Vai al contenuto
IGNORED

Roma vs. Parthia - storia e monete


Illyricum65

Risposte migliori

Nel 215 il figlio Caracalla penetrò nel territorio partico alla testa di una “pseudo falange” (riecheggiando Alessandro Magno) e spostò la frontiera mesopotamica più a Oriente. Tentò invano di invadere l’Armenia. L’anno successivo (216) invase la Media e rientrò a Edessa: l’anno successivo fu ucciso mentre si recava in Partia per una nuova spedizione militare.

post-3754-0-80031500-1399206816_thumb.jp

Caracalla. AD 198-217.

AV Aureus (20mm, 7.23 g, 6h). Rome mint. Struck AD 201-206.

ANTONINVS PIVS AVG, laureate and draped bust right / VICT • PART • MAX, Victory advancing left, holding palm in left hand and wreath in right hand.

RIC V 144a; Calicó 2843; BMCRE 295; Cohen 660.

Choice EF, lightly toned.

http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=117844

post-3754-0-32736800-1399207075_thumb.jp

Caracalla. AD 198-217.

AR Denarius (19mm, 3.11 g, 7h). Rome mint. Struck AD 217.

Laureate head right / VICT PARTHICA, Victory seated right on cuirass, inscribing VO/XX in two lines on shield set on her knee; helmet below.

RIC IV 314a note; RSC 656 var. (with javelin and hook in exergue).

Near EF, minor porosity. Scarce.

http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=251090

post-3754-0-10173300-1399207074_thumb.jp

CARACALLA. 198-217 AD.

AR Denarius (2.96 gm). Struck 217 AD.

ANTONINVS PIVS AVG GERM, laureate head right / VIC PART P M TR P XX COS IIII P P,

Caracalla standing left, holding globe and sceptre, crowned by Victory standing left, holding wreath and palm; at left, captive seated left.

RIC 299e; BMCRE pg. 46 note; RSC 655. Good VF. Very Rare.

http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=19390#

Il suo posto fu preso dal prefetto del pretorio, Macrino, che si elevò a nuovo imperatore e si recò a Antiochia dove incontrò il figlio Diadumeniano, che nominò Cesare. Nel frattempo le operazioni militari in Mesopotamia continuarono in quanto Artabano IV, re partico, intendeva riconquistare i territori persi: sconfisse l’esercito romano a Nisibi, ottenne la pace e il pagamento di una forte somma da Roma. Quest’ultima riuscì comunque a mantenere il controllo mesopotamico fino alla città di Hatra. Questa situazione rimase in essere sino al 229/230 d.C. circa quando si ruppe il delicato equilibrio dell’area in seguito alle conseguenze della caduta della dinastia partica per mano di quella sasanide (224).

Link al commento
Condividi su altri siti


Infine, l’elenco dei cognomina et virtute dei vari Imperatori con riferimento a vittorie conseguite in seguito a campagne belliche collegati all’area medio-orientale:

ADIABENICVS:

post-3754-0-75646200-1399207352_thumb.jp

Settimio Severo , ADIABENICVS , 195 d.C.

Caracalla, ADIABENICVS MAXIMVS, 211 d.C.

ARABICVS:

post-3754-0-69181700-1399207383_thumb.jp

Settimio Severo , ARABICVS , 195 d.C.

Caracalla, ARABICVS MAXIMVS, 211 d.C.

ARMENIACVS

post-3754-0-36714900-1399207415_thumb.jp

Traiano, ARMENIA REDACTA IN POTESTATEM, 114 d.C.

Lucio Vero, ARMENIACVS, 163 d.C.

Marco Aurelio, ARMENIACVS, 164 d.C.

MEDICVS

post-3754-0-28441800-1399207439_thumb.jp

Lucio Vero, MEDICVS, 166 d.C.

Marco Aurelio, MEDICVS, 166 d.C.

PARTHICVS

post-3754-0-11516900-1399207469_thumb.jp

Traiano, PARTHICVS, 116 d.C.

Lucio Vero, PARTHICVS MAXIMVS, 165 d.C.

Marco Aurelio, PARTHICVS MAXIMVS, 166 d.C.

Settimio Severo, PARTHICVS MAXIMVS,, 198 d.C.

Caracalla, PARTHICVS MAXIMVS,, 198 (con il padre)

Con ciò ritengo di aver concluso.

Debbo segnalare di aver fruito per i testi di:

http://www.parthia.com/

http://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_romano-partiche

http://it.wikipedia.org/wiki/Impero_partico

e altri in forma minore.

Le monete sono tratte perloppiù da CNGCoins, ACSearch e altre fonti.

Mi scuso fin d'ora con:

- i Curatori della Sezione Repubblica Romana in quanto ho "invaso" il loro campo d'interessi specifici ma per avere un quadro abbastanza chiaro dello sviluppo militare della zona son stato costretto a farlo;

- per limitare il tema, molto vasto, ho dovuto forzatamente ridurre (e già così ce n'è abbastanza) la descrizione di eventi diplomatici/bellici;

- i fruitori per qualche errore/inesattezza che posso involontariamente proposto in fase di scrittura;

- avendo scritto prima il testo in Word ed aver utilizzato "copia/incolla" di parte di testi la formattazione spesso è incostante.

