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Inviato (modificato)

Ciao a tutti,

grazie alla lettura del libro consigliatomi da @@gpittini, Giuliano di Gore Vidal, sono rimato affascinato da questo Imperatore, tutto sommato non tra i più importanti.

Lo considero in realtà un sognatore, un Don Chisciotte che, messo di fronte ad un Cristianesimo trionfante, tenta di ripristinare il culto degli Dei, tentativo che fallisce miseramente, anche alla luce del fatto che ormai la dirigenza romana, ivi compreso l'esecito, era occupato da cristiani.

Giuliano è un nipote di Costantino ed è, pertanto, l'ultimo della famiglia a ricoprire il ruolo di Cesare e , poi, di Augusto. E' fratellastro di Costanzo Gallo, altro Cesare ricordato per essere stato estremamente crudele, e le cui vite sono segnate soprattutto dall'uccisione del padre ordinata da Costanzo II.

Uomo di cultura, nonchè scrittore, anela ad un ritorno al culto degli Dei ed è, per questo, considerato un ellenista. Nonostante cerchi di essere un filosofo, si dimostra un valente generale, brillando soprattutto in Gallia dove viene osannato dalla popolazione grazie al fatto che, a capo del suo esercito aveva sgominato i barbari aggressori garantendo, per alcuni anni, la pace in tutto il territorio della Provincia.

A seguito della morte improvvisa di Costanzo II, diviene, nel 361 d.c., imperatore unico ed è incoronato a Costantinopoli, vera capitale dell'Impero, al punto che Giuliano non sentì mai il bisogno di mettere piede a Roma.

Giuliano, sulle orme di Alessandro Magno, decide, da imperatore, di dichiarare guerra ai Parti e di conquistarne il regno, avendo, come obiettivo finale, quello di estendere l'impero fino all'India ed alla Cina. La morte si pensa, sia avvenuta per mano amica o meglio cristiana, e non per mano parta.

Altro fatto importante, è il matrimonio con Elena sorella di Costanzo II, molto più vecchia di lui che non gli diede figli.

Ora, le monete, il mio acquisto:

1720D.jpg1720R.jpg

così descritta e classificata:

Doppia maiorina. Antiochia: D/ DN FL CL IVLIANVS PF AVG Busto diademato, drappeggiato e corazzato a destra. R/ SECVRITAS REIPVB Il toro Api stante a destra. Sopra due stelle. In esergo: ramo ANT B. RIC 216 var. Peso gr. 8,7. Diametro mm. 27. BB/qBB.

Modificato da eliodoro
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Inviato (modificato)

Altro fatto che mi ha colpito è la forte diversità del ritratto di Giuliano sulla doppia maiorina che varia tra una zecca e l'altra.

Cizico

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Lugdunum

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Tessalonica:

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Eraclea

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Modificato da eliodoro

Inviato (modificato)

Poco conosciuta è, invece, la monetazione della moglie Elena che dovrebbe essere relativa solo al periodo di Giuliano da Cesare. La monetazione ad ella attribuibile dovrebbe avere dei riferimenti al culto di Iside, anche se, in passato, ho letto sul forum delle discussione che ipotizzavano che le monete coniate a nome di Helena, non fossero solo relative alla madre di Costantino, ma anche, in alcuni casi, alla moglie di Giuliano.

juliancarving.jpg

Modificato da eliodoro

Inviato

Ultima aggiunta, la doppia maiorina, RIC 320, che presente al rovescio l'aquila che tiene una corona in bocca.

_arles_RIC_320.jpg

Lascio a Voi, la discussione in ordine al significato del rovescio delle maiorine di Giuliano, non ne so granchè.

Saluti Eliodoro


Inviato (modificato)

Ciao @@eliodoro , provo a riconsiderare brevemente l' attivita' religiosa di Giuliano ritenuto un potenziale restauratore , per altro mancato , del paganesimo ; Giuliano in verita' non voleva abolire o peggio cancellare il cristianesimo come religione , era consapevole che sarebbe stato un compito impossibile in un mondo ormai in profondo cambiamento materiale , morale e religioso , lo scopo principale di Giuliano era invece di far coesistere pacificamente tra loro le due principali religioni del mondo romano della sua epoca . Roma non aveva mai avuto la pretesa che la religione ufficiale dello Stato romano italico fosse l' unica ad avere la conoscenza assoluta della Verita' , tanto e ' vero che nel corso delle sue conquiste territoriali con altre popolazioni , aveva lasciato sempre liberta' di culto ai popoli sottomessi , anzi aveva introdotto nel suo Pantheon religioso molte divinita' straniere fin dalla Repubblica ; quello che il Cristianesimo voleva invece , non era tanto la sovversione materiale dello Stato romano , quanto invece l' imposizione della suo credo come unica religione della Verita' , questo non poteva essere permesso da Roma perche' avrebbe comportato uno stravolgimento completo della societa' romana . Questo dualismo paganesimo cristianesimo si protrasse fino al V secolo quando gli ultimi sussulti del paganesimo morente , con le figure di Vettio Agorio Pretestao e Quinto Aurelio Simmaco , videro gli ultimi paladini della vecchia religione .

