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Supporter
Inviato (modificato)

@@Poemenius, non si tratta di scocciarsi, ma, almeno per me:

1) aver esaurito le cartucce: nel senso che vi ho detto tutto quello che posso sapere e pensare su quella tecnica e sull'effetto degli anelli, mi pare documentando con immagini ed argomentazioni anche molto dettagliate. Dopodiché si entra nel campo dove ognuno è libero di ritenere quello che vuole ed investire il proprio tempo come crede. Ovviamente se altri vogliono continuare ad argomentare ne sarò felicissima e vi leggerò con piacere.

2) personalmente partecipo volentieri al forum quando e come posso, ma a me pare sempre di essere gentile con tutti e di non urlare "virtualmente" in faccia a nessuno. Mi piacerebbe che questa potesse essere la norma per tutti. Voi non ve ne accorgete forse, ma certe volte queste discussioni diventano abbastanza "testosteroniche" (e non mi riferisco alla ridda di battute intorno all'utero di vacca e quant'altro...) e quando accade per me sono molto meno gradevoli da seguire e tantomeno mi vien voglia di parteciparvi.

Detto questo faccio un ultimo tentativo, ma poi vorrei rimettermi solo a leggervi, magari sulla questione dei conii rugginosi o quant'altro, per i motivi esplicitati sopra.

Riguardo all'ultimo tremisse evidenziato: mi spiegate per favore se quelle lettere fossero schiacciate da sopra (se ho ben capito quello che volete dire), dove si trova lo schiacciamento dell'altra metà del cerchio? Perché - e questo me lo consentirete - non si vede, ma si può osservare solo metà di quel cerchio. Pensate allora che in questo caso avessero voluto fare un semicerchio...? Io non penso, e ritengo che si tratti del frutto di una diversa pressione esercitata sul conio, ma dalla parte opposta, e della parziale sovrapposizione con l'altro anello.

Vi ho fatto un'ultima prova con le foto, così penso si capisca meglio.

Le prime due foto rappresentano i soliti cerchi di dritto e rovescio con i soliti colori delle precedenti. In esse si vede che l'estremità di quelle lettere che ha indicato dux-sab si evidenziano nel punto in cui finisce il cerchio di diametro inferiore e spessore maggiore della faccia opposta indicato in rosso (e che quindi secondo me provoca un incavo su quella faccia) e a ridosso del cerchio più sottile e di diametro più ampio di quel conio, segnato in verde. Dunque come dicevo un punto di forte pressione che schiaccia e deforma anche un poco le punte delle lettere che lì tornano visibili.

Da qui vi dirò che si capisce anche come è stato vibrato il colpo, esercitando quindi maggiore pressione laddove l'anello si è rialzato di più ed ha fatto l'incavatura sull'altro lato, rispetto all'altra parte dove si è alzato un poco meno, attutito ulteriormente dal fatto che in quel punto è finito per sovrapporsi parzialmente con l'anello più ampio e sottile dell'altro lato.

La terza foto indica il cerchio o anello ideale a partire dall'impronta che si vede sulla faccia incriminata, sebbene non ho fatto tutto lo spessore possibile (il programma non me lo consente) che evidenzierebbe ancora di più il fenomeno: orbene, se realizzato in pressione come dite voi, come vedete avrebbe dovuto tranciare o schiacciare anche altre parti della legenda e/o del vicino cerchio, che invece mi paiono non averne traccia.

Fate voi le vostre considerazioni.

Vi saluto e vi auguro buona giornata. MB

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Modificato da monbalda
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Inviato

Buongiorno a voi,

A quanto rimarcato da @@monbalda aggiungerei un rimando alle monete inglesi di alcune decine di post fa (sempre suo), sulle quali diversi punti, risucchiati dalla croce sul lato opposto del tondello, risultano evanescenti (non scomparsi del tutto) come nel caso indicato da Poemenius per il tremisse. E in quel caso non si tratta certo di schiacciamento successivo alla coniazione.

