Illyricum65 : condivido parecchio della tua opinione su Aureliano e Diocleziano, l'uno spesso misconosciuto, l'altro ritenuto a volte un "banale" persecutore.

Ho invece una certa disistima per Teodosio..nonostante esistano diverse biografie sostanzialmente benevole come quella di H.Leppin, lo ritengo indegno del titolo di Grande.

P.s. : davvero la famiglia di Traiano nn era latina? credevo che la sua citta'(Italica in Hispania) fosse popolata sopratutto dai discendenti dei veterani romani o latini che l"avevan fondata.Di che stirpe erano gli Ulpi?

Ciao,

rispondendo in fretta ho tralasciato una dote che cerco di rispettare negli scritti: la ricerca della concretezza ma a patto che ciò non infici la chiarezza espositiva e non generi fraintendimeni. Chiedo venia, talvolta ricado nell'errore. :blush:

La famiglia degli Ulpii è in realtà di origine italica, per l'esattezza si ritiene che fossero di origine umbra. Si erano trasferiti bella Baetica (Andalusia) ma sebbene fossero romai provinciali mantennero i contatti con la terra d'origine dove avevano mantenuto la proprietà di terreni.

Sebben provinciale la gens Ulpia fu eminente ed ebbe il rango senatoriale. Traiano nacque a Italica il 18 settembre del 53 d.C. (presso l'attuale Siviglia). Il padre fu senatore, proconsole d'Asia, consolato e nel 76-77 fu governatore della Siria ( Legatus pro praetore Syriae). Il giovane Traiano fece carriera nell'esercito e militò in Siria (75) prima di divenire governatore della Germania (96). Sotto Domiziano partecipò alle campagne in Germania dove ebbe reputazione di essere uno dei migliori generali dell'Impero.Nerva di lì a breve lo adottò.

Quindi con il termine "famiglia non-latina" in realtà intendevo dire "provinciale". L'accenno a Claudio va letto in questo senso: era nato a Lugdunum ma non era lì in provincia risiedente come famiglia, come invece è nel caso di Traiano.

Quindi due casi simili sulla carta ma diversi nella sostanza.

L'accenno a Claudio mi consente di ricordare che egli probabilmente ebbe un occhio di riguardo per la provincia gallica e a maggior ragione per la sua città natale. Rivedette la regola secondo la quale potevano non potevano accedere al Senato individui provenienti dalla provincia e consentì l'inserimento di persone eminenti provenienti dalla Gallia Comata. Ufficilamente fece ciò perchè il senato doveva accogliere tutte le menti migliori; ma senza questa modifica magari nemmeno gli Ulpii vi sarebbero potuti accedere, in seguito.

Mentre stavo scrivendo è giunto il commento di Eliodoro

...concordo con Illyricum su nomi come Traiano, Aureliano, Diocleziano e Costantino, non su Teodosio, troppo preso dalla religione.

Recupererei, pero', tra i grandi Imperatori, sicuramente Vespasiano che ha avuto l'abilità di rimettere in piedi Roma dopo la guerra civile del 68 - 69 d.c., lasciando le casse dello Stato in salute, ma soprattutto Adriano.

Per Teodosio devo dire che l'ingerenza della religione comincia con Costantino e via via si rafforza fino alle vicende del Medioevo. Teodosio è comunque l'ultimo imperatore che comanda su tutto l'Impero e l'ho segnalato per tale motivo. Prima non ho terminato di scrivere quanto avevo in mente prima ma intendevo concludere sul fatto che dopo di lui si assisterà spesso all'elezione di imperatori spesso di facciata, spesso manipolati dai vari generali goti. Romolo Augustolo ne è proprio l'emblema. Quindi, a dispetto delle convenzioni, personalmente considero l'Impero concluso ben prima di lui.

Concordo con Vespasiano che in effetti recuperò l'Impero dopo il periodo post-neroniano.

Adriano a mio avviso ebbe la buona idea di fermarsi rispetto a Traiano e di consolidare quanto aveva conquistato quest'ultimo.

Quindi diciamo

  • Augusto
  • Vespasiano
  • Traiano
  • Adriano
  • Aureliano
  • Diocleziano
  • Costantino

????

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

Maggioriano, in tempi differenti dal suo, sarebbe stato un ottimo imperatore e un grande condottiero.


Inviato

Maggioriano, in tempi differenti dal suo, sarebbe stato un ottimo imperatore e un grande condottiero.

Ciao Poemenius, conosco pochissimo di Maggioriano, dal punto di vista monetario, poi, gli AE4 sono pressochè introvabili, mi aggiungi delle notizie?