Ciao

Illyricum

:)

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Mi complimento con @@Illyricum65, per la superba trattazione.

Dalla lettura si può evincere che:

- I Romani, sul mito di Alessandro Magno,si presentano sempre come aggressori nei confronti dei Parti;

- Tra i Romani ed i Parti vi era più una permanente guerra diplomatica che non militare. Roma più che distruggere i Parti, voleva creare una serie di Stati cuscinetto governati da re fantoccio che fossero suoi sudditi;

- Il campo di battaglia, alla fine, era sempre l'Armenia.

- Come anticipato da Illyricum, l'esercito dei Parti era formato esclusivamente dalla cavalleria.

Le vittorie dei Parti nei confronti dei Romani erano dipese solo ed esclusivamente dalla propria strategia militare

I Parti, infatti, facevano penetrare nel proprio territorio, l'esercito romano molto numeroso ma fatalmente più lento per, poi, attaccarlo con la propria cavalleria ( giocavano in contropiede), molto più mobile e veloce.

I Romani, presi alla sprovvista da questo esercito estremamente veloce formato da soli cavalieri erano, così, obbligati a ritirarsi.

Tra gli episodi più divertenti delle guerre romano partiche, vi è l'incoronazione, da parte di Nerone, di Tiridate, re dell'Armenia, dopo la vittoria di Corbulone di cui al post 20. Piccola digressione, il generale Peto, dopo la sconfitta subita da Vologese rientrò a Roma, pensando di esser ucciso per l'infamia subita. Tacito narra, invece, che Nerone si limitò a prenderlo in giro dicendogli frasi tipo :"Ti perdono subito, perchè, così pronto a spaventarti come sei, potresti ammalarti per l'affanno dell'attesa."

Dopo la vittoria di Corbulone, Nerone ottennè che Tiridate fosse incoronato re dell'Armenia, sotto la sovranità, di Roma.

Tale incoronazione doveva, però, avvenire a Roma. Dato che Tiridate, essendo sacerdote del culto di Zoroastro, non poteva viaggiare per mare in quanto ne avrebbe contominato la superficie con la sua sola presenza, dovette raggiungere Roma via terra e ci impiegò ben nove mesi.

La carovana di Tiridate era una cosa alquanto bizzarra tipica del periodo neroniano.

Era composta, infatti, da Tiridate, dalla moglie velata con una maschera d'oro, principi e potenti vari colmi di doni e ben 3000 cavalieri. Il viaggio era pagato integralmente da Roma e costò ben ottocentomila sesterzi al giorno.

Se interessa, posso raccontare l'accoglienza di Nerone.

Saluti Eliodoro

Modificato da eliodoro
Link al commento
Condividi su altri siti


Grazie per complimenti, Eliodoro.

Nel dettaglio

I Romani, sul mito di Alessandro Magno,si presentano sempre come aggressori nei confronti dei Parti

Il mondo greco classico esercitava sempre un certo effetto sui Romani, così come lo eserciterà Roma sui popoli barbarici attorno al V secolo d.C.

In cuor mio il tentativo di imitare il glorioso condottiero greco è valido solo per quel megalomane pazzeriello di Caracalla che infatti cercò di riportare in auge una specie di "falange" ad imitazione del greco.

La gloria cui auspicavano i vari condottieri era politica:

Crasso ... avrebbe pareggiato la gloria militare degli altri "colleghi"

Cesare ... avrebbe confermato la sua "invincibilità"

etc...

e alla gloria avrebbe aggiunto fama, ascendente e tanti tanti soldini! ;)

Il buon Traiano mirava a controllare i traffici con l'Oriente e così altri imperatori. E quando si muoveva (vedi Dacia) pescava bene per le casse imperiali...

Il più furbo (bisogna ammettere che era un ottimo politico e usava molto bene i media dell'epoca...) fu Augusto che non mosse eserciti e su base diplomatica ottenne dei risultati di effetto sul popolo. Ma bisogna esser capaci ma anche fortunati a cogliere un momento politico estero favorevole... ;)

Diciamo che i Parti avevano un profilo più difensivo mentre l'aggressività è caratteristica dei Sassanidi che li seguono nel predominio dell'area medio-orientale. Questi tra l'altro imparano l'arte dell'assedio e son dolori per le città in mano romana.

E infatti questa dovrebbe essere la seconda parte di questa discussione.

I Parti, infatti, facevano penetrare nel proprio territorio, l'esercito romano molto numeroso più ma fatalmente più lento per, poi, attaccarlo con la propria cavalleria

E' quello che fece spesso in tempi moderni la Russia ( con l'aiuto del Generale Inverno).

Ma lo fece anche Roma quando Tardo Impero iniziò a difendersi in tal modo, flessibile, lasciando penetrare il nemico per farlo annientare alla cavalleria. Fino a quando le forze barbariche non furono così importanti da non esser battute dalle truppe a cavallo.
Un sistema sicuramente meno dispendioso che non il mantenimento di un limes pieno di soldati di stanza.

