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IGNORED

VINCERE!


petronius arbiter

Risposte migliori

"L'Italia proletaria e fascista è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai! La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti:

VINCERE...e VINCEREMO!"

E' con questa parola d'ordine, pronunciata alle 6 del pomeriggio del 10 giugno 1940 dal balcone di palazzo Venezia, che Mussolini precipita l'Italia nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale.

Una guerra dove, come mai prima, la propaganda svolse un ruolo di primo piano, grazie anche ai nuovi mezzi messi a disposizione dalla tecnologia, radio e cinema. Ma ricoprirono un ruolo di grande importanza anche mezzi più tradizionali, come giornali, manifesti e...cartoline.

Infatti, nonostante i progressi negli strumenti pubblicistici, nella Seconda Guerra Mondiale il maggior veicolo di comunicazione restò la posta. Strumento di importanza tale da richiedere, soltanto per il particolare servizio di posta militare, un'organizzazione poderosa, per l'estensione dei fronti, l'impiego in scacchieri operativi distanti migliaia di chilometri, la molteplicità dei servizi offerti e i milioni di militari mobilitati che ne usufruivano.

Uno strumento di comunicazione così importante, diffuso e utilizzato, non poteva quindi sfuggire ai responsabili della propaganda, che sfruttarono a piene mani il mezzo postale più usato...la CARTOLINA!

Cartoline di propaganda della guerra furono edite, sia per i militari che per il cosiddetto fronte interno, da tutti i paesi belligeranti. 

E' mia intenzione analizzare in questa discussione, attraverso una serie di esemplari della mia collezione, le tematiche e gli slogan utilizzati dal fascismo per propagandare l'idea che compito e destino dell'Italia in quella guerra fossero uno soltanto...VINCERE, come il Duce comanda!

 

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Ci ho pensato molto prima di aprire questa discussione che, per la tematica trattata, rischia di essere fraintesa. A scanso di ogni equivoco, preciso dunque subito che non è sicuramente mia intenzione fare apologia e propaganda a un'ideologia lontanissima dal mio modo di pensare e che non condivido in nessuna, neanche minima, parte.

L'intenzione, come già in altre discussioni simili (ma forse meno "rischiose") dedicate alla cartamoneta e più in generale alla circolazione monetaria della Seconda Guerra Mondiale, è invece quella di gettare uno sguardo, si spera il più approfondito possibile, a un periodo della nostra storia che, nonostante i connotati negativi, non va dimenticato, per evitare di ripeterne gli errori.

E questo si può fare anche attraverso il collezionismo.

A tale proposito voglio citare quanto scrive Roberto Ganganelli nell'editoriale del Giornale della Numismatica del dicembre scorso, sul collezionismo di cimeli del fascismo, quali possono essere anche le cartoline dell'epoca:

"Il collezionismo in sé non rappresenta una forma di propaganda o di esaltazione politica; può, casomai, avere per oggetto manufatti che per loro natura erano funzionali - quando sono stati prodotti - a un'ideologia oppure a un regime. L'uso che il collezionista fa di questi oggetti è dettato solo dalla sua visione delle cose: può conservarli e studiarli per ciò che sono - testimonianze di un'epoca spesso non prive di fascino e pregio artistico - oppure appuntarseli sul petto e sfilare a testa rasata in un corteo di esaltati con improbabili uniformi addosso."

E' evidente che, per questa discussione, vale la prima ipotesi, l'unico distintivo che mi sia mai appuntato sul petto è quello dell'Inter :D

E ancora Ganganelli:

"Ci troviamo di fronte ad oggetti che sono documenti storici e che come tali...vanno considerati sia, in primo luogo, dai collezionisti (che in generale sono persone intelligenti) che da quanti a vario titolo - come i reduci delle parti in causa, o i discendenti di ex-combattenti, partigiani, deportati - sentono ancora particolarmente vicino un periodo della storia d'Italia che ha segnato la nostra società in modo doloroso."

Dopo aver di nuovo ribadito la mia totale condivisione di queste parole, preciso che le cartoline che mostrerò saranno, salvo diverse indicazioni, tutte autentiche e provenienti dalla mia collezione.

Spero che, come sempre, avrete la pazienza di seguirmi, e di poter contare sulla vostra più che gradita collaborazione :)

petronius oo)

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In quelli passati alla storia come "gli anni del consenso" l'adesione al fascismo era pressoché totale, anche da parte di associazioni culturali che, per loro stessa natura (la cultura, appunto) avrebbero dovuto essere quanto di più lontano dall'ideologia fascista.