Saluti Eliodoro


Inviato

Ciao,

rispondendo in fretta ho tralasciato una dote che cerco di rispettare negli scritti: la ricerca della concretezza ma a patto che ciò non infici la chiarezza espositiva e non generi fraintendimeni. Chiedo venia, talvolta ricado nell'errore. :blush:

La famiglia degli Ulpii è in realtà di origine italica, per l'esattezza si ritiene che fossero di origine umbra. Si erano trasferiti bella Baetica (Andalusia) ma sebbene fossero romai provinciali mantennero i contatti con la terra d'origine dove avevano mantenuto la proprietà di terreni.

Sebben provinciale la gens Ulpia fu eminente ed ebbe il rango senatoriale. Traiano nacque a Italica il 18 settembre del 53 d.C. (presso l'attuale Siviglia). Il padre fu senatore, proconsole d'Asia, consolato e nel 76-77 fu governatore della Siria ( Legatus pro praetore Syriae). Il giovane Traiano fece carriera nell'esercito e militò in Siria (75) prima di divenire governatore della Germania (96). Sotto Domiziano partecipò alle campagne in Germania dove ebbe reputazione di essere uno dei migliori generali dell'Impero.Nerva di lì a breve lo adottò.

Quindi con il termine "famiglia non-latina" in realtà intendevo dire "provinciale". L'accenno a Claudio va letto in questo senso: era nato a Lugdunum ma non era lì in provincia risiedente come famiglia, come invece è nel caso di Traiano.

Quindi due casi simili sulla carta ma diversi nella sostanza.

L'accenno a Claudio mi consente di ricordare che egli probabilmente ebbe un occhio di riguardo per la provincia gallica e a maggior ragione per la sua città natale. Rivedette la regola secondo la quale potevano non potevano accedere al Senato individui provenienti dalla provincia e consentì l'inserimento di persone eminenti provenienti dalla Gallia Comata. Ufficilamente fece ciò perchè il senato doveva accogliere tutte le menti migliori; ma senza questa modifica magari nemmeno gli Ulpii vi sarebbero potuti accedere, in seguito.

facessero tutti i tuoi "errori" Illyricum... ;)


Inviato

Maggioriano tentò di ridare forma alla legislazione interna (molte novellae ci sono giunte), tentò di dare sicurezza all'Italia, riprendere/rinsaldare il dominio in Gallia e dalla Spagna, riprendersi l'Africa ormai Vandala.

te l'ho sintetizzata molto, ma lui dimostrò di avere due OO grandi così, peccato che quelle che dovevano essere le sue solide basi (in Italia) lavoravano contro di lui.

Politicamente in Italia Ricimero era più forte di Maggioriano il quale pagò il "tramare Italiano" con la morte per mano di quello che doveva essere un suo "fedele" servitore.

in un contesto diverso, senza poteri occulti a contrastarlo avrebbe forse ripreso buona parte dell'impero.

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Inviato (modificato)

... più che altro cambierei il titolo della discussione ...

da "L'IMPERO DEI CESARI" a ... "L'IMPERO DEGLI AVGVSTI" ... :D

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
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Inviato

Ciao,

rispondendo in fretta ho tralasciato una dote che cerco di rispettare negli scritti: la ricerca della concretezza ma a patto che ciò non infici la chiarezza espositiva e non generi fraintendimeni. Chiedo venia, talvolta ricado nell'errore. :blush:

La famiglia degli Ulpii è in realtà di origine italica, per l'esattezza si ritiene che fossero di origine umbra. Si erano trasferiti bella Baetica (Andalusia) ma sebbene fossero romai provinciali mantennero i contatti con la terra d'origine dove avevano mantenuto la proprietà di terreni.

Sebben provinciale la gens Ulpia fu eminente ed ebbe il rango senatoriale. Traiano nacque a Italica il 18 settembre del 53 d.C. (presso l'attuale Siviglia). Il padre fu senatore, proconsole d'Asia, consolato e nel 76-77 fu governatore della Siria ( Legatus pro praetore Syriae). Il giovane Traiano fece carriera nell'esercito e militò in Siria (75) prima di divenire governatore della Germania (96). Sotto Domiziano partecipò alle campagne in Germania dove ebbe reputazione di essere uno dei migliori generali dell'Impero.Nerva di lì a breve lo adottò.

Quindi con il termine "famiglia non-latina" in realtà intendevo dire "provinciale". L'accenno a Claudio va letto in questo senso: era nato a Lugdunum ma non era lì in provincia risiedente come famiglia, come invece è nel caso di Traiano.