Se interessa, posso raccontare l'accoglienza di Nerone.

Eliodoro, qualsiasi integrazione e completamento (testi, immagini o monete) è sempre bene accolta, anzi! :D

Ciao

Illyricum

:)

Link al commento
Condividi su altri siti


Grazie per complimenti, Eliodoro.

Nel dettaglio

Il mondo greco classico esercitava sempre un certo effetto sui Romani, così come lo eserciterà Roma sui popoli barbarici attorno al V secolo d.C.

In cuor mio il tentativo di imitare il glorioso condottiero greco è valido solo per quel megalomane pazzeriello di Caracalla che infatti cercò di riportare in auge una specie di "falange" ad imitazione del greco.

La gloria cui auspicavano i vari condottieri era politica:

Crasso ... avrebbe pareggiato la gloria militare degli altri "colleghi"

Cesare ... avrebbe confermato la sua "invincibilità"

etc...

e alla gloria avrebbe aggiunto fama, ascendente e tanti tanti soldini! ;)

Il buon Traiano mirava a controllare i traffici con l'Oriente e così altri imperatori. E quando si muoveva (vedi Dacia) pescava bene per le casse imperiali...

Il più furbo (bisogna ammettere che era un ottimo politico e usava molto bene i media dell'epoca...) fu Augusto che non mosse eserciti e su base diplomatica ottenne dei risultati di effetto sul popolo. Ma bisogna esser capaci ma anche fortunati a cogliere un momento politico estero favorevole... ;)

Diciamo che i Parti avevano un profilo più difensivo mentre l'aggressività è caratteristica dei Sassanidi che li seguono nel predominio dell'area medio-orientale. Questi tra l'altro imparano l'arte dell'assedio e son dolori per le città in mano romana.

E infatti questa dovrebbe essere la seconda parte di questa discussione.

E' quello che fece spesso in tempi moderni la Russia ( con l'aiuto del Generale Inverno).

Ma lo fece anche Roma quando Tardo Impero iniziò a difendersi in tal modo, flessibile, lasciando penetrare il nemico per farlo annientare alla cavalleria. Fino a quando le forze barbariche non furono così importanti da non esser battute dalle truppe a cavallo.

Un sistema sicuramente meno dispendioso che non il mantenimento di un limes pieno di soldati di stanza.

Eliodoro, qualsiasi integrazione e completamento (testi, immagini o monete) è sempre bene accolta, anzi! :D

Ciao

Illyricum

:)

Ciao Illyricum,

- Riguardo la differenza tra Ottaviano e Traiano, non dimentichiamo che un proverbio romano diceva : "Sii più fortunato di Augusto e migliore di Traiano", quindi i Romani erano ben consapevoli della differenza tra i due.

- Ritornando a quel matto di Nerone.

Tiridate e l'immensa carovana che lo seguiva ( mi immagino la meraviglia dei contemporanei alla loro vista), partono da Artaxata, attraversano l'Asia Minore, il Bosforo, i Balcani, l'Italia settentrionale ed arrivano ad Ancona, dove li attende Nerone vestito con le insegne trionfali, a cavallo di un cocchio a due cavalli e li accompagna a Roma.

L'incoronaziona avverrà a Roma, nel Foro alla presenza dell'Imperatore e di tutto il Senato. L'intera cerimonia presentò tutte le caratteristiche di un trionfo militare e si concluse con la chiusura della porte del tempio di Giano. Nerone fu il terzo imperatore a chiuderle dopo Augusto e Vespasiano.

694024.jpg

Una vittoria diplomatica trasformata in un successo militare.

- Riguardo Caracalla, il casus belli fu rappresentato dal rifiuto di Artabano V di dare la figlia in sposa a quest'altro imperatore mattacchione.

Caracalla, quindi anelando, come da Te detto, di ripercorrere le orme di Alessandro Magno, pensò bene di invadere la Mesopotamia ma, dopo alcune vittore, la reazione dei Parti fu terribile,

Artabano V non solo respinse i Romani, ma invase egli stesso delle province romane tant'è che, morto Caracalla, Macrino pagò 200.000.000 di sesterzi per ottenere la pace.

Modificato da eliodoro
Link al commento
Condividi su altri siti


DE GREGE EPICURI

Complimenti anche da parte mia, è difficile trovar parole giuste per descrivere i pregi di questo articolo: storici, geografici, etnografici, numismatici...Ovviamente ora attendiamo il seguito (I Sassanidi), che ne sono la logica continuazione. Credo che la parola "fine" di questo capitolo sia segnata solo dall'Islam e dalla sua penetrazione orientale. Osservando i confini del Regno Partico, non ci si può sottrarre alla precisa impressione che si tratti del proseguimento dell'Impero di Alessandro, nella sua sezione orientale; i limiti sono praticamente gli stessi, basta osservare l'Indo, ma anche i confini settentrionali (certo, lasciava fuori qualcosa, alcune delle "Alessandrie" più lontane.)