Modificato da Legio II Italica

Inviato

Ciao Legio,

Giuliano non è stato un persecutore dei Cristiani, come Diocleziano o Galerio, egli capì benissimo la portata storica del Cristianesimo e pensò, quindi, da un lato di modellare, sulla stessa falsariga, il paganesimo dando ordine all'interno dei templi e, dall'altro lato, cosa estremamente intelligente, intese sottrarre l'insegnamento ai Cristiani ,imponendo che gli insegnanti fossero rigorosamente pagani.

E' chiaro che, lasciando l'insegnamento soltanto ai pagani, Giuliano intendeva far rinascere, nelle nuove generazioni, l'amore per l'antico culto degli Dei che ha avuto un ruolo essenziale nella storia di Roma.

E' altrettanto chiaro che i Cristiani non avrebbero mai accettato questa situazione.


Inviato

Infatti secondo il concetto religioso dell' epoca , pero' solo da parte del paganesimo , era chiaro che nessuno poteva arrogarsi il privilegio assoluto di conoscere la Verita' , intendendo con questo , conoscere quale o quali divinita' governassero la vita terrena e la vita oltre la morte ; il Cristianesimo al contrario era consapevole di avere questo privilegio di Verita' assoluta ; questa diversita' di intendere la Religione era il massimo contrasto tra le due ideologie . Giuliano fu piu' che altro un teorico della Religione , non fu mai un persecutore di cristiani come giustamente hai scritto .


Inviato

DE GREGE EPICURI

In effetti, nessuno scrittore cristiano o vescovo potè rimproverare a Giuliano di essere stato un persecutore, alla maniera di Diocleziano o Galerio; però gli rimproverarono di aver allontanato i cristiani dall'insegnamento. Ma soprattutto lo accusarono di "apostasia", per aver rifiutato la "vera fede" pur avendola conosciuta. C'è da dire che nella famiglia di Costantino era quanto meno problematico, alla metà del IV secolo, allontanarsi dal Cristianesimo, e in ogni caso Giuliano per molti anni fu assai riservato, specie dopo aver visto la sorte toccata a diversi suoi parenti. L'allontanamento dal Cristianesimo avvenne per via filosofica, con l'approfondimento dei filosofi greci della classicità; non dimentichiamo che trascorse ad Atene il periodo più sereno della sua vita, e ne fu tratto a forza per essere fatto Cesare ed inviato in Gallia.

Destino che accettò, pare, con la rassegnazione suggeritagli dallo stoicismo, al quale tutto sommato aderiva. Nella sua vita successiva colpiscono la rinuncia al superfluo (quasi monastica), le riforme volte ad economizzare sulle spese dello stato, per cui fu tacciato di avarizia. Usava portare la barba lunga, appunto come i filosofi, e anche questo gli veniva rimproverato dagli antiocheni come "bizzarria", così come il suo vestire un po' troppo semplice. Ma Antiochia a quell'epoca era cristiana, almeno per la parte che più contava.

Quanto alla moglie Elena, più anziana di lui, che morì dopo una penosa malattia, a me non risultano emissioni monetali a suo nome. Se ho ben capito, l'attribuzione a lei di alcune monete (oggi riferite alla Elena madre di Costantino) è oggi abbandonata.


Inviato

la grossa contraddizione di Giuliano fu quella di voler rivitalizzare il paganesimo servendosi (e credendo) nella sua versione neoplatonica, cioe' quella piu' elitaria e complessa dei suoi tempi e lontana dal sentire religioso pur pagano di ampie masse " rustiche". Come se non bastasse, inserendovi modalita' e temi morali di ispirazione cristiana, che lungi dal fare concorrenza ai "galilei", irritavano solamente i seguaci di una tradizione che non li aveva mai considerati.