Detto ciò, Keep Calm and Carry On...

Buona giornata, Teofrasto

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Inviato (modificato)

per monbalda, l'anello è più largo di quello del terzo esempio. esce dalle lettere per la decentratura.non entra nel piano perchè il conio di martello è stato battuto leggermente inclinato .

ti giro la domanda.se è dovuto al risucchio perchè non l'ha risucchiato tutto intorno alle lettere?

si vede bene a ore1- 2 il cerchio che uscendo piega il bordino

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Modificato da dux-sab
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Inviato

non fraintendete, io sono serenissimo, e quello che scrive Monbalda è sempre molto chiaro e circostanziato, ed è esattamente ciò che amo leggere.

un intervento come questo, con qualche disegno che per "quelli come me" non guasta, è da 10 e lode, come il 90% degli interventi di Monbalda...che ringrazio DAVVERO!!!!

per quanto "materia ostica" con un intervento così sto iniziando ad allargare le possibilità... e capisco meglio dove lei probabilmente abbia ragione,

quindi un grande grazie


Supporter
Inviato (modificato)

per monbalda, l'anello è più largo di quello del terzo esempio. esce dalle lettere per la decentratura.non entra nel piano perchè il conio di martello è stato battuto leggermente inclinato .

ti giro la domanda.se è dovuto al risucchio perchè non l'ha risucchiato tutto intorno alle lettere?

si vede bene a ore1- 2 il cerchio che uscendo piega il bordino

Io ho disegnato l'anello blu prendendo come riferimento le ultime lettere bene schiacciate/tagliate che si vedono (S da un lato FL dall'altro) e segnandone il punto di massima pressione, dove il segno si dovrebbe vedere maggiormente.

Comunque se vuoi si potrebbe disegnare anche un poco più largo per arrivare dove dici tu, ma questo secondo me non sposterebbe il problema sul tipo di traccia diversa che secondo me si dovrebbe vedere da quella parte del conio se la pressione fosse stata esercitata non a partire dall'altra faccia (come penso io: vedi infatti di nuovo la coincidenza con l'anello sull'altra faccia), ma direttamente sopra quella (come mi pare asserisci tu).

Quanto alla domanda che mi poni, la risposta era già presente nel mio post precedente se lo rileggi bene. Allego ora solo un'immagine di commento.

Però, ora come mi ero ripromessa smetto sul serio, tanto mi pare che su questo con alcuni siamo arrivati ad un punto morto (vedi punto 1 del mio post precedente).

Per il resto ringrazio @@Poemenius per quanto ha detto: spero che almeno quello che ho scritto possa esservi utile e farvi riflettere in qualche modo...

Buona prosecuzione :hi:(saluti) MB

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Modificato da monbalda
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Inviato

Grazie @@monbalda, è sempre un piacere leggere i Tuoi interventi che aiutano a riflettere. Anche per questo motivo spero che potrai partecipare ancora.

Arka


Inviato

ultimo tentativo anche da parte mia di convincervi dell'esistenza di un contro anello che forma l'incuso.

si può vedere in questa sezione il metallo che viene quasi strappato dalla pressione dell'anello che trancia le lettere.

ora vi chiedo un risucchio dell'anello sottostante avrebbe questa forza?

certo del fatto che ognuno resterà nelle proprie convinzioni vi saluto e direi di passare oltre.

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Inviato (modificato)

per monbalda, l'anello è più largo di quello del terzo esempio. esce dalle lettere per la decentratura.non entra nel piano perchè il conio di martello è stato battuto leggermente inclinato .

ti giro la domanda.se è dovuto al risucchio perchè non l'ha risucchiato tutto intorno alle lettere?

si vede bene a ore1- 2 il cerchio che uscendo piega il bordino

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A me pare che questa immagine mostri chiaramente che la piegatura è indipendente dalla coniatura: infatti tra loro sono ampiamente decentrate. Se poi guardo questa è altre immagini, mi pare sempre di più che il problema appare molto contraddittorio, forse proprio perché sono state utilizzate tecniche diverse e quindi, dipendendo dall'esempio che uno assume, fa considerazioni diverse.