Modificato da gpittini
Link al commento
Condividi su altri siti


Beh, continuo con questa "calda" (rispetto alle fresche terre britanniche e galliche di cui spesso tratto) escursione storica (mi pare di essere ... in ferie al sole!!! :D ) trattando una provincia cui prima ho accennato di sfuggita:

L'ARABIA PETREA

Già nel 25/24 a.C. Augusto aveva ordinato una spedizione militare mirata alla conquista dell’Arabia Felix. A guidarla fu Gaio Elio gallo, prefetto d’Egitto che come obiettivo finale aveva il controllo territoriale della costa arabica fino alla penisola dell’attuale Aden; tutto ciò doveva portare al controllo del commercio di aromata che coinvolgeva la penisola arabica, la Mesopotamia e con la mediazione degli Arabi Lakhmidi, l’altopiano iranico. Quindi una rete commerciale che intrigava due Imperi: quello romano e quello partico. In Arabia meridionale giungevano via mare merci esotiche da India e Sri Lanka quali minerali, cosmetici, prodotti farmacologici, gemme, tessuti fini e acciai. La stessa Arabia produceva resina, utilizzata nei templi romani. In questo sistema la popolazione che ebbe un rapporto privilegiato con Roma furono i Sabei e i loro successori, gli Homerites (Himyariti) ed è ai loro territori che si volsero le brame di conquista romane.

La spedizione iniziò con la preparazione di una flotta di 130 navi che però furono costrette a fermarsi per un anno circa presso i Tamudeni (in seguito inseriti come corpi di cavalleria nell’esercito romano come Equites Thamudeni) a causa di epidemie che colpirono gli equipaggi. A Gaio Elio Gallo fu indicato un percorso terrestre non agevole per il suo esercito costituito da oltre 10.000 uomini ma giunse a sud alle porte di Marsiaba (attuale Ma’rib, Yemen), capitale del Regno di Saba. Dopo sei giorni di resistenza all’assedio i romani, colpiti dall’ennesima epidemia, furono costretti ad abbandonare i progetti di conquista della città. Ritiratisi, posero la frontiera a Leucecome (sulla costa araba vicino all’attuale Medina) e quindi nel tempo si ritirarono progressivamente sino alla penisola del Sinai.

Successivamente Traiano inviò Aulio Cornelio Palma Frontoniano ad annettere i territori della Petrea che furono mantenuti sotto controllo per lungo tempo nonostante sporadiche incursioni e razzie da parte di Palmireni e Parti.

Nel periodo immediatamente precedente la conquista romana l’area era governata dal re nabateo Rabbel III. Alla sua morte la Legio III mosse dall’Egitto verso Petra mentre la Legio VI Ferrata mosse dalla Siria e occupò Bostra. La resistenza dei locali fu limitata e ben presto le stesse popolazioni alloctone entrarono nell’esercito romano come ausiliari.

Stranamente la vittoria non fu molto propagandata fino al completamento della Via Nova Traiana che collegava Bostra a Aqaba toccando Petra. Traiano stesso non si fregiò del titolo onorifico di “Arabicus”.

Link al commento
Condividi su altri siti


Inviato (modificato)

post-3754-0-83121500-1399236058_thumb.jp

Traianus, 98-117
Æ-Sesterz, 111, Rom; 23,52 g. Kopf r. mit Lorbeerkranz, l. drapiert//Arabia steht l. mit Zweig und Stäben, davor Kamel l. BMC 877; Coh. 32; MIR 363 b; RIC 466.

Attraktives, sehr schönes Exemplar
106 wurde das Nabatäerreich von Rom annektiert. Es wird auf der Münze ausdrücklich durch ARAB(ia) ADQVIS(ita) darauf hingewiesen, daß Arabien erworben, nicht aber erobert wurde.

post-3754-0-80403800-1399236078_thumb.jp
Trajan, 98 – 117

Dupondius circa 111, Æ 13.33 g. IMP CAES NERVAE TRAIANO AVG GER DAC P M TR P COS V P P Radiate bust r., with drapery on l. shoulder. Rev. S P Q R OPTIMO PRINCIPI S – C Arabia standing facing, head l., holding branch and bundle of canes (?); at her side, dromedary l. In exergue, ARAB ADQVIS. C 36 var. (no drapery). BMC 919. RIC 467 var. (no drapery). CBN 578. Woytek 364b.
Rare and in exceptional state of preservation. Struck on a full flan with an enchanting
enamel-like turquoise-green patina and good extremely fine

post-3754-0-08787400-1399236102_thumb.jp

TRAJAN, 98-117 AD. AR Denarius (2.55 gm) of Rome 103-11 AD. Laureate head, draped shoulder / Arabia standing, holding branch and bundle, camel at feet. RSC.89. RIC.142. Toned aVF.

Bostra fu la capitale provinciale;

post-3754-0-44269500-1399236886_thumb.jp

Decumano di Bosra

post-3754-0-21490000-1399236925_thumb.jp

Il Teatro di Bosra

lingua ufficiale fu il greco come nelle altre provincie orientali, soppiantando nabateo e aramaico.

post-3754-0-65484900-1399236166_thumb.jp

ARABIA. Bostra. Trajan (98-117). Drachm.
Obv: AYTOKP KAIC NEP TRAIANW ARICTW CEB ΓΕΡΜ ΔΑΚ.