Inevitabile quindi il fallimento di questo paganesimo, che peccava non tanto di anacronismo ( e' un giudizio da finalismo a posteriori) quanto di artificiosita'. Una mera costruzione intellettuale. Non per niente culti di dei piu' semplici e spontanei sopravvissero, sebbene magari piu' antichi, il neoplatonismo giulianeo si estinse rapidamente.

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Inviato

Veniamo ora alla doppia maiorina col toro e le stelle. Su questa moneta ci furono aspre polemiche ad Antiochia subito dopo la emissione, e Giuliano stesso ne riferisce nel suo libretto "Misopògon" (L'odiatore della barba). Sulla simbologia di questa moneta si è molto scritto, c'è un articolo riassuntivo di R.Conton nella RIN del 2004 ("Il rovescio con il toro nei bronzi di Giuliano"). Credo si possa trovare in rete, comunque riassumo le principali ipotesi interpretative:

1)Il vescovo Sirio di Nisibi, scrivendo nel 363/364, lo assimilò al "vitello d'oro" dell'Esodo, definendolo come "il toro del paganesimo".

2)Il biografo di Giuliano, Ammiano Marcellino, riferisce l'immagine ad una grande statua del Bue Apis, scoperta in Egitto nel tardo 362. L'ipotesi è suggestiva, ma molti elementi stanno contro: troppo poco tempo fra la scoperta e la moneta; assenza di questa emissione proprio per la zecca di Alessandria, ecc.

3)Il toro poteva simbolizzare lo stesso imperatore (Kent, sulla base di Dione Crisostomo), che dà "securitas" al suo gregge.

4)La simbologia dell'imperatore poteva vantare una motivazione astronomico/astrologica, essendo nato Giuliano probabilmente nel segno del Toro. Le due stelle potevano rappresentare Aldebaran e rispettivamente le Pleiadi, principali astri della costellazione del Toro.

5) Il toro poteva alludere al culto di Mitra, cui Giuliano aderiva quasi sicuramente (Athanassiadi). La tauroctonia aveva molti rapporti con l'astrologia. In questo caso, le due stelle sarebbero state Aldebaran del Toro e Antares dello Scorpione.

6) Woods recentemente (2000) ha arricchito quest'ultima interpretazione con un legame più specifico col Culto del Sole, che del resto era previsto nella religione mitraica. Egli fa notare che nelle monete di Gallieno (il "bestiario" di Gallieno) vi è un toro molto simile a quello di Giuliano, con la legenda SOLI CONSERVATORI AUGUSTI. Del resto, Giuliano aveva composto nel 362 un "Inno a Helios Re".

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Inviato

A proposito di Elena moglie di Giuliano,

che ne pensate di questa da Romanumismatics?

Helena II AR Heavy Siliqua. Uncertain mint, AD 360. FLAV MAX HELENA AVG, diademed and draped bust right, hair bound in bunch behind / AETERNITAS, Aeternitas standing left, holding globe and rudder set on ground line. 2.84g, 17mm, 5h.

Extremely Fine. Unique and unpublished. Of great numismatic importance.

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Inviato

Succinta , ma bellissima disquisizione sulla figura storica di Giuliano , nonché della parte numismatica , complimenti agli intervenuti :)


Inviato

Ciao @@gpittini,

che mi dici dell'altra doppia maiorina la RIC 320, che significato ha l'aquila? Qualcosa a che vedere con forme di Consecratio?


Inviato

DE GREGE EPICURI

Mah, della "Helena secunda" non saprei che cosa dire: esprimersi sui pezzi unici e unpublished è compito degli studiosi e degli specialisti, anzitutto. Vediamo se qualcuno ne fa un'analisi approfondita.

Per l'aquila sul 2° tipo di maiorina, R.Conton fa due annotazioni: 1)L'aquila sarebbe il segno distintivo di certe zecche galliche, e quindi avrebbe a che fare con il soggiorno di Giuliano in Gallia. Non capisco bene che cosa intenda, in verità: forse in certe costantiniane in queste zecche compariva l'aquila, ad es. sulla insegna dei GLORIA EXERCITUS? A me non pare. E neppure in esergo, coi segni di zecca. 2)Gli iniziati all'ultimo grado del Mitraismo venivano chiamati "padri", ma anche "aquile". Questo forse potrebbe starci di più.

La Consecratio non direi, perchè aveva a che fare con la divinizzazione post-mortem. In questo senso, sarebbe stato un simbolo malaugurante...


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