Modificato da antvwaIa

Inviato

La risposta potrà venire solo dalla prova "su strada", ovvero da una vera e propria battitura....


Inviato (modificato)

Forse il tremisse preso come esempio, oggetto della discussione peraltro, non è a mio parere il miglior termine di paragone

la cosiddetta "ruggine" dei coni o qualunque altro fenomeno abbia prodotto le escrescenze, e/o la frattura di conio che si intravede nel bordo circolare interno (se prodotta da una pressione abnorme su un tondello fragile; o se prodotta dall'arrugginimento del conio - ma che in questo caso non produce escrescenze bensi corrosione, come parrebbe d'altronde piu' plausibile - quien sabe...) rende l'esemplare non il migliore soggetto su cui esercitare le proprie teorie...

Tutto sommato comunque riflettendo sul doppio passaggio di battitura sostenuto da alcuni oppure sul singolo passaggio come sostenuto da altri, con tutto il contorno delle relative tifoserie (tra le quali mi metto anch'io naturalmente :)) che fanno assomigliare la contrapposizione delle due visioni piu' ad un derby calcistico :director: che ad un confronto "stiffed-neck" tra studiosi seriosi; mi pare che alla fine abbia una rilevanza relativa, e che tale rilevanza la venga addirittura perdendo in parte dal momento che , abbiamo visto, dei bravi falsari hanno riprodotto il processo in modo molto plausibile con la struttura utilizzata nella coniazione delle coniazioni originali longobarde....

Modificato da numa numa

Inviato

Mi associo all'ultimo post ....singolo passaggio di battitura, doppio passaggio di battitura, personalmente lascio a voi il quesito.....mi interessava e forse penso interessasse anche ad altri il perché i tremisse longobardi fossero poi stati coniati così col bordo rialzato, anche qui credo ci siano tante ipotesi, da quelle puramente tecniche tipo rendere meno fragile il tondello, impilarlo, motivazioni legate all'uso o c'è altro.... ? tipo effettivamente legate a fattori di prestigio, di quasi ostentazione, la moneta quasi gioiello, quasi da esibire, credo che in una monetazione come questa, la longobarda, da semplice lettore, motivazioni come queste che vanno oltre il tecnico ma entrino in una sfera con motivazioni diciamo di rappresentanza possano essere considerate, opinione personalissima ovviamente.....

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Supporter
Inviato (modificato)

Tra le ultime cose volevo solo postarvi questo altro disegno (nel tiff ho lasciato le linee guida ed il metrino così vedete come l'ho costruito) visto che ormai lo avevo fatto prima di uscire, senza commento alcuno, perché secondo me da solo rispondeva anche ad alcuni degli ultimi quesiti posti ed affermazioni fatte (ed anche perché me lo ero riproposta).

Poi visto che la cosa - e a quanto pare le tifoserie...ma che tristezza vedere e vivere le cose così :( ! - sono definite, passate pure ad altri discorsi tirati in ballo, senz'altro più importanti. Però per favore non banalizziamo le questioni tecnologiche, che per le produzioni di manufatti, monete comprese, non sono mai irrilevanti e sganciate dal resto.

un saluto MB

tremisse...vedete voi!.tiff

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Modificato da monbalda
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Inviato

La ruggine provoca corrosione sul conio la quale, a sua volta, provoca protuberanze sul tondello coniato...

@numanuma. Attendo sempre un Tuo parere sullo statere di Poseidonia.

Arka


Inviato

Arka

penso che sia evidente che il processo di formazione di ruggine e la corrosione non sia una superficie uniforme di piccole avvallamenti che, in negativo, diano luogo a manifestazioni di escrescenze, bensi un processo che induce nelle superfici attaccate, come ben evidente nelle foto sotto che riproducono vari stadi della corrosione, un film di ossido superficiale che non si presenta mai omogeneo ma dà luogo a crateri cosi come a rilievi.