E invece troviamo cartoline come questa, edita dalla Società Nazionale "Dante Alighieri", attiva ancora oggi con lo scopo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo. E' la stessa "Dante Alighieri" che al retro scrive:

La "Dante Alighieri" invia ai combattenti di tutti i fronti il saluto augurale: VINCERE!

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Di uguale tenore la citazione mussoliniana, che non risparmia nemmeno Dio, il quale, come in tutte le guerre, combatte al fianco di tutti <_<

petronius :mellow:

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Supporter

Guardate questa della G.I.L che spettacolo.

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Discussione che seguirò con estremo interesse, dal momento che si parla di una guerra che rappresenta una ferita eterna nella memoria della Nazione...

Noto con rammarico, però, che c' è ancora necessità di mettere le mani avanti per timore che un argomento del genere possa essere frainteso... Come ho già avuto modo di dire, la faziosità politica di alcuni mi lascia senza parole... Comunque bravo petronius, aspetto di vedere altri bellissimi documenti :)

Modificato da Afranio_Burro
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La perfida Albione

La Francia, contro cui si erano rivolte le prime azioni militari degli italiani, era di fatto già sconfitta dai tedeschi, e non era il caso di insistere con una propaganda che avrebbe potuto ricordare a qualcuno che l'attacco ai nostri cugini d'oltralpe era stato "una pugnalata alla schiena".

Primo obiettivo della propaganda bellica fascista fu dunque l'Inghilterra, sovente apostrofata spregiativamente come "perfida Albione" (probabilmente dal latino Albus, bianco, con riferimento alle bianche scogliere che si affacciano sul canale della Manica).

Contrariamente a quanto molti credono, non furono però Mussolini e i fascisti a coniare questa espressione. Sembra infatti che i greci, già nel XIII secolo, definissero in tal modo la Gran Bretagna. Fu poi un marchese francese di origine spagnola, Agostino di Ximenes, alla fine del Settecento, a canonizzare l'espressione in un suo verso

“Attacchiamo la perfida Albione nelle sue acque”

Da quei tempi rivoluzionari, mal giudicati in Inghilterra, i francesi presero a usare l’espressione in ogni occasione di tensione tra i due paesi. Ma quando, nel XX secolo, i rapporti tra loro e gli inglesi migliorarono, con le alleanze militari nelle due guerre mondiali, il disprezzo per l’Inghilterra fu raccolto dai regimi fascisti e in special modo in Italia da Mussolini che parlò di “perfida Albione” anche prima del 1940, attaccando l’adesione britannica alle "inique sanzioni" decretate dalla Società delle Nazioni dopo l'aggressione all'Etiopia.

petronius oo)

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L'Inghilterra era dunque, per il momento, il nostro unico nemico, e occorreva spiegare alla popolazione i motivi che ci avevano portato, anzi "costretto", a entrare in guerra contro di essa.

Questo fu fatto, anche, con diverse serie di cartoline propagandistiche, di cui la più nota è sicuramente quella dal titolo "Le ragioni della nostra guerra", nella quale ogni vignetta è accompagnata dal titolo e dalle note esplicative.

Si incomincia con l'Inghilterra che aveva consumato i primi tradimenti da alleato col Trattato di Versailles (anzi di "Versaglia" visto l'uso, o meglio l'obbligo, di italianizzare tutte le parole straniere) dove, al momento della spartizione delle colonie, all'Italia, per ogni caduto, era toccato un quarto di chilometro quadrato di territori poveri, contro due chilometri di ricchi territori per l'Inghilterra.

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petronius ^_^

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Una spartizione ritenuta oltremodo ingiusta, poiché non teneva conto che nelle colonie vivevano 50 italiani per ogni 1.000 indigeni, contro 1 inglese per ogni 1.000 indigeni.

L'Italia aveva quindi bisogno di altre terre per i propri figli, per assicurare loro lavoro, e non per sfruttare le popolazioni locali, come invece facevano gli inglesi. Scattava quindi la necessità della ricerca dello "spazio vitale", sempre ostacolata dall'Inghilterra: dal 1870 al 1922, ben 17 milioni di italiani, non trovando in patria di che vivere, erano stati costretti a emigrare e non erano più tornati.

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petronius :rolleyes:

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L'ingiusta distribuzione delle colonie aveva avuto come conseguenza anche il diverso tenore di vita dei due popoli, tanto che all'inizio della guerra ogni italiano guadagnava in media 3.000 lire l'anno, contro le 15.000 di un inglese, che quindi poteva usufruire di un tenore di vita cinque volte superiore.