Laureate and cuirassed bust left.
Rev:
ΔHMAPX EΞ YΠ
ATO S.
Camel standing left.
Kindler Pl. VI, 12.
Condition: Very fine.
Weight: 3.1 g.

Diameter: 19 mm.

post-3754-0-67598600-1399236245_thumb.jp

Trajan (98-117), Tridrachm,Uncertain eastern mint, AD 112-114, AR, (g 10,39, mm 25, h 8). A?TOK? KAIC NE? T?AIANOC CEB GE?M ?AK, laureate head r., Rv. ?HMA?[X E? ?]?ATO ?, legionary aquila flanked by two standards. Metcalf, Caesarea pp. 148-9; Sydenham, Caesarea 225; SNG ANS 1163 (Bostra); Kindler p. 97 (uncertain mint).
Minor scratches. Good very fine.

Modificato da Illyricum65
Link al commento
Condividi su altri siti


Quando Avidio Cassio, impegnato nella guerra contro i Parti per Marco Aurelio si proclamò Imperatore (gli era giunta la falsa di eco della morte del regnante) la provincia non lo appoggiò; altrettanto accadde a Pescennio Negro. Settimio Severo invece punì Antiochia levandole lo status di metropoli per l’appoggio all’usurpatore; premiò la fedeltà della Legio III Cirenaica ribattezzandola Severina e mantenne in posto il fedele governatore della Petrea Publio Elio Severiano Massimo. Anche per questo motivo l’Arabia Petrea crebbe di potere rispetto alla Siria.

Il sistema difensivo dell’Arabia Petrea si basava sul Limes Arabicus, frontiera che correva lungo il deserto dalla Siria settentrionale alla Palestina Meridionale.fino alla penisola araba settentrionale per circa 1500 chilometri. Il limes era dotato di fortezze e torri di guardia.

post-3754-0-13235700-1399236611_thumb.jp

Masada

post-3754-0-45108900-1399236661_thumb.jp

Pianta del forte di Humayma

post-3754-0-60356800-1399236731_thumb.jp

Pianta dei resti della torre di Quasr Abu Rubka

Poco distante da parte della frontiera correva la Via Traiano Nova, lunga circa 430 chilometri.

Iniziata da Traiano aveva compiti preminentemente militari e fu terminata da Adriano.

post-3754-0-12397100-1399236405_thumb.jp
Hadrian Æ20 of Bostra, Decapolis, Syria. AD 117-138. Laureate head right / Turreted bust of Arabia right, cradling two children in her arms. Kindler 16; Spijkerman 1; Rosenberger 1 (Arabia); SNG ANS 1168. 6.36g, 20mm, 5h. Very Fine..

Fu rafforzata dai Severi con la costruzione di nuovi forti e la sistemazione dei tratti più deteriorati.

Con ciò ho terminato questa breve addenda acompletamento di quanto sopra. Passato il deserto c'era la Parthia...

Ciao

Illyricum

:)

Link al commento
Condividi su altri siti


Grazie Illyricum per lo splendido lavoro: lavoro contemporaneamente sintetico e dettagliato, trattati in profondità i punti importanti senza sacrificare l' efficacia.

Avrei alcune domande :

1) Cesare fu assassinato alla vigilia di una programmata spedizione contro i Parti.

Le motivazioni mi sono sempre sfuggite: c'era un pericolo incombente da parte loro, o era "semplice" desiderio di una ulteriore conquista prestigiosa ?

2) Ho sempre avuto l' impressione che i Parti abbiano costituito una minaccia a "bassa intensità", rispetto ai successivi Sassanidi, e che Roma si sia trovata in difficoltà con loro nei momenti in cui , minacciata anche in altre frontiere, non poteva concentrare la risposta militare. E' un' impressione corretta ?

grazie.

Modificato da Andrealb
Link al commento
Condividi su altri siti


Ed ecco le mie risposte:

1) Cesare fu assassinato alla vigilia di una programmata spedizione contro i Parti.

Le motivazioni mi sono sempre sfuggite: c'era un pericolo incombente da parte loro, o era "semplice" desiderio di una ulteriore conquista prestigiosa ?

Le fonti storiche alludono alla ricerca di gloria da parte di Cesare, della conferma della sua invincibilità come condottiero, della Parthia come del suo intimo desiderio di ripercorrere le gesta di Alessandro Magno (a ridaje!) e del suo disegno di partire dalla Parthia, risalire per l'attuale Anatolia e quindi colpire i Daci.

Se quest'ultimo itinerario sembra iperbolico, non possiamo d'altra parte che affermare che anche il percorso di Alessandro Magno nella conquista dell'Oriente, fino all'India sembra agli occhi attuali inverosimile... invece fu effettuato. Non escludo che lo stesso Cesare volesse stupire i suoi concittadini, effettuando un'impresa (quasi) senza precedenti.

2) Ho sempre avuto l' impressione che i Parti abbiano costituito una minaccia a "bassa intensità", rispetto ai successivi Sassanidi, e che Roma si sia trovata in difficoltà con loro nei momenti in cui , minacciata anche in altre frontiere, non poteva concentrare la risposta militare. E' un' impressione corretta ?