Se le questioni tecniche ci stanno a cuore cosi dovrebbe allora esserlo anche per quelle fisiche e chimiche:

  • il comportamento elettrochimico attivo è caratteristico di quei metalli, come l'acciaio al carbonio, che ossidandosi danno origine a prodotti di corrosione insolubili (ad esempio ruggine), che una volta depositati sul materiale formano un film spugnoso e poco compatto.

§

mi spiace non riuscire mai a far sorridere Monbalda: il gioco ("pun") delle tifoserie aveva quello scopo, non quello di rappresentare un mondo in costante manifestazione manichea.

Pazienza..

La questione della sequenza di coniazione, se in un solo colpo o in due , è certamente rilevante e va affrontata in tutta serietà. Allo stesso tempo sdrammatizziamo la contrapposizione .

Vorrà dire che continueranno ad esserci due scuole di pensiero. Quella degli "esperti" e quella dei "fantasisti", suvvia, si puo' continuare anche cosi, l'equazione perfetta che spieghi la successione della sequenza di coniazione forse non è stata ancora descritta, o sbaglio?

Non mi sembra poi la fine del mondo se non si riesce a convincere tutti, o se, di converso, magari qualcuno si ostini nelle proprie idee proprio perché forse ancora manca un'evidenza tranchant (magari pero' solo fino all'articolo di Arka...)

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Inviato

Tutto chiaro. Ma ho saltato un passaggio, che mi era sembrato superfluo, parlando tra numismatici. Ovviamente il conio arrugginito veniva pulito prima dell'uso. La pulizia toglieva quindi le parti in rilievo, ma nulla poteva per i buchi creati dalla corrosione.

Arka

P.S. Poseidonia...?

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Inviato

Tutto chiaro. Ma ho saltato un passaggio, che mi era sembrato superfluo, parlando tra numismatici. Ovviamente il conio arrugginito veniva pulito prima dell'uso. La pulizia toglieva quindi le parti in rilievo, ma nulla poteva per i buchi creati dalla corrosione.

Arka

P.S. Poseidonia...?

Sono sbalordito dalla spiegazione

Che avessero anche loro Svitol ? ...

No scherzo altrimenti poi mi prendono ancora meno seriamente :)

Non e' un presumere un po' tanto per questi poveri longobardi ? In pochissimi anni gli si arrugginisce un conio, mentre altri della stessa zecca lavorano a meraviglia, ma no bogliono proprio quello arrugginito, poi lo puliscono , lo usano ed esce fuori un bel tremisse butterato che fa a cazzotti con gli altri esemplari che co sono pervenuti per quella ( e altre) zecche.

Ok un po' improbabile ma se siete convinti voi ...

Mi convincero' alla fine anch'io


Inviato

Credo proprio che il conio potesse arrugginirsi in tempi molto più ristretti, dipende dai materiali di protezione o da eventi naturali, come diceva Andreas. Sono anche sicuro che i coni venissero puliti prima dell'uso. Credo che sia una cosa naturale per ogni artigiano, quella di pulire gli attrezzi prima di usarli. I veneziani usavano delle spazzole di metallo, che poi lasciavano sui ducati d'oro quelle striature che rendono così belle queste monete.

Arka

P.S. Non è poi così brutto questo tremisse...


Inviato (modificato)

per @@numa numa, che non è convinto della ruggine, provo a suggerire un'altra ipotesi per la formazione delle bolle.

pensavo a gocce di metallo che si incollano momentaneamente al conio durante la sua estrazione, rimanendo quindi sollevate dal fondo.

per questo credo che la coniazione dovesse avvenire con tondelli molto caldi , vicini al punto di fusione. il conio freddo(forse la moneta è stata battuta in inverno) ha raffreddato la superficie del tondello favorendo il momentaneo incollaggio fra le parti, magari aiutato da macchie o sporco sulla superfice. che ne dici?