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L'Italia, infine, era prigioniera nel suo stesso mare, perché grazie allo Stretto di Gibilterra e al Canale di Suez, entrambi controllati dai britannici, erano assoggettate al loro controllo il 70% delle importazioni italiane. Bisognava quindi liberare "le porte di casa" :rolleyes:

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Un modo semplicistico di far propaganda, con cifre e statistiche che danno adito a molti dubbi, ma certamente efficace per una popolazione che davanti alla necessità di mettere assieme pasti quotidiani sempre più frugali, era disponibile a credere che l'Inghilterra fosse la causa di tutte le proprie miserie, e che la guerra contro di essa avrebbe risolto tutti i problemi. Prendeva allora corpo, sostanza e valenza, nell'immaginario collettivo, la realtà di una "perfida Albione".

petronius oo)

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Il 25/3/2014 at 18:48, petronius arbiter dice:

L'Italia, infine, era prigioniera nel suo stesso mare...bisognava quindi liberare "le porte di casa"

Cosa che puntualmente avveniva in quest'altra cartolina, dove si sottolineava che le nostre frontiere erano sull'Oceano..il Mediterraneo cominciava ad andarci stretto :rolleyes:

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petronius ^_^

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Certo che sapevano come farsi propaganda, sono molto incisive queste cartoline, usano un ottimo simbolismo che fa arrivare il messaggio voluto in modo immediato.

Grazie Petronius, sono bellissime. Giò

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Awards

In molte cartoline però, come vedremo anche più avanti, non mancava una certa dose d'ironia.

Sicuramente divertente questa, dove il premier inglese Winston Churchill, disegnato sotto forma di un vaso da notte, è definito "Il pezzo n. 1 del gabinetto inglese" :D

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petronius oo)

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Il 25/3/2014 at 18:33, petronius arbiter dice:

Una spartizione ritenuta oltremodo ingiusta, poiché non teneva conto che nelle colonie vivevano 50 italiani per ogni 1.000 indigeni, contro 1 inglese per ogni 1.000 indigeni. L'Italia aveva quindi bisogno di altre terre per i propri figli, per assicurare loro lavoro, e non per sfruttare le popolazioni locali, come invece facevano gli inglesi.

Scusate, questa mi era rimasta nel pc -_-

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Adesso il discorso è più chiaro, e la serie completa ;)

petronius :)

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Attacco alla Grecia

Dopo la magra figura fatta con la "pugnalata alla schiena" alla Francia e il fallimento dell'offensiva di Graziani in Libia, Mussolini ha bisogno di un successo da gettare con clamore sul tavolo di un'opinione pubblica interna che incomincia già a essere stanca di una guerra che, si è capito, non sarà quella pura formalità ("un pugno di morti" ecc.) pronosticata dalla propaganda.

Rivolge quindi la sua attenzione alla Grecia, nonostante Hitler sia contrario ad aprire un fronte nei Balcani, un'area che secondo lui non deve essere toccata nei suoi equilibri interni filo-tedeschi e filo-italiani. Troppo preziosa per la Germania in vista della futura guerra all'Unione Sovietica per essere sconvolta da un conflitto.

Ma il Duce non sente ragioni, convinto che "spezzare le reni alla Grecia" sarà una passeggiata.

Come sappiamo, non lo fu affatto, e soltanto l'intervento tedesco trasse le nostre truppe da una situazione che rischiava di diventare catastrofica. Un intervento celebrato in questa cartolina, dove il solito slogan sulla vittoria si sovrappone a una carta geografica dei Balcani, con un elmetto da soldato italiano a coprire la Grecia e il famoso, riconoscibilissimo elmetto tedesco, sopra la Jugoslavia.

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petronius :)

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Una cartolina particolare, un disegno che sembra infantile, e forse proprio ai piccoli era destinata. Nell'esemplare in mio possesso infatti, una "nipotina Maria Pia", comunica allo zio, caporal maggiore in una brigata costiera, di essere stata promossa in seconda...neanche i bambini erano risparmiati dalla propaganda <_<

E bambini sono i protagonisti della vignetta, un inglese e un greco nel tipico costume, che appiedati e con un bagaglio di "menzogne made in England", guardano sconsolati il bambino italiano e quello tedesco avviarsi sorridenti a bordo di una macchina a forma di fascio littorio, con la svastica impressa sulle ruote, verso via della Vittoria. Su quella via, il transito ai pedoni, è vietato :rolleyes:

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petronius ^_^

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@@petronius arbiter

Ciao petronius , sono tutti documenti splendidi, dei piccoli pezzi di storia, manca solo un riferimento temporale preciso per poterli comprendere in pieno, immagino il 1940-41 ovviamente, forse precedenti l'entrata in guerra quelli con le statistiche italo-inglesi, riesci a datarle ?