Quindi due casi simili sulla carta ma diversi nella sostanza.

L'accenno a Claudio mi consente di ricordare che egli probabilmente ebbe un occhio di riguardo per la provincia gallica e a maggior ragione per la sua città natale. Rivedette la regola secondo la quale potevano non potevano accedere al Senato individui provenienti dalla provincia e consentì l'inserimento di persone eminenti provenienti dalla Gallia Comata. Ufficilamente fece ciò perchè il senato doveva accogliere tutte le menti migliori; ma senza questa modifica magari nemmeno gli Ulpii vi sarebbero potuti accedere, in seguito.

Mentre stavo scrivendo è giunto il commento di Eliodoro

Per Teodosio devo dire che l'ingerenza della religione comincia con Costantino e via via si rafforza fino alle vicende del Medioevo. Teodosio è comunque l'ultimo imperatore che comanda su tutto l'Impero e l'ho segnalato per tale motivo. Prima non ho terminato di scrivere quanto avevo in mente prima ma intendevo concludere sul fatto che dopo di lui si assisterà spesso all'elezione di imperatori spesso di facciata, spesso manipolati dai vari generali goti. Romolo Augustolo ne è proprio l'emblema. Quindi, a dispetto delle convenzioni, personalmente considero l'Impero concluso ben prima di lui.

Concordo con Vespasiano che in effetti recuperò l'Impero dopo il periodo post-neroniano.

Adriano a mio avviso ebbe la buona idea di fermarsi rispetto a Traiano e di consolidare quanto aveva conquistato quest'ultimo.

Quindi diciamo

  • Augusto
  • Vespasiano
  • Traiano
  • Adriano
  • Aureliano
  • Diocleziano
  • Costantino

????

Ciao

Illyricum

:)

Basta cos'

Ciao,

rispondendo in fretta ho tralasciato una dote che cerco di rispettare negli scritti: la ricerca della concretezza ma a patto che ciò non infici la chiarezza espositiva e non generi fraintendimeni. Chiedo venia, talvolta ricado nell'errore. :blush:

La famiglia degli Ulpii è in realtà di origine italica, per l'esattezza si ritiene che fossero di origine umbra. Si erano trasferiti bella Baetica (Andalusia) ma sebbene fossero romai provinciali mantennero i contatti con la terra d'origine dove avevano mantenuto la proprietà di terreni.

Sebben provinciale la gens Ulpia fu eminente ed ebbe il rango senatoriale. Traiano nacque a Italica il 18 settembre del 53 d.C. (presso l'attuale Siviglia). Il padre fu senatore, proconsole d'Asia, consolato e nel 76-77 fu governatore della Siria ( Legatus pro praetore Syriae). Il giovane Traiano fece carriera nell'esercito e militò in Siria (75) prima di divenire governatore della Germania (96). Sotto Domiziano partecipò alle campagne in Germania dove ebbe reputazione di essere uno dei migliori generali dell'Impero.Nerva di lì a breve lo adottò.

Quindi con il termine "famiglia non-latina" in realtà intendevo dire "provinciale". L'accenno a Claudio va letto in questo senso: era nato a Lugdunum ma non era lì in provincia risiedente come famiglia, come invece è nel caso di Traiano.

Quindi due casi simili sulla carta ma diversi nella sostanza.

L'accenno a Claudio mi consente di ricordare che egli probabilmente ebbe un occhio di riguardo per la provincia gallica e a maggior ragione per la sua città natale. Rivedette la regola secondo la quale potevano non potevano accedere al Senato individui provenienti dalla provincia e consentì l'inserimento di persone eminenti provenienti dalla Gallia Comata. Ufficilamente fece ciò perchè il senato doveva accogliere tutte le menti migliori; ma senza questa modifica magari nemmeno gli Ulpii vi sarebbero potuti accedere, in seguito.

Mentre stavo scrivendo è giunto il commento di Eliodoro

Per Teodosio devo dire che l'ingerenza della religione comincia con Costantino e via via si rafforza fino alle vicende del Medioevo. Teodosio è comunque l'ultimo imperatore che comanda su tutto l'Impero e l'ho segnalato per tale motivo. Prima non ho terminato di scrivere quanto avevo in mente prima ma intendevo concludere sul fatto che dopo di lui si assisterà spesso all'elezione di imperatori spesso di facciata, spesso manipolati dai vari generali goti. Romolo Augustolo ne è proprio l'emblema. Quindi, a dispetto delle convenzioni, personalmente considero l'Impero concluso ben prima di lui.