Con il termine "minaccia di bassa intensità" si intende un evento bellico contraddistinto da un numero abbastanza basso di forze militari coinvolte. Non si hanno (o per lo meno io non ho trovato) dati relativi alla consistenza numerica dell'esercito partico ma ritengo che non fosse esiguo: gli stessi predecessori Persiani puntavano sulla forza data dal numero degli uomini disponibili. I Sassanidi sono contraddistinti da un atteggiamento sicuramente più aggressivo e di conquista di nuovi territori rispetto ai sovrani arsacidi. Inoltre avevano acquisito (probabilmente dagli stessi romani, come fecero i Goti e gli Unni più tardi) le tecniche di assedio che i Parti non avevano sviluppato. Quindi quando invadevano dei territori e i romani si difendevano nelle città fortificate potevano conquistare queste ultime e mantenerle (vedi Dura Europos:

http://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Dura_Europos_%28256%29 ), così come il controllo del territorio circostante.

E' indubbio che le contemporanee (o quasi) invasioni in area renana sottrarrono uomini magari destinabili al settore medio-orientale. Ma qui erano si stanza, sotto Settimio Severo, ben 1/3 (11/33) delle legioni totali. A queste dobbiamo oltretutto aggiungere le truppe di ausiliari (ovvero la fanteria e la cavalleria leggera). Va inoltre ricordato che le legioni probabilmente non erano equivalenti per numero di armati a quelle del Primo Impero e, come detto, che spesso queste non erano a ranghi completi ma vexillationes (ovvero contingenti) erano sparsi per tutto l'Impero. Quindi se sulla carta era presente una Legione, questa non contava mai i suoi effettivi completi, quanti essi siano stati.

Per farti un esempio nella lontana Britannia vi erano di stanza 3 Legioni ma in realtà il Vallum era presidiato da truppe ausiliarie e ben presto i contingenti militari vennero "alleggeriti" spostando parte dei militari in zone più "calde" o necessitanti di un intervento militare. Non ultimo nel periodo, nelle Gallie per fronteggiare le invasioni di popolazioni barbariche.

Inoltre per fornire velocemente l'equipaggiamento delle truppe (vedi vecchia discussione sugli Elmi) e cercare di limitare il fabbisogno di materie prime (la perdita di uomini e mezzi militari seguente alle invasioni barbariche renane fu pesante) nel tempo progressivamente si modificò ad esempio gli elmi stessi copiando proprio quelli orientali (da un unico pezzo massiccio a quello multicomposito), a scapito della qualità e della resistenza meccanica. E meno resistenza meccanica comportava magari perdere colui che portava il copricapo.

Ciao

Illyricum

:)

Link al commento
Condividi su altri siti


Ciao @@Illyricum65,

una notizia interessante, soprattutto rispetto alla situazione attuale, riguarda la tolleranza religiosa dei Parti. Dopo la vittoria di Vespasiano e Tito del 70 d.c. e il conseguente saccheggio del Tempio di Gerusalemme, molti ebrei preferirono rifugiarsi in Mesopotomia allora governata dai Parti, dove trovarono una totale tolleranza religiosa rispetto ai Romani e dove costituirono un gruppo sociale rilevante nell'ambito della società partica.

Link al commento
Condividi su altri siti


Grazie ancora Illyricum.

Muovendomi a questo punto nell' ucronìa, se Cesare avesse mosso contro i Parti, avrebbe conquistato forse un territorio più facile da prendere, che da tenere...

Voglio dire: forse è andata bene così, forse Roma non era pronta a gestire un' espansione tanto grande e repentina.

Se vediamo l' opera di conquista di Augusto, sembra che le priorità strategiche dell' epoca fossero altre: lo dico volgarmente, riempire tutti i "buchi" della cartina, tra un territorio romano e l' altro, laddove l' Impero si assottigliava troppo...Consolidare la continuità e contiguità territoriale, parlo di nord della Spagna, Savoia, Rezia, Dalmazia...

Ti chiedo una curiosità numismatica legata a Cesare: è vero che le monete con il suo ritratto e la scritta "Dictator" appaiono nel gennaio 44, e sono un po' la goccia che fa traboccare la pazienza dei congiurati ?

grazie.

Modificato da Andrealb
Link al commento
Condividi su altri siti


DE GREGE EPICURI

@@eliodoro: in effetti, agli Ebrei mesopotamici andò molto meglio coi Parti che coi Romani, specie dopo Costantino. Dopo il c.d. Editto di Preminenza del 380 d.C. ci fu l'episodio dell'incendio della sinagoga di Callinicum sull'Eufrate, provocato da un gruppo di cristiani (389 d.C.). "Teodosio 1°, che si trovava a Milano, reagì dando ordine di punire i colpevoli, dal momento che la religione ebraica era sotto la protezione dello stato. Ma Ambrogio (sebbene, in quanto vescovo di Milano, non avesse alcuna competenza giuridica per intervenire) pretese dall'imperatore la revoca delle sanzioni. Davanti alla comunità raccolta in assemblea, Ambrogio agitò nuovamente la minaccia delle più aspre misure ecclesiastiche , ed effettivamente Teodosio acconsentì" (H.Brandt, L'epoca tardoantica, Il Mulino).