Modificato da dux-sab

Inviato

Chievolan sei sicuro di conoscere bene i monili dei longobardi? Conosci Cividale? Diversi gioielli evidenziano dtili e rappresentazioni molto simili a quanto riportato sulle monete, ad es. il san Michele. Ricordo poi uno stupendo anello con un ritratto ( forse Astolfo ?) che pareva preso paro paro da un bell'aureo ...

Detto questo anch'io come te sono pero' dell'idea che nella monetazione non vi sia un elemento di ritualita' ma comunque vi siano elementi di auctoritas molto importanti!

Si, un pochetto li conosco. Non ricordo al momento l'anello col ritratto di Astolfo ma me ne vengono in mente altri, col ritratto di Tiberio, o Costantino IV, ..... non prenderemo mica questi come esempi da supportare una monetazione longobarda con finalità e suggerimenti culturali e cultuali .....

Se rimaniamo nei gioielli di Cividale mi viene piuttosto in mente il disco della necropoli di Cella col cavaliere con lancia e scudo .... quella sarebbe stata una moneta ben rappresentativa.

Ma la domanda che si (e ci) poneva Antvwala è soprattutto relativa alla forma scodellata, ... se questa avesse avuto un determinato significato, e la mia risposta era rivolta a questa domanda.

Per l'iconografia della moneta è indubbio che l'immagine di San Michele avesse un significato sacrale, come è logico che fosse raffigurato con uno stile ... longobardo. Era una loro moneta. Ma non ci vedo niente di più ... nel senso di dare alla/alle monete longobarde importanza "rituale e culturale" particolare.

Vedi come sono partiti i Longobardi con le loro monete, ... pianiono pianino, ... imitando, con l'effige di Imperatori bizantini, .... poi i monogrammi, con un occhio sulle merovinge, .... poi le Vittorie, poi San Michele, ...in qualche zecca si guarda di più alle monete bizantine, in altre ci si discosta il più possibile, ... si arriva poi agli stellati, .... Tecniche diverse, figurazioni diverse, stilizzazione progressiva delle immagini.

Che la moneta fosse stata anche o soprattutto simbolo di status mi sembra ovvio.

Ma non ci vedo significati particolari, elementi di ritualità, simbolismi culturali particolari.

Intervengo qui solo perchè mi hai dato un piccolo pizzico in un fianco, ma è un argomento che qui è fuori luogo, anche se importante e di cui si potrebbe parlare in separata sede, .. figuriamoci quanto ci sarebbe da dire sotto un titolo come "Perchè gli antichi ricorrevano a determinate immagini. Quali i simbolismi?". Così vasto che mi farebbe paura affrontarlo.


Inviato

Conii (d'epoca, autentici) ricavati da una fusione? Che sia possibile?

Una modalità particolare di coniazione? Può aversi un simile risultato con tondelli surriscaldati (anche se non ne vedrei il motivo) al momento del distacco della moneta? ... Boh ... questa ipotesi mi sembra una cavolata.

per @@numa numa, che non è convinto della ruggine, provo a suggerire un'altra ipotesi per la formazione delle bolle.

pensavo a gocce di metallo che si incollano momentaneamente al conio durante la sua estrazione, rimanendo quindi sollevate dal fondo.

Quando mi è venuta in mente questa possibilità, come scritto mi è sembrata una cavolata.

Ma chissà ,.....potrebbe anche starci.

Qualcuno ha qualche idea in proposito?


Inviato (modificato)

Io non so dare una spiegazione tecnica alla presenza di quelle "bolle". Quella del conio arrugginito mi sembra più plausibile delle gocce di metallo "in sospensione" ma non riesco ad andare oltre.....

Di certo, almeno per me, è che questa strana caratteristica non compare unicamente su questo esemplare; la ritroviamo, per quanto solo da un lato ed in misura minore, anche su un esemplare del ripostiglio di Ilanz, stranamente della stessa zecca.