Concordo con Vespasiano che in effetti recuperò l'Impero dopo il periodo post-neroniano.

Adriano a mio avviso ebbe la buona idea di fermarsi rispetto a Traiano e di consolidare quanto aveva conquistato quest'ultimo.

Quindi diciamo

  • Augusto
  • Vespasiano
  • Traiano
  • Adriano
  • Aureliano
  • Diocleziano
  • Costantino

????

Ciao

Illyricum

:)

Per me basta così; dirò una bestemmia ma, se fossi stato un contemporaneo di Cesare, sarei stato dalla parte di Bruto...


Inviato

Basta cos'

Per me basta così; dirò una bestemmia ma, se fossi stato un contemporaneo di Cesare, sarei stato dalla parte di Bruto...

In linea puramente teorica sì. Ma... depende ...

Depende ... da che depende... depende da che parte stavi.

Se fossi stato un senatore di una gens preminente probabilmente l'avresti osteggiato. Perdevi potere a scapito di Uno. temevi il restaurarsi di una monarchia. Probabilmente la tua famiglia avrebbe influito di meno.

Se fossi stato uno del popolo avresti acclamato a Giulio Cesare, il Conquistatore. Amato dal popolo. E magari se avesse accentrato il potere nelle sue mani lo avresti acclamato di nuovo, perchè sottraeva potere ai patrizi.

Il lato quasi tragi-comico è che lo uccisero e Ottaviano nel medio termine portò a termine quello che avevano cercato di bloccare, cioè l'ascesa di un uomo in grado di pesare personalmente sul governo dello Stato. Acclamato e ben voluto dal popolo, perchè Ottaviano aveva raccolto vasto consenso popolare. Richiamava alle tradizioni latine, faceva donazioni. Otteneva vittorie militari e diplomatiche. Roma era grande e tu ne facevi parte e ne traevi qualcosa.

Ciao

Illyricum

;)


Inviato

In linea puramente teorica sì. Ma... depende ...

Depende ... da che depende... depende da che parte stavi.

Se fossi stato un senatore di una gens preminente probabilmente l'avresti osteggiato. Perdevi potere a scapito di Uno. temevi il restaurarsi di una monarchia. Probabilmente la tua famiglia avrebbe influito di meno.

Se fossi stato uno del popolo avresti acclamato a Giulio Cesare, il Conquistatore. Amato dal popolo. E magari se avesse accentrato il potere nelle sue mani lo avresti acclamato di nuovo, perchè sottraeva potere ai patrizi.

Il lato quasi tragi-comico è che lo uccisero e Ottaviano nel medio termine portò a termine quello che avevano cercato di bloccare, cioè l'ascesa di un uomo in grado di pesare personalmente sul governo dello Stato. Acclamato e ben voluto dal popolo, perchè Ottaviano aveva raccolto vasto consenso popolare. Richiamava alle tradizioni latine, faceva donazioni. Otteneva vittorie militari e diplomatiche. Roma era grande e tu ne facevi parte e ne traevi qualcosa.

Ciao

Illyricum

;)

Non per fare paragoni con l'epoca attuale, ma fino anche punto è giusto dare il potere tutto in mano ad una persona? Con l'avvento di Cesare finisce la res publica romana.. fatto che non deve essere stato indolore tant'è che, correggetemi se sbaglio, più volte, durante l'Impero, vi è stata una parte della società romana, chiaramente la classe senatoriale, che spingeva per un ritorno alla democrazia...se non sbaglio, già a seguito dell'uccisione di Caligola, qualcuno pensò di ritornare alla repubblica....infatti fu scelto Claudio con l'idea che fosse un Princeps debole e facilmente manovrabile, niente di più sbagliato....


Inviato

parlare a posteriori e'facile, ma aldila' delle intenzioni dei singoli personaggi, da almeno un secolo la repubblica, cosi' come l'avevano mantenuta e insieme modificata gli ottimati, non funzionava piu', e le guerre civili sono a mio parere una conseguenza,non la causa di questa crisi. Proprio il sorgere di Ottaviano (e dei suoi rivali), nonostante l'uccisione di Cesare, mostra come certi sviluppi fossero probabilmente inevitabili, e la crisi sistemica.Voglio dire: nonostante si fosse arrivati ad uccidere un uomo eccezionale in nome della libertas repubblicana, gli eventi sono rimasti nel medesimo solco.