Modificato da gpittini
Link al commento
Condividi su altri siti


Grazie ancora Illyricum.

Muovendomi a questo punto nell' ucronìa, se Cesare avesse mosso contro i Parti, avrebbe conquistato forse un territorio più facile da prendere, che da tenere...

Voglio dire: forse è andata bene così, forse Roma non era pronta a gestire un' espansione tanto grande e repentina.

Se vediamo l' opera di conquista di Augusto, sembra che le priorità strategiche dell' epoca fossero altre: lo dico volgarmente, riempire tutti i "buchi" della cartina, tra un territorio romano e l' altro, laddove l' Impero si assottigliava troppo...Consolidare la continuità e contiguità territoriale, parlo di nord della Spagna, Savoia, Rezia, Dalmazia...

Ti chiedo una curiosità numismatica legata a Cesare: è vero che le monete con il suo ritratto e la scritta "Dictator" appaiono nel gennaio 44, e sono un po' la goccia che fa traboccare la pazienza dei congiurati ?

Ciao,

non sono del tutto d'accordo. In alcuni casi sì, la scelta fu di privilegiare la continuità e la contiguità territoriale o l'eliminazione di sacche di popolazioni ostili. Ma in altri casi, proprio come nel caso della Spagna del Nord (Cantabria) che citi, la conquista fu motivata da cause economiche: pacificare la zona ma anche soprattutto mettere le mani sui giacimenti di metalli preziosi (oro su tutti ma anche ad esempio argento e zinco) ivi presenti.

http://www.lamoneta.it/topic/121314-loro-nel-periodo-romano/?hl=cantabriche#entry1379327

La Spagna era Provincia Imperiale e quindi direttamente gestita dall'imperatore stessa: non è casuale che Augusto emise i sesterzi in oricalco (bronzo/zinco) di cui lui stesso era il proprietario delle miniere!

Se rifletti la fortuna di Roma fu quella di aver messo in moto un meccanismo per cui chi conquistava nuove terre si arricchiva: dal generale che le guidava anche alla truppa stessa che quindi era vieppiù motivata. La sua spinta centripleta la portò ad espandersi in ogni dove, chiaramente meglio dove c'era anche un ritorno economico oltre alla gloria (e quindi al potere) per la guida delle truppe. La difesa non accontentava nessuno: per lo Stato era un dispendio di denaro, gli stessi generali e anche le truppe non guadagnavano premi e benefici. Il sistema difensivo era un altro, in principio: creazione di stati-clienti (anche con qualche tributo, talvolta), qualche annessione quando la fedeltà vacillava (o imposizione di sovrani filo-romani). La difesa consisteva, quando oltre i confini c'era qualche segnale negativo, nella deterrenza: una campagna punitiva che metteva tutti a posto piuttosto che subire un'invasione dei territori imperiali. Nel tempo questa tattica non fu più valida, specie nello scacchiere renano e danubiano: le varie tribù iniziarono a federarsi, la prima occasione, invero sporadica, fu la disfatta di Varo presso Teutoburgo dove complice un po' una guida non capace militarmente (Varo stesso), un tradimento (Arminius) e l'unione di varie tribù germaniche portò all'annientamento di un esercito.

Ma per contro, se riflettiamo, tutto ciò dimostra che alla fine la gloria non pagava, si mirava al guadagno. La Germania (se vogliamo chiamarla così) era inospitale, con foreste fitte, fiumi, paludi, condizioni atmosferiche dure, assenza di città da conquistare e popolazioni dure da piagare... tutte situazioni scomode per la tattica militare romana. Si procedette a compiere spedizioni punitive ma mai a conquistarla definitivamente.

Stesso discorso per la Scozia: non fu mai seriamente invasa e l'unica volta che fu sul punto di esser conquistata Agricola fu richiamato e Roma. Perchè? Semplice, non ne valeva la pena...

Sporadicamente si crearono quindi delle barriere diensive: Vallum britannico, Limes danubiano, Limes arabico, etc... Ma nel tempo come dicevo nel post precedente si passò alla difesa nei propri territori: un primo rallentamento dato dalle truppe alle frontiere con allertamento dei contingenti difensivi, la creazione di forti e presidi dove rifugiarsi,quindi la fuoriuscita di truppe di cavalleria colpivano il nemico che era penetrato nel territorio e che si disperdeva sia nelle razzie che per la ricerca di cibo (le truppe barbariche non disponevano di logistica di supporto). Quindi interveniva dalle retrovie il grosso dell'esercito che annientava la minaccia. E' chiaro che quando le incursioni non furono più limitate numericamente ma ben più cospicue o addirittura costituite da interi popoli questo sistema dimostrò la sua inefficenza specie quando l'esercito proveniente dalle retroguardie fu sconfitto (e spiega i lunghi percorsi effettuati durante le invasioni del Tardo Impero che una volta sfondato affondavano nel "ventre molle" dell'Impero).