Resta poi da dimostrare se il bordo dalla parte del nome del sovrano (o del San Michele nei tipi tradizionali) risulti in incuso sull'altro lato in quanto voluto (come suggerito da qualcuno, tramite schiacciamento con una tenaglia) o se sia il risultato fisico della battitura (il famoso "risucchio").

Ho sempre ritenuto valida quest'ultima teoria, ma ben guardando quello che @@dux-sab ha evidenziato qualche dubbio mi sorge.

Provo a spolverare le mie immagini di repertorio se ho qualche cosa che mi possa chiarire le idee.

Certo è che la monetazione longobarda non è semplice e non dobbiamo ritenere di "snocciolare" risposte esaustive qui, su due piedi, quando fior di studiosi ci hanno speso anni e fiumi di inchiostro senza riuscire a dare certezze.

Il nostro è uno stimolante spunto di riflessione per approfondire un poco un affascinante settore della numismatica e, magari, arrivare ad una "nostra" idea sul cosa e sul come....nulla più.

Modificato da Alberto Varesi
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Inviato (modificato)

Giusto Chievolan

la mia nota era piu' rivolta all'osservazione che vi era mutualità tra alcuni elementi stilistici e figurativi che compaiono sia nelle monete che nei monili longobardi, e non tanto un intento di mostrare la sacralità/ritualità delle monete, per la quale sono in linea con il tuo pensiero

Vi sono pero' elementi assai importanti di sacralità nell'iconologia monetale quale la rappresentazione del San Michele. L'aracangelo, il cui culto viene mutuato dall'antichissimo santuario posto sul Gargano viene eletto a rappresentante e protettore del popolo longobardo. Non rappresenta il santo medieovale associato alla città di cui avremo infiniti esempi nella monetazione medioevale piu' tarda, bensi è eletto a simbolo nazionale di un intero popolo.

San Michele è tra l'altro un santo militare, comandante degli eserciti celesti, e la sua scelta è perfettamente coerente con l'origine guerriera del popolo ariano di stirpe germanica .

La conquista di Carlo che sconfigge Desiderio alleandosi ai duchi longobardi rappresenta una continuità, non piu' una conquista bensi un subentro nel sistema e nel potere precedenti, e lo stesso Carlo resterà legatissimo al San Michele , arrivando anche lui a mettere il proprio impero sotto la sua protezione.

Ecco che la moneta diviene strumento di propaganda fortissimo e con esso Carlo si comunica a tutto il mondo come rex langobardorum; ne mutua verbatim la tipologia monetale utilizzata sino ad allora , rinnovando attraverso di essa l'autonomia accordata da Desiderio alle città flavie, al fine di assicurarsene, elemento politico decisisvo, la fedeltà in vista della campagna di conquiste finale.

E' addirittura possibile che il San Michele, rappresentato frontalmente in uno degli ultimi tremissi di Desiderio che precedono le Flavie, venga rappresentato anche da Carlo nel rarissimo stellato, per la zecca a Lucca, dove compare un ritratto a tre quarti che la tradizione degli studi vuole sia di carlo ma che ho proposto come raffigurazione del San Michele in un articolo apparso in RIN 2009. Ma questa è un'altra storia e, dandomi un pizzicotto io stesso, torno volentieri all'assunto della discussione per non aprire altri fronti che potranno eventualmente essere discussi altrove.

§

il suggerimento di Dux e tuo che le incrostazioni possano essere dovute a qualche difetto di preparazione/fusione del tondello andrebbe per lo meno esaminata, una lettura del pezzo a forti ingrandimenti permetterebbe di aggiungere altri elementi e forse di smentire , o confermare, alcune delle ipotesi fatte sino a qui.

§

Arca se ti piace cosi tanto compralo , oltretutto il prezzo è molto elevato, io personalmente non lo comprerei.

Ma de gustibus... e se ricordo bene già in passato ero rimasto colpito dalle tue preferenze estetiche, ma qui, davvero non entro minimamente, i gusti sono troppo personali e rispetto chi ama la Gioconda come chi ammira lo squalo in formaldeide di damien hirst, anche se questa non posso arrivare a chiamarla arte. per fortuna c'è posto per tutti..