Inviato (modificato)

parlare a posteriori e'facile, ma aldila' delle intenzioni dei singoli personaggi, da almeno un secolo la repubblica, cosi' come l'avevano mantenuta e insieme modificata gli ottimati, non funzionava piu', e le guerre civili sono a mio parere una conseguenza,non la causa di questa crisi. Proprio il sorgere di Ottaviano (e dei suoi rivali), nonostante l'uccisione di Cesare, mostra come certi sviluppi fossero probabilmente inevitabili, e la crisi sistemica.Voglio dire: nonostante si fosse arrivati ad uccidere un uomo eccezionale in nome della libertas repubblicana, gli eventi sono rimasti nel medesimo solco.

Caro Druso,

non c'è dubbio che, conoscendo il risultato finale, è molto facile parlare.

Il mio discorso, quindi, è puramente accademico e viziato dal fatto che vivo in un'altra epoca.

Condivido il fatto che le guerre civili siano la conseguenza e non la causa della fine della repubblica che ricollegherei alla difficoltà di governare un territorio sempre più vasto con organi incapaci di decidere rapidamente sul da farsi.

Modificato da eliodoro

Inviato

da molti suoi "nemici",fu attribuito a cesare il proposito di aspirare al titolo di re,benche' egli lo avesse in precedenza stizzosamente rifiutato davanti al popolo che lo salutava cosi' e avesse "respinto il diadema" che,durante la festa dei lupercali,antonio accennava a porgli sul capo.quel diadema fu mandato da cesare stesso in campidoglio come offerta votiva.scusate aggiungo solo questo,perche' le dicerie nei suoi confronti sono state tante e pretestuose per il suo omicidio,personalmente rimane il numero uno


Inviato

Caro Druso,

non c'è dubbio che, conoscendo il risultato finale, è molto facile parlare.

Il mio discorso, quindi, è puramente accademico e viziato dal fatto che vivo in un'altra epoca.

Condivido il fatto che le guerre civili siano la conseguenza e non la causa della fine della repubblica che ricollegherei alla difficoltà di governare un territorio sempre più vasto con organi incapaci di decidere rapidamente sul da farsi.

Ovviamente la facilita' e' di entrambi, che possiamo basarci sulle analisi di 20 secoli! ;)

credo pero' che i contemporanei di Cesare avessero almeno intuito, alla fine, che il problema andava ormai oltre il dittatore...Cicerone, con tutti i suoi limiti, l'aveva chiaro, ma e'andata come e'andata...


Inviato

Resto dell'idea che l'impero, inteso solamente come civilta' romana, si sia estinto ai tempi della guerra gotica/bizantina. Ritengo che sotto il regno di teodorico le cose non fossero ancora poi cosi' diverse rispetto al periodo tardo imperiale


Inviato (modificato)

Ciao,

speravo che qualcuno accogliesse la richiesta di Eliodoro su Maggioriano … o lui stesso la esaudisse. Ma nessuno l’ha fatto per cui mi addentro brevemente nei territori dell’amico @antvwaIa, noto per la sua approfondita conoscenza del V secolo (ma non esclusivamente) per scrivere una breve scheda riassuntiva.

MAGGIORIANO (nome completo Giulio Valerio Maggiorano, in latino Iulius Valerius Maioranus)

Nacque attorno al 420 d.C. Era discendente di una famiglia di alti ufficiali dell’esercito (l’omonimo nonno era magister militum sotto Teodosio I). Il padre era ufficiale sotto Flavio Ezio e dall’unione con una figlia dell’ex-magister militum nacque colui che venne chiamato, in onore del nonno, con lo stesso nome.

Cresciuto entra nell’esercito sotto Flavio Ezio, più o meno contemporaneamente ai barbari Ricimero (suebo-visigoto) e Egidio (gallo). Si mette in luce per valore in Gallia difendendo l’attuale Tours e combattendo con lo stesso Ezio contro i Franchi (447 o 448).

Nel 450 Valentiniano III viene tentato dall’idea di dargli in sposa la figlia Placidia: avrebbe risolto in un colpo solo il problema della successione e limitato il potere dei vari generali dell’esercito, non ultimo lo stesso Ezio, in quanto avrebbe legittimamente condotto lui l’esercito. Tutto ciò comportò l’allontanamento di Maiorano dall’esercito da parte di Flavio Ezio e il ritiro del primo a vita privata.

Dopo la morte di Ezio (454) viene richiamato in servizio da Valentiniano III. L’anno seguente viene ucciso Valentiniano III e Licinia Eudossia, appoggiata da Ricimero, lo propone come successore al trono.

Viene però eletto Petronio Massimo (Petronius Maximus) che aveva avuto parte nell’uccisione sia di Ezio che dell’imperatore. Il suo regno durerà poco: dopo poco più di due mesi viene ucciso a sua volta.

