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Inviato

Ho motivo per ritenere che, perlomeno reletivamente ad alcuni nominali, tra il 1847 e il 1859 la zecca di Roma battesse anche per Bologna, ovvero i locali, le macchine, le maestranze e soprattutto i conii erano gli stessi cambiava solo il segno di zecca sui tondelli.

Chi può segnalarmi documenti o al limite articoli che possano confortare in maniera certa ed ufficiale quanto sopra ?

Grazie a tutti per l'attenzione e la collaborazione

Roberto


Inviato

Purtroppo in quel periodo la Zecca di Bologna era diventata un'appendice della Zecca di Roma. Da Roma venivano inviati i conii che a Bologna erano poi completati con la B di Zecca, temprati e utilizzati in loco. Dunque Bologna manteneva una attività materialmente rivolta a battere moneta, ma non aveva il controllo del materiale creatore.

Sotto Pio VII, nel periodo della restaurazione (e l'arrivo del Mercandetti a Bologna), i conii bolognesi erano ancora prodotti in loco.

Negli anni 20-30 del XIX secolo l'autonomia e competenze a Bologna erano superiori a quelle della Zecca Romana, pur essendo emanate direttive dalla sede centrale volte ad assumere il controllo di tutta la produzione monetaria (anche di Bologna). Roma al tempo non aveva validi incisori di monete (i Pasinati ed i Cerbara erano medaglisti con difficoltà tecniche nell'incisione dei coni monetari). Con Gregorio XVI prosegue e si rafforza l'indirizzo volto ad una completa uniformità della monetazione pontificia e l'invio di conii dalla sede romana che poi prosegue ulteriormente con Pio IX. L'officina Bolognese mantenne sempre le sue prerogative e la sua attività (nonostante una subalternità ormai evidente), tant'è che con l'invasione Sabauda della legazione delle Romagne e la formazione delle Regie Provincie dell'Emilia, a Bologna si monetò prontamente ("Re Eletto") anche se questa volta con materiale creatore proveniente da Torino.

Tali notizie sono un'anteprima (desunto da materiali d'archivio) di un'opera collaborativa in fieri sulla Zecca Bolognese dell'Ottocento (che auspico vedrà la luce tra un paio d'anni). Poco finora si è detto e scritto su questa Zecca nel periodo in questione, tant'è che Ramossen ha potuto ipotizzare (non correttamente) che fosse "inattiva". Anche le ricerche di Michele Chimienti (uno degli autori del lavoro sopra accennato) su Bologna si arrestano al Governo Popolare: confidiamo in questo nuovo e impegnativo lavoro.

P.S. nel numero di maggio di Panorama Numismatico dovrebbe apparire un ampio articolo sull'attività della Zecca Bolognese nel periodo di Sede Vacante 1823!

:)

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  • 2 settimane dopo...

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