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IGNORED

Contromarca: deturpamento o valore aggiunto?


Ianva

Risposte migliori

Salve a tutti,

Prendendo spunto da una recente discussione (la cui moneta posto anche in questa) ho riflettuto sulle contromarche. Ho notato come, differentemente da prima (non ero interessato alle contromarche in quanto consideravo le monete deturpate) il mio interesse per queste punzonature sia cresciuto tanto che, in alcuni casi (come in questo), sono attratto dalla contromarca come testimonianza di accadimenti storici della mia città, significati aggiunti al tondello, un valore aggiunto. Tanto che comprerei la moneta in questione volentieri :)

Voi come la pensate in merito?post-260-1397839304,56_thumb.jpg

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quesito particolare ed interesante. la contromarca quando apposta x motivi politici o economici particolari e' senza dubbio di grande importanza e merita studio e approfondimento. ebbi fino a 3 anni fa una piastra di Alessandro VIII in BB/SPL con una piccola contromarca d'epoca al D/ nel campo, a ore 5. testa di lupo ? R di forma particolare ? la feci vedere a piu' persone ma non ebbi mai risposte esaustive. dopo averla tenuta alcuni anni in collezione alla fine non riuscivo piu' a guardarla.... mi dava fastidio. trovai a Verona 1 collezionista romano che con grande entusiasmo mi disse che secondo lui si trattava della sigla di alcuni argentieri romani ( ? ). la cedetti volentieri, fummo entrambi contenti. poi mi viene in

mente la piccola contromarca AD presente su alcune monete papali ( testoni e grossi rinascimentali ) provenienti dalla Germania, brutte da vedersi..... insomma io personalmente pur riconoscendo l'ovvio valore della contromarca, la trovo esteticamente abbastanza dannosa x la bellezza e integrita' della moneta.

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E' vero le contromarche a volte deturpano la moneta spesso sono poco conosciute e studiate, ma sono sempre una testimanianza di un vissuto storico e politico importante. Come tutto bisogna esserne attratti e interessati. Per esempio collezionando monete arabo normanne sono incuriosito dalle numerose contromarche dei trifollari.

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Credo che lo studioso sia fortemente attratto da moneta tipo quella postata, almeno io lo sono, certamente non è poi facile comunque risalire all'origine, a volte ti portano verso altri mercati, verso il levante, a volte per garantire la bontà, possono esserci tante motivazioni indubbiamente, probabilmente il collezionista che guarda la conservazione non sarà molto propenso, ma certamente l'aspetto studio e il farti pensare ad altre destinazioni e rotte per molti può essere invitante.....e intrigante.

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Questa è una contromarca molto intrigante, in passato ho provato ad offrire per un esemplare con questa caratteristica ...ma fui superato.

La contromarca castelletto non ha precise spiegazioni, si trova su alcuni scudi stretti con l'impronta della Vergine e su un buon numero di cornuti di Michele Antonio della zecca di Carmagnola (1504-1528), indifferentemente al dritto o al rovescio. Il Pesce dice che probabilmente ci si debba richiamare ai frequenti rapporti che i marchesi di Saluzzo ebbero in Genova e conclude che, anche se non è possibile giungere ad una conclusione atta a spiegare il vero motivo della contromarca genovese, è possibile pensare che non siano estranei gli stretti rapporti di interessi intercorsi tra il Marchese di Saluzzo e il Banco San Giorgio: in tal caso la contromarca (nel caso dei cornuti) starebbe a significare che queste monete erano accettate al corso di Genova (al pari dei mezzi testoni?).

Ma che ci azzecca questa spiegazione con la stessa contromarca sugli scudi stretti di 100 anni dopo?

La mia idea, molto banale, visto che la contromarca è molto simile al marchio (la torretta) con il quale gli argentieri genovesi punzonavano i loro lavori per indicare il "titolo" dell'argento, è che "i fraveghi -gli argentieri genovesi-" abbiano apposto questo contrassegno semplicemente per indicare la bontà dell'argento contenuto ....ovviamente è l'idea che mi sono fatto dalle mie deduzioni strampalate senza alcuna base documentale è quindi è da considerarsi semplicemente fantasiosa.

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I simboli degli argentieri erano in pratica quelli delle monete!! Non lo sapevo. Il pragmatismo di noi genovesi :)

Una domanda: a quando risalgono le prime contromarche conosciute?

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Alta cosa, sempre secondo me, sono le contromarche sugli aspri di Caffa (XIV secolo) che credo siano gli antenati delle contromarche di cui parliamo e servivano a legalizzare la moneta locale per la circolazione sotto il dominio dei genovesi.

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Carina!! Quindi contromarcavano le monete locali oltre a coniarne di nuove per l'occasione. Prima o poi qualche moneta delle colonie me la prendo :) magari contromarcata!!

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sono attratto dalla contromarca come testimonianza di accadimenti storici della mia città, significati aggiunti al tondello, un valore aggiunto.

Voi come la pensate in merito?

Sono pienamente d'accordo: le contromarche arricchiscono molto le monete dal punto di vista storico.

A questo propostio vi segnalo questi miei tre articoli sulle contromarche:

- Le contromarche greche sulle monete ottomane;

- I chop marks, contromarche cinesi sulle monete d’argento occidentali;

- Abd al Latif, una contromarca problematica.