Gli succedette Avito (Marcus Maecilius Flavius Eparchius Avitus) di origini patrizie gallo-romane. Dopo un primo appoggio al nuovo regnate Maggioriano e Ricimero si ribellarono e dopo averlo sconfitto militarmente lo costrinsero ad abbandonare la corona. Secondo Giovanni da Antiochia Maggioriano uccise lo stesso Avito (457). A questo punto il regnante dell’Impero d’Oriente doveva nominare il nuovo imperatore ma Marciano morì e il suo successore, Leone I, non diede indicazioni in merito. Maggioriano e Ricimero ottennero i titoli di magister militum e il primo si fregiò della vittoria contro un tentativo di invasione portato da un migliaio di Alemanni (in realtà la battaglia sul campo fu condotta da tale comes Burcone). Il I aprile 457 fu acclamato Augusto dall’esercito.

In realtà dei due era l’unico che poteva aspirare alla porpora: Ricimero come detto aveva origini barbariche e non vi poteva accedere alla corona imperiale. La sua elezione ufficiale avvenne solo il 28 dicembre; Sidonio Apollinare indica come motivo di questa tarda nomina il fatto che Leone I tentennava nel decidere se avallarla o meno. In realtà l’alternativa era tale Anicio Olibrio (Flavius Anicius Olybrius), imparentato con Genserico dei vandali e questo, nonostante Maggioriano avesse causato la morte di Avito, fu fondamentale nella scelta finale.

Nominato Imperatore diede a Ricimero i titoli di magister militum e patricius. Nel 458 sconfisse un contingente vandalico sbarcato in Campania e a fine difensivo ripristinò una legge di Valentiniano (440) ripresa da Valentiniano III che concedeva la possibilità di portare armi. Rinforzò l’esercito con mercenari barbari e organizzò due flotte per contrastare il predominio vandalico. Si mosse quindi alla volta della Gallia che non lo aveva riconosciuto sovrano dopo l’uccisione di Avito e la riconquistò sconfiggendo Visigoti e Burgundi, con l’aiuto di Egidio e di Nepoziano: Ricimero fu lasciato a Roma. Quindi si dedicò alla riconquista della Spagna, nell’ottica di usarla come base per l’ulteriore conquista dell’Africa, il granaio dell’Impero. Ci fu un tentativo di mediazione da parte di Genserico ma Maggioriano lo rifiutò e intraprese la campagna iberica (460). Fu fermato nell’avanzata dalla distruzione della flotta: rinunciò alla possibilità di intraprendere la conquista dell’Africa e firmò un accordo di pace con Genserico. Dopo una sosta ad Arelate e il congedo dei contingenti mercenari si diresse verso Roma: Ricimero lo raggiunse nei pressi di Tortona, lo fece arrestare e deporre. Dopo cinque giorni fu decapitato (7 agosto 461).

Ironia della sorte, gli era toccato un destino simile a quello che lui aveva decretato ad Avito e Tortona è poco distante da Piacenza, dove era stato ucciso lo stesso Avito.

Ricimero era riuscito nel suo intento. Aveva caldeggiato l’elezione di Maggioriano confidando nel fatto di poterlo manipolare a suo piacimento; non avendo ottenuto risultato lo aveva eliminato. Successivamente ripeterà il tentativo imponendo sul trono Libio Severo, un senatore.

61898.jpg

MAIORIANUS (457-461)

AV-Solidus, 4.24 g.
Arles, 457-461.
Obv.: DN IVLIVS MAIORIANVS PF AVG
Diademed, helmeted, draped, cuirassed bust of Maiorianus r.
Rev.: VICTORIA AVGGG / A R / COMOB
Emperor facing, holding cross and Victory on globe, placing foot on head.
RIC X 2631.
RRRR
FDC

http://www.acsearch.info/record.html?id=61898

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
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Inviato

Ciao,

speravo che qualcuno accogliesse la richiesta di Eliodoro su Maggioriano … o lui stesso la esaudisse. Ma nessuno l’ha fatto per cui mi addentro brevemente nei territori dell’amico @Antwala, noto per la sua conoscenza del V secolo (ma non esclusivamente) per scrivere una breve scheda riassuntiva.

MAGGIORIANO (nome completo Giulio Valerio Maggiorano, in latino Iulius Valerius Maioranus)

Nacque attorno al 420 d.C. Era discendente di una famiglia di alti ufficiali dell’esercito (l’omonimo nonno era magister militum sotto Teodosio I). Il padre era ufficiale sotto Flavio Ezio e dall’unione con una figlia dell’ex-magister militum nacque colui che venne chiamato, in onore del nonno, con lo stesso nome.