PS

ecco per Chievolan degli anelli dai ritrovamenti tombali di Trezzo sull'Adda della prima metà del VII (ovviamente ricordavo male di Astolfo che avevo associato epr una certa somiglianza nell'iconografia).

In piu' un utile riferimento per lo studio ulteriore di questa tipologia:


A cura di: Silvia Lusuardi Siena Contributi di: Ermanno A. Arslan, Bruno Callegher, Marina De Marchi, Anna Gannon, Claudia Perassi, Andrea Saccocci, Marco Sannazaro, Lucia Travaini, Silvia Lusuardi Siena
EDITORE/PRODUTTORE : Casa Editrice Vita e Pensiero

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Modificato da numa numa
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Inviato

Salute a tutti... una piccola riflessione sul cerchio incuso dal lato della raffigurazione del Re. Forse ci sono anche motivi più tecnici ma sicuramente ne esistono di estetici. Forse volevano creare apposta un effetto "fossato" per mettere in maggiore risalto il busto. Ahimé sacrificando spesso parte della legenda.

Per quanto riguarda i conii, leggendo il trattato di Cellini in merito, ho il sospetto che a volte sulla superficie del conio potesse crearsi nel metallo qualche spaccattura dovuta al processo di tempratura.

Cellini usava predisporre un impasto di:
terra, vetro pesto, filiggine di cammino, terra di bolo Armenio e alquanto sterco di
cavallo, le quali cose tutte mescolate insieme e infuse con orina d’uomo, si riducano
nella guisa della pasta da fare il pane. Piglisi poi detto loto, e pongasene per la
grossezza di un dito sopra le teste del torsello e della pila, e poi si pongano in fuoco, il
quale sia di tal valore, che possa ricuocere benissimo le dette teste; e nel medesimo
fuoco da per loro si lascino freddare.

Per preparare i conii, come scrive il Cellini, vi è bisogno di una tempera (l’impasto di terra riscaldata) che scaldi e “ammorbidisca” l’acciaio permettendo ai ferri di poterlo incidere (e, nello stesso tempo, fargli “assorbire” il carbonio).

Alla fine del lavoro incisorio, i conii venivano opportunamente riscaldati (fino a che il metallo non diventava rosso),
gettati nell’acqua «fintantoché si senta cessare quel rumore del friggere, che fa il fuoco per la violenza dell’acqua».

Benvenuto Cellini, Due trattati [...]uno dell’oreficeria e l’altro della scultura, Milano, dalla Società Tipografica de’
Classici Italiani contrada del Cappuccio, anno 1811.

Siamo sì lontani dai longobardi, ma le conoscenze metallurgiche che si evincono dai passi del suddetto trattato derivano da competenze antiche.

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Awards

Inviato

Vedo che ci stiamo avvicinando un po' al quesito che avevo posto, non solo io in verità ma anche altri, la domanda era non tanto sul come è stata fatta la moneta, sulla tecnica di coniazione, ma perché stata fatta così ? E non parlo tanto, anche se importante e funzionale al tutto di iconografia, ma della forma che è stata data al tondello con bordi rialzati, perché fu fatta cosi ?

La moneta voleva avere la sua sacralità, il suo prestigio, era una moneta che doveva anche apparire, un biglietto da visita....o ora per voi un semplice accorgimento tecnico per renderla meno fragile e più compatta ?

Io credo che le tecniche di coniazioni siano un aspetto molto importante ed avvincente, e qui sono state dibattute direi, ma poi l' appassionato di simbologie, valori, di cosa poi rappresentasse la moneta, oltre allo strumento puramente di pagamento, cerca di capire, sempre che si riesca, cosa c'era poi dietro al " progetto " di fare una moneta così, forse poi le varie implicazioni che ci sono dietro a questa domanda non sono affatto secondarie, e l'aspetto tecnico forse non è il solo...., in poche parole, tecnica, ma anche l'idea, il progetto della moneta.....

Mario

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