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Salve a tutti,

Prendendo spunto da una recente discussione (la cui moneta posto anche in questa) ho riflettuto sulle contromarche. Ho notato come, differentemente da prima (non ero interessato alle contromarche in quanto consideravo le monete deturpate) il mio interesse per queste punzonature sia cresciuto tanto che, in alcuni casi (come in questo), sono attratto dalla contromarca come testimonianza di accadimenti storici della mia città, significati aggiunti al tondello, un valore aggiunto. Tanto che comprerei la moneta in questione volentieri :)

Voi come la pensate in merito?attachicon.gifImageUploadedByLamoneta.it Forum1397839297.701612.jpg

Concordo, la contromarca è come la patina... può parere brutta a un neofita ma poi si rivela essere un notevole plusvalore ed elemento di fascino a un occhio più esperto :)

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  • 3 anni dopo...

Anch'io la cerco. Anzi monete che di per se non sarebbero tanto interessanti per la cattiva conservazione, possono diventare collezionabili in virtu' di questa particolarita

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Buonasera @Ianva, parlo da collezionista di monete Napoletane...tutti conoscete le Piastre di Ferdinando II....con le contromarche "infamanti" : BOMBA, OLIM MOMBA, BOIA......se sono autentiche coeve, sono ricercatissime dai collezinisti (io ne ho due) per il loro significato storico!

'.....non mi dilungo sui fatti del 1848, è storia ed è conosciuta, ma devo concordare con te che si ha un plus-valore a monete anche in bassa conservazione ........di centinaia di euro!

Per questo motivo, bisogna stere molto attenti alle contromarche recenti, effettuate solo per speculare.

Saluti, Rocco.

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Ottima discussione, complimenti. Personalmente, trovo che le contromarche siano un elemento che valorizza una moneta, anche per il mistero che spesso le contraddistingue. A volte, però, alcune contromarche nascondono e rovinano le figurazioni, si pensi ad esempio ad alcuni denari repubblicani. Attualmente, ho solo una moneta contromarcata, un ducato ferrarese di Ercole I d'Este, ex CNG 100 (coll. Adams). 

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a stò punto perchè non creare un database delle contromarche? vista la scarsità di informazioni su di esse e la vastità del soggetto potrebbe essere una cosa utile

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Il 19/4/2014 at 10:14, dizzeta dice:

La mia idea, molto banale, visto che la contromarca è molto simile al marchio (la torretta) con il quale gli argentieri genovesi punzonavano i loro lavori per indicare il "titolo" dell'argento, è che "i fraveghi -gli argentieri genovesi-" abbiano apposto questo contrassegno semplicemente per indicare la bontà dell'argento contenuto ....ovviamente è l'idea che mi sono fatto dalle mie deduzioni strampalate senza alcuna base documentale è quindi è da considerarsi semplicemente fantasiosa.

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Ciao, mi permetto di dissentire dalla tua ipotesi. Non avrebbe senso, secondo me, che un privato contromarchi una moneta certificandone la bontà quando un soggetto di diritto pubblico, ossia chi ha coniato la moneta, con l'apposizione del sigillo pubblico ne garantisce egli stesso la qualità. È chiaro che sul piano giuridico, e non solo, sia preminente il conio pubblico che la contromarca privata.

Citando il Beccaria "col pubblico impronto si autenticò in faccia a tutti gli uomini la verità del peso e la bontà del metallo"

Modificato da demonetis
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per me sempre valore aggiunto... perlomeno per quanto riguarda le monete veneziane, sesini contromarcati a Cipro, soldini e gazzette di rame per Candia, i rarissimi marcelli e mocenighi in argento col nuovo valore in soldi e denari... e mille altre contromarcate. Per me (e non solo), almeno per le veneziane, sono un valore superaggiunto, che dà informazioni ulteriori anche sul periodo e sulle aree in cui la contromarca ebbe valore. E credo anche per le genovesi, vieppiù.

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Secondo me bisognerebbe differenziare i molti significati che si sono dati alla parola "contromarca" anche in questo thread.
Una cosa é una contromarca "legale", diciamo, dei dominanti in essere che per molteplici motivi hanno avuto necessità/volontà di effettuarla, altra é una "contromarca" o "punzonatura" di pincopallino.

E poi ancora a ramificare verso il basso le varie possibilità.

 

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Hai ragione Pino. Il contromarcare le monete, nei secoli, ha avuto innumerevoli motivazioni, più o meno legittime e più o meno interessanti. Io parlo solo per quello che so, ovvero le veneziane per il Levante. Altre contromarche ben più famose, come il BOMBA sulle napoletane, ecc, hanno successo per motivi ben diversi che autentificare o riabilitare monete precedenti, ci sono motivazioni appunto di scherno, di "damnatio memoriae", di permettere il traffico con altri paesi - vedi le numerose russe e olandesi su pezzi d'argento italiani nel 500-600, per stabilire ufficialmente il peso e/o il contenuto d'argento, per permettere la circolazione in luoghi diversi dalla zecca emittente, eccetera.

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  • 2 settimane dopo...

Ecco una contromarca apposta su una piastra di Ferdinando IV di Borbone (1759-1816).

La curiosa moneta (asta USB n. 58 del 27 gennaio 2004, lotto n. 3841) è stata descritta da Danilo Maucieri nel saggio "Una piastra battuta da Ferdinando IV a Napoli nel 1795 contromarcata nelle Filippine" apparso nell'inserto "Tarì" di Monete Antiche, n. 40.

 

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SAVOIA. Emanuele Filiberto (1559-1580). Bianco 1577 Vercelli, con al R/ scudetto sabaudo in contromarca. MIR Cudazzo 520 a f var. (vedasi nota a pag. 283 per la contromarca).

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