Cresciuto entra nell’esercito sotto Flavio Ezio, più o meno contemporaneamente ai barbari Ricimero (suebo-visigoto) e Egidio (gallo). Si mette in luce per valore in Gallia difendendo l’attuale Tours e combattendo con lo stesso Ezio contro i Franchi (447 o 448).

Nel 450 Valentiniano III viene tentato dall’idea di dargli in sposa la figlia Placidia: avrebbe risolto in un colpo solo il problema della successione e limitato il potere dei vari generali dell’esercito, non ultimo lo stesso Ezio, in quanto avrebbe legittimamente condotto lui l’esercito. Tutto ciò comportò l’allontanamento di Maiorano dall’esercito da parte di Flavio Ezio e il ritiro del primo a vita privata.

Dopo la morte di Ezio (454) viene richiamato in servizio da Valentiniano III. L’anno seguente viene ucciso Valentiniano III e Licinia Eudossia, appoggiata da Ricimero, lo propone come successore al trono.

Viene però eletto Petronio Massimo (Petronius Maximus) che aveva avuto parte nell’uccisione sia di Ezio che dell’imperatore. Il suo regno durerà poco: dopo poco più di due mesi viene ucciso a sua volta.

Gli succedette Avito (Marcus Maecilius Flavius Eparchius Avitus) di origini patrizie gallo-romane. Dopo un primo appoggio al nuovo regnate Maggioriano e Ricimero si ribellarono e dopo averlo sconfitto militarmente lo costrinsero ad abbandonare la corona. Secondo Giovanni da Antiochia Maggioriano uccise lo stesso Avito (457). A questo punto il regnante dell’Impero d’Oriente doveva nominare il nuovo imperatore ma Marciano morì e il suo successore, Leone I, non diede indicazioni in merito. Maggioriano e Ricimero ottennero i titoli di magister militum e il primo si fregiò della vittoria contro un tentativo di invasione portato da un migliaio di Alemanni (in realtà la battaglia sul campo fu condotta da tale comes Burcone). Il I aprile 457 fu acclamato Augusto dall’esercito.

In realtà dei due era l’unico che poteva aspirare alla porpora: Ricimero come detto aveva origini barbariche e non vi poteva accedere alla corona imperiale. La sua elezione ufficiale avvenne solo il 28 dicembre; Sidonio Apollinare indica come motivo di questa tarda nomina il fatto che Leone I tentennava nel decidere se avallarla o meno. In realtà l’alternativa era tale Anicio Olibrio (Flavius Anicius Olybrius), imparentato con Genserico dei vandali e questo, nonostante Maggioriano avesse causato la morte di Avito, fu fondamentale nella scelta finale.

Nominato Imperatore diede a Ricimero i titoli di magister militum e patricius. Nel 458 sconfisse un contingente vandalico sbarcato in Campania e a fine difensivo ripristinò una legge di Valentiniano (440) ripresa da Valentiniano III che concedeva la possibilità di portare armi. Rinforzò l’esercito con mercenari barbari e organizzò due flotte per contrastare il predominio vandalico. Si mosse quindi alla volta della Gallia che non lo aveva riconosciuto sovrano dopo l’uccisione di Avito e la riconquistò sconfiggendo Visigoti e Burgundi, con l’aiuto di Egidio e di Nepoziano: Ricimero fu lasciato a Roma. Quindi si dedicò alla riconquista della Spagna, nell’ottica di usarla come base per l’ulteriore conquista dell’Africa, il granaio dell’Impero. Ci fu un tentativo di mediazione da parte di Genserico ma Maggioriano lo rifiutò e intraprese la campagna iberica (460). Fu fermato nell’avanzata dalla distruzione della flotta: rinunciò alla possibilità di intraprendere la conquista dell’Africa e firmò un accordo di pace con Genserico. Dopo una sosta ad Arelate e il congedo dei contingenti mercenari si diresse verso Roma: Ricimero lo raggiunse nei pressi di Tortona, lo fece arrestare e deporre. Dopo cinque giorni fu decapitato (7 agosto 461).

Ironia della sorte, gli era toccato un destino simile a quello che lui aveva decretato ad Avito e Tortona è poco distante da Piacenza, dove era stato ucciso lo stesso Avito.

Ricimero era riuscito nel suo intento. Aveva caldeggiato l’elezione di Maggioriano sperando di poterlo manipolare a suo piacimento; non avendo ottenuto risultato lo aveva eliminato. Successivamente ripeterà il tentativo imponendo sul trono Libio Severo, un senatore.