Ho visto adesso che su una sono riportati dati del 1942, quindi più in la di quello che supponevo, immagino siano della stessa serie anche le altre allora o sbaglio ?

Modificato da MEDUSA51
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Awards

Il 26/3/2014 at 19:50, petronius arbiter dice:

Una cartolina particolare, un disegno che sembra infantile, e forse proprio ai piccoli era destinata. Nell'esemplare in mio possesso infatti, una "nipotina Maria Pia", comunica allo zio, caporal maggiore in una brigata costiera, di essere stata promossa in seconda...neanche i bambini erano risparmiati dalla propaganda <_<

E bambini sono i protagonisti della vignetta, un inglese e un greco nel tipico costume, che appiedati e con un bagaglio di "menzogne made in England", guardano sconsolati il bambino italiano e quello tedesco avviarsi sorridenti a bordo di una macchina a forma di fascio littorio, con la svastica impressa sulle ruote, verso via della Vittoria. Su quella via, il transito ai pedoni, è vietato :rolleyes:

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petronius ^_^

A me fa ridere quell'automobile! :D Chissà se anche a quei tempi suscitava la stessa sensazione! :P

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Il 27/3/2014 at 12:36, MEDUSA51 dice:

Ciao petronius , sono tutti documenti splendidi, dei piccoli pezzi di storia, manca solo un riferimento temporale preciso per poterli comprendere in pieno, immagino il 1940-41 ovviamente, forse precedenti l'entrata in guerra quelli con le statistiche italo-inglesi, riesci a datarle ?

Giusta domanda ;)

Non sempre è facile datare con precisione queste cartoline, poiché chiunque, enti e organizzazioni del regime, comandi militari, industrie, ditte private, poteva emetterle. Diciamo che era lasciato spazio all'iniziativa individuale, bastava che si rispettassero le direttive del Ministero della Propaganda. E se un soggetto aveva successo, veniva ripreso da più organizzazioni, a volte con piccole varianti, anche a distanza di tempo.

Comunque, tutte le cartoline oggetto di questa discussione, tranne alcune della Repubblica di Salò, che saranno opportunamente segnalate e che conto di mostrare nel finale, sono ascrivibili al periodo giugno 1940 - settembre 1943, ovvero dalla nostra entrata in guerra all'armistizio.

Per quanto riguarda la serie con le statistiche, quella dello "spazio vitale" (post #10) che riporta la popolazione italiana nel 1942 è evidentemente di quell'anno, ma non escludo che alcune delle altre possano essere precedenti, poiché potrebbero non essere state emesse tutte insieme. Sono comunque successive alla nostra entrata in guerra, in quanto raggruppate sotto il titolo "Le ragioni della nostra guerra", stampato al retro di tutte.

Il 1942 può sembrare un po' tardi per spiegare le ragioni dell'entrata in guerra, ma ricordo che questa è soltanto una, la più famosa, delle serie di cartoline emesse a questo scopo, anche precedentemente. Prima che me lo chiediate, vi dico subito che quelle delle altre serie non le ho, e quindi non posso mostrarvele :rolleyes:

Per le altre cartoline, quella con gli elmetti italiano e tedesco sulla cartina dei Balcani (post #16), è stata stampata dal Comando Federale di Torino della G.I.L. per le Colonie Climatiche Estive Anno XX (altra cartolina destinata ai ragazzi <_<) e dunque nell'estate del 1942. Non si può escludere che qualcun altro abbia utilizzato lo stesso soggetto già in precedenza, ma ad ogni modo non prima dell'aprile 1941, data dell'intervento tedesco in Jugoslavia cui la cartolina fa evidente riferimento.

Quella con la caricatura di Churchill (post #14) è viaggiata, dicembre 1941-XX, dunque emissione precedente a questa data.

Sempre viaggiata nell'anno XX E.F., ma a giugno del '42, è la cartolina coi bambini del post #17.

In futuro, per le cartoline viaggiate farò sempre menzione della data di spedizione, per molte, anche se nuove, sarà comunque possibile risalire a una data più o meno certa, visto che tratteranno eventi specifici della guerra, ed è evidente che non possono essere state emesse prima del verificarsi di detti eventi.