Forse sono andato un po' :offtopic: ... ma mi son lasciato prendere un po' dall'enfasi... "storica".

Per il discorso Cesare è corretto, i denari di CAESAR DICT(ator) PERPETVO sono del 26 gennaio o 15 febbraio 44 a.C. Fu infranta la regola che vietava di imprimere sulla moneta effigi di dittaori. Cesare lo era già dal 49 s.C. ma in quell'occasione la concessione del titolo a vita (perpetuo) fu vista come la volontà di assumere il potere, magari come sovrano. Da qui la congiura delle Idi di marzo.

Ciao

Illyricum

:)

Iulius_Caesar_denarius_44_BC_851830.jpg

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Ciao Illyricum, come ti capisco riguardo all' enfasi storica... ;)

Solo due accenni riguardo alla Germania, argomento che merita una discussione propria (magari è già stata fatta ?) ...

Assolutamente inospitale, ma vuoi mettere spianare le foreste, costruire strade e città; poi portare il limes all' Elba, e poi alla Vistola:

di quanto accorcia i confini rispetto alla linea Reno-Danubio ? O non c'è guadagno, perchè le legioni che togli dal confine devi tenerle a presidiare il territorio ?

Secondo: i tedeschi con lingua neolatina. Cosa sarebbe successo ? Se è vero che la lingua e il pensiero si influenzano a vicenda...

Link al commento
Condividi su altri siti


DE GREGE EPICURI

Complimenti anche da parte mia, è difficile trovar parole giuste per descrivere i pregi di questo articolo: storici, geografici, etnografici, numismatici...Ovviamente ora attendiamo il seguito (I Sassanidi), che ne sono la logica continuazione. Credo che la parola "fine" di questo capitolo sia segnata solo dall'Islam e dalla sua penetrazione orientale. Osservando i confini del Regno Partico, non ci si può sottrarre alla precisa impressione che si tratti del proseguimento dell'Impero di Alessandro, nella sua sezione orientale; i limiti sono praticamente gli stessi, basta osservare l'Indo, ma anche i confini settentrionali (certo, lasciava fuori qualcosa, alcune delle "Alessandrie" più lontane.)

L' Islam segna veramente la fine, nel senso che "spacca" il Mediterraneo e limita per sempre Bisanzio.

Un Mediterraneo pacifico sarebbe un Mediterraneo prospero.

E' uno degli interessi strategici dell' Italia, e dell' Europa: pensiamo alle potenzialità di scambio con i paesi del Nordafrica e del Medio Oriente...

In effetti , i primi a risentire delle crisi periodiche nel bacino del Mediterraneo siamo noi, Italiani ed Europei: dal conflitto eterno arabo-israeliano, agli attuali focolai di instabilità e guerre civili...

Non solo per le conseguenze immediate in termini di profughi, ma per l 'impossibilità di relazioni orientate allo sviluppo reciproco.

Per noi, è quasi come non potere usare la finestra più grande di casa...

Altri attori dello scacchiere internazionale possono non avere la stessa sensibilità riguardo alla destabilizzazione del bacino.

Modificato da Andrealb
Link al commento
Condividi su altri siti


Ciao,

Assolutamente inospitale, ma vuoi mettere spianare le foreste, costruire strade e città; poi portare il limes all' Elba, e poi alla Vistola:

di quanto accorcia i confini rispetto alla linea Reno-Danubio ? O non c'è guadagno, perchè le legioni che togli dal confine devi tenerle a presidiare il territorio ?

C'era un guadagno ma in realtà quando ho accennato a ciò intendevo:

- guadagno immediato: intendo il mettere le mani su materiali di pregio, metalli nobili, etc... da predare e portare a Roma durante il trionfo (vedi Dacia, Tesoro del Tempio di Salomone, etc...)

- guadagno nel medio-lungo termine: mettere le mani su produzioni o commerci (vedi Britannia, Spagna del Nord, Arabia, etc...). Cosa poteva offrire la Germania?

- pellami

- ferro

- schiavi

- ambra ? (coste Mare del Nord)

- ?

A parte l'ambra, tutte cose che Roma poteva procurarsi altrove...

Secondo: i tedeschi con lingua neolatina. Cosa sarebbe successo ? Se è vero che la lingua e il pensiero si influenzano a vicenda...

Dipende da come avrebbe reagito la popolazione locale. La Gallia si romanizzò. La Britannia sì al sud e nelle città ma l'ambiente rurale rimaneva di tradizione celtica tipo età del ferro. Come avrebbe reagito la Germania? A mio modo di vedere, più nel secondo modo che nel primo. E non va commesso l'errore di pensare che la frontiera fosse impermeabile ai flussi nei due sensi: se leggi "La parola di barbari" (P. S. Wells) ad esempio, scoprirai che i manufatti romani arrivavano sino all'attuale Poloni, Danimarca e anche oltre... e rinvenimenti monetali rafforzano queste osservazioni. Se i popoli germanici non furono attirati da ciò probabilmente il loro attaccamento alle tradizioni era tutt'altro che labili...

Ciao

Illyricum

:)

Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.