61898.jpg

MAIORIANUS (457-461)

AV-Solidus, 4.24 g.

Arles, 457-461.

Obv.: DN IVLIVS MAIORIANVS PF AVG

Diademed, helmeted, draped, cuirassed bust of Maiorianus r.

Rev.: VICTORIA AVGGG / A R / COMOB

Emperor facing, holding cross and Victory on globe, placing foot on head.

RIC X 2631.

RRRR

FDC

http://www.acsearch.info/record.html?id=61898

Ciao

Illyricum

:)

davvero molto interessante il tuo excursus


Inviato

Ciao,

parlarne per parlarne,...

Un altro che menzionerei, forse a sorpresa, è Aureliano. Riprese le redini di un Impero che si stava sgretolando e lo rimise assieme. Come ho letto su un testo, probabilmente senza di lui forse l'Impero sarebbe caduto molto prima. O forse, se non fosse morto, lo avrebbe fatto Claudio II che nel suo breve regno diede prova di essere un valido condottiero militare. Ma questo da solo non basta...

Poi Diocleziano. Comprese che il dominio era troppo vasto per un solo uomo. E ideò la Tetrarchia. Mi pareva un'idea saggia, salvo che non tiene conto della brama di potere dell'Uomo (e infatti il sistama economico non resse molto).

IMHO, come siglano gli anglosassoni.

Ciao

Illyricum

:)

Ma sai che su Aureliano e Claudio II ci metto Gallieno, con la sua riforma militare, che tra l' altro favorisce l' ascesa di questi ufficiali pannonico-illirici che saranno poi suoi successori...

Su Diocleziano mi sta qui il fatto che alle elementari mi insegnassero la Storia basandola su valutazioni morali che con la Storia non hanno nulla a che fare, per cui era un pessimo Imperatore perchè perseguitava i cristiani, e quindi Costantino e Teodosio bravissimi per il motivo contrario...

Considerazione numismatica: non pensavo fossero state trovate monete di Romolo Augustolo...

Ho fatto una ricerca, qualche solido c'è;

è solo, come per tutte le cose, questione di prezzo... :D


Inviato

grazie a Illyricum65 per aver scritto un po' di Maggioriano... mi scuso, ma di solito non ho molto tempo

e ieri ho fatto un riassunto del riassunto, poi mi sono ricollegato solo ora.....

grazie!


Inviato

grazie a Illyricum65 per aver scritto un po' di Maggioriano... mi scuso, ma di solito non ho molto tempo

e ieri ho fatto un riassunto del riassunto, poi mi sono ricollegato solo ora.....

grazie!

Ciao Poemenius,

non devi scusarti. Dal tuo intervento traspariva una conoscenza sul personaggio per cui ritenevo che intendessi postare qualche nota biografica piú specifica, cosa che non ho fatto con quelli che ho proposto perché sommariamente conosciuti ai piú. Se la mia impressione che il periodo é di tuo interesse non é errata ti rilancio comunque una proposta: se ritagli qualche spazio di tempo qua e lá perché non posti qualche biografia o sintesi del periodo stesso? Potremmo poi magari inserirla nella cartella discussioni in evidenza-"Biografie".

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

si il mio periodo è quello...

nei prossimi gg posterò volentieri qualcosa su Maggiorniano e magari su Avito

buona domenica


Inviato

... ritorno un momento con una riflessione personale sulla figura di Marco Aurelio. Questo imperatore-filosofo fu importante per le campagne militari che contraddistinsero il suo regno. Fu fortunato ad avere la correggenza di Lucio Vero che si occupó del settore orientale dell'Impero. Ha avuto visibilitá ai piú in quanto compare all'inizio dell'hollywoodiano "Il gladiatore" dove tra l'altro si rammarica del fatto che ha dovuto trascorrere gran parte del regno sui campi di battaglia, proprio lui attratto dalla filosofia e dal pensiero. Quindi annuncia al figlio Commodo la sua intenzione di rendere il governo al Senato, reputandone il figlio incapace. Ecco, questo é stato il suo limite: non fare nulla per evitare l'ascesa del figlio, per il bene dell'Impero. E stessa critica porto a Settimio Severo che ristabilí la stabilitá dopo un periodo travagliato ma non limitó l'ascesa di Caracalla, pur essendoci stati segnali preoccupanti da parte del figlio.

Interessi dinastici, chiaro. Ma ci andava di mezzo l'Impero stesso...

Ciao

Illyricum

:)


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