A stasera per nuove cartoline ;)

petronius :)

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Supporter

Iniziativa molto interessante : la seguirò con interesse.

Nella prima cartolina mi ha colpito il "machismo" delle figure effigiate : il soldato ed il lavoratore in primo piano hanno un fisico da culturista, penso alquanto lontano dalla media di allora.

Non avevo mai visto prima i documenti a colori sullo spazio vitale, il tenore di vita, le "porte di casa" e il confronto tra colonie inglesi e italiane. Non so se anche queste siano cartoline, comunque li trovo interessanti storicamente ed anche efficaci, dal puntio di vista propagandistica.

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Supporter

Tristi e grotteschi i documenti sulla aggressione del tutto gratuita alla Grecia : inneggiano alla vittoria ma l'intera guerra fu combattuta in territorio albanese dove i Greci ci ricacciarono : dovettero arrivare i tedeschi a risolverla per noi.

Non a caso, i Greci chiesero di firmare la resa sul nostro fronte e non ad Atene......uno sfregio meritato, anch'esso evitato ad opera dei tedeschi.

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L'armistizio venne firmato inizialmente solo da greci e tedeschi, a Giannina se non ricordo male, in pratica la resa era solo verso la Germania, per comprensibili motivi i greci non volevano arrendersi all'esercito italiano dal quale è giusto dirlo non erano stati sconfitti.

Venne a crearsi una situazione paradossale dove le forze tedesche si trovarono a fermare le truppe italiane che stavano inseguendo i greci in ritirata.

l'atto di resa venne rifatto 3 volte a seguito delle proteste di Mussolini verso Hitler in persona fino a che non fu messo nero su bianco che questa era da intendersi anche verso l'Italia.

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Awards

Il 28/3/2014 at 13:30, sandokan dice:

Iniziativa molto interessante : la seguirò con interesse.

Grazie per l'apprezzamento :)

Il grazie naturalmente è rivolto anche a tutti gli altri che con i loro interventi, o semplicemente leggendo (siamo già a più di 200 visite) hanno mostrato di gradire la discussione...non potendo ringraziare uno per uno ogni volta, altrimenti non la finiamo più :lol: valga questo per tutti.

Il 28/3/2014 at 13:30, sandokan dice:

Nella prima cartolina mi ha colpito il "machismo" delle figure effigiate : il soldato ed il lavoratore in primo piano hanno un fisico da culturista, penso alquanto lontano dalla media di allora.

Hai sicuramente ragione per quanto riguarda le condizioni di vita dell'italiano medio, che spesso in tempo di guerra (ma a volte anche prima) faticava a mettere insieme il pranzo con la cena, ma se la propaganda seguisse la ragione non sarebbe propaganda ;)

Quella è la figura idealizzata dell'eroe fascista, la incontreremo ancora in altre cartoline.

Il 28/3/2014 at 13:30, sandokan dice:

Non avevo mai visto prima i documenti a colori sullo spazio vitale, il tenore di vita, le "porte di casa" e il confronto tra colonie inglesi e italiane. Non so se anche queste siano cartoline, comunque li trovo interessanti storicamente ed anche efficaci, dal punto di vista propagandistica.

Si, sono tutte cartoline, nuove nel mio caso, ma ovviamente saranno anche state usate per la corrispondenza.

petronius :)

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L'alleato tedesco...

Oltre a provocare odio nei confronti del nemico, la propaganda doveva servire anche a cementare l'amicizia con l'alleato, e questo poteva essere anche più difficile se si considera che l'alleato in questo caso era quel tedesco da sempre (dai tempi dell'Augusto di "O Varo, rendimi le mie legioni") nemico storico degli italiani.

E poco importava che le guerre d'indipendenza e la prima guerra mondiale fossero state combattute contro gli austriaci piuttosto che contro i tedeschi di Germania...per noi erano tutti crucchi :rolleyes:

E non è che col nazismo le cose fossero migliorate, anzi chi, anche se fascista convinto, aveva avuto modo di conoscere meglio l'ideologia e la pratica hitleriana, non aveva impiegato molto a capire le differenze, in peggio, col nostro regime.

Da qui la necessità di mostrare, anche attraverso le cartoline, il soldato italiano e il soldato tedesco marciare uniti allo stesso passo e per gli stessi scopi...zwei Völker ein sieg, due popoli, una vittoria.

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petronius :mellow:

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